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Autore: _thantophobia    15/01/2020    2 recensioni
-Non mi ucciderai.- ride. –Voi Eroi avete così tante regole… -
-I bravi Eroi, quelli degni di questo nome, non hanno bisogno di regole. [...] Spero non arrivi mai il giorno in cui si capirà perché io me ne sono imposte così tante.-
[OC | Bakugou Katsuki | un po' tutti] [parental!Bakugou Katsuki (no, non sto scherzando) | IzuOcha, TodoMomo, KamiJirou + altre?] [future!fic | death!fic | possibili spoiler | probabili trigger] [ooc perché non si sa mai]
[il capitolo 14 partecipa al Writober2019 con la lista di prompt di Fanwriter.it | prompt/traccia: flashback]
[capitolo 18 - In difesa di Caino][questo capitolo partecipa al Writober2020 con la lista di prompt di Fanwriter.it | prompt/traccia: backstory]
[capitolo 19 - ]
Genere: Angst, Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Katsuki Bakugou, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Hopeless wanderers

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il Paradosso dell’Onnipotenza

[o di ossa rotte e veri Eroi]

 

 

 

 

 

-Perché sei così irremovibile sul non lasciare Ryu da solo?- gli chiede Mina, appena Yaoyorozu se ne va da casa sua. –Cioè, capisco il suo Quirk e la sua importanza… -

-Lo voglio sempre accanto a me perché è il posto più sicuro a questo mondo, Mina.- sentenzia, senza neanche guardarla. –E poi, gli ho promesso che mi sarei preso cura di lui.-

Mina piega la testa di lato, senza capire. –Promesso a chi?-

Katsuki continua a non guardarla, fissando un punto imprecisato della parete del soggiorno. -…l’ho deluso troppe volte quando era vivo, non posso permettermi di continuare anche adesso che Deku è morto.-

 

20 giugno [One For All: 5%]

Katsuki sfreccia in sella alla sua moto a una velocità folle – sente il motore rombare e surriscaldarsi più del dovuto, la lancetta del contagiri schizzare sempre più verso destra, mentre continua ad accelerare e a zigzagare tra macchine e pedoni senza nemmeno prestare attenzione ai semafori - fino a raggiungere la UA, saltare sul marciapiede e arrestare la sua corsa in mezzo al cortile dell’istituto, lasciando sull’asfalto la scia nera di una frenata e nell’aria l’odore di gomma bruciata. Sero e Kaminari scattano in piedi appena scende dalla moto e a passo di carica si avvicina a loro, mentre Iida inizia a sbraitargli in un orecchio.

-Bakugou! Questo non è il comportamento di un Eroe! Entrare così all’interno della UA… !- viene zittito da Naeko, che corre verso di loro e si getta tra le braccia di Katsuki, quasi buttandolo a terra, piangendo e singhiozzando senza freni.

-È solo colpa mia!- continua a ripetere la ragazzina, disperata, i capelli scompigliati e il viso pallido rigato dalle lacrime affondato nel giubbotto di Katsuki. –È soltanto colpa mia!-

–Non è colpa tua, okay?- Katsuki le posa le mani sulle spalle. –Non è colpa di nessuno… -

-Sì invece!- strilla, sollevando di scatto la testa e puntando i suoi occhi grigi in quelli rossi di Katsuki. –Se fossi stata più attenta, se me ne fossi accorta prima… Ora Ryu non… !-

-Non potevi saperlo, Naeko.- si impone di stare calmo, sperando in questo modo di calmare anche l’amica di Ryu. In qualche modo sembra riuscirci. –Non prevedi il futuro.-

-Ma ho sentito il pericolo.- singhiozza la ragazzina, ora più calma. –Ho percepito un pericolo imminente.-

–E hai cercato di aiutarlo.- Katsuki piega sulle ginocchia, di fronte a lei. –Eravate due ragazzini contro degli adulti, hai fatto quello che hai potuto.-

Naeko piega il capo in avanti, nascondendo gli occhi dietro una cascata di capelli rossi. -…avrei voluto fare di più.-

-…anche io.- la ragazzina solleva lentamente la testa, confusa. Katsuki non distoglie lo sguardo. –Anche io avrei voluto fare di più.-

Con gli occhioni grigi ancora colmi di lacrime e i singhiozzi a romperle il respiro, Naeko si sbilancia in avanti e lo abbraccia.

 

 

-Perché deve sempre finire così?!- Katsuki sfoga la sua rabbia sul proprio casco, che viene scagliato senza alcun controllo contro il muro del suo soggiorno. -Perché per una volta, per una sola cazzo di volta, non può andare tutto per il verso giusto?!-

-Non è colpa tua, Bakugou.- Kaminari raccoglie il casco ammaccato e lo appoggia sul tavolino. -Hai fatto del tuo meglio… -

-Ed è proprio questo il punto!- sbotta. -Ho fatto del mio meglio per proteggerlo e l’hanno preso comunque! È stato tutto inutile!-

-Lo sai che non è vero… - mormora Sero.

-Sì invece! Smettila, cazzo, smettetela di cercare di farmi cambiare idea!- sta tremando, per la rabbia e la frustrazione, e i palmi fumano e scoppiettano incontrollati. -Deku si era sbagliato! Su tutto! Non sono l’Eroe che credeva che fossi! Non sono neanche un Eroe!-

Questo Sero non può sentirlo: gli si para davanti e gli punta l’indice contro, come a sfidarlo. -Okay, adesso basta. Bakugou, guardami negli occhi e prova a ripetere quello che hai appena detto. E intanto che formuli un’arringa abbastanza convincente per motivare questa tua affermazione, lasciami ricordarti un paio di cose.-

Katsuki sbuffa, improvvisamente tutta la sua rabbia sembra sparire, lasciando il posto a un’infinita stanchezza. -Sero, per favore, risparmiamelo.-

-No, adesso mi ascolti.- ribatte Hanta, la postura rigida di una statua. -Te lo ricordi, vero Bakugou, quel Villain che aveva preso in ostaggio i clienti del centro commerciale? Perché io me lo ricordo benissimo. Non sapevamo cosa fare, né noi che avevamo appena avuto le nostre licenze né gli Eroi con più esperienza, perché quel pazzo minacciava di ammazzare tutti gli ostaggi se avessimo anche solo mosso un dito. Tu eri là dentro, te lo ricordi, vero? Eri tra gli ostaggi.-

-Era il mio giorno libero dopo tre fottutissimi mesi.- borbotta.

Kaminari annuice. –Me lo ricordo anche io. Avevi lasciato il tuo cellulare alla ragazza che era seduta vicino a te e hai mandato la tua posizione a Sero.-

 

 

Il trillo di un messaggio in arrivo interrompe il battibecco tra Ryukyu e Miruko, la prima che cercava di convincere la seconda ad aspettare nuove istruzioni prima di saltare dentro la struttura e prendere a calci chiunque le si parasse davanti.

Hanta sblocca il proprio cellulare e apre la notifica. -È un messaggio di Bakugou, mi ha inviato la sua posizione.-

Miruko solleva un sopracciglio, confusa. –E quindi?-

-È dentro il centro commerciale.- risponde, anche lui confuso.

Ryukyu si incupisce. –Questo non ci aiuta. Un Eroe tra gli ostaggi rende tutto più diffi… -

Il trillo di un altro messaggio in arrivo la interrompe: è una brevissima nota vocale, di appena un minuto, in cui si sente chiaramente il Villain parlare di una vendetta che vuole assolutamente portare a termine e che loro – gli ostaggi, suppone Hanta – sono lo strumento ideale per farlo. Poi sente la voce di Bakugou, il suo solito tono strafottente e irragionevolmente alto, chiedergli con quale criterio aveva deciso che proprio loro sarebbero stati i mezzi ideali per la sua vendetta.

-…okay, è ufficiale.- esclama Denki. –Bakugou è impazzito.-

-No, non è impazzito.- Midoriya scuote la testa. –Sta cercando di farci guadagnare tempo.-

 

-Tutti eravamo così presi da trovare una soluzione veloce che non abbiamo pensato al modo più semplice per fermarlo: convincerlo a parlare.- Sero sospira, passandosi una mano trai capelli. -Prova a immaginare se non fosse andata così. Cosa sarebbe successo se tu non avessi fatto quello che avremmo dovuto fare tutti?-

Katsuki non sa come rispondere: boccheggia, la voce andata a farsi fottere, mentre nella sua testa riesce solo a ripetersi che in fondo Sero ha ragione. Ma è dura ammetterlo, ed è dura accettare di aver fallito.

Sero e Kaminari tirano un sospiro di sollievo, quando finalmente Katsuki sembra calmarsi.

-Lo troveremo, Bakugou.- sentenzia Kaminari, dandogli una pacca sulla spalla. –Lo troveremo, a costo di setacciare il Paese palmo a palmo. Stanne certo.-

 

 

30 giugno [dieci giorni dal rapimento]

Katsuki non chiude occhio da quando Ryu è scomparso, continuando a lavorare senza sosta per trovare anche solo una piccolissima traccia per rintracciare Ryu. Instancabile, continua a cercare informazioni sui movimenti della Collezionista, cercando di rintracciare anche i compratori di opere d’arte del mercato nero – di tornare a casa non se ne parla, non riuscirebbe a sopportare la vista di Mina nello stato catatonico in cui è caduta quando ha saputo che avevano rapito Ryu, e così alla fine ha preferito tornare dai suoi. Suo padre ha quasi creduto di avere davanti un fantasma, non suo figlio, quando se l’è visto davanti pallido come un cadavere e stanco all’inverosimile.

E non è riuscito a trovare un singolo indizio, nemmeno un’idea di dove possa essersi cacciata quella troia e che cosa voglia farne di Ryu.

E tutto questo lo sta logorando, mangiandoselo dall’interno come un cancro, mentre sente salire e ribollire la rabbia e la frustrazione. Si sente pronto a esplodere, lòetteralmente.

-Bakugou ti ho portato qualcosa da mangia… Dio mio, ma è appena finita una guerra, qui dentro?!- strilla Kirishima, bloccandosi sulla soglia e osservando il caos e le varie pile di cartelline e faldoni e scartoffie abbandonati in giro per la stanza.

Katsuki solleva appena gli occhi verso di lui, i pugni stretti che iniziano a fumare. -Non è il momento.-

Kaminari, apparso alle spalle del rosso, mormora titubante:  Bakugou, sei veramente sicuro di stare bene?-

-Sto benissimo, Kaminari.- sbotta. –Hanno rapito Ryu da dieci giorni e non ho idea di dove possano averlo portato e non so che cosa possano fargli, se lo terranno in vita o se lo hanno già ucciso e si sono sbarazzati del suo cadavere, Mina è diventata un vegetale da quando lo hanno portato via e io non chiudo occhio da più di una settimana e sto tirando avanti a caffè e barrette energetiche. Sto alla grande, visto?-

Kirishima occhieggia verso il Parafulmini. -…era una domanda stupida, Kaminari.-

-Molto stupida.- ammette il biondo, incassando la testa nelle spalle.

Dei passi veloci alle loro spalle e un molto gentile “Levatevi dai coglioni” annuncia l’arrivo di sua madre, che li sbatte fuori dalla stanza e si chiude dentro con lui.

-Cazzo vuoi?- è veramente troppo stanco e troppo nervoso per affrontare sua madre, in questo momento. Si sente come la pentola a pressione che suo padre le ha regalato e che lei aveva distrutto, dimenticandola accesa sul fornello la sera di Capodanno quasi vent’anni prima.

-Senti, coglione, prima di tutto ti dai una calmata.- esordisce lei, inviperita. –Il fatto che Ryu sia stato rapito non ti dà il diritto di sbottare contro chiunque.-

E, proprio come la pentola a pressione dimenticata accesa sul fuoco, Katsuki esplode: è di un violenza inaudita, lo scatto d’ira con cui scaglia a terra quella tazza di caffè e inizia a inveire contro sua madre, contro la Collezionista, contro i suoi collaboratori, contro il mondo intero, contro se stesso, fino a quando è troppo stanco anche per stare in piedi e si accascia a terra a ginocchioni, respirando in affanno e con gli occhi lucidi.

Curioso, non aveva pianto al funerale di Deku, e ora sta piangendo per Ryu.

-…non credevi di affezionarti così tanto a quel ragazzino, vero?- sussurra la vecchia strega, Katsuki sente gli occhi riempirsi ancora di più di lacrime. No, non credeva di affezionarsi così tanto a Ryu da considerarlo un fratello minore, parte di una famiglia che non ha.

-È tutto quello che… - balbetta, chinando la testa e stringendo i pugni. –È tutto quello che ci resta di Deku.-

Sua madre gli è accanto l’attimo esattamente successivo: gli solleva il viso, quasi con violenza, fissandolo dritto negli occhi. –E allora riportalo a casa.-

Katsuki sgrana gli occhi, confuso e senza parole, giusto per un momento: scatta in piedi, scuote la testa e inizia a camminare per la stanza.

-Ma che cazzo sto facendo?- blatera. –Piangermi addosso? Io? Adesso? Ma scherziamo? Ryu ha bisogno di aiuto e dobbiamo muovere il culo!-

–Questo è mio figlio.- Mitsuki ghigna, puntandogli l’indice contro. -Ora ti riconosco, stronzetto.-

Katsuki si ferma giusto un istante a guardarla, quello che resta della tazza di caffè tra le mani. -…ti vendo un sacco di bottiglie, mamma.-

-E io ti varo un sacco di barche, Katsuki. Ora datti da fare.-

-Signor sì, signora.-

 

 

 

5 luglio [quindici giorni dal rapimento]

A distrarlo dalle sue ricerche è una telefonata di Tsukauchi, coincisa e sintetica, che lo fa scattare in piedi come una molla.

-Abbiamo un sospettato.- sentenzia. –Corrisponde a uno degli identikit che ci ha fornito il nostro informatore. Lo stanno portando qui.-

 

L’anticamera della sala degli interrogatori è in fondo a un lungo corridoio che Katsuki percorre a passo di carica, il rumore secco delle suole dei suoi scarponi che rimbomba lungo le pareti spoglie come il ritmo di un tamburo da guerra. Nella piccola stanzetta isolata ci sono soltanto due agenti, che appena lo vedono scattano sull’attenti, mentre insieme al sospettato ci sono Tsukauchi e Todoroki – e a quanto pare non stanno cavando un solo ragno dal buco, vista l’espressione contrita di Mezzo e Mezzo che si sta sforzando di restare calmo per non spaccare la faccia allo stronzo di fronte a lui e quella esausta del detective.

Katsuki non dice una sola parola, ma uno dei due agenti ha già capito: gli fa cenno di seguirlo e insieme escono dall’anticamera per raggiungere la stanza adiacente. L’agente apre la porta e si sporge all’interno, mormorando qualcosa che Katsuki non capisce.

Sente soltanto il sospettato ridere di gusto. –Cos’è? Giochiamo a Poliziotto buono e Poliziotto cattivo?-

Sta ancora ridendo quando Katsuki entra nella stanza.

-Sarebbe più preciso dire… - afferra una sedia e la trascina proprio di fronte al sospettato, che intanto ha smesso di ridere ed è diventato dello stesso colore di un lenzuolo. –Poliziotto buono ed Eroe molto incazzato, che preferiresti non far incazzare più di quanto già non lo sia.-

L’uomo, se possibile, sbianca ancora di più e inizia a tremare quando Katsuki ferma la corsa della sedia a qualche manciata di centimetri dall’altra e vi si siede a cavalcioni.

-Allora, ratto di fogna.- sta ghignando, i palmi appoggiati allo schienale della sedia che scoppiettano minacciosi. –Inizi a squittire o ti devo costringere? Sai, ho una certa fretta.-

 

Tsukauchi Naomasa continua a ripetere, ormai da anni, che lo pagano davvero troppo poco per tutto quello che fa: prima All Might e All For One, poi Midoriya e ora il successore di Midoriya.

Ha davvero bisogno di un aumento. O una vacanza. O magari entrambi.

-Crede sia stata una buona idea lasciare Ground Zero da solo con il sospettato, signore?- sussurra uno degli agenti, fuori dalla stanza degli interrogatori. Tsukauchi non ha neanche la forza di ribattere e si limita a sospirare: se riesce a fargli dire qualcosa, sarà meglio per tutti.

-Bakugou sa essere molto convincente, quando vuole.- mormora Todoroki, picchiettando un dito sull’avambraccio e aspettando. La camera degli interrogatori è isolata, quindi ovviamente non sentono un singolo rumore provenire dall’interno, e dopo quasi venti minuti temono che Bakugou abbia eliminato il sospettato e stia cercando di eliminare anche le tracce del reato.

-…no, vi prego, non voglio essere complice in un occultamento di cadavere.- balbetta Tsukauchi, impallidendo, quando la porta si spalanca e Bakugou esce da lì come se avesse il Diavolo e tutto l’Inferno alle calcagna, sibilando improperi e maledizioni contro la Collezionista.

-Scoprirà di essersi condannata a morte nello stesso momento in cui si è messa contro di me.- ringhia, ormai quasi fuori dal commissariato. -E che il mondo è più piccolo di un fottutissimo paesino di campagna quando sono incazzato con qualcuno.-

Todoroki e Tsukauchi si scambiano uno sguardo prima di seguirlo. –Dove si va?-

Katsuki nemmeno arresta la sua marcia, continuando ad allontanarsi di gran carriera. –Dove vado, vorrai dire.-

-Stai scherzando, spero.- ribatte Todoroki, secco. –Non penserai che ti lasceremo andare da solo, finirai per farti ammazzare.-

-Mezzo e Mezzo, Ryu è stato affidato a me, questo è un mio problema.-

-Correzione: è diventato anche un mio problema quando Midoriya mi ha chiesto di aiutarti.- ora anche Todoroki si sta incazzando, e non accetterà un no come risposta. –Quindi, che ti stia bene o no, tu non vai da solo a cercare Ryu.-

Rimangono istanti che sembrano infiniti a fissarsi negli occhi come due cani pronti a sbranarsi, prima che Todoroki aggiunga: -Dove, Bakugou?-

-Francia.- sibila, arrendendosi. –Foresta Nera. C’è una villa dell’Ottocento, la sua base è lì.-

Tsukauchi, alle loro spalle, si limita ad annuire. –Credo avremmo bisogno di aiuto.-

 

 

 

7 luglio [diciassette giorni dal rapimento]

Alla fine, l’aiuto si concretizza in una vera e propria task force capeggiata da Todoroki stesso che comprende Uraraka, Sero, Kirishima, Jirou e Kaminari per la gioia di Katsuki, che avrebbe preferito di gran lunga andare da solo - ma Mezzo e Mezzo ha ragione, se fosse andato da solo probabilmente avrebbe fatto il coglione e si sarebbe fatto ammazzare. E non può lasciare Ryu da solo.

Non di nuovo.

-Vengo anch’io.- per la prima volta da quando Ryu è stato portato via, Mina esce dalla sua stanza, già pronta e con un borsone sulla spalla. –State per partire, no? Vengo anch’io.-

Katsuki la scruta, studiando la sue espressione. –Sei sicura?-

-Voglio vedere in faccia la stronza che mi ha portato via Ryu.- gli occhi scuri di Mina sono ancora gonfi di lacrime, ma Katsuki crede di non averla mai vista così combattiva.

Non può che annuire, chiudendo il suo borsone e facendole un cenno con la testa. –E allora andiamo.-

 

 

 

8 luglio [diciotto giorni dal rapimento]

Raggiungere la Foresta Nera senza farsi notare non si rivela difficile come Katsuki aveva pensato, ma piuttosto una passeggiata turistica nella natura. I militari che li aiuteranno sono già posizionati e la villa è tenuta sotto controllo ventiquattro ore al giorno, ma nessuno di loro ha osato avvicinarsi più di settecento metri – troppo rischioso, hanno riferito quando Katsuki ha chiesto perché. Soltanto la mano di Sero premuta con forza sulla sua spalla e l’occhiataccia di Todoroki gli hanno impedito di spaccare la faccia a quel soldato.

Ad accoglierli al campo è un uomo bassino e tarchiato, dalle numerose medaglie Katsuki sospetta qualcuno in alto nella catena alimentare dell’esercito francese, che si prodiga subito nei saluti. –Benvenuti, signori… -

-Qui è il capo, qui?- domanda invece Katsuki, continuando a camminare pestando i piedi per terra.

-Io, signore.- risponde il graduato, scattando sull’attenti. –Tenente Augu… -

-Benissimo, ora so chi ignorare.- lo interrompe, lasciandolo senza parole. –Tu, portami una mappa della struttura.-

Il soldato semplice scatta sull’attenti e scappa via, tornando pochi istanti dopo con un abbozzo di planimetria.

Il tenente, intanto, si riprende dalla risposta appena ricevuta. –Ma… Ma come si permette… !-

-Non intendo ascoltare una singola parola di qualcuno che si nasconde dietro i suoi gradi militari, che in quasi una settimana non ha osato avvicinarsi all’obbiettivo e che non ha nemmeno un’idea di piano d’azione.-

-Siamo stati chiamati per un’operazione di salvataggio, non posso mettere a repentaglio la vita dei miei uomini!-

-Infatti non la metterete.- ribatte. –Resterete qui, ad aspettare, mentre noi entreremo nella villa… da qui.-

Indica un punto sulla planimetria, al primo piano, indicata dalla dicitura come “dispensa”.

-Perché dalla dispensa?- domanda il Parafulmini, confuso. –Spuntino prima di attaccare?-

Todoroki si batte una mano sulla fronte con così tanta forza che Katsuki sospetta gli rimarrà il segno, mentre Jirou gli tira uno scappellotto in testa e Kirishima sospira sconsolato. Lui si limita a fulminarlo.

-Ma solo io stavo attento durante le lezioni di Aizawa sullo stealth, al terzo anno?- grugnisce.

-Cucine, dispense e obitori.- interviene Sero. –Gli unici posti mai sorvegliati perché non c’è nulla da sorvegliare.-

-Niente può uscire sulle proprie gambe, da lì.- conclude Mina.

-Grazie, ragazzi, almeno ci siete voi a ricordarmi del perché continuo ad avere a che fare le persone.- sospira. –Stavo dicendo. No, razza di rincoglionito, niente spuntino, quella dispensa sarà la nostra entrata in scena.-

 

 

 

10 luglio [venti giorni dal rapimento]

Loro sono gli ultimi due a entrare nella villa, sempre usando la piccola finestrella della dispensa. Jirou si accovaccia a terra e i suoi spinotti bucano l’intonaco del muro, mentre Katsuki controlla un’ultima volta le cariche e le munizioni che ha con sé.

 -Bakugou, li ho trovati.- Katsuki si volta appena verso di lei. –Secondo piano, ala ovest della villa. Approssimativamente mille persone tra adulti e bambini, credo ci sia anche la Collezionista.-

-Perfetto, grazie Jirou.- annuisce. –Resta sempre allerta e avvisami per qualsiasi cambiamento. Voi a che punto siete?-

-Ho trovato i condotti dell’acqua.- sentenzia Mezzo e Mezzo. –Ho già iniziato a congelarli.-

-Forse fai prima a farli esplodere, Todoroki.- suppone Sero, ricevendo un Hum come risposta. –Comunque, io e Kirishima siamo davanti al cancello principale in attesa.-

-Ho eliminato gli uomini a guardia delle entrate secondarie, sono entrata dal terrazzo al quarto piano e sto iniziando a scendere.- risponde coincisa Faccia Tonda.

-Io ho trovato i condotti del gas.- mormora invece Mina. –Non dovrei impiegare molto a metterli fuori gioco.-

-ChargeBolt è in posizione davanti al quadro elettrico pronto a colpire.- Katsuki sente il sospiro rassegnato di Jirou e può solo provare ancora più stima per lei. –La prossima fase?-

Katsuki ci pensa un attimo, prima di sentenziare: -Sero e Kirishima, voi pensate a chiunque tenti di uscire da lì. Uraraka, tu occupati dei ragazzi e portali al sicuro, Jirou vi darà una mano. Voialtri distruggete tutto, fate più casino che potete, poi cercate di disperdere gli ospiti della Collezionista.-

-E lei?- mormora Kirishima. –Cosa facciamo con la Collezionista?-

-La puttana lasciatela a me.- ringhia. -Uscite da qui il prima che potete, quando avete finito.-

-Che vuoi fare?- gli domanda preoccupata Jirou, scrutandolo con gli occhi sgranati.

-Bakugou.- il tono di Mezzo e Mezzo è più freddo del suo ghiaccio. –Non provare a trasformare questa cosa in una missione suicida.-

-Tranquillo, Mezzo e Mezzo, non vi libererete di me tanto velocemente.-

-…lo diceva anche Midoriya e guarda in che situazione siamo.- sussurra ancora Jirou, ma ogni altra risposta viene soffocata sul nascere dalla prima esplosione. Ora è il momento di agire.

Katsuki fa un passo avanti, fuori dalla dispensa.

 

Aveva memorizzato la planimetria della villa proprio per trovare la via più sicura per raggiungere qualsiasi nascondiglio quella bastarda avrebbe potuto scegliere, quindi alla fine si rivela abbastanza facile districarsi trai mille corridoi tutti uguali della villa senza incappare in troppi problemi.

Almeno finché Katsuki non si vede piombare addosso qualcosa – no, qualcuno, un lampo bianco che con un ringhio da battaglia affonda quelli che sembrano artigli nella sua coscia e nel suo fianco, fottutamente vicino alla femorale, e lo scaglia con violenza contro la parete con una ginocchiata ben assestata allo stomaco.

Il colpo alla schiena è così forte da fargli mancare il fiato e lasciarlo stordito per una manciata di secondi che si rivelerebbe fatale, se non si fosse accucciato a terra: questa volta, gli artigli puntavano alla gola. Riesce ad allontanare il suo aggressore con un destro ben assestato, quel tanto che basta per ricomporsi e osservare il suo avversario: è una donna, che lo sta osservando come un cane rabbioso, le labbra sollevate a mostrare i denti di un lupo e la mano destra insanguinata.

-La Collezionista aveva ragione.- ghigna lei, osservandolo. –Bastava soltanto aspettare e sareste venuti a prenderlo.-

Katsuki non capisce. –Ma che cazzo stai dicen… -

Lei lo carica ancora ed è velocissima, puntando di nuovo alla sua gola: riesce a evitarla ancora spostandosi di lato e scagliandole contro un’esplosione, ma gli artigli lo feriscono al viso e le grida che rimbombano lungo le pareti, sia il suo che quello della donna, sono veramente strazianti. La sua maschera cade a terra, tranciata di netto, e l’occhio destro inizia a pulsare sotto il palmo che si riempie di sangue e fa troppo male anche solo pensare di aprirlo – anche lei si porta una mano alla spalla, gemendo di dolore, l’ustione che si estende lungo il collo e giù fino al gomito e sul busto.

Katsuki comincia a sentire la testa farsi pesante, la stoffa dei pantaloni riempirsi di sangue e appiccicarsi alla pelle e quello che gli cola dall’occhio scivolare lungo il collo come una cascata. Deve pensare a qualcosa, o finisce che ci lascia davvero le penne – perché la donna-lupo si è rialzata e lo sta caricando, instancabile, cercando di colpirlo con l’intenzione di ucciderlo, e in meno di una manciata di secondi Katsuki si ritrova con le spalle al muro, in un angolo, e prossimo a soccombere.

E ha paura. Una paura fottuta.

-Ti arrendi di già, Kacchan? Ti credevo più forte di così.-

…non se l’è sognato, vero? Quella era la voce di Deku, vero?

 

-Facciamo una simulazione, apprendista.- sentenzia Miruko, cogliendolo alla sprovvista.

Katsuki non capisce. –Simulazione? Di cosa?-

-Di una situazione in cui ti potresti trovare, soprattutto se hai a che fare con Villains senza Quirk.- spiega lei, puntandogli contro una lucina laser rossa. -Ti hanno appena sparato. Ora cosa fai?-

Katsuki osserva la lucina, puntata sul suo stomaco. –Cerco di superare lo shock?-

-Bravo. Hai un buco nello stomaco, cosa ti ucciderà?-

-Emorragia.- ribatte, ovvio.

-Risposta esatta, ma non completa.- Miruko incrocia le braccia al petto. –Emorragia interna. C’è un foro d’uscita? Sì? No? Facciamo di no, cosa fai?-

Katsuki ci pensa un attimo. –Se non c’è, cado sulla schiena. Questo rallenterà la fuoriuscita di sangue.-

L’Eroina annuisce ancora. –Poi?-

-Non devo farmi prendere dal panico… E devo restare cosciente. Concentrarmi sul dolore potrebbe aiutare, una volta superato lo shock.-

-Esatto.- scioglie l’incrocio delle braccia, sollevando il dito indice della mano destra. –Prima regola del morire: convinciti che non vuoi morire. Seconda regola: rallenta e pensa.-

-Rallentare e pensare.- ripete, confuso. –A cosa?-

-Alla regola numero tre, apprendista: un modo per levare le tende e salvare la pelle, cercando di limitare al minimo i danni ma allo stesso tempo stendere il tuo avversario. Perché se avrai un buco nello stomaco o qualsiasi altra ferita di quel genere, sarà davvero difficile che tu sia in grado di combattere ancora per molto.-

 

-Forza, Kacchan, so che puoi farcela. Tu ce la fai sempre.-

-Ed è ancora troppo presto per tirare le cuoia.- sussurra, ghignando, prima di scattare in piedi. Ogni muscolo del suo corpo implora pietà, ma Katsuki ignora il dolore e si scaglia come una furia contro la donna, che nel frattempo sta balzando contro di lui.

È un attimo. Mentre i denti di lei affondano nel suo bicipite sinistro, l’esplosione la colpisce in pieno viso, scagliandola a metri di distanza e contro la parete opposta – Katsuki non riesce a trattenere un urlo, quando per la potenza dell’impatto e lo strattone i denti strappano la pelle e lacerano il muscolo e forse gli rompono qualche osso, perché Katsuki è costretto a lasciar cadere il braccio lungo il fianco, immobile.

La donna-lupo, invece, sembra non avere intenzione di muoversi, e questo sì che un bene – non sarebbe in grado di andare avanti a combattere, il sangue perso dalle ferite comincia a essere troppo e sta iniziando a sentire la testa pesante, mentre si trascina stancamente fuori dalla sala.

Sente dei passi, proprio verso di lui, e nonostante non ce la faccia più si prepara a difendersi. Deve ancora trovare Ryu e la troia, non può arrendersi adesso…

Qualcosa, o qualcuno gli balza addosso, di nuovo, buttandolo a terra senza dargli il tempo di capire cosa stia succedendo e colpendolo un paio di volte al viso con dei pugni, e quando riesce a liberarsi sente il rumore secco e inconfondibile di un fucile che viene caricato.

-Ma che cazzo?!- sbotta, inviperito, tirando su il busto e puntando il braccio destro alla cieca, spera più o meno nella direzione giusta. Non riesce più a tenere l’occhio destro aperto.

-Katsuki?!- ha già un’esplosione pronta a partire quando riconosce quella voce. –Shiki, fermo! Fermi!-

Ryu emerge dall’angolo buio, affannato e spaventato ma tutto intero, e Katsuki può permettersi di rilassarsi un poco.

-Katsuki… - Ryu gli si avvicina, lentamente, dandogli il tempo di rimettersi in piedi. –Cosa… Cosa ti è successo? Sei ferito! Stai perdendo un sacco di sangue!-

Katsuki gli posa una mano trai capelli per rassicurarlo. –Una bastarda mezza lupo, era veramente intenzionata a non mollare.-

Ten è veramente forte… - il ragazzo con il fucile, che crede si chiami Shiki, annuisce. –Adesso è… -

Katsuki indica alle proprie spalle: sul pavimento si scorge ancora la figura della donna-lupo, immobile in una pozza di sangue. Shiki, Ryu e la ragazza che ha tentato di stenderlo tirano un sospiro di sollievo.

-Cristo, Bakugou!- Mezzo e Mezzo appare alle loro spalle come un’apparizione mistica, trascinandosi dietro qualcosa. E ha un’espressione incazzatissima, uh, cos’ha fatto adesso? -Tra te e Midoriya mi farete venire un infarto!-

-Zio Shouto!- esclama Ryu, illuminandosi correndogli incontro, bloccandosi quando scorge cosa stia trascinando Mezzo e Mezzo. –Oh. Quello è… -

-Già.- Todoroki annuisce, indicando il ragazzo svenuto e immobilizzato che trattiene per la collottola. –Ha provato a usare su di me il suo Quirk. È stato facile sbarazzarsi di lui, una volta capito come funzionava.-

-Ma è un Quirk di controllo mentale!- esclama Ryu, Katsuki solleva un sopracciglio. –Come hai… ?-

-Ryu, non prendertela, ma ho preso a pugni in faccia il vero Midoriya.- ribatte Todoroki. –Figurati se mi faccio degli scrupoli a farlo con uno finto.-

–Tutti quanti nella vita abbiamo almeno una volta preso Deku a pugni in faccia.- Katsuki annuisce, appoggiandosi al muro per non cadere. –È come un rito di passaggio.-

-E tu rimani il campione indiscusso.- borbotta ancora l’altro Eroe. –Anzi, no. Tu. Che diavolo ti è successo?! Jirou ha quasi avuto un attacco di panico quando ti ha sentito urlare!-

Katsuki allarga… il braccio, visto che il sinistro non accenna a muoversi. –Mezzo e Mezzo, giudica da te.-

-…ti hanno ridotto veramente uno schifo, Katsuki.- sussurra Ryu, mentre Shiki e la ragazza dietro di lui annuiscono vigorosamente. –Hai bisogno di un medico.-

-E voi dovete uscire da qui.- sbotta allora Katsuki. –Io devo ancora trovare la Collezionista.-

-Bakugou, non sei nelle condizioni di continuare.- ribatte Todoroki. –La Collezionista è circondata ed è rimasta da sola, sarà costretta ad arrendersi… -

-Non me ne andrò da qui fino a quando non avrò visto quella stronza in una fottutissima cella!- grida, puntando i piedi per terra e fronteggiandolo, ignorando il dolore. –Dovessi morirci, qui dentro, chi cazzo se ne fotte! Saprò che quella puttana sarà a marcire dietro le sbarre e sarò in pace con me stesso per quello che ha fatto a Deku e a Ryu!-

-Non dire scemenze e muoviti!- sbraita ancora Todoroki, facendo un cenno con la testa ai ragazzini. Shiki e la ragazza lo seguono immediatamente, tenendo per mano due bambini, mentre Ryu rimane indietro.

-Vai anche tu.- mormora, troppo stanco per anche provare a essere autoritario.

-No.-

-Ryu, che cazzo… ! non ti ci mettere anche tu!-

-No, Katsuki.- ribatte il ragazzino, testardo come un mulo. –O vieni via anche tu o io resto qui con te. Perché non ho intenzione di lasciarti da solo, ferito e in pericolo, a cercare una pazza che probabilmente ti ucciderà.-

Katsuki sbuffa, esasperato. –Il complesso del martire si trasferisce insieme al Quirk, a quanto pare.-

 

Non era così che sarebbe dovuta andare, non era questo il piano che Katsuki aveva pensato. Ha fatto un errore da principiante, cazzo, si è montato la testa e ha sottovalutato il Villain – e ora sta in piedi per miracolo, dopo essere stato scagliato contro un muro e aver incassato non sa nemmeno lui quanti colpi consecutivi. E la partner del Villain, di cui non sapeva nemmeno l’esistenza, ha un cazzo di Quirk di duplicazione e ha creato almeno una ventina di copie di se stessa.

Cazzo, se non pensa qualcosa alla svelta è fottuto.

-Kacchan, levati di mezzo!- Katsuki ha appena il tempo di buttarsi di lato per non essere investito in pieno dall’onda d’urto generata da quel Manchester Smash1, che comunque lo fa rotolare per terra almeno per qualche decina di metri prima di riuscire fermarsi.

-Deku, che cazzo ci fai qui?!- urla, quando finalmente riesce ad alzarsi da terra.

-Sono i rinforzi, mi sembra ovvio.- ribatte questi, stendendo le poche copie della Villain rimaste in piedi con Delware Smash Air Force2. Peccato che questa le rigeneri all’istante, e quindi sono di nuovo punto e a capo.

Katsuki ne abbatte una decina con un paio di esplosioni, ma le braccia stanno cominciando a cedere. -Levati dal cazzo, nerd, posso cavarmela benissimo da solo!-

-No, Kacchan.- ribatte Deku. –Hai perso i guantoni, sei ferito e circondato e se provi a usare un’altra volta le tue esplosioni rischi di spaccarti i tendini delle braccia. Non me ne vado.-

-Deku, porca troia, ho detto… !-

-Non ti lascio qui!-

 

Alla fine si arrende con uno sbuffo, trascinandosi stancamente fuori dalla villa. Ryu è sempre accanto a lui, a meno di un braccio di distanza, pronto a sorreggerlo quando lo vede barcollare.

La prima ad avvicinarsi, quando raggiungono il cortile esterno della villa, è Mina, che abbraccia Ryu così forte da fargli male quando il ragazzino le corre incontro e scoppia a piangere come una bambina, continuando a ripetere che le dispiace. Le dispiace di non essere stata in grado di proteggerlo come avrebbe voluto e che è felice di vederlo sano e salvo.

-Ma che bel quadretto felice.-

Katsuki sente il sangue, quel poco che ha ancora nelle vene, gelarsi in un battito di ciglia: la Collezionista è proprio alle sue spalle, elegantissima e bellissima in quel vestito acquamarina, e minacciosa con un sorriso malato sul viso pallido dal trucco sbavato e un braccio attorno al collo di un bambino.

-Haruya!- sente Ryu urlare e il bambino agitarsi tra le braccia della donna, che come se nulla fosse gli punta alla tempia una pistola.

Almeno una decina di sicure scattano, tutte insieme, e altrettante armi vengono puntate contro la donna. Katsuki solleva il braccio destro.

-No, no! Fermi tutti, non sparate!- sbraita, frapponendosi tra i militari e la Villain. –Non uccidetela!-

-Ma signore… !-

-Non sparate!-

-Non mi ucciderai.- ride, lei, il rossetto scarlatto sbavato sul lato sinistro del labbro inferiore e i capelli scarmigliati sfuggiti allo chignon sulla nuca. –Voi Eroi avete così tante regole… -

-I bravi Eroi, quelli degni di questo nome, non hanno bisogno di regole.- ribatte Katsuki, facendo qualche passo instabile in avanti. Le ossa e i muscoli urlano per il dolore, ma non si ferma. –Spero non arrivi mai il giorno in cui si capirà perché io me ne sono imposte così tante. Ora, lascia andare il bambino.-

La donna continua a tenere la pistola premuta sulla tempia del ragazzino. –Perché dovrei? Così non ti sentirai in colpa quando quei gentili signori alle tue spalle inizieranno a sparare?-

-Non lo faranno. Nessuno sparerà fino a nuovo ordine.- la assicura. –Davvero, ti conviene arrenderti. Per cosa stai ancora combattendo? Sei rimasta solo tu.-

Il volto della donna si contorce in un’espressione di dolore e rabbia e la pistola si sposta, dalla tempia del ragazzino a Katsuki, dritta verso il petto. Katsuki cerca di non farle notare il sussulto che ha trattenuto a stento, mentre è sicuro di aver sentito Faccia Tonda arrestare sul nascere uno strillo. Così è morto Deku, un solo colpo in pieno petto, semplice e indolore. Non ha nemmeno avuto il tempo di realizzare cosa stava succedendo.

-Voi non potete capire!- sbraita allora lei, stravolta e stanca da tutto quanto. –Voi non capirete mai cosa si prova a essere normali! A essere inutili! Ho passato la mia vita a cercare un modo per essere qualcuno, perché nessuno voleva una Quirkless! Potevo essere la più intelligente, la più bella e la più brava, ma ero nessuno! E tutto per una… per una stramaledetta falange in un mignolo!-

Katsuki la ascolta in silenzio, senza muoversi, mentre la donna continua a urlare al mondo la sua rabbia e il suo odio per qualcosa di cui nessuno ha colpe se non la genetica, la pistola sempre puntata verso di lui.

-Conoscevo un Quirkless.- esordisce, facendo un passo avanti barcollando, poi un altro e un altro ancora. –Un vero coglione, uno di quelli di prima categoria. Anche lui era lo sfigato perché senza un Quirk, e sai cosa ha fatto? Non si è mai arreso, ha passato tutta la vita a lottare per quello in cui credeva, fino a quando non gli è stato donato un potere immenso. Un potere che nemmeno sapeva controllare.-

La Collezionista arretra di qualche passo, insicura sui suoi stessi piedi, continuando a stringere il ragazzino a sé. Katsuki non si fa intimorire.

-Eroi come lui ce ne sono pochi, forse uno su un milione. E lui è… è stato il migliore. E tu lo hai ucciso.- ora la pistola gli sfiora il petto, poco sotto la gola, ma gli occhi rossi di Katsuki sono inchiodati in quelli azzurri della Villain, che lentamente si riempiono di lacrime. –Hai ragione: non ti ucciderò, anche se lo vorrei. Oh, non immagini quanto vorrei farti passare lo stesso dolore che hai fatto patire a lui. Ma non lo farò, non perché ho le mie regole. Non lo farò perché Deku non lo farebbe. Nonostante tutto, quel coglione di Deku ti perdonerebbe.-

Il braccio intorno al bambino ricade immobile lungo il fianco della donna e il piccolo si allontana in fretta, mentre la pistola le scivola dalle mani e cade a terra vicino ai loro piedi. E infine anche lei crolla, cadendo ginocchioni sul terreno, le mani sugli occhi e i collant strappati sulle ginocchia, piangendo come una bambina.

L’attimo dopo è già ammanettata.

-Avrei voluto conoscerlo, Deku.- sussurra, mentre due militari la sollevano da terra. –Doveva essere una persona meravigliosa.-

Katsuki annuisce. -Lo era.-

Prima che la portino via, gli sorride un’ultima volta. –Anche tu, a modo tuo, sei degno di essere un Eroe.-

Come la Collezionista si è allontanata, scortata dalle forze dell’ordine verso una cella di cui spera buttino via la chiave, solo allora, Katsuki si permette di crollare.

Faccia Tonda è la più veloce: si sente trascinare, ma è troppo stanco per davvero capire dove lo stia portando.

-Serve un medico, presto!- urla a qualcuno attraverso un auricolare. –È grave, non so di preciso quanto, ma ha bisogno di cure! Subito!-

-Sto bene, Faccia Tonda… - sussurra, esausto, costringendola a sorreggerlo per non farlo rovinare a terra.

-Non stai bene, Bakugou!- strilla ancora lei, terrorizzata. –Cosa ti è saltato in mente? Il piano non era questo!-

Katsuki sta per chiederle di non urlare, perché gli fa male la testa, quando si sente chiamare e due braccia gli circondano il busto: Ryu gli sta facendo male ma lo lascia fare.

-Stai bene.- mormora, sospirando di sollievo. –Tu stai bene.-

Ryu annuisce, piangendo, mentre continua a stringerlo. –Sto bene, vecchio idiota. Non farlo mai più, siamo morti di paura qui.-

-…a chi hai dato del vecchio, merdina?- Ryu sta bene, è tutto finito, è finita.

Con questo pensiero, Katsuki si lascia andare.

 

 

 

 

 

 

 

1.       Citando la Wiki, il Manchester Smash è quel calcio che Deku usa contro Overhaul, sfruttando il 20% del OFA per polverizzare il terreno sotto i piedi di Chisaki.

2.       Sempre citando la Wiki, il Delaware Smash Air Force è il colpo generato grazie ai guanti creati da Mei, usato con Gentle. Personalmente penso siano uno dei più fighi.

Per scrivere il flashback sono andata a spulciarmi la pagina Wiki del One For All, penso si sia notato lol. È stato parecchio illuminante, sapete?

…questo mi ricorda che dovrò pensare a un nome da Eroe per Ryu che contenga il kanji di “dieci”, visto che devo mantenere la tradizione(???). Si accettano consigli!

 

 

 

 

 

 

D.P.A.: Deliri Pre Assassinio mio? Di Bakugou? Vostro? Boh, idk, nel dubbio il testamento l’ho scritto

Come mai questo capitolo ha visto la luce così presto? La Maki è tornata a scrivere a pieno regime?

Ma assolutamente n o.

In verità ci sono due motivi: il primo è che, visto che il mio capo sarà in ferie da metà febbraio a metà marzo io e la mia collega non avremo modo di prendere giorni di riposo, così per compensare fino a quando lui non parte faremo due giorni di riposo a settimana. Quindi ho più tempo libero circa, più o meno per scrivere. Il secondo è che manca poco all’uscita del DLC di Kingdom Hearts 3, Re:Mind, e so già che quando riuscirò a giocarci perderò completamente il senno e mi dimenticherò di tutto quello che dovrei fare oltre che quel DLC per cui non sono per nulla pronta.

Voi fan di KH che leggete, aiutatemi a superare questo momento.

Detto questo, spero vivamente che questo capitolo sia uscito meglio del… guazzabuglio informe di idee che era nella mia testa.  È stato veramente difficile, mettere insieme tutti i pezzi di quello che avevo pensato e trasformarlo in queste 6300 parole.

E porca balorda è lunghissimo. Mamma mia, mai più capitoli così lunghi, mai più.

Katsuki apprendista di Miruko è il mio guilty pleasure, adorerei quei due insieme. Non so se nel manga succede oppure no, in caso la risposta sia un no Horikoshi prendi nota.

E… non credo ci sia molto altro da aggiungere. Solo, non fatemi troppo male per il cliffhanger e per la lunga attesa per il prossimo capitolo.

…che, ora che ci penso, credo sarà proprio il finale.

Oh.

No, non sono pronta, oddio, no, non ce la faccio.

 

Okay, la smetto di blaterare. Come sempre grazie per essere passati, fatemi sapere cosa ne pensate in un commento e noi ci ribecchiamo… boh, ci ribeccheremo.

Che la Forza sia con me e con tutti voi, ora vado a dormire.

Cia’

Maki

 

 

 

P.S.: Se siete un po’ masochisti e volete farvi del male, per scrivere questo capitolo ho praticamente ascoltato in loop The weight of the world. Non ringraziatemi.

  
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