Hopeless
wanderers
Il Paradosso dell’Onnipotenza
[o di ossa rotte e veri
Eroi]
-Perché
sei così irremovibile sul non lasciare Ryu da solo?- gli chiede Mina, appena Yaoyorozu
se ne va da casa sua. –Cioè, capisco il suo Quirk e
la sua importanza… -
-Lo
voglio sempre accanto a me perché è il posto più sicuro a questo mondo, Mina.- sentenzia, senza neanche guardarla. –E poi, gli ho
promesso che mi sarei preso cura di lui.-
Mina
piega la testa di lato, senza capire. –Promesso a chi?-
Katsuki continua a non guardarla, fissando un punto
imprecisato della parete del soggiorno. -…l’ho deluso troppe volte quando era
vivo, non posso permettermi di continuare anche adesso che Deku
è morto.-
20
giugno [One For All: 5%]
Katsuki
sfreccia in sella alla sua moto a una velocità folle – sente il motore rombare
e surriscaldarsi più del dovuto, la lancetta del contagiri schizzare sempre più
verso destra, mentre continua ad accelerare e a zigzagare tra macchine e pedoni
senza nemmeno prestare attenzione ai semafori - fino a raggiungere la UA,
saltare sul marciapiede e arrestare la sua corsa in mezzo al cortile
dell’istituto, lasciando sull’asfalto la scia nera di una frenata e nell’aria
l’odore di gomma bruciata. Sero e Kaminari
scattano in piedi appena scende dalla moto e a passo di carica si avvicina a
loro, mentre Iida inizia a sbraitargli in un
orecchio.
-Bakugou!
Questo non è il comportamento di un Eroe! Entrare così all’interno della UA… !- viene zittito da Naeko, che
corre verso di loro e si getta tra le braccia di Katsuki,
quasi buttandolo a terra, piangendo e singhiozzando senza freni.
-È solo colpa mia!-
continua a ripetere la ragazzina, disperata, i capelli scompigliati e il viso
pallido rigato dalle lacrime affondato nel giubbotto di Katsuki.
–È soltanto colpa mia!-
–Non è colpa tua, okay?- Katsuki le posa le mani
sulle spalle. –Non è colpa di nessuno… -
-Sì invece!-
strilla, sollevando di scatto la testa e puntando i suoi occhi grigi in quelli
rossi di Katsuki. –Se fossi stata più attenta, se me
ne fossi accorta prima… Ora Ryu non…
!-
-Non potevi saperlo, Naeko.-
si impone di stare calmo, sperando in questo modo di calmare anche l’amica di Ryu. In qualche modo sembra riuscirci. –Non prevedi il futuro.-
-Ma ho sentito il pericolo.- singhiozza la ragazzina, ora più calma. –Ho percepito un pericolo imminente.-
–E hai cercato di aiutarlo.- Katsuki piega sulle
ginocchia, di fronte a lei. –Eravate due ragazzini contro degli adulti, hai
fatto quello che hai potuto.-
Naeko
piega il capo in avanti, nascondendo gli occhi dietro una cascata di capelli
rossi. -…avrei voluto fare di più.-
-…anche io.-
la ragazzina solleva lentamente la testa, confusa. Katsuki
non distoglie lo sguardo. –Anche io avrei voluto fare di più.-
Con gli occhioni grigi ancora colmi
di lacrime e i singhiozzi a romperle il respiro, Naeko
si sbilancia in avanti e lo abbraccia.
-Perché deve sempre finire così?!- Katsuki sfoga la sua rabbia sul proprio casco, che viene
scagliato senza alcun controllo contro il muro del suo soggiorno. -Perché per
una volta, per una sola cazzo di volta,
non può andare tutto per il verso giusto?!-
-Non è colpa tua, Bakugou.-
Kaminari raccoglie il casco ammaccato e lo appoggia
sul tavolino. -Hai fatto del tuo meglio… -
-Ed è proprio questo il punto!- sbotta. -Ho fatto del mio meglio per proteggerlo e
l’hanno preso comunque! È stato tutto inutile!-
-Lo sai che non è vero… - mormora Sero.
-Sì invece! Smettila, cazzo, smettetela di cercare di farmi
cambiare idea!- sta tremando, per la rabbia e la frustrazione,
e i palmi fumano e scoppiettano incontrollati. -Deku
si era sbagliato! Su tutto! Non sono l’Eroe che credeva che fossi! Non sono
neanche un Eroe!-
Questo Sero
non può sentirlo: gli si para davanti e gli punta l’indice contro, come a
sfidarlo. -Okay, adesso basta. Bakugou, guardami
negli occhi e prova a ripetere quello che hai appena detto. E intanto che
formuli un’arringa abbastanza convincente per motivare questa tua affermazione,
lasciami ricordarti un paio di cose.-
Katsuki
sbuffa, improvvisamente tutta la sua rabbia sembra sparire, lasciando il posto
a un’infinita stanchezza. -Sero, per favore, risparmiamelo.-
-No, adesso mi ascolti.-
ribatte Hanta, la postura rigida di una statua. -Te
lo ricordi, vero Bakugou, quel Villain
che aveva preso in ostaggio i clienti del centro commerciale? Perché io me lo
ricordo benissimo. Non sapevamo cosa fare, né noi che avevamo appena avuto le
nostre licenze né gli Eroi con più esperienza, perché quel pazzo minacciava di
ammazzare tutti gli ostaggi se avessimo anche solo mosso un dito. Tu eri là
dentro, te lo ricordi, vero? Eri tra gli ostaggi.-
-Era il mio giorno libero dopo tre fottutissimi
mesi.- borbotta.
Kaminari
annuice. –Me lo ricordo anche io. Avevi lasciato il
tuo cellulare alla ragazza che era seduta vicino a te e hai mandato la tua
posizione a Sero.-
Il
trillo di un messaggio in arrivo interrompe il battibecco tra Ryukyu e Miruko, la prima che cercava di convincere la seconda ad
aspettare nuove istruzioni prima di saltare dentro la struttura e prendere a
calci chiunque le si parasse davanti.
Hanta sblocca il proprio cellulare e apre la notifica. -È
un messaggio di Bakugou, mi ha inviato la sua posizione.-
Miruko solleva un sopracciglio, confusa. –E quindi?-
-È
dentro il centro commerciale.- risponde, anche lui
confuso.
Ryukyu
si incupisce. –Questo non ci aiuta. Un Eroe tra gli ostaggi rende tutto più diffi… -
Il
trillo di un altro messaggio in arrivo la interrompe: è una brevissima nota
vocale, di appena un minuto, in cui si sente chiaramente il Villain
parlare di una vendetta che vuole assolutamente portare a termine e che loro –
gli ostaggi, suppone Hanta – sono lo strumento ideale
per farlo. Poi sente la voce di Bakugou, il suo
solito tono strafottente e irragionevolmente alto, chiedergli con quale
criterio aveva deciso che proprio loro sarebbero stati i mezzi ideali per la
sua vendetta.
-…okay,
è ufficiale.- esclama Denki.
–Bakugou è impazzito.-
-No,
non è impazzito.- Midoriya
scuote la testa. –Sta cercando di farci guadagnare tempo.-
-Tutti eravamo così presi da
trovare una soluzione veloce che non abbiamo pensato al modo più semplice per
fermarlo: convincerlo a parlare.- Sero
sospira, passandosi una mano trai capelli. -Prova a immaginare se non fosse
andata così. Cosa sarebbe successo se tu non avessi fatto quello che avremmo
dovuto fare tutti?-
Katsuki
non sa come rispondere: boccheggia, la voce andata a farsi fottere, mentre
nella sua testa riesce solo a ripetersi che in fondo Sero
ha ragione. Ma è dura ammetterlo, ed è dura accettare di aver fallito.
Sero
e Kaminari tirano un sospiro di sollievo, quando
finalmente Katsuki sembra calmarsi.
-Lo troveremo, Bakugou.- sentenzia Kaminari, dandogli una pacca sulla spalla. –Lo troveremo, a
costo di setacciare il Paese palmo a palmo. Stanne certo.-
30
giugno [dieci giorni dal rapimento]
Katsuki
non chiude occhio da quando Ryu è scomparso,
continuando a lavorare senza sosta per trovare anche solo una piccolissima
traccia per rintracciare Ryu. Instancabile, continua
a cercare informazioni sui movimenti della Collezionista, cercando di
rintracciare anche i compratori di opere d’arte del mercato nero – di tornare a
casa non se ne parla, non riuscirebbe a sopportare la vista di Mina nello stato
catatonico in cui è caduta quando ha saputo che avevano rapito Ryu, e così alla fine ha preferito tornare dai suoi. Suo
padre ha quasi creduto di avere davanti un fantasma, non suo figlio, quando se
l’è visto davanti pallido come un cadavere e stanco all’inverosimile.
E non è riuscito a trovare un
singolo indizio, nemmeno un’idea di dove possa essersi cacciata quella troia e
che cosa voglia farne di Ryu.
E tutto questo lo sta logorando,
mangiandoselo dall’interno come un cancro, mentre sente salire e ribollire la
rabbia e la frustrazione. Si sente pronto a esplodere, lòetteralmente.
-Bakugou
ti ho portato qualcosa da mangia… Dio mio, ma è appena finita una guerra, qui
dentro?!- strilla Kirishima, bloccandosi sulla soglia
e osservando il caos e le varie pile di cartelline e faldoni e scartoffie
abbandonati in giro per la stanza.
Katsuki
solleva appena gli occhi verso di lui, i pugni stretti che iniziano a fumare.
-Non è il momento.-
Kaminari,
apparso alle spalle del rosso, mormora titubante: –Bakugou, sei
veramente sicuro di stare bene?-
-Sto benissimo, Kaminari.- sbotta. –Hanno
rapito Ryu da dieci giorni e non ho idea di dove
possano averlo portato e non so che cosa possano fargli, se lo terranno in vita
o se lo hanno già ucciso e si sono sbarazzati del suo cadavere, Mina è
diventata un vegetale da quando lo hanno portato via e io non chiudo occhio da più
di una settimana e sto tirando avanti a caffè e barrette energetiche. Sto alla
grande, visto?-
Kirishima
occhieggia verso il Parafulmini. -…era una domanda stupida, Kaminari.-
-Molto stupida.-
ammette il biondo, incassando la testa nelle spalle.
Dei passi veloci alle loro spalle e
un molto gentile “Levatevi dai coglioni”
annuncia l’arrivo di sua madre, che li sbatte fuori dalla stanza e si chiude
dentro con lui.
-Cazzo vuoi?-
è veramente troppo stanco e troppo nervoso per affrontare sua madre, in questo
momento. Si sente come la pentola a pressione che suo padre le ha regalato e
che lei aveva distrutto, dimenticandola accesa sul fornello la sera di
Capodanno quasi vent’anni prima.
-Senti, coglione, prima di tutto ti
dai una calmata.- esordisce lei, inviperita. –Il fatto
che Ryu sia stato rapito non ti dà il diritto di
sbottare contro chiunque.-
E, proprio come la pentola a
pressione dimenticata accesa sul fuoco, Katsuki
esplode: è di un violenza inaudita, lo scatto d’ira con cui scaglia a terra
quella tazza di caffè e inizia a inveire contro sua madre, contro la
Collezionista, contro i suoi collaboratori, contro il mondo intero, contro se
stesso, fino a quando è troppo stanco anche per stare in piedi e si accascia a
terra a ginocchioni, respirando in affanno e con gli occhi lucidi.
Curioso, non aveva pianto al
funerale di Deku, e ora sta piangendo per Ryu.
-…non credevi di affezionarti così
tanto a quel ragazzino, vero?- sussurra la vecchia
strega, Katsuki sente gli occhi riempirsi ancora di
più di lacrime. No, non credeva di affezionarsi così tanto a Ryu da considerarlo un fratello minore, parte di una
famiglia che non ha.
-È tutto quello che… - balbetta, chinando
la testa e stringendo i pugni. –È tutto quello che ci resta di Deku.-
Sua madre gli è accanto l’attimo
esattamente successivo: gli solleva il viso, quasi con violenza, fissandolo
dritto negli occhi. –E allora riportalo a casa.-
Katsuki
sgrana gli occhi, confuso e senza parole, giusto per un momento: scatta in
piedi, scuote la testa e inizia a camminare per la stanza.
-Ma che cazzo sto facendo?- blatera. –Piangermi addosso? Io? Adesso? Ma
scherziamo? Ryu ha bisogno di aiuto e dobbiamo
muovere il culo!-
–Questo è mio figlio.-
Mitsuki ghigna, puntandogli l’indice contro. -Ora ti
riconosco, stronzetto.-
Katsuki
si ferma giusto un istante a guardarla, quello che resta della tazza di caffè
tra le mani. -…ti vendo un sacco di bottiglie, mamma.-
-E io ti varo un sacco di barche, Katsuki. Ora datti da fare.-
-Signor sì, signora.-
5
luglio [quindici giorni dal rapimento]
A distrarlo dalle sue ricerche è
una telefonata di Tsukauchi, coincisa e sintetica,
che lo fa scattare in piedi come una molla.
-Abbiamo un sospettato.-
sentenzia. –Corrisponde a uno degli identikit che ci ha fornito il nostro
informatore. Lo stanno portando qui.-
L’anticamera della sala degli
interrogatori è in fondo a un lungo corridoio che Katsuki
percorre a passo di carica, il rumore secco delle suole dei suoi scarponi che
rimbomba lungo le pareti spoglie come il ritmo di un tamburo da guerra. Nella
piccola stanzetta isolata ci sono soltanto due agenti, che appena lo vedono
scattano sull’attenti, mentre insieme al sospettato ci sono Tsukauchi
e Todoroki – e a quanto pare non stanno cavando un
solo ragno dal buco, vista l’espressione contrita di Mezzo e Mezzo che si sta
sforzando di restare calmo per non spaccare la faccia allo stronzo di fronte a
lui e quella esausta del detective.
Katsuki
non dice una sola parola, ma uno dei due agenti ha già capito: gli fa cenno di
seguirlo e insieme escono dall’anticamera per raggiungere la stanza adiacente.
L’agente apre la porta e si sporge all’interno, mormorando qualcosa che Katsuki non capisce.
Sente soltanto il sospettato ridere
di gusto. –Cos’è? Giochiamo a Poliziotto
buono e Poliziotto cattivo?-
Sta ancora ridendo quando Katsuki entra nella stanza.
-Sarebbe più preciso dire… -
afferra una sedia e la trascina proprio di fronte al sospettato, che intanto ha
smesso di ridere ed è diventato dello stesso colore di un lenzuolo. –Poliziotto buono ed Eroe molto incazzato,
che preferiresti non far incazzare più di quanto già non lo sia.-
L’uomo, se possibile, sbianca
ancora di più e inizia a tremare quando Katsuki ferma
la corsa della sedia a qualche manciata di centimetri dall’altra e vi si siede
a cavalcioni.
-Allora, ratto di fogna.- sta ghignando, i palmi appoggiati allo schienale
della sedia che scoppiettano minacciosi. –Inizi a squittire o ti devo
costringere? Sai, ho una certa fretta.-
Tsukauchi
Naomasa continua a ripetere, ormai da anni, che lo
pagano davvero troppo poco per tutto quello che fa: prima All
Might e All For One, poi Midoriya e ora il successore
di Midoriya.
Ha davvero bisogno di un aumento. O
una vacanza. O magari entrambi.
-Crede sia stata una buona idea
lasciare Ground Zero da solo con il sospettato, signore?-
sussurra uno degli agenti, fuori dalla stanza degli interrogatori. Tsukauchi non ha neanche la forza di ribattere e si limita
a sospirare: se riesce a fargli dire qualcosa, sarà meglio per tutti.
-Bakugou
sa essere molto convincente, quando vuole.- mormora Todoroki, picchiettando un dito sull’avambraccio e
aspettando. La camera degli interrogatori è isolata, quindi ovviamente non
sentono un singolo rumore provenire dall’interno, e dopo quasi venti minuti
temono che Bakugou abbia eliminato il sospettato e
stia cercando di eliminare anche le tracce del reato.
-…no, vi prego, non voglio essere
complice in un occultamento di cadavere.- balbetta Tsukauchi, impallidendo, quando la porta si spalanca e Bakugou esce da lì come se avesse il Diavolo e tutto
l’Inferno alle calcagna, sibilando improperi e maledizioni contro la
Collezionista.
-Scoprirà di essersi condannata a
morte nello stesso momento in cui si è messa contro di me.-
ringhia, ormai quasi fuori dal commissariato. -E che il mondo è più piccolo di
un fottutissimo paesino di campagna quando sono incazzato con qualcuno.-
Todoroki
e Tsukauchi si scambiano uno sguardo prima di
seguirlo. –Dove si va?-
Katsuki
nemmeno arresta la sua marcia, continuando ad allontanarsi di gran carriera. –Dove
vado, vorrai dire.-
-Stai scherzando, spero.- ribatte Todoroki, secco.
–Non penserai che ti lasceremo andare da solo, finirai per farti ammazzare.-
-Mezzo e Mezzo, Ryu
è stato affidato a me, questo è un mio problema.-
-Correzione: è diventato anche un mio problema quando Midoriya
mi ha chiesto di aiutarti.- ora anche Todoroki si sta incazzando, e non accetterà un no come
risposta. –Quindi, che ti stia bene o no, tu non vai da solo a cercare Ryu.-
Rimangono istanti che sembrano
infiniti a fissarsi negli occhi come due cani pronti a sbranarsi, prima che Todoroki aggiunga: -Dove, Bakugou?-
-Francia.-
sibila, arrendendosi. –Foresta Nera. C’è una villa dell’Ottocento, la sua base
è lì.-
Tsukauchi,
alle loro spalle, si limita ad annuire. –Credo avremmo bisogno di aiuto.-
7
luglio [diciassette giorni dal rapimento]
Alla fine, l’aiuto si concretizza
in una vera e propria task force capeggiata da Todoroki
stesso che comprende Uraraka, Sero,
Kirishima, Jirou e Kaminari per la gioia di Katsuki,
che avrebbe preferito di gran lunga andare da solo - ma Mezzo e Mezzo ha
ragione, se fosse andato da solo probabilmente avrebbe fatto il coglione e si
sarebbe fatto ammazzare. E non può lasciare Ryu da
solo.
Non di nuovo.
-Vengo anch’io.-
per la prima volta da quando Ryu è stato portato via,
Mina esce dalla sua stanza, già pronta e con un borsone sulla spalla. –State
per partire, no? Vengo anch’io.-
Katsuki
la scruta, studiando la sue espressione. –Sei sicura?-
-Voglio vedere in faccia la stronza
che mi ha portato via Ryu.- gli occhi scuri di Mina sono ancora gonfi di lacrime, ma Katsuki crede di non averla mai vista così combattiva.
Non può che annuire, chiudendo il
suo borsone e facendole un cenno con la testa. –E allora andiamo.-
8
luglio [diciotto giorni dal rapimento]
Raggiungere la Foresta Nera senza
farsi notare non si rivela difficile come Katsuki
aveva pensato, ma piuttosto una passeggiata turistica nella natura. I militari
che li aiuteranno sono già posizionati e la villa è tenuta sotto controllo
ventiquattro ore al giorno, ma nessuno di loro ha osato avvicinarsi più di
settecento metri – troppo rischioso, hanno riferito quando Katsuki
ha chiesto perché. Soltanto la mano di Sero premuta
con forza sulla sua spalla e l’occhiataccia di Todoroki
gli hanno impedito di spaccare la faccia a quel soldato.
Ad accoglierli al campo è un uomo
bassino e tarchiato, dalle numerose medaglie Katsuki
sospetta qualcuno in alto nella catena alimentare dell’esercito francese, che
si prodiga subito nei saluti. –Benvenuti, signori… -
-Qui è il capo, qui?-
domanda invece Katsuki, continuando a camminare
pestando i piedi per terra.
-Io, signore.-
risponde il graduato, scattando sull’attenti. –Tenente Augu…
-
-Benissimo, ora so chi ignorare.- lo interrompe, lasciandolo senza parole. –Tu,
portami una mappa della struttura.-
Il soldato semplice scatta
sull’attenti e scappa via, tornando pochi istanti dopo con un abbozzo di
planimetria.
Il tenente, intanto, si riprende
dalla risposta appena ricevuta. –Ma… Ma come si permette… !-
-Non intendo ascoltare una singola
parola di qualcuno che si nasconde dietro i suoi gradi militari, che in quasi
una settimana non ha osato avvicinarsi all’obbiettivo e che non ha nemmeno
un’idea di piano d’azione.-
-Siamo stati chiamati per
un’operazione di salvataggio, non posso mettere a repentaglio la vita dei miei uomini!-
-Infatti non la metterete.-
ribatte. –Resterete qui, ad aspettare, mentre noi entreremo nella villa… da qui.-
Indica un punto sulla planimetria,
al primo piano, indicata dalla dicitura come “dispensa”.
-Perché dalla dispensa?-
domanda il Parafulmini, confuso. –Spuntino prima di attaccare?-
Todoroki
si batte una mano sulla fronte con così tanta forza che Katsuki
sospetta gli rimarrà il segno, mentre Jirou gli tira
uno scappellotto in testa e Kirishima sospira
sconsolato. Lui si limita a fulminarlo.
-Ma solo io stavo attento durante
le lezioni di Aizawa sullo stealth,
al terzo anno?- grugnisce.
-Cucine, dispense e obitori.- interviene Sero. –Gli
unici posti mai sorvegliati perché non c’è nulla da sorvegliare.-
-Niente può uscire sulle proprie
gambe, da lì.- conclude Mina.
-Grazie, ragazzi, almeno ci siete
voi a ricordarmi del perché continuo ad avere a che fare le persone.-
sospira. –Stavo dicendo. No, razza di rincoglionito, niente spuntino, quella
dispensa sarà la nostra entrata in scena.-
10
luglio [venti giorni dal rapimento]
Loro sono gli ultimi due a entrare
nella villa, sempre usando la piccola finestrella della dispensa. Jirou si accovaccia a terra e i suoi spinotti bucano
l’intonaco del muro, mentre Katsuki controlla
un’ultima volta le cariche e le munizioni che ha con sé.
-Bakugou, li ho trovati.- Katsuki si volta appena
verso di lei. –Secondo piano, ala ovest della villa. Approssimativamente mille
persone tra adulti e bambini, credo ci sia anche la Collezionista.-
-Perfetto, grazie Jirou.-
annuisce. –Resta sempre allerta e avvisami per qualsiasi cambiamento. Voi a che
punto siete?-
-Ho
trovato i condotti dell’acqua.-
sentenzia Mezzo e Mezzo. –Ho già iniziato
a congelarli.-
-Forse
fai prima a farli esplodere, Todoroki.- suppone Sero,
ricevendo un “Hum”
come risposta. –Comunque, io e Kirishima siamo davanti al cancello principale in attesa.-
-Ho
eliminato gli uomini a guardia delle entrate secondarie, sono entrata dal
terrazzo al quarto piano e sto iniziando a scendere.-
risponde coincisa Faccia Tonda.
-Io
ho trovato i condotti del gas.-
mormora invece Mina. –Non dovrei
impiegare molto a metterli fuori gioco.-
-ChargeBolt è in posizione davanti al quadro elettrico
pronto a colpire.- Katsuki sente il sospiro rassegnato di Jirou
e può solo provare ancora più stima per lei. –La prossima fase?-
Katsuki
ci pensa un attimo, prima di sentenziare: -Sero e Kirishima, voi pensate a chiunque tenti di uscire da lì. Uraraka, tu occupati dei ragazzi e portali al sicuro, Jirou vi darà una mano. Voialtri distruggete tutto, fate
più casino che potete, poi cercate di disperdere gli ospiti della Collezionista.-
-E
lei?- mormora Kirishima. –Cosa
facciamo con la Collezionista?-
-La puttana lasciatela a me.- ringhia. -Uscite da qui il prima che potete, quando
avete finito.-
-Che vuoi fare?-
gli domanda preoccupata Jirou, scrutandolo con gli
occhi sgranati.
-Bakugou.-
il tono di Mezzo e Mezzo è più freddo del suo ghiaccio. –Non provare a trasformare questa cosa in una missione suicida.-
-Tranquillo, Mezzo e Mezzo, non vi
libererete di me tanto velocemente.-
-…lo diceva anche Midoriya e guarda in che situazione siamo.-
sussurra ancora Jirou, ma ogni altra risposta viene
soffocata sul nascere dalla prima esplosione. Ora è il momento di agire.
Katsuki
fa un passo avanti, fuori dalla dispensa.
Aveva memorizzato la planimetria
della villa proprio per trovare la via più sicura per raggiungere qualsiasi
nascondiglio quella bastarda avrebbe potuto scegliere, quindi alla fine si
rivela abbastanza facile districarsi trai mille corridoi tutti uguali della
villa senza incappare in troppi problemi.
Almeno finché Katsuki
non si vede piombare addosso qualcosa – no, qualcuno,
un lampo bianco che con un ringhio da battaglia affonda quelli che sembrano artigli nella sua coscia e nel suo
fianco, fottutamente vicino alla femorale, e lo scaglia con violenza contro la
parete con una ginocchiata ben assestata allo stomaco.
Il colpo alla schiena è così forte da
fargli mancare il fiato e lasciarlo stordito per una manciata di secondi che si
rivelerebbe fatale, se non si fosse accucciato a terra: questa volta, gli
artigli puntavano alla gola. Riesce ad allontanare il suo aggressore con un
destro ben assestato, quel tanto che basta per ricomporsi e osservare il suo
avversario: è una donna, che lo sta osservando come un cane rabbioso, le labbra
sollevate a mostrare i denti di un lupo e la mano destra insanguinata.
-La Collezionista aveva ragione.- ghigna lei, osservandolo. –Bastava soltanto
aspettare e sareste venuti a prenderlo.-
Katsuki
non capisce. –Ma che cazzo stai dicen… -
Lei lo carica ancora ed è
velocissima, puntando di nuovo alla sua gola: riesce a evitarla ancora
spostandosi di lato e scagliandole contro un’esplosione, ma gli artigli lo feriscono
al viso e le grida che rimbombano lungo le pareti, sia il suo che quello della
donna, sono veramente strazianti. La sua maschera cade a terra, tranciata di
netto, e l’occhio destro inizia a pulsare sotto il palmo che si riempie di
sangue e fa troppo male anche solo pensare di aprirlo – anche lei si porta una
mano alla spalla, gemendo di dolore, l’ustione che si estende lungo il collo e giù
fino al gomito e sul busto.
Katsuki
comincia a sentire la testa farsi pesante, la stoffa dei pantaloni riempirsi di
sangue e appiccicarsi alla pelle e quello che gli cola dall’occhio scivolare
lungo il collo come una cascata. Deve pensare a qualcosa, o finisce che ci
lascia davvero le penne – perché la donna-lupo si è rialzata e lo sta
caricando, instancabile, cercando di colpirlo con l’intenzione di ucciderlo, e
in meno di una manciata di secondi Katsuki si ritrova
con le spalle al muro, in un angolo, e prossimo a soccombere.
E ha paura. Una paura fottuta.
-Ti
arrendi di già, Kacchan? Ti credevo più forte di così.-
…non se l’è sognato, vero? Quella era
la voce di Deku, vero?
-Facciamo
una simulazione, apprendista.- sentenzia Miruko, cogliendolo alla sprovvista.
Katsuki non capisce. –Simulazione? Di cosa?-
-Di
una situazione in cui ti potresti trovare, soprattutto se hai a che fare con Villains senza Quirk.- spiega lei, puntandogli contro una lucina laser rossa.
-Ti hanno appena sparato. Ora cosa fai?-
Katsuki osserva la lucina, puntata sul suo stomaco. –Cerco di
superare lo shock?-
-Bravo.
Hai un buco nello stomaco, cosa ti ucciderà?-
-Emorragia.- ribatte, ovvio.
-Risposta
esatta, ma non completa.- Miruko
incrocia le braccia al petto. –Emorragia interna. C’è un foro d’uscita? Sì? No?
Facciamo di no, cosa fai?-
Katsuki ci pensa un attimo. –Se non c’è, cado sulla schiena. Questo
rallenterà la fuoriuscita di sangue.-
L’Eroina
annuisce ancora. –Poi?-
-Non
devo farmi prendere dal panico… E devo restare cosciente. Concentrarmi sul
dolore potrebbe aiutare, una volta superato lo shock.-
-Esatto.- scioglie l’incrocio delle braccia, sollevando il
dito indice della mano destra. –Prima regola del morire: convinciti che non
vuoi morire. Seconda regola: rallenta e pensa.-
-Rallentare
e pensare.- ripete, confuso. –A cosa?-
-Alla
regola numero tre, apprendista: un modo per levare le tende e salvare la pelle,
cercando di limitare al minimo i danni ma allo stesso tempo stendere il tuo
avversario. Perché se avrai un buco nello stomaco o qualsiasi altra ferita di
quel genere, sarà davvero difficile che tu sia in grado di combattere ancora
per molto.-
-Forza,
Kacchan, so che puoi farcela. Tu ce la fai sempre.-
-Ed è ancora troppo presto per
tirare le cuoia.- sussurra, ghignando, prima di
scattare in piedi. Ogni muscolo del suo corpo implora pietà, ma Katsuki ignora il dolore e si scaglia come una furia contro
la donna, che nel frattempo sta balzando contro di lui.
È un attimo. Mentre i denti di lei
affondano nel suo bicipite sinistro, l’esplosione la colpisce in pieno viso,
scagliandola a metri di distanza e contro la parete opposta – Katsuki non riesce a trattenere un urlo, quando per la
potenza dell’impatto e lo strattone i denti strappano la pelle e lacerano il muscolo
e forse gli rompono qualche osso, perché Katsuki è
costretto a lasciar cadere il braccio lungo il fianco, immobile.
La donna-lupo, invece, sembra non
avere intenzione di muoversi, e questo sì che un bene – non sarebbe in grado di
andare avanti a combattere, il sangue perso dalle ferite comincia a essere
troppo e sta iniziando a sentire la testa pesante, mentre si trascina
stancamente fuori dalla sala.
Sente dei passi, proprio verso di
lui, e nonostante non ce la faccia più si prepara a difendersi. Deve ancora
trovare Ryu e la troia, non può arrendersi adesso…
Qualcosa, o qualcuno gli balza
addosso, di nuovo, buttandolo a terra senza dargli il tempo di capire cosa stia
succedendo e colpendolo un paio di volte al viso con dei pugni, e quando riesce
a liberarsi sente il rumore secco e inconfondibile di un fucile che viene
caricato.
-Ma che cazzo?!- sbotta,
inviperito, tirando su il busto e puntando il braccio destro alla cieca, spera
più o meno nella direzione giusta. Non riesce più a tenere l’occhio destro
aperto.
-Katsuki?!-
ha già un’esplosione pronta a partire quando riconosce quella voce. –Shiki, fermo! Fermi!-
Ryu
emerge dall’angolo buio, affannato e spaventato ma tutto intero, e Katsuki può permettersi di rilassarsi un poco.
-Katsuki…
- Ryu gli si avvicina, lentamente, dandogli il tempo
di rimettersi in piedi. –Cosa… Cosa ti è successo? Sei ferito! Stai perdendo un
sacco di sangue!-
Katsuki
gli posa una mano trai capelli per rassicurarlo. –Una bastarda mezza lupo, era
veramente intenzionata a non mollare.-
–Ten è
veramente forte… - il ragazzo con il fucile, che crede si chiami Shiki, annuisce. –Adesso è… -
Katsuki
indica alle proprie spalle: sul pavimento si scorge ancora la figura della
donna-lupo, immobile in una pozza di sangue. Shiki, Ryu e la ragazza che ha tentato di stenderlo tirano un
sospiro di sollievo.
-Cristo, Bakugou!- Mezzo e Mezzo
appare alle loro spalle come un’apparizione mistica, trascinandosi dietro
qualcosa. E ha un’espressione incazzatissima, uh, cos’ha fatto adesso? -Tra te
e Midoriya mi farete venire un infarto!-
-Zio Shouto!- esclama Ryu, illuminandosi correndogli incontro, bloccandosi quando
scorge cosa stia trascinando Mezzo e Mezzo. –Oh. Quello è… -
-Già.- Todoroki annuisce, indicando il ragazzo svenuto e
immobilizzato che trattiene per la collottola. –Ha provato a usare su di me il
suo Quirk. È stato facile sbarazzarsi di lui, una
volta capito come funzionava.-
-Ma è un Quirk
di controllo mentale!- esclama Ryu,
Katsuki solleva un sopracciglio. –Come hai… ?-
-Ryu, non
prendertela, ma ho preso a pugni in faccia il vero Midoriya.- ribatte Todoroki. –Figurati se mi faccio degli scrupoli a farlo con
uno finto.-
–Tutti quanti nella vita abbiamo almeno
una volta preso Deku a pugni in faccia.-
Katsuki annuisce, appoggiandosi al muro per non
cadere. –È come un rito di passaggio.-
-E tu rimani il campione indiscusso.- borbotta ancora l’altro Eroe. –Anzi, no. Tu. Che diavolo ti è successo?! Jirou ha quasi avuto un attacco di panico quando ti ha
sentito urlare!-
Katsuki
allarga… il braccio, visto che il sinistro non accenna a muoversi. –Mezzo e
Mezzo, giudica da te.-
-…ti hanno ridotto veramente uno
schifo, Katsuki.- sussurra Ryu, mentre Shiki e la ragazza dietro di lui annuiscono vigorosamente. –Hai
bisogno di un medico.-
-E voi dovete uscire da qui.- sbotta allora Katsuki. –Io devo
ancora trovare la Collezionista.-
-Bakugou,
non sei nelle condizioni di continuare.- ribatte Todoroki. –La Collezionista è circondata ed è rimasta da
sola, sarà costretta ad arrendersi… -
-Non me ne andrò da qui fino a
quando non avrò visto quella stronza in una fottutissima cella!-
grida, puntando i piedi per terra e fronteggiandolo, ignorando il dolore. –Dovessi
morirci, qui dentro, chi cazzo se ne fotte! Saprò che quella puttana sarà a
marcire dietro le sbarre e sarò in pace con me stesso per quello che ha fatto a
Deku e a Ryu!-
-Non dire scemenze e muoviti!- sbraita ancora Todoroki,
facendo un cenno con la testa ai ragazzini. Shiki e
la ragazza lo seguono immediatamente, tenendo per mano due bambini, mentre Ryu rimane indietro.
-Vai anche tu.-
mormora, troppo stanco per anche provare a essere autoritario.
-No.-
-Ryu, che
cazzo… ! non ti ci mettere anche tu!-
-No, Katsuki.- ribatte il
ragazzino, testardo come un mulo. –O vieni via anche tu o io resto qui con te. Perché
non ho intenzione di lasciarti da solo, ferito e in pericolo, a cercare una
pazza che probabilmente ti ucciderà.-
Katsuki
sbuffa, esasperato. –Il complesso del martire si trasferisce insieme al Quirk, a quanto pare.-
Non
era così che sarebbe dovuta andare, non era questo il piano che Katsuki aveva pensato. Ha fatto un errore da principiante,
cazzo, si è montato la testa e ha sottovalutato il Villain
– e ora sta in piedi per miracolo, dopo essere stato scagliato contro un muro e
aver incassato non sa nemmeno lui quanti colpi consecutivi. E la partner del Villain, di cui non sapeva nemmeno l’esistenza, ha un cazzo
di Quirk di duplicazione e ha creato almeno una
ventina di copie di se stessa.
Cazzo,
se non pensa qualcosa alla svelta è fottuto.
-Kacchan, levati di mezzo!- Katsuki ha appena il tempo di buttarsi di lato per non
essere investito in pieno dall’onda d’urto generata da quel Manchester Smash1,
che comunque lo fa rotolare per terra almeno per qualche decina di metri prima
di riuscire fermarsi.
-Deku, che cazzo ci fai qui?!- urla, quando finalmente
riesce ad alzarsi da terra.
-Sono
i rinforzi, mi sembra ovvio.- ribatte questi,
stendendo le poche copie della Villain rimaste in
piedi con Delware Smash Air Force2.
Peccato che questa le rigeneri all’istante, e quindi sono di nuovo punto e a
capo.
Katsuki ne abbatte una decina con un paio di esplosioni, ma
le braccia stanno cominciando a cedere. -Levati dal cazzo, nerd, posso
cavarmela benissimo da solo!-
-No,
Kacchan.-
ribatte Deku. –Hai perso i guantoni, sei ferito e
circondato e se provi a usare un’altra volta le tue esplosioni rischi di spaccarti
i tendini delle braccia. Non me ne vado.-
-Deku, porca troia, ho detto… !-
-Non
ti lascio qui!-
Alla fine si arrende con uno
sbuffo, trascinandosi stancamente fuori dalla villa. Ryu
è sempre accanto a lui, a meno di un braccio di distanza, pronto a sorreggerlo
quando lo vede barcollare.
La prima ad avvicinarsi, quando
raggiungono il cortile esterno della villa, è Mina, che abbraccia Ryu così forte da fargli male quando il ragazzino le corre
incontro e scoppia a piangere come una bambina, continuando a ripetere che le
dispiace. Le dispiace di non essere stata in grado di proteggerlo come avrebbe
voluto e che è felice di vederlo sano e salvo.
-Ma che bel quadretto felice.-
Katsuki
sente il sangue, quel poco che ha ancora nelle vene, gelarsi in un battito di
ciglia: la Collezionista è proprio alle sue spalle, elegantissima e bellissima
in quel vestito acquamarina, e minacciosa con un sorriso malato sul viso
pallido dal trucco sbavato e un braccio attorno al collo di un bambino.
-Haruya!- sente Ryu urlare e il bambino agitarsi tra le braccia della
donna, che come se nulla fosse gli punta alla tempia una pistola.
Almeno una decina di sicure scattano,
tutte insieme, e altrettante armi vengono puntate contro la donna. Katsuki solleva il braccio destro.
-No, no! Fermi tutti, non sparate!- sbraita, frapponendosi tra i militari e la Villain. –Non uccidetela!-
-Ma signore… !-
-Non sparate!-
-Non mi ucciderai.-
ride, lei, il rossetto scarlatto sbavato sul lato sinistro del labbro inferiore
e i capelli scarmigliati sfuggiti allo chignon sulla nuca. –Voi Eroi avete così
tante regole… -
-I bravi Eroi, quelli degni di
questo nome, non hanno bisogno di regole.- ribatte Katsuki, facendo qualche passo instabile in avanti. Le ossa
e i muscoli urlano per il dolore, ma non si ferma. –Spero non arrivi mai il
giorno in cui si capirà perché io me ne sono imposte così tante. Ora, lascia
andare il bambino.-
La donna continua a tenere la pistola
premuta sulla tempia del ragazzino. –Perché dovrei? Così non ti sentirai in
colpa quando quei gentili signori alle tue spalle inizieranno a sparare?-
-Non lo faranno. Nessuno sparerà
fino a nuovo ordine.- la assicura. –Davvero, ti
conviene arrenderti. Per cosa stai ancora combattendo? Sei rimasta solo tu.-
Il volto della donna si contorce in
un’espressione di dolore e rabbia e la pistola si sposta, dalla tempia del
ragazzino a Katsuki, dritta verso il petto. Katsuki cerca di non farle notare il sussulto che ha
trattenuto a stento, mentre è sicuro di aver sentito Faccia Tonda arrestare sul
nascere uno strillo. Così è morto Deku, un solo colpo
in pieno petto, semplice e indolore. Non ha nemmeno avuto il tempo di
realizzare cosa stava succedendo.
-Voi non potete capire!-
sbraita allora lei, stravolta e stanca da tutto quanto. –Voi non capirete mai
cosa si prova a essere normali! A
essere inutili! Ho passato la mia
vita a cercare un modo per essere qualcuno, perché nessuno voleva una Quirkless! Potevo
essere la più intelligente, la più bella e la più brava, ma ero nessuno! E tutto per una… per una
stramaledetta falange in un mignolo!-
Katsuki
la ascolta in silenzio, senza muoversi, mentre la donna continua a urlare al
mondo la sua rabbia e il suo odio per qualcosa di cui nessuno ha colpe se non
la genetica, la pistola sempre puntata verso di lui.
-Conoscevo un Quirkless.- esordisce,
facendo un passo avanti barcollando, poi un altro e un altro ancora. –Un vero
coglione, uno di quelli di prima categoria. Anche lui era lo sfigato perché senza un Quirk, e sai
cosa ha fatto? Non si è mai arreso, ha passato tutta la vita a lottare per quello
in cui credeva, fino a quando non gli è stato donato un potere immenso. Un
potere che nemmeno sapeva controllare.-
La Collezionista arretra di qualche
passo, insicura sui suoi stessi piedi, continuando a stringere il ragazzino a
sé. Katsuki non si fa intimorire.
-Eroi come lui ce ne sono pochi,
forse uno su un milione. E lui è… è stato
il migliore. E tu lo hai ucciso.- ora la pistola gli
sfiora il petto, poco sotto la gola, ma gli occhi rossi di Katsuki
sono inchiodati in quelli azzurri della Villain, che
lentamente si riempiono di lacrime. –Hai ragione: non ti ucciderò, anche se lo
vorrei. Oh, non immagini quanto vorrei farti passare lo stesso dolore che hai
fatto patire a lui. Ma non lo farò, non perché ho le mie regole. Non lo farò
perché Deku non lo farebbe. Nonostante tutto, quel
coglione di Deku ti perdonerebbe.-
Il braccio intorno al bambino
ricade immobile lungo il fianco della donna e il piccolo si allontana in
fretta, mentre la pistola le scivola dalle mani e cade a terra vicino ai loro
piedi. E infine anche lei crolla, cadendo ginocchioni sul terreno, le mani
sugli occhi e i collant strappati sulle ginocchia, piangendo come una bambina.
L’attimo dopo è già ammanettata.
-Avrei voluto conoscerlo, Deku.-
sussurra, mentre due militari la sollevano da terra. –Doveva essere una persona
meravigliosa.-
Katsuki
annuisce. -Lo era.-
Prima che la portino via, gli
sorride un’ultima volta. –Anche tu, a modo tuo, sei degno di essere un Eroe.-
Come la Collezionista si è
allontanata, scortata dalle forze dell’ordine verso una cella di cui spera
buttino via la chiave, solo allora, Katsuki si
permette di crollare.
Faccia Tonda è la più veloce: si sente
trascinare, ma è troppo stanco per davvero capire dove lo stia portando.
-Serve un medico, presto!- urla a qualcuno attraverso un auricolare. –È grave,
non so di preciso quanto, ma ha bisogno di cure! Subito!-
-Sto bene, Faccia Tonda… - sussurra,
esausto, costringendola a sorreggerlo per non farlo rovinare a terra.
-Non stai bene, Bakugou!- strilla ancora
lei, terrorizzata. –Cosa ti è saltato in mente? Il piano non era questo!-
Katsuki
sta per chiederle di non urlare, perché gli fa male la testa, quando si sente
chiamare e due braccia gli circondano il busto: Ryu
gli sta facendo male ma lo lascia fare.
-Stai bene.-
mormora, sospirando di sollievo. –Tu stai bene.-
Ryu
annuisce, piangendo, mentre continua a stringerlo. –Sto bene, vecchio idiota.
Non farlo mai più, siamo morti di paura qui.-
-…a chi hai dato del vecchio, merdina?-
Ryu sta bene, è tutto finito, è finita.
Con questo pensiero, Katsuki si lascia andare.
1. Citando la
Wiki, il Manchester Smash è quel calcio che Deku usa contro Overhaul,
sfruttando il 20% del OFA per polverizzare il terreno sotto i piedi di Chisaki.
2. Sempre
citando la Wiki, il Delaware Smash Air Force è il
colpo generato grazie ai guanti creati da Mei, usato con Gentle.
Personalmente penso siano uno dei più fighi.
Per scrivere
il flashback sono andata a spulciarmi la pagina Wiki
del One For All, penso si
sia notato lol. È stato parecchio illuminante,
sapete?
…questo mi
ricorda che dovrò pensare a un nome da Eroe per Ryu
che contenga il kanji di “dieci”, visto che devo mantenere
la tradizione(???). Si accettano consigli!
D.P.A.:
Deliri Pre Assassinio mio? Di Bakugou?
Vostro? Boh, idk, nel dubbio il testamento l’ho
scritto
Come mai questo capitolo ha visto la luce così presto? La Maki è tornata a scrivere a pieno regime?
Ma assolutamente n o.
In verità ci sono due motivi: il primo è che, visto
che il mio capo sarà in ferie da metà febbraio a metà marzo io e la mia collega
non avremo modo di prendere giorni di riposo, così per compensare fino a quando
lui non parte faremo due giorni di riposo a settimana. Quindi ho più tempo
libero circa, più o meno per scrivere. Il secondo è che manca poco
all’uscita del DLC di Kingdom Hearts 3, Re:Mind, e so già che quando
riuscirò a giocarci perderò completamente il senno e mi dimenticherò di tutto
quello che dovrei fare oltre che quel DLC per cui non sono per nulla pronta.
Voi fan di KH che leggete, aiutatemi a superare questo momento.
Detto questo, spero vivamente che questo capitolo sia uscito meglio del… guazzabuglio informe di idee che era nella mia testa. È stato veramente difficile, mettere insieme tutti i pezzi di quello che avevo pensato e trasformarlo in queste 6300 parole.
E porca balorda è lunghissimo. Mamma mia, mai più capitoli così lunghi, mai più.
Katsuki apprendista di Miruko è il mio guilty pleasure, adorerei quei due insieme. Non so se nel manga succede oppure no, in caso la risposta sia un no Horikoshi prendi nota.
E… non credo ci sia molto altro da aggiungere. Solo, non fatemi troppo male per il cliffhanger e per la lunga attesa per il prossimo capitolo.
…che, ora che ci penso, credo sarà proprio il finale.
…
Oh.
No, non sono pronta, oddio, no, non ce la faccio.
Okay, la smetto di blaterare. Come sempre grazie per essere passati, fatemi sapere cosa ne pensate in un commento e noi ci ribecchiamo… boh, ci ribeccheremo.
Che la Forza sia con me e con tutti voi, ora vado a dormire.
Cia’
Maki
P.S.: Se siete un po’ masochisti e volete farvi del male, per scrivere questo capitolo ho praticamente ascoltato in loop The weight of the world. Non ringraziatemi.