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Autore: Lost In Donbass    16/01/2020    0 recensioni
Eleanora è selvaggia, distrutta, è una marionetta persa nel suo inferno.
Demian soffre di stress post traumatico, e quando dice che vuole morire non lo dice per scherzo.
Denis è un eroe generazionale, ma nasconde segreti che non sono per tutti.
Yurij è la disperazione allo stato puro.
Sono angeli dell'underground siberiano, si incontrano, si amano, si lasciano, in un'escalation di distruzione, alcol, pastiglie, sesso, musica e letteratura russa. Sono arrabbiati, sono violenti, sono persi, sono distrutti.
Sono i mostri dai quali le madri vi tengono a distanza.
Sono i ragazzi di Krasnojarsk, e questo gioco al massacro è appena cominciato.
Genere: Angst, Dark, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Threesome | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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CAPITOLO OTTAVO: DANCE, BLACK SWAN

So hurt me again, it's not worth saving
The heart that I've spent my whole life breaking
The windshield cracks through the cloak of the fog
Concealing in silence, I've been stung by the wasp

[Motionless In White – Wasp]

 

 

Il Re dei Topi. Il Moro. Rothbart. Le Villi. Eleanora sentiva tutti quei personaggi fluire dentro di sé in quel momento, seduta sul letto di Demian, ancora vestita come una principessa gotica, come uno dei demoni dei suoi balletti. Investita della carica di essere la regina di quella notte ai limiti dell'umana perversione, osservava i tre uomini che aveva davanti e li divorava con gli occhi. Lei si sentiva il diavolo inguaiato in volgari vestiti di pelle e lacca, il diavolo che voleva trascinare all'inferno i tre uomini belli come angeli caduti, angeli ai quali erano state strappate le ali e poi incendiate, angeli senza casa e senza destinazione. Lei li avrebbe accolti in lei, ognuno di loro, per bagnare le loro ali e farle diventare nere e sanguinanti, avrebbe succhiato loro la linfa vitale per farli discendere all'inferno con lei, li avrebbe fatti danzare fino a vederli stramazzare morti per terra. Si, avrebbero ballato quella notte, li avrebbe stancati così tanto da spingerli al suicidio. Un suicidio di massa, sì, tra sangue, rose, vomito e sperma. Un tripudio di amore, sesso, distruzione e Chajikovskij.

Li guardò uno per uno, un sorriso bellissimo dipinto sulle labbra spennellate di rosso carminio – li voleva, disperatamente, per nutrirsi di loro come i personaggi dei suoi balletti si nutrivano dell'anima degli spettatori incauti. Danziamo, danziamo, e poi moriamo nella cornucopia della perversione.

-Sei stupenda, Eleanora.- disse Yurij, avvicinandosi a lei e accarezzandole i lunghi capelli bianchi.

-Ti ringrazio, Yurij.- lei gli prese una mano e se la premette sulla guancia pallida – Cosa desideri da me?

-Il tuo sangue.

Yurij si chinò su di lei e le soffiò un bacio nel collo. Lei sorrise, deliziata dalle attenzioni dello scrittore. Yurij era un personaggio potente, l'aveva capito dal momento in cui Demian glielo aveva presentato. Nascondeva un mondo enorme dentro di sé, un mondo fatto di devastazione, di dolore, di lacrime e lei non vedeva l'ora di tingere di rosso quelle lacrime di cristallo.

-Bevi, allora.- mugolò, e lui le posò le labbra sul collo, cominciando a succhiare delicatamente, con una dolcezza nuova per una come lei, abituata alla violenza di Demian. Si chiese se le sarebbe piaciuto che lui bevesse il suo sangue e decise che sì, assolutamente, avrebbe tanto voluto nutrire l'uomo con i suoi liquidi interni.

Eleanora sospirò rumorosamente quando le mani di lui le sfiorarono la vita sottile e tremò, perchè aveva le dita fredde e leggere.

Poi alzò lo sguardo su Demian, con i suoi capelli lunghi e quegli occhi chiari, quei tratti slavi simili a quelli di Denis, entrambi cosacchi, entrambi ucraini, entrambi eroi a modo loro di un mondo prossimo al macero. Era a torso nudo e li guardava con fame, le pupille dilatate e un sorriso appena accennato dipinto sul viso. Si avvicinò e le si inginocchiò ai piedi, accarezzandole le ginocchia e sollevandole la gonna.

-Toccala, Dyoma.- sussurrò Yurij e Demian non se lo fece ripetere due volte, toccandole i fianchi con le sue mani volgari, facendole scivolare giù le mutandine di pizzo. Lei sorrise e si sdraiò sul letto, poggiando la testa sulle gambe di Yurij. L'uomo le mise un dito in bocca, toccandole le labbra e Demian le sfilò anche la gonna, baciandola in mezzo alle gambe e strappandole un gemito. Demian adorava sentirla gemere. C'erano delle rose, su quel letto, un mare di rose rosse che cominciavano a sfiorire, e poi c'era Denis. Sì, c'era anche Denis, con una telecamera in mano, che tremava e filmava. Si sentiva la febbre, una febbre tremenda che lo aveva catturato e lo stava facendo sudare. Li filmava, esattamente come nei suoi sogni, e osservava i due uomini possedere la ragazza. Il sudore gli colava dalla fronte mentre stringeva la telecamera e guardava le rose che cadevano dal letto mentre i tre danzavano su quel letto sfondato. Avrebbe voluto partecipare anche lui a quel gioco malato, ma sapeva che non gli era ancora permesso entrare in quel triangolo. Ne restava fuori, e filmava, con la testa che girava come una trottola.

Ed Eleanora, Eleanora rideva. Rideva mentre i due uomini la toccavano, si toccavano, erano travolti dalla passione insalubre di quella notte ai limiti della follia. Li avrebbe distrutti, Yurij e Demian, e quella distruzione iniziava proprio da quella notte di sesso. I piccoli seni arrossati, le gambe avvolte attorno al bacino di Demian, le bocca di Yurij attorno al membro del soldato. Era tutta una danza, quella, una perfetta danza che li avrebbe trascinati all'inferno e lei avrebbe architettato ogni singola giravolta, plié o salto per tentare il Demonio e farlo innamorare di loro. Di tutti e tre. E poi, quando sarebbe stato pronto, avrebbe afferrato Denis e l'avrebbe soffocato con i suoi capelli tinti di bianco e di baci al rossetto.

Ballarono ancora, tra le rose, e i gemiti, le strilla, il piacere cresceva esponenzialmente. Eleanora lasciò il suo spirito animalesco uscire, mentre divorava i due uomini di baci e di pura furia sessuale. Li voleva disperatamente, li desiderava, non avrebbe mai voluto che quell'amplesso folle finisse perché ormai era più di sesso, era diventato un passepartout per l'inferno, era una via per la perdizione più assoluta.

E Denis continuava a filmare, il sudore ormai copioso, l'eccitazione alle stelle, gli occhi gonfi di pianto. Li voleva così tanto, voleva ballare anche lui, non voleva dirigere la musica senza poter toccare lei e loro. Aveva la gola riarsa, il membro duro negli skinny jeans, i capelli appiccicati alla fronte. Gli veniva da vomitare, da svenire, da piangere. Era disperato.

Continuò a filmare anche quando i tre stramazzarono distrutti sul letto, ormai vuoti, sporchi di seme e di rose. Avrebbe tanto voluto tagliarsi i polsi e vedere il suo sangue colare sui loro corpi eburnei. Sì, voleva tagliarsi i polsi. Voleva morire. Dopo aver visto l'inferno non avrebbe più potuto vivere in quel mondo infame.

Spense la registrazione e posò tremebondo la telecamera. Era l'unico ancora vestito, ancora eccitato, ancora aggrappato a quel mondo dei vivi che non dava soddisfazione a nessuno di loro. Ci sarebbe voluto un niente per lasciarsi andare e donarsi a quella rusalka folle che come le Villi lo avrebbe fatto danzare fino alla morte. Ma Denis voleva morire, disperatamente.

Demian si alzò dal letto e lo raggiunse, pieno di graffi, morsi, succhiotti, sudato e meraviglioso come un angelo caduto. Aveva gli occhi stanchi e i capelli spettinati. Eleanora si era addormentata, ebbra dell'anima dei due uomini, ormai sazia del loro dolore e delle loro paure. Yurij era seduto sul bordo del letto, con gli occhi chiusi e le mani tra i capelli, come se fosse pentito. Pentiti, pover'uomo. Pentiti, bastardo. Pentiti, angelo.

-Den, come stai?- disse Demian, con la voce roca. Sembrava spento.

Denis non rispose, ma lo abbracciò, premendogli il viso contro il petto. Demian rimase un secondo perplesso ma poi lo strinse forte e sé e gli accarezzò i capelli.

-Sei stanco?

Denis annuì.

-Non avresti dovuto farlo.

Denis sentì le lacrime premere per uscire. Poi alzò lo sguardo sul soldato e gli posò un delicato bacio sulle labbra gonfie

-E tu non ti saresti dovuto unire con Elya. È … è un diavolo.

-Ormai la mia anima non è più candida come la tua, Denisoch’ka. Posso farmi uccidere milioni di volte da lei perché sono già morto.

-Mi racconti la tua storia?

-E' brutta, Denis.

-Non mi importa.

Denis lo prese per mano e guardò ancora Eleanora che dormiva beata tra le coperte e i petali di rosa. Pareva ancora più bella del solito, ancora più piena, come fosse un vampiro gonfio di sangue, ancora più diabolica con quel sorriso che le distendeva il viso nel sonno profondo che l'aveva colta. Danza, Odile, danza, cigno nero maledetto.

Poi guardò Yurij che era caduto in ginocchio per terra e pregava un dio verso il quale aveva smesso di credere a sedici anni. Pregava per cercare un riscatto che pensava di non poter più ricevere, ma in quel momento così dannato, in quella Siberia così marcia non gli rimaneva altro che confidarsi a qualcuno che non fosse umano e che forse esisteva solo nella sua testa.

Denis e Demian scivolarono in bagno e si misero nella vasca da bagno, troppo piccola per entrambi, stretti come bambini, i due ucraini, i due cosacchi, i due eroi. Faceva molto freddo ma non lo sentivano, uno nudo e uno vestito, uno distrutto dal demonio e uno salvo per miracolo.

-Ho ucciso, Denis.- disse Demian, e parlò ucraino.

Denis lasciò qualche lacrima scorrere a sentire la sua lingua madre, che non era il russo, maledizione, ma era quella lingua così simile eppure dannatamente diversa.

-Chi, Demian?

-Dei bambini. Laggiù, in guerra. Ho ucciso dei bambini, Denisoch’ka, e per il mio crimine non c'è redenzione.

L'uomo nascose il viso nei capelli del ragazzo, stringendolo a sé come se fosse uno di quei bambini che lui aveva ammazzato. Lo strinse e Denis si appoggiò a lui, sentendo la nausea placarsi e le lacrime scorrere cristalline sulle sue guance pallide.

-Perché non mangi, tesoro?

-Non lo so, Dyoma. Ho semplicemente smesso. Mi odio, Dyoma, mi odio.

-Sei bellissimo.

-Non ho ancora trovato il mio cosacco, per ora resto giglio. Voglio qualcosa che non potrò mai avere.

-E cosa vuoi, benedetto ragazzo?

-Voglio essere salvato.

I due ucraini si guardono a lungo negli occhi, intrecciati uno all'altro, in quella notte di orrore e di perversione. Sentirono Yurij singhiozzare, qualche camera più in là. Eleanora, presumibilmente, continuava a dormire.

-Scappa da qui, Denis.- disse infine Demian – Scappa, torna in Crimea, torna a casa. Qui non c'è spazio per te. Sei troppo puro per questo inferno, vola via finché sei in tempo, non lasciare che ti torcano le ali. Le mie sono bruciate laggiù, nella polvere, ma le tue sono ancora bianche. Preservale, angelo mio.

-Ma io voglio sprofondare all'inferno, Demian! Voglio morire, voglio suicidarmi, voglio defungere in un tripudio di rose e sangue scarlatto lavato via dalla pioggia acida di una Siberia non mia.

-Non morire lontano dal mare, cosacco. Torna a casa, te ne prego. Bagnati ancora una volta nelle acque sacre del Mar Nero che ci ha cresciuti, bacia il suolo ucraino che ci ha dati alla luce, prega il nostro dio, Denis! Non farti uccidere da Krasnojarsk!

Denis si alzò di scatto e barcollò fuori dalla vasca, il viso stravolto dal pianto e il sudore che continuava a colare copiosamente lungo la spina dorsale, impregnadogli i vestiti.

-No, Demian, è troppo tardi! È troppo tardi!

Corse fuori, seguito dall'uomo, e Yurij continuava a pregare in mezzo alle rose che gli ferivano le gambe, e Demian lo inseguiva urlandogli di tornare a casa, e lui correva per casa, cercando di uscire, di scappare da quel girone infernale ed Eleanora … Eleanora dormiva serena.

 

  
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