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Autore: Il Narratore FT    19/01/2020    0 recensioni
Chi avrebbe pensato che i nostri eroi di Heartland si sarebbero congelati nel tempo per ben sette anni, chissà come sarebbero andate le loro vite se non fosse mai successo. Ma il tempo per le loro controparti di Edolas è andato avanti, sono “cresciuti”, quindi hanno la bellezza di 7 anni in più dei nostri personaggi preferiti di Heartland (figurarsi la Wendy di Edolas). Abbiamo già visto i nostri eroi di Edolas combattere, innamorarsi, di tutto e di più, ma ormai si sa, la pace non dura mai per sempre, come si dice… la calma prima della tempesta…
Genere: Erotico, Guerra, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Edo Gray, Edo Natsu, Mistgun
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Da un cuore spezzato a...'
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~Capitolo 39: L’ultima nemesi


 

Plutonius era su un ginocchio con un gran fiatone, lo scontro con Gerard stava superando le sue aspettative, non credette che lo avrebbe messo così alle strette, per così tanto tempo poi, i due si affrontarono per un susseguirsi di ben tre ore, era ricoperto di sangue, non il suo, lui non aveva un solo graffio, quel sangue non era altri che quello di Gerard, a male pena in grado di rimettersi in piedi, anzi non ne era affatto capace, era stremato per tutto il sangue perso e che stava cercando di bloccare, grazie ai bendaggi che ha dovuto riutilizzare, senza potersi permettere di essere schizzinoso sulle possibili infezioni, riuscì a bloccare tutte le emorragie, ma aveva chiesto troppo al suo corpo fino a quel momento:

Plutonius: “ANF… ANF… ok te lo concedo, sei forte, non ti sei limitato a restare vivo per tre ore e passa, no… hai dato tutto te stesso con l’unico obbiettivo di farmi fuori, - Gerard lo ascoltava di mala voglia, se solo ne avesse avuto la forza, forse si sarebbe addirittura coperto le orecchie pur di non sentire la sua voce - nonostante le tue ferite, mi hai tenuto testa per tutto questo tempo, qualcuno potrebbe prenderti in giro per non essere riuscito a ferirmi una sola volta, ma credimi non permetterei mai che qualcuno ti manchi di rispetto in questo modo. - Plutonius sguainò la spada, si avvicinò a passo lento verso la sua nemesi per infliggergli il colpo di grazia – Proprio non riesci ad alzarti? Voltarti, o insomma fare qualcosa per potermi guardare? Sinceramente ho paura di toccarti facendoti perdere del sangue di troppo, quanti litri avrai perso? Di sicuro uno intero mi è finito sul corpo, non hai una malattia HIV vero? - chiese scherzando un’ultima volta – Dico sul serio, vorrei poterti guardare un’ultima volta dritto negli occhi, prima di finirti. - Gerard si rifiuta di fare qualunque tipo di accenno, si limitò a stringere con forza i pugni, era come se si vergognasse – Ehi non hai nulla di cui rimproverarti, quello con te è stato uno scontro che entrerà di certo negli annali della storia, vedrò che le persone si ricordino di te dopo oggi “.

Gerard: “Non capisci che non voglio sentirti?”. Disse franco tenendo la faccia a terra come il resto del suo corpo.

Plutonius non volle ammetterlo, ma quelle parole lo ferirono come non era riuscito a fare l’avversario nelle ultime ore: “Io… ti invidiavo – Gerard non reagì – tantissimo, sette o otto anni fa che siano, mentre preparavo le mie forze armate per attaccare la città reale a partire dal tuo palazzo, mi chiesi se davvero ne sarebbe valsa la pena, mia moglie mi fece notare come stessi prendendo le distanza dalla famiglia e dalla gilda, stavo cambiando, ma non volli dargli retta, volevo solo concentrarmi sull’attacco a… a te mio re. Solo ora me ne rendo conto, o meglio me ne accorsi subito allora, l’oggetto del mio dolore non saresti dovuto essere tu, ma quando per la prima volta vidi quanto tu fossi fiero del tuo nuovo regno senza la magia, un mondo a cui io non avrei mai voluto rinunciare, scattai, volevo sfogare la mia rabbia su di te, perché avevi ragione, – Plutonius lasciò cadere la spada a terra - stiamo veramente meglio in un mondo senza magia, ma non volevo accettarlo… ancora non riesco ad accettarlo, te lo confesso AGH!”. Bastò poco, bastò che abbassasse la guardia solo allora, affinché Gerard ne approfittasse per pugnalarlo dritto alla base del cuore.

Gerard con uno sguardo spento, ma in qualche modo soddisfatto, guardò la sua vittima dritto negli occhi e gli regalò una lacrima di compassione: “Ora puoi andare in pace Plutonius, avrei voluto finisse altrimenti, ma dopo tutto quello che hai fatto, spiegami come mi sarei potuto permettere il lusso di lasciarti vivere”. Sottolineò a voce fredda.

Gerard continuò a non fare l’errore di sottovalutarlo, buttò via la spada nemica ignorando la scossa ed estrasse il suo pugnale allontanandolo da entrambi, prese in braccio Plutonius che stava per cadere a terra e lo adagiò al suolo:

Plutonius con il poco fiato rimastogli: “Sei incredibile, persino in questa situazione riesci a sembrare così… buono, per molto tempo non ho fatto altro che vedere il re Faust in te”.

Gerard: “Sono sempre suo figlio, che mi piaccia o meno ammetterlo, lui amava Edolas nel suo modo contorto, ma non poteva accettare Edolas diversa da com’era, senza magia, immaginava che così sarebbe diventata solo la brutta copia di se stessa, come un vegetale che viene abbandonato dai suoi cari per non sopportare il peso di accudirlo, io per anni ho studiato il modo migliore di vivere felicemente senza il potere magico, in un certo senso, forse Edolas sarebbe dovuta essere sempre così sin all’inizio, appena se n’è accorta, ha cercato di liberarsi del potere magico per mostrare il suo massimo potenziale senza di esso, io continuerò a trovare il modo di rendere questo mondo la versione migliore di se stesso, un mondo in cui le persone pensando alla magia dicano, no sto bene così tranquillo“.

Plutinius: “Oh… - ricominciò a fatica – allora davvero sei migliore di tuo padre. Per tutto questo tempo… me la sono presa con la persona sbagliata… non con te… neanche con tuo padre… - inspirò un’ultima volta, intuendo che sarebbe stata l’ultima – solo con me stesso, cavoli che casino ho combinato...”. Il suo sguardo si spense, non muoveva più un muscolo.

Gerard: “Plutonius? Te ne sei andato? - lo chiamò – Plutonius… sei stato la mia ultima nemesi, prima di te ho avuto solo mio padre come prima nemesi, che strana sensazione di solitudine improvvisamente, ora mi chiedo se mi toccherà di nuovo combattere versando altro sangue per il bene di questo mondo? - Gerard cadde all’indietro, non realizzò subito di essersi ritrovato per terra privo di forze, infatti solo dopo qualche minuto si accorse di provare dolore alla nuca per la caduta – Non ho un briciolo di forze, il mio respiro si fa sempre più pesante, mi sa che davvero non dovrò più lottare, perché non potrò farlo“.


 

Una settimana dopo:

Era buio, sulla sua pelle non avvertiva nulla, solo quella familiare senza di qualcosa che lo limitasse, voleva muoversi ma faceva troppa fatica, per poterlo fare agilmente: “Non si agiti per favore, non è necessario, adesso comincerò a levarle il bendaggio sugli occhi, tenga presente una cosa, non li tiene aperti da un bel po’ di tempo ormai, quindi la luce risulterà più fastidiosa del solito, se ha capito annuisca. - aspettò la reazione – Allora procedo”. Le mani che sfioravano il suo viso erano molto delicate, percepì nitidamente quanto fossero sottili.

I suoi occhi si rifiutavano di aprirsi, la luce era troppo forte per loro, così decise di dargli tutto il tempo loro necessario per abituarsi e finalmente li aprì, a occhio capii di trovarsi sottocoperta di una nave guerra, alla sua sinistra riconobbe seduta su una poltrona, un medico con una benda sull’occhio sinistro: “Sorellina”.

La giovane donna non era altri che Wendy, inizialmente questa si stupì dell’affermazione rivoltagli, ma decise di non dargli peso e rispose con un sorriso sincero: “Ben svegliato mio re”.

Gerard: “Scusami per… è solo che… su Heartland conobbi la tua piccola controparte, restammo insieme per un po’ di tempo e mi affezionai a te come se fossi la mia sorellina, nonostante non ti abbia mai chiamata in quel modo”.

Wendy: “Io sorella del re, proprio non riesco a immaginarlo, ma mi lusinga nonostante in realtà non mi riguarda affatto”. Ammise.

Gerard: “Mh… quindi sono vivo, come faccio ad essere vivo?”. Affermò discutibilmente felice a riguardo.

Wendy: “Com’è che non sembra così contento? E’ stato ritrovato da Mc e Kan che la trassero in salvo”. Lo informò.

Gerard: “Come? Sono ancora vivi?”.

Wendy: “Siamo circondato da persone a cui non piace proprio morire, scusami se non ti spiego come ce l’abbiano fatta, il discorso di Mc era così sconclusionato che nessuno di noi riuscii a capire nulla, a dirla tutta dubito che loro stessi capiscano come abbiano fatto a sopravvivere”.

Gerard: “Capito, ne sono felice. - Gerard rimase in silenzio per un po’, notò che per tutto quel tempo a restarsene muto, Wendy non proferì più alcuna parola, come se volesse dargli il tempo di mettere in ordine le idee e allo stesso tempo assicurarsi della salute del sovrano di persona – scusa la mia scortesia, stavamo parlando e io...”.

Wendy: “Non si deve scusare con...”.

Gerard: “Dammi del tu e chiamami Gerard per piacere”. Disse come se fosse un ordine, nonostante non volesse dargli quella impressione, Wendy lo intuì.

Wendy: “Come vuoi. Desideri farti ricevere da qualcuno?”.

Gerard: “Chi c’è lì… o meglio, quanti sono caduti in battaglia?”. Chiese finalmente.

Wendy: “Gerard… faccio prima a dirti chi è sopravvissuto”. Disse franca.

Gerard avverte una fitta al cuore, una fitta metaforica fortunatamente: “Allora dimmi chi”.

Wendy comincia l’elenco: “Tu, io, Natsu, Lucy, Gray, Juvia, Elfman, Romeo, Levi, Hughes, Sugarboy, Dan, Mc e Kan”.

Gerard: “OH… la maggior parte si conta con le dita delle mani”.

Wendy: “E Inoltre… abbiamo fatto salire Val Trins a bordo. - Gerard preferì lasciarla continuare, prima di dire qualunque cosa – Una volta terminate le ostilità, provveduto ad occuparci di te, Elfman, Natsu e Gray, Val ne è uscita fuori chiedendo se avremmo potuto portarla con noi, Sugarboy e Hughes volevano sterminarla, ma Natsu glielo impedì, affermando che lei non ha combattuto neanche una volta negli scontri, anzi che aveva addirittura un debito di riconoscenza nei suoi confronti, come Gray: a quanto pare lei li aveva condizionati affinché non restassero sotto il controllo di Plutonius nonostante la somministrazione della cura, quindi per evitare di litigare tra noi, decidemmo di tenerla a bordo sotto stretta sorveglianza di Mc e Kan a rotazione, nell’attesa che pensassi tu a decidere della sua vita”.

Gerard: “Che c’è da dire? Se davvero non ha combattuto e ha provveduto a proteggere Natsu e Gray, significa che senza di lei nemmeno l’avremmo vinta questa guerra, direi che dopo oggi ha scontato la sua pena, di fatto era un civile nel posto sbagliato al momento sbagliato – affermò alla fine – Acc… ho detto oggi e neanche so che giorno è”.

Wendy: “E’ passata una settimana da quando hai ucciso Plutonius, l’isola l’abbiamo lasciata quattro giorni fa”.

Gerard: “Vedo. Come stanno tutti quanti?”.

Wendy: “Beh… Gray ha perso gran parte dell’avambraccio destro e non potrà più parlare per i danni alla gola, Eflman ha perso tutto quanto il braccio invece. Natsu è messo meglio di loro, ma giusto ieri la sua ferita si è riaperta e ma ho già provveduto. Gli altri almeno fisicamente stanno bene tutto sommato, ma sai… la guerra”.

Gerard: “Caspita. - Gerard doveva digerire tante cose, ma tutto sommato aveva le idee abbastanza chiare sul da farsi – Sai ho fatto un sogno”.

Wendy: “Racconta pure se ti va”. Affermò curiosa.

Gerard: “Vivevamo tutti in un mondo ideale e questo fu possibile grazie a tutti voi”.

Wendy: “Doveva essere un bel sogno”. Ammise.

Gerard: “Vorrei tanto condividerlo con voi, chiama tutti quanti, Val può benissimo restare da sola per un po’”.


 

In una decina di minuti tutti erano già lì, felici di vedere il loro sovrano in vita, ma nessuno di loro era sorpreso della ripresa, sin dall’inizio erano convinti che sarebbe tornato. Gerard era altrettanto felice di rivederli, in particolare Mc e Kan che nonostante le avversità, hanno provveduto a tornare sul fronte:

Gerard: “Sono felice di rivedere tutte queste facce, peccato soltanto non siate di più. Io vorrei raccontarvi di questo sogno, non prendetela male pacificatori, ma in questo sogno vidi un mondo ideale, in questo mondo ideale, Fairy Tail non esisteva più, in realtà neanche l’esercito reale, eppure c’eravamo tutti noi qui presenti, non credo sia una coincidenza. Eravamo felici e anche il popolo lo era, non c’era una sola faccia triste. Io vorrei che questo sogno si avverasse, ho bisogno di ognuno di voi per poter arrivare all’obbiettivo, in particolare voi due, Dan e Natsu, ho una richiesta, potrei ordinarvelo, ma non avrebbe alcun senso se non foste consenzienti, sappiate però Natsu e Lucy, che toccherà a me decidere la data del vostro matrimonio”. I presenti erano tutti confusi, non capivano dove volesse andare a parare.

Lucy: “Sire non mi imbarazza dire che non riesco a capirla”. Afferma Lucy stranamente calma.

Gerard: “Adesso capirete tutti: Dan Way e Natsu Dragion, vi andrebbe di diventare rispettivamente i comandanti della seconda e della prima guarnigione dell’esercito reale?”.


 

Angolo dell’autore:

So cosa starete pensando, che avreste voluto un combattimento epico alla “scontro finale”, ma ci ho riflettuto su e ho realizzato che era questo il finale più onesto che meritasse la mia storia, o meglio questo non è il capitolo finale, il finale è nel prossimo capitolo.

Il Narratore FT

   
 
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