Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: Sweet_CreatureHL    21/01/2020    0 recensioni
Quando il marito di Harry muore, gli chiede soltanto una cosa: ritrovare l'amore e la felicità anche senza di lui. E' una richiesta che Harry è ben felice di non tenere in considerazione, fino a quando non incontra l'unica persona impossibile da ignorare.
Genere: Angst, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

You Might Want to Marry My Husband








Capitolo due.




 





 

Due anni dopo.
 
 
Non riesce a coprire la quantità di lacrime che sgorgano dai suoi occhi, ha provato a trattenersi per le due ore precedenti ed ora è scoppiato. Sa che sarebbe stato male, succede ogni volta, ma ciò non gli impedisce di guardare la scena finale di When Harry met Sally. Si strofina le mani sulle guance bagnate mentre i due protagonisti si confessano il loro amore, per poi ridacchiare tra le lacrime mentre tornano a infastidirsi l’un l’altro. Questo film  lo prende così tanto perché Harry conosce una coppia molto simile. In realtà, lui ne ha fatto parte per anni.  Prende un altro boccone di gelato con gocce di cioccolato mentre Meg Ryan urla a Billy Crystal il suo amore. Harry è totalmente concentrato sulle parole dei protagonisti, fino a quando il suono di un cellulare non lo distrae dalla scena, facendolo spaventare e versare il gelato sulle lenzuola. A malincuore, mette in pausa il film per rispondere al telefono. Spera che sia una questione di vita o di morte. “Ehi?” risponde, schiarendosi la gola per non far capire che ha appena pianto, mentre cerca di non soffocare con la sua stessa saliva quando Niall lo accusa di essere fastidiosamente noioso. “E’ venerdì sera.” Si lamenta l’amico, come se il fatto che fosse in arrivo il weekend potesse esumere Harry dal trascorrere una serata tranquilla. “Smettila di fare il vecchio ed esci con me. Netflix sarà lì quando torni.”
“Non sono vecchio.” Scherza Harry, anche se è un argomento molto controverso, considerando l’ambiente che lo circonda. “Sto… lavorando. Ci sono un sacco di cose di lavoro che devo recuperare.” Mente Harry mentre usa l’altra estremità della federa per strofinare via la macchia scura che si sta asciugando sulle lenzuola. Deve assolutamente lavare e cambiare tutto. Incolpa Niall per il disastro. 
“Lavoro, di venerdì sera. Giusto.” Dice Niall, e a giudicare dallo sbuffo che fa sicuramente non si è bevuto la bugia di Harry. “Okay, miglior impiegato del secolo, che ne dici di fare una pausa dal lavoro e venire al pub? Pago io da bere!”
Bere suona divertente, poi Harry si guarda intorno e si sente abbastanza soddisfatto della sua serata. La cena è arrivata alla sua porta sotto forma di una grande pizza ai peperoni, metà della quale si trova nel suo letto. Si sta rilassando nella sua morbida e confortevole felpa oversize preferita, ha ancora un angolino di gelato al cioccolato da gustarsi prima che Harry e Sally condividano il loro primo grande bacio, e ha una bottiglia semivuota di vino sul comodino che ha tirato fuori dal frigo prima di ordinare la pizza. Tutto sommato, Harry è davvero felice in quel momento. 
“Si, Niall. Non sarebbe male come idea, ma in realtà sto lavorando incessantemente a queste scartoffie, quindi…” il suo migliore amico borbotta qualcosa dall’altra parte della linea.
Harry è quasi certo che fosse qualcosa tipo. “Intendi dire che sei totalmente impegnato a finire la tua vaschetta di gelato.”
“Bene, allora. Continua a fare il vecchio.” Dice Niall soltanto per farlo arrabbiare. Non funziona più, ormai. Harry si limita a scuotere la testa con affetto mentre pensa alla testardaggine dell’amico.
“Immagino che andrò a bere da solo, allora.” Sussurra il biondo. “Tutto da solo, in completa solitudine, mentre tu sei sdraiato a letto mentre guardi Harry e Sally innamorarsi per la miliardesima volta, va bene così. Chi ha bisogno del proprio migliore amico?”
Harry alza gli occhi al cielo al misero tentativo di Niall di farlo sentire in colpa. Anche se è impressionato dalla straordinaria capacità dell’amico di sapere quale rom-com sta guardando e di indovinare costantemente il suo stato emotivo. “Pranzeremo insieme domani pomeriggio.” Sottolinea Harry. “Mi vedrai tra dodici ore, o qualcosa del genere.”
“Sisi, non provare a convincermi.” Harry avverte alcuni voci in sottofondo, sicuramente Niall si trova in un qualche locale e gli amici lo stanno chiamando ad unirsi a loro. Sembra che il biondo non sia così tanto solo come ha voluto fargli credere inizialmente.
“Ehi ascolta, devo andare, domani sempre al solito posto?” domanda Niall mentre le proteste degli amici diventano sempre più rumorose ed impazienti.
“Sicuro. Ci vediamo domani.”
“Va bene, non fare tardi. Buonanotte.”
“Non lo farò, anche tu torna a casa presto. Goditi la solitudine.” Dice Harry ridacchiando prima che Niall riattacchi il telefono.
Harry non sa nemmeno perché il biondo abbia deciso di chiamarlo per invitarlo ad uscire quando conosce perfettamente la routine del fine settimana di Harry. Uscire per andare al pub a bere non rientra più tra le cose che ama fare. E’ da anni che non esce più a farsi una bevuta con gli amici, ma gli piace il fatto che Niall provi ancora ad includerlo nel gruppo. E’ davvero dolce da parte sua. Parlando di dolce… Harry recupera il suo gelato, si sistema sui cuscini e sorride brevemente alla fotografia appoggiata sul comò prima di far ripartire il film.
Per un momento, immagina il Cameron in quella foto di quasi quattro anni prima, sdraiato accanto a lui sul letto come ogni venerdì sera.  “E’ la tua parte preferita, spero che tu la stia guardando.” Dice Harry ad alta voce a nessuno in particolare, ma il suo cuore sa a chi è rivolta quella frase.
Ovviamente Cameron non può sentirlo e non è accanto a lui per vedere il bacio finale tra i due protagonisti, ma l’intera situazione fa sorridere Harry, mentre ricorda tutte le volte che insieme al marito si sono trovati nella medesima situazione. 
 
 
 


 
Harry è sicuro di aver rifiutato l’offerta di Niall la scorsa notte, eppure il suo stomaco è così scombussolato quando si sveglia che si domanda se Niall non sia riuscito lo stesso a trascinarlo al pub senza il suo consenso. Oppure è stato semplicemente la combinazione di zucchero, peperoni e merlot. Forse la prossima volta dovrebbe evitare di mangiare cibo spazzatura prima di andare a letto. Probabilmente anche l’insalata si abbina perfettamente ai film sdolcinati.  Dopo essersi lamentato delle scarse ore di sonno, l’unica cosa che lo farà svegliare sarà una lunga doccia calda e una buona dose di caffeina. Il primo obiettivo è facile da raggiungere, gli basterà rotolare fuori dal letto. Per il caffè, invece, dovrà sfidare molto più che le fredde piastrelle del suo bagno, per avere una bella tazza di caffeina dovrà avventurarsi fuori dal suo appartamento, ma è un sacrificio che è disposto a fare.  Affonda le mani nella tasca della giacca mentre percorre la strada perlopiù deserta. È grato di non essersi messo il cappotto perché non fa troppo freddo quella mattina. C’è un venticello fresco e leggero ma il sole splende nel cielo e gli fa sentire la primavera in arrivo. 
 
I sei isolati che percorre per raggiungere il bar su Arthur Street gli richiedono più tempo del previsto. Avrebbe potuto fermarsi negli altri due bar che ha incontrato lungo la strada, ma preferisce quello su Arthur Street, più piccolo e intimo. Solitamente ci sono poche persone, il personale è gentile e lavorano rapidamente, la cosa che adora di più è che a volte possono anche finire i pasticcini per la colazione o la frutta da aggiungere al suo yogurt, ma lui potrà sempre rimediare ordinando un tè al miele.
Solo quel tè merita una passeggiata di dieci minuti. La mattinata di Harry continua a migliorare quando riesce ad entrare e andare dritto al bancone senza fare la fila.
Non appena il cassiere è libero, Harry decide di ordinare un cappuccino e un pasticcino. L’uomo dietro alla cassa gli domanda se vuole portare via la colazione come ogni mattina e lui sorprende entrambi chiedendo invece di poterla consumare nel bar. Forse è il clima primaverile che lo fa sentire più contento del solito. Il cassiere lo informa che un cameriere gli consegnerà la sua colazione non appena sarà pronta.
Nel frattempo, Harry cerca un tavolino nel retro del locale e inizia a sfogliare pigramente le riviste poste sul tavolo. Sorride tra sé e sé quando sceglie un numero di Pinnacle Magazine, la rivista che ha dato a Cameron la possibilità di iniziare la sua brillante carriera. All’inizio non è andato molto bene, ma i suoi articoli sono diventati man mano così popolari che ha iniziato a ricevere offerta da tutti i giornali. Alla fine Cameron ha deciso di lincenziarsi e lavorare per una rivista più importante, dove è stato anche promosso direttore creativo, ma spesso gli è mancato scrivere articoli per Pinnacle Magazine. Suo marito se ne è andato da due anni ormai, quindi nessuno degli articoli presenti nella rivista sarà a nome suo, ma ad Harry piace ancora leggerla, ogni tanto. Quando ha finito di pensare al passato e ha terminato la sua colazione, Harry decide che è ora di tornare a casa. Tuttavia, non prima di fermarsi nuovamente al bancone per ordinare il solito tè, una bevanda che Cam era solito bere e che lui ha iniziato a prendere quotidianamente dopo la morte del marito; tè al gelsomino nero e miele con una spruzzata di latte di mandorle.
Il senso di nostalgia che gli lascia quella bevanda lo fa sentire spaesato per qualche secondo.
Mentre esce dal locale prova ad evitare di andare addosso ad una giovane coppia che sta entrando nel bar, la ragazza tuttavia si blocca sul posto e lo guarda sconvolta. La sua mattinata stava andando così bene.
“Oh mio Dio.” Ansima la ragazza. “Sei tu, non è vero? L’uomo di quell’articolo.” 
Harry restringe gli occhi per reprimere l’impulso di alzarli al cielo, non può dire alla donna che si sta semplicemente sbagliando, ormai è troppo tardi, non può scappare. L’uomo insieme alla ragazza li guarda attentamente mostrando un’espressione che sembra dire “non ho idea di chi diavolo tu sia”, il che fa sentire Harry più tranquillo. Almeno non tutti lo conoscono come il triste vedovo il cui marito ha scritto un articolo per trovargli un nuovo fidanzato. 
La ragazza che lo ha riconosciuto spiega all’uomo accanto a lei chi è Harry, fornendogli un breve riassunto degli eventi che lo hanno portato a diventare l’ossessione di ogni scapolo in città. Apparentemente, il fidanzato della donna non è totalmente all’oscuro della faccenda, come ha pensato Harry inizialmente, perché dopo pochi minuti anche i suoi occhi si illuminano. “Oh mio Dio, ricordo quella storia. Era ovunque.” Dice l’uomo fissando Harry con la stessa morbosa curiosità di tutte le altre persone che lo riconoscono per strada.
“Ehm si – immagino che fosse così.” dice Harry. “Ciao, comunque. Mi chiamo Harry. Piacere di conoscervi, in realtà sto per andare via, quindi…” fuggire da quelle situazioni non funziona quasi mai, eppure è ancora il piano d’azione preferito di Harry, fino a quel momento.
“Aspetta!” lo chiama la ragazza non appena Harry si volta per andarsene dal locale. Non lo sta fissando con morbosa curiosità come la maggior parte delle persone, lo sguardo triste e l’urgenza che attanaglia la voce della donna mostra pura disperazione.
Harry è abituato ad essere fermato da sconosciuti per strada, ma non ha mai visto qualcuno reagire in questo modo. 
“Ha funzionato? Hai trovato qualcun altro?” L’unica persona che Harry vorrebbe in quel momento è il suo defunto marito, che strangolerebbe volentieri per la situazione nel quale l’ha messo. “Uhm, no.” rivela Harry. “Purtroppo no, e non sto cercando nessuno al momento.” offre loro un sorriso educato mentre approfitta del silenzio improvviso per fuggire velocemente dal bar. “Beh, ancora una volta è stato un piacere conoscere entrambi, ma devo proprio scappare. Ciao ragazzi!” Riesce a percepire la coppia che lo fissa tristemente come se avesse appena detto loro che Babbo Natale in realtà non esiste, anche se è molto meglio quello sguardo di compassione rispetto agli abbracci non richiesti che riceve quotidianamente dagli sconosciuti che lo fermano. Tutto questo è accaduto prevalentemente non appena suo marito è morto, ora che è passato un po’ di tempo le persone non gli offrono più conforto come i primi mesi, ora vogliono vederlo soddisfare gli ultimi desideri di Cam. Harry beve un sorso del suo delizioso tè, maledicendo mentalmente Cameron mentre alza gli occhi al cielo. Non sa esattamente dove sia Cam. 
“Sei fortunato che sei già morto.” Sussurra Harry tra sé e sé, perché se suo marito avesse tirato fuori una storia del genere da vivo, lui non avrebbe avuto scrupoli a farlo fuori con le sue stesse mani. 
 
 
 

 
 
A mezzogiorno Harry si presenta al ristorante dove dovrà pranzare con Niall; sta morendo di fame ed è in ritardo, durante il tragitto altre due persone l’hanno fermato per strada per domandargli se avesse trovato finalmente la sua persona. 
“Gentila da parte tua presentarti all’appuntamento. Hai dimenticato dove si trova il ristorante?”
“Sta zitto, sei qui da cinque minuti.” Dice Harry mentre si siede di fronte al suo migliore amico. “Sono uscito da casa in anticipo, sono stato fermato lungo la strada.” Spiega mentre prende la forchetta per rubare un boccone dall’antipasto di Niall.
“Ah, ecco.” Sorride l’amico, avvicinando il piatto in modo che Harry possa mangiare senza sporcare il tavolo. “Allora, Cam ti perseguita ancora eh?”
“Si, immagino di si.” Harry non può fare a meno di sorridere pensando ad un Cameron dall’aspetto angelico che ridacchia tra le nuvole, mandando uomini a caso verso di lui in modo che possano corteggiarlo. Quando lo immagina in quel modo, è quasi impossibile non avere voglia di strangolarlo.
Harry infila una mano nella tasca della giacca per prendere il cellulare, quando si rende conto di averlo infilato nei jeans e di esserci seduto sopra. Mentre lo tira fuori, due pezzi di carta sgualciti cadono sul tavolo, facendo sogghignare Niall. Harry non è abbastanza veloce a riprendersi i due pezzi di carta, il suo amico li ruba velocemente e inizi a leggere i numeri di telefono scritti sopra. 
“Queste non sono soltanto delle richieste. Sono veri e propri tentativi di avere un appuntamento con te.” ridacchia il biondo.
“Tentativi falliti.” Lo corregge Harry.
“Mark eh?” legge Niall, scrollando le spalle. “Ohh, Alexander. Penso sia un bel nome, molto sexy. Scrivigli.”
“Non scriverò a nessuno dei due.” Risponde Harry. Non lo farà mai.
Niall gli lancia uno sguardo pensieroso e triste allo stesso tempo, mentre piega i foglietti con i numero e li rimette sul tavolo. “Quindi non sei interessato?”
“Perché tu lo sei? Farò sapere a tua moglie che stai pensando di sceglierti un nuovo fidanzato.”
“Thea sarebbe probabilmente d’accordo, ormai siamo sposati da tre anni. Dobbiamo rendere più piccante la nostre relazione, in qualche modo.” Harry fissa il suo migliore amico finchè il suo sguardo serio non si trasforma in una risata. “Gesù, dovresti vedere la tua faccia mentre l’hai detto. “Ora ridammi quei biglietti.” Harry si sposta lungo il tavolo per recuperare i numeri di telefono ed evitare che uomini palesemente gay si intromettano nel rapporto di Niall e sua moglie.
“Inviagli un messaggio e guarda che succede. Chiacchiera un po’ con loro, parlate di sport, del tempo, qualsiasi cosa. Magari hanno semplicemente voglia di rotolarsi tra le tue lenzuola per una notte, chi lo sa.” Continua Niall, aggrottando le sopracciglia. Harry sa che l’amico ha ragione. Tuttavia è serio quando dice che non è minimamente interessato a conoscere qualcuno. 
 
Più tardi, quella notte, dopo aver fatto una doccia rinfrescante, Harry fissa il numero di Alexander in una mano e il cellulare nell’altra. Non è ancora interessato a conoscere un uomo. Tuttavia è consapevole che dovrebbe ascoltare i consigli dei suoi amici e della sua famiglia e fare almeno un piccolo sforzo per andare avanti. È molto più difficile di quanto sembri.
Harry ha impiegato mezz’ora soltanto per aggiungere il numero di quell’uomo ai suoi contatti. Ci sono voluti altri dieci minuti per cliccare sull’icona dei messaggi, ora Harry sta fissando lo spazio vuoto chiedendosi come la gente riesca a fare cose del genere ogni giorno.
Come fanno le persone a lasciarsi alle spalle il ricordo della persona che hanno amato e ricominciare da capo? Non riesce a capirlo. Elimina il numero non appena ritorna in sé, rendendosi conto di avere ragione. Non è interessato a frequentarsi con qualcuno, non è pronto. È probabile che non lo sarà mai. Forse è per questo motivo che suo marito ha scritto quell’articolo due anni prima, ma il fatto che Cam voglia aiutarlo a superare la perdita non lo rende più facile e nemmeno più felice. 
 
 
 

 
 
Il venerdì seguente Harry si trova nello stesso posto nel quale si ritrova ogni venerdì del mese, nella sua camera da letto, rannicchiato sotto le lenzuola pulite, mentre scorre il catalogo di Netflix alla ricerca di un film da guardare, possibilmente una commedia romantica. La frenetica settimana di lavoro che ha appena passato lo ha lasciato più stanco del solito, quindi decide di smettere di leggere trame di film sconosciuti di cui non ha mai sentito parlare e opta invece per un classico. Love Actually.
È tutto pronto, Harry ha tutto il necessario per iniziare la sua serata tranquilla e rilassante. Ha una grande ciotola di insalata greca con pollo come cena, per rimediare al cibo spazzatura che ha mangiato la settimana scorsa, oltre ad una vaschetta enorme di gelato al cioccolato, il dolce è indispensabile durante la serata cinema.  Si precipita in cucina per recuperare un cucchiaio e una manciata di tovagliolini, ma tutta la sua eccitazione svanisce quando apre il freezer e non trova altro che un mucchio di verdure surgelate, un po’ di carne e mezza bottiglia di tequila. Harry inclina la testa all’indietro, frustrato e addolorato, rendendosi conto che quella settimana è stato così impegnato a lavoro che si è totalmente dimenticato di fare la spesa. Una nuova vaschetta di gelato non apparirà magicamente davanti a lui, non importa quanto tempo rimarrà davanti al freezer a congelarsi. Si dirige nuovamente verso la sua stanza, deciso a passare un venerdì sera senza il suo amato gelato. Clicca play sul laptop, non riesce nemmeno a guardare due minuti del film, che sta già indossando un paio di jogger e delle ciabatte, quella serata è già abbastanza schifosa di per sè, non si metterà le scarpe per uscire. 
C’è un piccolo negozio ad un isolato dal suo appartamento che ha visto Harry in condizioni decisamente peggiori. Non appena entra nel locale si incammina velocemente verso la sezione dei gelati nella parte posteriore, emette un altro gemito insoddisfatto quando vede ogni gusto di gelato disponibile sulla faccia della terra tranne il cioccolato e menta.
Che cazzo sta succedendo stasera? E’ la sua serata sfortunata? All’inizio tutto ciò che riesce a vedere sono mille vaschette di gelato che non gli piacciono poi, come un faro nella notte, Harry nota una scatola di colore marrone e verde chiaro, non può essere altro che il suo amato gelato al cioccolato e menta. È in fondo al freezer, ovviamente, ma ciò non impedisce ad Harry di aprire il congelatore e spostare tutte le scatole per arrivare a quella che desidera. Quando ormai si trova dentro al congelato, le sue dita riescono ad afferrare la scatola di gelato.
E poiché l’universo gode a vederlo in difficoltà, è proprio in quel momento che una voce sconosciuta parla dietro di lui.
“Hey, penso di conoscerti.” Harry fa una smorfia, in parte per il freddo pungente, ma soprattutto perché non può nemmeno uscire di casa cinque minuti per comprare qualcosa che subito qualcuno lo riconosce e lo ferma. 
“Esatto.” Dice Harry rapidamente, evitando l’uomo. “Ciao.” È quasi libero, due passi e raggiungerà la cassa per pagare, quando l’uomo dietro di lui fa due passi in avanti per seguirlo.
“Sei il ragazzo che non beve lattosio, Harry, vero?” chiede l’uomo. “Vieni spesso al bar ad Arthur Street. Prendi sempre il latte di mandorle con il tè, o di soia. Uh- dicono sempre il tuo nome quando fai l’ordine.” Offre come spiegazione per fargli capire come mai conosce tutte quelle informazioni.
L’uomo fissa intensamente il gelato per cui Harry ha appena rischiato di congelarsi, e alza un sopracciglia divertito. “Serata tranquilla?” 
Harry studia il viso dell’uomo di fronte a lui e non trova la morbosa curiosità che di solito vede sui volti delle altre persone. Quel ragazzo lo conosce, ma non per il motivo per cui lo conoscono tutti gli altri. Tutto ciò che Harry vede è un paio di gentili occhi blu e un sorriso che lo fa sentire una merda per aver provato a scappare senza presentarsi. 
“In realtà.” inizia Harry. “Non sono io ad essere intollerante al lattosio. È mio marito.”
“Oh, scusami allora.” Ridacchia l’uomo.
“Era…” si corregge subito Harry, deve ancora abituarsi. “Ehm, è morto.”
“Fanculo. Mi dispiace, non volevo.” Ripete l’uomo senza nessuna traccia di umorismo nella voce.
Harry vorrebbe far cadere il discorso e andarsene a casa a mangiare il gelato, quando gli occhi del ragazzo si ammorbidiscono improvvisamente e lo guarda con un sorriso dolce.
“Harry, mi dispiace così tanto. Non ne avevo idea. Per favore, dimentica ciò che ho detto.”
“No, non preoccuparti.” Si ritrova a rispondere Harry. “Come hai appena detto, non lo potevi sapere, poi è successo un paio di anni fa.” In realtà è strano per lui dire quelle cose, di solito non ha bisogno di raccontare il suo passato a qualcuno. A volte gli sembra quasi che tutto il mondo sappia la storia di lui e Cameron.
“No, sono stato uno sconsiderato. Anche io ho perso qualcuno l’anno scorso, quindi ti capisco. Le persone possono davvero farti sentire una merda senza volerlo, a volte. Non intendevo farti sentire male.”
Harry avverte una sensazione di disagio e di solitudine nelle parole dell’altro. Non è mai divertente quando qualcuno ti fa ricordare una persona che ormai non c’è più. “Chi hai perso?”
“Mia mamma, Leucemia.”
“Mia marito ha avuto un cancro al fegato. L’abbiamo scoperto troppo tardi, ha smesso di funzionare in poco tempo.”
“Mi dispiace.”
“Anche a me dispiace per tua madre.” Risponde Harry.
“Uhm, comunque sono Louis.” offre ad Harry una mano per presentarsi. Lui la afferra, sentendosi stranamente confortato quando il calore della mano di Louis riscalda la sua. 
“Merda, mi dispiace. Mi sono dimenticato che ho tenuto in un mano una vaschetta di gelato.” Esclama Harry quando si rende conto di aver appena bagnato la mano dell’altro uomo.
Lasciano cadere la conversazione riguardo i loro cari che non ci sono più e un silenzio imbarazzato si instaura tra loro.
“Allora, lavori al bar? Mi dispiace di non averti riconosciuto, Louis.”
“No no, non lavoro lì. Mi fermo in quel bar prima di andare allo studio musical in Eight Street. In realtà, probabilmente non mi hai mai visto, di solito finisco mezzo addormentato in fondo alla fila.” scherza Louis.
“Bhe, mi dispiace di non aver guardato spesso verso il fondo della fila.” Ridacchia Harry. “Sei un musicista? Un produttore?”
“No, di solito rispondo al telefono alla reception, per tutto il giorno. Va bene così. Tu sembri avere sempre molta fretta, invece.” 
Questo perché Harry è sempre in ritardo per il lavoro, oltre al fatto che cerca di far tutto il più velocemente possibile per evitare che qualcuno lo fermi per chiedergli se ha incontrato l’amore della sua vita. 
“Prendi il tè soltanto nei giorni feriali?” chiede Louis. “Forse un giorno ci incontreremo, quando non saremo entrambi di fretta. Potremmo ordinare qualcosa e chiacchierare un po’.”
Ad Harry piacerebbe davvero parlare con quel ragazzo. “Si Louis, certo. Sembra carino.”
Sono fermi in quel negozio da così tanto tempo che il gelato nelle mani di Harry si sta sciogliendo lentamente, facendo gocciolare acqua sul pavimento. Ha dovuto mettere in pausa il suo film preferito, Love Actually, ha dovuto indossare dei vestiti per comprare del gelato e tornare subito a casa a rilassarsi, eppure adesso è riluttante ad andarsene. Per una volta, ad Harry non importa della sua serata cinema. “Va più che bene, Louis. Sono contento che tu me l’abbia chiesto, è stato un piacere conoscerti.”
“Anche per me, Harry. Ci vediamo in giro.” Louis sorride prima di incamminarsi verso il corridoio per continuare i suoi acquisti.
“Ciao…” ribatte Harry, sorridendo e guardandosi i piedi quando Louis sussurra. “Belle ciabatte, a proposito.” Sopra la sua spalla.
Harry ha sperato per tutto il tempo che l’altro non se ne accorgesse. 
 

 
 

 
 
E’ più tardi del solito quando Harry si sveglia la mattina dopo. E’ riuscito a vedere a malapena metà film la sera prima. Non è arrivato nemmeno al punto in cui Colin Flirth inizia a studiare portoghese, ad un certo punto Harry ha ammesso la sua sconfitta e si è addormentato. Ha visto la fine di quel film centinaia di volte, quindi non è troppo triste per il fatto di non essere riuscito ad arrivare fino alla fine. Semmai, andare a letto ad un orario decente gli ha solo giovato, infatti si è svegliato riposato e contento. Prende il cellulare dal comodino e trova alcune chiamate perse da sua madre e da sua sorella, oltre ad un messaggio di Niall che gli ricorda di non fare più il vecchietto in futuro e di provare ad interagire con altre persone. Harry alza gli occhi al cielo, dovrà per forza interagire con altre persone visto che sono quasi le dieci e deve incontrare l’amico per pranzo.
Tuttavia, aspettare così tanto tempo per mangiare non gli piace come idea, così opta per andare al bar a bere un tè caldo. Dopo essersi vestito, Harry si incammina verso Arthur Street, la città non è tranquilla come nei giorni precedenti. Molte persone quella mattina sembrano essersi alzate presto, Harry cerca di tenere la testa bassa e camminare veloce. Ci sono poche persone all’interno del bar quando apre la porta del locale, quindi non ci metterà troppo tempo per ordinare la sua colazione. Per fortuna, nessuno lo ha ancora riconosciuto. C’è un uomo in fila, un paio di persone davanti a lui, che continua a voltarsi per lanciargli delle occhiate, con uno sguardo che sembra voler dire di aver già visto Harry prima di quel momento. Harry decide di tirarsi su il cappuccio della giacca sperando di oscurare la sua faccia e confondere l’uomo di fronte a lui.
Quando il suo ordine è completo viene chiamato il suo nome insieme alla sua ordinazione, improvvisamente Harry si ricorda della sera prima, quando Louis ha ammesso di conoscere il suo ordine a memoria dopo averlo sentito un’infinità di volta. Una volta che ha in mano il suo prezioso tè, Harry lancia una rapida occhiata per il locale, ma come ha previsto il suo nuovo amico non si vede da nessuna parte. Harry non ha mai visto Louis prima di ieri sera, si aspetta che quella mattina sia diversa rispetto a tutte le altre?
Non può mentire a se stesso, ha sperato di vederlo mezzo addormentato in fondo alla fila. Tuttavia, sa che succederà lunedì mattina prima di andare a lavoro, forse in quel momento riusciranno a vedersi di nuovo. O forse succederà prima del previsto, pensa Harry mentre qualcuno tiene aperta la porta del negozio per farlo uscire.
“Merda. Harry?”  Il sorriso di Louis è così luminoso che contagia immediatamente il suo.
“Ciao.”
“So che abbiamo detto che un giorno ci saremmo incontrati per chiacchierare, non ho mai pensato potesse essere già oggi, quel giorno.” Louis ridacchia tra sé e sé, anche se non sembra dispiaciuto per essersi imbattuto in Harry due volte in meno di ventiquattro ore. “Come stai?”
Harry si sente sorprendentemente molto meglio dopo aver visto una faccia familiare. “Sto bene, ho preso il solito tè. Anche oggi sono in ritardo.” “
Wow, davvero?” domanda Louis con tono impressionato. Sembra parecchio stanco, rispetto alla sera prima. “Invece per me è troppo presto per essere sabato mattina. Sono passato soltanto per bere un caffè, ma possiamo chiacchierare un po’, se ti va. Sai, se non sei occupato.” Louis starà già pensando ad Harry fuori dal locale con in mano il suo tè privo di lattosio e un sorriso consapevole sul volto, poiché è ovvio che penserà che lui non ha nessuna intenzione di passare un po’ di tempo insieme ad un ragazzo sconosciuto. Ci sono tantissime cose che potrebbe fare Harry, se tornasse a casa. Ieri sera ha rovesciato di nuovo il gelato sul letto, quindi sarà necessario fare il bucato, tuttavia l’unica cosa presente nella sua lista è andare a pranzo con Niall. Ha ancora due ore libere prima di mezzogiorno, e le sue lenzuola sporche di cioccolato e menta possono aspettare.
Può permettersi di chiacchierare con qualcuno. “Uh no, non sono occupato.” Risponde Harry. 
Louis sembra sorpreso, ma non dice nulla riguardo il suo cambiamento repentino. “Perfetto. Beh, perché non ci sediamo? Ti raggiungo tra poco.” Suggerisce Louis mentre si mette in fila. “La caffeina mi sta chiamando.”
“Oh certo, scelgo un tavolo…” risponde Harry guardandosi intorno e vedendo la maggior parte dei tavolini già occupati. Non ha idea di dove andare. Il suo primo istinto è quello di scegliere un tavolo nascosto, in prossimità dei bagni, un posto dove le persone non indugiano troppo a lungo a pensare da chi è occupato. Tuttavia Louis probabilmente non apprezzerebbe un tavolo così nascosto, sembra essere una di quelle persone che ama stare in mezzo alla gente.
“Hai qualche preferenza, Louis? Dove ti piacerebbe sederti?” Una signora anziana passa accanto a loro e guarda Harry in malo modo.
Louis le lancia un sorrisetto stupido prima di alzare lo sguardo sul suo viso e rispondergli. “Uh no. Non sono schizzinoso, dovunque vuoi.”
Harry si incammina alla ricerca di un tavolo libero non appena ha ottenuto una risposta dall’altro ragazzo, cercando di non pensare alla signora che sicuramente ha pensato che stesse facendo a Louis una qualche proposta di tipo erotico. Sente le guance diventare rosse per l’imbarazzo, dà la colpa al tè caldo. Non importa il fatto che non ha bevuto nemmeno un sorso di tè negli ultimi cinque minuti.
“Intendevo i tavoli, sai?” dice Harry quando Louis si siede di fronte a lui con il caffè. Il sole che filtra dalla finestra fa risaltare le rughette intorno agli occhi dell’altro ragazzo.
“Ci stai pensando da quando l’hai detto, vero?”
“Non volevo uscisse una frase ambigua! Io intendevo i tavoli.” Dice Harry, facendo ridere Louis.
“Si, è stato un po’ ambiguo ma per me non c’è alcun problema. Che tu si stia intrufolando all’interno di un congelatore o scandalizzando il pubblico con sottili insinuazione, non sono qui per giudicarti. Sono qui per fare colazione.” Dice Louis mentre morde la sua brioche alla marmellata.
“Accidenti, grazie.” Mormora Harry, anche se sta sorridendo troppo affinché la sua risposta sarcastica abbia l’effetto desiderato. Entrambi sorseggiano le loro bevande, Louis un caffè lungo ed Harry il suo tè da asporto.
C’è un breve silenzio tra loro, finché Louis non trova un argomento con cui spezzare quel momento imbarazzante. “Così, ti ho appena conosciuto senza ciabatte.” Sussurra. “Carini gli stivali che indossi oggi.”
Harry si ritrova a succhiare un po’ più forte il suo tè con la cannuccia. “Non ho pensato che qualcuno mi avrebbe visto. Sarei dovuto tornare a casa subito, e tecnicamente sono mocassini.”
“Perché è così che la gente li chiama al giorno d’oggi.” Ridacchia Louis, prendendolo in giro in modo innocuo.
Harry è abituato visto che ha a che fare con Niall da anni e anni.
“Sai, sono abbastanza sicuro che mia madre ne abbia avuti un paio soffici e viola. Non sono affatto come le tue ciabatte molto virili, ah no scusami, mocassini.” Dice Louis facendo ridere Harry. Louis continua a sorridere anche dopo aver menzionato la madre con la sua battuta, ma i suoi occhi non sono più brillanti come prima.
Harry nota qualcosa di distante in loro, non abbastanza da essere tristi o sconvolti, semplicemente come se gli mancasse qualcuno. “Hai detto ieri sera che è passato un anno?” chiede Harry. Sicuramente non è passato tantissimo tempo da quando Louis ha perso la madre, Harry lo capisce, lo sa per esperienza . Il suo primo anno senza Cameron ha sorriso alle persone senza mai essere sul serio felice. Dopo cinque anni di matrimonio, ha trascorso i primi mesi ad imparare di nuovo cosa significa vivere senza suo marito. Ci sono state volte in cui non è riuscito nemmeno a pensare a Cam senza piangere, ma è riuscito a guarire piano piano con il passare del tempo. Lo farà anche Louis, ci vuole solo tempo e pazienza.
Louis annuisce alla sua domanda, non incontrando i suoi occhi, mentre muove distrattamente la tazzina di caffè sul tavolino. “Si, circa un anno fa. Non riesco a non pensarci.”
Harry odia dirgli che non smetterà mai di farlo, sarebbero potuti passare cento anni e lui avrebbe sempre sentito la mancanza della madre. 
“Ha sofferto molto dopo essersi ammalata, quindi in un certo senso credo sia meglio che se ne sia andata. Alla fine, non riusciva nemmeno a parlare o a respirare da sola.”
Ad Harry tutta quella storia suona stranamente familiare. “Cameron ha avuto lo stesso problema.” risponde Harry. “Dopo il fegato, anche il resto dei suoi organi ha smesso di funzionare. Abbiamo continuato a sperare in un trapianto, ma non è arrivato. Il dottore ci ha riferito che il prossimo stadio sarebbe stato il coma epatico, Cam ha detto che se fosse arrivato a quel punto avrei dovuto lasciarlo andare.  E l’ho fatto, ho fatto quello che mi ha chiesto.”
“Non credo che sarò mai abbastanza forte per fare una cosa del genere.” Sussurra Louis.
Neanche Harry, ma ha dovuto farlo. “Bene.” scrolla le spalle con rassegnazione. “E’ come hai detto tu, a quel punto ha già sofferto così tanto, meglio morire che continuare a soffrire.” Sapere che Cameron non avrebbe più sofferto è l’unica cosa che lo conforta.
“Mi dispiace così tanto, Harry.” insiste Louis ed Harry riesce a capire che l’altro ragazzo è davvero dispiaciuto. “Era malato da molto tempo? Mia madre un giorno stava bene e il giorno dopo non più. Non appena i medici hanno capito cosa non andava, sono passati soltanto pochi mesi…”
Anche questo gli suona stranamente familiare, tranne che Cameron è durato soltanto poche settimane. “Anche a me dispiace Louis, per tua madre. No comunque, non c’è voluto molto tempo. Cam ha sempre avuto queste terribili emicranie durante il lavoro, prima ancora che ci conoscessimo. Ha preso per anni del paracetamolo e una medicina che gli hanno prescritto per il dolore acuto, nessuno ha pensato potesse essere pericoloso a lungo andare. Immagino che dopo un po’ sia diventato troppo difficile da gestire per il suo corpo.” Ancora oggi Harry si chiede quale emicrania abbia portato alla sua morte, quale dose di paracetamolo abbia portato il suo fegato oltre al limite. “Ci siamo presentati dal dottore convinti fosse influenza o un virus intestinale.” Harry ridacchia senza alcun umorismo. 
“Wow.” Dice Louis e un altro momento di silenzio cala tra loro, denso di imbarazzo e tristezza. “Questa è una conversazione molto allegra, non è vero?” ridacchia Louis tra sé e sé. “Gesù, mi dispiace di averti reso triste parlando di queste cose. Io cerco di non farlo mai, soprattutto quando sono insieme ai miei fratelli.” Aggiunge con tono affettuoso. “Sono tutti più giovane di me e nostra madre gli manca terribilmente.”
“Non devi giustificarti. Sto bene.” lo rassicura Harry. Inoltre, soltanto perché Louis è il più vecchio non significa che non debba soffrire. “E va benissimo se vuoi parlarne con me. Raramente riesco a parlare di queste cose con qualcuno, quindi non mi dispiace. Penso che possa aiutarci parlarne.” Niall lo ascolta sempre quando passa delle giornate no, ma alla fine Harry sa di far sentire il biondo un amico inutile perché non c’è niente che possa fare per rimediare a quello che è successo. Tutto ciò che il suo migliore amico può fare è stargli vicino, esserci per lui. Harry non conosce bene Louis e non sa se l’altro ragazzo ha qualcuno con cui parlare quando si sente triste, a lui non dispiacerebbe essere quella persona.
“Dovremmo parlare di qualcos’altro. Niente di deprimente, solo cose felici.” Suggerisce Louis, come se volesse ricominciare da capo. “Allora, cosa ti rende felice, Harry?”
In questo momento si sente felice per essere rimasto al bar piuttosto che sgattaiolare via come suo solito. “Uhm…il negozio all’angolo ha un gelato al cioccolato e menta strepitoso, mi ha reso felice per tutto il fine settimana. E tu Louis, per cosa sei felice?”
“Beh per cominciare, c’è il sole, quindi è una bella giornata a prescindere.” Dice Louis sorridendo e guardando fuori dalla finestra. “Sono felice di aver finito il dentifricio la scorsa notte proprio quando tu hai deciso di uscire per comprare il gelato. Probabilmente non ci saremmo mai incontrati, altrimenti. Inoltre, e non riesco a credere che sto dicendo questo, sono contenta di essermi svegliato alle nove del mattino e di aver sentito la necessità di bere un caffè.”
“Il nostro incontro è stato davvero un caso.” Concorda Harry. “Oggi ho dormito più del solito.”
“A questo punto possiamo ritenerci amici.” Scherza Louis. “Due ragazzi affascinanti che riescono a trasformare una conversazione deprimente in qualcosa di divertente. Ammettilo, è destino che dovessimo diventare amici.”
Harry non ci ha pensato, se deve dire la verità. Ha pensato che imbattersi in Louis sia stata semplicemente una coincidenza, tuttavia non può fare a meno di sorridere bevendo un sorso del suo tè al gelsomino aromatizzato al miele, inviando un silenzioso e riconoscente grazie verso il cielo nel caso in cui il suo angelo custode Cameron ci abbia messo lo zampino. 
 







 
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: Sweet_CreatureHL