Serie TV > Sherlock (BBC)
Segui la storia  |       
Autore: hikaru83    24/01/2020    3 recensioni
Questa raccolta era nata per una challenge che poi è stata chiusa in anticipo, ho quindi deciso di mantenere le storie e lasciarla come un luogo dove raccogliere one-shot più o meno brevi nate da una parola che mi ha ispirato o mi è stata suggerita.
Le storie saranno probabilmente slegate tra loro, e quando ci saranno ship saranno o Johnlock o Mystrade, non ho mai scritto su altre coppie e non credo proprio inizierò ora, se dovesse succedere state sicure che queste due non verranno separate! Ovviamente non ho idea del genere dell'intera raccolta perchè scrivo grazie all'ispirazione che i prompt dati mi danno, diciamo che in genere io sono da finali felici.
Spero che questo esperimento vi piacerà.
Genere: Fluff, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Lestrade, Mycroft Holmes, Quasi tutti, Sherlock Holmes
Note: AU, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Prompt 4: Sherlock torna a casa e trova John steso sul divano che, con aria assorta, tiene in mano la sua pistola. La fissa, se la rigira tra le mani, la punta in giro, fino a rivolgerla verso se stesso. Sherlock gli si avvicina terrorizzato.

Prima di iniziare ricordate che senza ombre non ci sarebbe luce.





Ombre
 




Sherlock era immobile. Era così da diversi minuti – che a lui parevano ore – perché non sapeva cosa fare. E già questo potrebbe bastare per spiegare la gravità della situazione. Era terrorizzato di muoversi nel modo sbagliato, persino di respirare temendo di fare un rumore che avrebbe fatto fare a John un movimento inconsulto e lo avrebbe portato a premere il grilletto.

Era notte fonda, ma Sherlock aveva avuto un pessimo presentimento e aveva dovuto uscire di casa e raggiungere Watson.

Sperava che le cose, dopo tutto quello che era successo, dopo Eurus, la morte di Mary, quelle accuse che John gli aveva lanciato – e che lui riteneva del tutto insufficienti rispetto a ciò che si meritava – dopo essersi drogato fino a rischiare la vita per salvarlo, dopo tutto quel marasma di emozioni e quell’altalena di sentimenti, si stessero mettendo per il meglio.

Certo, John non era ancora tornato a vivere a Baker Street – come se fosse combattuto, Sherlock immaginava fosse colpa sua e non aveva mai insistito a proposito – ma avevano lavorato insieme a qualche caso, appena tutta la droga che aveva in corpo era stata smaltita e le crisi d’astinenza, grazie a John che mai aveva lasciato il suo fianco, erano state superate. E le cose, anche se non come prima, sembravano funzionare.

Eppure quella notte non era riuscito a togliersi quella sensazione orrenda alla bocca dello stomaco e aveva dovuto raggiungere l’uomo che era diventato il centro del suo universo anche se quest’ultimo non ne aveva la minima idea.

Poi, una volta già in strada, aveva ricevuto il messaggio di Lestrade e la brutta sensazione si era trasformata in terrore.


GL: “Sherlock, John sta bene? Mi ha portato Rosie prima di cena dicendo che doveva fare una cosa per te, ma mi è sembrato strano, non è che si sta ammalando? Non farlo stancare troppo.”


Perché John avrebbe dovuto raccontare un’idiozia simile? Perché non voleva Rosie a casa? Erano solo due delle mille domande che affollavano il cervello del consulente investigativo.

Poteva essere solo per un’avventura – aveva ipotizzato – magari aveva trovato una donna che... No! Sherlock non poteva credere che avesse mollato così la figlia, soprattutto che avesse mentito all’ispettore. Perché era certo che Lestrade non avrebbe avuto niente da ridire se fosse stata una questione di donne.

Ma allora perché John si era comportato in quel modo?

Erano giorni che Sherlock aveva notato qualcosa di diverso, ma non aveva trovato il coraggio di chiedere. Si sentiva ancora così colpevole che non se la sentiva di esporsi troppo, temendo di far soffrire John più di quello che già aveva fatto.

E il risultato di questa sua vigliaccheria era davanti ai suoi occhi.

Dopo essere entrato nella nuova casa di John – che gli aveva affidato le chiavi di scorta prima che tutto si incasinasse come era accaduto e, stranamente, non gliele aveva mai chieste indietro – si era mosso con cautela e l’aveva visto.

Sdraiato sul divano, completamente vestito, la camicia ben stirata, allacciata fino all’ultimo bottone, i pantaloni che lo fasciavano perfettamente, le scarpe annodate ai piedi. Sembrava pronto a uscire. Invece l’unica uscita che pareva avesse intenzione di fare era quella dalle loro vite.

La stanza era al buio, illuminata solo dai lampioni dalla strada che però erano sufficienti per permettere a Sherlock di osservare la scena. La canna metallica della pistola riluceva grazie alle luci esterne, e rispetto alle ombre della casa era sorprendentemente lucente, sembrava quasi viva.

Quella stessa pistola che avevano comprato insieme dopo che quella d’ordinanza di John era finita nel Tamigi, all’epoca de "Lo studio in rosa" .

John se la girava tra le mani, pensieroso. Ogni tanto la puntava verso il muro, di fronte a sé, poi riprendeva a giocarci.

Poi però, con un movimento fluido si sedette sul divano e rivolse la canna verso se stesso. E se Sherlock da prima già respirava a fatica cercando di controllare ogni cosa, in quel momento si era ritrovato a trattenere il fiato.

«Sai Sherlock,» la voce roca e stanca di John era rivolta direttamente a lui, chissà da quanto sapeva che era lì. «Sapevo che saresti arrivato, o forse lo speravo.»

«John...»

«Sai quando ho puntato la pistola contro di me la prima volta?» non sembrava che John avesse intenzione di permettergli di parlare.

«Perché non me lo dici, magari dammi l’arma prima.» Cercò di farlo parlare, avvicinandosi cautamente.

«È successo in guerra, la prima volta che ho ucciso. Poi però, come puoi aver intuito, non ho mai trovato il coraggio di premere il grilletto.» John finse di non aver sentito la sua richiesta. O forse chissà, non la sentì davvero.

«Perché sei un uomo coraggioso John, l’uomo più coraggioso che io abbia mai incontrato.»

«Sherlock, Sherlock... pensi sempre troppo bene di me.»

«Io non do’ giudizi frettolosi, lo sai. Non mi sono mai preoccupato di dire la verità a chiunque, perché dovrebbe essere differente per te?»

«Già, perché?»

«Bene, ora che abbiamo costatato l’ovvio, perché non mi dai quella pistola John?»

«Perché vuoi salvarmi Sherlock? Dopo tutto quello che ti ho fatto, dopo il male che ti ho procurato, perché diamine mi tieni aggrappato alla vita, quando dovresti solo lasciarmi affogare?»

«John, sei serio?»

«Sarebbe tutto più semplice, lo sarebbe per tutti. Tu potresti continuare a risolvere casi come facevi prima, senza avermi come una palla al piede, Rosie avrebbe un padre che la ama e non uno che non riesce a far altro che vedere Mary in lei. Ho così paura di arrivare a odiare la mia bambina Sherlock.»

«John, stammi bene a sentire.» Prese fiato cercando di trovare le parole giuste, ma poi decise di lasciar perdere, persino nel suo discorso da testimone le cose erano andate discretamente bene una volta che aveva smesso di pensare a ciò che stava dicendo e aveva semplicemente detto quello che si sentiva di dire. «Se tu ora premessi quel grilletto sai cosa succederebbe?» Nessuna risposta da parte del dottore. Sherlock avanzó un altro po’ all’interno della stanza, potrebbe quasi toccare John, se fosse abbastanza veloce forse... poi decise di non provarci, la canna della pistola sfiorava il mento del dottore e lui aveva troppa paura di non essere abbastanza veloce. La paura era un sentimento che prima di incontrare John non aveva mai capito fino in fondo. O meglio, era un sentimento, e in quanto sentimento prima di John non aveva mai potuto comprenderlo, non vivendolo personalmente. «Succederebbe che io avviserei Greg, o mio fratello, poi prenderei l’arma e ti seguirei. Perché John, senza di te non arriverei nemmeno a Baker Street senza fermarmi da qualche spacciatore, tanto vale che la faccia finita subito, non credi?»

«Sherlock tu non,» l'ex militare tentò di ribellarsi a quell'uscita del detective ma Holmes non gli diede tempo.

«Eh no John, tu non puoi decidere per le azioni che faranno gli altri dopo questo tuo gesto, non ne hai nessun diritto.»

«Sherlock, ti ho accusato ingiustamente, ti ho picchiato, ho perso ogni decenza anche come padre lasciando Rosie da chiunque, troppo intontito dall’alcool e dal rancore verso me stesso per occuparmi di lei. Non ce la faccio più. Non riesco nemmeno a guardarmi allo specchio senza provare nausea. A che cazzo servo?»

«Smettila subito John, non ti permetto di continuare a gettarti addosso fango.»

«Sherlock...»

«Non puoi toglierti la vita, non puoi, la tua vita appartiene a me, chiaro?» Lo vide sussultare, per un istante temette che con un movimento involontario avrebbe premuto il grilletto, ma John era un medico, un cecchino, e aveva le mani ferme. Finalmente allontanò la canna della pistola da sé e spostò lo sguardo verso di lui.

«La mia vita appartiene...»

«A me.» continuò il detective, inginocchiandosi di fronte a lui, come un devoto religioso verso il suo Dio. Prese la pistola dalle sue mani e l’appoggiò sul pavimento, tornando finalmente a respirare e venendo colpito dal profumo di John. Altro che ossigeno, a Sherlock sarebbe bastato quello per vivere. Prese il viso di John tra le mani, costringendolo a guardarlo negli occhi. «John la tua vita mi appartiene quindi non puoi, non puoi davvero togliertela.» nessun suono uscì dalle labbra di John, ma i suoi occhi si riempirono di lacrime. Sherlock appoggiò la fronte su quella del dottore, senza allontanare le mani dal suo viso.

«Io non ce la faccio da solo Sherlock, ho troppe ferite ormai per riuscire a farcela da solo.»

«Tu non sei solo, tu hai un sacco di persone dalla tua parte, e per quanto io sia quello che ti da più lavoro che aiuto, tu hai me, avrai sempre me.» Sherlock non potè non notare come John si morse il labbro inferiore, combattuto se credergli o meno, e per quanto non fosse il momento adatto non potè che pensare a quanto fosse sexy l’uomo che aveva di fronte. Sentì la pelle del suo viso sotto i polpastrelli, le guance ruvide di barba che iniziavano a far venire i brividi al detective, brividi molto piacevoli. Avrebbe voluto annullare la distanza delle loro labbra, ma non riuscì a decidersi a farlo, non voleva fare niente che John non fosse pronto a fare. E lui non aveva mai dato l’idea che potesse desiderarlo in maniera diversa che come un amico.

Poi un movimento, e il sapore delle labbra di John sulle proprie gli fece completamente perdere coscienza di sé e di ciò che lo circondava. C'erano solo quelle labbra che sembravano promettergli il paradiso. Si allontanano però di scatto.

«Scusa Sherlock, non dovevo io...» Ma il detective non aveva intenzione di perdere questa occasione e così se lo tirò verso sé e premette ancora una volta le labbra su quelle del dottore. Lui sussultò, ma poi, si lasciò andare aggrappandosi alle sue spalle, le lacrime sembrava stessero sciogliendo anni di cose non dette e incomprensioni. Esistevano solo loro due, finalmente, solo loro due.
 
«John, torni a casa?» chiese Sherlock una volta terminato il bacio, con le labbra ancora così vicine tra loro da solleticarsi a ogni movimento.

«Aspettavo solo che me lo chiedessi.»

Braccia che si stringono, bocche che si cercano. La pistola dimenticata sul pavimento, e due anime che si ritrovano, quando ormai sembrava impossibile.
 
 



Fine



Note: questa povera ff sta nel mio pc abbandonata da un sacco di tempo, non ero convinta che fosse finita nel modo giusto, ma alla fine ho deciso di lasciarla così.
Il prompt era tra quelli dati per l’evento per il compleanno di Martin del gruppo FB Johnlock is the way and Freebatch of course che non erano stati sviluppati e mi era rimasto attaccato alle dita, spero che alla creatrice del prompt  e a voi che avete letto, sia piaciuta. Alla prossima.

P. S. Susanna grazie 😘
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Sherlock (BBC) / Vai alla pagina dell'autore: hikaru83