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Autore: Francy_Kid    31/01/2020    0 recensioni
Viperion passa dal lato di Papillon ed inizia a lottare contro Ladybug e Chat Noir. Cosa accadrà se dovesse scoprire che dietro le maschere dei due eroi ci sono il suo migliore amico e la ragazza che ama?
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ATTENZIONE: Questa storia segue le vicende della serie "Miraculous - Les aventures de Ladybug et Chat Noir" fino alla terza stagione escluso il finale, ergo fino alla puntata numero 24 ("Ladybug") poiché è stata ideata molto tempo prima della messa in onda del finale.
Buona lettura ^^
Genere: Angst, Drammatico, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Luka Couffaine, Maestro Fu, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug
Note: OOC, Otherverse, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!, Tematiche delicate
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Ancora non capiva perché proprio a quell'ora. Papillon, a quanto pare, non era un tipo giornaliero – eppure mandava quantità di akuma durante il giorno, perché non può dormire come tutti durante la notte?

Era da poco passata l'una e mezza, la metro era quasi completante vuota, tranne per un uomo ubriaco addormentato in fondo alla sua carrozza e qualche turista che stava ancora girando per le vie di Parigi.

Ormai tutto il mondo era venuto a conoscenza degli attacchi akuma in questa città, infatti il turismo era calato almeno del settantacinque per cento – all'incirca. Le strade non erano più colme di persone che parlavano diverse lingue da quella francese come qualche anno prima e la città ne aveva risentito parecchio; proprio perché erano tutti spaventanti da Papillon. Anche i parigini lo erano, sopratutto dopo l'incidente in cui era morta una persona, da allora coloro che giravano di notte erano diminuiti drasticamente e le strade erano già totalmente vuote intorno alle tre del mattino.

Un duro colpo per la città.

Raggiunse in metro la fermata "Concorde" mezz'ora più tardi ed una volta che le porte si aprirono scese dal vagone, voltandosi verso l'uscita che l'avrebbe portato al parco. Si sistemò il cappuccio in testa, dato che le poche persone ancora per strada – sopratutto i più giovani – potevano riconoscerlo. Dalla fermata della metro fino alla fontana ottagonale non erano nemmeno cinque minuti di camminata, ma lui li fece diventare tre, mantenendo un passo svelto e tenendo la mente concentrata sulla sua meta.

Mancavano pochi metri e già riusciva a distinguere due figure in piedi avvolte da una specie di mantella scura. Certo che se volevano non dare dell'occhio avevano proprio sbagliato tutto! Mayura si era raccomandata che lui non venisse trasformato, quindi, se Papillon non voleva essere beccato da uno dei due eroi di ronda avrebbe dovuto fare lo stesso, ma non avrebbe mai svelato la sua identità.

Luka abbassò il cappuccio, ringraziando chiunque lo ascoltasse che il parco a quell'ora era completamente vuoto, vi erano solo lui e le due figure incappucciate.

«Come concordato siamo qui ad ascoltare ciò che hai da dire. Forza, rivelaci il tuo piano per sconfiggere Ladybug e Chat Noir», esclamò la figura più bassa, che vista la voce e la statura dovesse essere Mayura.
Luka alzò la mano sinistra, quella con il suo Miraculous. «Chi mi garantisce che voi siete Papillon e Mayura? Magari siete Ladybug e Chat Noir che mi stanno tirando un brutto scherzo», aggiunse anche per provocarli. Certo, Ladybug e Chat Noir non potevano sapere del loro incontro, ma doveva esserne almeno sicuro.

I due pronunciarono i nomi di quelli che dovevano essere i loro due kwami, Nooroo e Duusu, e subito dopo due esserini volanti si palesarono accanto alle due figure: il kwami della farfalla sembrava intimorito, con il capo basso, mentre quello del pavone era abbastanza felice di stare all'aria aperta, svolazzando qua e là accanto alla sua portatrice.

«Ora che hai visto i nostri kwami immagino ti possa fidare di noi. Rivelaci il tuo piano». Fu di nuovo la donna a parlare. Chi gli garantiva che fossero davvero Papillon e Mayura? Magari erano due scagnozzi inviati per confonderlo. Non si fidava per nulla di loro, ma doveva reggere il gioco.

Luka incrociò le braccia al petto. Non accennò alla fiducia perché, sicuramente, loro si fidavano di lui come lui si fidava di loro: sebbene fossero una specie di collaboratori, non avevano nessuna interazione al di fuori delle battaglie contro Ladybug e Chat Noir.

Luka sospirò, guardandosi attorno un'ultima volta per controllare che non ci fosse nessuno prima di parlare. «Ladybug e Chat Noir combattono sempre insieme».
«E questo lo sapevamo già», lo interruppe la donna. Sembrava avesse fretta di arrivare dritta al sodo.
Fece finta che non avesse parlato e continuò con il suo discorso: «Il loro punto di forza è l'unione. Se combattono insieme sono più forti, ma non è la prima volta che uno dei due, o entrambi, si ritrovano in estrema difficoltà se separati».
L'uomo sotto il mantello rise, attirando l'attenzione del ragazzo. «Non mi stai dicendo nulla di nuovo. Anche io ho notato che Ladybug e Chat Noir sono più affiatati se insieme».
«Allora perché non hai fatto nulla per separarli?»

Non poteva vedere l'espressione di Papillon sotto il capuccio. Non sapeva se stesse ridendo, se fosse seccato o se lo stesse studiando, esattamente come stava facendo lui ora.

Giocare sul suo senso di frustrazione per le continue sconfitte era un modo che aveva per capire le sue vere intenzioni, tenendosi sulla difensiva in caso avesse fatto la stessa cosa con lui.

L'uomo non disse nulla, al suo posto prese parola Mayura: «Non tutti gli akumatizzati sono uguali. C'è chi si avvicina di più, chi, seppur riuscendoci, fallisce perché Ladybug e Chat Noir risolvono la situazione, ed altri che invece che seguono il loro sentimenti di vendetta che l'akuma alimenta. Tu stesso la prima volta, sebbene stavi combattendo solo contro Ladybug hai preferito lasciare il suo Miraculous ed avere la tua vendetta su quel produttore discografico. Papillon da la possibilità di vendicarsi in cambio dei Miraculous di Ladybug e Chat Noir».

Luka alzò il sopracciglio nel sentire le sue parole. Sembrava quasi che volesse far passare Papillon per il buono, colui che dava una possibilità alle persone. Non si fidava affatto di lui, ma gli serviva per raggiungere il suo scopo.

«Il mio piano è di utilizzare tutte le armi che abbiamo a disposizione», spiegò brevemente il ragazzo rivolgendo l'attenzione a Papillon. «Con il mio potere, un tuo akumatizzato ed un Sentimostro di Mayura potrai impadronirti dei Miraculous di Ladybug e Chat Noir in men che non si dica. Ma prima devono essere separati, sopratutto perché sicuramente ruoteranno nell'aiuto degli altri eroi».

L'uomo annuì, avvicinandosi al giovane ed allungando la mano verso di lui. Luka la fissò fino a quando non parlò.

«Viperion, se accetti io ti conferirò la possibilità di aumentare il tuo potere. Usando una delle mie akuma sarai libero di tornare indietro nel tempo ogni volta che vorrai e non solo dopo che hai attivato il potere del Miraculous».
«No», disse secco il ragazzo notando un leggero movimento della mano, come se fosse rimasto scioccato dalla sua risposta. «Io uso solo il Miraculous del serpente. Non ci tengo ad essere akumatizzato di nuovo». La sua risposta fu diretta. Se proprio doveva sconfiggere Ladybug lo avrebbe fatto con la sua volontà, senza nessun aiuto da parte degli altri. Era lui che decideva per sé.

Papillon ritrasse la mano, sistemandola nuovamente sotto il mantello scuro.

«Va bene. In caso cambiassi idea durante una battaglia sai come contattarmi. Andiamo», aggiunse prima di camminare verso il ragazzo e superarlo, seguito dalla donna.

Luka non si voltò, allontanò per recarsi alla fermata della metro, sollevando il cappuccio per coprirsi. Sapeva che quell'uomo stava tramando qualcosa e per questo avrebbe dovuto essere più attento; ma lo avrebbe sfruttato appieno dato che era l'unico a sapere come poteva riportare in vita sua madre.

Gabriel si sedette sul sedile posteriore della sua limousine, abbassando il cappuccio scuro e sistemando i capelli leggermente scompigliati. Sospirò, guardando fuori dal finestrino.

«Possiamo fidarci di lui?» domandò Nathalie dopo aver chiuso la portiera del guidatore, lei si era tolta la mantella, poggiandola sul sedile accanto al suo.
L'uomo scosse la testa. Non si fidava di quel ragazzo, fino a poco tempo prima era un eroe. «Quel ragazzo è molto bravo a capire le persone, mentre lui è difficile da leggere. L'unica cosa certa che so è che odia davvero Ladybug» aggiunse, mettendosi a braccia conserte e sogghignando. «Dobbiamo continuare a fargli pensare che esaudiremo il suo desiderio, finché non saremo effettivamente entrati in possesso dei Miraculous di Ladybug e Chat Noir, poi potremo liberarci di lui».

La donna annuì e mise in moto l'auto, guidando poi fino a Villa Agreste.

 

—————————————

 

Luka rientrò in casa, girandosi verso la porta d'ingresso per chiuderla a chiave quando la luce del salotto che si accendeva attirò la sua attenzione.

Si voltò, trovando la sorella in piedi vicino allo stipite dalla porta che conduce al corridoio per raggiungere le camere da letto ed il bagno. Come pigiama indossava una delle sue vecchie magliette che le stavano fin troppo grandi ed un paio di pantaloni lunghi leggeri, i capelli lunghi sciolti come sempre ed il ciuffo le ricadeva davanti al viso. Era visibilmente arrabbiata.

«Dove sei stato?» domanda incrociando le braccia al petto.
Il ragazzo si voltò nuovamente verso la porta, finendo di girare la chiave nella toppa. «A fare una passeggiata. Avevo bisogno d'aria».
«Non mentirmi!» sbottò lei. Luka quasi fece un saldo contro la porta: sua sorella era sempre calma, non urlava mai. «La notte non dormi, a volte esci e torni la mattina sperando che non me ne accorga, stai male, non mi parli nemmeno più... Non è che per caso hai iniziato a drogarti?»
Il ragazzo assunse un'espressione di pura confusione. Scosse la testa, cercando di mettere insieme le parole. «Assolutamente no! Lo sai che io per primo sono contro quella roba. Semplicemente non avevo sonno e sono uscito un po', tutto qui» rispose, poggiando le chiavi di casa sul mobiletto contro il muro sulla sua destra.

Sbadiglia e fa per avviarsi verso camera sua ma la sorella gli bloccava la via.

«Lo so che la morte della mamma ti ha distrutto, ha distrutto anche me, ma dobbiamo andare avanti. Non possiamo soffermarci su un brutto avvenimento, la mamma non lo vorrebbe».
«E tu cosa ne sai di cosa vorrebbe la mamma? Non è qui per dircelo» ribatté secco lui, poggiando la mano sulla spalla di Juleka solo per far sì che si spostasse di lato, superandola.
«Lo sai benissimo che ho ragione. Lo so che non è passato molto da quando se n'è andata, ma tu non stai facendo nulla per comportarti da persona matura ed andare avanti».

Il corvino non rispose e si rifugiò nella sua stanza, girando la chiave nella toppa e bloccando a chiunque l'ingresso. Aveva l'illusione che in quel modo tutti i suoi problemi restavano fuori dalla sua stanza, senza poterlo raggiungere. Solitamente si isolava nella musica, ma fin da quando si erano trasferiti in quell'abitazione non aveva nemmeno la voglia di tirare fuori la chitarra dalla custodia.

Si sdraiò sul letto in posizione fetale, lo sguardo rivolto verso la finestra. Sospirò, spostando gli occhi verso la finestra per vedere la luna, ma le nuvole iniziavano ad avvicinarsi poco alla volta.

Chiuse gli occhi, lasciandosi cullare dall'oscurità che lo avvolgeva.
 

 

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Luka si svegliò ore più tardi, notando dalla sveglia sul suo comodino che era passato mezzogiorno da un po'. Aveva dormito per quasi nove ore, il che era parecchio di più rispetto ai giorni precedenti.

Sospirò, recuperando la bottiglietta di acqua accanto alla sveglia per berne un po', riponendola poi dove l'aveva presa.

Prese il telefono, che aveva dimenticato di caricare, ma per fortuna era ancora a poco più del trenta percento, facendo scorrere i messaggi che gli avevano scritto le persone. Aveva abbandonato tutti i gruppi, volendo staccarsi il più possibile dalla felicità degli altri, ma molti lo contattavano in chat privata: Juleka le aveva scritto che sarebbe uscita con i suoi amici, Adrien gli chiese se voleva fare un giro con lui, Nino e Kim, Marinette gli aveva scritto il buongiorno – come ogni mattina – e gli aveva inviato un selfie di gruppo di lei, Juleka, Alix e Rose in un bar a fare colazione, mentre nella chat di Rose vide la foto di Juleka che cercava di far abbassare il telefono alla ragazza ed una GIF di Marinette che faceva finta di essere un vampiro con due cannucce in bocca. Sorrise intenerito e salvò la GIF, riponendo poi il cellulare sul comodino.

Si alzò, andando a recuperare un'arancia che tagliò in due: con una metà preparò un bicchiere di spremuta per lui, mentre l'altra metà la sbucciò e la diede a Sass che, leccandosi le labbra, la divorò con gusto. Sistemò il bicchiere nel lavandino e poi andò in bagno per farsi una doccia per svegliarsi del tutto, sospirando ed ignorando il leggero disordine che vi era sia in cucina che in salotto.

Accese l'acqua ed attese che la temperatura fosse di suo gradimento prima di spogliarsi e sistemarsi sotto il getto. Solitamente farsi una doccia lo aiutava a rilassarsi, a non pensare più a nulla tranne che alla musica o ad altro, ma ultimamente, ogni volta che chiudeva gli occhi rivedeva sua madre e lo sguardo incuriosito delle persona, come se alla Liberty fossero spuntate le ali. Riaprì gli occhi, prendendo un paio di respiri profondi per calmare il fiume di pensieri che scorreva come il getto d'acqua, non riuscendoci.

Inevitabilmente, il colloquio di quella notte con Papillon e Mayura ritornò a galla. Aveva fatto bene a rivelare ciò che aveva in mente a coloro che terrorizzavano Parigi da anni? Dopotutto da solo non avrebbe mai vinto contro Ladybug e Chat Noir, i due eroi che erano persino stati in grado di battere un intero esercito di akumatizzati nel "Giorno degli eroi" di sei anni prima, quindi non credeva nemmeno che il suo piano avrebbe funzionato. Ma lui poteva governare il tempo, sebbene per un periodo determinato e si era ripromesso che avrebbe tentato finché non sarebbe riuscito nel suo intento.

Sia Papillon che Mayura lo avevano incontrato di persona senza che fossero trasformati, coperti per celare le loro identità sebbene destassero sospetti. All'inizio credeva fossero due impostori, ma aveva percepito l'odio dell'uomo per i due portatori e l'assoluta fiducia della donna nei suoi confronti. Non li aveva visti in faccia, ma le sensazioni che trasmettevano non mentivano e lui era davvero bravo a coglierle.

Sapeva anche che Papillon aveva in mente qualcosa, ma che fosse contro Ladybug o meno non lo sapeva.

Sospirò, finendo di lavarsi per poi uscire dalla doccia e fissarsi nello specchio leggermente appannato per l'umidità del vapore; odiava guardarsi perché non vedeva più il ragazzo di giorni prima, quando ancora poteva considerare la sua vita normale, ma soprattutto felice.

Questa casa era la rappresentazione della sua perdita, del suo passaggio dalla vita che amava a quella che non gli apparteneva, quella che detestava. Non solo non combatteva più al fianco di Ladybug e Chat Noir, ma ora voleva vendicarsi di loro, aiutando Papillon ad impadronirsi del Miraculous della creazione e del Miraculous della distruzione.

Odiava quella casa. Odiava questa sua nuova vita.

Lo stomaco iniziò a brontolare e dopo essersi infilato un paio di pantaloni grigi della tuta ed una maglietta a maniche corte nera uscì dal bagno; ad attirare la sua attenzione furono le voci di due ragazze che stavano ridendo. Sentì il sangue raggelarsi nelle vene e si affacciò sul salotto, confermando il suo timore: Juleka e Marinette sedute al tavolo mentre ridevano e guardavano il cellulare.

Cosa ci faceva lì Marinette? Perché era entrata in questa sua nuova ed odiosa vita?

Sentì il respiro farsi accelerato e la testa iniziava a girargli. Barcollando raggiunse la sua stanza, chiudendo la porta a chiave e sedendosi a terra, la schiena contro l'ingresso, le gambe al petto e le mani a coprirgli le orecchie.

Marinette era l'ultima persona che doveva entrare in quella casa, doveva starne fuori almeno lei. Eppure aveva detto che l'avrebbe sempre aiutato, che avrebbe fatto di tutto per lui.

Allora perché non poteva lasciarlo sprofondare nella sua disperazione?

 

 

 

 

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Ed anche oggi è venerdì, quindi nuovo aggiornamento! :D

Vi avvisoda oggi gli aggiornamenti non saranno sempre puntuali, perché avevo finito di scrivere fino a questo capitolo, ma da qui devo scrivere ancora tutto. Essendo al terzo anno di università, ed avendo certi professori che amano riempirci di lavori (tipo ne tolgono 1 ma ne aggiungono 5 più lunghi), sono un po' impegnata e quindi ho meno tempo per scrivere... Mi dispiace non poter essere puntuale, perché detesto non esserlo, ma per un po' sarà così RIP

Spero comunque che seguirete la storia, soprattutto perché le cose devono ancora farsi interessanti!

Ci vediamo al prossimo aggiornamento :D
Francy_Kid

  
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