Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: Feisty Pants    31/01/2020    1 recensioni
Elsa e Anna sono due sorelle comuni che, ormai autonome e adulte, condividono lo stesso appartamento, le stesse passioni e lo stesso passato burrascoso dovuto alla morte dei propri genitori. Elsa, pacata e tranquilla, è una promettente dottoressa mentre Anna, agitata e speranzosa, custodisce il sogno di poter utilizzare le sue competenze musicali per creare un lavoro più dignitoso. Il passato che cercano di nascondere, però, irromperà di nuovo nelle loro vite mostrandone imbrogli e segreti ai quali entrambe cercheranno di dare risposte e soluzioni.
Genere: Drammatico, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna, Elsa, Hans, Kristoff, Nuovo personaggio
Note: AU, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: Incompiuta, Tematiche delicate
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 CAPITOLO 2


 
“Buongiorno fiorellino!” annuncia Elsa gettandosi sul letto della più piccola che non ha sentito la sveglia, come suo solito.

“Elsa ti prego!” biascica Anna girandosi dall’altro lato.

“Stanotte non hai avuto le tue convulsioni mozartiane per fortuna!” afferma Elsa abituata a ironizzare sui problemi fisici dell’altra. Elsa, infatti, sapeva bene che quel trauma non l’avrebbero mai superato, soprattutto Anna, motivo per cui un po’ di leggerezza era ciò che ci voleva per vivere meglio.

“Infatti, proprio per questo dovresti lasciarmi dormire! Non ho nemmeno preso il sonnifero…” sussurra Anna nascondendo la testa sotto il cuscino per evitare la maggiore.

“Wow facciamo passi avanti allora! Non vorrei rovinarti il momento ma, dovresti andare al lavoro” le sussurra la più grande cercando di allontanarle le coperte nonostante la resistenza.

“Insegno alle 10 oggi…lasciami ancora 5 minuti” la prega Anna borbottando infastidita e tentando di mandarla via.

“Li facciamo i pancakes?” chiede allora Elsa con un filo di voce sicura di non sbagliare questa volta. Anna, infatti, spalanca immediatamente gli occhioni azzurri e, con un gesto veloce, si scosta tutte le lenzuola di dosso balzando in piedi con la mano sulla fronte, pronta ad eseguire gli ordini culinari della più grande.

“Oggi a pranzo ci sei?” domanda Elsa una volta in cucina davanti ai fornelli.

“Ehm…no” risponde Anna ricordandosi improvvisamente dello strano appuntamento con lo sconosciuto.

“Dove vai?” chiede la maggiore continuando a far sfrigolare i dolcetti.

“Con un tipo che ho conosciuto ieri al locale” dice Anna con tranquillità mentre allunga la mano per raggiungere meglio la crema alle nocciole.

“Un tipo?!” afferma Elsa scioccata girandosi di scatto e puntando le iridi celesti sul volto della sorella.

“Non dare in escandescenze, è solo un ragazzo simpatico che per la prima volta cerca un’amica e non una fidanzata” l’avverte Anna facendole segno con le mani di non saltare a conclusioni affrettate.

“Allora sei normale! Finalmente esci con qualcuno del sesso opposto” la prende in giro Elsa toccando un punto delicato per la sorella che vive esclusivamente per la musica.

“A proposito, stasera a cena viene Jack quindi?” chiede Anna rigirando la frittata per cambiare argomento, mentre si pulisce le mani con il tovagliolo.

“Sì, quindi cucino io. Nel pomeriggio, però, devo andare in ospedale a consegnare le carte per l’attivazione del tirocinio” spiega Elsa spegnendo il gas e cominciando a pulire il tavolo dai rimasugli di farina e zucchero.

“Va bene, nessun problema. Ci vediamo stasera allora. Buona giornata sorellona” la saluta Anna cordialmente avvicinandosi a lei e lasciandole un tenero bacio sulla guancia per poi preparare le sue cose e dirigersi verso il conservatorio.

Al Conservatorio…

“Professoressa Arendelle le posso parlare un secondo?” interrompe il dirigente scolastico bussando alla porta dell’aula di pianoforte.

“Risuona quel pezzo finché non ti esce” ordina Anna al suo allievo per poi alzarsi e raggiungere il capo fuori dalla stanza e chiudendo la porta.

“Buongiorno, mi dica” afferma cordialmente la docente a braccia conserte.

“Professoressa, sono giorni che gli studenti del sul corso non studiano le parti per le lezioni di musica d’insieme con tutti gli alunni del conservatorio. Tra un mese ci sarà il concerto per il sindaco e lei sa che quella prova viene anche valutata come un esame! Perché la sua classe non studia?!” si lamenta il preside invitando Anna a seguirlo nel suo studio.

“Vede signor preside, non è di certo colpa mia se i ragazzi non fanno i compiti a casa! Nessuno di loro ha voglia di studiare, di suonare con il cuore! Sono tutti qui solo perché i genitori li hanno obbligati e io sto cercando di invogliarli modificando il mio metodo di insegnamento” spiega Anna convinta del proprio discorso.

“E quale sarebbe questo suo metodo?” domanda il professore sporgendosi verso di lei dall’altra parte della cattedra.

“Spiegare loro l’importanza della musica! Cosa può suscitare, cosa può donarci! Come possiamo interpretare una composizione di Schumann senza viverla sulla nostra pelle?!” continua Anna mostrando le sue esigenze di riforma e innovazione musicale.

“Professoressa, lei è stata assunta per insegnare pianoforte. Queste non sono delle lezioni private dove lei può insegnare come e quello che vuole. I giovani che arrivano da lei devono uscire dall’aula in grado di suonare le parti assegnate e stare nei tempi. Se non studiano, il suo dovere è quello di applicare note disciplinari e cattive valutazioni, non è sicuramente suo compito invogliarli e invadere le materie degli altri insegnamenti” spiega con austerità il dirigente mostrandosi alquanto scocciato dalla presunzione della dipendente.

“Ma non mi sembra giusto e…” comincia a lamentarsi Anna trovando assurdo il discorso del proprio capo.

“Qui ci sono determinate regole da rispettare. Signorina Arendelle lei era una delle nostre studentesse più brillanti e dovrebbe sapere come si vive in questo ambiente! La rigidità è essenziale, quindi le consiglio di fare il suo dovere senza modificare il proprio stile o sarò costretto a cercare un altro insegnante più veloce e competente” conclude il preside con cattiveria invitando poi la professoressa ad uscire dall’ufficio per continuare la propria giornata lavorativa.

A pranzo…

“Scusami sono in ritardo” afferma Anna lasciandosi cadere pesantemente sulla sedia del ristorante buttando la borsa per terra.

“Giornata no?” constata Kristoff offrendole un pacchetto di grissini e facendo segno al cameriere di poter ordinare.

“Dire No è un eufemismo” risponde Anna sospirando e portandosi le mani tra i capelli.

“Se può farti sentire meglio anche a me stamattina non è andata benissimo, mi hanno detto di importare del ghiaccio dalla Norvegia vedi tu” spiega Kristoff aprendo il menù.

Anna solleva lo sguardo e, puntando gli occhi sul volto dell’altro, scoppia a ridere divertita.

“Ma che razza di lavoro fai?” chiede poi lei incredula di fronte ai racconti strampalati dell’altro.

“Vorrei capirlo anche io” risponde lui ridendo, felice di aver risollevato quell’aria tesa e pesante.

“No seriamente che lavoro fai?” domanda incuriosita Anna ordinando una semplice pasta al pomodoro, avendo poco tempo a disposizione.

“Per ora sto lavorando in una ditta folle. Mi sono laureato in ingegneria dei materiali qualche anno fa, insomma…roba noiosa. In questa azienda per ora mi trovo bene, anche se spesso devo mettermi a progettare oggetti per contenere le cavolate che vogliono attuare i nostri capi, come questa del ghiaccio” spiega Kristoff ringraziando il cameriere per il piatto di spaghetti fumanti appena portato.

“Non sei il primo ad avere a che fare con gente pazza e ignorante” si sfoga Anna ancora in collera per l’ammonizione lavorativa ricevuta.

“Che cosa c’è che non va?” la interroga a questo punto Kristoff consapevole di potersi spingere oltre.

“Il mio lavoro mi fa schifo. Insegno pianoforte al conservatorio ma ho di fronte ragazzi che non sanno nulla di musica! Io vorrei avere un metodo tutto mio, insegnare musica con più libertà permettendo alla gente di apprenderla attraverso il proprio corpo, la propria mente, la propria espressività, senza per forza dover utilizzare uno strumento musicale! Non so se mi capisci…invece al conservatorio vogliono importi regole su regole e a me questo sta stretto”

“Se hai questo spirito libero come hai fatto a resistere e laurearti al conservatorio in così poco tempo allora?” domanda Kristoff incuriosito dal racconto.

“È stato importante per superare una fase della mia vita. Proprio per questo lo dico…ho iniziato a fare il conservatorio e seguire le regole per smettere di ascoltare la musica che avevo dentro, ma io sono un caso a parte. I ragazzi non possono fermarsi agli aspetti tecnici!” spiega Anna con confusione facendo intuire a Kristoff di aver avuto un passato burrascoso sul quale è ancora presto indagare.

“Ho capito cosa intendi e ho una proposta da farti…” si illumina l’uomo mentre chiede il conto di quel pranzo lampo.

“Io nel tempo libero faccio volontariato nell’orfanotrofio della città. Vado lì, suono la chitarra ai bambini e li aiuto a vivere la musica con libertà proprio come dici tu. Perché non vieni con me?”

Anna si immobilizza di fronte a quella allettante ma anche strana proposta. Lei non aveva mai provato ad insegnare ai bambini, soprattutto a dei piccoli così simili a lei che per un motivo o per l’altro soffrivano per la mancanza dei genitori.

“D’accordo, verrò” risponde poi con convinzione desiderosa di conoscere le attività del bravissimo musicista che si trova di fronte.

“Perfetto! Ti lascio il mio numero di telefono, così ci sentiamo per i dettagli!” propone poi Kristoff alzandosi in piedi e camminando accanto a lei per le vie della città.

Anna prende nota delle cifre e salva il contatto come “Kristoff”, felice di aver trovato quella che appare come una buona e brava persona.

“Grazie mille” commenta poi Anna guardandolo intensamente negli occhi.

“E di cosa?” ride lui ingenuamente mettendosi le mani nelle tasche della giacca.

“Sei il primo ragazzo che incontro che non ci prova spudoratamente con me e con cui mi sento libera di poter parlare” risponde senza filtri Anna diventando immediatamente rossa, imbarazzata da quanto appena espresso. Che cosa le saltava in mente? Con quella affermazione sembrava lei la sboccata! Lo conosceva da un giorno eppure, in tutti quegli anni, non aveva mai trovato una persona di cui potersi fidare subito…e a quanto pare il suo cuore aveva già inviato segnali.

“Sì, sei molto bella e avrebbe senso provarci con te ma sta di fatto che io sono all’antica e per ora voglio solo che tra di noi nasca una bella amicizia, se ovviamente sei d’accordo” commenta Kristoff sorridendole con serenità, per poi stringerle la mano ed allontanarsi per tornare al lavoro.  
  
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