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Autore: Feisty Pants    30/01/2020    1 recensioni
Elsa e Anna sono due sorelle comuni che, ormai autonome e adulte, condividono lo stesso appartamento, le stesse passioni e lo stesso passato burrascoso dovuto alla morte dei propri genitori. Elsa, pacata e tranquilla, è una promettente dottoressa mentre Anna, agitata e speranzosa, custodisce il sogno di poter utilizzare le sue competenze musicali per creare un lavoro più dignitoso. Il passato che cercano di nascondere, però, irromperà di nuovo nelle loro vite mostrandone imbrogli e segreti ai quali entrambe cercheranno di dare risposte e soluzioni.
Genere: Drammatico, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna, Elsa, Hans, Kristoff, Nuovo personaggio
Note: AU, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: Incompiuta, Tematiche delicate
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CAPITOLO 1

 
“Dai Francesco impegnati di più ti prego!” afferma Anna a denti stretti tenendosi una mano davanti agli occhi mentre rimprovera un alunno che, per l’ennesima volta, non ha studiato i brani assegnati.

“Senta prof, questo brano non mi piace!” sbotta il ragazzino di tredici anni sbattendo le gambe sulle ginocchia.

“Allora perché stai facendo il conservatorio?!” chiede Anna in tono ironico sollevando la mano e ponendola in una posizione interrogativa.

“Perché mi obbligano i miei è ovvio!” si confida il giovane incrociando le braccia e inarcando le sopracciglia.

Anna, mossa dall’argomento “genitori”, decide di chiudere il coperchio del pianoforte e, dopo averci appoggiato il gomito sopra, gli chiede:

“Per te cosa è la musica?”

“Che cosa?” domanda il ragazzo spiazzato dal quesito.

“Rispondimi sinceramente” continua Anna intenzionata ad aprire un dialogo educativo e costruttivo con l’allievo.

“La musica è tutto ciò che possiamo ascoltare, fatta di note, ritmi, valori ed ha attraversato diversi stili e forme nell’arco di tutta la storia” risponde lui imbarazzato diventando paonazzo.

“Aspetta che? Per te la musica è l’ammasso di tutte queste scemenze?!” esplode Anna sconvolta di fronte a quella ripugnante definizione.

“Ho fatto il riassunto di ciò che ci insegnano qui” si giustifica lui non capendo le intenzioni della professoressa.

“È qui che sbagli! Se la musica si esaurisce nelle materie che ti insegnano e non te la porti dentro nella vita di tutti i giorni, non la potrai mai conoscere! La musica deve essere qualcosa di tuo, di personale che senti solo tu e ti aiuta a crescere e migliorare!” spiega Anna con foga cercando di spronare il proprio allievo.

“Come faccio ad innamorarmi della musica allora?” domanda lui desideroso, dopo tutto quel discorso, di vivere seguendo l’esempio della propria insegnante.

“La prima regola è conoscere il tuo strumento. Se non ti piace quello che ti do da suonare, allora inventa tu quello che vuoi suonare!” lo stuzzica Anna cambiando le carte in tavola.

“Che?! Dovrei provare a comporre? Qui ci insegnano qualcosa, ma io non sono capace!” si lamenta ancora Francesco aprendo le braccia intimidito.

“Non ci vuole una laurea per comporre e le mani sulla tastiera sei capace di metterle!” ribadisce Anna riconsegnandogli i libri della lezione che era ormai giunta al termine.

“Mi fa sentire qualcosa di suo prof? Qualcosa che ha scritto lei?” domanda di punto in bianco il ragazzino.

Di fronte a tale richiesta Anna sbianca improvvisamente e si immobilizza, facendo cadere a terra per sbaglio i libri con le composizioni di Mozart e Beethoven. Lei non suonava più le sue composizioni da diversi anni, motivo per cui il conservatorio, con la sua imposizione, con il suo fare rigido, aveva così cancellato quella vena creativa che la caratterizzava fin da bambina.

Anna non scriveva più musica da quando la musica nella sua vita era ormai scomparsa.

“La lezione è finita purtroppo, altrimenti lo farei… in più dobbiamo liberare l’aula” mente lei scuotendo la testa e raccogliendo il pasticcio combinato per terra.

“Va bene prof, proverò a inventare qualcosa e vedremo cosa ne uscirà” conclude il ragazzo dirigendosi verso la porta.

“Sì ma la sonatina di Beethoven la voglio comunque eh! Studiala a mani unite e a metronomo, o il prossimo esame te lo sogni di passarlo!” lo minaccia infine Anna puntandogli il dito contro mentre lui, dopo aver annuito, abbandona la stanza.

 
La sera al bar…

“Eccoci arrivati! Ci divertiremo Annie, chissà che meraviglia ascoltare quel gruppo!” esclama esaltata Alice entrando nel locale e tenendo la porta aperta anche per Anna che non vede l’ora di potersi rilassare e al contempo svagare grazie a della buona musica country.

Anna ed Alice si siedono al bancone del bar e, dopo aver ordinato dei cocktails, sono pronte a godersi lo spettacolo. Qualche minuto e le luci si spengono, il pubblico comincia ad applaudire e sul palco compaiono cinque ragazzi con indosso dei cappelli da cowboy.

“Wow che bomba!” afferma Alice eccitata dalla musica già dal primo accordo realizzato dalla band.

Il gruppo comincia a suonare a ritmo country e Anna avverte il cuore felice e finalmente alleggerito dal macigno che in genere la opprime. La musica country, infatti, le trasmetteva sempre pace e serenità proiettandola in una campagna immaginaria ricca di spighe di grano ondeggianti grazie al giocoso vento primaverile e rondini intente a volteggiare in cielo. Anna chiudeva gli occhi e si vedeva sdraiata tra quelle spighe, con i capelli liberi, mossi anche loro dalla musicalità del vento, intenta a respirare l’aria pulita a pieni polmoni, senza avere in testa preoccupazioni e distrazioni.

“Cavolo, ma quel biondino non trovi che sia figo?” chiede Alice indicando un ragazzo muscoloso che cantava e suonava la chitarra.

“Sì è davvero bravo!” si limita a rispondere Anna dopo averne valutate le competenze tecniche.

“Non ti ho chiesto se è bravo, ti ho chiesto se è figo” si lamenta Alice con l’intento di smuovere l’amica su temi femminili e piccanti.

“Sì è anche carino” risponde apatica Anna non troppo interessata all’argomento.

“Oh insomma Anna, vuoi restare single a vita? Almeno commentare con me la bellezza dei ragazzi potresti farlo!” la stuzzica Alice bevendo avidamente la propria bevanda.

“Lo sai che non sono le mie cose. Ho altro per la testa” le dice Anna abbassando lo sguardo con serietà.

“D’accordo come vuoi tu…oh guarda! Hanno finito di suonare e ora metteranno un po’ di musica disco. È il mio momento! A dopo musicista!” la saluta Alice che, dopo aver bevuto l’ultimo sorso dal suo bicchiere e, inebriata dall’alcool, si accinge a gettarsi in pista per ballare.

Anna rimane da sola a bere serenamente il proprio drink ricordando ancora la bellezza della musica appena ascoltata.

“Strano trovare una ragazza che non si getta in pista a ballare e darsi alla pazza gioia” commenta uno sconosciuto comparendo dal buio e avvicinandosi alla ragazza. Anna scruta l’uomo in ogni minimo dettaglio. Braccia muscolose, capelli folti biondi, profondi occhi castani brillanti e un cappello da cowboy pendente sulla schiena. La ragazza ne era certa: si trovava davanti il biondino cantante e talentuoso avvistato dalla sua folle amica.

“Siete davvero bravissimi. L’ultima canzone poi! Con l’armonica, il cajon, le maracas…una favola!” si complimenta Anna ancora ammaliata dalla bella musica.

“Sei una musicista vero?” chiede schietto il ragazzo sedendosi accanto a lei incuriosito dalla storia di quella giovane.

“Sì, da cosa l’hai capito?” domanda Anna incuriosita dallo sconosciuto.

“Te lo si legge dentro. Capacità di ascolto pronto ed attento, leggero movimento delle mani a ritmo di musica, occhi concentrati che scrutano gli strumenti, bravura e competenze espositive, atteggiamento contemplativo e misterioso. Se non sei musicista allora ti darei della filosofa” ipotizza il ragazzo chiedendo al barman una bottiglietta d’acqua per dissetarsi dopo il concerto.

“Beh, anche la mia amica Alice lo dice sempre!” ride Anna sentendosi a suo agio nei confronti di quello che sembrava un bravo e semplice ragazzo.

“Prendi dell’acqua? In genere anche le migliori star finiscono per ubriacarsi dopo i concerti!” constata la ragazza indicando la bevanda ordinata dall’altro.

“Domani devo lavorare, stasera devo guidare e poi preferisco andare a letto sereno godendomi e giudicando la mia esibizione a mente lucida per capire come migliorarmi” risponde seriamente l’altro dimostrando una profonda maturità.

“Comunque non ci siamo ancora presentati, mi chiamo Kristoff Bjorgmann” aggiunge lui porgendo la mano alla ragazza che, seppur titubante, accetta e la stringe cordialmente.

“Anna, Anna Arendelle” risponde lei abbozzando un sorriso e incontrando le iridi color nocciola di lui nelle quali, per la prima volta nella sua vita, vede le intenzioni di un ragazzo che, a differenza di tutti gli altri, non è interessato a corteggiarla o conquistarla.

“È stato un piacere conoscerti Anna. Che ne dici di incontrarci per bere un caffè domani sera?” propone lui cordialmente contento di aver conosciuto quella che appare come un’ottima musicista.

“Domani sera ho ospiti a cena, sarei libera a pranzo ma, forse è troppo…” risponde Anna imbarazzata mostrandosi improvvisamente impacciata.

“Troppo? Tranquilla, sono un ingegnere e ho anche io i tempi abbastanza ristretti. Incontriamoci per un pranzo di lavoro e facciamo due parole, ti va? Menù fisso 10 euro e non se ne parla più, almeno la pausa pranzo passa piacevolmente e senza il solito cellulare tra le mani” ironizza lui riuscendo a metterla di nuovo a suo agio.

“Vada per il pranzo, grazie mille per la serata e per la buona musica” conclude Anna sorridendogli per poi cercare Alice e fare ritorno a casa.  
  
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