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Autore: pampu    31/01/2020    2 recensioni
[storia scritta a quattro mani da pampu e blu992]
“Dio, Stiles!”
“Che c’è?” domanda Stiles strappando il telefono dalle mani dell’amico.
Scott allarga le braccia. “Siete così imbarazzanti che lo capisco pure io che non siete solo amici.”
“Ecco, vedi? Non capisci proprio niente” sbotta Stiles lasciandosi cadere sul letto. “Spiegami cosa c’è che non va.”
“Amore di lupo? Davvero? E sei ancora vivo?”
Stiles alza gli occhi al cielo. “Lo dico anche a te. E siamo fratelli.”
“Appunto, siamo praticamente fratelli e non cerco di mordere chiunque mi faccia un apprezzamento.”
“Solo perché si sta addomesticando non significa che siamo qualcosa.”
“Sei serio?”
“Sì.”
Scott scruta per un po’ l’amico ma l’odore di sincerità che emana è così forte che si ritrova a scuotere le spalle e rimettersi a giocare con lui.
Genere: Fluff, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek Hale, Stiles Stilinski
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Sono le undici e Stiles sta uscendo dall’acqua, perché il sole comincia a scottare troppo e gli bruciano ancora le spalle. Inoltre, Scott è troppo un lupo e non riesce a batterlo con i racchettoni. Sta per raggiungere Derek che sta leggendo un libro all’ombra, ma qualcuno gli afferra un polso.  

“Ehi, Theo!”  

“Ciao, bel ragazzo! Ancora tutto solo?”  

“I miei amici sono in acqua, ma io sono troppo una schiappa coi giochi” risponde sorridendo ed indicando gli altri.  

Theo sembra illuminarsi. “Allora che ne dici di venire con me?” 

“Dove?” chiede incuriosito. 

“Pedalò! Un tipo ha detto che a largo ci sono anche i delfini in queste zone!” 

Stiles è davvero tentato, non ha mai visto un delfino.  

Dieci minuti dopo è sul pedalò e sta salutando Lydia che è seduta sulla riva.  

Si sono allontanati tanto dalla riva, quando Theo consiglia di smettere un po’ di pedalare, altrimenti si distruggono i piedi e si siede sul borso del mezzo, immergendo i piedi nell’acqua. Stiles lo guarda, un po’ impaurito, e il ragazzo sembra capirlo. “Faccio nuoto da quando avevo tre anni, saprei riportarti a riva sano e salvo. Dai, siediti con me!” 

Stiles si avvicina titubante e camminando piano, per paura di cadere, ma appena si siede e guarda in giù, resta meravigliato. Woooooooah! Ma è stupendo! Guarda quanti pesci colorati!” e batte anche le mani.  

Non sa quanto tempo sia passato, ma sta cominciando a sudare, nonostante sia piacevole stare lì a chiacchierare. Theo deve aver pensato la stessa cosa, perché guarda l’orologio. “Peccato, è quasi passata l’ora e non abbiamo visto nessun delfino, fai un tuffo con me?” chiede.  

Stiles rifiuta, ha davvero paura, quindi resta su mentre l’altro si tuffa e risale dopo due minuti. Si rimettono a pedalare e raggiungono la riva in poco tempo. Theo lo saluta, perché è quasi ora di pranzo e ha detto ai suoi amici che avrebbe cucinato, gli dà un altro bacio sulla guancia, questa volta stringendogli anche un braccio intorno alla vita, e Stiles si avvicina all’ombrellone. Derek è ancora solo. “Ehi, lupone, cosa leggi” dice sporgendosi.  

“Anna Karenina.” 

“Posso sedermi qui?” chiede, sedendosi prima di aspettare risposta, sul telo di Derek.  

Derek, in risposta, sbuffa fintamente infastidito, poi gli passa un braccio intorno alla vita. Stiles appoggia la testa sulla sua spalla, in un gesto automatico. “Ti sei divertito?” chiede il mannaro.  

“Volevo vedere i delfiiini!”  

“Non ci sono i delfini in questa parte di costa. Provava solo a fare lo splendido.” 

Stiles si alza di scatto dalla spalla dell’altro, espressione sconvolta. “Ma davvero?!”  

Derek nemmeno si gira a guardarlo. “Sei troppo intelligente per non saperlo. Ti sei divertito a fare la donzella?”  

Stiles, in modo maturo, gli fa una linguaccia e si alza per tornare a casa.  

 

Pranzano tutti insieme e, dopo pranzo, ognuno va a riposare da qualche parte. Scott, per esempio, si accascia sui divanetti nel corridoio.  

Stiles sta salendo al piano di sopra per andare in camera, ma un calore improvviso e un capogiro lo bloccano. Der…” sussurra quasi, ma sa che il mannaro può sentirlo, è salito solo pochi minuti prima. Infatti, Derek si affaccia dalle scale, poi lo raggiunge, passandogli un braccio attorno alla vita e sollevandolo. Stiles vede tutto nero.  

Freddo. Sente davvero freddissimo. E sente anche un bisbiglio.  

Stiles apre gli occhi e vede subito Lydia e Scott in piedi davanti al letto, che si rivolgono a lui? Ah, no, parlano con Derek che è seduto sul letto di fianco a lui e che ora si è girato. “Ben svegliato, idiota.”  

“E dai, Derek!” lo rimprovera la ragazza.  

Stiles cerca di muoversi, ma è bloccato dalle coperte che ha addosso.  

“Stavi tremando” gli spiega Derek.

Ma 
Stiles sente ancora troppo freddo, quindi si muove, alza un lembo degli strati di coperte e si rivolge al mannaro, biascicando ancora a causa del sonno e del mal di testa. 
“Infilati qui sotto e scaldami!”  

Stiles” lo chiama Lydia, “hai preso un’insolazione, forse non dovresti stare troppo al caldo, anche se hai freddo a causa del tuo corpo che è già troppo caldo…”  

Stiles guarda Lydia, poi Derek. “Poco poco?” chiede, col broncio.  

“Ci penso io a lui, potete andare” ordina Derek, prima di infilarsi sotto le coperte e stringere Stiles a sé, facendogli appoggiare la testa sul suo petto.  

“Non lo dire, lo so, sono un idiota” dice l’umano, mettendosi comodo, con la testa tra il collo e la spalla di Derek. “Grazie” sussurra, per poi sfiorarlo piano con le labbra, in un leggero bacio sotto la mandibola.  

 

Stiles? Ehi, svegliati…”  

Stiles sente la voce di Derek come lontana. Ha mail di testa, gli occhi pesanti e sente ancora troppo freddo. Apre a fatica gli occhi.  

“Ragazzino, ti stai lamentando mentre dormi, credo tu abbia la febbre troppo alta e che ci sia bisogno di un medico, non so cosa fare, non ho mai avuto la febb-“ 

Qui l’unico che sta delirando è Derek, se parla così tanto. Stiles gli afferra un polso, facendolo abbassare. “Calmo, Sourwolf… Sì, ho la febbre… manda Scottino in farmacia a prendere la tachipirina e tu prendi acqua e un panno da mettermi bagnato sulla fronte” e richiude gli occhi.  

Li riapre solo quando sente una bellissima sensazione di fresco sulla fronte, nonostante abbia ancora freddo.  

“Ehi…” Derek sembra davvero spaventato, ma Stiles è seriamente senza forze. Sorride e gli prende un lembo della maglietta tra le mani, quasi come se volesse dirgli che sta bene e ha ancora la forza. E si riaddormenta, fino a quando non è Lydia a svegliarlo questa volta, mentre gli porge la medicina. Stiles registra solo l’azione e la figura di Derek sdraiata al suo fianco, poi crolla ancora una volta.  

Quando riapre ancora gli occhi, Stiles sente la testa davvero pesante ma non ha più così freddo. Si gira sul fianco trovando Derek che lo sta ancora abbracciando. “Come ti senti, ragazzino?” 

“Mi fa male la testa.” 

Derek gli appoggia le labbra sulla fronte. “Non sei più caldo.” 

“Mi dispiace.” 

“Per cosa?” 

“Sembro destinato a rovinarti queste vacanze.” 

“Tranquillo, non volevo neppure venirci qua.” 

“E perché sei venuto?” domanda allora Stiles. 

“Non avreste potuto permettervelo.” 

“Idiota.” 

“Riposa.” 

Stiles chiude di nuovo gli occhi. 

 

18 Luglio 

“Ne sei proprio sicuro?” gli domanda Derek per l’ennesima volta. 

“Sì, Der, tranquillo. Sto bene, sono guarito, è buio e starò lontano dall’acqua.” 

“E?” 

Stiles alza gli occhi al cielo. “Ho anche lo spray al peperoncino ma non penso servirà. Vorrà sicuramente chiudere perché sono sparito per tre giorni.” 

“Non sei sparito, sei stato male. È diverso.” 

“Okay, vado.” 

 

Stiles non è proprio sicuro che Theo non fosse arrabbiato ma, in realtà, Derek aveva ragione. Anzi, Theo è stato molto premuroso nei suoi confronti: lo ha portato in un locale in spiaggia ma, al posto di proporgli un giro lungo il mare, hanno optato per il parco. “Sì, non è romantico come la spiaggia ma, almeno, non rischi di perderti” lo prende in giro. 

“Fai nuoto da quando avevi tre anni. Sapresti trovare il modo per evitarlo.” 

“Hai così tanta fiducia in me?” domanda Theo. 

Stiles non ha il minimo dubbio sulla risposta. “Sì.” 

Theo lo tira a sé e gli appoggia le mani sui fianchi. “È perché ti fidi che giri con lo spray al peperoncino?” 

Stiles arrossisce e abbassa la testa. “Colpa di Derek.” 

“Ci tiene davvero tanto a te.” 

“È il mio migliore amico” spiega Stiles. 

“Pensavo fosse Scott.” 

“È... diverso. Scott c’è sempre stato. Siamo cresciuti assieme ed è come se la nostra amicizia fosse cresciuta con noi. Con Derek è stato tutto diverso. Ci siamo conosciuti per caso, all’inizio ci odiavamo ma, con il passare del tempo, ci siamo resi conto di essere più simili di quanto avessimo mai immaginato. E così abbiamo legato.” 

“Ti piace?” gli domanda inaspettatamente. 

Stiles ci pensa un momento. “Fisicamente è un bellissimo ragazzo. Ma è un mio amico, non sopporterei di perderlo. E la cosa è reciproca.” 

“Quindi non rischio che mi ammazzi se ora ti bacio?” 

Stiles sente improvvisamente le mani sudare e la gola diventare arida. Lo vuole, lo vuole davvero tanto ma ha paura di non essere all’altezza. Vede Theo avvicinarsi lentamente e chiude gli occhi. Sente le labbra di Theo appoggiarsi le sue dolcemente. Resta immobile lasciando che le mani di Theo salgano fino al suo collo carezzandogli le guance. Appena Stiles si rilassa, Theo si sposta ma Stiles gli afferra la maglietta e lo ritira a sé. Lo sente sorridere sulla sua bocca mentre ricambia. Restano abbracciati a baciarsi quasi fino all’alba, fino a quando Theo non lo accompagna a casa. Lo saluta davanti alla porta di ingresso dandogli un piccolo bacio sulla guancia. “Voglio restare vivo ancora abbastanza per poter uscire di nuovo con te” gli sussurra all’orecchio prima di andarsene. 

Stiles sorride mentre rientra, sorride anche mentre sale le scale e apre la porta della stanza. Derek si volta subito verso di lui. “Scusa, ho fatto tardi” dice subito Stiles per paura che sia arrabbiato. 

“Sei felice” risponde invece Derek. “Vieni qui e raccontami tutto.” 

Stiles si stende in fianco a Derek e gli racconta tutto fino a crollare con la testa sul suo petto. 

   
 
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