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Autore: Isidar27    02/02/2020    2 recensioni
Pre/durante/sequel di "Trust my love!". Dopo la serie precedente la famiglia di Thor e Loki si è decisamente allargata! Se avete voglia di seguire le sue avventure non vi resta altro che unirvi ai membri di questa famiglia divina e ficcanasare con loro in diari, appunti e racconti in teoria segreti.
Una lettura leggera per chi ha già conosciuto la famiglia Odinson e tutti i suoi nuovi componenti e per chi invece vorrà conoscerli! Buona lettura a tutti!
Genere: Avventura, Comico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Loki, Nuovo personaggio, Steve Rogers/Captain America, Thor, Tony Stark/Iron Man
Note: Raccolta, What if? | Avvertimenti: Incest, Mpreg
Capitoli:
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Tempo di festa e fulmini a ciel sereno 

 

«THOOOR!»
Il re di Asgard, tutto sorridente, girò l’angolo gettando un rapido sguardo alle sue spalle ed entrò di corsa in camera da letto.
Un istante dopo anche l’altro re di Asgard svoltò l’angolo con un’espressione tutt’altro che allegra. Guardò prima da una parte e poi dall’altra e alla fine si diresse anche lui verso la camera da letto.
Entrò talmente di fretta da lasciare la porta socchiusa.

«Thor vieni immediatamente fuori!» 

La stanza sembrava apparentemente vuota. Le finestre erano aperte, il letto fatto e il sole illuminava la stanza: non c’era traccia del Dio del Tuono.
Loki tacque, chiuse gli occhi e creò un’illusione di sé. Le fece cenno di perlustrare sotto il letto e dietro le tende mentre lui si aggirava per la stanza in cerca di qualunque segno della presenza del compagno. 

«Giuro che questa me la paghi.» 

Ma il marito non sembrava proprio essere in quella stanza. Stava quasi per girare i tacchi e provare da qualche altra parte, ma fatti pochi passi fino alla porta della stanza del bagno notò che era socchiusa; la aprì appena di più e scorse la casacca bordeaux del marito abbandonata a  terra.
Un ghigno comparve sul suo volto e schioccando le dita fece scomparire la sua illusione.
Entrò in bagno e si richiuse la porta alle spalle.
La luce filtrava dalla grande finestra colorata sulla sinistra della stanza. La superficie dell’acqua della grande vasca incastonata nel pavimento era piatta: solo leggeri vapori di calore si sollevavano. Gli asciugamani, morbidi e candidi, erano impilati ai lati della vasca e tutto sembrava in ordine.
Il moro fissò la casacca a terra e di nuovo ghignò. Si sfilò la tunica nera rimanendo con il minimo necessario addosso ed inginocchiandosi si sporse sul bordo della vasca, ma…nulla.

«Ma…» fece un po’ deluso rimettendosi in piedi «dov’è?»

«Proprio dietro di te amore»

Il moro si voltò di scatto e fece giusto in tempo a vedere il sorrisetto del biondo prima che questi allungasse una mano verso il suo petto e gli desse una piccola spinta.
Loki perse l’equilibrio e cadde di schiena dentro la vasca. Il biondo incrociò le braccia e mantenne il suo sorriso mentre il moro riemerse dall’acqua un attimo dopo con espressione omicida. 

«Pagherai anche questa Dio del Tuono!»

«Sapessi come tremo.» E sfilandosi anche gli altri vestiti prese una piccola rincorsa e si tuffò a bomba nell’acqua. 

Loki si voltò chiudendo gli occhi, facendo come per pararsi dagli schizzi del gettò. Poi si rigirò, ma si trovò da solo.

«Thor?» 

Di colpo il biondo riemerse, afferrò il compagno per i fianchi sollevandolo e tirandoselo contro iniziò a baciarlo. Per tutta risposta Loki sorrise contro le sue labbra, si allacciò con le ginocchia ai fianchi  del marito e si lasciò coinvolgere in quel bacio appassionato. 

 

Intanto Fandral cercava uno dei suoi re.
«Maestà?» Disse entrando nella sala del trono, ma non trovando nessuno si diresse in direzione delle sue stanze. Vide la porta socchiusa e si affacciò. 

«Thoor?» Provò a chiamare, ma la camera sembrava vuota, c’era solo un rumore flebile in sottofondo che pareva… acqua. 

Fandral si diresse verso la porta del bagno.

«Thor?» Chiamò. 

Nessuna risposta eppure dall’altra parte non c’era silenzio. Il guerriero alzò le spalle ed aprì piano la porta.

 

I due re intanto non si erano separati un solo istante. Le mani di Loki tenevano stretti i capelli corti ed infradiciati del biondo e lo tiravano a sé con necessità e bisogno crescente.
Thor dal canto suo teneva l’altro stretto a sé con nessuna intenzione di lasciarlo andare: le mani si muovevano spasmodicamente sulla sua schiena con foga e possesso e in quell’attimo intimo e privato…

«Ehm ehm»

I due si voltarono di scatto notando Fandral che se ne stava appoggiato in silenzio contro lo stipite della porta con un sorrisetto sulle labbra.

«Scusate, vi ho interrotti, ma se avete da fare posso anche…»

«Fa-Fandral…» Balbettò Thor mentre Loki soffocava una risata imbarazzata e voltava il viso dalla parte opposta alla porta appoggiandosi sulla spalla del marito.«Che-che c’è?»

«Ero solo venuto a comunicare che tutto è stato risolto come da disposizioni e non rimangono altri impegni. Fuori è tutto predisposto come avete richiesto mio re.»

«Bene ti ringrazio»

Fandral fece un inchino, e un sorrisetto complice, ed uscì chiudendosi la porta alle spalle. 

«Aspetta che lo racconti a Sif.» Sorrise malefico al solo pensiero della faccia che avrebbe fatto l’amica. 

 

Loki scoppiò a ridere mentre Thor alzò gli occhi al cielo sorridendo.
«Questa è sicuramente colpa tua tesoro»

«Miaaa?»

«Ammettilo hai lasciato la porta di camera nostra aperta vero?»

«Ma che c’entra? E poi sai che Fandral non ha il minimo rispetto per lo spazio personale. Sarebbe entrato comunque.»

«Non stai negando.»

«No infatti….adesso vuoi stare qui a darmi la colpa o pensi di baciarmi?» Soffiò sensuale contro alle sue labbra.

«Sicuro di non essere anche il Dio dei Ruffiani?» Gli rispose il biondo ricominciando a baciarlo, ma  stavolta più lento e sensuale. 

 

Intanto in corridoio davanti alla camera da letto dei re Fandral fece un incontro inaspettato. 

«Principe Fred, siete tornato!» Esclamò trovandosi di fronte il giovane.

Il giovane aveva i lunghi capelli biondi tagliati sotto le spalle; due trecce ai lati delle tempie erano tenute insieme da uno dei suoi fermagli in argento. 

«Fandral avanti, lo sai che non c’è bisogno di chiamarmi principe!»

Rispose il ragazzo abbracciandolo.

«Mi spiace, abitudine…é andato tutto bene su Vanaheim?»

«Non ci sono stati inconvenienti per fortuna, ma ti racconterò meglio. Hai visto i miei genitori piuttosto? Io e Trick li stavamo cercando»

Intanto il micio passò tra le sue gambe facendo le fusa. 

«Ehm nelle loro stanze, ma stavano avendo un… confronto abbastanza ecco…impegnativo. Io eviterei di disturbare.»

«Ehm ok va bene. Magari proverò giusto a bussare. Grazie Fandral.»

«No!… cioè….Dovere! Con permesso mio principe… e Trick.» E facendo un breve inchino li superò.

Fred e Trick si avvicinarono alla porta e il ragazzo batté sul legno. 

«Papà?»

Vi accostò l’orecchio e l’aprì appena.

«Papàààà siete qui?» 

 

Loki si fermò e si staccò dal compagno.

«Fred»

«Cosa?» Chiese l’altro spaesato. 

«Thor! È Fred!»

«Come..? Ma Loki! Cosa fai?!»
Il moro aveva schioccato le dita portandoli fuori dall’acqua entrambi asciutti e già vestiti: Thor con la casacca bordeaux e pantaloni scuri e lui con la sua tunica. 

 

«Papà? Pare non ci siano Trick, magari Fandral si è sbagliato. Andiamo.»

Ma proprio in quell’istante Loki spalancò la porta del bagno.

«Fred» sussurrò con un sorriso emozionato.

Il ragazzo si voltò e sorrise a sua volta «Ah ma allora ci siete!»

Loki gli corse incontro e lo abbracciò mentre Thor restò ad osservarli appoggiato allo stipite della stanza del bagno con un sorriso.

«Papà ci siamo visti anche qualche giorno fa.»

«Vederti in una bacinella d’acqua e poterti abbracciare non è proprio la stessa cosa!»

Puntualizzò Loki accarezzandogli una guancia liscia e sbarbata «Sei sempre più grande.»

«Ahah ma no, è solo una tua impressione! Volevo sapere a che punto siete…siete pronti vero? Io non ho disfatto nemmeno una sacca di vestiti… così possiamo andare subito!»

«Andare dove Fred?» Chiese Loki guardandolo interrogativo.

«Ma come dove papà? Sulla Terra, ricordi? La notte della festa d’autunno, stare tutti insieme…»

«Miei Dei, ma dove ho la testa?!»

Intanto Thor si era avvicinato e aveva messo le mani sulle spalle di Loki. 

«Era quello che cercavo di dirti stamattina a colazione tesoro.»

«Prima o dopo che decidessi di ucciderti?»

E di fatti quella mattina a colazione Thor voleva davvero ricordare al marito che da lì a poche ore sarebbero dovuti partire per Midgard. Peccato che il compagno si fosse svegliato con la luna storta e dopo un “Fulminati Thor!” il Dio del Tuono aveva deciso che andavano presi provvedimenti.
E così gli aveva lanciato un cucchiaio pieno di marmellata sulla tunica, offesa che aveva dato il via all’inseguimento fino nei loro bagni. 

«Ah quindi non vi siete ancora preparati?»

Loki guardò il figlio con una punta di imbarazzo.

«Veramente…»

«Eccome se lo siamo» intervenne Thor «dacci solo mezz’ora maghetto.» Disse avvicinandosi anche lui al figlio e abbracciandolo a sua volta. 

«D’accordo allora ci vediamo dopo!» E uscì sorridente.

Loki guardò il compagno con espressione interrogativa.

«Thor, ma noi non…»

«Ho già preparato le tue cose e Fandral ha controllato dalla lista delle richieste del popolo che tutti i doveri reali fossero stati adempiti. Infine madre si occuperà della reggenza finché noi saremo assenti ed Heimdall ci avviserà se ci saranno problemi.»

«E quand’è che avresti fatto tutte queste cose?»

«Dopo che ieri sera sei crollato esausto a letto amore. Sono stato bravo?»

Il moro arrossì colpito, ma cercò di dissimulare il suo stupore.

«Mm diciamo che te la sei cavata.»

Thor gli prese il viso tra le mani in una dolce carezza e gli sorrise. 

«Allora, pronto per tornare a casa?»

«Non vedo l’ora! Sono mesi che aspetto questo giorno, ma tra i doveri, le responsabilità e tutto il resto beh…ammetto che avevo perso la cognizione del tempo.»

«Ma il tuo maritino ha pensato a tutto e adesso puoi finalmente rilassarti e perdonarti per essere un padre che dimentica gli impegni con la sua famiglia.»

«Oh avanti Thor, non fare il drammatico! Ti ho detto che mi dispiace!»

«Mmm no non l’hai detto»

«Ma te l’ho fatto capire.»

Il biondo scosse la testa «Mmm naaah»

«E va bene, mi dispiace di essermi dimenticato…e…non vedo l’ora di stare con te e la nostra famiglia a casa.»

A quel punto Thor si avvicinò di più e gli diede un bacio dolce.

«Bene, perché non ho intenzione di dividerti con nessuno in questi giorni che non sia la nostra famiglia.»

Loki sorrise e gli appoggiò la testa sul petto. «Thor?»

«Mm?»

«Scusa, ma dove ti eri nascosto prima?»

«Ah ah ah amore mio…un mago non svela mai i suoi trucchi, non trovi?»

«Oh, ma fammi il piacere.» Alzò gli occhi al cielo l’altro. 

«Per esempio» e se lo avvicinò di più «Se ti bacio sul collo suscito un certo effetto, ma» disse baciandolo sulla pelle che subito si raggrinzì appena «se ti svelassi il punto esatto dove questo effetto è talmente intenso da farti perdere la testa…non sarebbe più divertente, non trovi?» Aggiunse percorrendogli il profilo del collo con la punta del naso.
Loki sentì le palpebre farsi pesanti e dovette chiudere occhi per l’effetto che l’altro gli stava provocando. Sentì il compagno dargli un bacio, poi un altro, poi …aprì gli occhi e se lo trovò di fronte a guardarlo «Oppure conosco la stanza del bagno meglio di te e ho i miei angolini segreti.» Gli sorrise beffardo.

«Sei un… mmm!» Ma qualunque fosse il gentile epiteto che Loki stava per rivolgergli fu soffocato dal lungo e dolcissimo bacio che Thor gli rubò.

 

Quella sarebbe stata una notte della festa d’autunno speciale. Fred aveva terminato in anticipo il suo viaggio su Vanaheim ed era tornato per poterla passare coi genitori e anche Kate dopo praticamente un anno dal suo trasferimento dagli zii non vedeva l’ora di stare con la sua famiglia, Mickey e zii compresi ovviamente.
Thor aveva davvero risolto tutte le faccende regali possibili e immaginabili e si era occupato di far sostituire lui e il marito dalla madre.
E Loki, dopo aver realizzato che l’indomani sarebbe stato il giorno tanto atteso da mesi, era decisamente al settimo cielo.
Nessuno era più felice di lui e niente avrebbe potuto rovinare quell’evento con tutta la sua famiglia. Niente tranne…

«Cosa vuol dire “il Libro della Luce è sparito”?!»

«L’ho cercato ovunque…» Confessò un Mr.J. affannato dietro all’alto e grande bancone della biblioteca reale, un bancone molto antico costruito in legno di ebano ben rifinito e ormai da secoli postazione dei custodi della biblioteca, custodi come Mr.J. che si era ormai guadagnato quella carica da molto tempo.
Il vecchietto sgusciò fuori visibilmente agitato appoggiandosi al suo bastone «ma non è al suo posto né in nessun altro scaffale in cui io abbia guardato e ne ho controllati credimi!»

«E me lo dice solo oggi?!»

«Credevo che l’avrei trovato Loki non volevo darti altre preoccupazioni con tutto quello che avevi già da fare.» Si giustificò il vecchietto con fare dispiaciuto. 

«Va bene d’accordo, ma Mr.J. questa è una biblioteca reale. Ci sono libri di grande valore e…insomma c’è un registro dei prestiti!»

«E l’ho controllato tre volte, ma non risulta nessun prestito per quel libro! Ma questo ha una logica perché era talmente prezioso che era solo possibile consultarlo. E comunque ti ricordo che il libro è legato ad una magia che la regina gli fece quando lo portasti qui. Il libro non può uscire dal palazzo di Asgard!»

«Giusto! Almeno sappiamo che non può essere uscito dal palazzo!»

«Tesoro» si palesò Thor appena entrato in biblioteca alle spalle del marito e raggiungendolo «c’è qualche problema?»

«C’è un enorme problema! Mr.J. non riesce a trovare il Libro della Luce che ci hanno prestato gli elfi di Alfheim! Dovevamo farlo riavere al gran cerimoniere tra due giorni!»

«Ma è sparito! E non riesco a trovarlo da nessuna parte. Oh no, cosa dirò alle guardie che invieranno a prenderlo?»

«È fondamentale trovarlo Mr.J!»

«Ehm tesoro se sei pronto…»

«Pronto?!» Loki si girò di scatto fissandolo con occhi sgranati  «Thor quel libro lo hanno prestato a me! In onore della nostra incoronazione! Era una sorta di omaggio! Se lo perdo rischiamo una guerra con Alfheim!»

«Oh avanti Loki sono sicuro che se spieghi agli elfi…»

«Cosa? Cosa dovrei dirgli? Cari elfi ci avete omaggiato prestandoci il libro che racchiude i segreti e le debolezze del vostro popolo e che vi tramandate da che Yggdrasil esiste… e noi ce lo siamo perso!»

«Beh non avrei scelto proprio queste parole, ma…» 

Loki lo fissò a bocca aperta.

«Thor gli elfi della luce sono nostri alleati, ma questa è pur sempre stata una grande prova di fiducia nei nostri confronti!»

Thor lo guardò apprensivo.

«E la festa?»

L’espressione di Loki mutò dal panico alla tristezza «Mi dispiace Thor, ma prima devo trovare il libro.» Il marito abbassò lo sguardo deluso. «Thor?»

«Era una cosa che dovevamo fare tutti insieme Loki…»

Il moro capì il dispiacere dell’altro: erano mesi che parlavano di quel giorno che per entrambi significava molto visto che durante la loro prima festa si erano scambiati il loro primo bacio e da lì era nato tutto il resto. Organizzare la festa insieme doveva essere una cosa speciale!
Loki gli sollevò il mento e lo guardò negli occhi con espressione dolce.

«Thor questa cosa è importante e noi due siamo pur sempre i re giusto? Abbiamo dei doveri e dobbiamo occuparci del nostro popolo. Ma te lo prometto Thor. Ti prometto che arriverò in tempo per la festa.» 

Il biondo a quel punto gli sorrise e gli prese il volto tra le mani.

«Non fare tardi» disse semplicemente, gli posò un bacio sulla fronte e dandogli le spalle uscì dalla biblioteca.

Loki lo seguì un momento con lo sguardo e sospirò poi si voltò rivolgendosi a Mr.J. 

«Coraggio Mr.J. dobbiamo trovare quel libro. Dovessi smontare questo palazzo mattone dopo mattone con le mie mani!»

 

Thor uscì dalla biblioteca e sospirò chiudendo la porta. Fred era alle sue spalle appoggiato ad una finestra e teneva Trick tra le braccia. 

«E papà?»

«Ci raggiungerà appena possibile. C’è stata ecco…un’emergenza.»

«Oh capisco… Allora andiamo solo noi due?»

«Beh noi due e Trick.» 

«Oh no papà, Trick non viene. Inizia ad avere i suoi anni e non mi va di sottoporlo ad un altro viaggio col Bifrost.»

Thor comprese e sorrise.

«E così ci abbandoni non è vero palla di pelo?» Disse allungando una mano verso il gatto che accennò a graffiarlo. «Ehi, non capisco ancora cosa ti ho fatto…vero che è così scorbutico solo con me?»

«Ahaha no, non direi, anche con Kate fa il dispettoso. E comunque non è colpa tua se il tempo passa vero amico?» 

Il micio lo guardo negli occhi e asserì con un «Mao».

Thor sorrise.

«Si, si forse è meglio così allora…bene hai tutto?»

Il ragazzo annuì.
«Allora andiamo maghetto!»

 

Midgard qualche ora dopo.

«SIIIIII!»

Thor, Mickey e Fred esultarono sugli spalti mentre la voce dell’altoparlante del campo sportivo annunciava «KATE ODINSON TAGLIA IL TRAGUARDO!»
Era una gara locale che si teneva alla scuola di Kate e Mickey.
Thor e Fred erano andati ad assistere come facevano quando ancora vivevano tutti insieme e come sempre Kate era arrivata prima!
E a quanto pare non erano gli unici a tifare per lei: padre e figlio infatti rimasero particolarmente colpiti da un enorme striscione col nome della ragazza scritto sopra sorretto da un gruppo di ragazzi e ragazze,  senza contare che le cheerleader si esibirono in una piccola coreografia a lei dedicata. 

«Tu non perdi proprio mai, corri Kate e vincerai! Foooorza Kate!»

La ragazza, dopo aver percorso ancora qualche metro di corsa dopo il traguardo, si fermò sorridendo orgogliosa verso gli spalti e verso il gruppo di ragazze. 

«KATE! KATE!» Chiamò forte Thor sbracciandosi per farsi vedere dalla figlia.

La ragazza guardò meglio e non appena scorse la sua famiglia il suo sorriso divenne se possibile ancora più grande. Poi fece loro cenno di scendere e gli indicò gli spogliatoi.

 

Dieci minuti più tardi il gruppetto scese sotto le gradinate dove si trovavano gli spogliatoi e fu raggiunto dalla ragazza.

«Papàààà! Freeed!» Gridò Kate investendoli con un abbraccio e stringendoli entrambi forte.

«Mi siete mancati! Tu hai finito di diventare sempre più figo? Cos’è vuoi rubarmi la piazza?»

«Sei la solita.» Scosse la testa il fratello rassegnato. 

«Complimenti tesoro sei arrivata prima!»

«Ehm grazie papà, ma niente di nuovo giusto? In effetti potrei anche arrivare seconda qualche volta, inizia a non esserci più gusto!»

«Sempre modesta sorellina!»

«L’umiltà prima di tutto fratellino! Piuttosto dov’è papà? Non l’ho visto prima, ma mi aveva detto la settimana scorsa che ci sarebbe stato.»

Thor si incupì appena.

«Ecco tuo padre  sta risolvendo un’emergenza su Asgard, ma ci raggiungerà per la festa.»

«Oh, oh va bene» la ragazza sembrava un po’ delusa.

«Comunque» proseguì Thor «ora che siamo tutti insieme possiamo iniziare a prepararci per domani. Io adesso vorrei sistemare casa così domani potrò stare con Marcus in caffetteria mentre tu e Fred…»

«Ehm si papà domani però ho un compito di storia e sai…è l’ultimo anno perciò…»

«Kate non mi dirai che sei diventata una secchiona! Devo preoccuparmi per i miei schemi?» Chiese il fratello sarcastico.

«No fratello! È solo che ho preso gusto ad essere prima anche in qualche materia. Ma giusto una o due. Ah proposito Mickey, Larry è ancora via? Volevo che mi sentisse ripetere.»

«Chi è Larry?» Chiese Thor. 

«Lo stagista di papà, ma è anche adibito a “sbriga ogni faccenda che Tony Stark non ha voglia di fare” poverino. É molto gentile e di solito ci sente le lezioni prima di compiti ed interrogazioni.» Spiegò Mickey «Comunque si, è via, ma non dovevi iniziare a fare da sola?»

«Ho fatto tutto da sola! Volevo solo che mi aiutasse a ripassare. Nessun problema cugino vorrà dire che mi aiuterai tu!»

«Dittatrice.» Borbottò Mickey. 

«Comunque papà vorrei davvero fare bene questo compito, ti dispiace se ti aiuto domani dopo la scuola?»

«No tesoro certo che no. Sono molto orgoglioso che ti dedichi allo studio! Mi aiuterà Fred…»

Il ragazzo arrossì un po’.
«Veramente papà c’erano…ecco un paio di vecchi insegnanti che volevo rivedere…sai non sono mai a casa… e visto che domani saremo insieme…»

«Oh, ok ho capito allora ehm ci vediamo per cena?» Si rivolse speranzoso Thor ad entrambi i suoi figli.

«Si ehm vediamo come va lo studio» disse Kate mentre Mickey le passava lo zaino.

«Io arrivo dopo cena, dopo aver salutato anche alcuni amici. Ti dispiace papà?»

«No-no certo che no!» Provò a sembrare indifferente il Dio del Tuono, ma in realtà c’erano parecchie cose che iniziavano a dispiacergli. 

 

Ore dopo nella biblioteca reale di Asgard

Loki e Mr.J. avevano svuotato ogni scaffale, aperto ogni cassetto e chiesto ai più assidui frequentatori della biblioteca se avessero qualunque tipo di informazione. Erano poi passati alle altre stanze del palazzo da quella di Fred alla Camera della Guarigione, dalla stanza da letto dei re a quella di Kate e a quella di Frigga, avevano guardato persino nei bagni e nelle cucine reali, ma niente!
Il libro non era da nessuna parte e nessuno sembrava sapere dove si trovasse.
Verso sera Loki ricadde esausto su una sedia della biblioteca. C’erano libri sparsi ovunque e ci sarebbe voluto moltissimo tempo per rimettere tutto apposto, ma quel libro doveva saltare fuori. 

«Sono distrutto, possibile che un libro antico sia così difficile da trovare?»

«Sono mortificato ragazzo mio! È sempre al suo posto, lo so perché lo controllavo ogni giorno. Poi qualche giorno fa sono andato a cercarlo, ma non c’era più. Eppure qui vengono sempre le stesse persone e nessuna di loro credo sia potente abbastanza da spezzare un incantesimo della regina! Ah se solo non avessi coperto la sua magica copertina che emanava luce con una pezza pesante adesso potremmo averlo già trovato. Ma quella luce era così accecante che non ho trovato altre soluzioni.»

«Resta il fatto che abbiamo guardato ovunque Mr.J. e il libro sembra sparito» sospirò Loki esausto gettando la testa all’indietro «di questo passo non ce la faremo mai ad arrivare domani sera alla festa.»

Mr.J. abbassò lo sguardo e si tolse gli occhiali.

«Ah proposito di questo ragazzo…io…io non verrò domani.»

Il moro si tirò su di colpo fissandolo senza comprendere «Come dice?»

Il vecchietto sospirò «Loki…Sono stanco ormai e le mie ossa non sono più quelle di una volta. Qui sto bene perché il tempo scorre più lentamente, ma non sopporterei di fare un altro viaggio. Sono vecchio ragazzo mio…»

Loki lo guardò smarrito per un istante.

«Ma Mr.J. la festa e Marcus…»

«Marcus lo sa, ho chiesto a Fred di consegnarli un mio messaggio quando è passato a salutarmi. Lui capirà…»

Loki aveva sempre saputo che Mr.J era umano e che il suo tempo si sarebbe esaurito prima o poi. Cos’era la breve vita di un uomo in confronto a quella quasi immortale di un dio?
Ma quel vecchietto aveva rappresentato così tanto per lui e Thor: gli aveva dato una possibilità quando nessun altro lo avrebbe fatto, aveva condiviso con lui anni e segreti, c’era stato per lui nei momenti del bisogno e aveva sempre avuto una parola gentile o di conforto.
Poco più di vent’anni…
In quell’attimo Loki realizzò che ciò che per un semidio sono poche briciole di tempo per un mortale sono quasi tutta una vita e una lacrima fuggì dai suoi occhi.
Ma Mr.J. sembrava felice e senza alcun rimpianto e anche se sconvolto dalla fatica della giornata e  circondato dai suoi amati libri sparsi ovunque batté il suo bastone e si fece forza risollevandosi.
Come ogni giorno della sua vita con o senza appoggi. 

«Ma tu devi andare ragazzo mio, la tua famiglia ti aspetta! Perciò avanti non perdiamo altro tempo! Credo che ci manchino la Sala dei Trofei e mezza ala est del palazzo!»

Loki sorrise e si alzò «Mr.J. apprezzo quello che fa e sono sicuro che non sia colpa sua se il libro è sparito. Era una grossa responsabilità e avrei dovuto condividerne il peso con lei. Ma non è necessario che passi sveglio tutta la notte. È solo una festa…»

A quel punto il vecchietto lo guardò con rimprovero.

«Solo una festa? Loki credi davvero alle parole che stai dicendo?»

«A dirla tutta no, ma non vorrei che si stancasse…»

«Oh avanti figliolo sono vecchio, ma un po’ di esercizio mi tiene in forma e non mi fa rincitrullire. E tu avevi promesso di smontare ogni mattone del palazzo pur di ritrovare quel libro. Ascoltami: tu andrai a quella festa! Parola di Jay Fred Fergusson!»

 

Intanto su Midgard 

Il Dio del Tuono fece scivolare il contenuto di una padella in un piatto solitario sull’isola della cucina. Poi si sedette per consumare la sua cena.
Da solo.
C’era chi apprezzava la solitudine, conosceva persone che non vedevano l’ora di trovarsi a casa da sole per prendere un respiro dalla routine di tutti i giorni, un momento da soli per stare con sé stessi nella propria casa e lasciare tutto il resto fuori.
Ma questo non valeva per Thor.
Non aveva passato una cena da solo da che ne avesse memoria. Su Asgard perché c’era sempre un banchetto o la famiglia reale, su Midgard perché c’era sempre la sua famiglia e in verità…ne era felice. A Thor non piaceva stare da solo. Aveva persino scelto un lavoro in cui praticamente viveva sempre circondato dalle persone.
La solitudine era sempre stata una cosa più da Loki, ma dopo anni anche il compagno si era lasciato contagiare e la sera era un momento speciale da passare insieme.
Adesso Thor giocherellava col cibo e sospirava.
Si era tirato su le maniche e aveva ripulito tutta casa che in quegli ultimi mesi era rimasta per lo più chiusa. Dopo ore di pulizie si era ricordato che il frigo era vuoto e si era precipitato a fare la spesa. E ora se ne stava lì davanti al suo piatto di uova e spinaci con una grande tristezza addosso.
Credeva che le cose sarebbero state diverse almeno per quei giorni in cui sarebbero dovuti stare finalmente tutti insieme.
Loki gli avrebbe dato del sentimentale, ma in fondo sarebbe stato felice anche lui di passare del tempo coi suoi ragazzi e qualche giorno di calma solo per loro.
Abbandonò l’impresa e buttò la cena, sciacquò i piatti e pensò di bersi qualcosa di caldo.
Preparò un pentolino d’acqua sui fornelli e prese dalla credenza la sua vecchia tazza parte di un set personalizzato per la sua famiglia regalatogli da Tony un Natale di tanti anni prima.
Aprì un porta tè rigorosamente in legno perché a Loki piaceva sentire l’aroma che usciva quando veniva aperto.
Lo inspirò per un attimo prima di rovistare alla ricerca di una tisana rilassante.
Infine aprì un cassetto in cui tenevano l’accendigas.Lì abbandonato c’era il suo quaderno ad anelli delle ricette.
Lo prese e una volta pronta la tisana si buttò sul divano appoggiando la tazza sul tavolinetto che vi era davanti ed iniziò a scorrerlo.
La prima di tutte le ricette era quella dei pancakes che preparava da anni per la sua famiglia seguita da quelle che gli aveva dato Marcus, i dolci di Steve e qualche sua personale creazione.
Quello non era proprio il ricettario originale: il primo era diventato il quaderno degli scarabocchi di Kate.
Il secondo Fred lo aveva bruciato per errore con un incantesimo di fuoco: Thor ricordava ancora l’odore di bruciato e il fumo provenire dal cassetto chiuso.
Il terzo lo aveva donato alla madre per insegnarle la cucina midgardiana.
Nel tentativo di proteggere almeno quello il quarto lo aveva trasferito a lavoro, ma gli era stato portato via in un furto notturno ai danni della caffetteria.La cosa assurda era che l’incasso era rimasto al suo posto, ma non il ricettario: Thor era rimasto sconvolto più da quello che dalle vetrine rotte da sostituire.
Quello che teneva tra le mani in quel momento era il quinto: era un alto quaderno ad anelli con una robusta copertina rigida blu.
Thor vi aveva scritto già molte ricette, ma il bello di quel quaderno era che le pagine non finivano mai: bastava prendere la penna e scrivere e una nuova pagina compariva.
Quel ricettario era un regalo di Loki.
Un senso di malinconia lo invase: chissà cosa stava facendo il marito. Avrebbe trovato il libro in tempo per la festa?
Fissò per un po’ l’ultima ricetta e prese la penna che teneva dentro alla spirale ad anelli.
Una pagina bianca comparve davanti ai suoi occhi.
Il Dio del Tuono tirò un sospiro e cominciò a scrivere.

 

Quando ore dopo Fred rientrò a casa trovò il padre ancora seduto sul divano.

«Papà che fai ancora sveglio? È l’1.00 di notte.» Gli chiese gentile. 

Thor si voltò verso il figlio e sorrise. 

«Pensieri Fred.» E appoggiò la penna e il ricettario al suo fianco. Poi fece cenno al figlio di sedersi con lui. 

«È andato tutto bene?» Chiese mentre il ragazzo gli si faceva vicino. 

«Si, i miei vecchi professori volevano sapere tutto dei miei viaggi, te li ricordi? Sono quei due….»

«Ah si sono quelli che mi hanno chiesto un autografo ed una foto quando sono andato a verificare i tuoi progressi a scuola la prima volta?»

«Proprio loro ahah… Perciò gli ho raccontato delle mie avventure ed erano entusiasti!»

«E i tuoi amici?»

«Ecco in realtà ci siamo visti solo per qualche ora. Vedi molti si sono fidanzati e dovevano scappare altri stanno ancora andando al college e perciò dovevano studiare.»

«Non capisco, dove sei stato tutto questo tempo allora?»

«In verità ero da Marcus…dovevo dargli una cosa da parte di Mr.J.»

Il padre lo guardò interrogativo.

«Ecco papà lui-lui non verrà domani. È molto stanco ormai.» Disse abbassando lo sguardo. 

Thor annuì «Gli anni volano è figliolo? E noi non possiamo farci niente. Come sta Marcus?»

«All’inizio era triste, ma ha cercato di non darlo a vedere. Mi ha chiesto di Vanaheim ed ho pensato che raccontargli delle mie avventure lo avrebbe fatto distrarre un po’. Ha detto che ci farebbe di nuovo un salto volentieri, ma questa volta spera di non fare brutti incontri per i boschi.» Sorrise poi notò l’espressione malinconica sul volto del padre. 

«Papà…va tutto bene?»

«Sinceramente?» Chiese il padre incontrando il suo sguardo. Il ragazzo annuì. «Beh questa festa è sempre stata speciale per noi, lo sai. L’abbiamo passata insieme per così tanto tempo. E per me e tuo padre è molto importante. Sai la prima volta ci siamo dati…»

«Il vostro primo bacio…lo so papà» gli sorrise il figlio. 

Il biondo lo contraccambiò.

«Essere re di Asgard è ciò a cui ero destinato dalla nascita, ma speravo che sarebbe stato diverso. I Nove sono in pace, ma c’è sempre qualcosa da risolvere e per me e tuo padre è raro avere dei momenti da soli o per lo meno insieme a voi.» Scosse la testa «Scusa non dovrei annoiarti con le mie lamentele.»

«Papà non mi annoi affatto! Anzi secondo me…hai ragione.» Thor lo guardò interrogativo «Sai sono felice di fare i miei viaggi, ma…da quando sono partito la prima volta mi sembra tutto così diverso. Prima eravamo sempre insieme, ogni giorno, ogni sera…adesso ci vediamo solo attraverso degli incantesimi, Kate è qui con gli zii e voi avete così tante cose da fare. Mi-mi manca stare con voi e con Trick. Ma allo stesso tempo amo viaggiare e…a volte mi sembra così difficile conciliare tutto…»

Thor a quel punto si prese un attimo per guardarlo: Fred non era cambiato granché. I capelli erano legati diversamente, ma sempre lunghi, il fisico asciutto e ben piazzato e quei suoi occhi verdi sempre così pieni di bontà  e dolcezza.
Se avesse dovuto dare un giudizio così su due piedi avrebbe detto che non era cambiato di un giorno, ma sapeva che forse era diventato più grande nell’animo.

«Sono un pessimo padre, non ti ho nemmeno chiesto di Vanaheim…»

«Ma vuoi scherzare? Prima dovevamo partire, poi la gara di Kate, poi non ci siamo visti fino ad ora. Non c’è stato tempo papà, ma ce ne sarà. Non ho intenzione di ripartire a breve, prima voglio stare un po’ con tutti voi.» Sorrise il ragazzo e gli appoggiò una mano sul ginocchio «Vedrai che domani papà arriverà.» 

Il biondo annuì e si alzò  sorridendo al figlio e dandogli un bacio sulla testa.
Fred lo osservò salire le scale: non lo aveva mai visto così abbattuto e questo lo preoccupava un po’; avrebbe voluto fare qualcosa per lui. Ma cosa?
Notò la tazza del padre sul tavolinetto, ma era ancora colma di liquido ormai diventato freddo e lì accanto a lui sul divano giaceva ancora aperto il ricettario.
Fred guardò quell’ultima pagina fitta di scritte e girò la precedente per leggere il nome della ricetta, ma non trovandolo lesse qualche parola.
Intuì subito che quella non era una ricetta e tornò indietro finché fu necessario, fin dove quel racconto aveva inizio.
Quando pensò di averlo trovato si appoggiò il ricettario sulle gambe ed incominciò a leggere. 

 

Sono le 21.30 della vigilia della notte della festa d’autunno, della festa che ha cambiato per sempre la nostra vita, la mia e di Loki. Il nostro primo bacio, il nostro amore è iniziato tutto da lì… E allora perché oggi mi sento così solo? (Oltre a farmi pena perché mi ritrovo a scrivere sul mio ricettario…ma pazienza….)
Prima le cose erano diverse. 
Prima che i nostri figli crescessero.
Prima… 
Questa festa è sempre stata uno dei giorni più speciali dell’anno anche quando sembrava un pasticcio, come quella volta tanti anni fa…

 

Thor ruppe due uova e le sbatté bene in una ciotola prima di aggiungere il latte. Qualche altro ingrediente ed ottenne una pastella morbida e liscia.
La padella intanto era diventata ben calda e pronta per una prima prova che come sempre sarebbe stata superata a pieni voti.
In pochi minuti tre perfette torrette di pancakes caldi avevano preso posto ognuna su altrettanti piattini.Thor li prese e li sistemò sull’isola della cucina insieme a tutto lo speciale occorrente: frutta  fresca tagliata, sciroppo d’acero, panna e gocce di cioccolato.
Due grandi tazze, rispettivamente dalla forma di una testa di tigre simpatica e di una palla da basket, erano già piene di latte fumante e cioccolato in polvere.
Mancava da riempire un’ultima tazza su cui era riportata una scritta: “Living la vida Loki”.
Thor contemplò il suo lavoro perfetto come ogni mattina mentre prendeva un sorso dalla sua tazza con la scritta Point Break.
Si scostò i capelli lunghi sfuggiti alla sua coda e guardò l’orologio alla sua destra appeso sopra al frigo: segnava le 7:29.57 secondi.

«Tre, due, uno» sussurrò.

«Bambiniiiiiii state per fare tardi a scuola!»

«Papà io ho la febbre, non posso andare a scuola!»

«Kate non incominciare! Freddi esci dal bagno o no? Kate avanti  tesoro, perderete il pulmino!»

Due minuti dopo Fred scese le scale con la sorella che lo superò di corsa.

«Ahia Kate!»

«Pappa molle! Ciao papà» disse la bambina di sette anni avvicinandosi a Thor e dandogli un bacio sulla guancia. Poi fu la volta di Fred.

«Evvai pancakes! Ho vinto Fred!»

I due bambini si buttarono a capofitto con le facce nelle tazze, Fred in quella della tigre e Kate nella palla da basket ed iniziarono ad afferrare i condimenti per i dolci trasformando il perfetto lavoro di Thor in un campo di battaglia…come ogni mattina.

«Con calma bambini! Vi ho già detto che dovete sbrigarvi, ma non rischiare di strozzarvi!» Li riprese Loki che scese le scale ancora in vestaglia e con i capelli lunghi in disordine; fece il giro dell’isola e raggiunse il compagno mettendosi ad aprire di fretta uno sportello dietro l’altro.

«Buongiorno amore» disse Thor. 

«Sarebbe un buongiorno se i tuoi figli si svegliassero alla prima sveglia e non alla decima! Di questo passo dovrò portarvi a scuola in auto! Kate smettila di scalciare la sedia di tuo fratello!» Ammonì la bambina che emerse dalla sua tazza con un contorno labbra di latte al cioccolato.

«Papà Fred mi viene contro.»

«Non è vero!» Controbatté il fratello.

«Invece si!»

«Invece no!

«SIIIIIII»

«NOOOO»

«Adesso basta! Finite di fare colazione e volate a lavarvi la faccia! Il pulmino arriverà tra pochissimo!»

«Io ho finito entro per prima!» Disse la bimba allontanando la tazza e catapultandosi al piano di sopra.

«No Kate! Tu sei lenta come una lumaca!» Fred fece altrettanto e la seguì di corsa. 

«NON È VERO!» Urlò lei prima di sbattere la porta del bagno. 

Thor sorrise verso le scale mentre Loki chiuse l’ennesimo sportello.

«Tesoro che stai cercando?»

«Le merendine dei bambini Thor!» Rispose l’altro agitato. 

«Sono già negli zaini.»

Il moro chiuse uno sportello «Ah va bene…o Miei Dei è tardissimo…gli zaini, dove accidenti…?»

Ma Thor gli fece un cenno con la testa in direzione di due zainetti pronti all’ingresso.

«E il pranzo! Devo…?» Continuò Loki sempre agitato.

Al che il biondo allungò la mano sinistra sotto al naso del compagno e sollevò due sacchetti di carta mostrandoglieli.

«Perfetto, mancano solo i bambini…RAGAZZI!»

«Eccociiii!» Urlarono i due precipitandosi giù dalle scale.

Loki li raggiunse, gli infilò gli zaini e porse ad entrambi il pranzo «Grazie papà, a dopo papà!» Disse Fred ai genitori.

«A dopo papà.» Lo imitò Kate dando un bacio veloce a Loki e precipitandosi dietro al fratello. Il moro si affacciò sulla porta nello stesso istante in cui il pulmino della scuola si fermava davanti a casa loro per far salire i bambini. 

Tirò un respiro di sollievo e chiuse la porta.

«Hanno fatto in tempo?»

«Si.» 

«Come ogni mattina…» sorrise il biondo voltandosi verso i fornelli: afferrò un bollitore che vi era sopra e versò il contenuto fumante nella tazza ancora vuota. Poi porse il tè caldo al compagno che gli si avvicinò.

«Si, ma sempre per un soffio.»

«Però ce la fanno sempre.»

«Si infatti…forse sono io che mi stresso troppo…mi-mi trovi stressato?» Gli chiese. 

Thor lo osservò un istante: il compagno aveva i capelli scompigliati e il volto ancora sconvolto dal sonno…era così bello.

«A dirla tutta sei un vero disastro.» Rispose dispettoso. 

«Prego?!»

«Voglio dire che» fece il biondo prendendolo per la vita e tirandoselo contro «sei sempre così agitato anche se è tutto sotto controllo.»

Loki arrossì «Non è da me vero?»

«Mmm diciamo che ho deciso di imputare il fatto a che la scuola sia ricominciata da poco e di darti il tempo di tornare in te con le tue manie di controllo eccetera eccetera. Nel frattempo però forse so come fare a scacciare questo stress» gli baciò appena il collo poi si ritirò guardandolo intensamente negli occhi. 

Loki sorrise. «Magari stasera dopo la festa d’accordo? Ah proposito tu e Marcus siete a posto?»

«Si, adesso vado in negozio ad aiutarlo. Oggi ci occuperemo di cioccolata e dolci, poi verrò ad aiutare te e Mr.J. in negozio.»

«Ma i bambini…ah e Trick, dobbiamo preparare…»

«Ai bambini penserà Tony e li porterà stasera con Mickey alla festa. Trick è su che dorme e se decidessimo di rientrare dopo domani lui avrebbe il necessario per sopravvivere una settimana. Ma non succederà perché stasera finita la festa torneremo a casa, metteremo i bambini a dormire, e ci dedicheremo un po’ a noi due e…»

«Oh accidenti, ma domani è domenica!»

«Eh no tesoro, domani è sabato perciò niente sveglia alle 8.15. Credo ti toccherà rimanere tra le mie braccia fino a tardi» gli sorrise il biondo prendendo un altro sorso dalla sua tazza.

«Non avrei mai pensato di dirlo, ma la tua capacità organizzativa è quasi eccitante Dio del Tuono.»

«Si lo so. Ora tu prendi il tuo buonissimo tè che ti servo ogni giorno nella stessa tazza, che poi è l’unico motivo per cui non ti liberi di questo magnifico regalo di Tony, e ci vediamo stasera.» 

E posata la sua tazza ormai vuota nel lavandino il biondo gli diede un bacio e si preparò per uscire di casa.
Loki sorrise ed inspirò a fondo l’aroma del tè, ne prese un sorso ed appoggiò la tazza sull’isola di fronte a lui; lo sguardo gli cadde sulla scritta sulla tazza… come ogni mattina.
“Devo decidermi a farti in mille pezzi prima del tè di domani.”
Ma ormai era solo una frase che si ripeteva ogni mattina. 

 

8:30 Caffetteria 

«Ciao Marcus!» Disse il biondo entrando e salutando il collega già all’opera dietro al bancone.

«Ehi Thor! Riposato?»

«Si, mi sento bello carico.» Disse facendo un cenno di saluto anche ad alcuni clienti e raggiungendo l’altro. 

Indossò il grembiule color tanno e si sistemò i capelli in un codino alto.

«Loki passa per colazione?»

«Non credo, vista la giornata di oggi lui e tuo padre saranno immersi nella preparazione della libreria.»

«Mm sbaglio o Loki è un po’ stanco ultimamente?»

«Non sbagli. Da quando i bambini hanno ricominciato la scuola è molto stressato. Fa così ogni anno. Poi si tranquillizza però rimangono pur sempre i compiti, gli sport dei bambini, il lavoro e lui deve sempre avere tutto sotto controllo...Vorrei poterlo aiutare di più, fargli capire che su di me può contare, ma l’unica cosa che mi riesce bene è fargli trovare la colazione e il pranzo dei ragazzi ogni mattina.»

«Secondo me amico ti fai troppi problemi. Non puoi togliere a Loki la sua voglia di controllare qualunque cosa, sarebbe come togliergli l’aria che respira.»

Thor sorrise.

«Suppongo di sì. Comunque hai tutto per i biscotti e la cioccolata?»

Facevano così ogni anno: Marcus preparava biscotti ed ingredienti per la cioccolata e Thor badava alla caffetteria. Poi andava a dare una mano a Loki e Mr.J. per alcune decorazioni che l’ometto si faceva sempre venire in mente all’ultimo minuto anche se, apparentemente, quell’anno in programma c’era solo una costruzione speciale.
Marcus prese un muffin ai mirtilli dalla vetrinetta sul bancone e lo porse ad una cliente «Si, più tardi mi metterò all’opera così saremo pronti per stasera. Filerà tutto liscio come ogni anno vedrai!»

 

9.30 Fergusson&Steven

«Buongiorno Mr….ma che sta facendo lassù in cima?»

Esclamò Loki notando il proprietario della libreria in equilibrio precario su una scala: stava cercando di afferrare qualcosa sopra un alto scaffale aiutandosi con una scopa. 

«Ehilà ragazzo, non è che mi daresti una mano?»

«Cosa le serve?»

«C’è una scatola qui, ma non riesco a…»

Loki si guardò intorno e vedendo che non c’era ancora nessuno schioccò le dita diventando un pipistrello e volò fino allo scaffale. 

«Ecco è quella scatola là, vedi?»

Loki-pipistrello scorse una scatola di latta e volò nella sua direzione; raggiungendola si trasformò in uno scoiattolo nero. Poi con tutta la forza che aveva spinse la scatola nella direzione di Mr.J. che allungò la scopa, ma per errore colpì lo scoiattolo sulla testolina. 

«Ops! Perdonami ragazzo!» Loki-scoiattolo si massaggiò la testa scocciato, ma continuò a spingere la scatola. 

Poco a poco il vecchietto riuscì ad avvicinarsela abbastanza e l’afferrò. Lo scoiattolo discese dalla libreria arrampicandosi tra i vari pensili dello scaffale fino a terra dove si ritrasformò. 

«Di che si tratta Mr.J?» Chiese togliendosi di dosso un po’ di polvere.

Il vecchietto scese dalla scala e soffiò via quella presente sulla scatola. 

«Ecco veramente qui conservo un piccolo tesoro. Vedi quando Marcus aveva l’età di Fred, in questo stesso giorno, trovammo il vicolo pieno di mille foglie colorate portate da chissà dove. Il signor Narciss voleva farne un bel mucchio e buttarle, ma Marcus lo fermò e ne raccolse il più possibile. Prese un filo di lana e aiutato da Mary crearono una decorazione speciale.»

Aprì la scatola: all’interno vi erano tante foglie secche unite tra loro da un lungo filo di lana annodato alla base di ciascuna; doveva essere stato una sorta di festone di tanti colori, ma ormai le foglie si erano ingrigite. 

«Ehh ormai hanno perso i loro bei colori dopo tutti questi anni, ma all’epoca mio figlio appese la sua lunga ghirlanda per tutto il negozio e fuori e persino il signor Narciss si congratulò per il suo lavoro.» Sorrise «Mmm l’avevo quasi dimenticato, ma ieri sono passato per un piccolo parco e lì le foglie stavano già cambiando colore e…mi sono ricordato. Ma ormai inizio ad essere vecchio proprio come queste foglie.» 

E richiuse la scatola.
Loki sorrise.

«Sa Mr.J. prima di avere i bambini non pensavo che conservare i ricordi fosse importante. Io e Thor siamo cresciuti in un mondo dove non esistono fotografie o pastelli colorati. Ma sinceramente da quando sono qui tengo una scatola di tutti i disegni di Fred e Kate e non posso farne a meno.»

«Aaah i figli: ci rapiscono il cuore ancora prima di vederli la prima volta e continuano a farlo…e in un attimo diventano grandi…ma questi piccoli tesori li fanno rimanere per sempre i nostri bambini» tirò un sospiro «ma era solo un ricordo…ad ogni modo ragazzo, il fatto è che mi è venuta un’idea!»

Senza che l’ometto lo notasse Loki alzò gli occhi al cielo, ma sorrise  “Ma guarda un po’…” pensò tra sé e sé.

«Vorrei andare a prendere una cosa da un amico, ma abita fuori città. Potresti accompagnarmi?»

«Ma certo Mr.J. Dobbiamo mettere qualche addobbo, ma lo farò quando torneremo. Dirò solo a Thor di passare più tardi per togliere i libri dagli scaffali e come da programma costruire il Fortino della Conoscenza che avete progettato lei e Freddi.» 

«E sarà un successo ne sono sicuro! Coraggio allora, prima partiamo prima torniamo!»

 

10.00 Alla caffetteria.

«Tranquillo Loki ho le chiavi.»

«Non penso ci metteremo comunque molto Thor…»

«Tutto il tempo che vi serve. Marcus ha tutto sotto controllo e ha già infornato i primi biscotti.»

«Verrò a darti una mano il prima possibile. Con la magia magari faremo pr…»

«Nessuna magia tesoro, devo costruire un fortino di libri posso farcela!»

«Va bene, Mr.J. ti ha lasciato le indicazioni degli scaffali da svuotare e il disegno che hanno realizzato lui e Fred.»

«E quando tornerete troverete tutto pronto. A dopo amore.» E riattaccò la chiamata. 

«Era Loki?» Chiese Marcus alle sue spalle dalla finestrella nella cucina che si affacciava sulla sala principale. 

«Si, lui e tuo padre vanno fuori città per una commissione dell’ultimo minuto.»

«Ci scommettevo l’impasto che si inventava qualcosa.»

«Meglio di no Marcus, ci sono parecchi biscotti da fare! A proposito tu hai tutto sotto controllo?» 

«L’impasto per la seconda infornata di biscotti è pronto, preparerò il pranzo e farò quello per la terza così saremo nei tem…ehi! Come mai i tuoi bambini sono fuori dal negozio?» 

Thor si voltò giusto in tempo per vedere Fred e Kate entrare seguiti da Tony in un elegante completo gessato da giorno ed occhiali da sole.

«Ehi ma che succede?»

«Papà Mickey ha vomitato!» Disse subito Kate.

«E come mai voi due siete qui?» Chiese il semidio rivolgendosi a Tony.

«Vedi Point Break io devo portare Mickey dal dottore, Steve oggi è stato invitato dall’accademia militare per una lezione sul valore della squadra e cose così…e se lo avvisassi mollerebbe tutto per timore che Mickey abbia una qualche malattia incurabile. È un po’ apprensivo in queste cose, perciò, visto che tanto non ho mai nulla da fare secondo il mio compagno, ci penserò io. Ma non posso occuparmi dei ragazzi finché Mickey non viene visitato.»

«Oh, oh va bene, ma potevi avvisarmi… sarei passato a prenderli io nel pomeriggio.»

«Beh anche io non mi sento proprio in forma papà» intervenne subito la bambina fingendo qualche colpo di tosse. 

Thor scosse la testa gentile. «E tu Freddi?» 

«Lo zio Tony ha trascinato fuori da scuola anche me… a dirla tutta avremmo avuto due ore di ginnastica perciò…» 

«Ho capito è stato un guadagno generale. Beh Tony allora grazie, mi occupo io adesso dei bambini. Fammi sapere come sta Mickey più tardi.»

«D’accordo a stasera…speriamo!»

E salutati i bambini sparì nell’auto parcheggiata davanti alla caffetteria.

«Allora bambini noi oggi abbiamo parecchio da fare perciò armatevi di carta e penna e mettetevi a fare qualche bel disegno o i compiti ok?»

«Va bene papà!» Risposero i due in coro.

«Bravi bambini posso sempre contare su di voi!»

 

12.00 In auto 

«Mio Dio siamo rimasti incolonnati per un’ora, oltre un’altra mezz’ora per uscire dalla città! Io mi chiedo perché ci sono così tante auto poi!»

«Se aggiungiamo anche i lavori  al ponte…» commentò Loki alla guida scuotendo la testa. 

«Mi dispiace ragazzo! Senza traffico ci avremmo messo meno di un’ora, ma sta tranquillo siamo quasi arrivati ormai. Ora… non mi ricordo se al bivio devi andare a destra o a sinistra. Mmm si sono quasi convinto che fosse a destra!» 

«Come quasi convinto Mr.J?»

«Ma si ragazzo, è la strada giusta! Prendi di qua.» 

Loki annuì e arrivati ad una biforcazione svoltò a destra.

«Ecco tra cinque minuti dovremmo arrivare davanti ad un vecchio granaio. Ci siamo quasi ragazzo si….solo cinque minuti»

Ma cinque minuti dopo non avevano incontrato nessun granaio, né quelli dopo e nemmeno quelli successivi. Piuttosto si ritrovarono in una cittadina dall’aspetto abbandonato.

«Ah accidenti a questa vecchia testa! Temo dovessimo girare a sinistra Loki.»

Ma Loki era particolarmente di buon umore quel giorno.  

«Non si preoccupi Mr.J basta tornare indietro»

Fece inversione e i due ripercorsero un pezzo di strada, ma… «Come senso vietato? Ma ci siamo venuti da qui!»

«Credo fosse un senso unico ragazzo mio, forse dobbiamo fare un altro giro.»

«Mr.J. scusi, ma non ha un indirizzo esatto? Lo mettiamo sul cellulare»

«Ecco veramente… non me lo ricordo…ma so esattamente il posto che cerchiamo. Solo che lo riconoscerò quando lo vedremo.» 

Loki si guardò intorno studiando la città deserta.

“Se lo vedremo di questo passo…”

 

 

12.30 Alla caffetteria

Kate incominciò a sbuffare.

«Papà possiamo fare qualcos’altro?»

«Kate tesoro perché non mangi la zuppa di Marcus intanto?»

«È troppo calda! Non possiamo aiutarvi a cucinare i biscotti?»

«No Kate, Marcus ha molto da fare oggi.»

«Uffa però…»

Intanto la caffetteria si stava riempiendo dei primi clienti abituali del pranzo e in poco tempo si sarebbe affollata. Marcus uscì dalla cucina portando un vassoio pieno di zuppe e raggiunse Thor al bancone per potergli dare una mano. 

«Mi dispiace Kate, oggi è davvero complicato» le si rivolse gentile Marcus. 

«Mm ok.» 

Dopo dieci minuti Kate aveva finito la zuppa ed era praticamente distesa sul tavolo per la noia mentre Thor e Marcus erano molto indaffarati. Quel giorno c’era davvero troppa confusione. 

«Fred?»

«Mmm» rispose il bimbo di fronte a lei chino sul suo disegno.

«Mi annoio! Senti vieni con me in cucina?»

«Kate non possiamo andare da soli, sai che papà non vuole!»

«Ma io mi annoioooo! Tu no?»

«Sto finendo i compiti…però si» disse buttandosi indietro sulla sedia «un po’ mi annoio.»

«Andiamo solo a vedere come stanno venendo i biscotti! Senti che odorino viene.»

«Ok, ma cerchiamo di non farci vedere da papà.»

«Mmm allora facciamo una missione Ninja! “Obiettivo biscotti" Bro-ninja Fred.» Sussurrò la bimba al fratello.

Fred sorrise «Ok Sis-Kate. Qual è il tuo piano?»

«L’obiettivo biscotto è nella cucina. Fase 1: eludere la sicurezza! Dobbiamo convincerli che stiamo facendo quello che vorrebbero loro.»

I due bambini guardarono verso il bancone: Thor servì un cliente e lanciò un rapido sguardo ai figli. I due sorrisero innocenti. Il biondo li contraccambiò contento e ricominciò a servire i clienti.

«Sembra abbia funzionato Bro-ninja e adesso?»

«Fase 2: passare senza essere visti.»

«OK!»

I due scesero piano dalle loro sedie e facendo attenzione che il padre non li scoprisse arrivarono a lato del bancone. Davanti a loro c’era la porta a due ante battenti della cucina. Thor stava tagliando della frutta nel piano d’appoggio sotto la finestrella della cucina e mettendola in una centrifuga 

«Ok Sis-Kate quando te lo dico io. Uno…due…» Thor si voltò con la centrifuga verso la cassa «Tre!»

I due sgattaiolarono in cucina. 

«Bene Bro-ninja siamo entrati!… Ehm e adesso?»

«Adesso seguiamo l’odore.»

I due si misero a sniffare l’aria muovendosi sempre in atteggiamento furtivo fino a raggiungere il forno a più piani. Dentro trenta grandi cookies cuocevano rilasciando un odorino delizioso. 

«Wooow! Non vedo l’ora di mangiarne uno!»

«Mi sembrano un po’ pallidi eppure il timer segna quasi la fine, mancano solo 10 minuti!»

Fred allora allungò il braccio più che poté «Ops» disse toccando un tasto per errore poi alzò la temperatura portandola da 180° a 200°.

«Ecco, così andrà meglio!»

«Ehi Fred guarda quanto impasto ha preparato Marcus.» Disse la bimba indicando la ciotola sul piano in acciaio alle loro spalle.

Prese un dito dell’impasto friabile e se lo gustò. «Mmm però manca qualcosa. Ci vuole più zucchero!» 

Si allungò sul piano fino ad un barattolo di polvere bianca, la prese e la verso abbondantemente nell’impasto, poi lo mescolò con un mestolo di legno alla bella e meglio. 

«Kate attenta!» La avvisò il fratello vedendo la porta muoversi. La bimba si abbassò di colpo accanto a lui. 

Marcus entrò in cucina e diede uno sguardo veloce al forno, ma senza avvicinarsi. I due bambini rimasero immobili. L’altro uscì.

«Forse si sono accorti che non ci siamo. Dobbiamo andare Kate!»

«Ok, ma fammi assaggiare l’impasto per vedere se ora va bene» disse riprendendo un dito d’impasto, ma…«Puahh è tremendo!»

«Come tremendo?» Fred lo assaggiò «Che schifo, è pieno di sale! Hai sbagliato barattolo Kate!»

«Accidenti papà si arrabbierà tantissimo! E ora cosa facciamo Freddi?»

«Buttalo via!»

«Ma è tantissimo!»

«Non possiamo correggerlo è troppo salato ormai! Dobbiamo farne altro, presto! Io prendo gli ingredienti. Facciamo piano però.»

La bimba buttò l’impasto nel cestino e pulì con della carta da cucina la ciotola per bene mentre il fratello prese degli ingredienti dal frigo. 

«Ma Freddi sai come fare l’impasto per tante persone?» Chiese dirigendosi a lavarsi le mani.

Il fratello la imitò poi si mise davanti alla ciotola.

«Beh basta raddoppiare no? Allora…l’ultima volta che papà ha fatto i biscotti a casa ha messo uova, farina, zucchero bianco e di canna e cioccolato. Sorellina uova!»

«Intere?»

«Ehm si credo…passamene sei così facciamo più impasto! Una forchetta così le sbattiamo un po’, e la farina»

La sorella gli passò la busta «Mettiamola tutta! Adesso?»

«Zucchero! Quello giusto stavolta!»

La sorella gli fece la linguaccia, ma si guardò intorno e vide un barattolo con quello che cercava su un altro ripiano. Lo prese e ne assaggiò il contenuto. Lo passò soddisfatta al fratello. 

«Zucchero! E questo qui invece è di canna» e gli passò un barattolo poco lontano da lui. 

«Bene ehm prendi del burro in frigo.»

La bimba prese un panetto e lo passò al fratello «750g grammi basteranno!»

Il bimbo lo prese e lo mise intero nella tinozza.

«C’è tutto ah no!» si diede una pacca sulla fronte «Le gocce di cioccolato.»

«Cavolo Fred non le trovo!»

«Prendi quei pezzi di cioccolata.» Le disse indicando alcuni blocchi di cioccolato alto e scuro su un piano alla sua sinistra.

«Ma sono enormi! Saranno per la cioccolata di stasera!

«Tanto poi si scioglie no?»

La bimba gli passò un tocco di cioccolata  e Fred lo aggiunse all’impasto. 

«E ora amalgamiamo tutto.» 

I due bambini si tirano su le maniche e in un attimo ebbero letteralmente le mani in pasta.

«Niente lievito?» Chiese Fred.

I due si guardarono «Naaaah» risposero in coro. 

«Fred il cioccolato però non si scioglie.»

«Mi sa che abbiamo messo anche troppa farina Kate!»

«Freddi è duro come la roccia.»

«Continua a impastare Kate vedrai che quando il burro si scalderà…» ma in quell’istante suonò il timer.

Marcus entrò in cucina e i due si bloccarono con le mani ancora nella ciotola guardandolo. 

«Che state facendo voi due?»

«Ecco veramente…»

«Freddi…» Chiese Kate «non senti odore di bruciato?»

«I MIEI BISCOTTI!»

Marcus si precipitò al forno da cui usciva un leggero filo di fumo. 

«Attenti!»

I due si spostarono e quando l’altro lo aprì una vampata di fumo scuro lì investì. Marcus estrasse i cookies carbonizzati.

«Avete toccato il forno?» Chiese guardando triste il risultato.

«Si, ma abbiamo solo alzato un pochino la temperatura.» 

«Solo alzato? Era in modalità grill bambini.»

Fred ripensò al tasto che aveva schiacciato per errore, ma essendo troppo basso non aveva visto di aver cambiato il programma di cottura.

«Oh-oh» 

«E cos’è quella…quella cosa in cui avete le mani?»

«Ecco» Kate abbassò lo sguardo «c’era poco zucchero e così l’ho aggiunto, ma per errore ho messo del sale così abbiamo rifatto l’impasto.»

«Rifatto l’impasto? Bambini gli ingredienti erano contati. Adesso non abbiamo nemmeno cinquanta biscotti!»

«E di solito ne facciamo…?»

«Considerando anche quelli che vendiamo per la beneficenza? Beh molti di più! Ma adesso non abbiamo più ingredienti! Ehi e non c’era più cioccolata lì?»

In quell’istante entrò Thor.

«Marcus che è successo? Di là c’è una puzza di bru…» poi notò i figli con le mani sporche di impasto, i biscotti carbonizzati e l’espressione impanicata del collega.

«Ehm» provò Kate «Vuoi assaggiare papà?» Disse allungando nella sua direzione una manciata di quella sorta di bloccò duro e informe.

Ma l’espressione di Thor divenne molto, mooolto severa. 

 

13.30 Da qualche parte in campagna….

«Eccoci siamo arrivati!» Asserì con convinzione Mr.J. quando finalmente arrivarono ad un vecchio granaio. 

Dopo diversi “Prova di qua” e “Prova di là” e “Sono sicuro che lì vent'anni fa ci fosse un cartello” i due avevano trovato non si sa come la via giusta.
Loki scese dall’auto e osservò meglio la costruzione.
Era un enorme granaio in legno rosso con rifiniture bianche; un tipico granaio americano circondato da grandi alberi sempreverdi.
Sul lato destro vi era una piccola casetta anch’essa in legno rosso con un piccolo portico all’ingresso.
Mr.J. vi si diresse senza indugio e bussò alla porta.

Loki lo raggiunse «Mr.J. sicuro che ci sia qualcuno?»

«Tranquillo ragazzo! Sicurissimo!»

Ma dopo qualche minuto nessuno si palesava ancora.
Loki incominciava a stufarsi. 

«Mr.J. non era meglio chiamare prima?»

«Sciocchezze ragazzo mio sono sicuro che c’è qualcuno in casa!»

Loki prese un respiro deciso a trovare le parole giuste per dire a Mr.J. che forse stavano solo perdendo tempo, ma proprio allora si sentirono dei passi provenire dall’interno della casa.
La porta si aprì rivelando un uomo sui settant’anni robustotto e dal viso tondo e simpatico. I capelli corti ora quasi del tutto ingrigiti di certo un tempo erano stati neri; indossava una camicia color ruggine e jeans morbidi.
Alla vista di Mr.J. il suo volto si illuminò.

«Jay! Ma-ma che ci fai qui?»

«James vecchia canaglia è un pezzo che non ci vediamo!»

«Puoi ben dirlo, l’ultima volta il tuo Marcus era un ragazzetto e guarda com’è cresciuto! Hai tinto i capelli ragazzo? E avrei giurato che avessi gli occhi diversi!» Disse dando una poderosa pacca sulle spalle a Loki. Il moro si dovette impegnare a trattenere un gemito di dolore.

«Oh no James, lui è Loki, lavora con me alla libreria.»

«Mol-molto piacere signore.»

Si presentò Loki, l’uomo allora gli afferrò la mano e gliela strattonò «Oh che pessima memoria! Piacere mio, gli amici di Jay sono miei amici!»

Questa volta l’autocontrollo di Loki vacillò e per un istante ebbe molta voglia di trasformare l’ometto in una mosca, ma Mr.J. intervenne. 

«Senti James fai ancora le tue creazioni vero?»

«Beh solo perché sono invecchiato non significa che me ne stia a poltrire per ore sulla mia poltrona…dopo un po’ uno si stufa sai!»

«Bene allora volevo chiederti se possiedi…»

«Oh avanti Jay Fred Fergusson, non ci vediamo da anni! Venite dentro e mangiamo insieme qualcosa, così mi racconti della tua attività! Hai ancora la libreria vero?» Disse rientrando in casa.

Mr.J. guardò Loki e alzò le spalle seguendo l’altro mentre Loki sospirò, ma fece lo stesso. Si prospettava una lungaaa giornata. 

 

14.30 Alla caffetteria 

Kate e Fred se ne stavano chini sui loro quaderni e disegnavano in silenzio sotto lo sguardo attento di Thor.
Marcus intanto era volato a ricomprare tutto il necessario per i biscotti mentre il collega aveva ripulito il disastro combinato dai bambini tra un cliente e l’altro. Marcus rientrò trafelato in negozio. 

«Ecco adesso posso farne dell’altro! E ho preso anche altra cioccolata!»

«Ottimo, allora tu fai qui mentre io vado a sistemare la libreria. Riesci a fare tutto da solo?»

«Si a quest’ora non c’è quasi nessuno, posso gestire entrambe le cose, vai pure.»

«Papà posso venire con te?» Gli chiese Fred.

«No Fred, stai qui con Kate.»

«Ma qui non ho altro da fare e se devi costruire il fortino io so come devi fare, ti posso aiutare.»

Thor sospirò.

«E va bene. Così Marcus avrà solo tua sorella da tenere d’occhio.» 

Kate si fece piccola piccola e puntò lo sguardo sul suo disegno.

«A dopo Marcus.»

«Lo costruiamo insieme vero papà?» 

«No, guarderai e basta Fred! Così tu e tua sorella imparate a non impicciarvi quando i grandi ve lo chiedono. Ora…speriamo che il signor Narciss sia già rientrato dalla sua pausa, devo chiedergli una cosa.»

Non appena suo padre e suo fratello furono usciti dalla caffetteria Kate si diresse in cucina.

Marcus era intento a tirare fuori dalle buste gli ingredienti necessari.

«Ehm ti posso aiutare?»

«Grazie Kate, ma tu e Freddi avete già fatto abbastanza per oggi.»

La bimba abbassò lo sguardo. «Scusaci Marcus, credevamo di sapere quello che facevamo. È solo che è sempre così bello vedervi cucinare e tu sei così bravo. Mi piacerebbe saper fare i biscotti come te…»

Il ragazzo si impietosì un po’: in fondo aveva un cuore di panna. «Farai quello che ti dico?»

La bimba mise su un grande sorriso «Assolutamente!»

Marcus ci pensò un attimo «E va bene allora sciacquati le mani.»

Kate obbedì e si posizionò al suo fianco.
Marcus le mise un piccolo sgabello sotto ai piedi e le legò addosso un grembiule. «Tira su i capelli, così brava» le disse gentile mentre lei si faceva una coda alta.

«Allora per iniziare ci occorrono burro e zucchero….»  


15.00 In campagna 

«Era delizioso James!»

«L’ha fatto Betty. Il suo stufato è sempre buonissimo. Ne vuoi dell’altro ragazzo? Sembri molto magro!»

«Oh la ringrazio signor James, ma potrei scoppiare.»

E in effetti Loki era davvero pieno: il pranzo era stato delizioso e i due uomini non avevano smesso di parlare un minuto, ma adesso Loki avrebbe solo tanto voluto dormire.

«Ah proposito dov’è tua moglie?»

«Da mio figlio in Alabama. Sai sono nonno adesso e Betty è andata a trovare il nostro nipotino. E il tuo Marcus? Accasato o preferisce la vita da scapolo?»

«Oh lui vive di viaggi e cucina e non potrebbe esserne più contento. Del resto tutti abbiamo una strada adatta noi, no?

«Vivere felici è la cosa più importante amico mio, e ognuno è contento a modo suo. Ti ricordi il vecchio Jeremy?»

«Lui era felice solo cucinando le sue torte al cioccolato.»

«Si e poi mettendole al sicuro nella sua pancia però!»

I due vecchietti risero e anche a Loki osservandoli sfuggì un sorriso. 

«Allora James possiamo vedere il tuo regno delle meraviglie adesso?»

«Sicuro amico mio, venite con me.» Rispose l’altro. 

Loki guardò interrogativo Mr.J. che di nuovo seguì a ruota l’amico.
I tre si diressero all’ingresso della casa ed uscirono avviandosi alle grandi porte del granaio. James ne aprì appena una e si fece da parte per lasciar passare i suoi ospiti.
Loki entrò per primo e rimase a bocca aperta.
Si sarebbe aspettato di tutto: fieno, animali, vecchie mangiatoie, invece vi erano solo attrezzi da lavoro, rotoli di stoffa, lunghi tavoli di legno e sopra a questi un enorme quantitativo di…

«Giocattoli…» Sussurrò affascinato.

«Non giocattoli qualunque» puntualizzò Mr.J. entrando dietro di lui «giocattoli fatti a mano! burattini, carillon, bambole…»

Loki osservò alcune di quelle creazioni.
Il granaio era enorme e molto alto; la maggior parte dello spazio era occupata da tre tavoli posti a ferro di cavallo: quello sulla sinistra era pieno di giocattoli in legno, scalpelli e tempere fresche, il tavolo sulla destra invece era strabordante di bambole, ovatta e stoffe.
L’ultimo tavolo, quello centrale, infine ospitava un enorme modellino di un trenino con piccole montagne e città. 

«Quello è mio personale! Sono dodici anni che mi ci dedico e oltre funzionare perfettamente è curato nei minimi dettagli! E avete visto i miei aquiloni?»

Loki alzò lo sguardo: dal soffitto pendevano aquiloni di mille colori e giostrine per bambini. 

«Mi torna in mente quando portavo Marcus a giocare con Ted! Ti ricordi? Salivano sul solaio e giocavano per ore mentre noi ce ne stavamo ad intagliare marionette! Marcus adorava venire qui, come il sottoscritto del resto!»

«Ahaha e Mary e Betty parlavano in cucina per ore! A Betty è dispiaciuto molto quando si è trasferita in Canada, ma ogni tanto si sentono al telefono!»

«Io pensavo di andarla a trovare tra un paio di mesi, ricordi ragazzo? Te ne ho parlato, vero? Così potreste portare i bambini a vedere come si fa lo sciroppo d’acero biologico e poi ci sono tanti animali da vedere nei boschi.»

«Come? Ah ma si certo.» Disse il moro disincantandosi per un istante.

«Allora Jay cercavi qualcosa di particolare?»

«Oh si! Sono venuto per una delle tue lampade magiche. Vorrei che accompagnasse le mie storie per la notte della festa d’autunno. Come sai ho ancora qualche abilità scultorea, ma sei tu il mago della meccanica!»

«Credo di avere qualcosa per te amico mio, vieni con me.»

Loki intanto riprese a guardarsi intorno: era affascinato da quelle piccole meraviglie e non aveva mai visto tanti giocattoli tutti insieme. I suoi figli sarebbero impazziti se li avesse portati in un posto così e magari un weekend sarebbe potuto tornare con la sua famiglia.
Il suo sguardo cadde su un oggetto sul tavolo dei giocattoli in legno e si avvicinò per studiarlo meglio. 

«Questa andrà benissimo James…» disse Mr.J. all’amico poi notò come Loki osservava un certo oggetto incuriosito e allo stesso tempo affascinato «E anche quello. Credo di aver indovinato cos’è e forse anche il nostro Loki. Che dici amico mio…» Chiese rivolgendosi a James «É adatto alla nostra festa?»

«Oh credimi, lo è eccome! Quell’oggetto è molto speciale, vedrai!»

 

15.40 Fergusson&Steven

«Ehm papà non credo sia così.»

«Fred potresti fare silenzio?»

«Ma sono i libri dello scaffale sbagliato! Quelli che stai usando come base Mr.J. li legge ai bambini più piccoli. Sarà costretto a sfilarli e cadrà tutto!»

«Fred sto seguendo le indicazioni di Mr.J. vedi? Terzo ripiano della libreria C.»

Il bimbo si avvicinò «Papà c’è scritto Terzo ripiano libreria C/S. Sta per “sinistra”, tu hai svuotato quello a destra!» 

Il padre si voltò notando solo allora che esistevano ben due librerie C. Poi guardò il figlio.

«Passi troppo tempo qui dentro, stai diventando pignolo come tuo padre!»

«Comunque ho ragione! Devi rimettere quelli apposto e prendere quelli nell’altro scaffale!»

«E va bene.»

Ma…

«Papà fai attenzione, a quel grosso libro che hai spostato.»

«Quale grosso…ahia!» Si lamentò quando un vecchio e pesante tomo gli cadde sulla testa.

«Quello sopra di te…»

Thor strinse le palpebre ed inspirò profondamente.

 

Mezz’ora dopo…

«La base non reggerà…» disse il bimbo seduto sul bancone con le guance appoggiate sulle mani.

«Reggerà! Ho seguito il disegno» insistette il padre convinto col disegno tra le mani. 

«Tre, due, uno…» contò il bimbo aiutandosi con una mano.

E tutti i libri rovinarono a terra facendo crollare anche l’unica parete che Thor aveva messo insieme.

«Ahhhh non è possibile! Maledetti libri, come osate contrastare così il Dio del Tuono?!»

Disse mentre l’elettricità iniziava a percorrergli le braccia.

«È perché non devi metterli a caso. Nel disegno ogni volume ha un titolo se lo seguissi…»

«L’ho seguito!»

«No, li hai solo messi come secondo te avevano un senso, ma quel disegno l’abbiamo fatto io e Mr.J. e ci sono voluti giorni! Se mi permettessi di aiutarti…»

«No, Fred non puoi aiutarmi! Tu e tua sorella avete già combinato anche troppi disastri oggi e adesso devo pure costruire questa cosa incomprensibile.»

Il bimbo abbassò lo sguardo deluso e sussurrò «Papà aveva detto che saresti stato felice di costruirlo…»

A quel punto Thor si sentì un’idiota: si era offerto di aiutare Loki e Mr.J. con quella costruzione speciale per fare felici i clienti certo, ma soprattutto Fred che ci si era tanto dedicato.
Invece al momento si stava innervosendo perché non riusciva ad impilare dei libri mentre Fred se ne stava vicino a lui triste e deluso.
Sospirò e gli si fece vicino appoggiandosi accanto a lui al bancone. 

«Mi dispiace. È solo che…I biscotti, questo disastro coi libri…sono persino andato dal signor Narciss per chiedergli dei fiori particolari che ogni anno regalo a tuo padre, ma quest’anno non li ha. Mi sono così concentrato sul rendere tutto perfetto che ho finito per stressarmi ed arrabbiarmi con te e questo… non è giusto. Perdonami Freddi.»

Il bimbo alzò lo sguardo.

«Vedi per me e tuo padre questa festa è davvero speciale. Volevo aiutarlo e farlo contento, ma credo di avergli aggiunto solo altro lavoro da fare.»

Il bimbo ci pensò su.

«Beh, papà non è ancora tornato giusto? Se mi permetti di aiutarti magari facciamo prima.»

Il biondo lo guardò e gli sorrise posandogli una mano sulla testa «Non si rifiuta mai un buon aiuto. Allora signor architetto Freddi cosa dobbiamo fare?»

Fred sorrise e balzò giù dal bancone.

«Prima di tutto facciamo la base poi pensiamo al resto.»


16.15 In campagna

«E ci vediamo presto!»

«Stai bene Jay! È stato un piacere Loki! Torna con i tuoi bambini!»

«Anche per me e grazie, verremo di sicuro!»

Mr.J. e Loki salirono in auto e con un ultimo cenno di saluto partirono alla volta della città.

«Lei e James siete amici da molti anni vero Mr.J.?»

«Eh già ragazzo, vedi quando mio suocero ancora possedeva la fabbrica di scarpe James era apprendista nella piccola falegnameria dove ora sorge il negozio di Miss Brown. Era davvero bravo col legno, ma ha sempre avuto un debole per la meccanica. Costruì diversi giocattoli autonomamente ed andò in giro per il paese a venderli! Quando tornò a casa aveva messo da parte abbastanza soldi per comprare un negozio e avrebbe tanto desiderato lo spazio della falegnameria, ma Miss Brown era già arrivata da allora. Così si trasferì fuori città, ma spesso venivamo a trovarlo. Mio figlio e il suo erano d’età e si divertivano molto insieme. Poi io sono invecchiato, Mary si è trasferita e Marcus è cresciuto perciò non sono state molte le volte in cui sono tornato qua. Ma capita che ci sentiamo per telefono! Ero sicuro di trovarlo oggi!»

«E come?»

«Perché è venerdì e a James è sempre piaciuto prendersi il weekend lungo e poltrire per parecchie ore nella sua poltrona. Una volta Betty è venuta a New York in treno perché era venerdì e James non voleva saperne di schiodarsi dalla sua poltrona!»

A Loki sfuggì una risata. 

«Eh lo so è un tipo particolare, ma hai visto che belle creazioni?»

«Meravigliose! Sa io e Thor non avevamo quel tipo di giocattoli da piccoli, in realtà praticamente non ne avevamo! Quelli di James erano davvero delle piccole opere d’arte!»

«Puoi dirlo forte e vedrai che bella lampada avremo stasera nel fortino mio e di Freddi! E adesso alla volta della città! Sistemeremo gli ultimi dettagli e poi…ehi ma quelle sono pecore?»

Un enorme branco di pecore nere era bloccato in mezzo alla strada davanti a loro e un pastore cercava di smuoverle.

Loki fermò la macchina e Mr.J si sporse dal finestrino «Mi scusi che succede?» Chiese rivolgendosi al pastore.

«Le pecore hanno deciso di fermarsi, ma non ci vorrà molto! Pochi minuti!» Gli rispose quello.

«Ah beh se sono pochi minuti allora va bene… tranquillo Loki ci vorrà poco vedrai.»

Loki guardò il vecchietto non del tutto convinto: non era la prima volta che lo sentiva così speranzoso quel giorno… “Chissà perché ho l’impressione che ci vorrà più di qualche minuto.” 

 

18.00 Fergusson&Steven

«Finito! È perfetto papà!»

«Incredibile lo abbiamo finito davvero.» 

Padre e figlio contemplarono la loro opera: il Fortino della Conoscenza occupava quasi tutto il lato sinistro dell’ingresso e per farcelo stare Thor aveva spostato alcuni scaffali.
Era rotondo e molto alto con un’entrata senza porta; una volta dentro sul pavimento Fred e Thor avevano posto dei cuscini rossi su cui sedersi.
Poi Fred, aiutato dal papà, aveva sistemato una stoffa blu a mo’ di tetto.

«Ecco proprio come nel tuo disegno!»

«No, è più bello.» Asserì il bimbo.

«A me sembra uguale Freddi» disse il padre confrontando il disegno con la realtà.

«No, è più bello perché…lo abbiamo fatto insieme.» Spiegò avvicinandosi a fianco del padre. Thor gli sorrise e se lo strinse contro.

«Chissà se Marcus ce l’ha fatta con tutti quei biscotti…» commentò Thor sospirando appena.

«Forse avrei dovuto aiut…»

Ma in quel momento Loki e Mr.J. entrarono nella libreria. Sembravano esausti e non si accorsero quasi della presenza degli altri due.

«La prossima volta che vedo una pecora, ci faccio una trapunta! Ci hanno messo un’ora a togliersi dai piedi! Dico un’ora!» Esclamò Loki sconvolto andando verso il bancone e appoggiandovi un sacchetto di carta.

«Concordo ragazzo, ma sfortuna a parte varrà la pena!» Disse guardando verso il sacchetto che invece teneva lui.

Allora Fred richiamò l’attenzione del padre «Papà guarda!» E indicò entusiasta il lavoro di quel pomeriggio.
Loki e Mr.J. tornarono alla realtà e notando la costruzione di libri ne rimasero rapiti.

«Ragazzi è bellissimo!» Asserì convinto Mr.J. 

«Vero, no? Proprio come lo avevamo disegnato noi! L’ho fatto con papà.»

Thor sorrise tronfio e si appoggiò le mani sui fianchi. 

 «Sono sbalordito Fred! E dentro com’è?» 

Mentre Fred faceva da guida a Mr.J. Thor sbirciò la reazione di Loki: guardava verso il fortino stupito e con un’espressione dolce. Proprio ciò che il Dio del Tuono sperava di vedere. 

«È perfetta ragazzi, ma manca qualcosa per illuminarla.» Disse Mr.J. dentro il fortino e tirò fuori dal  suo sacchetto ciò che era andato a cercare dal suo amico James. 

Accese la lampada che iniziò a proiettare figure fantastiche sulle pareti di libri e sul soffitto di stoffa.

 «Wow Mr.J. è perfetta! È… magica!»

 «Sono contento che ti piaccia Freddi, tuo padre mi ha portato fuori città per prenderla. Abbiamo avuto qualche disavventura, ma è valsa la pena!»

 «Piacerà a tutti ne sono sicuro!» Asserì convinto il bambino. 

In quel mentre una bambina dal visino timido e i capelli rossicci si affacciò alla porta della libreria.

 «Salve signor Loki, c’è Freddi?» Chiese timidamente.

Il bimbo riemerse dalla costruzione.

 «Sono qui Rosy, vieni a vedere il fortino?»

 «Wow è bellissimo!» Esclamò stupita la bimba affacciandovisi dentro. 

 «Lo abbiamo progettato io e Mr.J. e lo abbiamo costruito io e papà! E questa lampada è perfetta! Se vuoi entrare ci stai!»

 «Verrei, ma volevo chiederti se volevi venire fuori con me. La zia è in ritardo con le torte oggi e non ha ancora apparecchiato fuori. Vorresti aiutarmi?»

 «Ma certo figliola!» Rispose per lui Mr.J.  «E vi aiuterò anche io! Insieme si fa prima e ci si diverte di più!»

I due uscirono dal fortino e seguirono la bimba fuori, ma prima «Papà mi presti dei soldi?»

«Fred cosa ci devi fare?» Chiese Thor interrogativo.

«Una cosa…»

«Ehm…va bene» gli rispose il biondo e tirato fuori il portafogli gli diede venti dollari. 

«Grazie, a dopo!» Sorrise il biondino ai genitori prima di uscire. 

A quel punto Thor si avvicinò finalmente a Loki.

«Che ci deve fare con quei soldi?» Chiese il compagno. 

«Non ne ho idea comunque…com’è andata?»

«A parte il pessimo senso dell’orientamento di Mr.J. e le pecore? Tutto bene…tu?»

«Qualche intoppo, ma non importa…avrei solo voluto che filasse tutto più liscio.»

«Cosa intendi?» Gli domandò l’altro.

«Ecco tesoro credevo di avere tutto sotto controllo, volevo esserti d’aiuto e farti stancare il meno possibile. Ultimamente sei sempre così preso e la scuola è appena ricominciata. Volevo solo alleggerirti un po’ il lavoro.»

«Thor tu lo fai già! Ogni mattina coi bambini e ogni giorno. Sono io che sono solo un po’ troppo agitato ultimamente, ma tornerò in me promesso.» 

Il biondo gli sorrise. 

« Tu e Mr.J. avete avuto successo vedo.»

«Si, anche voi mi pare. Guarda che avete costruito! Mi spiace solo non avervi aiutato. È stato difficile?»

 «Naaah c’era il disegno da seguire…»

Loki lo guardò con un sopracciglio alzato.

 «Ok lo ammetto, Fred mi ha detto dove mettere cosa e io l’ho fatto.» 

«Così va meglio.»

«Ma Loki…»

«Mm?»

«Posso chiederti che c’entrano le pecore?»

«Lascia perdere! Piuttosto che hai fatto qui?» Chiese toccando il bernoccolo che al biondo era spuntato sulla fronte.

«Troppa conoscenza fa male! Ehi, ma anche tu hai un bernoccolo qui!» Disse l’altro notando che anche il moro aveva un piccolo bernoccolo sulla fronte. 

«Si Mr.J. mi ha dato la scopa in testa mentre ero trasformato in scoiattolo questa mattina.»

Thor lo guardò interrogativo.

«Diciamo solo che pare che questa libreria ce l’abbia con noi oggi.»

«Ti fa male?»

«Un po’ di fastidio.»

«Mmm magari se facciamo così» sorrise Thor e avvicinandoglisi gli diede un bacio sul bernoccolo «Meglio?»

«Mmm è un ottimo tentativo di cura, ma adesso provo io.» E passò una mano sul bernoccolo del compagno e sul suo. Subito entrambi sparirono.

«Si d’accordo, ma ammetterai che il mio metodo è migliore.» Sorrise Thor. 

Loki scosse la testa «Te lo concedo» e avvicinandoglisi fece per dargli un bacio, sennonché…

«PAPÀÀÀ!» Esordì Kate spalancando allegra la porta della libreria.

«Ehi piccola guerriera, ma che ci fai qui? E Marcus?»

«Presente collega!» Disse Marcus entrando con un enorme cesta coperta tra le braccia.

«Guardate! Abbiamo fatto trecento cookies!»

«Trecento?!»

«Erano trecento dieci, ma io e la mia aiutante ci siamo concessi una piccola merenda!» Confessò Marcus con un occhiolino a Kate.

La bimba sorrise.

«Adesso ci sono biscotti da distribuire stasera e tutti quelli che vogliamo da vendere per la beneficienza. Ehiiii, ma che bel fortino! L’hai fatto tu papà?»

«Io e tuo fratello.»

«Woooow che bello!» Disse la bimba entrandoci dentro e poi risbucando fuori «Papà, Freddi è dalla signora Brown, posso andare anche io?»

«Certo tesoro.» Rispose Loki.

«Thor tu verresti a darmi una mano col carretto della cioccolata?»

«Si vengo Marcus. Tesoro tu qui…?»

«Me la cavo da solo Thor, non c’è molto da fare ormai.»

Il biondo sorrise e gli poggiò un bacio sulla tempia. 

«A dopo.»

Non appena tutti furono usciti Loki si diresse al bancone. Aprì il suo sacchetto e ne appoggiò il contenuto sul ripiano in legno. Poi si voltò e si tirò su le maniche.

«Bene cosa manca?»

 

Più tardi …

Loki terminò di posizionare anche l’ultima fila di lucine lungo il bordo del bancone e contemplò soddisfatto il suo lavoro: aveva appeso lunghe file di luci sugli scaffali e intorno alla parte esterna del fortino. I libri brillavano di riflesso e ovunque nel negozio c’era una atmosfera calda e di conforto.
Anche il teatro dei burattini di Mr.J. era pronto e posizionato sul lato destro dell’ingresso e ogni marionetta era in posizione pronta per prendere vita ognuna con le voci che il suo burattinaio avrebbe scelto per lei.
Mr.J. lo raggiunse nell’ingresso e contemplò tutto con un sorriso sulle labbra «Ben fatto ragazzo mio!»
Indossava una lunga tunica blu scuro con tante stelline argentate e tra le mani teneva un grande cappello da mago.
Loki si lasciò sfuggire una risata a quella vista particolare «Scusi, ma chi dovrebbe essere?»

«Ma come chi? Mago Merlino no? Non ti ho mai parlato di Re Artù e i cavalieri della tavola rotonda?»

«Ehm no…»

«Ops, allora sei perdonato…ehm magari intanto ti presto il cartone da far vedere ai bambini.»

In quell’istante il resto della famiglia Odinson si affacciò alla libreria.

«È permesso? Scusate l’intrusione, ma eravamo curiosi. Ehi Mr.J. è vestito da cielo notturno?» Domandò Thor.

«Papààà è Mago Merlino!» Lo sgridò Kate.

«Ma Kate come lo sai?» Chiese Loki.

«Beh io e Freddi abbiamo visto il cartone da Mickey! Lo faremo vedere anche a voi!»

In quell’istante anche Marcus li raggiunse «Ehi, siamo tutti pronti! Pare che anche le torte di Miss Brown ci saranno… poverina ha avuto qualche problema col forno.»

«Eccellente figliolo allora è tutto pronto!»

«No, manca ancora una cosa.» Lo fermò Loki «Mr.J. mi porti la scatola di Marcus per favore.»

L’ometto lo guardò interrogativo, ma si diresse a prendergli la scatola di quella mattina e gliela porse.
Loki vi pose una mano sopra: piccole scintille verdi fuoriuscirono dalla punta delle sue dita. 

«La apra.»

Il vecchietto obbedì e rimase a bocca aperta. Dentro la scatola ogni foglia della vecchia ghirlanda aveva ripreso colore e sembrava appena stata raccolta.

«Ehi è il festone che ho fatto con la mamma» esclamò Marcus «papà ce l’avevi ancora?»

«Ma certo Marcus, è un tesoro speciale!»

Loki schioccò le dita e la decorazione si sollevò andandosi a posizionare magicamente sulle finestre poi sugli scaffali ed infine sul soffitto. 

«Ecco adesso è davvero tutto pronto!»

Mr.J. era commosso e quando Marcus lo raggiunse e gli circondò una spalla con un braccio sorrise.

«Loki è bellissimo!»

«Beh lei mi ha fatto conoscere un’altra po’ di magia oggi perciò ho pensato di farle un piccolo regalo. Le piace?»

«Oh ragazzo… grazie, grazie davvero!» Disse emozionato.

Thor e i bambini si guardavano attorno affascinati: la libreria non era mai stata così incantata.

«E quello cos’è?» Domandò poi Kate indicando un oggetto mai visto sul bancone che aveva attirato la sua attenzione.

«Questo» Spiegò Loki avvicinandosi e prendendolo delicatamente «è un carillon fatto a mano tesoro. Lo abbiamo trovato nel luogo dove Mr.J. ha preso quella lampada speciale e credo che questo sia il posto adatto a lui.»

Il moro si avvicinò al gruppo che lo circondò per osservare meglio l’oggetto.
Era una scatola di legno quadrata con un coperchio su cui era stato fatto un intaglio a forma di cuore. Lo sollevò aprendolo. All’interno vi era un orologio che segnava l’ora esatta: i meccanismi e gli ingranaggi erano funzionanti e a vista, ma …non emetteva suono. 

«Che bello papà, lo carichiamo?» Chiese Fred.

«Credo che l’amico di Mr.J. lo abbia preparato perché suoni a mezzanotte esatta!»

«Allora a mezzanotte tutti qui va bene bambini?» Propose Thor allegro.

«Cosa succede a mezzanotte?» Domandò Tony Stark entrando nel negozio. 

«Zio Tony! Ma allora siete venuti!» Gli andò incontro Kate entusiasta.

«Ma certo piccola!» Disse Tony prendendola in braccio.

«Dov’è Mickey?»

«Sono qui Kate.» Rispose il bimbo entrando anche lui in negozio in quell’istante.

«Ma allora stai bene!»

«Si, sta benissimo» confermò il Capitano Rogers ancora in uniforme dietro di lui. «A quanto pare aveva solo mangiato pesante la sera prima.» Aggiunse guardando Tony di traverso.

Il miliardario provò a giustificarsi.

«Oh avanti Steve! Tu dovevi preparare quella tua lezione! Non era mai stato male con pizza e patatine!»

«Peccato che per dessert tu gli abbia anche fatto mangiare mezza vaschetta di gelato!»

«Non per essere scortesi, ma potreste litigare fuori di qui voi due?» Chiese gentilmente Loki. 

«Già l’ultima volta che avete discusso avete quasi fatto scoppiare una guerra civile!» Puntualizzò Thor «E non mi avete nemmeno invitato…» Borbottò poi. 

«Mi sembra ovvio! Se tu o Banner fosse stati parte di una squadra l’altra avrebbe perso in partenza! E poi parlate proprio voi due! Ti devo ricordare che hai causato un’invasione aliena per colmare il tuo complesso del “io non sono il figlio preferito di papà Odino”.»

«Tony…» fece per riprenderlo Steve poi ci ripensò «Anche se in effetti Loki sei stato parecchio impegnativo nei tuoi anni migliori.»

«Steve davvero?!» Ribatté il diretto interessato.

«Ti devo ricordare come dieci anni fa ti abbiamo dovuto mettere un chip antifuga?!»

Mr.J. e Marcus si scambiarono uno sguardo d’intesa.

«Cioccolata calda papà?»

«Ma sicuro figliolo, ne avevo proprio voglia!» E se ne uscirono dal negozio.

I bambini intanto spostavano la testa da un adulto all’altro seguendo la discussione finché Kate non si stufò «Andiamo a giocare?» Propose a Fred e Mickey. 

«Ottima idea.» Rispose Fred per entrambi «Ah e papà… voi non dovreste lavorare?»

I quattro adulti smisero di battibeccare e fissarono i bambini interrogativi. 

«Già papà, tutti quei biscotti non si venderanno da soli!» Aggiunse Kate.

Thor e Loki abbassarono lo sguardo imbarazzati.

«Ecco ascoltate i vostri figli! Sono più saggi di…» tentò Tony, ma…

«Papà, tu mi avevi promesso che avresti messo l’armatura e avresti fatto le foto coi bambini.»

«Ma bambino mio, io…»

«Un patto è un patto Tony!» Lo riprese Steve.

«E va bene, avevo detto che mi sarei reso utile e lo farò.» 

I bambini sorrisero.

«Bene noi andiamo.» Disse Kate.

«Fermi, fermi dove ve ne andate voi tre?» Chiese Thor.

«Papà noi siamo bambini, dobbiamo divertirci!» Rispose Kate uscendo.

«Saremo proprio qui fuori! Vi aiuteremmo, ma siamo piccoli e solo i grandi devono lavorare.» Rincarò Fred seguendola. 

«Già.» Concluse semplicemente Mickey.

Poi Fred rispuntò sulla porta «Ci vediamo più tardi!» Aggiunse ed uscì.

I quattro adulti si guardarono un momento e scoppiarono a ridere «Tanto piccoli quanto più saggi di noi!» Constatò Loki.

«Dovremmo imparare da loro.» Concordò Tony.

«Bene allora che aspettiamo?» Domandò Thor.

«Tony vatti a mettere l’armatura.» Gli ricordò  Steve.

«Sai Capitano se continui a darmi ordini in uniforme potrei non rispondere più di me.» Gli disse con un occhiolino Tony.

Per tutta risposta Steve arrossì di botto e lo spinse fuori. Thor si voltò avvicinandosi al compagno con l’intenzione di dargli finalmente un bacio, ma in quel momento Mr.J rientrò di corsa tutto entusiasta.

«Bene! Anche le torte di Miss Brown sono pronte e sembrano proprio una favola! Coraggio ragazzo mio la festa inizierà a momenti!» Fece allegro acchiappando qualche marionetta. 

Thor alzò le spalle e rivolse un sorriso dolce a Loki «A dopo» sussurrò avviandosi all’uscita.
Loki semplicemente gli sorrise ed annuì.

 

Passarono diverse ore.
Mancava poco ormai alla mezzanotte e come di consueto il vicolo era pieno di facce allegre e di persone che ridevano e scherzavano tra di loro.
I bambini, dopo aver ascoltato storie e racconti e fatto foto con Iron-man in persona, giocavano insieme o sonnecchiavano in braccio ai genitori tutti nell’attesa dell’arrivo della mezzanotte.
I cookies di Marcus e Kate furono venduti tutti, nessuno escluso, così come la cioccolata calda. Fortunatamente Marcus era stato previdente e nella seconda spesa aveva comprato tanta altra cioccolata di scorta. 

«Ecco, appena fatta.» Disse passando un bicchiere di carta pieno di cioccolata fumante a Thor. «Pronto per “Mr. Io mi sento a disagio tra la folla”» 

A Thor sfuggì una risata «Sbagli amico mio, manca qualcosa.» 

Marcus si batté una mano in fronte «Accidenti stavo per dimenticare la panna! Loki mi avrebbe ucciso.»

«E gli zuccherini, sai che lui la beve solo così.» E presane una manciata da un sacchetto in carta sul carretto, li distribuì sulla panna soffice.

«Bene direi che ci siamo.» Sorrise il Dio del Tuono facendo per recarsi all’ingresso della libreria, ma Fred e Kate lo richiamarono.

«Papàa aspetta!»

Thor tornò indietro ed appoggiò la cioccolata.

«Che c’è?»

«Stai fermo qui!» Gli ordinò Fred e sparì tra la gente. 

Thor guardò Kate interrogativo, ma lei non parlò. Dopo un paio di minuti Fred si fece largo tra la folla con un enorme mazzo di rose color rame coi petali sfumati di giallo: lo porse al padre che si inginocchiò alla sua altezza e un po’ spaesato lo accettò.

«Ecco a te. Queste rose si chiamano Cherry Brandy! Non sono le Free Spirits che ama papà, ma meglio di niente.» Spiegò timidamente Fred. 

«E io ho fatto un disegno mentre i biscotti cuocevano.» Aggiunse prontamente Kate dando al padre un foglio.

«Vedi? Siamo io, te, Fred, papà e Trick! E siamo tutti dentro a un cuore perché ci amiamo tutti quanti! Ecco puoi arrotolarlo e legarlo alle rose, mi sono fatta dare un nastrino da Miss Brown» 

E legò il disegno al mazzo con un nastrino dorato.

«Sei contento? Così adesso puoi fare felice papà e se papà è contento lo sarai anche tu!» Disse Fred entusiasta.

«Si ti pia…papà ma sei triste? Hai gli occhi lucidi»

Thor guardava i regali per Loki con un grande sorriso, ma era commosso. 

«Bambini» disse guardandoli «Io e vostro padre siamo già molto contenti, anzi siamo le persone più felici del mondo ogni giorno perché abbiamo voi due nelle nostre vite.»

I fratelli si sorrisero e si protesero ognuno per dare un bacio su una guancia del padre.

«Dai vai adesso, è quasi mezzanotte!»

«Papà la cioccolata!» Gli ricordò Kate indicandogliela.

Thor prese anche quell’ultimo dettaglio e dopo aver sorriso ai bambini si diresse al negozio. 

Entrò: Loki stava parlando con Steve appoggiato dall’altra parte del bancone. 

Quando il moro vide Thor con fiori e cioccolata si nascose il volto dietro ad una mano, Steve si voltò e sorrise «Vi lascio soli. Vado a recuperare Mickey e l’altro bambino troppo cresciuto» disse e raggiungendo l’uscita diede una pacca sulla spalla a Thor e si unì alla gente fuori.
Loki uscì da dietro al bancone e si andò ad appoggiare con la schiena contro uno scaffale; fece cenno al compagno di raggiungerlo.

«Che significa tutto questo?»

«Non guardare me: ai fiori ha pensato Fred e a questo disegno Kate. Io sono solo quello che ti ha portato questi bei doni ed una cioccolata calda.» 

Il compagno prese la cioccolata e sfilò il disegno mentre Thor si concesse il tempo per osservare la sua reazione.
Loki sollevò il bicchiere e bevve un sorso passandosi poi appena la lingua sulle labbra, l’altro rimase come stregato a guardarlo soprattutto dal modo in cui un istante dopo sorrise dolce. 

«Lo hai visto?»

«Si, il cuore è perché ci amiamo tutti! Deduco che anche questo finirà nella scatola dei disegni dei bambini con l’incantesimo sempiterno vero?»

«Ci puoi contare Dio del Tuono. Mmm e senti che profumo queste rose. Guarda come sono belle Thor» aggiunse prendendo il mazzo tra le mani e inspirandone a fondo il profumo. 

Thor a quel punto non potette resistere oltre, gli si avvicinò e gli prese il volto tra le mani «Io vedo solo l’uomo che amo e tutto ciò che amo di lui: la sua dolcezza, la bellezza che vede nelle piccole cose, il suo animo puro, i suoi occhi e il suo sorriso che mi riempiono di gioia e mi scaldano il cuore.»

Il compagno lo guardò e sorrise imbarazzato «E i miei baci no?» Lo provocò.

Il biondo annuì con un sorriso. Si avvicinò per baciarlo, ma…

«Fred non ci vedo così…»

«Zitta Kate…» 

Loki e Thor guardarono verso un lato del bancone da cui videro spuntare le teste dei figli.

«Che fate lì voi due?» Chiese Thor.

«Ehm…niente?» Provò Fred.

«Volevamo vedere se papà rimaneva contento e ti dava un bacio a dirla tutta…» ammise Kate.

I genitori si sorrisero complici. 

Loki seguito da Thor si avvicinò al bancone e vi appoggiò i doni ricevuti «In effetti Thor, qualcuno si merita un bacio per tutto questo!» 

Poi i genitori scattarono verso i bambini e mentre Thor prese in braccio Fred, Loki sollevò Kate. I bambini risero e i genitori diedero a ciascuno un bacio sulla guancia. 

«Grazie per i regali amori miei, ma siete voi il mio dono più grande.» Disse Loki felice.

«E papà non lo baci?» Chiese Kate mentre Thor metteva su due finti occhioni imploranti.

«Magari dopo.» Rispose Loki facendo un occhiolino al compagno.

«Zitti!» li richiamò Fred «Sentite? C’è una musica! Papà il carillon!»

Il gruppo si avvicinò al bancone e Loki tolse il coperchio. I meccanismi si muovevano mentre una dolcissima musica aveva preso a suonare. 

«A che serve questo?» domandò Kate toccando un bottoncino metallico vicino al quadrante.

D’improvviso l’orologio e tutti i suoi meccanismi ed ingranaggi si sollevarono in un unico blocco rivelando un cuore segreto. Nell’incavo della scatola, dalle estremità opposte, appollaiate su due rametti in legno, due piccole colombe intagliate tenevano nel becco ognuna la metà di un cuore.
Grazie ad un meccanismo mentre la musica suonava i rami avanzavano l’uno verso l’altro in direzione del centro della scatola: le colombe si avvicinarono fino a che le due parti unendosi formarono un cuore intero.
La musica allora terminò.

«Che bello papà! Sapevi che poteva farlo?» Chiese Kate.

«Veramente no tesoro.» Ammise Loki sorpreso.

«Sai papà» disse Fred «questa libreria è davvero il luogo adatto a questo oggetto. È magico come questo posto.»

«Sono d’accordo maghetto!» Concordò Thor «E proprio come questa notte.» Aggiunse sorridendo a Loki che lo contraccambiò con uno dei sorrisi più belli che gli avesse mai visto. 

E anche quella notte fu magica, come tutte dalla prima che abbiamo avuto la fortuna di vivere e che vorrei solo continuare a condividere, nonostante il tempo passi e i doveri di ognuno siano diversi, con chi amo…

 

Fred chiuse il ricettario e sospirò.
Capiva come si sentiva suo padre, lo capiva molto bene…e a dirla tutta anche lui sentiva che gli mancava qualcosa o forse…qualcuno?
Cercò di non pensarci e preso il cellulare scrisse un messaggio a Kate. 

“Domani dopo scuola tieniti libera.”

 

Il giorno seguente nel piccolo vicolo dove sorgeva la libreria una giovane coi capelli rosso scuro e la faccia simpatica uscì dalla sala da tè di Miss. Brown con una pila di cuscini da seduta turchesi tra le braccia. Li appoggiò su uno dei tanti tavolinetti in ferro dipinti di beige davanti ad una delle finestre che esponevano molte bellissime torte.
Si voltò verso l’officina dall’altra parte del vicolo. Un giovane sudamericano stava sistemando delle lucine intorno alle finestre dell’officina. 

«Ehi Leo!» Lo chiamò la ragazza. 

Il giovane si voltò sorridendo e tutte le lucine rovinarono a terra.

«Ops scusa!» 

Il ragazzo scosse la testa e sorrise.

«Hai fatto uno splendido lavoro» disse indicando altre file di lucine appese in alto da una parte all’altra del vicolo. 

Il ragazzo arrossì e sorrise. 

«Tra poco prendi una tazza di tè con me?» Continuò la ragazza. 

Il giovane annuì e lei per tutta risposta gli sorrise, poi prese i cuscini e uno dopo l’altro iniziò a posizionarli sulle seggioline anch’esse beige intorno a ciascun tavolino. 

«Ma guarda guarda Rosy Brown e la sua meticolosa attenzione per i dettagli.»

La ragazza si voltò in direzione della voce alle sue spalle e mise su un sorriso a trentadue denti.

«Fred Odinson! Mio Dio sei proprio tu?» Esclamò abbracciandolo.

«In persona! Sono anni che non ti vedo Rosy, che fai qui?»

«La zia mi ha chiesto una mano, sai com’è gli anni avanzano, e così nell’ultimo anno mi sono trasferita e adesso lavoro qui.»

«Ma come non stavi studiando economia?»

«Oh si, ma ho capito che fare torte mi piace di più e sinceramente mi rende felice.» Sorrise la ragazza.

«Beh se cucini come tua zia hai trovato un cliente.»

«Parla il figlio dell’uomo che fa i pancakes migliori di tutta la città. Ah proposito come stanno i tuoi genitori? Ho saputo che si sono trasferiti.»

«Si, circa un anno fa ormai, ma stasera lì vedrai!»

«Dai ti offro un tè, Leo il tè!» Chiamò verso il ragazzo dell’officina. 

Il giovane non aveva staccato un istante gli occhi da Fred e lo studiava forse con un po’ di invidia nello sguardo. Fece cenno alla ragazza con una mano di aspettare un momento.

«Leo è un meccanico dell’officina del signor Scoot. Non parla molto bene la nostra lingua, ma è molto dolce e guarda che splendido lavoro ha fatto nel vicolo.»

«Mmm davvero bello si e tu sembri essere molto colpita piccola Rosy.» Gli disse con un occhiolino.

«E smettila Fred.» Gli diede una pacca sul braccio lei arrossendo appena. 

«Sai mi mancano un po’ i fiori del signor Narciss. Anche se da quando è arrivato con la sua officina il signor Scoot ha comunque sempre dato una mano come ha potuto. E poi le giostrine che realizza come passatempo sono bellissime.»

«E detto tra noi vendono sempre un sacco per la beneficienza! È stata una piacevole sorpresa devo ammetterlo.» 

«Ehi Rosy Brown oggi sei radiosa.»

I due ragazzi alzarono gli occhi al cielo sorridendo nell’avvertire una nuova presenza. 

«E tu sempre la solita ruffiana Kate Odinson» le disse Rosy gentile.

«Preferisco adulatrice.»  Le fece un occhiolino la ragazza.

Fred scosse la testa.

«Scusaci Rosy, ma io e mia sorella abbiamo alcune cose da sistemare prima di stasera. Ci vediamo più tardi!»

«Ma certo a dopo Fred!»

Fratello e sorella si diressero alla libreria.

«Hai visto che carina Fred? Se quando veniva a giocare con noi in libreria mi avessero detto che sarebbe diventata così avrei iniziato a farle il filo fin da piccola.»

«Ah Kate sei davvero…»

«Senza speranze, si me lo dite tutti…continuamente…secondo te però ne ho? Con Rosy voglio dire» chiese mentre entravano alla Fergusson&Steven.

Mickey con una pila di libri in mano si voltò esasperato verso l’ingresso «Kaaate di nuovo con la storia di Rosy?»

«Certo che siete noiosi in questa famiglia, non si può più nemmeno scherzare! So perfettamente che le piace Leo!»

«Mmm si certo» commentò il cugino appoggiando i libri sul bancone dietro al quale il Capitano Rogers stava sistemando la cassa. 

«Senti Mickey non è colpa mia se sono figlia del Dio del Tuono ed ho ereditato la sua capacità di fare colpo su qualunque cosa respiri meglio di Freddino Perfettino.»

«Ehi! Questo non è vero!» Si difese il fratello.

«Ragazziiii.» Li riprese gentile il Capitano. 

«Bene fratello allora ti lancio una sfida. Stasera chi raccoglie un solo numero di telefono prima dell’altro ha vinto.»

«Sei così infantile Kate!» Controbatté il fratello. 

«Miei Dei nemmeno Vanaheim ti ha reso meno noioso Freddi. Peccato…Ad ogni modo dal tuo messaggio deduco che tu abbia in mente qualcosa per stasera. »

«È così. Vorrei che questa festa tutti insieme fosse davvero speciale, ho solo bisogno che mi diate una mano a realizzarla.»

«Conta su di noi Fred.» Sorrise Steve verso suo il nipote e poi verso il figlio che annuì.

«Si anche su di me fratello, non ho niente di meglio da fare.» Scherzò Kate.

«Bene!» sentenziò Fred «Allora prima di tutto ci serve…»

 

Quello stesso pomeriggio su Asgard

«Niente, non c’è!»

«Ah ragazzo non so proprio come possa essere accaduto.» Disse Mr.J. appoggiando una mano al grande bancone. «Non-non riesco a spiegarmelo.»

«Non c’è niente da fare Mr.J. farò un annuncio pubblico e se nessuno dei sudditi si farà avanti beh…dovrò affrontare il gran cerimoniere.»

Il vecchio annuì rassegnato mentre la porta della biblioteca si apriva e qualcuno entrava a gran voce.

«È PERMESSO?! Oh perdono, è permesso?» Sussurrò poi Volstagg «Mr.J. sono passato a …ma che è successo? Avete subito un attacco forse?»

«Ehilà Volstagg, no purtroppo è successo molto peggio. Ho perduto un libro di inestimabile valore.»

«Lei? Perduto un libro? Di questo posto? Impossibile Mr.J. lei non perde mai nulla!»

«E invece temo sia così caro amico. Loki ragazzo mio, io-io …insomma se ci fosse bisogno di qualcuno che paghi le conseguenze sono pronto a…»

«Non lo dica nemmeno per scherzo Mr.J.» lo ammonì Loki «le ho già detto che non penso affatto che sia colpa sua.»

«Accidenti sembra davvero grave…» s’intromise Volstagg «e io che ero venuto a vedere come si trova adesso col bancone.»

Mr.J. lo guardò interrogativo «Che bancone?»

«Ma come Mr.J.? Quello a cui è appoggiato. Non ricorda? Traballava e mi ha chiesto di sistemarlo.»

«Oh il bancone, ma certo. Mi sembra apposto, non ha più traballato!»

«Ne ero certo» sorrise il guerriero «Sa non trovavo niente che andasse bene come zeppa poi ci ho messo quel libro e guardi» e scosse il bancone «Perfettamente fermo.»

«Quale libro Volstagg?» Chiese Mr.J. leggermente interdetto da quella rivelazione.

«Ma si, uno che stava avvolto in una vecchia pezza. Non l’ho nemmeno tolta tanto doveva essere polveroso e l’ho inserito sotto il bancone… ecco proprio lì dietro, al posto del piedino che si era rotto.» 

Mr.J. si scambiò uno sguardo con Loki, poi andò dietro al bancone. Un istante dopo emerse con un libro fasciato in una tela ruvida e pesante e come lo scoprì questo emanò un fascio di luce bianca quasi accecante.

«Ehi, ma come brilla! Ecco perché lo aveva avvolto nel telo.» Sorrise entusiasta il guerriero.

Il bibliotecario prima guardò il libro a bocca aperta poi verso Loki: il re di Asgard era allibito.

«Una zeppa perfetta quel libro, davvero una zeppa perfetta! Anche se visto avvolto in quella stoffa non gli avrei dato un centesimo.»

Loki si voltò e fissò il guerriero con sguardo omicida. 

«Mr.J. mi perdoni, ma ho un impegno a cui rischio di arrivare tardi!»

«Ma-ma certo ragazzo, va pure!» disse Mr.J. che ancora fissava sconvolto il libro. 

Loki si smateriliazzò.

«Mmm doveva essere importante se se n’è andato così di corsa. Accidenti però che confusione» constatò il guerriero guardandosi intorno «Vuole che le dia una mano Mr.J?» Gli chiese con un grande sorriso.

Il vecchietto coprì il libro e guardò l’altro interdetto «Ehm…» forse non del tutto convinto se accettare quell’aiuto o meno.

 

Midgard alla caffetteria 

«Thor io mi avvio coi cookies. Ci vediamo lì?»

«Si Marcus, ti raggiungo subito.» Disse il biondo tenendo lo sguardo fisso sul bancone che stava pulendo. 

L’amico annuì ed uscì con una grande cesta coperta da una tovaglia tra le braccia.
Thor rimase solo nella caffetteria.
Era il tramonto ormai e Lui non c’era.
Forse non aveva trovato il libro? Forse avrebbe perso la festa? No, non l’avrebbe mai potuta perdere.
Però era un dato di fatto.
La festa sarebbe iniziata di lì a poco e di Loki…non c’era traccia.
Scosse la testa sconsolato e si tolse il grembiule sporco. Ne afferrò un altro da sotto il bancone e fece il giro per andarsene da solo, ma proprio in quel momento la porta della caffetteria si aprì.
Si ritrovò suo marito davanti; Loki infatti spinse timidamente la porta e si fermò sullo stipite.
Sorrise mentre il volto di Thor si illuminò immediatamente.

«Allora da dove incomincio.. è-è successa una cosa assurda! Sai dov’era i libro…?» 

Ma per tutta riposta Thor gli si avvicinò lentamente e lo prese per la vita. Loki lo guardò imbarazzato e smarrito allo stesso tempo. 

«Sono in ritardo?» Chiese.

Thor gli sorrise «No…» Poi se lo tirò contro e lo baciò.

Passò qualche minuto in cui semplicemente si presero il loro tempo.
Poi Loki si staccò sorridendo. 

«Allora sei pronto Dio del Tuono?»

Thor gli prese un mano nella sua e la baciò. «Sono sempre pronto se sei con me.» 

Loki scosse la testa dolce dopodiché i due si incamminarono insieme finalmente davvero pronti a godersi quella serata speciale. 

 

«Hai visto i nostri figli?» Chiese Loki mentre svoltavano nel vicolo.

«Non si sono fatti vivi in tutto il giorno, impegni etc. etc…. non che ieri sia stato molto diverso. Sono grandi ed impegnati ormai. Comunque Marcus se l’è cavata da solo coi biscotti mentre io mi sono occupato dei clienti.» Intanto qualche volto amico li salutava e i due rispondevano con un sorriso o un cenno della mano.

«Eccoli lì i nostri fuggitivi!» Li individuò Loki. 

Fred e Kate stavano giusto uscendo dalla libreria, sembravano molto stanchi. 

«Ehi stavo per mandare qualcuno a cercarvi.» Disse Thor.

«Papà!» Esultò Kate vedendo Loki e correndo ad abbracciarlo «Sei riuscito a venire!»

«Credevi che me lo sarei perso tesoro? Ho già dovuto rinunciare alla tua gara di ieri!» 

«Te ne ricordavi allora!» Sorrise lei contenta.

«Ovviamente e credimi: al nostro ritorno su Asgard uno dei tuoi amici me la pagherà cara!» 

«Allora avete passato una bella giornata?» Buttò lì Thor.

«Beeeh che ne dite di venire a dare un’occhiata e giudicare voi stessi?» Propose Fred appoggiando una mano sulla maniglia. 

I genitori annuirono così fratello e sorella si guardarono e Fred aprì la porta «Allora prego…»

In verità non fecero che pochi passi: infatti non appena entrarono Thor e Loki rimasero paralizzati per l’emozione.
La libreria era illuminata da una luce calda e confortevole.
All’ingresso quattro alte colonne ricurve fatte di libri, due per lato, raggiungevano il soffitto ed erano state decorate con lucine e rose Cherry Brandy alternate a delle Free Spirit.
Al di là delle due colonne sulla destra vi era il teatro delle marionette di Mr.J. Viceversa sulla sinistra erano state stese sugli scaffali tele colorate sui cui scorrevano le immagini fantastiche della vecchia lampada che Mr.J aveva comprato tanti anni prima.
A  terra vi erano morbidi cuscini su cui sedersi e godersi storie e racconti.
Il tutto era accompagnato da una musica dolce che proveniva da un oggetto in legno sulla scrivania.
Loki riconobbe immediatamente che si trattava del vecchio carillon, ma rimase comunque stupito: infatti da diversi anni aveva smesso di funzionare e il moro lo aveva conservato per ricordo.

«Ta-daaaa.» Esordì Kate.

«Ra-ragazzi…» disse Thor a bocca aperta. 

«Ci spiace non averti aiutato oggi papà, ma volevamo fare qualcosa di speciale. Ci abbiamo messo un po’ però…» Spiegò Fred.

«Già e visto che non c’è più il signor Narciss.» Continuò Kate «Io ho passato il pomeriggio cercando in ogni negozio di fiori della città per trovare le rose giuste, certo avrei fatto prima se Fred non avesse vietato l’uso della magia!»

«Esatto, niente magia per oggi! Solo per il carillon. È l’unica cosa sotto incantesimo, così può suonare in perpetuo.»

 «Avete fatto tutto da soli?» Chiese Loki continuando a contemplare  tutti quei dettagli. 

«No, gli zii e Mickey ci hanno aiutato. Ognuno ha fatto…ehm… la sua parte diciamo.»

E proprio in quel momento Tony Stark entrò con una lunga tunica nera e uno scettro in polistirolo seguito da Steve e Mickey.

«Steve ti dico che questo costume mi si infila in mezzo alle…ehilà ci sono le loro maestà, alla buon ora!»

«Stark che fai vestito così? E ti sei truccato gli occhi di nero?» Chiese Loki.

«Si chiama “matita”, serve per risaltare lo sguardo e renderlo più misterioso perché io mio caro Neo-re degli Immortali, sono un mago!»

«Stark IO sono un mago, ma non mi vesto così e nemmeno mi trucco!»

«No infatti, tu vai in giro d’oro e d’elmo cornuto vestito! Comunque, e solo per questa sera sia chiaro, sarò anche un burattinaio. Ho inserito una struttura robotica sotto gli abiti delle marionette e le controllerò da remoto. Così io dovrò solo fare le voci!» 

«Mr.J. mi aveva avvisato che non sarebbe venuto e così lo zio Tony si è offerto di darci una mano con l’intrattenimento» si giustificò Fred coi genitori.

«E io penserò ai clienti.» Disse Steve «Così questa sera voi potrete stare insieme e divertirvi.» 

Thor prima guardò Loki per poi rivolgere un sorriso a tutti i presenti «Grazie ragazzi, grazie di cuore.» 

Gli altri lo contraccambiarono con un sorriso tranne Tony che si sentì in dovere di puntualizzare  una cosa.

«Ma a me di più vero? Mi sembra doveroso visto che sono quello che si umilierà più di tutti! Comunque che inizi la magia! No, che la serata abbia inizio. No anzi…»

«Zio Tonyyy.»

«Papàààà»

«Tony!»

«Stark…»

«Ehm meglio Hockety Pockety?»

 

Non è difficile immaginare come andò quella serata. Kate non faceva nemmeno mezzo metro senza avere la bocca piena di cookies e lo stesso valeva per Mickey.
Thor e Loki chiacchieravano con vecchi clienti e conoscenti del posto che gli chiedevano come si stesse in Canada dove i due si erano “trasferiti” nell’ultimo anno.
Alle 23.30 circa la libreria si era già svuotata.
Tony si sfilò la tunica da mago e si lasciò cadere sui cuscini appoggiandosi contro i teli colorati sugli scaffali. 

«Sono esausto!» Si lamentò togliendosi un libro da dietro la schiena e abbandonandolo accanto a sé. 

«Beh non c’è che dire, stasera ti sei davvero reso utile Tony.»

«Reso utile? É un po’ riduttivo Steve non credi? Mi sono sacrificato per il bene della serata. I miei burattini sono stati un successo e mi sono pure messo a leggere le favole!»

Il Capitano scosse la testa, ma sorrise raggiungendolo e sedendosi accanto a lui. 

«Oh avanti Tony. Pensa a quanto Mr.J. ha fatto per noi e Mickey…è triste che non sia venuto quest’anno. Mpf gli anni sono passati…»

Abbassò lo sguardo. 

«Ehi Capitano che succede?» 

«È solo che…anni fa quando sono tornato al presente il mio mondo…era finito. Tutti quelli che conoscevo erano morti e non c’era nulla a cui tenessi davvero, cose come la vecchiaia non mi facevano certo paura…poi sono arrivati gli Avengers…e tu Tony e la nostra famiglia. Ma ora…Thor e Loki vivono su un altro pianeta, Bruce è sempre in giro per il mondo, Clint ha la sua famiglia e Nat non sappiamo nemmeno dove sia finita tra una missione e l’altra. I più giovani hanno preso il nostro posto e abbiamo scoperto di avere altri alleati ed altri nemici. Ma soprattutto…nostro figlio non è più un bambino e le cose sono cambiate…» tacque.

Tony lo osservò in silenzio un istante «Ma perlomeno hai passato vent’anni con il migliore genio, miliardario, playboy, filantropo e padre di famiglia della storia, no?»

A quel punto il Capitano lo guardò e sorrise «Si, e non rimpiango nemmeno un giorno.»

I due si sorrisero poi Tony passò un braccio intorno alla spalla di Steve e se lo accostò contro. In quel momento il telefono vibrò. 

«Accidenti è Larry! Mi ero dimenticato! Pronto? Si, sei di ritorno dal laboratorio di Washington? Ah sei già arrivato. Portami pure quei risultati domani. Adesso sono impegnato.» Disse guardando il compagno e rivolgendogli un sorriso complice «Cosa? Ah giusto non ci sarai…si, più tardi va bene tanto saremo ancora fuori, ma non sei stanco? Col viaggio, le valigie e tutto… ok…Ehm, allora grazie, ti mando l’indirizzo. A dopo Larry.»

«Che succede?»

«Larry è andato per me a Washington a seguire una ricerca sull’uso delle mie tecnologie applicate alle cure mediche. Gli avevo detto di chiamarmi appena tornato perché possiede alcuni dati top secret. Domani mattina partirà presto per andare dai genitori che vivono in non mi ricordo che stato così mi ha chiesto se può portarmeli più tardi…tanto deve ancora partire dall’aeroporto. Gli mando l’indirizzo di casa Odinson e ci raggiungerà lì.» Scrisse un messaggio poi tornò al compagno «Allora ti va di sentire una storia Capitano?»

Steve gli sorrise dolce «Ma certo Tony.» 

«Va bene…Hai mai sentito parlare di Iron John o L’uomo di ferro? Non guardarmi così, non l’ho  mica scelto io il titolo.» 

Strinse di più Steve a sé e preso il libro abbandonato lì accanto iniziò a leggere.
«C'era una volta una foresta maledetta nella quale nessuno osava entrare…»

 

Intanto nel vicolo Rosy si avvicinò a Leo appoggiato di schiena contro un muro e gli porse un bicchiere fumante di cioccolata; il ragazzo, che sembrava appena infreddolito, l’accettò arrossendo un poco e bevve. Subito sembrò rifocillato e ringraziò la ragazza con un sorriso, la quale sorrise a sua volta.
Fred osservò l’amica da lontano e gli sfuggì un sospiro. 

«Tutto bene Fred?» Gli domandò Marcus. 

Il giovane prese un respiro «Si, si grazie Marcus. Solo un ricordo» disse sfilandosi l’amuleto di suo padre da sotto la maglia e girandoselo tra le mani un istante come soprappensiero. «Ma non importa più ormai»

«Quanto pensi di fermarti?»

«Credo che terrò compagnia a Kate qualche giorno e poi tornerò ad Asgard con i miei genitori. Vorrei fermarmi un po’ con loro. Su Vanaheim ho passato notte e giorno tra allenamenti e studi, sinceramente vorrei godermi un po’ la mia famiglia adesso.» 

Intanto una ragazza bionda e dalla pelle abbronzata gli si fece vicino alle sue spalle.

«Fred? Fred Odinson?»

Il ragazzo si voltò riconoscendo la giovane «Audrey come stai?»

«Bene, da quanto sei in città?»

«Da ieri a dirla tutta, e tu che fai qui? Credevo saresti andata al college in California.» 

«È così, ma le lezioni non sono ancora ricominciate perciòòò…vacanza… tu invece quanto ti fermerai?»

«In realtà solo per pochi giorni»

«Mmm capito… allora se ti va potremmo vederci una sera che ne dici?»

«S-si, va bene.»

«Ti lascio il mio numero così puoi chiamarmi se vuoi.» E gli allungò un foglietto di carta.

«Ehm…» Fred guardò Marcus che gli fece un sorriso complice «D’accordo!» Disse prendendolo.

La ragazza lo salutò e si allontanò, nel mentre Kate e Mickey si avvicinarono ai due.

«Quella era Audrey Baker? Quella del tuo anno?»

«Che voleva?» Chiese Mickey.

«Mi ha dato il suo numero.»

«Coooosa?! Quindi ho perso?! Lo vedi sei tornato da un giorno e già mi fai concorrenza.» Si lamentò la sorella.

Marcus rise «Pensi di chiamarla?» Gli domandò l’amico incuriosito. 

«Mmm no, anzi Kate puoi averlo se vuoi.» 

«Ma Fred…» provò la sorella, ma il fratello le mise il foglietto in mano.

«È qui per le vacanze perché non la chiami? Magari hai fortuna! Considera pure di aver vinto la nostra “sfida”» le disse con un occhiolino «Ora scusatemi, vado a recuperare i nostri genitori, tra poco sarà mezzanotte» e dando le spalle al gruppetto si incamminò tra la folla e sparì.

«Il tuo piano non ha funzionato Kate…» disse Marcus alla ragazza.

«Concordo in pieno.» Aggiunse Mickey. 

«Ma state zitti voi due, era un piano geniale. Ho dovuto pure promettere alla Baker che ci sarei uscita per farle dare il numero a mio fratello. Come se le dispiacesse poi, ha sempre avuto un debole per Fred…ma che dovevo fare?»

«Ehm non farlo?» Provò Mickey.

«Ma che dici Mickey? Fred è sempre tutto libri e incantesimi!»

«Ed è un male?» Le chiese Marcus servendo della cioccolata ad una cliente.

«Certo che no! È solo che…da quando è tornato da Jotunheim mi sembra triste, credevo che Vanaheim lo avrebbe fatto sentire meglio, ma c’è qualcosa…qualcosa che non mi convince. Io-io volevo solo aiutarlo a distrarsi un po’.»

«Kate non puoi forzare certe cose.» La riprese Mickey.

«Già, sono d’accordo.  È evidente che il nostro Fred non stia proprio bene, ma se deve succedere qualcosa succederà da sola.» Rincarò Marcus.

«Mmm siete insopportabili vuoi due! Io volevo solo essere una sorella utile e gentile e…ehi ma è praticamente mezzanotte, é ora della tortaaa!» Asserì Kate.

«Però Kate ci vuole poco a distrarti!» La riprese Mickey.

«Poco? La torta di zucca per te è poco? Che ti succede cugino? Non ti riconosco più! Ehi papà siamo qui!» Si sbracciò in direzione dei genitori. 

I due semidei li raggiunsero seguiti da Fred.

«Marcus otto cioccolate calde» disse Thor scambiandosi un’occhiata d’intesa col collega «io penso alla torta e ci vediamo in libreria tra cinque minuti!»

«Ehi e Stark e Rogers?» Domandò Loki.

 

La porta della libreria si spalancò con poca grazia. 

«Ehi! Qui c’è gente che si sta rilassando!» Fece notare un Tony Stark alquanto scocciato. 

«Silenzio Stark, ora smettetela di fare i fidanzatini imbucati e venite a mangiare la torta.» 

Lo zittì Loki appoggiando un vassoio di bicchieri fumanti sul bancone della libreria mentre Thor lo imitava con otto piatti pieni di torta.

«Beh allora se la mettete così!»

Tutti si raccolsero intorno al bancone e al carillon che ancora suonava.

«Allora papà» chiese Kate ai genitori afferrando un pezzo di torta «com’è questa festa anni dopo il vostro primo bacio?»

«KATE!» La ripresero Mickey e Fred all’unisono.

«Ghe g’è?» Domandò la ragazza con la bocca piena.

Loki guardò Thor imbarazzato e gli sorrise.

«Beh tesoro Steve e Marcus ci sono da sempre e Stark è il solito rompiscatole… solo più vecchio…» 

«Ehi!» Si risentì Tony sputacchiando della torta. 

«Ma in realtà è… diversa. Ci siete voi due e Mickey. Da quando abbiamo voi tre è tutto più speciale!»

Fred sorrise e Mickey abbassò lo sguardo timidamente.

«Beh puoi ben dirlo papà noi tre rendiamo tutto più bello» asserì Kate convinta.

«KATE!» La ripresero di nuovo il fratello e il cugino.

«Che ho detto adesso?!»

«Beh visto che la nostra famiglia è quasi tutta qui» disse Thor passando un braccio intorno alla vita di Loki e afferrando un bicchiere di cioccolata calda «Buona notte della festa d’autunno a tutti!» Disse alzandolo per un brindisi.

«Buona festa a tutti!» Risposero in coro gli altri. 

Marcus diede una pacca sulla spalla a Fred, Kate si appoggiò a Mickey e Tony bevve dal bicchiere di Steve per fargli dispetto. 

«Bene e adesso andiamo a distribuire cioccolata a tutti!» Esordì Marcus e seguito dagli altri uscì dalla libreria. 

Solo Thor e Loki rimasero indietro «Buona festa amore!» Disse Thor prendendo l’altro per la vita.
«Buona festa Dio del Tuono» e avvicinandosi gli diede un bacio dolce.

 

Circa un’ora più tardi alla caffetteria. 

«Yaaawn! Sono distrutta.» Disse Kate stiracchiandosi.

«Certo Kate» la riprese il fratello «dev’essere devastante mangiare cookies, torta e bere cioccolata per tutta la sera.» 

«Ehi! Non sei tu quello che si è girato tutta New York per trovare i fiori giusti! E comunque me lo meritavo! Io avevo un compito questa mattina!»

«Oh avanti Kate il carretto lo abbiamo lasciato, siamo pronti per andare e i papà sono già a casa a preparare le tisane.»

«E Marcus non viene?»

«No, ha detto che darà una mano a Miss Brown e si fionderà a letto.» Le rispose uscendo dal negozio e chiudendo a chiave la porta.

In quell’istante Tony e Steve li raggiunsero. Il miliardario reggeva un enorme mazzo di rose. 

«Va bene che volevate fargli una sorpresa!» Si lamentò Tony «ma cento rose mi sembrano un tantino esagerate! Soprattutto perché le abbiamo dovute togliere noi una per una dalle colonne!»

«Avete già sistemato tutto?» Domandò Fred. 

«Si, l’ho detto a Loki e Thor che ci avremmo messo poco a rimettere apposto e che potevano andare a casa a preparare tutto. I più lunghi sono stati i fiori ovviamente…alle colonne di libri invece penseremo lunedì» spiegò Tony.

«E Mickey?» Chiese Kate non vedendo il cugino con loro. 

«Il signorino si era dimenticato a casa il suo zaino con il necessario per dormire da voi. È andato a prenderlo.» Spiegò il Capitano.

«A quest’ora? Gli avrei prestato un pigiama io. È molto tardi per andare da soli in giro per la città» disse Fred apprensivo. 

Ma Tony lo tranquillizzò «Tranquillo Fred, è volato via in taxi, prenderà le sue cose e ci raggiungerà a casa vostra. Ora per favore vi prendereste le rose dei vostri genitori mentre io chiamo un taxi per noi?» 

«Non serve zio Tony. Ci posso smaterializzare tutti a casa.»  

«Giusto, dimenticavo che tu e il piccolo cervo siete la rovina dei mezzi pubblici e privati con quel vostro trucchetto.» Puntualizzò Tony. 

I tre si raccolsero attorno a Fred «Pronti e viaaa.» 

 

Casa Odinson pochi minuti dopo

L’orologio della cucina segnava ormai l’una di notte e qualche minuto quando gli Odinson e i Rogers-Stark si trovarono raccolti in salotto. Fred si era sistemato sul lato destro del divano  mentre Loki occupava quello sinistro. Kate se ne stava seduta sul tappeto accanto a Tony che teneva appoggiata la testa contro le ginocchia di Steve: il Capitano infatti era seduto su una sedia dirimpetto a Loki. Infine Thor si stava riempendo una tazza di acqua fumante.
Erano lì tranquilli sorseggiando una tisana calda e chiacchierando.
In effetti non era la prima volta che succedeva: infatti anche quella era ormai una piccola tradizione iniziata qualche anno prima. Era tutto partito da una proposta di Fred quando dopo una festa durata fino all’1.30 e in cui nessuno si era fermato un secondo il ragazzo aveva suggerito di ritrovarsi tutti insieme a casa per prendersi un momento di calma senza folla e confusione.
Anche Marcus e Mr.J. erano i benvenuti e tutta la famiglia era così riunita.
In quel momento però mancava solo Mickey che, come praticamente ogni anno, si sarebbe fermato per la notte dagli Odinson dividendo la camera con Kate.

«Papà che sapore particolare» osservò Fred dopo un sorso di tisana.

Thor prese posto su una sedia davanti a lui e gli sorrise.

«Bruce l’ha spedita in caffetteria e Marcus me l’ha consegnata. Viene dal Sud America. Ha detto di non chiedere, ma bere e basta. È buona?»

«Ehm si a parte non sapere di cosa sia fatta, ma del resto quest’anno su Vanaheim ho vissuto di infusi di erbe che non avevo mai visto prima… certo erano interessanti, ma non erano buoni come il tè che prepari tu.» E continuò a sorseggiare dalla tazza mentre il padre metteva su un sorriso tronfio. 

«Altra camomilla Steve?»

«Si, grazie Loki.»

Loki si avvicinò con la teiera alla tazza del Capitano, ma…

«Thor l’hai finita?» Lo rimproverò il moro.

«Scusa tesoro, non sapevo che qualcuno ne rivolesse.»

Ma il Capitano si affrettò a sistemare le cose.

«Non c’è problema ne mettiamo su dell’altra, faccio io Loki sta tranquillo…qualcun altro ne rivuole?»

«No apposto.» Rispose Thor.

«No zio Steve.» Si aggiunsero Kate e Fred.

«Bene allora solo per questo vecchio soldato» sentenziò il Capitano alzandosi ed avviandosi verso la cucina «Ah Tony puoi chiamare Mickey?»

«Subito mio capitano» disse il miliardario.«In effetti credevo ci avrebbe messo meno tempo.»

«Conoscendolo si sarà fatto una doccia a casa per non disturbare.» Disse Kate «A volte si fa così tanti problemi!»

«Concordo nipote, ma purtroppo non ha ereditato il mio dono dell’essere invadenti. Sai con Mr.Disciplina in casa» aggiunse Tony rivolgendo un sorrisetto a Steve poi prese il cellulare  «Friday chiama…» ma il telefono vibrò in quello stesso istante.

«Larry? Mio Dio stavo quasi dimenticando. Si, certo suona pure, siamo ancora tutti svegli, ti offriamo una tisana calda!»

Un istante dopo il campanello suonò e Tony si alzò. 

«Questo è Larry! Vado io.» 

«Però, ci ha messo parecchio tempo dall’aeroporto fino a qui.» Constatò Steve mentre metteva altra acqua a bollire. 

«Avrà trovato traffico immagino o magari non gli restituivano i bagagli» gli rispose Tony ed avvicinandosi alla porta l’aprì.

«Buonasera signor Stark. Capitano Rogers» salutò il nuovo arrivato rimanendo però sul pianerottolo esterno.

«Ehi Larry.» Lo contraccambiò Steve.

Thor intanto guardava Loki con un sorriso innamorato mentre il moro diceva alla figlia di fare attenzione a non rovesciare la tisana sul tappeto poi si voltò incontrando lo sguardo del marito e sorridendogli a sua volta. Andava tutto bene in quel momento per loro e per la loro famiglia senza doveri o obblighi di corte.
Si, sembrava tutto perfetto, ma…non per Fred.

«Grazie per i dati. Sarai esausto, vuoi qualcosa di caldo?» Gli propose Tony. 

«Grazie signor Stark, ma non sono un grande consumatore di bevande calde.»

Fred appoggiò lentamente la tazza sul tavolinetto di fronte a sé. Gli occhi vitrei come se fosse in uno stato di trance.
Solo Loki  si accorse di quella strana reazione.

«Fred tutto bene?»

Il ragazzo non rispose. 

«Beh allora lascia che ti presenti il resto della famiglia. Dai entra!»

«Tony! Sarà stanco!» 

«Eddai ci vuole un minuto Steve! Allora Kate la conosci già e loro sono Thor e Loki.»

Lo stagista di Tony Stark avanzò nel soggiorno e fece un educato cenno di saluto ai padroni di casa. 

Tony continuò «E lui è mio nipote…»

«Fred immagino.» Concluse per lui il giovane. 

D’improvviso un pugnale di ghiaccio comparve tra le mani di Fred che alzandosi si voltò di scatto verso il nuovo arrivato e lo fissò con una strana luce negli occhi.

«Fred?» Riprovò Loki ora davvero preoccupato mentre anche Thor e Kate osservavano immobili quella reazione. 

«Fred che ti prende?» Chiese Tony a bocca aperta «è solo il mio stagista.»

Il nuovo arrivato, un giovane dai lunghi capelli neri ordinati in una coda bassa, si tolse gli occhiali tranquillamente «Mi perdoni Signor Stark, ma temo di aver dimenticato di dirle…» due occhi scuri come un abisso senza fondo si posarono su Fred e incontrarono il suo sguardo. «Che noi abbiamo già avuto il piacere, vero Fred?»

Fred mantenne saldo il pugnale e non si mosse di un millimetro.
Solo una parola uscì in un sussurro dalle sue labbra. 

«Udras…»

 

 

Note:

Ciao a tutti…sorpresi della sorpresa?
Per la serie l'erba cattiva non muore mai!
Ora, mi piacerebbe dirvi che il prossimo capitolo uscirà a breve permettendovi di conoscere le sorti dei nostri protagonisti al più presto, ma nonostante sia già tutto in testa trovare il tempo per scriverlo e fare un minimo di correzione non va altrettanto di pari passo purtroppo.
Ma lo sapete, ormai forse suona come una minaccia, torneròòò!
Perciò un abbraccio e…al prossimo capitolo!

   
 
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