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Autore: Evola Who    03/02/2020    1 recensioni
“E in che anno siamo?”
“Vediamo…” Iniziò ad annusare l’aria: “Siamo negli anni ’30. Più di preciso il 22 ottobre 1938.”
“1938?”
“Già! In pieno autunno. Te lo immagini, Denny? Oramai siamo alla fine di un grande decennio: nuove emozioni, la nascita e il successo del jazz e del blues, i primi film con audio, le grande invenzioni...”
“La segregazione razziale, il protezionismo, il voto alle donne concesso solo
dieci anni fa, la violenza, i poliziotti corrotti e l’inizio di un confitto mondiale”
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“Dottore…” iniziò a dire lei, intimorita e preoccupata: “Dove è andato a finire?”
“Rapito!” rispose lui con tono fermo. “Il TARDIS è stato rubato!”
Genere: Avventura, Comico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Doctor - 11, Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 29
“I will not leave you here!”
 

“Come puoi dirmi una cosa del genere!” sbottò Denny, infastidita. “Noi dovremmo uscire da qui mentre tu e River dovrete restare in una cella!”

“E, poi, come faremo ad uscire da qui?” si aggiunse Indy.

“Con il mio manipolatore del vortice” rispose River, mostrando un piccolo oggetto che teneva legato attorno al polso: in apparenza, sembrava un orologio agganciato ad un cinturino di cuoio marrone scuro, ma sopra non vi era alcun tipo di lancette.

River lo aprì e Indy rimase confuso da ciò che vide al suo interno: vi era una specie di molla grigia con una piccola luce blu nel centro.

“E quello che cosa sarebbe?” domandò l'archeologo, confuso.

“In pratica, è come…” cercò di spiegare il Dottore, per fargli capire.

“In pratica, se te lo metti attorno al polso, scrivi dove vorresti andare e ti porta subito lì” aggiunse River.

“Esatto! Come il teletrasporto!” finì il Dottore, per poi chiedere a bassa voce a Denny se la serie “Star Trek” esistesse già in quel periodo, ma l’amica non rispose.

“Allora, perché non la usiamo tutti insieme?” chiese invece la giovane.

“Perché possiamo sfruttare questa situazione a nostro vantaggio, contro di loro.”

Il Dottore spiegò rapidamente il suo piano: anche se gli alieni nemici ancora non lo sapevano, lui e River erano le uniche due persone, nell'intero universo, in grado di pilotare il Tardis; per questo motivo, non potevano ucciderli, altrimenti non avrebbero mai potuto scoprire i segreti dell’ultima nave/macchina del tempo galifinana.

Tuttavia, avevano minacciato sia Denny sia Indy di volerli sacrificare, e non c'era da escludere che potessero mettere realmente in atto le loro intenzioni.

Però, se loro due fossero scappati, non avrebbero avuto più niente a propria disposizione per poterli minacciare e non sarebbero riusciti ad estorcergli nessuna informazione.

“Ma se, invece, minacciassero di uccidere le persone che hanno manipolato?” domandò Denny, preoccupata.

“Quelle persone gli occorrono per far muovere la nave, quindi non credo che gli convenga ucciderle, esattamente come non gli conviene uccidere noi” rispose l’alieno, sicuro.

“Sì, ma se anche riuscissimo ad uscire da qui? Che cosa dovremmo fare?”

“Ascoltatemi,” disse River, togliendosi il manipolatore del vortice. “Vi porterà all'hotel dove alloggio, e lì troverete la chiave della mia camera, ovvero la numero zero, zero, uno. Nella stanza, c’è un borsone pieno di oggetti che potrebbero esservi utile, che per vari motivi non ho portato con me quando sono salita al tempio. Però, vi saranno senza dubbio utili.” Mentre parlava, aveva allacciato il manipolatore attorno al polso della ragazza.

“E che cosa c’è in quel borsone?” chiese Indy.

“Cose utili” rispose lei, vaga.

Scrisse le coordinate e spiegò a Jones di mettere la mano dentro al vortice sul polso di Denny, perché quello era l'unico modo per andarsene da lì.

Indy, con un po’ di diffidenza, osservò il manipolatore, ma vi appoggiò la mano proprio come aveva spiegato River.

“Quindi mi stai chiedendo di andare  in un hotel fuori da Dupain, mentre voi due volete rimanere in una cella con una rettiliana sociopatica?”

“Denny, questo è l’unico modo per salvare noi, il Tardis, questa gente e l’universo intero” spiegò il Dottore, abbassandosi alla sua altezza e posandole le mani sulle spalle, guardandola con occhi che infondevano calma, tranquillità e sicurezza.

“E voglio anche che tu e Indy siate al sicuro, che elaboriate un piano efficace e che vi riposiate un po’, perché ne avete molto bisogno.”

“Ma io non voglio abbandonavi! Possiamo mandare solo Indy! Se è davvero così intelligente, capirà perfettamente che cosa deve fare, no?” rispose lei.

Indy la guardò confuso, chiedendosi se lo stesse velatamente insultando o meno.

“Sì, certo, ma non conosce nulla, di queste cose. E scommetto che ha da fare un sacco di domande su di me, alle quali solo tu puoi rispondere.”

“Ma… non…”

“Denny, ascoltami” ripeté il Dottore con tono sicuro, guardandola dritto negli occhi

“Io mi fido di te, come tu ti fidi di me. E so che tornerai a salvarci tutti con un elaboratissimo piano, di quelli che solo tu sai tirare fuori.” Fece un piccolo sorriso sicuro. “E, poi, non ti dimenticare che hai il più grande archeologo di tutti i tempi con te. Insieme, sarete una squadra invincibile.”

Guardò Indy, aggiungendo: “E, Indy, mi raccomando... so che lei ha un carattere un po’ imprevedibile, ma è anche molto brava ad organizzare piani e riesce sempre a cavarsela dai guai, quindi dalle retta e lavorate insieme.”

L’archeologo fu colpito da quelle parole, capendo l’affetto sincero che sentiva per lei e di quanto la stimasse, proprio come lei stimava lui.

“D’accordo” rispose lui.

“Grazie,” replicò l’alieno sorridendo, per poi tornare a guardare l’amica: “Okay?”

Denny sopirò, dicendo: “Okay.” Dopo un attimo di esitazione, ricambiò il sorriso.

“River, prenditi cura di lui. E cercate di non morire prima dell'alba.”

La donna rise, dicendo: “Va bene. Te lo prometto.”
Controllò per l'ultima volta che il manipolatore fosse sistemato a dovere e indicò loro dove premere per poter partire.

I due diedero la conferma che erano pronti.
“Mi raccomando” ripeté ancora una volta Denny, preoccupata.

“Tranquilla, ce la caveremo.” E le rivolse un sorriso incoraggiante.

Il Dottore le passò il cacciavite sonico e la carta psichica, aggiungendo, con un sorriso: “E che cosa diciamo, in questi casi?”

La ragazza ricambiò il sorriso, rispondendo: “Geronimo.”

Premette il tasto e lei e Indy scomparvero immediatamente davanti agli occhi di River e del Dottore, che restarono fissi a osservare il punto in cui erano svaniti con aria preoccupata.

“Vedrai che se la caveranno" lo tranquillizzò River, posandogli una mano sulla spalla in segno di conforto.

“Lo so” rispose l’alieno, convinto.

Ma non poteva fare a meno di sentirsi in ansia per lei, proprio come Denny non riusciva a non preoccuparsi per loro.

 
   
 
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