Videogiochi > Mario Bros
Segui la storia  |       
Autore: AzucarScarlet    06/02/2020    1 recensioni
Con questa fanfiction, ho voluto sperimentare qualcosa a cui pensavo da un po' di tempo. Bowser è sempre stato il mio personaggio preferito all'interno dell'universo Mario Bros e mi è sempre piaciuto immaginare un suo risvolto "fragile", diverso dall'immagine stereotipata del cattivo proposta dal videogioco stesso.
In questa storia, ad aiutare il Re dei Koopa a far fronte alla paura di mostrare sè stesso al mondo, c'è la Principessa Daisy: emancipata, testarda, risoluta, si rivela un'ottima alleata di Bowser nel tentativo di sconfiggere le difficoltà che lo costringono ad indossare una maschera per non far trasparire le sue vere emozioni.
Questa non è solo una storia con al centro una crack ship, come potrebbe sembrare a prima vista, ma è anche e soprattutto una storia per riflettere, fatta di emozioni, che spero possa incuriosire.
Buona lettura e grazie per essere arrivati fin qui :)
Genere: Angst, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Bowser, Bowser Jr., Bowserotti, Daisy, Peach
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Dopo che il Re dei Koopa era tornato al suo castello, Daisy aveva trascorso un paio di ore appoggiata al davanzale della grossa finestra della sua stanza: osservava in silenzio il cielo scuro cosparso di stelle luccicanti e, con uno sguardo malinconico, si poneva incessantemente la stessa domanda: in che modo poteva aiutare Bowser e al tempo stesso ricucire i rapporti con la sua amica?
 
Dopo una decina di minuti aveva già perso il conto delle volte in cui aveva accompagnato quella domanda con un sospiro frustrato.
 
C’era da dire, però, che il panorama sopra la sua testa era davvero mozzafiato: non ci volle molto prima che la principessa desiderasse di poter condividere quel momento con entrambi i protagonisti del suo pensiero fisso.
 
-Chissà che cosa staranno facendo, adesso..? Probabilmente Peach starà già dormendo da un pezzo, e anche Bowser suppongo- ma intanto si domandava se anche loro avessero ripensato alla giornata appena trascorsa tanto quanto lei, e ammise in cuor suo che saperlo le avrebbe dato un certo conforto.
 
Si allontanò lentamente dalla finestra solo una volta sopraggiunta l’impressione di aver implorato le stelle forse più del dovuto e si lasciò cadere di schiena sul morbido materasso spazioso: osservò per un istante e con gli occhi assenti la stoffa colorata del baldacchino poi chiuse gli occhi e, senza nemmeno rendersene conto, si addormentò.
 
La mattina seguente, Daisy si svegliò di buon ora.
 
Nonostante avesse dormito molto meno del solito, si sentiva ugualmente riposata ed ebbe addirittura l’impressione di essersi lasciata alle spalle i tormenti della sera prima, quasi come quando, al risveglio, si dissolvono come per magia i turbamenti di un brutto sogno.
 
Per sfruttare al meglio la giornata appena iniziata, la ragazza decise di uscire e fare una passeggiata.
 
Indossò degli abiti comodi che non la intralciassero troppo -come nel caso del lungo vestito giallo e arancione che era solita indossare- e si incamminò.
 
Nonostante il clima arido di Sarasaland e la quasi totale assenza di qualsivoglia tipo di vegetazione o forma di vita, motivo per il quale Daisy era solita trascorrere molto più tempo nel Regno dei Funghi piuttosto che a casa sua, ella era perfettamente a conoscenza di luoghi che amava considerare “segreti” o, ancor meglio, di sua proprietà -oltre al senso più strettamente logico del termine, collegato giustamente alla sua carica.
 
Camminò per diversi minuti prima di raggiungere una sorta di oasi circondata da diverse palme rigogliose ed altissime, tanto che pareva sfiorassero il cielo.
Un sorriso delicato si disegnò sul volto della principessa un attimo prima che questa sparisse in mezzo alle fronde: raggiunse con una lentezza quasi innaturale il ruscello lì vicino, come se volesse assaporare ogni passo prima di immergere i piedi nell’acqua fredda e cristallina.
 
Un sospiro di sollievo sembrò portare via tutte le sue preoccupazioni e Daisy iniziò a volteggiare nell’acqua ad occhi chiusi. Era il modo migliore che conosceva da sempre per liberarsi delle energie negative e, ogni volta che ne aveva bisogno, sapeva di poter contare sulla segretezza di quel luogo che, di certo, non l’avrebbe mai tradita.
 
Lentamente, luci colorate si levarono dal terreno attorno al laghetto, avvolgendo la principessa in una sorta di abbraccio mentre lei continuava imperterrita a danzare graziosamente sulle punte dei piedi.
Quando riaprì gli occhi le luci smisero lentamente di brillare, divenendo sempre più fioche, e si depositarono come spore sulla sabbia: venne istantaneamente ricoperta da un manto di fiori rigogliosi e colorati: Daisy sorrise. L’aveva fatto molte volte, in precedenza, ma non si stancava mai della sensazione piacevole che creare la vita le donava.
 
Intanto, la giornata era cominciata anche al castello del Re dei Koopa.
Bowser non era riuscito a prendere sonno, e si era limitato a girarsi prima da una parte, poi dall’altra del grosso materasso. Solo le prime luci dell’alba erano riuscite nell’intento di farlo assopire per un paio di ore, ma anche
durante quel poco tempo di sonno effettivo ci avevano pensato i suoi stessi sogni a tormentarlo.
 
Spazientito, si era alzato di scatto, furibondo, non curandosi nemmeno del rischio di strappare le lenzuola con gli aculei appuntiti del suo grosso guscio e si era diretto alla sala del trono, l’unico luogo in cui era quasi certo di non poter essere disturbato, nonchè la parte del castello più buia e silenziosa di tutte le altre. Nemmeno la luce del sole in estate riusciva a penetrare quelle spesse mura di pietra, e francamente la cosa non gli era mai dispiaciuta. Anzi, in certe occasioni avrebbe vissuto più che volentieri senza dover mai più vedere brillare quella fastidiosa palla infuocata sospesa nel cielo.
 
Per terra, appallottolata come l’aveva lasciata la sera precedente, aveva trovato la lettera che aveva tentato di scrivere per Daisy. La scansò, poi non contento la calciò via.
 
Per la prima volta si sentiva arrabbiato, ma non avrebbe saputo dire con chi nè per quale motivo.
 
Era come se fosse in collera col mondo per qualcosa che era solamente colpa sua, una sensazione strana che non gli piaceva affatto.
 
Decise che incenerire qualcosa lo avrebbe aiutato a rilassarsi: radunò un gruppo di Tartossi che, obbedienti, si disposero a formare una piramide e, per amore del loro padrone, aspettarono senza fiatare di essere colpiti dall’alito infuocato del Re.
 
Non batterono ciglio, abituati come erano, nemmeno dopo essere stati investiti in pieno da quella vampata infernale; anzi, per non dispiacere (o irritare) ulteriormente il sovrano, si lasciarono cadere a terra uno sopra l’altro formando un piccolo cumulo di ossa scurite dalla fuliggine.
 
Alla vista di quello spettacolo “discutibile”, Bowser stirò i lati della bocca in un ghigno appena accennato ma soddisfatto, segno che gli stava lentamente tornando il buon umore: infondo, gli bastava davvero poco..!
 
Attese che i Tartossi si ricomponessero e tornassero a disporsi uno sopra le spalle dell’altro, ma prima che potesse dare sfogo alla sua rabbia per la seconda volta, Kamek entrò nella stanza:
-Vostra Arroganza, mi spiace enormemente disturbarvi nel mezzo del vostro, emh... allenamento mattutino, ma sembra che qualcuno abbia appena bussato all’ingresso e mi chiedevo se fosse il caso di accogliere l’ospite o...
 
-Di chi si tratta?- chiese immediatamente il Re, stranamente meno scocciato del previsto. Kamek trasalì: se tutti gli anni passati con Bowser gli avevano insegnato qualcosa, una di queste era sicuramente che non era un buon segno, quando il Re si mostrava tanto indulgente.
-In verità non lo so, mio Signore, per questo sono venuto a-
-Mi interrompi per venirmi a dire che NON SAI CHI HA BUSSATO ALLA PORTA?!
-Beh, ecco... S-
 
-Ehilà? C’è nessuno?- una voce inconfondibile rimbombò improvvisamente nell’atrio -Bowser..? Sei a casa?
 
Per qualche ragione, non appena sentì pronunciare il proprio nome, il grosso Koopa si congelò sul posto. Guardò negli occhi Kamek, cercando quanto meno di intravederli dietro le lenti degli occhiali spesse come fondi di bottiglia, ma l’anziano mago si limitò a ricambiare lo sguardo del Re con un’espressione perplessa.
I Tartossi si guardarono l’uno con l’altro in attesa di istruzioni e senza sapere cosa fare, finchè finalmente Kamek si decise a rompere il silenzio:
-Signore, è la Principessa Daisy. La mandiamo via..?
-Non dire fesserie, va’ a vedere dove si è cacciata e accompagnala nella sala da pranzo!- sbraitò -Voi invece andate a ripulirvi, non voglio vedere un singolo granello di fuliggine quando tornerò qui- disse minaccioso ai Tartossi che, nel tentativo di darsela a gambe, si lasciarono alle spalle una scia di clavicole e falangi.
 
Rimasto solo, Bowser inspirò profondamente e uscì dalla stanza come se nulla fosse dirigendosi di soppiatto nell’enorme sala da pranzo.
 
Entrò avendo cura di chiudere lentamente la porta dietro di sè, ma quando si voltò non potè credere ai suoi occhi: quelle piaghe purulente dei suoi figli si stavano letteralmente lanciando la colazione.
Strinse i pugni cercando di mantenere la calma: Daisy sarebbe entrata da un momento all’altro in quella stessa stanza e Bowser pensò che, oltre alle fette di torta alla panna spiaccicate sulla carta da parati e ai cocci di porcellana disseminati sul pavimento, sarebbe stato scortese imbrattare ulteriormente il mobilio con il sangue dei crani fracassati di quegli otto scalmanati.
 
-PIANTATELA!- urlò, facendo oscillare pericolosamente il grosso lampadario di vetro appeso al centro del soffitto. I piccoli si voltarono tutti nello stesso istante verso il padre che, con gli occhi iniettati di sangue (anche più del solito), li scrutava ad uno ad uno in silenzio ma con il respiro pesante -Chi ha cominciato questo casino?
 
-Padre, posso spiegare!- iniziò Roy con la voce che gli tremava
-Non ho chiesto spiegazioni, ho chiesto CHI È STATO!?
 
-Ciao Bowser! Ho interrotto la colazione?- chiese Daisy con una voce squillante, molto più energica di quella che ricordava dalla chiacchierata della sera precedente.
-Mi dispiace, Signore, non sono riuscito a trattenerla- balbettò Kamek, già pronto ad un’eventuale punizione
-Oh, no, è colpa mia!- intervenne la principessa -Avrei dovuto avvisare anzichè presentarmi all’improvviso, ma ero nei paraggi...
-Con permesso..!- si affrettò a dire Kamek, approfittando del silenzio del sovrano per uscire dalla stanza e richiudere velocemente la porta.
 
-Scusa, Daisy, i miei figli sono degli incoscient-
-Oh, che sbadata! Non mi sono nemmeno presentata come si deve!- esclamò la ragazza, avvicinandosi un po’ di più ai piccoli Koopa -Ciao ragazzi, io sono Daisy! Sono molto contenta di conoscervi! A proposito.. vedo che ci avete dato dentro...- commentò poi, osservando i residui di cibo sparsi ovunque sul pavimento e sul muro.
-Già, il fatto è che non...
-Vi svelo un segreto: anche io da piccola facevo la lotta col cibo e lanciavo sempre il dessert in testa al maggiordomo, ma poi mamma e papà mi sgridavano ed ero costretta a scappare per tutto il castello perchè non mi mettessero in punizione!- schiacciò l’occhiolino al gruppetto di Koopa che la ascoltava interessatissimo e rise di cuore ricordando i tempi della sua infanzia -Anche il vostro papà vi mette in punizione quando fate queste cose?-
-Beh...- si fece avanti Junior -Non sempre.. a volte è lui che inizia a lanciare il cibo a noi durante la cena...
 
La principessa guardò stupita il Re, rosso in viso, non si sa se di rabbia o per l’imbarazzo, e gli sorrise: -Con quella faccia sempre arrabbiata non l’avrei mai detto, ma ad essere del tutto sincera avevo immaginato che potessi essere un tipo da lotta col cibo- rise di nuovo, poi prese un po’ della panna residua rimasta su un piatto e, con un dito, la spiaccicò dritta dritta sul muso di Bowser, che la guardò confuso.
 
-Scherzetto!- ammise lei con l’aria innocente più falsa di sempre -Avanti, ragazzi..! Lanciare torte a destra e a manca sarà anche divertente, ma con un bersaglio comune lo è ancora di più! Io lo tengo fermo!- li incitò, lanciandosi su Bowser che, preso alla sprovvista, cadde di schiena sul pavimento.
 
Divertiti, i piccoli Koopa circondarono il loro papà musone e lo riempirono di panna, granella e cioccolata dalla testa ai piedi.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Mario Bros / Vai alla pagina dell'autore: AzucarScarlet