EROS&AGAPE
Aziraphael era calma. Era pace, quotidianità, celestialità. Era Agape.I suoi baci erano timidi, casti; le sue mani delicate erano posate sulle sue spalle per non farlo allontanare. Come se Crowley avesse davvero potuto farlo.
Non era nemmeno un bacio, solo uno sfioramento di labbra, ma era la sensazione più intensa che lui avesse mai sperimentato. Frustrante, certo, ma perfetta. Era quello Aziraphael.
Era quello il suo impacciato, perfido angelo.
Quando si staccò da lui e fissò lo sguardo nel suo, Aziraphael era completamente rosso.
«Ahm… Come… Come è andata?»
Crowley inarcò un sopracciglio.
«Com’è andata cosa?»
«Il bacio.»
«Ah, per te quello era un bacio?»
Crowley era tempesta. Era fuoco, quotidianità, dannazione. Era Eros.
Lo prese per il colletto della giacca e lo attirò a sé, catturando le sue labbra in un bacio famelico, possessivo. La sua passione dirompente gli fece perdere l’equilibrio, facendolo cadere sul divano accanto a lui.
Crowley continuò a stringerlo a sé, mostrandogli la sua definizione di bacio. Per un momento Aziraphael ebbe l’impressione di non riuscire a respirare, ma non aveva la forza di interrompere quel momento. Non riusciva mai ad allontanarlo. Era frustrante alle volte, ma giusto così.
Perché quello era il suo Crowley.
Quello era il suo irritante, dolce demone.