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Autore: fumoemiele    14/02/2020    8 recensioni
James ha ventisette anni e inizia a chiedersi quando l’amore busserà alla sua porta. Spera presto, non vuole passare l’ennesimo San Valentino da solo.
Genere: Demenziale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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James ha ventisette anni e inizia a chiedersi quando l’amore busserà alla sua porta. Spera presto, non vuole passare l’ennesimo San Valentino da solo. Non ha un aspetto sgradevole, non va in palestra ma corre due volte alla settimana – l’obiettivo non è quello di perdere calorie e tenersi in forma, ma quello di adocchiare qualche affascinante ragazza e iniziare a farci amicizia, accomunati dalla passione masochistica per la corsa.
Il problema sorge quando si rende conto che, nonostante ormai abbia preso a fare sport da qualche mese, non ci sono soluzioni a quella triste solitudine. Nessuno gli vuole bene, nessuno sembra disposto ad amarlo. Triste e cupo, anche quella sera torna a casa da solo, la maglietta gli si è appiccicata addosso per il sudore e tutte le ragazze che ha visto correre nel parco avevano gli auricolari nelle orecchie. È sempre la stessa storia, non riesce ad approcciarsi con nessuna di esse perché è timido e quelle maledette cuffie rendono l’impresa ancora più difficile. Il fatto che siano concentrate ad ascoltare musica fa intuire che non hanno alcuna intenzione di fermarsi a fare due chiacchiere con un altro essere umano. Probabilmente non corrono nemmeno per loro stesse, lo fanno solo per poter riempire i loro profili Instagram di foto in cui mostrano quanto sono fantastiche le loro vite, così sane e piene di momenti nella natura.
Finché gli occhi di James non vengono catturati da una ragazza che non corre, affatto. Il suo cuore batte più velocemente e si domanda se sia quella la sensazione che si avverte quando arriva il famoso colpo di fulmine, l’amore a prima vista. I palmi delle sue mani prendono a sudare, la maglietta gli si appiccica addosso in un abbraccio umido e viscido. Non può raggiungerla in quelle condizioni, puzza e ha i capelli in disordine.
La ragazza ha i capelli castani, gli occhi marroni come la terra e non azzurri come il cielo. Non è una fotomodella sbucata fuori da una celebre rivista di moda, indossa una felpa larga e dei pantaloni maschili, è seduta su una delle panchine di legno del parco con le gambe incrociate, fuma una sigaretta e le sue dita smaltate di nero voltano la pagina di un libro che regge sugli arti inferiori.
James sobbalza quando la ragazza alza gli occhi, contornati da folte ciglia scure, e incontra il suo sguardo grigio. Vorrebbe avanzare nella sua direzione e dirle che è bellissima perché è lontana da tutte le ragazze che incontra in giro – cosa di per sé abbastanza paradossale, visto che non ha tratti fisici speciali e ricercati. Quella ragazza anonima, però, ha qualcosa che non trova in nessuno: è umana. Un corpo fatto di carne in un mondo composto da bevande proteiche e robot. È bellissima, è imperfettamente perfetta e James si è preso una sbandata tale che continua a camminare, i suoi occhi la inseguono, ma non riesce a salutarla e iniziare a parlarci. È troppo timido, e lei è troppo dolce e bella.

James torna a casa e decide di smettere di correre, non serve a un bel niente. Se vuole fare colpo su quella ragazza deve iniziare a cambiare le sue abitudini per incontrarla. Ha iniziato a frequentare le biblioteche e le librerie della zona con assiduità, e ha anche iniziato a leggere quello che le bibliotecarie puntualmente gli consigliano. Ha divorato diversi romanzi rosa perché è certo che a quella ragazza piacciano e che ne stesse leggendo proprio uno, in quel momento. Leggendone alcuni si è anche commosso, un paio di finali strappalacrime gli hanno causato un gran magone, ma si è ripetuto che fra lui e la sua donna non andrà così, sta imparando dai protagonisti maschili dei romanzi cosa non fare per non rovinare una relazione. E sta anche imparando le loro tecniche di seduzione. Ha scoperto che la maggior parte delle donne non sogna un bravo ragazzo, come uomo, ma un perfetto stronzo. Il romanzo “After” gli ha insegnato molto e adesso è pronto ad applicare le tecniche apprese sui libri. È tempo di passare dalla teoria alla pratica.
Non sa niente di lei però si sforza di cercarla sui social network per giorni, ma senza ottenere nessun risultato. Finché, quando ha quasi perso le speranze, non la intravede di sfuggita nelle foto di un evento di pochi giorni prima, la presentazione di un libro di uno scrittore emergente di thriller. Ha pensato che sia strano che quella ragazza legga quella roba macabra, ma probabilmente si trova lì perché ama leggere e basta, indipendentemente dal genere. James si è innamorato delle idee che si è fatto di lei, dello scheletro che ha costruito nella sua mente, un osso per volta. Si è preso una cotta per la sua immaginazione posta su un viso che ha visto mezza volta. Controlla una per una le ragazze che hanno messo like alla foto dell’evento e dopo mezz’ora riesce a risalire al suo profilo Facebook. Il suo sorriso è la prima cosa che lo accoglie e gli scalda il cuore, i suoi occhi brillano.
Facebook è come una carta d’identità: ha tutte le informazioni sugli individui, tutte. Il luogo in cui lavorano, il posto in cui abitano, perfino quello che fanno durante la giornata – vista la grande quantità di post che tutti pubblicano in continuazione, come se a qualcuno fregasse davvero qualcosa della loro cena al Mc Donald's. 
La ragazza si chiama Belle, così James cerca il significato del suo nome su Internet. È proprio vero: Belle è la bellezza, è carismatica e dolce, è il ritratto dell’amorevole perfezione. È la donna dei suoi sogni.
Non ci sono troppe informazioni su di lei, in rete. Anzi, sono davvero poche, però c’è scritto dove lavora. Non si sorprende affatto quanto scopre che fa la commessa in una libreria. Non è mai stato lì perché è abbastanza lontano da casa sua e anche dal parco, perciò non pensava di poterla trovare proprio in quel negozio. Si segna l’indirizzo su un foglio di carta e recupera l’auto, deve raggiungerla.
Prima di uscire di casa si spruzza una grossa quantità di profumo addosso e si spazzola i capelli. Deve essere perfetto.


La libreria di Belle profuma di carta e fragole. È il suo odore, lo capisce appena entra e il campanello appiccicato alla porta suona, annunciando il suo ingresso. I palmi delle sue mani hanno ricominciato a sudare, è agitato e nervoso. Si guarda intorno e si domanda quando Belle verrà a chiedergli se gli serve una mano e allora inizieranno a parlare per ore e lei dimenticherà di ogni altro cliente perché ha appena incontrato la sua anima gemella, ma i suoi sogni non corrispondono alla realtà. Belle è già impegnata, sta mostrando a una coppia di genitori e al loro bambino un libro illustrato.
James sorride, trova che sia bellissima. Questa volta indossa dei vestiti più adatti al suo corpo, meno informi; i jeans a sigaretta le fasciano le gambe e la maglia con sopra la stampa di una vecchia band rock si adatta alla perfezione alla sua figura slanciata e minuta.
James decide di fare un giro per gli scaffali e di cercare un romanzo che possa conquistarla. Riflette. Se comprasse “Cime tempestose” farebbe sicuramente colpo su di lei, ne è certo. Però non vuole andare via, vuole continuare a osservarla, così finge di non sapere che cosa comprare e si aggira per le file di libri dai dorsi colorati, guardandosi intorno e soffermandosi soprattutto su di lei e sul suo fascino enigmatico.
Ha quasi un infarto quando Belle gli rivolge la parola.
“Salve, posso aiutarla?”
La sua voce è dolce, anche se le sue “S” fischiano un po’. Per James è perfetta anche con quel piccolo difetto.
“Cime tempestose” afferma, poi cerca di ricomporsi, come se avesse bisogno di spiegarsi meglio. “Devo leggerlo da molto tempo, lo stavo cercando.”
Belle solleva un sopracciglio, poi si impone di non fare ulteriori domande. Probabilmente è un regalo per la sua fidanzata, nessun ragazzo legge quella roba. Si avvia verso lo scaffale dei romanzi d’amore e poi torna da James, consegnandogli la sua copia nuova e profumata di carta. Sorride per cordialità, perché è il suo lavoro vendere libri e non sono in molti quelli che acquistano i classici.
L’altro le allunga le banconote e le loro dita si sfiorano, James avverte una miriade di scintille in quell’istante, la guarda negli occhi e spera che lei senta lo stesso. Quello sarebbe il momento migliore per intavolare una conversazione infinita e rubare il suo numero di telefono, ma non funziona così. James ringrazia e, timido e titubante, scivola fuori dal negozio con il sacchetto stretto fra le dita, il cuore che batte a mille e nessuna voglia di leggere quel romanzo. Ha l’aria troppo vecchia per potergli piacere.
Se adesso va via, però, non ha risolto niente. Per lei sarà l’ennesimo stupido cliente che è passato dalla libreria, James non può permettere che succeda. Guarda l’orario sul suo orologio da polso, sono le sei e mezza. Non sa quando chiuderà la libreria, ma non ci vorrà troppo tempo. Si avvia verso il bar di fronte per aspettare che Belle finisca il suo turno di lavoro. Potrà approcciarla fuori da lì, quando non è in servizio e le è consentito pavoneggiarsi con un individuo.

James aspetta, paziente, e quasi non ci crede quando vede Belle uscire dal negozio, nel suo lungo cappotto grigio. Si tira su, sbattendo anche con il ginocchio contro il tavolo per la fretta, lascia una manciata di banconote sul tavolo e non si preoccupa di ritirare il resto, parte all’inseguimento. James spera che Belle non sia una di quelle che girano sempre in auto, e quel suo sogno si dimostra reale. La sua abitazione è a due chilometri di distanza dalla libreria, ma preferisce percorrerli a piedi e non inquinare. Fortunatamente James può seguirla e scoprire dove abita, questo le permetterà di avere il doppio della probabilità di incrociarla e conoscerla. Vorrebbe, di nuovo, farsi avanti e dirle che è innamorato follemente di lei, ma non ne ha il coraggio e la timidezza lo schiaccia.
Gli viene quasi da piangere quando la lascia scappare dentro casa. Triste e cupo si appoggia alla parete del palazzo di fronte, vuole sapere a che piano abita e lo scopre quando vede la luce del quinto appartamento accendersi. Dev’essere quello, per forza. Chissà che vista spettacolare c’è da lassù – nessuna, in realtà, si vedono solo grattacieli grigi come nuvole fatte di smog, ma James si crogiola nelle sue illusioni.
Rimane lì a fantasticare a lungo, poi torna sui suoi passi e va a casa. Deve trovare una strategia efficace, deve riuscire a parlarle.
Perde ore e ore, quella notte, davanti allo specchio. È occupato a guardare il suo riflesso e a provare mille tecniche d’approccio diverse. Sul suo volto e nei suoi gesti ne passano tantissime: prova a essere un uomo galante, un motociclista sexy con la sua giacca di pelle, un intellettuale amante dei libri e infine un rozzo camionista che si presenta ruttando. Nessuna delle opzioni va bene, non può conquistarla con degli stereotipi, deve essere così affascinante che niente potrà farle pensare di allontanarsi da lui. Deve conquistarla a qualsiasi costo perché manca poco a San Valentino ed è stufo di trascorrerlo da solo.

Per tutto il mese di gennaio, James continua a recarsi a casa di Belle, poi la segue da lontano fino alla libreria e spera di trovare il coraggio di offrirle un caffè prima del turno. Entra nel posto in cui lavora per acquistare ogni giorno un libro diverso – e nessuno di quelli che ha comprato riesce a sbloccare una conversazione. Il ventottesimo giorno, però, qualcosa cambia. Belle sorride come sempre quando lo vede entrare e questa volta il suo saluto cambia. Non è più il solito “salve”, è un “salve, che romanzo rosa comprerà oggi?” e per James quello è un enorme progresso.
Sorride, emozionatissimo, gli tremano le mani. “Oh, oggi volevo comprare Madame Bovary” afferma, ha letto su internet che può essere un buon modo per conquistare una donna con le idee fiabesche della protagonista del romanzo, Emma. Lui non sarà il suo noioso marito, però; James vuole essere l’amante perfetto che Belle sogna – e sarebbe più semplice, se solo lei gli dicesse cosa diavolo vuole da un uomo.
“I libri li leggi anche o li compri soltanto?” domanda Belle, le sue dita smaltate di nero accarezzano i dorsi dei libri finché non trova quello giusto e lo tira fuori dallo scaffale.
“Mi piace collezionarli, e li leggo pure” balbetta incerto James. Quella strategia non funziona per niente, è solo strano, però almeno ha attirato la sua attenzione e ha avviato una conversazione. Ora deve solo fare in modo che prosegua per il verso giusto.
La fortuna sembra essere dalla sua parte, non ha bisogno di inventarsi qualcosa perché è Belle a proseguire.
“Ceniamo insieme, stasera?” chiede, e James quasi spalanca gli occhi. Sta davvero andando tutto per il verso giusto? È strano, il mondo non è mai stato gentile con lui, ha sempre dovuto guadagnarsi ogni cosa. Fa un respiro profondo, non può mandare a farsi fottere quell’occasione d’oro.
“Oh, certo!” risponde, forse è sembrato un po’ troppo esaltato.
“Finisco alle otto” puntualizza Belle, lascia tintinnare le monetine del resto sul bancone e lo saluta agitando la mano.

James ha tre ore per tornare a casa e rifarsi la doccia. Durante il tragitto di ritorno ha iniziato a farsi mille film mentali e in tutti è finito a letto con Belle. Deve anche fare le sue ricerche su internet perché i romanzi rosa non sono serviti a niente, non ha imparato come conquistare una ragazza, tanto che ha dovuto prendere lei l’iniziativa e invitarlo a cena.
Respira, si dice che andrà tutto bene perché ha desiderato così a lungo quel momento che non può lasciarselo scappare.
Esce di casa alle sette e quarantacinque, perché non vuole essere né in anticipo né troppo puntuale: nel primo caso lei penserebbe che ha aspettato con l’ansia quel momento per tutto il pomeriggio, e in effetti è vero, nel secondo potrebbe non vederlo lì fuori e aver cambiato idea, distruggendo il miracoloso appuntamento.
Non vede l’ora di renderla felice e conquistarla con il programma che ha ideato già un mese prima di ottenere quell’appuntamento.
Alle otto e un minuto è fuori dalla libreria, Belle non è ancora uscita. Aspetta un’altra manciata di minuti mentre l’ansia lo divora fino alle ossa, poi vede la donna uscire e sfoderare un sorriso quando le sue pupille incontrano quelle di James.

L’appuntamento procede meglio di quanto James potesse mai immaginarsi. Belle ride alle sue battute, anche a quelle che non fanno mai ridere nessuno, i suoi occhi brillano e sembra felice di essere a cena in uno dei ristoranti giapponesi più costosi della zona. Tutti amano il sushi e James è convinto che piaccia anche a Belle. Ha risparmiato per portarla lì per tutto il mese in cui l’ha inseguita da una parte all’altra per scavare nella sua vita. Si è convinto di aver appreso tutto, di lei, anche i suoi lati più nascosti. A volte rimane sveglia fino a tardi e James lo sa perché la luce della sua camera da letto rimane accesa. Una volta ha forzato la serratura di casa sua quando è uscita per andare a lavoro. Ha dovuto farlo, doveva conoscere qualche informazione in più su di lei, così si è infilato nel suo appartamento e ha respirato l’odore dei suoi vestiti sparpagliati in giro, nel disordine. Non ha nessuno che viene a trovarla, per questo non cura il suo piccolo appartamento quanto dovrebbe. Sul comò c’è la fotografia di due anziani che sorridono, ha scoperto tramite i nomi e la data scritta sul retro del quadro che sono i suoi genitori e che sono morti ormai da alcuni anni, così ha capito cosa fa Belle quando non dorme: piange. Il suo cuscino sembra ancora intriso di lacrime. James si sente empatico nei suoi confronti, vorrebbe abbracciarla e cancellarle via quel dolore infernale, farle sentire che la vita può continuare e che non sarà più sola, ci sarà sempre lui al suo fianco, a raccogliere le sue lacrime e trasformarle in sorrisi.
Alla fine della cena Belle si porta una sigaretta alle labbra e lo ringrazia per la compagnia. Sorride, i suoi occhi nocciola brillano ancora e le ciglia svolazzano dolcemente. James è innamorato perso e non si aspetta che l’altra voglia ancora trascorrere del tempo con lui, sono le dieci di sera e domani, secondo il calendario che ha stilato personalmente basandosi sugli orari in cui esce e torna a casa, dovrebbe avere il turno di mattina, quindi dovrebbe avere fretta di tornare e infilarsi nel letto per dormire. A quanto pare, però, Belle ha compreso di aver trovato il vero amore e non vuole lasciarselo scappare. “Beh, è ancora presto e non siamo certo due adolescenti con il coprifuoco… mi piacerebbe vedere la tua libreria” afferma, sfacciata, e James quasi si strozza con la saliva che gli va di traverso. Il sushi eccellente ha svolto il suo compito, James non sa che Belle preferirebbe cenare al Mc Donald’s.
Vuole andare a casa sua, quindi probabilmente finiranno per fare sesso. È una fortuna che abbia comprato una bottiglia di whisky per l’occasione, almeno avrà qualcosa da offrirle e l’alcool renderà la loro prima volta ancora più magica, come se fossero due adolescenti alle prese con il primo amore.

Arrivano presto a casa di James e lui ringrazia di aver previsto anche quella possibilità, infatti ha riordinato , prima di uscire per la loro favolosa cena. Lo sguardo dell’uomo si incupisce di fronte all’idea che finiranno per andare a letto. La corsa non ha dato poi tanti frutti e pur non essendo esteticamente il più orribile del mondo gli manca la tartaruga scolpita sull’addome.
Appoggia due bicchieri sul tavolo, poi il suo stomaco inizia ad agitarsi per l’ansia e le sue dita tremano. È a un passo dal realizzare i suoi sogni e gli sembra di essere sull’orlo del precipizio.
“Vado in bagno un secondo. Fa come se fossi a casa tua” sbiascica e sorride forzatamente, poi si precipita in bagno e si richiude alla porta alle spalle. Sta per avere un attacco di panico e non è il momento adatto per lasciarsi scivolare nell’ansia.
Fa dei lunghi respiri, come gli insegnava la sua psicoterapeuta da adolescente. Si ripete che può farcela più volte, a bassa voce, poi usa un tono più convinto mentre il suo riflesso appare più sicuro, allo specchio. Si sistema i capelli, si lava i denti per avere un alito impeccabile durante il loro primo bacio – non ha ordinato elementi con aglio e cipolla di proposito, quella sera.
Finalmente è pronto a lanciarsi nella corsa folle che è l’amore. Un vento burrascoso che annebbia e ingrigisce tutto e poi lascia risplendere il sole. 
La chiave gira nella serratura e James esce fuori dal bagno e si dirige a passo svelto verso il corridoio. Cerca di ricordarsi dei migliori baci che ha letto nei libri e pensa di andare a ricontrollare “After” per impostare al meglio la situazione, ma poi si dice che il loro primo bacio deve essere originale e non scopiazzato da un libro. Verrà spontaneamente, deve solo lasciare che le cose facciano il loro corso.
Belle lo rassicura con un sorriso, stringe fra le mani due bicchieri pieni di liquido ambrato, del whiskey che ha comprato per l’occasione – ma per non far sembrare che sia così ha fatto scivolare mezza bottiglia nel lavandino. Ora sa di aver fatto bene a prevedere anche questo. Sta andando tutto per il verso giusto, niente potrebbe ormai andare storto. James beve e Belle anche. Seguono altri sorrisi, sguardi di fuoco e poi un leggero senso di nausea e la testa che inizia a disconnettersi dalla realtà.
“Non mi sento molto bene” anela James, il resto è buio.

La prima cosa che sente, quando ritorna cosciente, è la risata agghiacciante di Belle. Ha sempre pensato che ridesse in maniera graziosa, ha immaginato il dolce suono della sua voce… invece quella che ascolta è una stridula sentenza di morte.
L’amore è follia, loro lo sanno bene. È ossessione, abbandoni drastici e risalite irrealizzabili.
Belle ci mette passione mentre stringe quel coltello, il suo sorriso è così spontaneo che James ora è sicuro almeno di una cosa: l’ha resa felice.
Non può muovere le braccia e le gambe, abbassa lo sguardo sulle manette metalliche intorno ai polsi. Le caviglie sono attaccate ai piedi della sedia, il suo corpo ha perso la libertà, la capacità di sopravvivere alla lama affilata di un coltello tanto grande da far paura. Lui quelli li ha sempre usati per cucinare, non pensava che portando una ragazza a casa sua avrebbe finito per trovarseli puntati contro.
“Perché?” domanda, e in fondo è un quesito lecito. Che ha fatto di così orribile da meritarsi quel trattamento? Può perdonarla soltanto se ha qualche parafilia bizzarra e sta solo facendo un insolito gioco erotico. In quel caso può anche continuare ad amarla. La realtà, però, è ben diversa e non prevede alcun coito romantico.
“Perché dovevo farlo prima che lo facessi tu, ovvio” sorride Belle, è così carina che quasi James non riesce ad avercela con lei per averlo imbrogliato e illuso in quel modo. “Ti comportavi in modo strano, mi ricordavo di te dal pomeriggio al parco e ho iniziato a trovare insolite le tue frequenti visite alla libreria. Poi mi sono accorta che mi seguivi spesso fino a casa. Volevi uccidermi, non è vero? Sei uno stalker, o un assassino, o qualcosa del genere.”
James non potrebbe dire nulla capace di convincerla del contrario; le sue iridi brillano di follia insana e quegli occhi che gli hanno rapito il cuore adesso gli danno i brividi.
“No, ti stai sbagliando! Non ti seguivo, volevo solo iniziare a parlarti ed ero troppo timido per farlo” ribatte James, cerca il coraggio di affrontarla anche se la lama del coltello, sollevata in aria e stretta fra le dita smaltate di nero, quasi gli mozza il respiro.
“Stronzate” sbuffa Belle, se c’è una cosa che odia è quando qualcuno cerca di sovrastare la sua opinione. Lei sa quello che ha visto, sa che James è pericoloso ed è meglio che muoia e non disturbi altre ragazze. Belle è stufa delle notizie di cronaca nera che scorrono sui telegiornali. E poi le piacciono le donne, ma quella è un’altra storia e James non lo scoprirà mai.
Abbandona il coltello sul tavolo, gli stalker meritano una tortura in particolare. Quell’idea le offusca la mente da circa mezzo mese e trova che sia deliziosa. Rovista nel cassetto delle posate e tira fuori un cucchiaio. A James viene la nausea solo al pensiero di ciò che gli farà, ma in realtà non riesce nemmeno a immaginare che Belle possa arrivare a essere così stronza e sadica.
Il solito sorriso rassicurante le irradia le guance, le sue dita stringono i capelli neri di James mentre il cucchiaio sprofonda nell’orbita dell’occhio sinistro. Le serve più pressione di quanto pensasse e James urla e si agita, quasi ribaltando la sedia di legno. Sbuffando cerca qualcosa per tappargli la bocca e alla fine gli infila fra i denti uno straccio.
Ora la sua tortura può procedere nel migliore dei modi. Si ripete che quella non è davvero una tortura, è più un favore che sta facendo al mondo e alle troppe donne che potrebbero finire nel mirino di quello psicopatico.
Le sue dita ritornano a stringersi intorno al cucchiaio, l’occhio viene tirato fuori mentre la saliva scivola sul mento e sulla camicia ormai sporca di sangue di James. Ha speso quasi uno stipendio intero per quella cazzo di camicia e per essere perfetto durante quell’appuntamento. Se avesse conosciuto in anticipo l’epilogo di quella storia si sarebbe fatto i cazzi suoi, invece di cercarsi una ragazza. L’amore può solo regalare morte e dolore, avrebbe dovuto saperlo. Il principe azzurro non esiste – e se esiste, allora ha i denti affilati. La principessa da salvare dai mali del mondo è una stronzata per sciocchi. Belle può salvarsi da sola, è forte abbastanza da tagliare via il bulbo con delle forbici – non hanno la punta arrotondata – e da abbandonarlo sul tavolo con un ghigno nauseato sul volto.
Ritorna a stringere il cucchiaio, le sue mani sono macchiate di sangue, lacrime e fluidi corporei non identificati. Vorrebbe smettere, non è mai stata così cattiva. Nemmeno quando ha ucciso gli altri tre prima di lui che hanno provato a conquistarla. Sono degli idioti se pensano che si farà abbindolare da qualche stronzata smielata. Lei non è miele; è cattiveria, sadismo e sorrisi ipocriti.
L’occhio destro abbandona l’orbita, il pus esplode sul viso di James e s’infiltra fra i peli della barba che ha accorciato con cura e maniacale attenzione, inutilmente. Quell’appuntamento ha avuto un esito catastrofico.
A lavoro finito, Belle rimuove il fazzoletto dalla bocca di James, che riprende a gemere e urlare, sofferente; il sangue non smette di scorrere, è come se piangesse sangue.
Non basta cavare via gli occhi con un cucchiaio a un essere umano per ucciderlo. Questo sicuramente non gli permetterà mai più di guardare altre donne, seguirle, infiltrarsi senza invito nella loro vita privata.
“Ah, sappi che odio il sushi, e anche i romanzi rosa” sono le ultime parole che James ascolta nella sua triste esistenza. Fanno ancora più male del coltello che gli scivola nella carne debole del collo, laddove la giugulare infranta esplode ritinteggiando le pareti con informi schizzi di sangue.




 
Diciamo che James non è proprio riuscito nell'impresa di trovare una ragazza, è altamente sconsigliato seguire i suoi metodi di conquista. 
Ho solo un commento per questa storia: quanto trash. Mi sembra di aver scritto una versione di “You” più splatter, lol.
Avevo bisogno di scrivere qualcosa di più leggero – per me questo è decisamente leggero –, visto che la stesura di Il silenzio dei dannati mi sta rincoglionendo con il suo mare di angst. Il risultato venuto fuori è un po’ (un po’?!) trash e il plot twist questa volta è decisamente debole, sono sicura che ve lo aspettavate dal principio che alla fine la psicopatica si sarebbe rivelata Belle, ma l’obiettivo è stato raggiunto e mi sono divertita troppo a scrivere questa one-shot. Tra l’altro il fatto che il giorno di pubblicazione sia San Valentino mi diverte, anche se ho fatto i salti mortali per pubblicare proprio oggi, visto che ho deciso di scrivere questa os a meno di una settimana di distanza.
Vi ringrazio per aver letto questa storia e vi ringrazio doppiamente se sceglierete di recensirla o inserirla in una lista ^^
Alla prossima <3

 
 

 

   
 
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