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Autore: Nao Yoshikawa    15/02/2020    8 recensioni
Raccolta partecipante alla "Challenge delle sei coppie" , indetta da GiuniaPalma/Lady Palma sul forum di efp".
1 - Johnlock: Dignità, si disse.
John aveva il fiato corto, come se avesse corso. E in effetti così era stato. Raggiunse Sherlock, cercando di sistemarsi la cravatta, sperando che non volesse ucciderlo.
«Eccomi», ansimò. «Quanto ho fatto tardi?»
«Ventidue minuti, circa», rispose Sherlock, continuando a non guardarlo. «Come ti è venuto in mente di arrivare in ritardo proprio oggi?»
2 - Sherlolly: «Già di mio non vorrei essere qui. Se poi hai anche quell’espressione funebre è ancora peggio», dichiarò Sherlock Holmes con la sua solita indelicatezza.
3 - Euriarty: Lui le sfiorò il collo con le dita e respirò ancora una volta – non gli bastava mai quell’odore, mai – il profumo sui suoi capelli, il profumo di un vento pericoloso e mortale, che magari avrebbe finito con l’uccidere anche lui.
4- Adlolly: Non in molti sapevano che Irene Adler ci sapesse fare anche con le donne, oltre che con gli uomini. E quella sera aveva adocchiato la sua preda. Facendosi elegantemente spazio tra la gente, Irene si avvicinò alla ragazza seduta sul divano. Molly alzò lo sguardo, sentendosi molto poco lucida, un po’ estraniata dal mondo.
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Eurus Holmes, Jim Moriarty, John Watson, Molly Hooper, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Frammenti di cuore


Coppia canon: John/Mary
 
Pieces
 
John era davvero convinto che sarebbe stata Mary la donna con cui avrebbe passato tutta la vita, nonostante tutto.
Nonostante i segreti che non erano più tali e quelli che invece lo sarebbero rimasti.
Andava bene così, non era necessario sapere o conoscere più di quanto conoscesse già. E sapeva che quella era stata la scelta più giusta.
D’altronde, cosa si aspettava? Non era più abituato ad essere circondato da persone normali o comuni. Bastava che lei fosse semplicemente lei, sua moglie e sua complice, la madre della loro bambina che adesso Mary stringeva tra le braccia. E John non poteva fare a meno di guardarle, completamente preso. Rosie era stata come la sorta di miracolo che li aveva uniti ancora di più. Somigliava molto a lei ed anche un po’ a lui e a volte faticava a credere che avessero potuto mettere al mondo qualcosa di così meraviglioso.
«John, puoi tenerla tu? Sento il bisogno esasperante di stendermi un attimo.»
John non se lo fece ripetere due volte. Era abituato ad affrontare di tutto e certamente con Sherlock accanto – che molto spesso era peggio di un bambino – di pratica ne aveva fatta, ma era comunque difficile abituarsi a quel nuovo tenore di vita.
«Lei è così… è perfetta, vero?» domandò, carico di orgoglio, prima guardando Rosie e poi guardando lei.
Mary che sorrideva senza poter mai essere veramente serena. Lei che lo sapeva bene, non sarebbero stati un per sempre, ma non era il caso di dirlo, non ancora, forse mai, forse ci avrebbe pensato il destino a separarli. Sarebbe stato molto più facile. Al dito portava la fede che le ricordava ogni giorno della sua promessa e del finché morte non vi separi. Era un presagio soffocante, ma John e Rosie erano il suo pensiero felice.
«Lo è, lo è davvero», sospirò, stancamente. L’amore rendeva tutto difficile. Rendeva tutto fragile, come un cristallo.
Un cristallo perfetto e che si sarebbe incrinato da lì a non molto tempo.
 
Forse era stato un illuso a credere che potessero essere il per sempre. Perché adesso Mary non c’era più e John non pensava – o forse aveva accuratamente cercato di non pensarci – che sarebbe andata così. Si immaginava che avrebbero vissuto insieme ancora molti anni, che avrebbero allargato la famiglia e che sarebbero invecchiati. E che sarebbero morti, ma un giorno, molto lontano.
Ma ora lei mancava già da qualche giorno e quella sensazione di dolore opprimente non andava via. E non bastava neanche il lamento o il pianto di Rosie a risvegliarlo dal suo stato di trance. Non bastava niente, ora che ogni sua certezza – che sciocco – ogni sua illusione, era crollata, spezzandosi.
Forse un giorno avrebbe rimesso a posto i pezzi del suo cuore.
Ma non ora.
 
Nota dell’autrice
Mi rendo conto che scrivere di questa coppia è stato molto più difficile di quanto lo sia stato scrivere una Sherlolly. Non so, forse perché trattandosi proprio di una coppia canon ho avuto difficoltà [?]. Come ship non mi piace, però Mary come personaggio mi è sempre stato simpatico (sicuramente tra i personaggi femminili di Sherlock è quella che mi piace di più), comunque l’ho sempre trovata interessante a suo modo. Ero molto indecisa se scrivere una flash che rimanesse sul fluff o sull’angst, alla fine è venuto un mix strano di entrambi. Io non so come funzionino le dinamiche tra questi due personaggi perché non ho MAI letto niente su di loro, quindi spero sia venuto fuori qualcosa di credibile.
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