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Autore: Soul Mancini    16/02/2020    4 recensioni
Frammento dopo frammento, giorno dopo giorno, la vita di Ives scivola via e la sua anima si spegne pian piano. Quell'anima che era così pura e luminosa, ma che come la fiammella di una candela tremola a ogni soffio di vento.
Dai suoi primi giorni di vita, una serie di momenti che l'hanno portato a bucare la sua pelle con l'ultimo, fatale ago.
[Il capitolo "VIII" si è CLASSIFICATO SESTO al contest "November Rain" indetto da MaryLondon e giudicato da Juriaka sul forum di EFP.]
[Il capitolo 'XII - Like a crystal tear' si è CLASSIFICATO SECONDO al contest "This is our place, we make the rules" indetto da mystery_koopa sul forum di EFP.]
Genere: Introspettivo, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Needles'
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III
 
 
 
 
 
I guess I'm always hoping that you'll end this reign
But it's my destiny to be the king of pain
[The Police – King Of Pain]
 
 
 
 
Zia Maura è al lavoro, io e Maggie siamo a casa da soli. A lei non piace quando succede così, non ha voglia di farmi da baby sitter.
Un po’ perché mi odia da quando Stan se n’è andato, un po’ perché io ho tanta voglia di giocare, correre, farla arrabbiare.
Lei fa come Stan, mi chiude in camera. Mi afferra per i capelli, mi trascina verso il materasso e mi ci sbatte contro. Mi dibatto, cerco di liberarmi, ma Maggie è forte e riesce a bloccarmi per bene.
Questa scena l’ho già vissuta una volta ed è andata a finire male, sono spaventato.
Lei mi punta addosso i suoi occhi verdi e penetranti – è incredibile quanto lo sguardo di una dodicenne possa essere così cupo e minaccioso, sembra quello di un’adulta – e ringhia: “Non provare a muoverti di qui, altrimenti ti soffoco col cuscino”.
Le sorrido. “Sono tuo fratello, non lo faresti mai.”
Tu non sei mio fratello, sei uno schifoso sfasciafamiglie. E non mettere in dubbio quello che dico, pensi davvero che non ne avrei il coraggio? Se tu morissi, la mia vita sarebbe migliore.” Mi toglie le mani di dosso e accarezza distrattamente la fodera del cuscino che si trova proprio a fianco a me, una scintilla le attraversa lo sguardo.
Sembra una psicopatica.
Rabbrividisco e non oso ribattere, forse è meglio non sfidarla troppo.
Maggie si avvia verso l’uscita di camera mia e mi rivolge un’occhiata tagliente. “Non muoverti.”
Tiro un sospiro di sollievo e mi rannicchio su me stesso, cercando di fermare il forte tremito che mi attraversa tutto il corpo. È estate, ma tremo.
Afferro il cuscino e lo lancio dall’altra parte della stanza. Non voglio che mi ammazzi.
Eppure mi sento in colpa, non riesco a togliermi dalla testa che sia proprio colpa mia. Stan se n’è andato, Maggie mi odia, zia Maura piange in silenzio quando crede che nessuno se ne accorga, e se non ci fossi stato io tutto questo non sarebbe successo. Sembra essere proprio il mio destino: sono il re del dolore, appena arrivo la gente inizia a soffrire.
Io non odio nessuno, nemmeno Maggie. Nessuno la può odiare, lei è sempre stata quella bambina dolce e sorridente, gentile con tutti, quel tipo di bambina che fa i disegni da regalare alla famiglia per le ricorrenze.
Io non sono mai stato bravo a disegnare.
E forse, come dice lei, non ho neanche una famiglia.
 
 
   
 
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