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Autore: The Big Dreamer    16/02/2020    2 recensioni
A seguito del piano di sterminio dei mortali ad opera di Zamasu le Divinità di tutti gli Universi hanno deciso d'istituire delle scuole speciali per addestrare fisicamente e spiritualmente i candidati al ruolo di Kaiohshin, Dei della Distruzione o di semplici guerrieri al loro servizio, e Ray è un abitante del Settimo Universo che è stato scelto per frequentare uno di questi prestigiosi istituti. Guidato dai suoi insegnanti Whis, Goku e Vegeta e dall'occhio vigile di Lord Beerus scoprirà piano piano le sue doti nascoste, facendo al contempo la conoscenza di Yuna, ragazza prodigio che però sembra nascondere un lato di sé che lui cercherà di scoprire.
[Storia facente parte del Dragon Ball Omega Extended Multiverse]
Genere: Azione, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai | Personaggi: Goku, Lord Bills, Nuovo personaggio, Vegeta, Whis | Coppie: Bulma/Vegeta, Chichi/Goku
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Dragon Ball Omega Extended Multiverse'
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OPENING
 
CAPITOLO 6 - DISTANZA
 
- “Forza, ragazzi, so che potete fare di meglio!” -
Goku e Vegeta cercavano con tutte le loro forze di stare dietro a Whis, provando a colpirlo, seppur a vuoto.
La notizia di Power secondo la quale Bullet era molto più forte di loro li aveva lasciati sconvolti, spingendoli a ricominciare a pieno regime gli allenamenti che a causa del loro lavoro di professori alla Scuola Divina avevano un po’ trascurato negli ultimi tempi. L’Angelo li aveva inoltre spinti a mantenere al contempo il loro ruolo d’insegnanti, per cui avevano anche dovuto imparare a conciliarlo con la preparazione intensiva per la grande battaglia che di lì a poco sarebbe accaduta, e ciò era molto difficile, soprattutto per Goku, il quale era già incapace ad allenarsi e a stare in contatto con la sua famiglia, figurarsi se si aggiungevano un manipolo di ragazzini alle soglie dell’adolescenza continuamente bisognosi di attenzione e consigli. Eppure, secondo Whis, si stava dimostrando davvero un ottimo maestro. Gli alunni sembravano avere totale fiducia e rispetto nei suoi confronti e in quelli di Vegeta, e questo li spingeva a non arrendersi e a continuare ad impegnarsi. Dovevano sconfiggere Bullet per salvare loro, le loro famiglie e il loro Universo.
 
Yuna osserva da lontano gli allenamenti dei suoi due mentori. Erano settimane che li guardava, all’inizio con tutti i suoi compagni di scuola, incuriositi da loro, poi rimasta col tempo sempre più sola, in quanto i giovani si erano cominciati ad annoiare, vedendo Goku e Vegeta tentare di colpire Whis senza successo o in meditazione per ore.
Soltanto lei era rimasta, cercando di carpire i segreti della loro forza. Si era resa conto, a differenza degli altri, che il segreto della loro immensa potenza stava in una combinazione di potere e di equilibrio mentale, qualcosa che lei avrebbe tanto voluto imparare, e di cui aveva un disperato bisogno.
In realtà lei non era sola: anche Ray guardava la scena a distanza, ma per motivi diversi. Il giorno in cui Yuna aveva perso il controllo si era sentito veramente impotente, incapace di reagire. Lei possedeva un potere a dir poco stupefacente, che lui non riusciva a capire. Possibile che qualcosa del genere potesse essere innato in una persona? Ciò voleva che altri potevano possedere quel potere, e quindi non poteva assolutamente restare indietro rispetto a loro.
Solo quel giorno lui e Yuna si accorsero di essere l’uno vicino all’altra, e si scambiarono uno sguardo tra l’intimorito e l’imbarazzato. Non si erano ancora dimenticati di quello che era successo quasi un mese prima, quando lei era arrivata vicina a fargli del male sprigionando il suo ki di origine oscura. Si era creata una barriera tra i due dove fino a quel momento vi era stata complicità e sintonia. No, non era ancora tempo per un’eventuale riconciliazione.
Non dissero nulla, continuando a guardare l’allenamento di Goku e Vegeta con Whis, cercando di carpire i concetti fondamentali del loro stile di combattimento, e di ciò che l’Angelo cercava d’insegnare loro. Solo così sarebbero riusciti a superare i loro limiti, le loro incertezze, per diventare veri eroi, gli eroi di cui l’Universo aveva veramente bisogno.
 
- “Uuuuuuurca… che fatica…” - si lamentò Goku, bevendo praticamente metà dell’acqua contenuta nella sua borraccia - “Whis ci sta mettendo davvero sotto torchio, eh, Vegeta?” -
- “Non potrebbe essere altrimenti, con quel pazzo di Bullet in giro…” - rispose il Principe dei saiyan, che si era levato la Battle Suit per avere un po’ di sollievo - “Nemmeno le nostre trasformazioni attuali sembrano bastare. Non riesci più a riattivare quel tuo Ultra Istinto? Potrebbe tornarci molto utile contro quell’infame.” -
- “Mi piacerebbe tanto, ma purtroppo non lo posso attivare a comando. In più quando lo faccio dopo sono in preda a dolori lancinanti, come se avessi usato un Kaioken all’ennesima potenza, e se non riuscissi a dargli il colpo di grazia prima di perdere la forma potrebbero essere davvero guai per noi…” -
- “Dannazione…” - ringhiò Vegeta. Per quanto odiava ammetterlo, il suo amico/rivale in quel momento gli era superiore, ma non riusciva ancora a controllare l’Ultra Istinto. Insomma, riusciva sempre a rovinare tutto quell’idiota, anche quando si poteva rendere utile!
- “Però abbiamo ancora la Fusion! Con Broly ha funzionato, siamo riusciti a tenere testa alla sua forma finale, che forse era addirittura più forte di Beerus, senza impegnarci più di tanto, e da semplici Super Saiyan Blue! Pensa cosa potrebbe fare Gogeta se combinasse ad esso il Kaioken, oppure se potesse trasformarsi in quel Blue potenziato che tu usi!” -
Il Principe arrossì vistosamente - “CIOE’, DOVREI DI NUOVO FONDERMI CON TE E RISCHIARE CHE TU POSSA LEGGERE NEI MIEI PENSIERI PIU’ INTIMI?! TE LO SCORDI! PREFERISCO CHE BULLET CI AMMAZZI TUTTI!” -
- “Andiamo, Vegeta! L’altra volta ha funzionato alla grande, cosa ti costa??” -
- “Che tu possa vedere certi miei pensieri… intimi! Ci mancava poco che la volta scorsa quando eravamo fusi insieme sbirciavi nei miei ricordi con Bulma!” -
- “Ehi, guarda che quello non sono stato io, bensì Gogeta! Ricordati che quando siamo uniti diventiamo un’unica entità indipendente! Se proprio vuoi darmi la colpa, devi attribuirtene la metà!” -
Vegeta rimase stupefatto da quell’improvvisa esibizione d’intelligenza da parte del suo compagno di allenamenti. Doveva ammetterlo, quella volta gli aveva dato scacco matto. Decise di lasciar perdere, e pensare a questioni più importanti - “Comunque sia, andate oltre il Blue con Gogeta sarebbe un rischio. La Fusion l’ultima volta è durata solo due minuti e mezzo in quella forma, cioè 150 secondi. Se usassimo il Kaioken x20 o il Blue Evolution essa si consumerebbe molto più velocemente, resisterebbe per soli 7 secondi e mezzo prima di sciogliersi. Potrebbe essere utile come ultima mossa disperata, ma non di più. Non sappiamo quanto forte sia questo Bullet, potrebbe essere inferiore, pari o addirittura superiore a Broly da che noi sappiamo.” -
- “In effetti hai ragione. Forse è meglio tenersi la Fusion solo come ultima risorsa, nel caso nemmeno l’Ultra Istinto funzionasse, sempre che io riesca ad attivarlo.” -
- “Vedi d’inventarti qualcosa allora, Kakaroth, altrimenti sarò costretto a prendermi tutta la gloria…” - concluse con tono di sfida il Principe.
Il Son sorrise: gli piaceva da morire il carattere competitivo di Vegeta, lo spronava a migliorarsi. Doveva ammetterlo, senza la sua spinta probabilmente non sarebbe mai diventato forte come era.
- “Tranquillo, non mi farò cogliere di certo alla sprovvista da Bullet! Sarà fortissimo, ma non imbattibile! Ci sarà sicuramente un modo per sconfiggerlo!” -
- “Allora non stiamo qui con le mani in mano! Forza, ricominciamo l’allenamento!” -
- “Con piacere!” -
Il Principe si rimise la sua battle suit e si rialzò dal prato col suo rivale. I due si misero nella loro tipica posa da combattimento, trasformandosi in Super Saiyan Blue. Partirono all’attacco, e i loro pugni si scontrarono, provocando scintille e scosse nel terreno. I guerrieri si guardarono, sorridendosi. La loro vita stava nella lotta e nel migliorarsi di giorno in giorno. Potevano essere insegnanti, padri e mariti, certo, ma nel profondo sarebbero rimasti per sempre saiyan. E loro erano felici così.
 
Chi non era felice, invece, era Yuna, che stava sdraiata sul suo letto a non fare praticamente niente, nonostante fosse sabato sera. Dal giorno dell’incidente con Ray non aveva praticamente nessuno con cui uscire, visto che non le andava di trascorrere il suo tempo con una mandria di sciacquette che la volevano con loro solo perché era la figlia dei coniugi Gabriel. Il suo unico desiderio era avere un vero amico, e purtroppo quell’opportunità con il Valentine era stata buttata alle ortiche.
- “Ciao, Yuna, io vado!” -
Era la sua compagna di stanza.
- “Ciao, Pamela…” -
La castana chiuse gli occhi, sperando in un po’ di pace e quiete, ma sentì la voce di Pamela che le diceva - “Si può sapere che hai?” -
Questa restò sorpresa dalla reazione dell’altra ragazza, e si girò verso di lei. Dovette ammettere che era veramente carina: la sua pelle blu chiara veniva messa in risalto dalla maglietta viola che indossava, contornata da jeans e scarpe da passeggio nere. Era rimasta veramente affascinata dall’abbigliamento di tipo terrestre (come tanti degli studenti della Scuola Divina), ma non disdegnava d’indossare degli orecchini dorati tipici del suo pianeta in tinta con il colore dei suoi occhi. Ma la cosa che lasciava Yuna veramente impressionata erano i suoi capelli, viola come la sua maglia, lunghi e arruffati, eppure davano l’impressione di essere ordinati allo stesso tempo.
Ciò era in totale contrasto con la sua situazione attuale, nella quale era assolutamente trasandata, non si lavava dalla mattina prima e indossava una tuta logora. Insomma, non proprio uno spettacolo.
- “Non ho niente, Pam, tranquilla…” -
- “Sì, invece. Cazzo, è quasi un mese che non esci più da qua, eccetto che per andare a scuola o in biblioteca! Ti devi svagare un po’, altrimenti diventerai un’ameba totale!” -
Lei si girò contrariata - “Da quando t’interessi del mio destino? Per tutto questo tempo ci siamo dette meno parole di quante ce ne stiamo scambiando negli ultimi trenta secondi.” -
- “Perché prima di allora non ti vedevo così depressa, e speravo che ti saresti risollevata da sola, e invece stai da capo a dodici, anzi, rischi pure di peggiorare!” -
La sorprese questo sua improvvisa preoccupazione nei suoi confronti, anche se poteva essere, come per tutte le altre, legata solo ad interessi personali. Meglio stare attenta.
- “E cosa mi suggerisci di fare?” -
- “Innanzitutto, fatti una doccia, puzzi come una capra bagnata, assicurandoti di lavarti per bene i capelli. Poi prendi il tuo migliore vestito ed esci a fare baldoria con me e i miei amici.” -
- “No, grazie. Non ne ho voglia né bisogno.” - rispose decisa Yuna.
- “Sì, invece, fidati di me. Ti farà solo bene prendere una boccata di aria fresca.” -
- “No, spiacente, ma non vado da nessuna parte.” -
Pamela sospirò: quella lì era proprio testarda.
- “Molto bene, allora non mi lasci altra scelta…” -
- “In che senso?” -
La blu accese il suo stereo - “Ti va di ascoltare un po’ della musica tipica del mio pianeta?” -
- “Beh… fai pure…” - rispose l’altra, confusa.
La musica partì, e le orecchie di Yuna furono dilaniate da una serie terribile di suoni, accostabile a lamenti di gatti, vetri che s’infrangono e unghie che stridono su una lavagna.
- “AAAAAAAH!! MA COSA DIAVOLO E’ ‘STA SCHIFEZZAAAAAAA?!” -
- “Non ti piace la musica del mio popolo? E’ così meravigliosa…” -
- “SPEGNILA, SPEGNILA, PER GLI DEI!!” -
- “Solo se accetti di uscire con me e i miei amici.” -
- “MAAAAAIIIIIIIII!” -
- “Perfetto, allora…” - e alzò ancor di più il volume, intensificando l’agonia della sua compagna di stanza.
- “SMETTILA!! COSI’ CI ESPELLONO PER RUMORI MOLESTI!!” -
- “Allora, ti lavi, ti vesti e ci facciamo una cena fuori?” -
- “OK, OK!! ESCO CON VOI!! BASTA CHE SPEGNI QUESTO SCEMPIO!!” -
- “Fantastico!” -
La ragazza spense lo stereo, e tirò su di forza la castana dal letto - “Non c’è un minuto da perdere! Forza, vatti a lavare per bene!” -
Yuna si fece dunque una doccia calda, e, dovette ammetterlo, fu veramente rigenerante. Mentre era sotto il getto dell’acqua cominciò a pensare: e se Pamela avesse avuto ragione? Forse era il momento di voltare pagina, provare qualcosa di diverso rispetto al solito. Con Ray i rapporti si erano ormai raffreddati, certo, ma che bisogno c’era d’isolarsi totalmente dal mondo? Avrebbe potuto dare una possibilità a quella strana tipa. Certo, con calma e senza impegno, giusto per provare. In fondo, che male ci sarebbe stato in una serata spensierata, senza alcuna aspettativa? Uscì quindi dal bagno completamente pulita, e con una nuova prospettiva.
- “Molto bene, adesso occupiamoci del vestiario!” -
La Gabriel cercò qualcosa che potesse andare bene, quando posò gli occhi su un vestito che non aveva mai indossato, bianco con motivi di fiori, a simboleggiare la sua nuova mentalità leggera e un po’ sbarazzina.
Dunque lo indossò, lasciando basita la compagna di stanza - “Wow, Yuna, sei perfetta! Forza, andiamo! Ci divertiremo un sacco, fidati!” -
Le due uscirono dalla stanza, dirette verso il centro commerciale. Yuna sarebbe stata dolce, gentile e simpatica, com’era stata con tutti prima dell’incidente di un mese prima. Aveva dei buoni propositi per quella serata, tanti buoni propositi.
 
Propositi che s’infransero contro la realtà: non riusciva minimamente a spiccicare parola con gli amici di Pamela, sebbene loro le facessero tante domande, alle quali rispondeva per monosillabi o frasi semplici. Forse era troppo presto, aveva deciso troppo in fretta di tornare in mezzo alla gente, ma ormai il danno era fatto, e non vi si poteva porre rimedio. Yuna si sentiva totalmente un pesce fuor d’acqua, tra lei e gli altri c’era una gigantesca barriera di timidezza da parte sua che li divideva inevitabilmente. Certo, Pam provava a rompere il ghiaccio e a coinvolgerla attivamente, ma era tutto inutile, non si smuoveva, e la cosa la frustrava enormemente.
- “Ehi, che c’è? Hai qualche problema?” -
Si girò, e vide un ragazzo davvero carino, con capelli mori corti e occhi dello stesso colore. Era davvero alto, ed era molto robusto. Ma a lasciarla senza parole era il suo sorriso, dolce e caloroso. Sentì dentro di lei una sicurezza che le mancava da tanto tempo, che sentiva solo con Ray, prima di…
Cercò di scacciare via dalla mente quel brutto ricordo. Era ora di voltare pagina.
- “No, tranquillo… è solo che… mi sento un po’ fuori posto… sai, è la prima volta che esco con Pamela…” -
- “Ti capisco, anche per me è una delle prime uscite con questo gruppo.” -
- “Davvero?” -
- “Sì… fino a poco tempo fa eravamo solo in tre io e i miei amici. Poi Davis ha conosciuto Pam, e ha perso totalmente la testa per lei, trascinandoci a uscire col suo gruppo…” -
- “Ah… capisco…” -
- “La cosa poi è abbastanza triste, considerando che lei è omosessuale.” -
Yuna di fronte a quell’affermazione restò spiazzata. Non tanto per il fatto in sé, lei non giudicava gay, lesbiche o bisex, ma proprio perché non se lo aspettava!
- “Uh?? Davvero?!” -
- “Ebbene sì… anch’io sono rimasto sorpreso, quando Pamela me l’ha detto. Sembra che tutti quelli che la conoscono lo sappiano, tranne Davis. Penso che sia talmente cotto che gli esca da un orecchio all’altro, o che non lo voglia accettare. Poveretto, ha ricevuto continuamente due di picche in vita sua da ragazze veramente crudeli, e Pamela è stata la prima veramente gentile che gli piacesse. Se lo venisse a sapere la cosa lo ucciderebbe…” -
- “Già… sarebbe meglio se lo venisse a scoprire da solo, anche se penso non sia bello nasconderglielo…” -
- “Lo so… infatti ci sto molto pensando al riguardo. Spero di trovare il modo giusto di dirglielo…” -
- “Lo farai, ne sono certa…” -
- “Comunque, cambiando argomento, io sono Josh.” -
- “Yuna, molto piacere.” -
 
- “Allora, Ray, non avevo ragione che ci saremmo divertiti?” -
- “Devo ammetterlo, Mark, questa piccola fiera nerd non mi è dispiaciuta affatto!” –
- “Visto? E’ molto divertente svagarsi un po’, non credi?” -
I due compagni di stanza avevano deciso di concedersi un venerdì di svago, andando a una fiera di fumetti, cartoni e videogiochi provenienti da tutto lo Spazio. Un’idea di Lord Beerus, il quale pensava che quelle iniziative aiutassero tanti ragazzi a legare tra di loro. E in effetti era vero: l’evento (che sarebbe continuato anche per il weekend successivo) aveva avuto un successo strepitoso, e aveva attirato praticamente un terzo degli studenti dell’intera scuola, dando alcuni problemi agli stessi organizzatori per il sovraffollamento.
Ray si era insolitamente sentito bene in mezzo a tutti quei nerd, diversi dei quali si erano rivelati davvero simpatici, e tra i quali c’erano anche alcune ragazze. Certo, ce n’erano anche altri che stavano molto sulle loro, e con i quali era stato impossibile socializzare, ma non importava, del resto. Si era fatto dei nuovi amici, e questo era l’importante!
- “Ehi, ma non è Yuna quella laggiù?” -
Il rosso si girò nella direzione indicata dal compagno di stanza, e ciò che lo vide lo lasciò senza parole per un secondo: seduta su una panchina Yuna parlava con un bel ragazzo decisamente più grande di loro, e sembravano divertirsi molto. La cosa lasciò il giovane ardrissano abbastanza sconvolto, ma non capiva per quale motivo. Sentì soltanto una grande rabbia montare nei confronti di quel tipo, che riconobbe subito in Josh Melchor della 1-B, un po’ più grande di loro (forse d’un paio d’anni).
- “Cavolo… di questo passo potrebbe soffiarti Yuna da sotto il naso…” - commentò Mark, aggiustandosi gli occhiali.
Ray si girò, e fissandolo con uno sguardo omicida che gli gelò il sangue nelle vene sibilò - “Tra me e Yuna non c’è assolutamente niente. Lei può uscire con chi CAZZO le pare, CHIARO?!” -
Il nerd, sul punto di farsela addosso, rispose con un timido - “C… chiaro…” -
- “Bene.” -
No, non andava affatto bene. Non riusciva minimamente a dire la verità a se stesso, figurarsi agli altri. La verità è che tutto ciò gli dava un fastidio immenso. Anzi, non si trattava di fastidio, ma di ODIO. Ma non verso Yuna, né tantomeno Josh, bensì verso se stesso. Sì, perché, idiota com’era, aveva permesso alle sue paure di avere la meglio, allontanandosi dalla ragazza, che aveva, giustamente, deciso di voltare pagina. Ma come poteva riavvicinarsi a lei dopo quello che le aveva visto fare, dopo essersi reso conto del potere oscuro che deteneva, e che sarebbe stato capace di distruggerlo se solo lei lo avesse voluto? Non c’era quindi alcuna possibilità, era tutto perduto…
 
Molto lontano, a eoni di distanza
 
All’interno di una gigantesca astronave decine di uomini lavoravano febbrilmente su potentissimi computer, elaborando infinità di dati in pochi secondi. Si trattava dell’elite d’informatici dell’esercito di Freezer, una risorsa talmente preziosa che lo stesso tiranno, che tendeva a far fuori i suoi sottoposti in momenti d’ira, trattava con i guanti bianchi, risparmiandoli dalla sua rabbia. Sapeva che esistevano pochi come loro nell’Universo, e che quindi erano difficilmente rimpiazzabili. E poi, non l’avevano mai deluso. In fondo avevano sempre svolto diligentemente il proprio compito, portando a casa risultati che aiutavano il progresso dell’Impero. Sì, si meritavano decisamente il trattamento che ricevevano.
Non da meno quel giorno stavano raccogliendo informazioni ad ogni angolo dei domini di Freezer, e la situazione era sempre la stessa: Bullet, il supposto eroe che lo aveva sconfitto, stava conquistando progressivamente tutti i pianeti in mano loro con una facilità impressionante. E non solo: possedeva un carisma tale che le popolazioni, anche quelle che erano state più accondiscendenti col Demone del Freddo e avevano ricevuto in cambio prosperità e privilegi, accettavano il suo dominio (o, stando alle sue parole, “protezione”) senza battere ciglio, dandogli le loro migliori donne, oppure, in culture meno maschiliste o che non avevano differenze di genere, grandissime ricchezze.
- “Ancora niente?” -
Gli informatici si girarono, e videro di fronte a loro quella che sembrava una perfetta copia di Freezer, solo più basso e con placche rosse invece che viola: Creezer, suo figlio. Loro, però, non avevano paura di lui, in quanto era molto più calmo e decisamente meno tirannico del padre, e senza alcun timore risposero - “Nulla, Principe Creezer… Bullet è veramente veloce. I nostri sistemi riescono a malapena a ritracciare la sua presenza, ma lui li scova sempre e li distrugge. Ci sta praticamente tagliando fuori dai nostri stessi domini.” -
Il giovane ringhiò - “Quel bastardo… non ci dovrebbe sorprendere, purtroppo. E’ riuscito a sconfiggere mio padre, d’altronde…” -
- “Già…” -
- “Non perdetelo un attimo di vista. Dobbiamo approfittare di qualsiasi suo passo falso o momento di debolezza per colpirlo.” -
- “Sarà fatto.” -
Creezer abbandonò dunque la sala computer, e si aggirò nel corridoio della sua astronave, pensando ai fatti accaduti diverse settimane prima, quando suo padre era stato battuto da quel supereroe da strapazzo. Non aveva mai immaginato che potesse esistere qualcuno in grado di riuscirci, da quel che sapeva solo i saiyan puri, che erano solo tre nell’intero Universo, potevano competere con l’Imperatore dell’Universo. Questo significava che era un tipo davvero pericoloso, e nonostante la sua età era abbastanza intelligente da capire che non si poteva scherzare con uno come lui.
All’improvviso, come in un flash, trovò davanti a sé una figura familiare - “P… PADRE!!” -
Freezer era infatti davanti a lui, e lo fissava con sguardo apparentemente sereno. Era incredibile, pensò il ragazzo, era finalmente uscito dalla sua stanza dopo un mese! La sconfitta contro Bullet era stata talmente bruciante per lui che, una volta guarito, era caduto in uno stato di depressione, comunicando solo con i suoi servi, che gli portavano da mangiare e da bere. Perfino le donne del suo harem non lo avevano visto né sentito per tutto quel tempo, e la cosa preoccupò molto Creezer, che sapeva bene quanto il padre amasse i piaceri della vita quando non era impegnato col lavoro.
Inutile dire quanto fosse felice di vedere il suo unico genitore ancora in vita di nuovo in salute.
- “Ciao, figlio. Come vanno le cose?” -
- “Bene, padre.” -
- “Ne sono contento.” -
Era davvero strano avere un figlio, pensò Freezer: era venuto a conoscenza di ciò meno di un anno prima, dopo il Torneo del Potere. All’epoca in cui morì per mano di Trunks del futuro una delle donne del suo harem, che, curiosamente, era della sua stessa razza, era rimasta incinta di lui, e i suoi servi, temendo per l’incolumità del futuro principe, che avrebbe potuto rischiare una volta adulto di reclamare i pianeti in mano al padre, avevano deciso di nasconderlo in una località remota, assistito solo da pochi servitori, tra i quali la fidatissima Berryblue, che lo crebbe allo stesso modo col quale aveva cresciuto l’Imperatore, fino a quando non si incontrarono dopo il Torneo organizzato da Zeno.
Era incredibile: inavvertitamente, cercando di tradire l’Universo 7, aveva rischiato di cancellare dall’esistenza anche suo figlio, e quando lo venne a sapere provò una strana sensazione di angoscia. Che fosse… amore per lui? Oppure la semplice paura che ciò che sarebbe rimasto di lui dopo la sua morte (non era più ossessionato dal desiderio d’immortalità, ritenendo un’esistenza eterna nel mondo dei vivi alla lunga ancor più tediosa dei suoi precedenti tormenti all’Inferno) sarebbe sparito per sempre?
Questo non lo sapeva, fatto sta che quel ragazzo sembrava renderlo… orgoglioso. Non era nato forte quanto lui alla nascita, ma aveva sempre avuto una grande tenacia, allenandosi fin da piccolo per raggiungere un livello di potenza degno della sua stirpe, e in più sembrava essere interessato molto più all’aspetto diplomatico dei suoi domini, non essendo comunque un pacifista (e meno male, che umiliazione sarebbe stata per il grande Freezer!). Senza contare, poi, quanto fosse intelligente, decisamente più di lui quando aveva la sua età, e stupidamente cancellò il pianeta Vegeta per paura del Super Saiyan e del Super Saiyan God, condannandosi di fatto a morte.
- “Come procede la situazione nell’Impero?”-
A quel punto Creezer deglutì. Non sapeva cosa dirgli, mentire a suo padre non gli era mai riuscito da quando lo aveva finalmente incontrato.
- “Dimmi la verità, ragazzo.” -
Chinò quindi il capo, rispondendogli in tutta sincerità - “Bullet… ha conquistato il 30% dei pianeti in mano nostra, e non sembra arrestarsi.” -
Freezer chinò il capo, sospirando - “Va bene, ho capito. Adesso vai, penserò io al resto d’ora in poi…” -
- “Ok, padre…” -
- “Tanti saluti, figliolo.” -
Il ceruleo andò dunque in direzione del suo quartier generale, e al suo arrivo tutti i suoi sottoposti restarono ammutoliti - “L… Lord Freezer, vi siete ripreso?!” -
- “Avevate dubbi al riguardo?! Uno stupido pagliaccio non può pensare di certo di far fuori così facilmente l’Imperatore dell’Universo!!” -
Si sedette dunque sul suo trono, mentre Berryblue si assicurava che egli stesse bene - “Tutto a posto, mio Signore?” -
- “Sì, Berryblue, tranquilla. Ci ho messo settimane a trovare una maniera per uccidere quel maledetto usurpatore, ma, alla fine, non ho alternative. Mi disgusta profondamente dovermi ridurre a tanto, ma non ho altra scelta, se voglio avere speranze che tutto torni com’era prima.” -
- “In che senso?” -
Lei conosceva Freezer da quando era nato, si era presa cura di lui, crescendolo come se fosse stato il suo stesso figlio (e fece la stessa cosa con Creezer), ma era la prima volta che non riusciva a decifrare i sentimenti del suo sovrano. In ogni caso, il suo sguardo, freddo e deciso, tradiva che quella che avesse in mente fosse l’unica soluzione possibile al loro problema, per quanto umiliante per lui essa fosse.
- “Impostate le coordinate per il Centro dell’Universo. Dobbiamo fare una visita al Dio della Distruzione Beerus.” -
 
ENDING 
 
ANGOLO DELL’AUTORE
 
Eeeeeeeeehmmmmmmm… salve a tutti?
Ok, vi chiedo immensamente scusa per questa mia assenza di due mesi e mezzo.
Purtroppo come ben sapete la mia vita non gira intorno ad EFP, e quindi sono stato costretto per varie ragioni ad assentarmi. Ora però sono tornato, anche se gli impegni non diminuiscono, per cui non prometto che tornerò ad aggiornare con regolarità. Quindi non preoccupatevi se non rilascio un nuovo capitolo per diverso tempo, significa che sono talmente oberato d’impegni che non possono neanche accendere il pc.
Come abbiamo potuto ben vedere la Rayuna (come battezzata dal nostro caro Mercurionos) si trova a un punto morto, e sembra essere messa a rischio da Josh (e non prendetevela con lui, poveraccio). Pensate che peggio di Ray sta il caro Davis, che non sa che la cara Pamela prova interesse solo per le ragazze.
Goku e Vegeta, come sempre, cercano di superare i propri limiti, e bisticciano riguardo ai pensieri di Gogeta riguardo Bulma durante la Fusion (Vege’, non è mica colpa di Kakaroth se alla vostra fusione piace tua moglie, qui ci sei di mezzo tu!). Le scene con loro protagonisti sono in assoluto le mie preferite, non posso farci niente.
E infine abbiamo il nostro caro congelatore che è sopravvissuto al massacro alla battaglia contro Bullet, e che ha pure un figlio! Sono un po’ spaventato all’idea di Freezer in veste di padre, è un’idea che non si trova in tante fanfiction, quindi non ho proprio un termine di paragone al riguardo, ma nella vita bisogna ogni tanto uscire dai binari! Cercherò di farlo al meglio possibile senza snaturare eccessivamente il personaggio.
Il capitolo finisce quindi col nostro caro Lord Furiza che si dirige verso il pianeta di Beerus (dove, tanto per ricordarvelo, si trova anche la Scuola Divina). Cos’ha in mente di fare per sconfiggere Bullet, e a cosa gli serve andare proprio lì?
Alla prossima, sperando di farmi vivo in tempi un po’ più decenti!
   
 
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