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Autore: Frida Rush    17/02/2020    0 recensioni
Raccoota scritta per l'evento a tema san Valentino del gruppo fb "we are out for prompts"
Vegeta x Frieza
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Freezer, Vegeta
Note: AU, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Prompt: san Valentino nel sangue
Scritta su ispirazione del film ''Il cigno nero'' con Natalie Portman e ascoltando ''il lago dei cigni''

Chapter Text

-Sai che giorno è oggi, Vegeta?- domandò Frieza, ondeggiando lentamente verso di lui, attraversando la sala prove.
Vegeta nemmeno si voltò a guardarlo, continuò a seguire la musica e a muoversi sinuosamente di fronte alla parete a specchio. Aveva gli occhi lucidi, la fronte spaziosa coperta da una frangetta scomposta e sudata, digrignava i denti.
-Il 14 febbraio- rispose apatico ma con voce tremante. Percepiva chiaramente lo sguardo intenso di Frieza su di sé ma non aveva intenzione di cedergli.
-È anche san Valentino- andò avanti l’albino, passandosi una mano tra i capelli argentei e tinti di viola, affiancandolo in quel riscaldamento. La palestra era ormai vuota a quell’ora tarda di sera, probabilmente erano rimasti gli unici ad esercitarsi.
-Non hai una ragazza da portare a cena?- domandò il maestro all’allievo, scrutando il suo viso sofferente dallo specchio.
-Che faresti se non l’avessi?- rispose secco Vegeta, portandosi la gamba sinistra dietro di sé e piegandola in modo quasi innaturale.
-Probabilmente ti inviterei a cena- fece Frieza, imitando il suo esercizio.
-Non ho tempo per queste stronzate- la voce del bruno era rotta dal dolore e una piccola lacrima gli solcò il viso quando il piede toccò il pavimento e piegò l’altra gamba.
“Posso farlo… posso dimostrare di essere in grado di essere un cigno nero perfetto”
Si alzò sulle punte dei piedi doloranti e stanchi e iniziò a dimenare le braccia come fossero ali, sempre più forte, come se volesse spiccare il volo.
“Mi ha già confermato la perfezione del mio cigno bianco, ma… lasciarmi andare per il cigno nero è più difficile di quel che sembra"
La musica proveniente dagli altoparlanti incrementò l’intensità e Vegeta chiuse gli occhi digrignando i denti per il dolore.
“Sono giorni che mi alleno a più non posso, ho i muscoli in fiamme e non ricordo nemmeno quand’è stata l’ultima volta che ho dormito bene. Ma non posso lasciarlo nella convinzione che non sono perfetto per questa parte”
Frieza lo guardò mettersi sulle punte e iniziare a volteggiare, leggero e morbido, non più teso e rigido come normalmente lo vedeva a lezione.
-Certamente, è un po’ tardi per trovare un tavolo in un ristorante, a san Valentino poi- andò avanti l’uomo, ignorando la risposta del giovane che continuava a fare piroette davanti allo specchio.
Non ce la fece più e le sue gambe cedettero, portandolo a reggersi con le mani sulla sbarra di metallo di fronte alla parete e Frieza si accorse della cosa anche grazie al gemito di dolore che Vegeta aveva mandato poco prima di fermarsi. Guardò in basso e vide le scarpette bianche macchiarsi di rosso scuro e la sua espressione divenne cupa.
-Fermati- gli intimò con voce dura ma Vegeta riprese a girare su se stesso, quasi senza ascoltarlo, fino a quando Frieza non gli diede uno spintone e lo bloccò con la schiena contro la sbarra metallica, osservando il viso sudato ed esausto: vedeva chiaramente che era distrutto.
-Lasciami stare- mormorò il ragazzo, passandosi una mano sul viso, dove sudore e lacrime si confondevano.
-Devo allenarmi… devo essere perfetto- aggiunse ma Frieza gli fece uno sgambetto che lo fece cadere e mettersi seduto per terra con un tonfo e un gemito di dolore e sorpresa.
Frieza gli si inginocchiò davanti e gli afferrò le gambe.
-Ti ho detto di lasciarmi sta…-
-Taci!- ordinò Frieza tenendoli ferme le gambe e liberando i piedi dalle scarpe ormai sporche di sangue. Vegeta sospirò quando vide lo stato delle sue dita tumefatte, ma si irrigidì quando si accorse che gli occhi severi di Frieza erano fissi sul suo volto. Il suo maestro gli si mise in grembo e gli afferrò il mento con la mano.
-Che stai combinando?- gli domandò e Vegeta scosse la testa per provare a liberarsi da quella presa, senza riuscirci.
-Mi hai detto di migliore il mio cigno nero ed è quello che sto facendo-
-Ti ho detto di migliorare il tuo cigno nero- Frieza gli strattonò il volto -Non di ammazzarti di lavoro-
La mano libera del maestro andò a toccare il polpaccio del ragazzo.
-Se vai avanti così finirai per distruggerti le gambe e i piedi, e a quel punto non mi servirai più-
Sussurrò, le labbra nere ad un soffio da quelle di Vegeta.
-Ti ho chiesto di scioglierti e di lasciarti andare per interpretare il cigno nero, ho bisogno che tu sia sensuale. Hai una tecnica impeccabile, Vegeta, ma le emozio…-
Frieza non riuscì a terminare la frase: Vegeta aveva premuto le labbra sulle sue, con molta forza, come se si fosse trattenuto troppo a lungo e una mano sudata e abbronzata andò ad afferrargli i capelli.
Il più grande rimase colpito da quel gesto, ma ne rimase anche piacevolmente sorpreso: forse era il caso di assecondarlo.
Le note del lago dei cigni continuavano a riempire le loro orecchie mentre le loro lingue si facevano guerra, così come le loro mani, Vegeta gli strinse un fianco mentre l’altro continuava a tenergli fermo il mento e gli accarezzava il petto con la mano libera.
Vegeta si staccò per riprendere fiato e guardare in faccia il suo maestro.
-Così va meglio- sussurrò quest’ultimo, le narici invase dall’odore del suo allievo e del sangue che impregnava le sue scarpe, poco prima di riprendere a baciarlo.
“Sensuale così… va bene”

  
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