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Autore: Zoe__    17/02/2020    1 recensioni
"Guarda, sembra che sia sempre pronta a spiccare il volo, Harry.” Tornò a voltarsi e lo avvicinò a sé, stringendogli la mano.
“Ha le ali per farlo, forse ha solamente paura.” Sussurrò accanto al suo orecchio. Livia sollevò per un attimo gli occhi nei suoi, poi li allontanò e raggiunse il suo sguardo sulla maestosa statua di marmo che li vegliava dall’alto.
Genere: Angst, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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New York, lo stesso anno
 
Le piccole manine di Tessa si muovevano disordinatamente sui tasti del pianoforte, emettendo rumori inusuali piuttosto che musica e provocandole una risata spontanea, che risuonava nel salotto. I ricci scuri le cadevano sulla fronte chiara ed innocente, di bambina, e seguivano ogni suo movimento vivace e scoordinato. Premeva i tasti bianchi con insistenza, a tratti allungandosi verso quelli neri, cercando di svincolarsi dalla salda presa di Harry. La teneva sulle sue gambe, con una sola mano premuta sul suo pancino, la teneva vicina a sé ed impediva che scivolasse. Ad ogni tentativo fallito, Tessa cercava di allontanarlo stringendogli le dita, ma Harry la attirava nuovamente a sé. Alla fine, ridevano entrambi e, mentre Harry cercava di comporre con la mano libera, Tessa muoveva entrambe le sue sui tasti, distraendolo. 
Livia li guardava silenziosamente, seduta su uno scalino e sporgendosi dal corrimano. Le mani di Harry si muovevano fra il pianoforte, Tessa, la penna ed il suo taccuino, in una confusione disordinata di movimenti che riusciva incredibilmente a dominare col sorriso sulle labbra. Ogni tanto rispondeva ai versi sconnessi della sua bambina. Tentava di raccontarle cosa aveva in mente, e lei provava a rispondergli a modo suo per poi tornare a muovere le manine accanto alle sue sui tasti. Il corpo piccolo di Tessa si incastrava perfettamente con la curva formata dal quello seduto di Harry, le sembrava che lei fosse una riproduzione in scala più piccola di lui che la teneva sulle sue gambe. Non era abituata a scene simili, quelle rare volte in cui vi assisteva il cuore le batteva sereno nel petto ed il suo volto si rilassava e perdeva ogni segno di preoccupazione. La mente tornava ai primi mesi di Tessa, ancora sconosciuta dentro di sé e le confermava, ogni volta, di aver fatto la scelta giusta. 
“Dovresti inserire le melodie di Tessa nel tuo nuovo album” scese gli ultimi scalini e li raggiunse sorridente “vero? Sei d’accordo Tess?” posò le mani sulle spalle di Harry, massaggiandole e sentendo una mano delle sue raggiungerla. L’altra rimase salda attorno al corpo di Tessa, in quel momento col volto verso l’alto e gli occhi sorridenti in quelli della sua mamma. 
“Ben svegliata.” Lo sguardo di lui si sollevò verso i suoi occhi e la sua mano scese ad accarezzarle le gambe scoperte. Sorrisero entrambi, e Livia si chinò per premere un bacio sulle sue labbra. Si allontanarono, ancora sorridenti e sereni. 
“Grazie a voi del risveglio.” Lo raggiunse sullo sgabello, accarezzando la manina di Tessa e spostandola sulle sue gambe, mentre la più piccola la guardava assorta. Le sistemò i capelli ai lati delle orecchie e le lasciò un bacio sulla fronte, augurando il buongiorno anche a lei. 
“Volevo che fosse meno irruento.” Confessò Harry, voltandosi verso di loro e chiudendo il pianoforte. Lasciò la sua penna ed il taccuino chiuso sul piano, osservando gli occhi curiosi di Livia. Incontrò il suo sguardo, ma lei lo distolse immediatamente, colta a sbirciare nel suo lavoro.
“A me piacciono anche così.” Tornò a guardarlo, annuendo convinta “Ho scelto la casa col pianoforte solo per questo.”
“Speravi di essere svegliata dalle dolci melodie di Tessa?” non appena sentì il suo nome, sollevò lo sguardo e puntò il dito verso Harry, che le afferrò la manina stringendola nelle sue. 
“Speravo nelle tue, ma magari lei ha già preso parte del tuo talento.” Entrambi risero, abbassando insieme lo sguardo verso la bambina fra di loro. Livia le accarezzò i capelli e Tessa sollevò lo sguardo, sorpresa. Harry si avvicinò al suo volto, le accarezzò una guancia soffice e Livia sollevò gli occhi nei suoi. Lui sorrise e le fu impossibile non ricambiare, prima di allungarsi verso di lui e lasciare un bacio casto sulle sue labbra. 
 
L’indomani sarebbe stato il primo compleanno di Tessa e solo dopo quattro giorni avrebbero festeggiato il Natale. Quei giorni newyorkesi non erano stati pianificati se non all’ultimo momento e di fretta, come loro due erano soliti fare. Non avevano in mente nulla di grande per il primo compleanno di Tessa, e certamente non avrebbero realizzato una festa da capogiro in poche settimane. Non c’era nulla di programmato neanche per il loro Natale, se non del tempo con le loro famiglie. Avevano deciso di rimandarlo al nuovo anno, ai primi giorni di gennaio, per trascorrere delle settimane soli. Soli, loro tre. 
Così Harry aveva prenotato il volo e Livia aveva cercato una casa per loro – loro tre. Era tentata di visitare nuovamente quella che diversi anni fa era stata la sua, la sua casa newyorkese – affittata. Tuttavia, dopo vari falliti tentativi di rintracciarla sul database, Livia aveva scoperto che quella casa era stata venduta. Ne era rimasta felice ed aveva continuato la sua ricerca con serenità: quella casa e quei giorni avevano significato molto per loro e desiderava che fosse così anche per altri. 
Quella che aveva scelto era ugualmente situata nell’Upper East Side, ma decisamente più grande e spaziosa. C’era Tessa con loro e, se le avessero chiesto di quantificare lo spazio che quella bambina occupava, Livia avrebbe risposto che neanche quella casa sarebbe stata abbastanza. La sua stanza preferita era la loro stanza da letto, circondata da vetrate che lasciavano accesso alla luce naturale. La stanza si illuminava non appena spuntava il sole e li svegliava gradualmente, accompagnandoli nell’inizio di un nuovo giorno. 
Nell’ultimo anno, i loro giorni non erano mai stati uguali. Se negli anni trascorsi insieme avessero stabilito una routine, sarebbero bastati quegli ultimi trecentosessantacinque giorni a rivoluzionarla, ogni volta diversamente. Livia, amante della routine, aveva iniziato ad ignorarla dal primo momento in cui Tessa l’aveva rivoluzionata per loro. Harry si era lasciato trasportare dalla corrente governata dall’indomabile Tessa, così piccola ma determinante. 
 
A distanza di un anno dal suo arrivo, Harry guardava Tessa con la stessa incredulità del primo giorno in cui l’aveva vista. Nei primi mesi insieme lo lasciava raramente andare e si rilassava facilmente solamente fra le braccia del papà. Il cambiamento minacciava di schiacciare Livia e la sua agitazione era facilmente palpabile, ma Harry la aiutò a sollevare quel masso che incombeva su entrambi. Aveva lasciato che il superfluo rimanesse alle loro spalle, concentrato a calibrare il peso del cambiamento sulle loro vite giovani, impreparate ed immature. 
Guardava Tessa e rivedeva in lei i loro volti, i loro cuori, i loro litigi, i loro sacrifici ed il loro impegno – vedeva loro. 
 
Il mattino seguente la sveglia era suonata in anticipo per entrambi e non per Tessa, che continuava a riposare, mentre i suoi genitori si affaccendavano in cucina. 
Livia posò sulla penisola una tovaglia colorata e sgargiante, Harry vi posizionò tre piattini e tre bicchieri. Entrambi, insieme, disposero dei pacchi abilmente incartati e decorati al lato del loro semplice allestimento. 
“Credi che lo capirà?” Livia lasciò spazio ai suoi dubbi, cercando gli occhi di Harry. Teneva fra le mani la sua telecamera e tentava di posizionarla in equilibrio su un treppiedi improvvisato.
“Ha imparato a soffiare le candele in camera, forse sì?” la guardò e sorrise, vedendola avvicinarsi e raggiungerlo. 
“Ma capirà che lo stiamo facendo per lei? Che è per il suo compleanno, che sta diventando grande?” Livia posò le mani sulle sue e lo aiutò a regolare quell’equilibrio precario.
“Non capirà tutto questo, ma ne sarà indubbiamente felice” Harry si sollevò, osservando la telecamera in posizione ed avvicinandosi a Livia “e noi lo documenteremo, così non potrà dimenticarlo.” Le prese il volto fra le mani, scrutandole gli occhi scuri ed impazienti. Lo leggeva da quelli, ed era facile leggerlo da quelli, che non aspettava altro che vedere la loro bambina sveglia e curiosa davanti a quello che avevano preparato per lei. Le lasciò un bacio rassicurante sulla fronte e la guardò ancora. Notò i suoi occhi cambiare gradualmente, farsi più sicuri ed avvertì aumentare la presa di lei sulle sue braccia. La accolse subito, la sentì sorridere su di sé ed accanto al suo cuore. 
Livia si avvicinò al suo torace coperto, accarezzandogli le braccia e lasciando andare il capo contro il suo petto. Chiuse gli occhi e sentì il suo cuore calmo batterle contro l’orecchio, sollevare il tessuto della maglia sul quale lei premeva delicatamente la mano destra. Socchiuse gli occhi, strofinando la guancia contro il suo petto, prima di sollevare il volto verso il suo. 
“È tutto nostro, Harry.”
“Tutta nostra questa felicità, Livi, è tutta nostra.”
   
 
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