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Autore: _thantophobia    17/02/2020    2 recensioni
-Non mi ucciderai.- ride. –Voi Eroi avete così tante regole… -
-I bravi Eroi, quelli degni di questo nome, non hanno bisogno di regole. [...] Spero non arrivi mai il giorno in cui si capirà perché io me ne sono imposte così tante.-
[OC | Bakugou Katsuki | un po' tutti] [parental!Bakugou Katsuki (no, non sto scherzando) | IzuOcha, TodoMomo, KamiJirou + altre?] [future!fic | death!fic | possibili spoiler | probabili trigger] [ooc perché non si sa mai]
[il capitolo 14 partecipa al Writober2019 con la lista di prompt di Fanwriter.it | prompt/traccia: flashback]
[capitolo 18 - In difesa di Caino][questo capitolo partecipa al Writober2020 con la lista di prompt di Fanwriter.it | prompt/traccia: backstory]
[capitolo 19 - ]
Genere: Angst, Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Katsuki Bakugou, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Hopeless wanderers

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il Mondo dei Nuovi Eroi

[o di qualcosa che non si vede ma è sempre stato qui]

 

 

 

 

 

Kacchan,

se stai leggendo questa lettera, vuol dire che qualcosa è andato storto e io non sono più con voi. Ti dirò la verità, ad essere onesto speravo di avere più tempo: Ho come la sensazione di aver lasciato troppe cose in sospeso, e mi dispiace davvero tanto… E mi dispiace tanto che

Kacchan, per favore, non arrabbiarti troppo.

So già che non leggerai subito la tua lettera e forse farai finta che nemmeno esista, ti conosco troppo bene, ma ho davvero bisogno che tu lo faccia. Perché hai il diritto di sapere, e io ho bisogno di dividere questo peso con qualcuno. Lo sai, sono sempre stato un maledetto egoista.

Se avrai modo di confrontarti con Ochaco o con la mamma, capirai che le lettere sono diverse, quindi stai attento a quello che dirai dopo che l’avrai letta. Vale ancora la regola che nessuno deve sapere del One For All.

Ti ricordi, vero Kacchan, quel giorno in cui non siamo riusciti a salvare quella bambina? È stata una delle nostre prime missioni da Eroi professionisti, eravamo così inesperti

Però, io non sono mai davvero riuscito a superare quell’errore, nonostante Aizawa continuasse a ripetere che non è stata colpa nostra. Quel giorno, mi sono promesso che non sarebbe più successo, non in mia presenza.

Nessuno, mai più, dovrà sentirsi così. Non se posso evitarlo.

È stato così che ho incontrato Ryu, a Yokohama. Era rimasto da solo dopo l’attacco di un Villain, e non ho potuto lasciarlo. Era ferito e solo, è stato più forte di me.

Ancora non sapevo che qualcuno era venuto a conoscenza del One For All, sapevo di essere seguito, anche se all’inizio credevo fosse soltanto la mia paranoia… Ma ho sempre avuto ragione a sospettare che qualcuno mi controllasse e ora posso dire che è disposto a tutto per avere il mio Quirk. Non so chi sia ma so che mi sta dando la caccia. E ho paura, Kacchan, ho paura che sia disposto a qualunque cosa per arrivare a me,

Ogni volta che vado in missione ho sempre il terrore di non riuscire a tornare, o che siano riusciti a trovarmi, ma questa volta sono sicuro che non tornerò da Yokohama. Ho avuto la conferma ormai due mesi fa, durante un’altra missione, che chi mi sta cercando ha mandato qualcuno per tenermi d’occhio. Ho chiesto a Todoroki di indagare e di provare a fermarli, spero che ci riesca…

Ma proprio per questo, Kacchan, è fondamentale che appena ti sarà possibile tu vada subito da Ryu: Non sa che riceverà il One For All da una trasfusione di sangue in caso mi dovesse succedere qualcosa, e non sa cosa davvero comporta ricevere quel Quirk. Non sa di essere in pericolo, perché se non riusciranno ad avere quello che vogliono da me andranno a cercare sicuramente lui.

Mi dispiace davvero tanto per averti trascinato con me in qualcosa di cui non avresti nemmeno voluto sentir parlare, ma non sapevo di chi altro fidarmi.

Spero solo che tu possa perdonarmi, prima o poi. E che sarai per Ryu una figura di riferimento come All Might lo è stato per noi, ha bisogno di qualcuno su cui contare.

 

Mi hai ripetuto per tutta la vita di guardarti. Sai che non ho mai smesso, e che continuerò a farlo.

Sempre.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Nonostante ormai sia una donna adulta, Momo continua a essere una ragazzina dalle mille insicurezze e paure che gli anni da Eroina professionista non hanno fatto altro che accrescere, fino a trasformarli in fantasmi a cui con il tempo ha dato dei nomi e a cui ha associato un dolore diverso: Abbiamopersouncompagno le toglie il sonno, Feriteincurabili le provoca la nausea, Eraunatrappola le fa mancare il fiato, Shoutoèmorto la ucciderebbe.

Ha odiato i nove mesi di gravidanza e quelli successivi con tutta se stessa, perché avrebbe preferito essere sul campo a rischiare l’osso del collo piuttosto che vedere gli altri rischiare il proprio senza poter fare nulla per aiutarli, vedere Shouto uscire in pattugliamento e sperare – pregare, ogni giorno, ogni santissimo giorno – di vederlo tornare a casa sulle sue gambe proprio come in questo momento, mentre osserva senza davvero vederli quei ragazzini stanchi e spaventati superarla a testa bassa, in silenzio come se avessero paura di farsi notare. Tra loro non scorge Ryu e Momo comprende che Abbiamofallito le provoca vertigini così forti da farle perdere l’equilibrio e lasciarla a barcollare davanti ai gate dell’aeroporto, sperando di vedere un viso famigliare, qualcuno che le dica che alla fine è andato tutto bene.

Quasi crolla sul pavimento, le ginocchia debolissime, quando scorge Ochaco e Mina e Kyouka: corre verso di loro e le abbraccia, tutte e tre, singhiozzando di sollievo. Kirishima e Kaminari le passano accanto e le posano una mano sulla spalla e una carezza sulla testa, mentre Momo allunga un braccio per stringere la mano di Sero.

-State… State tutti bene?- balbetta, stretta alle sue amiche. Sero le sorride e annuisce, mormorando un “Ce la caveremo, Yaomomo. Stai tranquilla.”

Lascia andare le ragazze solo per correre verso Shouto e lanciargli le braccia al collo, felice di vederlo sano e salvo e solo con qualche graffio. Shouto affonda il viso contro la sua spalla, stringendola piano tra le braccia e mormorando che sta bene, che ce l’hanno fatta, e Momo può permettersi di rilassarsi.

Poi però sente le sirene di un’ambulanza e vede Ryu, immobile e con lo sguardo perso nel vuoto qualche passo indietro, stringere tra le braccia una delle protezioni a forma di granata di Bakugou o quello che ne resta, e ha un tuffo al cuore.

Perché quello… Quello è sangue. Ed è… tanto, troppo.

Oddio.

-No… - mormora, arretrando di qualche passo. Una squadra di infermieri con una barella le passa accanto così velocemente che non ha il tempo di osservarli per bene, ma ha visto i loro volti. –No… Non di nuovo… Ti prego, no… -

-Momo. Momo, guardami.- Shouto la costringe a girarsi e le posa i palmi su viso, obbligandola a non distogliere lo sguardo da lui. –Andrà tutto bene. Bakugou è… è grave, ma è stabile. Dicono che se la caverà.-

Ryu le sta passando accanto come se nemmeno li avesse visti, e Momo lo segue con gli occhi mentre si allontana dietro la barella verso l’ambulanza. -Ma… -

-Momo, è Bakugou.- sembra lo stia dicendo per convincere se stesso, piuttosto che lei, ma riesce comunque a calmarla quel tanto che basta per far placare un poco i battiti del cuore. –Lo sai, no? Non muore nemmeno quando vogliono ammazzarlo sul serio.-

E Momo può solo sperare che Shouto abbia veramente ragione, perché il suo cuore potrebbe non farcela davvero.

 

 

Riconosce i suoi passi ancora prima di vederla, ma Ryu non ha nemmeno la forza di sollevare la testa o di salutarla – e Naeko sembra averlo capito, perché si siede sullo sgabello di fianco al suo e raccoglie le mani in grembo, restando in silenzio per quelle che paiono ore.

Poi prende un bel respiro. –Ti hanno… detto qualcosa?-

-Faremo tutto il possibile, ragazzo. Questo hanno detto.- la voce raschia contro la gola e quasi non la riconosce. –Lo sai anche tu che quella è una frase che si dice per i morti.-

-Ryu, non dire così… - le dita di Naeko sono così fredde, quando gli sfiorano l’avambraccio e lo stringono appena. Sta cercando di trasmettergli un po’ di forza? Il suo Quirk è in grado di farlo? –Il signor Bakugou non si arrenderà. Vedrai, andrà tutto bene… -

-Sono stanco, Naeko.- singhiozza, abbandonando la testa sulla spalla dell’amica. –Sono così stanco di perdere le persone, di restare da solo. Non ce la faccio più.-

La ragazza lo stringe dolcemente tra le braccia, mormorando qualcosa che Ryu non capisce e lasciandolo piangere fino a inzupparle la camicetta verde all’altezza della clavicola sinistra fino a quando dalla sala operatoria non emerge un medico: è provato anche lui, mentre si appoggia con la schiena al muro e sfila i guanti di lattice sporchi di sangue e abbassa la mascherina.

Ryu stringe gli occhi e Naeko si irrigidisce, pronti a tutto.

-Se la caverà.- sentenzia l’uomo, e Ryu vorrebbe abbracciarlo e ringraziarlo in tutte le lingue che conosce. –Dovrà stare a riposo e stare attento, d’ora in poi. Le ferite hanno lacerato dei tendini e potrebbero indebolirlo più avanti con gli anni, ma con la giusta terapia e le dovute attenzioni dovrebbero soltanto rimanere dei brutti ricordi.-

-Sia ringraziato il cielo… - mormora Naeko, rilassandosi sullo sgabello.

-L’unica ferita più preoccupante è quella all’occhio.- il medico fa una smorfia. –Per quella serviranno altri accertamenti, ma non penso che ci sia il rischio che lo perda.-

Ora Ryu sta piangendo per il sollievo, perché Katsuki ce la farà.

-Adesso è sedato, ma se volete potete vederlo.- sussurra l’uomo, spostandosi dal muro. –Tra qualche minuto lo porteranno nella sua stanza, vi farò chiamare.-

Ryu sente a malapena il “Grazie.” sussurrato da Naeko, ancora scosso dai singhiozzi e migliaia di parole sconnesse impastate sulla lingua insieme al pianto – quando finalmente li lasciano entrare, Ryu ha come l’impressione che Katsuki quasi si perda, in tutto quel bianco. Ma è lì, respira, il suo cuore batte ancora, non se n’è andato, non l’ha lasciato indietro.

-Mi hai fatto morire di paura, Katsuki.- bisbiglia, stringendo piano le dita della mano destra nella propria. –Di nuovo. Due volte in meno di due giorni. Credo sia un record.-

Altre cicatrici si uniranno alle tante che Katsuki ha già, perché in fondo è un idiota spericolato senza spirito di autoconservazione, ma a Ryu non importa .

Perché Katsuki è ancora qui, ce l’ha fatta, e non l’ha lasciato da solo.

 

 

 

20 agosto [One For All: 7.5%]

-Caspita, Katsuki. Mi avevi detto che ti avevano ridotto male, ma non pensavo così male.- esordisce così, la sua analista, appena entrata nella sua stanza all’ospedale. -Ti hanno ridotto veramente uno straccio.-

-Tu invece sei ancora più radiosa di come ti ricordavo, Doc.- ribatte lui, sbuffando una risata che gli costa una fitta dolorosa alle costole.

–Lo so! Me lo dicono tutti, da quando ho divorziato!- lei si illumina come un sole, avvicinandosi al suo letto e sedendosi sulla sedia posta dal lato sinistro del letto. –Scherzi a parte, come ti senti?-

Katsuki solleva la spalla destra. –Ho passato di peggio. Adesso non vedo l’ora che mi spediscano a casa, ne ho veramente le palle piene di brodini e semolino insipido.-

–Sì, capisco eccome.- la donna annuisce, infilando una mano nella borsa e tirandone fuori un pacchetto di carta marrone. Glielo appoggia sulle gambe. –Ti capisco così bene che ti ho portato un pensierino.-

Katsuki quasi si mette a piangere, quando dopo averlo scartato con qualche difficoltà trova nel pacchetto un hamburger con bacon e salsa barbeque. –Doc!-

-Sì, sì, non ringraziarmi e mangia.- lo liquida lei, tirando fuori dalla borsa anche una cartellina portadocumenti. –Io intanto ti aggiorno su quello che ho trovato.-

Katsuki annuisce e addenta il panino, emettendo un verso estatico dal profondo della gola. –Questo sì che si chiama cibo!-

La psichiatra ridacchia, sfogliando distrattamente un plico di fogli prima di posarglielo sulle ginocchia. Katsuki sposta il panino sul lato destro del letto, per non sporcare i fogli.

-Amalija Karič, conosciuta come la Collezionista.- sentenzia. –Nata a Vienna da immigrati sloveni, madre pittrice e padre musicista. Entrambi deceduti.-

-Una famiglia di artisti.- sussurra Katsuki, masticando lentamente un pezzetto di bacon e sfogliando distrattamente il fascicolo, il braccio sinistro troppo debole per sollevare anche una decina di fogli. Ha ancora la testa e le braccia fasciate, e delle garze candide a coprirgli l’occhio destro, ma non ha esitato un solo istante quando la donna gli ha telefonato per dirgli che è stata scelta per analizzare la personalità della Villain e si è poi presentata nella sua stanza all’ospedale con quelle informazioni.

La dottoressa annuisce distrattamente. –Si perde ogni traccia della ragazza quando ha circa diciassette anni. Probabilmente lascia Vienna e inizia a viaggiare per l’Europa… A diciannove anni arriva a Parigi e diventa l’assistente di Pierre Gilbert, un noto critico e mercante d’arte.-

Nel fascicolo c’è una foto dell’uomo, ormai anziano, seduto su una poltrona nel suo negozio nel centro della capitale francese, e accanto a lui una ragazza poco più che ventenne. La Collezionista ha uno sguardo allegro e sicuro, forse un po’ malizioso, con gli occhi puntati dritti verso l’obiettivo della macchina fotografica.

-Alla morte di Gilbert, Amalija Karič rileva l’attività e comincia a farsi un nome nel mondo dell’arte, comprando e rivendendo opere importanti e curando mostre per i musei francesi. E intanto comincia anche a entrare nel mercato nero.- conclude ancora la donna, appoggiando la schiena contro la sedia e accavallando le gambe.

-Come sia passata dal mercato nero dell’arte al rapire persone immagino sia un bel punto interrogativo ancora senza risposta… - suppone Katsuki.

–Credo che la vera motivazione delle sue scelte la sappia solamente lei.- la dottoressa può solo annuire. –Ma non si decide a parlare. Tutte le volte che vado a trovarla in carcere non dice nemmeno mezza sillaba.-

-E questo è un problema… -

-Ma mi sono fatta una mezza idea di cosa possa averla spinta a fare quello che ha fatto.- esclama ancora, raddrizzando la schiena. –Abbiamo poche informazioni su di lei e la sua famiglia, ma sappiamo che i suoi genitori erano Quirkless, proprio come lei.-

-Beh.- Katsuki non distoglie lo sguardo dai fogli, rileggendo più volte i dati relativi alla Collezionista. –Questo spiega un po’ di cose.-

La sua analista schiocca le dita. –Esattamente. È tutta una supposizione, quindi prendi quello che sto per dire con le pinze, ma sospetto che in qualche modo abbia sviluppato una sorta di… complesso di Prometeo.-

Katsuki la osserva per qualche istante, ragionando su quello che ha appena detto. -…quindi, è come se in qualche modo stesse facendo tutto questo per dare un Quirk a chi non ce l’ha? Proprio come Prometeo e il fuoco?-

–Essenzialmente, sì.- lei annuisce. –Ma come ti ho detto, è solamente una supposizione, non ho prove per assicurartelo con certezza. E questo mi fa sorgere spontaneamente altre due domande.-

Katsuki, nel frattempo, ha finito il suo hamburger. –Quali?-

-La Collezionista sapeva del One For All?- domanda, guardandolo dritto negli occhi. –E se sì, come ha fatto?-

Katsuki impallidisce. –Stai… Stai pensando che… -

-Sto pensando che forse c’è qualcuno là fuori che sa del One For All e di cui voi non sapevate l’esistenza.- sospira lei, incrociando le braccia. –Non voglio allarmarti per nulla, Katsuki, ma se non fosse così non saprei come spiegarmi la sua ossessione per Izuku. E come sia arrivata a pensare di rapire Ryu per avere quello che voleva dopo che Izuku era morto.-

Katsuki si morde l’interno del labbro, trattenendo un grido di frustrazione. –Ha senso, invece, Doc. Ha senso eccome.-

Questo vuol dire che, se la sua analista ha ragione, il One For All sarà sempre in pericolo, perché qualcuno là fuori cercherà di impossessarsene in ogni modo. Stringe il pugno fino a far sbiancare le nocche, sentendosi completamente impotente – cosa crede di fare lui, bloccato in un letto d’ospedale con più ossa rotte di quelle al loro posto.

La donna sospira, sciogliendosi in un sorriso, e gli posa delicatamente una mano sulla sua. –Però so anche che ora ci penseranno due volte prima di provare a fare di nuovo del male a Ryu, perché hanno visto cosa succede. Hanno visto di cosa siete capaci pur di proteggerlo.-

È un lieve bussare alla porta, a porre fine al colloquio: la testa rossissima di Naeko fa capolino dalla porta socchiusa, seguita da quella di Ryu.

-Ehm… Ciao.-

-Disturbiamo?-

-Ma guarda, stavamo giusto parlando di lui.- la sua analista ridacchia, mentre si alza e riprende il fascicolo che Katsuki le sta porgendo. –Bene, ora è meglio che vada. Ti terrò aggiornato, dovessi venire a sapere qualcosa di nuovo.-

Katsuki annuisce. –Grazie, Doc, anche per il panino.-

-Ah, figurati. Vedi di far sparire il corpo del reato prima che qualche infermiera lo trovi, o se no altro che semolini insipidi.- la dottoressa fa un gesto svogliato con la mano a mo’ di saluto. –Ci si vede.-

Rimasti da soli, Ryu si avvicina subito al suo letto, sedendosi sullo sgabello che prima era occupato dalla sua analista. Naeko prende un altro sgabello e si siede accanto a lui. –Ehy.-

-Ehy, principessa.- ghigna, Katsuki, e i punti sotto la garza sull’occhio tirano un po’. –Com’è andato il ritiro estivo?-

-Oh, alla grande!- esclama il ragazzino, galvanizzandosi. –Sono migliorato ancora, secondo i professori: riesco a controllare il Full Cowl quasi alla perfezione e... -

-…e nessuno è stato rapito, torturato, ferito o brutalmente mutilato, se è quello che sta per chiedere.- aggiunge la ragazzina, ridacchiando quando Ryu le rifila un’occhiataccia. Lei solleva le spalle. –Che c’è? È la verità.-

Katsuki non capisce. –Quindi, alla fine sei passata alla Sezione Eroi.-

–Credo proprio che rimarrò alla Sezione Ordinaria, alla fine.- Neako scuote la testa. –Ho parlato con la professoressa Midnight e lei mi ha detto che per un Quirk come il mio ci sono molte altre strade. Potrei diventare psicologa, o profiler per la polizia, o anche un’educatrice.-

-Rimango dell’idea che tu sia sprecata, in quella sezione.- borbotta Ryu, incrociando le braccia. Katsuki assottiglia l’occhio sinistro, fulminandolo.

-Deve sentirsi libera di fare quello che vuole e tu puoi pensarla come vuoi ma non le farai cambiare idea, stronzetto.- lo rimprovera.

-Ehy!- Ryu diventa di tutti i colori. –A stare qui sei diventato ancora più acido del Quirk di zia Mina, Katsuki. Quand’è che ti rispediscono a casa?-

-Spero presto.- getta la testa all’indietro, contro la testiera. –Non ne posso più si cibo insipido. Ryu, portami una bella costata alla griglia, la prossima volta.-

-Beh, però almeno c’è quell’infermiere carino.- Naeko scoppia a ridere, Ryu cerca di restare impassibile. –Com’è che si chiama?-

Katsuki rimane in silenzio qualche istante, fulminandolo con lo sguardo. –Naeko.-

La ragazza scatta in piedi, imitando il saluto militare. –Procedo.-

-Cosa?- Ryu li guarda confuso, mettendosi a strillare giusto un attimo prima che Naeko inizi a fargli il solletico: si alza di scatto e inizia a correre per la stanza, seguito dall’amica e sotto lo sguardo divertito di Katsuki.

-Così impari, stronzetto.-

Ryu quasi non respira, tempestato da Naeko. -No, no. Katsuki, mi dispiace! Ti prego, basta! Ho detto che mi dispiace!-

 

 

 

Cinque anni dopo [One For All: 40%]

Per essere appena metà marzo fa già parecchio caldo, pensa Ryu, appoggiato a uno degli alberi nel giardino della villa di zio Shouto e zia Momo, a osservare distrattamente la loro bambina giocare con Naeko in mezzo all’erba.

La piccola Yumi è un tesoro di bimba, così allegra e vivace, con i capelli nerissimi di sua madre e gli occhi dello stesso colore del cielo d’inverno - quando è sereno e non c’è nemmeno una nuvola, proprio come i giorni in cui Katsuki lo porta con sé a camminare e dalla cima della collina riesce a vedere fino a oltre l’orizzonte. Ryu non può fare a meno di adorarla, così piccola e ingenua e serena nonostante i pericoli che la circondano e le aspettative che tutti hanno verso di lei: a Yumi non importa, perché Yumi ha soltanto sei anni, perché Yumi si sporca ancora le dita quando mangia la sua fetta di pane e marmellata e adora le caramelle al mirtillo. Perché Yumi guarda il mondo con gli occhi innocenti e meravigliati tipici dei bambini, e Ryu spera lo faccia per il resto della sua vita.

Yumi corre verso di lui ridendo come una matta dopo essere saltata in braccio a Naeko e averla fatta cadere lunga e distesa sul prato, agitando le braccia per essere tirata su. La prende in braccio senza il minimo sforzo, mentre la bambina affonda le mani trai suoi capelli e agita le gambe.

-Voliamo, Ryu!- strilla, senza smettere di ridere. –Voliamo!-

-…volentieri, Yumi, ma sono dell’idea che se dovessi farlo il tuo papà mi spedirebbe dall’altra parte del pianeta.-

-Puoi starne certo.- sibila zio Shouto, emergendo dalla veranda e fulminandolo con un solo sguardo. Naeko, che nel frattempo si è tirata su e sta cercando di districare i fili d’erba dalla treccia, ridacchia divertita delle sue disgrazie. Ingrata che non è altro, nemmeno prova a difenderlo.

-E comunque.- zio Denki tira su la testa dallo stereo che sta cercando di far funzionare. –Bakugou è in ritardo.-

-Sarà rimasto imbottigliato nel traffico.- suppone Ryu. Zia Mina e zio Sero scuotono la testa.

-Lui? Imbottigliato nel traffico? Nah.-

–Conoscendolo, avrà perso la cognizione del tempo… -

Ryu non capisce. Fa scendere Yumi dalla spalla su cui si è arrampicata come una scimmietta quando Naeko lo raggiunge con un pacco tra le mani, incartato con una carta da regalo color malva e con un bel fiocco argentato sopra. –Direi che intanto possiamo cominciare con i regali. Questo è da parte mia, Mina e Kyouka mi hanno aiutata a sceglierli.-

Ryu strappa la carta e apre la scatola, trovandovi dentro un paio di stivali e dei guanti da moto. L’espressione, da stupita, si addolcisce quasi subito. –Naeko… -

-No, non iniziare.- ribatte lei. –Non dire che non dovevo, perché ti prendo a calci negli stinchi.-

-Ti saranno costati una fortuna… -

-Più o meno la stessa cifra che hai speso tu per quei biglietti per il mio compleanno.- la ragazza incrocia le braccia, soddisfatta di averlo zittito. –Quindi direi che siamo pari.-

Ryu si arrende, perché non ha speranze quando la ragazza si impunta con qualcosa, e si siede sul prato per sfilarsi le sneakers e provare gli stivali: calzano alla perfezione.

Si sta ancora tirando in piedi per ringraziare ancora una volta Naeko, quando il rumore secco di una sgommata sul selciato del vialetto d’ingresso quasi lo fa sobbalzare – Katsuki? Ma non riconosce il rombo di quel motore, è diverso da quello della sua moto… Corre verso il vialetto seguito da Naeko e tutti gli altri, quasi non sentendo lo strillo esagitato di zia Mina che “non vuole perdersi questo momento!”.

Beh, è sicuramente Katsuki, ma quella non è la sua moto: Ryu perde qualche istante per scorgere i dettagli del mezzo, mentre Katsuki sfila il caso e lo appoggia sul sedile posteriore. Sta sghignazzando, lo può vedere chiaramente perché gli sfregi degli artigli di Ten sul suo viso, di solito tirati, ora sembrano onde increspate sulla sua pelle.

-Woah.- riesce solo a mormorare, non riscendo a distogliere lo sguardo dal nero lucido della moto. –Bella moto.-

-Lo so.- Katsuki gli lancia qualcosa, Ryu lo afferra al volo: un mazzo di chiavi. –Tua.-

Impiega qualche secondo per processare quello che appena sentito – osserva prima le chiavi, poi la moto, poi Katsuki, poi di nuovo la moto e poi di nuovo Katsuki – e alla fine ci arriva: spalanca gli occhi e si gira verso Naeko, rimasta a qualche manciata di passi.

-Tu lo sapevi!-

Naeko ciondola con il corpo, cercando di trattenere il sorriso che Ryu sa essere proprio lì. –Ops.-

-Non prendertela con lei, principessa. L’idea è stata mia, lei mi ha solo assecondato.- Katsuki lo affianca e gli porge il suo casco. –Ora potrai dire di avere una moto tutta tua e la smetterai di usare la mia.-

Senza pensarci due volte, Ryu si lancia tra le sue braccia, stringendolo più forte che può. Ormai è quasi alto come Katsuki, ancora qualche anno e potrebbe anche superarlo.

-No! Che cazzo, Ryu!- Katsuki si agita nell’abbraccio, cercando di scappare. -Cosa avevamo detto sugli abbracci?!-

-Oh, ma stai un po’ zitto per una volta!- strilla di rimando. –Che piattola che sei!-

Sente zia Momo scoppiare a ridere, poi un urlo spartano che riconosce essere di zio Eijirou. -Abbraccio di gruppo!-

-Sì!-

-Tutti addosso a Bakugou!-

-Wo oh!-

E in un attimo Ryu si ritrova stretto nel mezzo di un abbraccio soffocante, ma onestamente non gli importa. È così felice che potrebbe scoppiare, per tutta la gioia che sente.

Katsuki, invece continua a sbraitare come un’arpia. -Cos… ?! Brutti stronzi, lasciatemi andare! Che cazzo, non respiro, coglioni!-

-Certe cose non cambiano proprio mai.- mormora zia Momo, osservando come anche Ochaco e Kyouka vengano trascinate a forza nell’abbraccio.

-Immagino che questa sia una delle poche certezze di questo mondo.- brontola invece di Shouto, con Yumi appesa al fianco che vuole essere presa in braccio.

 

-…sembra che alla fine se la caveranno, tutto sommato.- Naeko, rimasta in disparte, rimane a osservare la scena ridacchiando divertita. Poi si incupisce. -E che per te sia arrivato il momento di andare.-

Piega appena il collo, osservando qualcosa alla sua destra. Sorride, perché anche lui sta sorridendo, finalmente sereno. –Adesso anche tu puoi riposare in pace.-

Il lieve bagliore verde che l’ha sempre accompagnata da quando ha conosciuto Ryu inizia a svanire, lentamente, osservando un’ultima volta Bakugou e Ryu e tutti gli altri. Naeko è l’unica a vederlo, è sempre stata l’unica, anche se lui è sempre stato qui.

Naeko socchiude gli occhi e non smette di sorridere, per non far notare a nessuno che ha iniziato a piangere.

-Buonanotte, Deku.-

 

 

 

 

-          Per dire, la moto in questione è questa qui https://www.ducati.com/it/it/moto/monster/monster-1200. Ora sapete cosa regalarmi al compleanno

 

 

 

 

D.C.P.P.: Deliri Conclusivi Post Partum

Ed ecco spiegato il vero e unico motivo per cui è stato creato il personaggio di Naeko: essere l’unica in grado di vedere quel residuo della volontà di Deku rimasto ancorato a Ryu e a Katsuki come per proteggerli, vegliando su di loro. Ora non hanno più bisogno di lui, e finalmente Deku potrà riposare in pace.

Vi giuro su quello che volete che non avrei mai immaginato che qualcuno sarebbe arrivato a shipparla con Ryu.

*sigh*

Ed eccoci di nuovo qui, di nuovo alla fine di una storia. Come vola il tempo.

Sembra ieri che iniziavo a buttare giù la bozza di questa storia che manco stava in piedi e continuavo a tentennare nel pubblicarla per paura del linciaggio per aver ucciso Deku subito alla fine del primo capitolo. Non avete idea di quanto coraggio mi sia servito per premere quel dannatissimo bottone per pubblicare la storia, ma sono contenta di averlo fatto: ho avuto modo di sperimentare diverse idee e fare un po’ di tentativi qua e là, molto caotici e alcuni non proprio ben riusciti, ho avuto la possibilità di descrivere lati del personaggio di Bakugou che di solito non vengono affrontati – un Katsuki più maturo, a tratti insicuro, che all’improvviso si ritrova da solo a prendersi cura di un ragazzino rimasto a sua volta da solo, a cui deve insegnare a vivere e nel frattempo cercare di proteggerlo da qualcuno che lo vuole rapire. Katsuki si è ritrovato suo malgrado a fare il padre e ha scoperto di essere pessimo per quel ruolo, eppure in qualche modo se l’è cavata.

Ho avuto modo di testare altri lidi anche con il Villain, di cui ammetto di non essere pienamente soddisfatta: la Collezionista non è quel cattivo fine a se stesso, lei era veramente convinta di quello che stava facendo, anche se le sue reali motivazioni le lascio immaginare a voi – magari quello sfogo con Katsuki del capitolo precedente è tutta una balla pensata ad arte per salvarsi la pelle, o forse ha davvero ragione la psichiatra citando il complesso di Prometeo.

Fatemi sapere voi cosa ne pensate, ormai lo sapete che mi interessano sempre le vostre opinioni.

E ho avuto anche modo di salvare tentare di Ten! Perché sì, in origine doveva essere lei la traditrice di “Of Monsters and Men”, lei a ferire mortalmente Kyouka e poi scappare e darsi alla macchia. Ma la sua storyline è stata brutalmente tagliata per salvaguardare le mia sanità mentale e i miei nervi, e mi è dispiaciuto troppo abbandonarla lì nel dimenticatoio, e così l’ho ficcata qui dentro.

A… fare una fine orribile.

 

Ordunque, che cosa aggiungere ancora, se non un grazie enorme e immenso per essere arrivati fino a qui.

Grazie per non avermi massacrata, quando avete letto della morte di Deku.

Grazie per aver dato una possibilità a questo Katsuki parecchio ooc con un marmocchio al seguito e tutta la Bakusquad + Uraraka e i TodoMomo ad aiutarlo.

Grazie per tutte le speculazioni che avete fatto lungo la storia, alcuni hanno anche azzeccato.

Grazie per aver sopportato la mia lentaggine e per non avermi data per morta. Sì, Blu, sto guardando te.

Grazie a tutti voi che avete letto in silenzio, a voi che apparivate a caso ogni tanto, a voi che avete messo la storia nelle varie categorie.

Non sapete quanto mi avete resa felice.

 

Vi vendo un sacco di bottiglie, anime belle.

Ci si vede in giro.

Maki

  
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