Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: evil 65    18/02/2020    27 recensioni
È passato un anno da quando i Guardiani hanno sconfitto Pitch Black.
Jack Frost è ormai una Leggenda a tutti gli effetti, e cerca di bilanciare la sua nuova posizione di Guardiano del Divertimento con la vita di tutti i giorni.
Tuttavia, l’improvvisa apparizione di un vecchio che afferma di essere Padre Tempo segnerà una brusca e inattesa interruzione dal periodo di tranquillità: secondo l'uomo, Pitch Black sta costruendo un’arma abbastanza potente da far sprofondare l’intero universo in una nuova Dark Age.
C’è solo un piccolo dettaglio: Pitch Black è ancora intrappolato nel suo regno…
(Crossover tra Le 5 Leggende, Frozen, Dragon Trainer, Ribelle - The Brave e altre opere)
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The War of Ice and Nightmares'
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Ecco un nuovissimo capitolo! Vi auguriamo una buona lettura, e spero che troverete il tempo per lasciare un commento ;)



Capitolo 4 - The first battle
 

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“If travel is searching
And home has been found.
I'm not stopping
I'm going hunting
I'm the hunter
I'll bring back the goods
But I don't know when…”

Björk – Hunter
 
Il ritmo dei tamburi, simile al battito cardiaco, cullò le orecchie di Honeymaren.
Sedeva con le altre donne della tribù sul pavimento affollato della tenda, una generosa imbottitura di paglia e una spessa pelliccia che le proteggevano dal freddo dell’aria mattutina.
Le vibrazioni dei tamburi percorrevano l’intero accampamento, scuotendogli le membra, mentre i più rinomati guerrieri si preparavano alla caccia: quanto avrebbe voluto andare con loro!
Sfortunatamente, le donne erano gli unici membri della tribù a possedere una buona padronanza dell’intreccio. Per tale ragione, quella mattina, la giovane Northuldra e il resto delle sue coetanee erano state relegate alla fabbricazione dei cesti che sarebbero stati utilizzati nella cerimonia imminente.
Sospirò e si girò sul pagliericcio, pensando a quanto fosse ingiusta l’intera situazione.
Solo due volte all’anno, in primavera e in autunno, tutti i clan della Foresta Incantata si riunivano, come stava accadendo ora, per rendere onore a quel giorno in cui la luce e la notte avevano la stessa durata.
La festività era iniziata la notte scorsa all’apparire della luna, per quanto fossero ormai giorni che le varie tribù si radunavano in quel punto.
Fin da quando la ragazza aveva memoria, i festeggiamenti dell’equinozio si erano tenuti in questo luogo sacro della terra che i Northuldra chiamavano la “Terra dei Venti”, all’ombra protettiva della Foresta Incantata.
Benché durante la festività non mancassero sfide e combattimenti, in questo luogo non c’erano mai stati episodi di vera violenza. Quando gli animi si infuocavano, come spesso succede quando molte persone sono riunite in un solo luogo, lo sciamano del villaggio incoraggiava le parti coinvolte a risolvere disputa in modo amichevole.
In quella radura la terra era fertile, rigogliosa e trasmetteva un senso di pace più che in qualunque altro luogo della Foresta Incantata, la patria dei Cinque Spiriti.
A volte Honeymaren si chiedeva se fossero proprio loro a donare calma a luogo. Si poneva spesso domande del genere, specie da quando Elsa, il Quinto Spirito, aveva dissolto i confini che separavano il bosco dal mondo esterno, riportando armonia tra il suo popolo e le entità sovrannaturali che presiedevano la foresta. Qualcosa per cui lei e il resto della sua gente le sarebbero stati per sempre grati.
Sospirò silenziosamente, mentre i suoi pensieri correvano veloci e il suo cuore batteva come in risposta al ritmo dei tamburi all’esterno, mentre terminava l’ultimo cesto che avrebbe conservato la carne delle prede catturate e i frutti raccolti.
Boom!
Un rombo improvviso scosse gli interni della tenda, facendo sobbalzare i suoi occupanti.
Honeymaren si drizzò di scatto, le pupille dilatate per la sorpresa, e fuoriuscì all’istante dalla cortina di pelli.
Il campo era in subbuglio, con persone che correvano terrorizzate in ogni direzione. Alcune di loro stavano puntando verso il cielo e, seguendo le loro mani, la giovane Northuldra notò una densa linea di fumo che scendeva direttamente dalla volta, puntando proprio verso il centro del villaggio.
<< Cavoli, cosa pensi che sia ? >> esclamò una voce maschile affianco a lei, spingendola a voltarsi.
A parlare era stato un ragazzo alto e ben piazzato da folti capelli castani e gli occhi profondamente azzurri. Si trattava di Ryder, suo fratello.
<< Non ne ho idea >> sussurrò la Northuldra, in risposta alla sua domanda.

( Track 5: https://www.youtube.com/watch?v=fMRutUZvHrM )

All’improvviso, un sibilo alle loro spalle attirò l’attenzione di entrambi, così come quella di quasi ogni altra persona presente in quella sezione dell’accampamento.
La foresta che circondava il campo venne pervasa da un bagliore accecante. Poi, così com’era cominciato… tutto si fermò di colpo.
Pochi secondi dopo, un ruggito basso e gutturale risuonò per tutta la lunghezza del villaggio.
La terra tremò e Honeymaren spalancò gli occhi. Le sue mani impugnarono istintivamente il coltello che portava sempre con sé.
Ryder, invece, preferiva un’ascia di legno e pietra, l’arma tradizionale dei cacciatori, una versione semplificata.
I due ragazzi si scambiarono un’occhiata. Non c’era bisogno di parlare. La creatura che aveva fatto tremare la terra era un sicuramente enorme.
Forse era un orso, dalla cui pelliccia si ricavavano eccellenti coperte e la cui carne rossa poteva sfamare quasi tutto il clan. O forse era qualcosa di più pericoloso? Cosa viveva davvero nella Foresta Incantata? Dopotutto, gran parte del bosco era rimasto per lo più inesplorato.
Si misero in posizione difensiva, seguiti dal resto delle persone raccolte, e scrutarono tra gli alberi fitti, che avevano assunto improvvisamente un’aria minacciosa, nel tentativo di identificare la fonte di quel rumore.
Boom!
La terra tremò di nuovo, e il cuore di Honeymaren prese a battere più forte: se era un orso, forse insieme sarebbero riusciti a ucciderlo e avrebbero diviso la preda tra i clan.
La giovane ragazza guardò Ryder, e vide gli occhi dell’altro scintillare per l’anticipazione.
Boom. Boom. Crash.
Il rumore si stava avvicinando.
Entrambi i Northuldra ansimarono per lo spavento e indietreggiarono.
Un albero, a pochi metri da loro, andò in frantumi davanti ai loro occhi. Poi, videro la creatura che aveva provocato quel rumore e che senza fatica aveva abbattuto una pianta secolare.
Era enorme, ed era la cosa più orripilante che Honeymaren avesse mai visto. Sembrava quasi un amalgama di bestie diverse, tutte fuse assieme per formare un mostro che pareva uscito dagli anfratti più neri di un incubo, e di fatto era completamente nero.
Aveva grosse ali da pipistrello che spiccavano su di un corpo dalle caratteristiche feline, analogamente alla testa. Ma presto la ragazza si rese conto che la creatura ne aveva due, e la seconda era quella di una capra.
A quel punto, la creatura li vide. Spalancò la bocca felina e mugghiò qualcosa di vagamente animalesco, seguita dal belare della testa di capra.
Come se le loro menti fossero una soltanto, i due ragazzi si girarono verso il resto del villaggio.
<< Correte! >> esclamarono all’unisono. E poi, iniziarono a correre.
Al contempo, la creatura si lanciò nella radura caricando come un toro e investendo qualunque cosa o persona si trovasse sul suo cammino.
Attorno alla coppia si levarono urla e grida di dolore, mentre il respiro della bestia iniziò a farsi sempre più vicino.
Ryder svoltò a destra, seguito dalla sorella, e cercò di evitare i vari focolai che ancora scoppiettavano nel campo.
<< Oh, Spiriti, moriremo! >>
Honeymaren non badò ai lamenti del fratello e indicò un punto ben preciso della radura.
<< Guarda! Laggiù! >> urlò nel panico.
Situato in quella parte specifica della zona, infatti, vi era il tronco di un grosso pino, la cui chioma priva di foglie avrebbe potuto fornire un temporaneo rifugio.
Perciò entrambi i Northuldra svoltarono in direzione dell’albero morto; la chimera non si accorse in tempo della loro deviazione e, nel tentativo di seguirli, rotolò per alcuni metri lungo il terreno fangoso.
Giunti a destinazione, Honeymaren spostò alcuni dei ramoscelli più sottili e fece cenno al fratello di venire con lei.
<< Presto, aiutami a entrare >> ordinò rapidamente.
Rider non se lo fece ripetere due volte e mantenne alti i rami del tronco per permetterle di passare.
Un ringhio risuonò alle loro spalle e la ragazza si voltò appena in tempo per vedere l'enorme testa leonina della creatura che si avventava su di loro.
Honeymaren afferrò il fratello e lo tirò all'interno della cunetta, mentre gli artigli della bestia gli portarono via piccoli lembi di vestiti.
Il ragazzo accasciò a terra ed emise un sospiro.
<< C'è mancato un pelo >> borbottò a bassa voce.
Honeymaren rimase nascosta nell'ombra dei rami, cercando di valutare attentamente le loro possibilità. Pochi secondi dopo, il corpo del Fearling si lanciò con violenza contro il rifugio
Rider si gettò contro un grosso ramo e lo proiettò in avanti per usarlo come uno scudo. Quindi lo bloccò, adoperando come biette una roccia e delle schegge di legno.
Il duo indietreggiò all'interno della cunetta, senza possibilità di fuga. Un colpo vibrato contro il tronco lo fece tremare, e il ramo incominciò a ritirarsi lentamente, sospingendo i cunei.
Un enorme braccio, seguito da una spalla, ricoperto di peli neri come la notte, apparve nella fessura che si allargava sempre di più.
Un’immensa zampa penetrò di forza strisciando lungo il terriccio.
Ryder balzò in avanti e vibrò con tutte le sue forze un colpo sull'immondo arto, ma l’accetta trillò e slittò, cadendo dalla sua mano tremante. La punta si era smussata.
D'un tratto, Honeymaren sentì una collera infuocata avvampare nel proprio cuore. Con un balzo fu accanto al fratello e pugnalò gli artigli della bestia con il coltello.
Si udì un muggito ed il piede si ritrasse indietro spasmodicamente, strappando quasi l'arma dalla mano della ragazza. Delle gocce nere scaturirono dalla lama, sprigionando fumo a contatto con il muschio della selva.
Nel mentre, all’esterno risuonarono grida di guerra.
La coppia di Northuldra uscì dal rifugio e, con loro grande sollievo, notarono che i cacciatori del villaggio avevano fatto ritorno al campo.
Honeymaren udì il sibilo di frecce che fendevano l’aria, e un istante dopo i ruggiti della chimera non erano più colmi di ferocia e rabbia, bensì di dolore, anche se solo per poco.
Dozzine di frecce fermarono la corsa della belva, che cercava urlando di strapparsele dalla carne. Tuttavia, l’attacco improvviso sembrò non turbarla più di tanto: si girò e volse al nuovo gruppo di avversari un’espressione omicida.
Ma l’assalto non era certo terminato: i Northuldra si lanciarono sulla belva, sfoderarono le armi e avventandosi in massa sul Fearling. E fu allora… che accadde qualcosa di ancora più terrificante.
Entrambe le teste del mostro spalancarono le fauci all’unisono. Da quella di capra cominciò a fuoriuscire una strana sostanza, un denso liquida che puzzava di uova marce miste a terriccio.
Poi, la gola della testa leonina iniziò ad emettere un intenso bagliore rosso. E fu in quel preciso istante che il misterioso liquido prese fuoco, producendo una vampata di fiamme che investì in pieno una coppia di cacciatori.
Si udirono urla disperate, mentre gli altri Northuldra si lanciavano a terra per evitare l’attacco improvviso; la chimera non si lasciò certo sfuggire quell’occasione e caricò verso di loro.
Honeymaren chiuse per un attimo gli occhi, temendo che il ricordo della mattanza che stava avendo luogo davanti a lei potesse infestare ogni notte per il resto dei suoi giorni.
Quando li riaprì, scoprì che quasi tutti i cacciatori giacevano a terra, gravemente feriti o svenuti.
Uno di loro spiccava proprio sotto le zampe anteriori della chimera, il cui volto leonino sembrava pronto a ghermire lo sfortunato Northuldra.
Rabbia e paura tornarono ad attanagliarle il cuore. Senza perdere tempo, afferrò una lancia da terra e corse in direzione del mostro.
<< Ehi! >> urlò a gran voce, attirando l’attenzione della chimera.
Dietro di lei, Ryder fissò le azioni della cugina con fare incredulo.
<< Honey, che stai facendo!? >> domandò incredulo.
La ragazza sembrò non prestargli la minima attenzione e fece un passo in direzione dell'essere.
<< Non ti permetterò di fargli del male >> ringhiò attraverso i denti.
La chimera sbatté pesantemente ambe le zampe anteriori sul terreno erboso, sollevando polvere e detriti, ma ciò non scosse minimamente la Northuldra che, al contrario, chiuse il volto in un espressione determinata.
La creatura ruggì, per poi rimanere in silenzio, come pervasa da un improvviso dubbio.
<< Andiamo, cosa stai aspettando? Attaccami! >> la incitò Honeymaren, con maggiore enfasi.
Questa volta, la bestia non se lo lasciò ripetere due volte e caricò in piena prateria. Ad ogni lunga falcata la terra sembrava tremare così come gli alberi del sottobosco.
Muschio e terriccio vennero sollevati a diversi metri da terra, mentre il Fearling affondava gli artigli nel terreno brullo e irto: ormai si trovava a pochi metri dalla sua prossima vittima.
Honeymaren posò lo sguardo in direzione di un abete posto lungo il confine della radura e iniziò a correre verso di esso, prontamente inseguita dal mostro.
Poi, come un uccello pronto a spiccare il volo, la Northuldra compì un balzo e utilizzò il successivo slancio per camminare lungo il tronco della pianta.
Troppo vicino per poter rallentare, la chimera sbatté il muso contro la corteccia dell'albero, riversando schegge e pezzi di legno in ogni direzione e abbattendo il possente tronco come fosse lo stelo di un fiore. Honeymaren non si lasciò scoraggiare e, usando l'arbusto come piattaforma, si lanciò a mezza'aria e compì una rapida capriola su se stessa, prima di affondare la lancia nella schiena dell'essere.
Un urlo come mai prima d'ora si era udito all'interno di quei boschi rieccheggiò per tutta la lunghezza della foresta. Il Fearling cominciò a raschiare la parte superiore del proprio corpo contro ogni albero che gli capitò a tiro, nel tentativo di scrollarsi di dosso quel pungolo fastidioso.
Honeymaren rimase immobile per alcuni secondi, sorpresa che il suo piano avesse effettivamente funzionato. Poi, corse fino al cacciatore ancora disteso a terra.
L’uomo aveva una brutta ferita alla gamba, ma pareva essere ancora tutto intero. La Northuldra si porse in avanti e gli afferrò delicatamente la testa.
<< Ce la fai a camminare? >> chiese con voce colma di preoccupazione.
L’uomo le offrì un sorriso. Tuttavia, prima che potesse rassicurare la ragazza, i suoi occhi si posarono su una visione che riempì il suo volto di terrore.
Honeymaren seguì il suo sguardo… e si bloccò.
C’era un bambino, disteso in mezzo al campo. Aveva le guance bagnate dalle lacrime e i vestiti coperti di foglie.
Doveva essere caduto durante la fuga, ipotizzò la ragazza. Ben presto, si rese anche conto che quel bambino era completamente isolato, una preda ignara e lontana da qualunque tipo di protezione.
E anche la chimera sembrò rendersene conto, poiché volse entrambi i musi in direzione dell’infante, troppo impegnato a piangere per rendersi conto del pericolo in cui si trovava.
<< Harold! >> gridò la ragazza, disperata.
Il bambino drizzò la testa, allarmato da quel grido improvviso… e si bloccò.
L'enorme testa felina della chimera aveva appena invaso il suo campo visivo e lo stava fissando con un paio di occhi rossi come fornaci. E caldo era il fiato infernale che scompigliò i capelli del piccolo Northuldra, quando la creatura spalancò le fauci e rilasciò un ruggito talmente potente da indurre il bambino a coprirsi le orecchie.
La testa da capra belò al tempo stesso, mentre le immense ali della bestia gettarono un'ombra scura sulla figura rannicchiata della povera vittima.
Poi, la testa da leone scattò in avanti con le fauci aperte, pronte a ghermire il gracile corpo del bambino.
Ma ecco che, come dal nulla, un altissimo muro di ghiaccio si innalzò tra mostro e preda, costringendo la testa di leone a retrocedere con un ruggito di collera e disappunto.
Il bimbo, tremante e sconcertato, per un istante recuperò lucidità e si risollevò in piedi, guardando dietro sé.
Il Quinto Spirito! Era tornata, era venuta a proteggerli!
Il piccolo Northuldra notò però che non era lei ad essere in posizione d'attacco, ma uno strano ragazzo dai capelli bianchi che si trovava al fianco della guardiana della foresta. Nella mano destra reggeva un bastone ronzante di energia azzurra.
<< Harold! Vieni qui, presto! >> gli gridò Elsa, mentre la chimera, ripresasi dal colpo, eruttava un gorgo di fiamme nel tentativo di abbattere la barriera di ghiaccio.
Dopo un attimo di esitazione, il bambino si alzò da terra e corse rapidamente fino alla figura dell'ex regina, nascondendosi dietro di lei in cerca di protezione.
La donna gli offrì un sorriso gentile, nel tentativo di rassicurarlo. Poi, volse un'espressione fredda in direzione della bestia alata.
<< Che diavolo è quella cosa? >>
<< A prima vista, direi l’ultimo esperimento di uno scienziato pazzo >> rispose Jack, fissandolo con gli occhi assottigliati attraverso il muro di ghiaccio che aveva creato.
Il mostro stava tentando di scioglierlo con il suo soffio di fuoco, ma sembrava in difficoltà.
Jack prese ad osservarlo con più attenzione. Dopo qualche secondo, capì di quale bestia si trattava.
Era una chimera vera e propria, un mostro della mitologia greca artefice delle stragi più atroci. Ma quella creatura era ancora più inquietante di qualsiasi rappresentazione artistica che aveva visionato nel corso dei suoi trecento anni di vita, perché aveva due occhi color delle braci infernali, privi di iride e pupilla, e soprattutto... era nero.
Nero come la pece…
Ricordò il racconto di Nord e gli avvertimenti di Ombric, e il nome del mostro gli salì alle labbra.
<< Fearling >> sussurrò, intimorito << È una chimera... Fearling... >>
<< Intendi una di quelle creature al servizio dell'Uomo Nero? >> domandò incredula Elsa, notando che la bestia aveva abbandonato i suoi tentativi di sciogliere la parete di ghiaccio.
Pochi secondi dopo, la grossa sagoma del mostro sbattè violentemente contro il muro, producendo numerose crepe e facendolo tremare.
La donna deglutì a fatica.
<< Qualche suggerimento su come sconfiggerlo? >> chiese nervosamente.
<< Temo di essermi perso la lezione in cui lo spiegavano >> ringhiò lo Spirito, avvertendo chiaramente che la sua magia non avrebbe resistito a lungo.
Cercò di ragionare alla svelta. Questa cosa probabilmente aveva una natura molto simile agli incubi purosangue - o almeno lo sperava – ma sembrava assai più resistente.
<< Be', c’è un solo modo per scoprirlo >> borbottò il Quinto Guardiano. << Io lo distraggo. Tu cerca un punto cieco alle sue spalle e colpiscilo con tutto quello che hai. Dovresti essere almeno in grado di rallentarlo. >>
<< Capito >> annuì risolutamente Elsa.
In quel preciso istante, la parete si riversò a terra in una miriade di frammenti di ghiaccio e l'enorme chimera si palesò di fronte alla coppia, ruggendo di pura collera. Annusò l'aria un paio di volte, finché i suoi occhi non si posarono nuovamente sulla piccola figura di Harold.
Elsa passò brevemente la testa dal bambino all'amalgama di bestie, arrivando ad un'inevitabile conclusione. Jack le aveva spiegato brevemente che i Fearlings erano creature che si nutrivano di dolore e paura: in quel momento, il giovane Harold era l'equivalente di una gustosa prelibatezza sul punto di essere ghermita.
La donna strinse gli occhi con aria di sfida e porse le mani in avanti.
<< Non osare toccarlo >> ringhiò freddamente.
Rispondendo alla sfida del Quinto Spirito, la creatura partì alla carica.
Lestissima, Elsa protese le mani in avanti e liberò da ciascuna un getto di puro ghiaccio che colpì in pieno il muso del mostro.
La chimera fu nuovamente costretta a retrocedere, ma con la coda nell'occhio Jack vide che parte della sua testa leonina si era solidificata e congelata, per poi sciogliersi nell'istante in cui la creatura si era portata fuori dalla traiettoria di quell’attacco.
E allora Jack comprese che colpirlo con i loro poteri non sarebbe stato sufficiente. Avrebbero dovuto mantenere un flusso costante di energia anche solo per indebolirlo.
<< EHI! >> gridò, e non appena vide il mostro rimettersi in posizione di attacco verso Elsa e Harold, levò il bastone e gli scagliò un raggio che lo colpì alla schiena.
<< Sono qui, lurida ombra! Prendimi, se ci riesci! Forza! >>
La creatura si voltò di scattò verso di lui...e i suoi piccoli malevoli occhi sembrarono allargarsi.
La testa da leone s'inclinò di lato, osservando lo spirito con evidente curiosità. Vagamente, Jack notò che quella di capra aveva cominciato a mordicchiare le orecchie feline, nel tentativo di richiamare l'attenzione del compagno, o forse di destarlo da quell'attimo di evidente stupore. Era quasi come se la chimera l'avesse riconosciuto.
Poi, gli occhi della bestia cominciarono a menare lampi, mentre il muso da leone arricciò le fauci in un ringhio grottesco e infuriato.
Le due teste ruggirono e belarono in contemporanea. Da quella di capra fuoriuscì ancora una volta un denso liquido che alimentò la fiamma della compagna.
Immediatamente Jack sollevò il bastone ed evocò un lampo di ghiaccio, dissolvendo la vampata in pure scintille azzurre. Puntò la sommità ricurva nella direzione del Fearling, pronto nuovamente ad attaccare.
"Risssorto!"
Un sibilo agghiacciante, freddo e basso, gonfio di rabbia e sdegno. Gli risuonò nelle orecchie, sputato come un insulto velenoso.
Con orrore, Jack vide qualcosa di lungo e sinuoso frustare l'aria: un serpente dagli occhi rossi, che fungeva come coda alla chimera.
Questo lo fissò, e Frost poté leggere nel suo sguardo un odio genuino e millenario. Poi spalancò le fauci e scattò.
Lo Spirito riuscì a spiccare un balzo e a schivarlo, volando sopra le teste; poi, nel più folle e istintivo dei gesti, si gettò a cavalcioni sul corpo della creatura e le conficcò l'estremità ricurva del bastone del corpo, liberando con un urlo l'energia crepitante e gelida del legno, che iniziò ad impossessarsi della superficie color della pece.
Ma la creatura non era intenzionata a demordere tanto facilmente, si agitava molto forte nel tentativo di disarcionarlo e impedirgli di concentrare il proprio potere a lungo termine.
Elsa osservò l'intera scena con il panico negli occhi.
Si girò verso un Harold terrorizzato e disse: << Trova i tuoi genitori e di' a tutti gli altri di allontanarsi il più possibile dall'accampamento. >>
<< E tu che farai? >> domandò il bambino, il tono di voce ricolmo di paura.
Elsa si limitò a inviargli un sorriso rassicurante.
<< Devo aiutare il mio amico >> rispose, per poi evocare una spada di ghiaccio fra le mani.
Fatto questo, si lanciò verso la creatura ed evitò per un pelo una frustata ad opera della sua coda serpentina.
Scivolando sul letto di foglie umide che componeva il terreno, arrivò sotto il corpo della bestia e conficcò la lama in una delle sue zampe posteriori.
La chimera belò e ruggì di dolore, e di rimando tirò alla donna una violenta zampata che la spazzò via come una bambola di pezza.
<< Elsa! >> gridò Jack, che ancora lottava per restare ancorato alla bestia.
Udì un sibilo alle spalle e si abbassò per un soffio, evitando il morso del serpente, ma perse l'equilibrio e scivolò a terra, ai piedi del mostro.
Questo girò entrambe le tre teste nella sua direzione. Con spietatezza sollevò la grossa zampa leonina e la gettò addosso al ragazzo, che stava cercando di risollevarsi.
Lo bloccò a terra, schiacciandogli la spalla per impedirgli di sollevare il braccio con il bastone.
La testa di leone e capra si spalancarono nuovamente, pronte a fare fuoco, ma all'improvviso delle stalattiti di ghiaccio infilzarono il corpo del mostro, che fu costretto a mollare la presa.
Jack rotolò di lato, il respiro affannato, e con la coda nell'occhio vide Elsa creare due fiotti di ghiaccio con cui colpì la creatura.
La chimera cercò di spostarsi, ma le stalattiti la bloccavano. Di fronte a lei, la donna strinse i denti e spalancò i palmi delle mani, aumentando la densità dei suoi attacchi per cercare di velocizzare il congelamento.
Il mostro ringhiò, vedendosi in difficoltà, e a quel punto agitò le gigantesche ali per volare e sfuggire ancora una volta all'assalto del Quinto Spirito. I buchi fatti dalle stalattiti si rigenerarono in un vortice d'ombra mentre il Fearling si lanciava in picchiata contro di lei, schivando un altro raggio congelante.
Elsa cercò allora di difendersi creando uno scudo di ghiaccio sul proprio braccio esposto. Il mostro conficcò i denti nella protezione improvvisata, centrando in pieno la pelle della giovane donna e strappandole un urlo.
<< Elsa! >>
Jack si alzò di scatto e volò verso di lei per aiutarla, liberando un'altra scarica glaciale alle spalle della creatura.
La chimera ruggì, mentre le fauci del leone strattonavano lo scudo e scagliavano di nuovo Elsa a terra.
Il Quinto Spirito si resse il braccio ferito con un gemito, ma non demorse e utilizzò la mano libera per sparare un raggio a sua volta.
Ma la chimera sembrava averne abbastanza di quei loro tentativi. Spalancò le ali, agitandole talmente in fretta da generare una raffica di vento che sbalzò via entrambi gli spiriti, costringendoli a terra.
A quel punto, la testa leonina e quella di capra spalancarono le fauci all'unisono, pronte a riversare un'altra potente fiammata sulla coppia di avversari.
Troppo storditi a causa del colpo appena subito, i due non sarebbero stati in grado di reagire in tempo.
Dalla bocca della bestia scaturì una lunga vampata di fuoco che puntò dritta verso gli ignari spiriti.
Tuttavia, prima che l'attacco potesse carbonizzare i loro corpi… accadde l'impensabile.
Una seconda fiammata ruggì di fronte a loro, incontrando quella della chimera e formando una sorta di barriera tra il mostro, Jack ed Elsa. Ma al contrario del fuoco generato dal Fearling, questo era viola e pervaso da un'aura decisamente più innaturale.
Elsa ansimò per la sorpresa, riconoscendo all'istante l'origine di quell'improvvisa linea di difesa.
<< Bruni! >> esclamò con gioia a malapena contenuta, non appena i suoi occhi si posarono sulla figura di una piccola salamandra turchese che spiccava al centro di quell'inferno
Lo Spirito del Fuoco, i cui occhi erano assottigliati e minacciosi, ondeggiò il corpo. In risposta, le fiamme viola trapassarono in due quelle sputate dalla chimera, dissolvendole: subito dopo, quelle di Bruni si infilarono nella bocca spalancata del mostro e si propagarono all'interno del suo corpo, intenzionate a dissolverlo. Al contempo, la pelle nera del Fearling venne attraversata da lampi di luce viola.
La salamandra emise un sibilo, le pupille dilatate, e cercò di fare appello a tutte le sue forze per contrastare i tentativi del mostro di allontanarsi.
<< Dobbiamo aiutarlo! >>
Elsa si sollevò in piedi quasi di scatto, rischiando di barcollare, ma strinse ancora i denti e liberò un nuovo fiotto glaciale, colpendo il mostro sul fianco e iniziando a congelarlo.
Jack arrivò immediatamente in suo aiuto, e decise di giocarsi il tutto per tutto: strinse entrambe le mani attorno al bastone e chiuse gli occhi.
Il legno iniziò immediatamente a risplendere di un bagliore azzurro, che, ad un urlo del guardiano, esplose in un vortice di luce e ghiaccio. L’attacco avvolse la chimera, combinandosi al fuoco e al ghiaccio degli altri due spiriti.
La bestia ruggì per il dolore, percependo il flusso continuo di energia che cominciava a farsi strada nel suo corpo, distruggendo ogni cellula e granello di sabbia nera di cui era composto.
In preda alla collera, fece appello alle forze rimaste per contrapporsi a quell'attacco combinato e cominciò ad avvicinarsi lentamente al trio di avversari.
Tuttavia, prima che potesse compiere un ulteriore passo, venne improvvisamente investito da un'ondata di vento che lo costrinse a retrocedere.
Elsa sorrise appena, troppo concentrata per poter esultare ma riconoscendo l'intervento di uno dei suoi più fedeli compagni: lo Spirito del Vento che presiedeva la Foresta Incantata o, come veniva amichevolmente chiamato, Gale.
Lanciò un urlo determinato, venendo prontamente seguita da Jack e da un sibilo di Bruni. Al contempo, i tre attacchi cominciarono a crescere di intensità.
Di fronte a loro, la chimera spalancò gli occhi per la sorpresa, ormai incapace di difendersi. Pochi secondi dopo, il suo corpo esplose in una miriade di granelli color pece, mentre una potente onda d'urto riversò polvere e detriti nell'area circostante, facendo calare un'ombra sull'intera radura.
L’istinto fece muovere il corpo di Jack ancora prima che quest'ultimo se ne rendesse conto. Scattò in avanti e agguantò il Quinto Spirito tra le braccia, facendole scudo con il suo corpo da sassi e pezzi di terra sparati in aria. Per un puro colpo di fortuna, entrambi rimasero illesi.
Quando tutto cessò, lui la guardò negli occhi.
<< Stai bene? >> domandò, fissando preoccupato il suo braccio ferito.
Elsa sbatté le palpebre, sorpresa dalla preoccupazione che percepì nel tono di voce della Leggenda. Seguì il suo sguardo, notando la striscia rossa che le attraversava parte dell'avambraccio.
Volse al ragazzo un sorriso rassicurante, pur sentendo le proprie guance avvampare a causa della loro vicinanza.
<< Non ti preoccupare, guarisco in fretta. >>
In effetti, molto lentamente, la ferita stava iniziando a rimarginarsi, e a lungo andare sarebbe sparita del tutto: Jack era rimasto talmente colpito dalla sua perseveranza in battaglia da dimenticarsi che era uno spirito anche lei, e che dunque quelle capacità erano comprese nel pacchetto.
Ricambiò il sorriso e la lasciò, per poi recuperare in mano il proprio bastone e voltarsi a guardare la coppia di creature che aveva appena fornito loro un aiuto vitale. Ad affiancare la piccola salamandra, infatti, ora c’era un ammasso di foglie e polvere fluttuanti concentrate in un punto ben specifico, delineanti una forma vagamente umana.
<< E loro chi sono? >>
La donna volse la propria attenzione nei confronti dei nuovi arrivati. << Ti presento Bruni e Gale, gli Spiriti del Fuoco e del Vento. >>
All’improvviso la piccola salamandra spiccò un improponibile balzo, lanciandosi contro di lei con un guaito eccitato. Elsa sorrise paziente e accolse al volo la creaturina tra le mani, ed essa iniziò strusciarsi sui suoi palmi con gioia a mala pena contenuta, spegnendo di netto le fiammelle che le avvolgevano il corpo.
Intanto, le foglie levitanti nell’aria si bloccarono per qualche istante, e Jack avrebbe giurato che, in un certo senso, il vento stesso stesse inclinando il capo per studiarlo a fondo. In un attimo avvertì i propri capelli scompigliarsi e l'aria pizzicargli la pelle, mentre lo spirito gli soffiò addosso e cominciò a girargli intorno, come se lo avesse riconosciuto.
Di rimando, lo Spirito dell'Inverno si lasciò scappare una risata divertita, poi raddrizzò il capo e studiò attentamente l’entità senza corpo.
<< Ma se tu sei lo Spirito del Vento… significa che sei stato tu a condurmi fino ad Ahtohallan, quando ho richiamato il vento di questa terra. >>
Gale gli spruzzò una ventata sul viso, e una voce ben distinta riecheggiò nella mente del ragazzo, dicendo: “Sì, mio guardiano”.
Elsa fissò l'interazione tra i due spiriti con aria basita.
<< Conosci Gale? >> domandò, sorpresa.
<< Il vento ed io siamo vecchi amici. Ovunque io vada, lui è sempre stato lì a sostenermi >> spiegò Frost, sbuffando via una ciocca dalla fronte. << Anche qui, a quanto pare. Non immaginavo che in questo mondo fosse uno spirito vero e proprio. >>
Gale soffiò forte, disegnando un arco attorno alla coppia di albini e agitando i loro abiti. Di fronte ad una simile scena, Elsa si ritrovò incapace di trattenere una risata.
In quel preciso istante, il Quinto Spirito si rese conto che i vari Northuldra del villaggio avevano cominciato a riversarsi nella radura, consci che la minaccia era stata debellata. Tra loro, riconobbe all'istante le distinte figure della capo sciamana e dei suoi migliori amici, Ryder e Honeymaren, i quali si lanciarono verso di lei con espressioni visibilmente preoccupate.
Elsa sorrise dolcemente.
<< Sono felice di vedere che state… off! >>
Prima che potesse terminare la frase, entrambi i Northuldra la stritolarono in un forte abbraccio.
<< Eravamo così preoccupati! >> esclamò Honeymaren, non badando ai tentativi della ragazza di liberarsi. << Abbiamo assistito all'intera battaglia… per un attimo ho pensato che saresti morta. >>
<< Non io >> si intromise Ryder, con un ghigno fiducioso. << Sapevo che saresti riuscita a gestire quel mostro, avevi tutto sotto controllo... >>
Si fermò di colpo, non appena notò l’occhiataccia che gli stava lanciando la sorella.
<< … ok, forse ero un pochino preoccupato. Ma, ehi, almeno hai avuto aiuto! >> ribatté, indicando il Quinto Guardiano.
Il tempo per Jack parve fermarsi. Spalancò gli occhi per la sorpresa e fissò i vari Northuldra riuniti nella radura, i quali ora avevano i loro sguardi puntati direttamente su di lui.
Non vi era alcun dubbio…
<< Voi… potete vedermi! >> esclamò, sorpreso.
Certo, ormai era da almeno un anno che i bambini di tutto il mondo avevano iniziato a credere in lui, ma questa era la prima volta che incontrava degli adulti capaci di vederlo. Adulti che non erano spiriti come Elsa… ma umani, di questo ne era sicuro. Non percepiva alcun tipo di magia, da nessuno di loro, e sebbene l'anziana ne fosse pregna, non era la magia tipica di uno spirito.
Quest’ultima inarcò le sopracciglia cespugliose di fronte al suo stupore.
<< È così >> dichiarò, con tono di fatto << Noi siamo i Northuldra, il popolo della Foresta Incantata e i protetti degli Spiriti della Natura. Ti do il benvenuto nel nostro regno, Jokul Frosti. >>
Pronunziato quel semplice nome, alcuni dei Northuldra si scambiarono uno sguardo, estasiati ed ammirati. Poiché anche loro, come tutti gli abitanti delle regioni più fredde del mondo, erano cresciuti con le storie di colui che incarnava l’Inverno stesso.
Poi, quasi colpiti dall’istinto, alcuni di loro iniziarono a battere a tempo l’asta dei loro bastoni da passeggio lungo il terreno, mentre il resto li accompagnava in un ben evidente coro di religioso e sacro benvenuto.
( Track 7: https://www.youtube.com/watch?v=iKL4zBxFygw&feature=youtu.be )
Gale si raccolse attorno a Jack, stimolato da quel canto, mentre Bruni scese dalle mani di Elsa e con un guizzo generò delle piccole fiammelle violacee che danzarono nell’aria, per poi esplodere in piccole scintille.
Quando quel rito si interruppe, la capo sciamana Northuldra rivolse la propria attenzione nei confronti dello Spirito dell’Inverno.
<< Una visita propizia quanto inaspettata, la tua. Fin troppo per essere una coincidenza, considerato il Grande Male che ti ha preceduto. >>
Al sentire tali parole, lo sguardo di Elsa si fece improvvisamente cupo.
<< Non sbagli, Yelana. Jack è giunto fino a noi per debellare una grave minaccia. >>
Volse brevemente lo sguardo in direzione del cumulo di sabbia nera che spiccava al centro della radura.
<< E, a quanto pare… è stato seguito >> sussurrò.
Yelana socchiuse gli occhi.
<< Già due volte il Grande Male ha invaso questa terra, ma mai la sua presenza si è manifestata così concreta e terribile, al punto da spingere gli Spiriti stessi ad intervenire. Dimmi, Jokul Frosti… quali oscuri propositi lo animano? >>
<< La ricerca di un'arma, signora >> rispose gravemente l’albino. << Un'arma che potrebbe far sprofondare tutti i regni in una nuova oscurità. >>
Al sentire tali parole, i vari Northuldra si scambiarono uno sguardo assolutamente sconcertato e preoccupato.
<< E tu sei qui per impedirglielo >> intuì la sciamana << Allora sappi che, in qualità di capo sciamano della tribù, offrirò a te e al Quinto Spirito tutto l’aiuto necessario. La nostra terra è stata già minacciata una volta. Non ve ne sarà una seconda. >>
<< Te ne siamo grati >> disse Elsa, inviando alla donna un piccolo sorriso. << Abbiamo visto qualcosa precipitare nei pressi del villaggio. Sapreste indicarci dove è atterrata? >>
Ryder annuì. << Abbiamo visto tutti uno strano oggetto scendere dal cielo. È precipitato proprio al centro dell’accampamento. >>
<< Ha mancato le case per un pelo >> replicò un uomo Northuldra. << Yelana ha detto a tutti di allontanarsi, siccome aveva percepito una forte negatività provenire dalla zona d’impatto. >>
La sciamana confermò con un cenno del capo. << Adesso si spiega il motivo della sua presenza, e soprattutto…la sua natura malevola. In qualità di Quinto Spirito della Foresta, spetta ad Elsa condurti ad esso, Jokul Frosti. >>
Elsa annuì risolutamente.
<< Molto bene >> disse con voce ferma, per poi voltarsi in direzione dell'altro spirito. << Jack… andiamo. >>
Il Guardiano annuì a sua volta, quindi si poggiò il bastone sulle spalle e cominciò a seguire la giovane donna.
In poco tempo, raggiunsero una grande radura situata accanto ad un fiume cristallino, sulla cui riva erano disseminate quelle che Jack riconobbe come delle capanne e delle tende fatte in pelle e pelliccia di animali e paglia, sostenute da larghi tronchi intrecciati con delle corde. Qua e là, sistemati davanti agli usci, erano stati accesi alcuni falò su cui erano sospesi dei pesci probabilmente appena pescati e indirizzati all’affumicamento.
Senza i suoi abitanti, il villaggio dei Northuldra appariva triste e quasi spettrale. Non v’era altro suono nell’aria a parte lo scoppiettio del fuoco, lo scrosciare del fiume e il rumore dei passi dei due spiriti che si avventuravano al suo interno.
Alla fine, la coppia si ritrovò al centro del villaggio. E davanti a loro… c’era era un cratere dai bordi fumanti. La terra attorno ad esso era bruciata o carbonizzata, così come lo erano le piante dell'area circostante.
Poco più basso, proprio al centro del luogo d'impatto, spiccava una strano cubo non più grande di una ruota da carro, nero come la pece.
Elsa inarcò un sopracciglio. Non era decisamente quello che si aspettava, sembrava tutto fuorché minaccioso.
<< È quello? >> domandò con voce incerta.
Jack assottigliò lo sguardo, stringendo istintivamente le dita sul legno del bastone. Anche a lui sarebbe sembrato insignificante, non fosse stato per la sensazione spiacevole che gli attanagliò lo stomaco dopo che ebbe posato gli occhi sull’oggetto.
<< Decisamente. >>
Notando lo sguardo serio dello Spirito dell’Inverno, la donna deglutì nervosamente.
Difficile pensare che una cosa così piccola potesse portare tanta distruzione. Certo, Jack le aveva spiegato che quello era solo un pezzo dell'arma effettiva, eppure le era ancora difficile accettare il fatto che qualcuno fosse stato in grado di creare un oggetto capace di compiere una simile malvagità.
<< E ora? >> chiese, esitante.
Il Quinto Guardiano scrutò l’arma con lo sguardo assottigliato, avvicinandosi lentamente e tenendo il bastone steso in avanti, come se temesse da un momento all’altro che quella cosa potesse animarsi e attaccarli.
Quando gli sembrò che fosse tutto tranquillo, si girò per guardare in volto la ragazza.
<< E ora lo distruggiamo. >>
Elsa inarcò un sopracciglio. << Sai come fare? >>
L’albino fece per rispondere, ma poi si bloccò immediatamente. Fu come se si fosse reso conto solo in quell’istante di quel piccolo particolare.
<< No. In realtà… no. >> ammise con una punta d’incertezza.
Maledizione, tra tutte le cose che avrebbe potuto dimenticare, proprio la più importante! Come aveva fatto ad essere tanto stupido da non chiedere nulla a Padre Tempo, prima di partire!? Lanciò un’occhiata inviperita all’oggetto, come se la colpa di quella prospettiva fosse sua, poi tornò a guardare il Quinto Spirito.
<< Forse potremo provare come con la chimera, ma non sono del tutto sicuro che funzionerebbe. Quest’affare è permeo di energia oscura, credo che rischieremo di fare solamente danni alla foresta. >>
Lo Spirito dell’Inverno tirò un lungo sospiro.
<< La cosa migliore sarebbe portarlo nel mio mondo. Lì c’è una persona che saprà sicuramente come comportarsi. >>
Elsa rimase in silenzio per qualche istante.
<< Mi hai detto… che quel pezzo non è l'unico. Che ce ne sono molti, sparsi chissà dove in altri regni. È corretto? >>
<< È corretto. >> le confermò il Guardiano.
L'espressione sul volto dell’ex regina si fece improvvisamente determinata.
<< Allora ti aiuterò. >> disse risolutamente.
Jack sgranò gli occhi, completamente colto di sorpresa. << Tu... vuoi aiutarmi? >>
<< Ovviamente >> replicò il Quinto Spirito. << Tu stesso hai affermato che quest'arma è un rischio non solo per il tuo regno, ma anche per tutti quelli esistenti, compreso il mio. Non posso, in buona coscienza, ignorare una minaccia simile, per cui… ho deciso che verrò con te e ti assisterò nella tua ricerca. >>
<< Potrebbe essere pericoloso >> la ammonì Jack, con tono di avvertimento.
<< Ho già affrontato situazioni pericolose >> lo interruppe prontamente Elsa. << Credimi, so badare a me stessa. Dopotutto, saresti riuscito a sconfiggere quella bestia senza il mio aiuto? >> offrì con un ghigno impertinente.
Suo malgrado, il Quinto Guardiano si ritrovò a ricambiare quel gesto senza quasi accorgersene.
<< Touché, Regina di Ghiaccio >> dichiarò, levando una mano ed esibendosi in un'ironica reverenza. << Dal momento che non avete alcun timore a rovinare il vostro splendido vestito... voi verrete con me. >>
<< Eccellente >> rispose la ragazza.
In quel momento, i Northuldra sopraggiunsero nel villaggio, accompagnati da Gale e Bruni, mentre la maestosa figura del Nokk si manifestò dalle acque del fiume lì vicino.
<< Miei compagni Spiriti >> chiamò Elsa << Da questo momento, sarà compito vostro proteggere la Foresta e i suoi abitanti fino al mio ritorno. >>
Bruni tirò fuori la lingua biforcuta e sorrise gioioso, Gale soffiò intorno alla figura del giovane donna agitandole i capelli, mentre Nokk si avvicinò alla sua padrona e le sfiorò la fronte con la propria. Poi, si voltò in direzione dello Spirito dell’Inverno.
“Tu la riporterai qui sana e salva” disse nella sua mente, con un tono a metà tra un’affermazione e un’intimazione.
Jack annuì solenne. << Te lo prometto, Nokk. >>
Elsa sorrise fiduciosa di fronte alle parole dello spirito, per poi volgere un sorriso rassicurante verso la tribù indigena, ricevendo espressioni determinate da parte dei suoi membri.
Honeymaren e Ryder si fecero avanti per abbracciarla.
<< Terremo d'occhio le cose finché sarai via >> promise la giovane Northuldra. Affianco a lei, il fratello e annuì in conferma.
Elsa restituì il gesto e si voltò verso Jack.
<< Sono pronta >> affermò con convinzione.
A quella dichiarazione, il Guardiano infilò la mano nella tasca della propria felpa, estraendone un globo magico.
Aprì il palmo e lo mostrò al Quinto Spirito.
<< Viaggeremo grazie a questo: all'apparenza può sembrare una semplice palla di vetro con la neve, ma in realtà è incantata >> le spiegò. << È in grado di generare portali dimensionali. È così che sono giunto nel tuo mondo. >>
Lanciò il globo a terra e questo reagì all’istante, generando un portale sotto gli sguardi sorpresi e intimoriti dei Northuldra.
Jack volse ad Elsa un ghigno impertinente.
<< Solo un avvertimento, Bucaneve: cerca di non vomitare durante il viaggio. >>
In risposta a quella presa in giro, Elsa si limitò ad alzare gli occhi al cielo, pur lasciandosi sfuggire un mezzo sorriso.
<< Me la caverò, Frost >> dichiarò risoluta.
E così, entrambi carichi di determinazione, attraversano il magico varco di luce generato dalla sfera.
 
 
 

Wow, scrivere questo capitolo è stata una vera impresa, abbiamo cercato di rendere lo scontro con la chimera il più epico possibile. Spero davvero che vi sia piaciuto!
Ad eccezione di Jack ed Elsa, tutti i personaggi del capitolo sono comparsi per la prima volta in Frozen 2. Harold è l’unico OC.
Essendo lo Spirito del Vento, Gale ha una sorta di connessione istantanea con Jack, riconoscendolo come suo guardiano. Ci sembrava una scelta appropriata, considerando il rapporto che lo Spirito dell’Inverno ha con il vento del suo mondo. Alla fine, la natura è tutta collegata.
Il prossimo capitolo sarà diviso in due parti, con Nord e Bunny impegnati a cacciare il loro pezzo di Crogiolo e l’introduzione di nuovi personaggi.
  
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