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Autore: Evola Who    19/02/2020    1 recensioni
“E in che anno siamo?”
“Vediamo…” Iniziò ad annusare l’aria: “Siamo negli anni ’30. Più di preciso il 22 ottobre 1938.”
“1938?”
“Già! In pieno autunno. Te lo immagini, Denny? Oramai siamo alla fine di un grande decennio: nuove emozioni, la nascita e il successo del jazz e del blues, i primi film con audio, le grande invenzioni...”
“La segregazione razziale, il protezionismo, il voto alle donne concesso solo
dieci anni fa, la violenza, i poliziotti corrotti e l’inizio di un confitto mondiale”
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“Dottore…” iniziò a dire lei, intimorita e preoccupata: “Dove è andato a finire?”
“Rapito!” rispose lui con tono fermo. “Il TARDIS è stato rubato!”
Genere: Avventura, Comico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Doctor - 11, Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 32
The history of humanity,
according to Danny

 

Dopo essersi schiarita le idee, Denny iniziò a raccontare la storia di come sarebbe andato il mondo nei successivi ottant'anni.

Iniziò col dire che ci sarebbe stato un secondo grande conflitto mondiale, devastante e terribilmente violento, in cui sarebbero morti milioni di innocenti, mentre ai sopravvissuti sarebbe rimasta addosso un'indelebile cicatrice emotiva.

Dopo quel conflitto, però, ci sarebbe stato un grande boom economico, in cui molti avrebbero avuto successo ed avrebbero goduto di una grande tranquillità, anche se sotto lo spettro di una “guerra fredda” tra le due più grandi nazioni, una guerra che avrebbe visto il suo confine fisico in un muro che avrebbe tagliato in due metà l'Europa. Ma, in realtà, quello sarebbe stato soltanto un lunghissimo litigio, mai veramente combattuto, soltanto per dimostrare quale delle due potenze fosse la più avanzata: e avrebbe, inoltre, portato a sviluppare in pochissimo tempo tecnologie molto utili e fino a quel momento inconcepibili.

Inoltre, in quegli anni ci sarebbero state molte rivoluzioni ed innovazioni di vario tipo: sulla moda, sulla tecnologia, sulla musica, sul cinema... piccole e grandi scoperte avrebbero cambiato del tutto il modo di guardare al mondo.

Molte persone, poi, sarebbero scese in campo per reclamare i loro giusti diritti da troppo tempo negati, e sarebbero emersi dei leader che avrebbero combattuto molto tenacemente per questo, a volte anche a costo della propria libertà. E non ci sarebbero state solo proteste, ma anche una grande rivoluzione pacifica in cui ragazzi e ragazze avrebbero condiviso modi di vivere e di concepire la vita molto differenti dal passato.

Cose normalissime per Denny, infatti - normalissime nel suo presente, almeno - lo sarebbero diventate proprio grazie a quei ragazzi, che avrebbero dovuto scontrarsi con moralisti che li avrebbero ritenuti anormali e sbagliati in ogni singolo proponimento.
Ma loro avrebbero combattuto sorridendo sia per i loro diritti sia per esprimere la loro contrarietà ad un sistema che avrebbe sempre cercato di controllarli e di conformali; e, questa loro grande rivoluzione, che avrebbe cambiato la faccia del Novecento, non sarebbe passata attraverso le armi, bensì attraverso la letteratura e, soprattutto, la musica.

Questi giovani avrebbero continuato a protestare a lungo, contro il sistema e contro tutte le guerre, fino a quando il loro messaggio sarebbe finalmente passato, facendo presa sulle coscienze. A quel punto, però, anche le ribellioni sarebbero cessate e sarebbe arrivato il momento del riflusso, in cui sempre meno persone avrebbero continuato ad interessarsi della vita pubblica, per cercare, invece, soddisfazione nella sfera privata.

I giovani avrebbero cercato soltanto sicurezza e tranquillità, ma avrebbero anche trovato rifugio ed evasione da un mondo che sarebbe sembrato loro troppo omologato nelle droghe, che sarebbero divenute il vero cancro del secolo, insieme a una malattia terribile che, mietendo vittime numerose, sarebbe parsa incurabile. E, alla ricerca di un capro espiatorio, si sarebbe ingiustamente addebitata l'origine e la colpa di questa malattia a coloro che sarebbero stati considerati diversi, anormali.

Però, alla fine, quel muro che era stato eretto per segnare il confine tra le due potenze che si contendevano il primato sul mondo sarebbe stato abbattuto e, da quelle macerie, sarebbe spirato un vento di libertà e di cambiamento che avrebbe dato avvio ad una nuova generazione, forse più cinica e disillusa delle precedenti ma anche animata dalla grande voglia di urlare con voce arrabbiata, finché qualcuno non le avesse dato retta, perché essa si sarebbe resa conto di come il mondo fosse sull'orlo di un nuovo abisso ed avrebbe fatto di tutto per evitarlo.

E, poi, ci sarebbero state altre rivoluzioni, altri cambiamenti, altre tragedie, che sarebbero continuate per sempre, e che soltanto i figli del futuro avrebbero potuto conoscere.

Denny terminò di parlare con un lungo sospiro e sorrise.

Indy ascoltò tutto con attenzione, rimanendo molto affascinato da quelle parole e cercando di immaginarsi tutto ciò che stava sentendo, ma fece parecchia fatica a farlo.

E non ti ho detto nemmeno tutto” aggiunse lei.

“E, secondo te, vivrò abbastanza a lungo per vedere tutto questo?”

“Non lo so. Ma, se accadrà, promettimi una cosa.”

"Quello che vuoi."

Denny gli puntò il dito addosso con aria seria e continuò: “Se vivrai per vedere tutto questo, ripensa a quello che ti ho detto e ricordati di non giudicare mai tutte le generazioni che verranno, né per quello che faranno né per quello che diranno. Anzi, cerca di capirli e, se per te le loro scelte saranno giuste, combatti insieme a loro. Abbi sempre una grande apertura mentale, d’accordo?”

Jones ascoltò con attenzione, turbato da ciò che lei gli stava chiedendo di promettere, ma sentì di potersi fidare di Denny. In fondo, quella ragazza proveniva dal futuro e, di conseguenza, pur essendo così giovane, sapeva tantissime cose che lui, invece, ignorava.

“D’accordo, te lo prometto” la rassicurò, ricambiando il sorriso.

“Grande” rispose la ragazza, soddisfatta e con accento divertito. “Già mi immagino di vederti, un vecchio brontolone ma con una grande apertura mentale su tutte le cose.”

Entrambi risero, godendosi quel momento di spensieratezza, prima di tornare ad affrontare il loro problema.

“E, allora, se ho ben capito, voi immagino che viaggiate a bordo della sua astronave e macchina del tempo, quella che siamo venuti a cercare qui.”

“Il Tarids...” confermò Denny.

“Ossia, il ‘Tempo e Relativa Dimensione Interna Allo Spazio’" capì Indy. “La scatola blu” aggiunse, con una risata.

“Già. Non sono mai stata molto brava ad inventarmi nomi sul momento, e nemmeno il Dottore” disse lei, divertita. "Così, quando siamo venuti da te, ti ho detto il nome vero per fare prima."

Poi, ricordandosi le parole pronunciate dall'archeologo quando aveva visto il Tardis per la prima volta, quando erano stati presi, le sorse un dubbio.

“Indy?”

“Sì?”

“Quando hai visto il Tarids, hai detto che ‘era diverso’. In che senso?”

L’archeologo fissò il pavimento con aria triste, cercando di nascondere quel sentimento dietro la sua solita maschera inespressiva.

“Perché mio padre me l’ha aveva descritto in un modo diverso.”
   
 
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