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Autore: Il Moro    20/02/2020    1 recensioni
Zagor viaggia verso sud, diretto al grande raduno dei capi Cherokee. Tex sale al nord, all'inseguimento di un malvivente. Si ritrovano a passare nello stesso luogo, separati dall'abisso del tempo.
La fitta foresta sul fondo della valle appare antica, e silenziosa. Persino gli animali tacciono. Come per non disturbare. Eppure a volte, la notte, si possono udire dei sussurri sinistri...
Riusciranno Tex e Zagor a svelare il mistero de "La valle nascosta"?
Genere: Avventura, Azione, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Corrono superando torce accese e altri segni che le caverne sono abitate, ma senza incontrare nessuno. Il simbolo dell'aquila è ovunque, a volte inciso nella roccia, più spesso disegnato su coperte e teli appesi.
«Qua rischiamo di perderci!» esclama Tiger, alla seconda biforcazione scelta a caso.
«Non possiamo perderci se non abbiamo idea di dove siamo, no? Avanti, da qualche parte sbucheremo.»
Entrano in una camera più ampia, dove una serie di tende divide gli scomparti di una decina di famiglie di pigmei. Ci sono solo donne, che si nascondono sotto le coperte o si infilano in altri cunicoli, spaventate, trascinando dietro di loro i pochi bambini.
Tex e Tiger proseguono la loro corsa. Il rumore degli stivali di Tex sulla roccia è sufficiente a coprire quasi del tutto quello emesso dai loro inseguitori, che hanno i piedi nudi o fasciati di pelli, e non emettono suoni più forti di un sussurro. Solo l'eco di quello stupido grido riempie di tanto in tanto le caverne, rimbombando in un'eco che rende difficile capirne la provenienza.
Giungono infine in una camera più grande di tutte quelle che hanno superato, ben illuminata, con le pareti laterali quasi del tutto ricoperte dai teli con il simbolo dell'aquila. Al centro si spalanca un pozzo naturale nero come la pece. Intorno all'abisso ci sono numerosi trespoli con appoggiate altre pelli decorate con il solito simbolo.
Fanno per proseguire, ma dal cunicolo che stavano per imboccare sbuca un pigmeo armato. Sparano entrambi, abbattendolo e costringendo il secondo a indietreggiare. Scelgono un altro cunicolo, ma anche da lì si affacciano un paio di pigmei. Nel giro di pochi secondi tutte le uscite della camera sotterranea sono bloccate, impossibile sapere quanti pigmei ci siano dietro i primi.
«Che facciamo, Tex?»
«Scegliamo un cunicolo a caso e lo riempiano di piombo.»
«E finendo le munizioni.»
«Idee migliori?»
Ma i pigmei non attaccano, rimangono fermi agli imbocchi dei cunicoli, come se avessero paura di entrare. Alcuni sussurrano qualcosa ai loro vicini.
Una voce rimbomba da uno dei cunicoli. Impossibile capire quale.
«Ah, finalmente ti ho fregato, ranger!»
«Marsden! Eri tu a lanciare quegli urli? Credevo che questi selvaggi ti avessero già fatto fuori.»
«Oh, credo che ne avessero l'intenzione. Ma quando ho visto questo simbolo dappertutto ho raccontato loro che sono la reincarnazione dello Spirito Con La Scure.»
«Di chi?»
«Io sono nato a nord, nei pressi della foresta di Darkwood... Le storie su Zagor da noi si raccontano ai bambini. Questi selvaggi sembrano prenderle molto sul serio. Mi hanno portato questa casacca vecchia e stracciata, e che potrebbe addirittura essere appartenuta davvero a Zagor, e mi hanno acclamato come loro nuovo capo. Quando si dice la fortuna!»
Tex e Tiger girano lentamente su loro stessi, cercando di individuare la direzione da cui proviene la voce.
«La tua fortuna è finita, balordo. Abbiamo già conosciuto un ciarlatano come te, che è riuscito più volte a far leva sulle superstizioni di poveri popoli primitivi convincendoli a farsi ammazzare per lui. Ma, confronto a lui, tu vali meno di uno sputo. Perché tu non riuscirai mai a essere niente di più di un ciarlatano.»
«Ah, è così? Vedremo tra poco se avrai ancora voglia di insultarmi!»
Mardsen lancia ancora il grido, ma i pigmei esitano. Spostandosi Tiger urta uno dei trespoli e lo fa cadere. Il telo finisce a terra con il simbolo verso il basso. Il mormorio che passa tra i pigmei stavolta è chiaramente avvertibile, e ha un tono spaventato.
Seguendo un'intuizione, Tex abbatte altri due trespoli colpendoli con la canna del fucile. Un altro brusio, e un'espressione di terrore si dipinge sui volti dei pigmei, che iniziano ad arretrare lentamente nei cunicoli.
«Tiger! Tira giù tutti questi maledetti simboli!»
Il navajo non se lo fa ripetere, e iniziano ad abbattere sistematicamente i trespoli e a strappare i teli dalle pareti. Il brusio si fa sempre più forte, poi cessa del tutto, quando l'ultimo dei simboli è stato abbattuto. Tex e Tiger si guardano intorno: non ci sono più occhi spaventati a osservarli dai cunicoli. I pigmei sono spariti.
«Ehi, cosa... No, fermi, fermi! Aspettate, fer...»
Mardsen viene gettato di peso nell'ampia camera, rotolando fino a giungere quasi ai piedi di Tex. Porta una casacca rossa strappata e di due misure troppo grande sopra la camicia.
Tex sorride. «Sembra che i tuoi nuovi amici non siano più tali, eh?»
Tex si china e afferra Mardsen per il colletto della camicia, prendendogli la colt dalla fondina. Poi, un gemito sale dall'abisso.
   
 
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