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Autore: Il Moro    20/02/2020    1 recensioni
Zagor viaggia verso sud, diretto al grande raduno dei capi Cherokee. Tex sale al nord, all'inseguimento di un malvivente. Si ritrovano a passare nello stesso luogo, separati dall'abisso del tempo.
La fitta foresta sul fondo della valle appare antica, e silenziosa. Persino gli animali tacciono. Come per non disturbare. Eppure a volte, la notte, si possono udire dei sussurri sinistri...
Riusciranno Tex e Zagor a svelare il mistero de "La valle nascosta"?
Genere: Avventura, Azione, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il gemito si fa sempre più forte. È il grido sofferente di un bambino che piange, ma moltiplicato mille volte. È il fischio di un treno che morde le rotaie, inarrestabile.
Cico si tortura le dita con i denti. «Zagor... cosa...»
Zagor non risponde. È occupato a osservare il riverbero delle torce che si riflette su qualcosa che si avvicina, risalendo la parete dell'abisso. Sono occhi. Molti occhi. Troppi.
Il dio dell'abisso emerge. Il suo gemito è un grido di rabbia e sofferenza. La sua fame è tale da oscurare la luce delle torce. La sua forma è incomprensibile.
Grande ora tre, ora sei volte un uomo, la sua forma cambia come una goccia d'inchiostro caduta in un bicchiere d'acqua. La sua pelle è così nera da assorbire la luce, rendendo impossibile coglierne la forma per più di un istante. Un corpo tozzo, con un numero indefinibile di tentacoli e altri arti. Ovunque, senza alcuna logica, piccoli occhi dai riflessi arancioni.
E, da qualche parte, la bocca che sta emettendo quel grido che sembra di dolore. La bocca con cui ha divorato tutte le precedenti vittime sacrificali.
Risale con calma fluida, fino a torreggiare su Zagor e Cico. I pigmei arretrano e cercano di addossarsi alle pareti della caverna, ammassandosi gli uni sugli altri.
Zagor stringe la presa sulla scure che stava per sfuggirgli. Il mostro cannibale si protende verso di lui. Zagor porta la scure dietro la testa. Il dio dell'abisso emette il suo gemito. Zagor lancia il suo grido di sfida.
«AAAHHYYAAAAAKKK!!!»
Il dio e lo spirito si lanciano l'uno contro l'altro. Due protuberanze simili a tentacoli saettano verso Zagor, che le schiva di misura con un colpo di reni. La scure si abbatte sul mostro, trovando una consistenza molliccia con dietro qualcosa di duro, come colpire un cuscino posato su una roccia.
Il mostro barcolla ma non indietreggia, ed estroflette un altro tentacolo che Zagor schiva abbassandosi di scatto. Zagor colpisce ancora, dal basso verso l'alto, e il tentacolo che torna indietro per venire riassorbito dalla massa scura gli striscia sulla spalla. È caldo come l'inferno e ruvido come carta vetrata, e porta con sé un po' della pelle dello Spirito Con La Scure.
«Ah!» Zagor asseconda la forza del tentacolo e ruota su sé stesso, colpendo l'essere così forte da farlo indietreggiare verso l'abisso. Un altro tentacolo schizza verso di lui, ma lo devia con un colpo della scure che ne taglia via un pezzo, un angolo d'oscurità solida che si perde tra le rocce. La scure colpisce ancora, e un occhio del mostro scoppia come un palloncino spandendo fluidi arancioni.
Con un nuovo gemito il mostro si fa avanti, e una decina di tentacoli schizza fuori. Zagor non riesce a evitarli, stavolta, e viene stretto in un abbraccio rovente. I tentacoli ruvidi lo spellano lentamente, strappano i suoi vestiti e cavano sangue da mille minuscoli graffi.
«Argh!» Zagor grida nella stretta che minaccia di spaccargli le ossa e lotta con la furia di un orso ferito per liberare il braccio armato.
«AAHYAAAKK!!!» la scure si libera strappando pezzi d'oscurità. Zagor la alza e la cala con tutte le sue forze, facendo esplodere un altro occhio e sentendo finalmente cedere anche la parte dura sotto la scorza morbida del mostro.
«AAAHYAAAAK!!!» ancora la scure si alza e si abbassa, togliendo un altro occhio al mostro, e ancora, e ancora, fino a che il mostro è cieco per metà, e barcolla all'indietro, sui tentacoli che si fanno molli.
«No! Zagor!» Cico sfida il terrore che lo sta attanagliando e si lancia verso l'amico, afferrandone il braccio alzato un attimo prima che il mostro lo trascini con sé nell'abisso.
Zagor e il mostro scivolano giù. Cico batte la pancia su una roccia e rimane senza fiato, ma non molla la presa e infila i piedi in delle rientranze per non farsi trascinare giù a sua volta.
Zagor grida mente i tentacoli del mostro gemente si svolgono lentamente dal suo corpo, lasciandovi altre poco profonde ma innumerevoli e dolorose ferite, fino a che il peso estraneo scompare. Zagor cerca il dio dell'abisso con lo sguardo, ma l'oscurità e il silenzio lo hanno già inghiottito.
«Zagor! Non ce la faccio più!»
Zagor trova degli appigli per i piedi e si issa verso l'alto, accolto dal sospiro di sollievo di Cico che rotola sulla schiena, sbuffando. I pigmei intorno, invece, osservano in assoluto silenzio, stupefatti e ammirati. Nonostante il bruciore delle ferite, Zagor vede la possibilità di far cessare i rapimenti nella valle. Rivolge all'abisso un nuovo grido di sfida
«Io sono Za-Gor-Te-Nay! Io sono Lo Spirito Con La Scure!» grida, rivolto più ai pigmei che al mostro scomparso nel buio che lo ha generato. «Io ti comando di tornare nel tuo abisso, mostro!»
Si batte una mano sul petto. «E questo, questo è il mio simbolo!»
Zagor si sfila la casacca stracciata e la appoggia a terra, sul ciglio dell'abisso.
«Finché il mio simbolo sarà qui, tu sarai relegato nel tuo abisso! Questo ti ordino! Non tornerai mai più a tormentare questa gente!»
I pigmei accolgono il discorso nel solito silenzio.
Zagor aiuta Cico rialzarsi e si dirige verso Moses, che è ancora riverso a terra, dolorante. Lo solleva di peso e gli sibila in faccia la sua rabbia. «Tu ora ci guiderai fuori di qui. Subito.»
Moses annuisce, spaventato e rassegnato, e inizia a camminare scegliendo un cunicolo con sicurezza. Il silenzio e gli sguardi che li accompagnano fuori dalla caverna hanno un che di religioso.
   
 
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