Solo quando hanno rimesso in piedi l'ultimo trespolo si accorgono che la caverna si è riempita di pigmei, silenziosi come sempre. Si allontanano dal buco, dirigendosi con calma verso le loro armi ormai inutili, ma i pigmei li ignorano. Si accalcano invece intorno a Mardsen.
Lo raccolgono da terra e lo legano a dei pali che qualcuno di loro ha portato da un cunicolo, fino a che sembra la parodia di una crocifissione. Poi lo sollevano, sussurrando tra loro, lo mettono dritto e lo portano vicino al pozzo. Lì abbassano la rozza croce in modo che le estremità dei pali poggino sulle sponde. Mardsen, a faccia in giù, guarda nel profondo dell'abisso.
Tiger bisbiglia, ma in confronto ai suoni emessi dai pigmei il suo è comunque un grido. «Tex... Dobbiamo lasciarglielo fare?»
«Sì. Guarda bene.» Tex indica Mardsen. Il suo volto è immobilizzato in una smorfia di terrore. «È andato. Il suo cuore non ha retto. Se può tenere chiuso nell'abisso quell'affare, il suo corpo è più utile qui che in una fossa.»
Senza dire altro se ne vanno, cercando di ritrovare il cunicolo da cui sono entrati. I pochi pigmei che incrociano si limitano a farsi da parte, osservandoli in silenzio. Quando finalmente riescono a trovare l'uscita, attraverso la capanna in rovina, trovano ad attenderli l'alba.
«Tex, tu hai capito cosa è successo?»
«Forse... No. Direi di no. Ma i pigmei senza Mardsen a incitarli sembrano pacifici. E la vita che si sono scelti, chiusi nelle stesse caverne in cui abita quel mostro, mi sembra una punizione sufficiente per qualsiasi peccato. Andiamo a cercare i cavalli e poi torniamocene in fretta alla riserva. Ho voglia di sedermi intorno a un fuoco con Carson e mio figlio, passandoci una borraccia di whisky, e di parlare di qualsiasi altra cosa che non sia questa nottata.»
Tiger annuisce, e si inoltrano nella foresta senza guardarsi indietro.
FINE