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Autore: _Freiheit_    21/02/2020    1 recensioni
[Mini long post terza serie]
E finalmente eccola lì. Lì, con quei suoi capelli infuocati e scarmigliati dal vento. Lì, sorridente con quella sua espressione che solo lei era capace di assumere. Lì, a fissarlo così tanto intensamente da fargli perdere quel poco fiato che gli era rimasto in corpo.
La sua Anna.
[Avventimenti: SPOILER!] [Anna/Gilbert]
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna Shirley Cuthbert, Gilbert Blythe
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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-Baci e sorrisi-



Ancora non riusciva a crederci. Si era data un’infinità di pizzicotti per dimostrare a se stessa che quello non era uno dei suoi soliti sogni ad occhi aperti e alla fine fu il suo avambraccio a pagarne le conseguenze: un grosso livido ora marchiava la sua pelle diafana, violaceo e brutto alla vista, ma per lei aveva tutt’altro significato. Sapeva di reale, di amore e di gioia. Gilbert era lì, era tornato da Toronto unicamente per lei, per lei e per nessun’altra. Da quando si erano ricongiunti nessuno dei due aveva smesso per un solo istante di scrutare l’altro, temendo che tutto sarebbe potuto svanire da un momento all’altro. Anna, in più, colpevolizzava la sua fervida immaginazione, accusandola che le facesse vedere cose che magari non erano vere, facendole provare emozioni che per lei sarebbe stato meglio non provare affatto. Ma poi, nel tumulto dei suoi pensieri aggrovigliati e sconnessi interveniva il suo cavaliere, il suo principe dall’armatura scintillante. Bastava un suo sguardo, un suo gesto, e il cuore della giovane ricominciava a pompare furiosamente il sangue nelle vene, facendola arrossire violentemente.

Gilbert, dal canto suo, adorava provocarle quelle reazioni. Amava vederla reagire a un suo semplice ed innocente tocco, dimostrandogli ogni volta quanto i sentimenti di lei fossero reali e profondi tanto quanto lo erano i suoi. E il suo cuore perdeva sempre un battito, i suoi respiri si facevano sempre più corti e frequenti – come se avesse appena terminato una corsa, perché di fatto era quello che davvero aveva fatto. Non era forse stata una lunga gara quella che entrambi avevano percorso durante tutti quegli anni? Tutti gli sguardi sfiorati, tutte le parole appena accennate, o anche solo pensate, tutte le volte che si erano toccati per sbaglio…

Tornò con la memoria al loro primissimo incontro, quando l’aveva salvata da quel prepotente di Billy, e subito rivide la sua Anna: ancora tredicenne, magra e con le trecce a fermarle i capelli, lo sguardo spaventato, ma con gli occhi di una combattente. Se n’era innamorato subito, anche se aveva impiegato anni ad accorgersene, sapeva che il suo cuore si era legato a lei da quell’istante e da allora non lo aveva più abbandonato.

«Anna» la chiamò.

Si erano spostati dalla strada, ora stavano passeggiando nelle periferie della città, mano nella mano, diretti verso luoghi più silenziosi e più adatti ad accogliere il loro primo incontro.

Lei si fermò, puntando i suoi gradi occhi in quelli di lui, mostrandogli ancora una volta quando belli e preziosi potessero essere, illuminati dalla pallida luce del sole canadese. I suoi ricordi di essi non potevano minimamente essere paragonati alla realtà dei fatti, alla bellezza devastante di quella creatura angelica che gli stava accanto, alla delicatezza dei suoi tratti – ora sempre più femminili – che sembravano quasi supplicarlo di essere toccati e studiati da lui. Non riuscendo a trattenersi oltre, Gilbert calò ancora una volta sulle labbra di lei, suggellandole con un casto e profondo bacio.

Anna si sentì di nuovo le farfalle invaderle lo stomaco, il cuore batterle all’impazzata e il fiato farsi sempre più rapido e sconnesso. Sarebbe stato così ad ogni bacio? Oppure col tempo sarebbe finalmente riuscita a controllare il suo corpo e i suoi sentimenti?

Quando si staccarono rimasero a lungo in silenzio, perdendosi uno negli occhi dell’altra, incapaci entrambi di dare parola a ciò che stavano provando in quel momento, ma consapevoli di non essere più soli. Lentamente ripresero a camminare e parlarono a lungo. Gilbert le raccontò della sua esperienza a Toronto, di quanto all’inizio fosse stata dura mettersi in pari con il programma, ma di come ora fosse in pari con i suoi compagni di corso. Le raccontò di quanto fosse bella la città e le promise di fargliela vedere un giorno. Anna, invece, narrò con la sua consueta passione tutti gli avvenimenti che c’erano stati in quell’anno di separazione e che non era mai riuscita a dirgli per lettera. Gli raccontò di Diana, che ora aveva uno spasimante che viveva in città e che passava ogni venerdì pomeriggio per prendere un tè insieme a lei. Parlò di Cole e della sua vita da artista che stava mano a mano prendendo forma. Di Green Gables e di come procedevano le cose alla fattoria. Parlarono così a lungo che intorno a loro calò la sera e così furono costretti a tornare verso la città, costretti di nuovo dall’etichetta a non mostrare troppo il loro affetto reciproco.

Gilbert l’accompagnò fino al suo alloggio, impuntandosi che non l’avrebbe lasciata neanche per un attimo finché avesse potuto. Una volta giunti sotto il porticato le parole si fermarono e di nuovo arrivò il momento di salutarsi, ma questa volta sarebbe stata una separazione decisamente più corta.

«Tornerò domani, promesso» le sussurrò il ragazzo, accarezzandole lievemente il viso con la punta delle dita. Nonostante le loro reciproche dichiarazioni e tutto quello che si erano detti e promessi, lui temeva ancora che lei potesse sparire da un momento all’altro, che lo respingesse per una parola sbagliata o un gesto troppo azzardato. Perciò non si sbilanciò oltre e poco dopo ritirò la mano, sperando e pregando che sarebbe stata lei poi a fare un nuovo passo, a così fu.

Anna sussultò appena al tocco gentile e lieve di lui, beandosi di quella piccola attenzione che sapeva essere riservata unicamente a lei, ma quando poi Gilbert ritirò la mano tutte le sue sicurezze vennero meno e non poté fare a meno di chiedergli con lo sguardo cosa fosse successo. Alzò nuovamente gli occhi nella sua direzione e per poco non perse un battito: Gilbert la stava guardando con la forza di un uragano, pregandola mutamente di fare lei qualcosa, di dargli un segno che anche lei provava disperazione alla sola idea di separarsi ancora da lui, e così si lasciò andare. Con estrema lentezza eliminò la piccola distanza che si era creata tra loro e si posizionò ad appena un soffio dal suo viso, incatenandolo con la sola forza dei suoi sentimenti, poi, ancora più lentamente, catturò le sue labbra, imprimendo in quel gesto tutto l’amore che provava per lui. Anna fece scorrere nella mente tutti i più bei ricordi che aveva di Gilbert, tutte le volte che si erano parlati, o anche solo guardati, le lettere che si erano scritti, il Natale che avevano passato insieme, il loro primo ballo…

«Ti ricordi il ballo alla scuola?» chiese di getto, staccandosi improvvisamente da lui.

Gilbert fu bruscamente costretto a tornare alla realtà attuale, lasciandosi alle spalle le bellissime sensazioni che gli aveva suscitato il bacio di Anna.

«Certo che lo ricordo, come potrebbe essere altrimenti?» rispose lui sogghignando e accarezzandole gentilmente il viso.

Anna arrossì nuovamente, ma si impose di mantenere il controllo e di procedere a parlare.

«Vorrei farlo ancora».








Note dell'autrice:
Rieccomi col secondo capitolo. So che è molto corto, ma di fatto ho sempre detto che questa sarebbe stata una MINI-long, per questo abbiate pietà di me ç_ç Sono troppo innamorata di loro due e non posso trattenermi.
Lasciatemi un commento e fatemi sapere i vostri pareri <3

 
   
 
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