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Autore: Myra11    22/02/2020    3 recensioni
[SPOILER per l'Ascesa di Skywalker se non avete visto il film-NON LEGGETE]
Rey e il redento Ben hanno vinto.
Insieme, come avrebbe dovuto sempre essere, hanno trionfato sul Lato Oscuro.
Ma mentre le azioni del passato tornano a tormentare Ben, una nuova minaccia incombe sulle galassie, e il richiamo del sangue potrebbe rivelarsi molto difficile da ignorare per Rey.
[Finale alternativo perchè SI, Ben Solo è stato sprecato, e meritava di meglio, meritava un intero film almeno ç_ç e insieme al finale alternativo, se riuscirò a non lasciarla in sospeso xD una storia nuova :) Ho messo OOC tra gli avvertimenti per sicurezza, anche se cercherò di fare del mio meglio per non sforare ^^'']
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ben Solo/Kylo Ren, Rey
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO XI

 


Era buio intorno a lei, e il silenzio era così totale da essere soffocante.

Guardandosi intorno vide solo il nulla, eppure sapeva di non essere sola.

Avanzò in quell’immensa oscurità, e all’improvviso si rese conto di un dettaglio.

Non riusciva a sentire nemmeno il proprio respiro.

Il brivido le scivolò lungo la schiena mentre il buio si apriva intorno ad una figura che lei conosceva bene.

«Ben?»

Era lui, ne era sicura, eppure allo stesso tempo il dubbio le sussurrava nella mente.

Il mantello che portava s’increspava nel buio attorno a lui, ma lei si trovò a sentire la mancanza di quell’oscurità totale quando la luce rossa ne squarciò il velo.

«Ben, che stai facendo?» Le tremava la voce mentre lui avanzava.

Inesorabile, sicuro, feroce.

Quello non era Ben Solo.

«Rey…La mia Rey.»

Era una voce fredda, apatica, lontana.

La voce di Kylo Ren.

La spada rossa la trafisse da parte a parte, e il sole squarciò il buio mentre lei riapriva gli occhi.

 

 

Fu come tornare a respirare dopo una lunga, terribile apnea.

Gli occhi di Rey si aprirono, e lui si trascinò vicino a lei trepidante.

I loro sguardi si incrociarono e per un breve, eterno attimo vide la sua confusione, la gioia nel vederlo, e qualcos’altro, l’eco di quella frase che lei non aveva completato.

E poi tutto svanì in un istante, la sua mano corse a quella ferita ormai inesistente nel suo corpo e lei gattonò all’indietro.

«Non toccarmi.» Gli ordinò quando lui allungò una mano, e Ben comprese.

«Rey, ascoltami. Guarda dove siamo, dimmi cosa ti ricordi.» Mormorò con voce paziente, mentre una parte di lui registrava che i Fantasmi erano ancora lì, ma Rey sembrava non vederli.

Alle sue parole la giovane donna esitò un attimo, guardandosi intorno.

Fece scorrere lo sguardo sul pavimento rovinato, sui corpi in armatura rossa che si stavano decomponendo e su quelli il cui sangue era ancora caldo.

Osservò i grandi spalti, le figure che sussurravano nel buio.

Si tirò in piedi, impacciata, e Ben dovette sforzarsi di non toccarla.

Era lì, era di nuovo viva, respirava.

«Tu mi hai ucciso.» Lo accusò, e sull’eco delle sue parole la spada rossa le scivolò in mano.

Era più lontana di quanto non fosse mai stata.

Ben sentì il brivido freddo della paura scivolargli lungo la schiena.

L’aveva forse persa per sempre?

Guardò il fantasma di suo zio con la coda dell’occhio, e comprese.

Rey non li vedeva, perché il Lato Oscuro non era collegato alla Forza in quel modo, e in quel momento lei era ancora legata ad esso.

Si alzò in piedi, le mani alzate a mostrare che non aveva intenzione di attaccarla.

Era esausto, e il sollievo di vederla nuovamente sana e salva stava drenando le poche forze che gli restavano.

«Ho dovuto. Guardati.» Le sussurrò, sentendosi come se stesse cercando di ammansire un animale selvaggio.

E spaventato, si ricordò notando come Rey stava chiusa sé stessa, gli occhi che vagavano da lui ad una possibile via di fuga, la mano stretta sull’elsa della spada.

Nonostante questo lei lo assecondò, abbassando lo sguardo sui propri abiti, e lui vide la confusione farsi strada nei suoi occhi.

Occhi che non erano del loro solito colore simile al cioccolato, ma erano di un profondo rosso scuro.

«Cosa…che cosa ho fatto?»

Ben deglutì a fatica, sentendo il groppo in gola minacciare di soffocarlo.

E poi raccontò.

Raccontò delle notti insonni, di come la preoccupazione e la rabbia l’avessero consumata, e di come lei avesse ribaltato i loro ruoli, domandandogli di unirsi a lui ma rifiutando il loro legame al tempo stesso.

«Dobbiamo andare, Rey. Questo posto non è sicuro per te, ora che loro non sanno più se fidarsi o no.» Le spiegò, accennando alle figure sugli spalti che si stavano muovendo in sussurri.

Ma lei era acciaio e determinazione, e la sua spiegazione non l’aveva convinta, non del tutto, né aveva superato la sensazione di tradimento che il suo gesto le aveva fatto scoppiare nel cuore.

«Io mi fidavo di te.» Sussurrò lei con la voce rotta, e fece più male di qualsiasi ferita fisica.

Non riuscì a reagire in tempo, e l’onda d’urto della Forza lo mandò a ruzzolare lungo il pavimento macchiato di sangue e gli mozzò il fiato.

Quando sollevò lo sguardo Rey stava fissando il trono semi distrutto dei Sith.

«Lei non ricorda.» Sussurrò Leia al suo fianco. «Non ricorda di essere passata al Lato Oscuro, Ben.»

Spostò lo sguardo su sua madre, e vide il dolore nei suoi occhi, e comprese l’affetto che lei provava per la ragazza, e la sofferenza per la loro situazione.

Fu Luke a tendergli la mano, e per un attimo il loro passato fluttuò nell’aria, separandoli ancora una volta.

Alla fine Ben cedette.

Afferrò la mano del fantasma e lasciò che lo aiutasse ad alzarsi.

«Rey!» La chiamò a voce alta, zoppicando verso di lei, sentendo l’immensa fatica degli scontri precedenti piegargli le spalle.

Ma non poteva arrendersi, non ancora, non ora.

Lei stava salendo i gradini del trono, eppure fu istintivo voltarsi al suono della sua voce.

Fu un secondo.

Un attimo fuggente di esitazione, e Ben agì.

Alzò una mano verso di lei, usando la Forza per farle perdere conoscenza, e la sollevò tra le braccia prima che toccasse terra.

Richiamò le tre spade laser, e si prese un attimo per osservare l’elsa nera della sua lama a croce.

Era stata il simbolo del suo dolore, della sua rabbia e del suo rifiuto prima, e poi era stata l’ancora di Rey verso il Lato Oscuro.

Aveva senso portarla con sé?

«Ha senso.» Mormorò Luke dietro di lui. «Il cristallo guarirà, Ben, perché questo è il destino di quella spada.»

«Cercaci, figlio mio. Quando tutto questo sarà finito, cercaci.»

Si voltò a guardare suo nonno, che dopo aver riportato in vita Rey era rimasto in silenzio.

L’uomo nato per pura volontà della Forza, corrotto dal Lato Oscuro e morto nella Luce.

Di sicuro, si promise, quella non sarebbe stata l’ultima volta in cui l’avrebbe visto.

Con uno sforzo immane si mise in cammino, lasciando una scia di sangue sui propri passi.

Ancora una volta, il tragitto del ritorno sembrò interminabile.

 

Vedere il Millenium Falcon ad attenderli fu un’ondata di sollievo che Ben non si sarebbe mai aspettato di ricevere da quella nave.

Gli ultimi metri furono una fatica immane.

Gli si annebbiava la vista, i piedi non ne volevano sapere di alzarsi dal terreno e Rey, svenuta tra le sue braccia, sembrava pesare come tutte le decisioni della sua vita.

In qualche modo riuscì a salire sul mezzo di trasporto, e immediatamente abbandonò la donna sopra i sedili.

Non ebbe nemmeno il tempo di prendere fiato, perché una voce che strepitava dalla radio lo attirò in sala comandi.

«Poe?» Domandò abbassandosi sul sedile.

«Ben, grazie al cielo! Dove diavolo sei?»  Sbraitò il pilota, la tensione nella voce che si rifletteva nella tensione nei suoi muscoli. 

«Io…su Exegol. Avevo un lavoro da svolgere.» Sospirò massaggiandosi gli occhi con due dita.

«Allora sbrigati a tornare, i ricognitori hanno portato voci di uno Star Destroyer in giro per la galassia.»

Ci volle tutto il suo autocontrollo per non sbottare.

Uno Star Destroyer voleva dire che Rey l’aveva mandato chissà dove, a fare chissà cosa.

«Arrivo.»

Staccò la comunicazione e si prese un attimo di pace.

Stava usando ogni briciolo di energia restante per raccogliere la Forza necessaria a chiudere le sue ferite, ma la cosa gli annebbiava la mente, unita ai tanti- troppi – pensieri.

E che non riusciva a sentire Rey.

Là in quell’angolo del suo cuore dove lei avrebbe dovuto esserci  - dov’era sempre stata – c’era ancora il freddo vuoto del Lato Oscuro.

Fu quasi per caso che gli cadde lo sguardo sui due dadi dorati che penzolavano sopra i comandi.

Se suo padre aveva creduto in lui quando nemmeno lui stesso l’aveva fatto, di sicuro non avrebbe rinunciato a Rey così facilmente.

«Palpatine o no, tornerai da me.» Attivò il Falcon e inspirò profondamente. «Te lo prometto.»

 
  
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