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Autore: CapitanCivettictis    23/02/2020    0 recensioni
“Invidio i comici.
Anche se non hanno voglia di ridere riescono comunque a far ridere gli altri.”
Genere: Demenziale, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: Missing Moments, Nonsense, What if? | Avvertimenti: Furry
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Mi mancava pochissimo per finire di pagare il mutuo, pochissimo.

Giravo nel boschetto con la pala in mano, cercando di ricordare quali sassi avessi colpito in cerca di pepite d’oro, ma ero completamente persa.

Ormai era primavera e il terreno era umido per via degli ultimi ghiaccioli che si stavano sciogliendo, avevo un paio di stivaletti di gomma nuovi presi da Ago e Filo, e il suono che facevano nel sottobosco umido faceva un po’ schifo.

All’improvviso sentii uno SCHAF diverso e delle goccioline bagnarmi la mano. 

C’erano due grosse pozzanghere, e in una delle due trovai una vecchia sciarpa e un cappello a cilindro.

Chissà cosa ci facevano in mezzo al bosco. Magari qualcuno li aveva persi…

Decisi di asciugarli come meglio potevo e di portarli da Ago e Filo.

Dissi loro che volevo vendere.

-be'…- disse Agostina -Magari possiamo riciclare il tessuto?

Mi diede giusto 100 stelline per i materiali, ma a me ne servivano solo 80!

Corsi al municipio per incassare. Pelly fu molto sorpresa.

-Ma hai estinto il tuo debito nei confronti del signor Nook! 

Fui così contenta e orgogliosa che decisi anche di donare a poveropoli le 20 stelline che mi avanzavano, visto che lì mangiavano solo tortini di fango senza Ketchup.

Uscii dal municipio che ancora non ci credevo, ma era tutto vero! Urrà! Avevo finalmente finito di pagare il mutuo sulla casa!

Corsi al negozio del Signor Nook per dirgliene quattro ora che finalmente non avevo nessun debito con lui. Oh sì, gliene avrei dette di tutti i colori a quel ladro mascalzone truffat-

-Grazie! Grazie mille! Pelly mi ha dato la notizia! Ma senti un po’ non ti piacerebbe un secondo piano…

 

Pescavo al fiume perché in fondo, quel nuovo allucinante mutuo non si sarebbe pagato da solo, quando sentii il suono della disperazione. Trottolo era venuto davanti alla casa di Genji per essere triste per un pochino.

Dissi a Trottolo che mi dispiaceva molto per Genji.

-Sì, dispiace anche a me…- Rispose, ma c’era anche qualcos’altro che lo turbava.

-Tu… ricordi qualcosa di ieri sera?

Scossi la testa, ma mentivo. Durante il giorno i ricordi avevano cominciato a riaffiorare, ma erano così sgradevoli che man mano che mi tornavano alla mente cercavo di respingerli e nasconderli da qualche parte nel mio subconscio.

-Ah… Ahah, nemmeno io dopo tutto…

Mentiva anche Trottolo.

Sedemmo uno accanto all’altra e pescavamo pigri. Non era lo stile di Trottolo.

Sentimmo il fischio di una teiera dietro di noi, ma solo io mi voltai.

Ora che ci facevo caso non mi sembrava di vedere un cartello vendesi davanti a casa di Genji.

E dissi a Trottolo che mi pareva di vedere le luci accese.

Le orecchie di Trottolo si rizzarono e guardó immediatamente le finestre illuminate di Genji. In fretta corse alla porta e io lo seguii a ruota. Ci fiondammo dentro la casa con l'illusione di trovarci Genji come al solito, ma trovammo invece un salotto completamente arredato, ma di Genji nemmeno l'ombra. 

Che si fosse già trasferito il nuovo inquilino?

Uscimmo più confusi che mai, e Trottolo aveva perso ogni speranza. 

-Magari è un camaleonte ed è timido.

Ma io avrei riconosciuto quell'arredamento giapponese ovunque, e sapevo bene che se Trottolo non fosse stato accecato dalla tristezza l'avrebbe notato anche lui.

-Se fossi un camaleonte sì che vincerei tutti i tornei di Boxe.

Sentii la voce alle mie spalle, e non c'era dubbio.

-G-Genji…

Trottolo avvicinó una mano al volto di Genji, come se si aspettasse di non poterlo toccare.

-Hey Trottolo…- le punte delle dita di Trottolo sfiorarono una guancia morbida di Genji che non riusciva a reggere lo sguardo.

Né il silenzio a quanto pare.

-s-sai io… ho perso il passaporto e senza non potevo di certo partire, no? Ecco ho detto al mio coach che avevo bisogno di allenarmi ancora e questo villaggio mi piace e- Trottolo saltò con le braccia al collo di Genji che avrebbe certo perso l'equilibrio se non fosse stato per i muscoli di marmo nelle sue gambe.

Trottolo piangeva a dirotto nel petto di Genji e gli diceva cose affettuose in modo violento.

-Se lo fai di nuovo ti faccio un RKO- oppure -mi sdraio sulle valigie e dovrai sollevarmi con le gambe, non con la schiena!- e altre cose che non avevano proprio senso.

Genji sorrise e si scusò sottovoce accarezzando la criniera di Trottolo -Shhh…- gli diceva -Sono qui.

Mi allontanai cercando di non fare rumore, perché la situazione cominciava ad essere imbarazzante per me.

 

Visto che avevo finito di pagare il mutuo mi meritavo un giorno di vacanza. Il giorno seguente, era il gentilgiorno, il negozio di Nook era chiuso, perché aveva deciso di usare il mio mutuo per espandere il suo negozio, lo si poteva vedere seguire i lavori come un vecchietto mentre parlava di grandi centri commerciali e assurdità del genere.

Tortimer, era in municipio, aveva deciso di portare un caffè a Pelly e Polly per il gentilgiorno.

Bartolo, Blatero e Celeste osservavano le nuove costellazioni insieme: c’era la bellissima Trottolo e la costellazione un po’ storta Genji, il mio sacchetto di stelline, l’ape e la canna da pesca.

Antonio e Melba avevano rotto, Melba aveva deciso di corteggiare Mike ma lui era troppo impegnato a giocare ai videogiochi con Antonio.

Feci un complimento a Melba e lei arrossì. -Wow grazie! E tu hai un bel… Cappello?

Mi misi in posa per mettere in mostra il mio cappello a falde larghe e ringraziai, Melba era molto dolce in realtà, erano i ragazzi che la facevano uscire di testa.

Prendemmo un té insieme e mi fece vedere i suoi fiori e gli ibridi che aveva fatto crescere, mi diede anche delle dritte.

Felidia era malata, forse, ma Felidia non piaceva a nessuno.

Trottolo e Genji ovviamente stavano facendo una gara all’ultimo complimento.

-Hai degli occhi splendidi!-

-Sei la mia ispirazione!-

-Vorrei avere la tua forza!-

-Vorrei avere il tuo talento!-

E così via, con quel loro modo virile di volersi bene.

La sera ci fu una festa in spiaggia, accendemmo un falò e ci sedemmo mentre mangiavamo noci di cocco e giocavamo con la sabbia.

Il villaggio era come una grande famiglia, e anche se non cambiava spesso, ognuna delle piccole cose che succedevano ogni giorno era un’avventura.

Seduta così sulla spiaggia, aspettando l’estate, mi pareva che la mia vita non sarebbe cambiata mai, e mi andava bene così.

 

Quando arrivò la mattina, molte persone erano radunate davanti a casa di Felidia, dove adesso c’era un cartello che diceva “Vendesi”.

-Se n’è andata! Non ci posso credere!

-Eppure mi sembrava stesse bene qui.

-Ho sentito che le hanno proposto un lavoro presso un’agenzia di moda.

Genji, che passeggiava con un braccio intorno alle spalle di Trottolo, chiese cosa stesse succedendo.

Risposi che Felidia se n’era andata.

-Ah, è la prima volta che qualcuno si trasferisce da quando sei arrivato qui,vero? È un po’ triste ma anche eccitante!- disse Trottolo.

-E adesso cosa succederà?- chiese Genji.

-Adesso magari qualcuno comprerà la casa vuota di Felidia, mi chiedo che tipo di persona potrebbe essere…

Dissi che sicuramente non era un camaleonte timido.

Mentre gli abitanti del villaggio giravano molto più spesso vicino ai cancelli della città, in attesa del taxi di Remo, io andai a vendere frutta al negozio di Tom Nook, che intanto aveva riaperto i battenti ed era ancora più grande di prima.

  
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