Storie originali > Drammatico
Segui la storia  |       
Autore: Soul Mancini    24/02/2020    4 recensioni
Frammento dopo frammento, giorno dopo giorno, la vita di Ives scivola via e la sua anima si spegne pian piano. Quell'anima che era così pura e luminosa, ma che come la fiammella di una candela tremola a ogni soffio di vento.
Dai suoi primi giorni di vita, una serie di momenti che l'hanno portato a bucare la sua pelle con l'ultimo, fatale ago.
[Il capitolo "VIII" si è CLASSIFICATO SESTO al contest "November Rain" indetto da MaryLondon e giudicato da Juriaka sul forum di EFP.]
[Il capitolo 'XII - Like a crystal tear' si è CLASSIFICATO SECONDO al contest "This is our place, we make the rules" indetto da mystery_koopa sul forum di EFP.]
Genere: Introspettivo, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Needles'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
V
 
 
 
 
 
Perditi nella musica nel momento in cui ti appartiene.
[Eminem]
 
 
 
 
È la prima volta che prendo un basso in mano, ma già sento qualcosa scorrermi nelle vene e arrivarmi al cuore, qualcosa che non avevo mai provato prima.
Lo strumento è color legno chiaro, è tutto ammaccato e ha un suono che mi fa tremare. Fa tremare i vetri, le pareti, l’aria, tutto ciò che c’è intorno.
È un uragano, è distruttivo, un po’ come me.
“Ives, non è accordato” cerca di richiamarmi Ethan.
Ma io non lo sento e non mi accorgo nemmeno più del freddo pungente che c’è in quel garage dalle pareti macchiate di muffa.
“Forse è il caso di dargli un plettro” commenta Sammy, l’amico batterista di Ethan.
Non sento nemmeno lui, lo voglio ignorare, rapito come sono. Pizzico una di quelle corde così grosse, mentre i polpastrelli della mano sinistra iniziano a bruciare, tanto li premo sulla tastiera. Non so se quello che sto suonando è un do o un re, però mi piace.
In quasi dieci anni di vita non avevo mai provato una sensazione del genere. Mi sento così… completo.
Quando finalmente sollevo lo sguardo – non so dire se siano passati pochi secondi o due ore – Ethan e Sammy mi stanno osservando perplessi e divertiti, il primo mentre giocherella col cavo del suo amplificatore e il secondo con le sue bacchette.
“Quindi… vorresti entrare come bassista nella nostra band?” mi chiede Sammy con un enorme sorriso. In realtà non gli ho mai visto un’espressione diversa da quella da quando sono entrato nel suo garage e l’ho conosciuto e questo lo rende ancora più buffo, insieme ai capelli rosso accesi e al miliardo di lentiggini sparse per tutto il viso.
“Certo!” rispondo d’istinto. “Io non lo so suonare, ma imparerò. Lo voglio fare!”
E così adesso sono il bassista di una band di cui non conosco nemmeno il batterista – questo però non è un problema, faccio amicizia molto facilmente. E poi se è un amico di Ethan dev’essere per forza un tipo a posto.
Ma soprattutto non capisco un accidente di musica.
Ethan mi sfila il basso dalle mani – anche se non glielo vorrei cedere – e lo osservo mentre muove quelle strane manopole all’estremo del manico. Servono per accordare, mi ha spiegato. Dovrò imparare, se voglio essere un bravo bassista.
Lui è un bravissimo musicista, anche se è ancora piccolo. Suona la chitarra da sempre, è la sua più grande passione e a volte l’ha anche portata con sé quando siamo usciti insieme, ma non sempre perché non la vuole rovinare. È bravo e conosce un sacco di musica.
Probabilmente se non fosse stato per lui non avrei mai provato a suonare qualcosa.
 
 
Quando sono costretto a separarmi dal basso di Sammy – è suo, così come la batteria e il garage in cui ci siamo rintanati; suo padre aveva una scuola di musica anni fa – sento subito una mancanza, è come se mi avessero strappato da un abbraccio. Voglio che quelle vibrazioni mi avvolgano ancora il corpo, voglio imparare tutti i trucchi e gli stratagemmi per ottenere un suono come piace a me. Voglio imparare a parlare attraverso quelle quattro corde, un po’ come quando Ethan inizia a suonare la chitarra e tutti ammutoliscono rapiti.
Voglio un basso tutto mio da poter suonare in ogni momento.
Zia Maura non sarà per nulla contenta quando glielo dirò. Ultimamente non è mai contenta di quello che faccio.
Sa che vado in giro per i fatti miei, che mi sono fatto degli amici e che mi sono strappato i jeans per essere più figo; si arrabbia sempre un sacco quando faccio tardi la sera e torno a casa quando ormai è buio. E non le piace la gente che frequento.
Qualche giorno fa le ho anche rubato qualche moneta dal portafoglio, ma non diteglielo.
Forse, se le prendessi una monetina al giorno, senza che se ne accorga, riuscirei a racimolarne abbastanza per comprare un basso.
 
 
   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Drammatico / Vai alla pagina dell'autore: Soul Mancini