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Autore: Golden locks    25/02/2020    3 recensioni
[Crossover Death Note/Harry Potter]
[Cenni Lawlight, Hermione/Ron, Harry/Ginny. Near potrebbe risultare giusto un po’ OOC]
Tra le antiche mura di Hogwarts, Nate nutre un tenero e puro sentimento per il bel Mihael e farebbe qualsiasi cosa per poter baciare le sue labbra. Purtroppo, però, questo amore non è ricambiato dato che Mihael è pazzo di Mail. Così Nate non si arrende e decide di ricorrere alla magia pur di ottenere quel tanto desiderato bacio, ma si mette nei guai...
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: L, Light/Raito, Matt, Mello, Near | Coppie: L/Light, Matt/Mello, Mello/Near
Note: Cross-over, Lime | Avvertimenti: nessuno
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❤ Per le tue labbra 
 
 

Nate sospirò. Dal suo tavolo dei Corvonero, davanti al suo piatto con cosce di pollo, patate e altre verdure, se ne stava lì a sospirare peggio di Mirtilla Malcontenta. Quando Luna, che aveva il posto proprio di fronte a Nate e gli puntava spesso gli occhi addosso, glielo faceva notare, Nate sbuffava annoiato e L, che gli sedeva accanto, sorrideva divertito. Questo praticamente a ogni pranzo e a ogni cena.

“Nate, perché stai sempre a fissarlo?” chiese prevedibilmente Luna proprio in quel momento.

“E tu perché fissi sempre Nate, Luna?” chiese L staccando un pezzo di pane con i denti. 

Lei arrossì e si avvalse della facoltà di non rispondere. Però aveva ragione a chiederglielo, provando una simpatia particolare e quasi romantica per Nate. 
Nate passava gran parte del suo tempo a guardare Mihael. Si potrebbe affermare che avesse una bella cotta per lui, ma non sarebbe del tutto corretto. Nate, infatti, nutriva un grande sentimento e una vera e propria adorazione per quel bellissimo ragazzo dai capelli d’oro.

Lì, tra le antiche mura di Hogwarts, quanti sospiri innamorati alla finestra della sua camera pensando a lui, quanti furtivi sguardi adoranti mentre Mihael passava veloce per i corridoi con i libri sotto braccio tra una lezione e l'altra, quanta ammirazione quando vedeva Mihael scherzare con gli altri compagni e la sua risata si levava leggiadra per l'aria frizzantina del mattino e i suoi finissimi capelli risplendevano al sole con mille riflessi d'oro.
Nate non aveva mai confessato apertamente i suoi sentimenti per quel giovane adone a nessuno, quindi dall'esterno si poteva quantomeno affermare che avesse una bella cotta. Cotta e stracotta.
Molto bello, non trovate? Peccato che il suo amore non fosse affatto corrisposto. Mihael infatti, viveva solo per Mail. Sembrava che respirasse e che il suo cuore battesse solo per lui. Tra i due c’era un’alchimia magica e misteriosa, quel qualcosa di ancestrale, inspiegabile e indefinibile che attira irrimediabilmente due esseri umani e li tiene uniti come il ferro e una potente calamita. 

Nate sapeva che quei due erano amanti. Tutti lo sapevano, anche gli insegnanti e perfino il preside, perché loro non facevano nulla per nascondersi. Erano uniti da una passione profonda e viscerale, il loro ardore travolgente si riversava in ogni sospiro, in ogni sguardo, in ogni carezza che i due si scambiavano. Nate ne soffriva parecchio.

Li vedeva avvinghiati scambiarsi baci languidi e sensuali nel chiostro deserto o sul vasto prato, incuranti delle punizioni in cui potevano incorrere, ma erano sempre stati fortunati, o forse abili e previdenti, o forse solo strafottenti, dato che erano stati ripresi più volte dalla McGranitt che li aveva beccati a sbaciucchiarsi davanti a tutti come se nulla fosse, sordi a ogni rimprovero.
Li vedeva sofferenti quando, in occasioni in cui dovevano mantenere un certo contegno, si guardavano intensamente e si sforzavano di tenere una certa distanza e resistere dall’avvicinarsi, dal toccarsi, dall’abbracciarsi, tremando quasi per opporsi alla potente forza che li voleva uniti.
Li vedeva scambiarsi sguardi pieni di desiderio in sala grande quando, tra un boccone e l’altro, Mihael si mordeva le labbra e chiudeva gli occhi pervaso da una voglia profonda di Mail, e Mail che gli sorrideva, arrossiva un po’ e poi si scompigliava i capelli sulla fronte, dispiaciuto solo di non poterlo possedere lì, sul tavolo, in quel preciso istante, e fanculo se c’erano altre centomila persone a guardarli.

Alla sola vista di Mihael, a Mail ribolliva il sangue nelle vene, con conseguenze ben immaginabili lì da qualche parte vicino al cavallo dei pantaloni.
Era sempre la solita storia. Anche adesso si stava ripetendo la stessa identica scena di ogni giorno: Nate, con il viso sorretto da una mano a guardare in direzione di Mihael, Mihael e Mail che si lanciavano sguardi infuocati di passione, Luna che guardava Nate come fosse un'apparizione divina e L che li osservava e studiava la situazione appollaiato sulla sua sedia in quel modo allucinante, manco fosse uscito da un periodo troppo prolungato di isolamento nella guferia. 

“Hey Mail, vieni ad allenarti a quidditch?”

La voce di Harry fece ridestare Mail dai suoi pensieri erotici su Mihael. Lui, Ron ed Hermione erano andati a chiamarlo prima di uscire.

“No grazie Harry, ho altro da fare.”

Ron guardò Harry e alzò le spalle, poi i due ragazzi se ne andarono insieme ad Hermione.

A Mail non fregava un cazzo del quidditch. Era fisicamente prestante e Harry lo avrebbe voluto in squadra, ma piuttosto che giocarci, Mail si sarebbe bevuto la pozione… mmh, quella che faceva vomitare lumache per ore, di cui Mail non ricordava il nome perché neanche dello studio gli importava un cazzo. 
 
Quei due spacconi, odiosi palloni gonfiati di Light e Draco, finito di mangiare, si avvicinarono baldanzosi al tavolo dei corvonero.

“Oh, ma guarda, a quella stramboide di Luna piace Nate, lo sta spolpando con gli occhi. Ma che teneri piccioncini.” sputò Draco pungente.

“Perché, che c’è di strano? non è uno stramboide anche lui? Direi che vanno bene insieme!” ribatté Light velenoso, e i due serpeverde scoppiarono a ridere.

“Non capisco cosa ci sia di divertente.” asserì Luna serafica seguendoli con lo sguardo, ma fu bellamente ignorata dai due che li avevano già sorpassati.

Nate li guardò con condiscendenza e un pizzico di pietà. Li riteneva stupidi, arroganti e presuntuosi, specialmente Light.
Tra Light e Nate non correva buon sangue, era risaputo. Era innegabile che, quando potevano, non perdevano occasione di lanciarsi occhiate inceneritrici o battute taglienti come lame di coltelli appena affilati.
Light però sembrava mostrare un certo interesse per L, quell’altro tipo strano con le occhiaie più nere della pece che, nonostante fosse magro come un chiodo, se ne stava sempre a mangiare dolci. Ciò tratteneva Light dall’accannirsi più di tanto sul gruppetto dei corvonero. Ogni volta che gli passava davanti, Light non perdeva occasione di fargli notare che lo stesse guardando intensamente, e la sua tecnica pareva sortire un certo effetto, visto che L ricambiava i suoi sguardi e sembrava incuriosito da quell’affascinante Serpeverde. Perché sì, Light era stronzo, ma di sicuro era anche affascinante, tanto quanto L.

Nonostante quel poco simpatico teatrino, l’attenzione di Nate non fu portata via per molto dall’oggetto della sua adorazione. Mihael era ancora lì, seduto al tavolo dei Tassorosso, e sembrava così vicino che Nate poteva vedere bene le sue meravigliose labbra.

Nate voleva solo baciare le sue labbra. Avrebbe dato qualsiasi cosa per poterci riuscire. Quelle calde, morbide, lisce, lucide, stuzzicanti, lascive, celestiali e lussuriose labbra. Ma Mihael non aveva occhi che per Mail e lui non aveva nessuna speranza. 
A meno che…forse poteva...mmh... certo, era complicato, ma perché non tentare? Dopotutto non aveva nulla da perdere. Al massimo avrebbe guadagnato qualcosa, cioè una pedata nel didietro da Mihael, se solo Mihael l’avesse mai scoperto. Ma non sarebbe successo. Tanto c’era un mese di tempo per pianificare tutto.


 
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Quando tutti gli studenti stavano ormai lasciando la Sala Grande, si diresse verso l’aula delle pozioni, approfittando del consiglio dei docenti che sarebbero stati impegnati per qualche ora, Piton compreso ovviamente.

Nate era particolarmente abile nelle pozioni, persino più bravo di Harry, tanto che Hermione più volte lo aveva tormentato per vedere come le preparava, ma a Nate prepararle veniva naturale e non aveva nessun trucco particolare, né tantomeno il libro del professor Piton, per il sommo dispiacere di Hermione. Dunque perché non sfruttare le sue capacità, mettendole al servizio del suo amore?

Una volta in effetti ci aveva già provato, ricreando in gran segreto, poiché proibito, il più potente filtro d'amore, l'Amortentia. Aveva cercato di rifilarlo a Mihael mescolandolo al succo d'arancia rossa. Mihael però non c'era cascato: aveva notato una strana perlescenza sospetta che il succo d'arancia davvero non dovrebbe avere, così aveva versato l’aranciata “corretta” sugli argentei capelli di Nate, facendogli un’insolita doccia fuori programma e sbraitandogli contro cose irripetibili. Già, non l’aveva presa molto bene.
Ma quella volta Nate aveva solo fatto un errore di valutazione. Stavolta sarebbe andata diversamente. Ciò che faceva per lui era la pozione Polisucco. 

La ricetta e il procedimento per prepararla li conosceva a memoria. Salì su uno sgabello e guardò bene tutti gli ingredienti disposti con cura sugli scaffali. Prese tutti gli ingredienti che gli servivano e si recò nella sua camera per nasconderli. Ora gli mancava solo un’ultima cosa, l'ingrediente finale.

Nate sgattaiolò furtivo nell’ala dei grifondoro. Veloce come una piccola lepre corse nei dormitori, si intrufolò nella stanza di Mail e si guardò rapidamente attorno. Molto probabilmente il bagno era il posto giusto per trovare ciò che cercava: un suo capello. Su un ripiano vicino al lavabo trovò un pettine. Fra i suoi denti color avorio vi era abbandonato un capello liscio e castano. Poiché il compagno di stanza di Mail aveva i capelli rossi e ricci, Nate aveva fatto centro. Prelevò il capello con cura e lo ripose all’interno di una bustina che conservò in tasca.

Avendo portato a termine la sua missione si sentiva abbastanza vittorioso, ma ora doveva uscire al più presto da lì senza essere visto. Se lo avessero beccato in quella camera sarebbe stato a dir poco strano. Mise la testa fuori dalla porta, si guardò intorno e sgusciò fuori. Bene, non l’aveva visto nessuno. Ora, col suo prezioso ingrediente, poteva attuare la sua missione d’amore.

 
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Era già passato un mese. Nate aveva tenuto d'occhio Mail per tutto il tempo. Diciamo pure che gli aveva tenuto gli occhi puntati addosso come se lo stesse guardando attraverso il mirino di un fucile di precisione, per studiare le sue abitudini e capire come neutralizzarlo per un’ora nel momento in cui avesse bevuto la pozione. Aveva notato un calo dei suoi voti in una materia in particolare, storia della magia. Avrebbe potuto proporre a Luna, molto casualmente, di dargli una mano e tenerlo impegnato con il ripasso, ma non avrebbe funzionato: Luna lo avrebbe riempito di domande e Mail comunque non sarebbe stato interessato a farsi dare ripetizioni. Aveva pensato ad altri piani per liberarsi di lui, ma alla fine giunse alla conclusione che la cosa più ovvia era anche quella più giusta, e optò per una semplice pozione soporifera, più sicura ed efficace. 

Nel frattempo, la pozione polisucco era ormai pronta. Aveva aspettato pazientemente, pregustando il momento in cui, bevendola, avrebbe assunto le sembianze del suo fortunato rivale, e avrebbe finalmente avuto libero accesso all’oggetto del suo desiderio più inconfessabile, le labbra di Mihael. Quel momento era arrivato.

Nate prese la bacchetta e fece apparire dei muffin ai mirtilli ordinatamente disposti su un vassoio. In uno di essi versò la pozione soporifera e lo conservò nella tasca del mantello, dopodichè uscì dalla sua camera. Distribuirne un po’ a tutti i compagni sarebbe stato meno sospetto che uscirne uno dalla tasca e offrirlo direttamente a Mail, dato il precedente incidente con l’Amortentia.   
 

 

L stava camminando per il chiostro assorto in chissà quali pensieri quando ad un tratto si sentì chiamare. Si voltò e davanti a sé vide Light.

“Ehm, ciao L. Dove te ne vai?”

“Da quando sei interessato ai miei spostamenti, Light?”

“Era solo per fare un po’ di conversazione. Senti…” il ragazzo abbassò un istante lo sguardo e si grattò nervosamente la testa. “Stasera ti andrebbe di passare da me? C’è una cosa che vorrei fare con te.”

“Una cosa che vorresti fare con me? Oh, e di che si tratta?”

“Oh beh, riguarda semplicemente gli incantesimi… sai, vorrei esercitarmi un po’ e così ho pensato che potremmo farlo insieme, se ti fa piacere…”

L fissò negli occhi di Light con sguardo indecifrabile. Piegò leggermente la testa di lato e si passò un pollice sulle labbra. Ma che significava quell’espressione? Light non capiva e stava sudando freddo. Sperava con tutto sé stesso di non aver fatto una figuraccia, di non essere stato inopportuno o ridicolo, insomma sperava che L accettasse, ma la faccia con cui lo guardava non lo lasciava ben sperare.

“Ma sì, perchè no. In fondo fa sempre bene esercitarsi. Ci vediamo da te dopo cena allora?”

“Oh…” si lasciò sfuggire Light. Quella risposta positiva era arrivata quando ormai stava per smettere di sperarci. “O-ok, sì! che bello… ma... se vuoi passo io!”

“Non preoccuparti.” L gli sorrise. “Ci vediamo dopo.” 

Light rimase imbambolato a guardarlo mentre si allontanava senza girarsi a guardarlo, mentre lui non riusciva a togliergli gli occhi di dosso. L, intanto, camminava con le mani in tasca trascinando i piedi, e pensava a quanto fosse dolce Light quando non c’era Draco nei dintorni. Era proprio tutt’altra persona, una persona che lui avrebbe voluto conoscere.

 

Anche Nate arrivò nel chiostro, tenendo ben in vista il vassoio con i dolci. Si imbatté subito in Luna e Ginny che passeggiavano chiacchierando. Luna tirò l’amica per un braccio e si avvicinò a Nate appena lo vide.

“Ti sei messo a fare esperimenti in cucina Nate?” chiese Luna.

“Già. Vorrei il vostro parere. Prendetene uno.”

Le ragazze presero un muffin a testa, li addentarono e a Luna si illuminarono gli occhi. 

“Ma è buonissimo. Oltre ad essere il miglior studente di pozioni vuoi diventare anche il più bravo anche a fare i dolci? Punti sempre a essere il numero uno in tutto tu, eh?”

“No. È solo un piccolo passatempo.” rispose Nate monocorde. 

Non stava prestando molta attenzione alla conversazione, doveva trovare il suo obiettivo il più presto possibile.

“Ehm, Nate, per caso hai visto Harry? È un po’ che lo cerco.” domandò Ginny un po' imbarazzata.

“No. Voi per caso avete visto Mail?” era un po’ imprudente chiedere, ma aveva fretta.

Le ragazze scossero entrambe la testa in segno di diniego, ma all’improvviso gli occhi di Nate si assottigliarono: c’era Mail, lo aveva individuato. Si dirigeva giusto verso di loro. Quando il ragazzo gli fu accanto, Nate fece subito due passi avanti per affiancarlo.

“Mail, ho fatto dei muffin. Prendine uno, vorrei il tuo parere.”

“Uh? Oh, ok, grazie Nate.”

Nate, con un abile gesto da prestigiatore, prese il muffin soporifero dalla tasca e glielo porse senza fargli notare la sua manovra. Mail lo prese volentieri e gli diede un bel morso. 

“Spero che ti piaccia.”

“È buonissimo, grazie!” rispose Mail con la bocca piena.

Nate gli fece un bel sorriso (di soddisfazione suprema) e, senza aggiungere altro si allontanò mentre ancora l’ignaro malcapitato masticava il suo dolcetto prelibato e... truccato. La fase uno del piano era stata messa in atto, adesso poteva tornare tornare in camera e procedere con la fase due.

 

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Ed eccola lì, quella cosa verde blobbosa. Nate se ne stava seduto in ginocchio sul pavimento di camera sua davanti al bicchiere contenente la pozione e lo guardava con diffidenza. 

La pozione aveva un aspetto e un sapore disgustosi, immondi, ma Nate si ripeté che lo stava facendo per amore. Alzò il calice e se lo ripeté ad alta voce per farsi coraggio e conferire solennità alla scena.

“Lo faccio per te, per le tue labbra, per perdermi tra i tuoi baci, Mihael.”

Bevve quella cosa schifosa. Il bicchiere gli scivolò dalle mani, cadde e si infranse a terra in mille pezzettini rilucenti, suo respiro si fece affannoso, sentì che voleva vomitare, ma si trattenne e dopo pochissimi secondi il suo corpo iniziò a trasformarsi e guadagnò anche 25 centimetri in altezza. Mica male...
Il forte senso di nausea era passato. Nate si guardò allo specchio e in quel momento comprese appieno perché Mihael era così pazzo di Mail: Mail non era solo fortunato, era proprio un figo stratosferico. 
Adesso aveva un’ora di tempo: doveva trovare Mihael.

Uscì nel chiostro e cercò la sua testa bionda tra tutte quelle dei compagni che vedeva camminare, correre e stare fermi a parlottare e si rese conto che c’erano fin troppi studenti biondi a Hogwarts. Continuò a cercarlo con lo sguardo rimanendo statico e immobile, non abituato a muoversi parecchio, e pensò che probabilmente fare un giro nei posti in cui era più probabile incontrarlo sarebbe stato più saggio che restare lì impalati a fare lo stoccafisso. Ma poi ad un tratto, finalmente lo vide, che gli correva incontro. Era lui, Mihael. 

“Mail, finalmente ti ho trovato! Ti stavo cercando!”

“Ed eccomi qua” disse sorridendo incerto Nate, che improvvisamente si rese conto che non sapeva come comportarsi per impersonare Mail in modo credibile. “Perché mi cercavi?” chiese Nate, sempre più titubante.

Mihael lo guardò un po’ strano, ma si riprese rapidamente.

“Vieni con me,” gli sussurrò in un orecchio, e parlando soffiò lievemente in un punto preciso del suo collo, regalandogli dei piacevoli brividi lungo la schiena.

Lo prese per mano e lo trascinò via. Questo era quello che Mihael avrebbe fatto con Mail, e Nate pensò che fosse estremamente divertente (e anche tremendamente soddisfacente!) vestire i panni del rivale. Poteva essere protagonista delle attenzioni private di Mihael e avere l’onore e il piacere di vedere come si sarebbe comportato in una situazione più intima e raccolta rimanendo con lui, da solo. Non vedeva l’ora di vivere quelle emozioni.

Mihael lo condusse verso la sua camera. “Potremo stare un po’ in pace da soli  qui” disse voltandosi a fargli l’occhiolino.

Wow, Nate non aveva mai messo piede nella sua stanza, era curioso ed emozionato. Ma non ce l’avrebbe messo neanche stavolta un piede, perché quando Mihael aprì la porta vide il suo compagno di stanza a letto sotto le coperte che si soffiava il naso rumorosamente. Mihael fece una faccia disgustata.

“Ma che cavolo ci fai tu qui? non dovresti essere altrove a quest’ora?” chiese bruscamente al ragazzo.

“Ho l’influenza!” rispose questi quasi mortificato.

Mihael chiuse la porta sbattendola infuriato.

“Quell’idiota doveva ammalarsi proprio ora! Vieni, andiamo via!”

Mihael ricominciò la sua corsa alla disperata ricerca di un luogo sicuro e tranquillo in cui appartarsi con Mail, ma quando, dopo pochi minuti, perse la pazienza e non ce la fece più, optò per la biblioteca, trascinando Nate con sè e chiudendo la pesante porta alle loro spalle.

“Come sei taciturno oggi, Mail” osservò Mihael. Ma non ci badò più di tanto: la vista dell’amante a pochi centimetri da sé era sufficiente a spazzare via qualunque pensiero logico e razionale.

“Hai idea di cosa ci succede se ci beccano qui?” chiese Nate un po’ a disagio.

“Da quando ti importa di queste cose? Dai che a quest’ora non verrà nessuno” disse ridendo.

Ma un attimo dopo, Mihael si fece serio. Tra le mensole in legno massiccio che reggevano innumerevoli volumi antichi e polverosi, guardò Nate concupiscente e mise le braccia attorno al suo collo. Avvicinò il suo bacino a quello del compagno, socchiuse gli occhi e dischiuse le labbra.

“Ho una voglia incredibile di baciarti, Mail..”

“Allora fallo… baciami.” rispose Nate, stupendosi della propria intraprendenza.

Nate, sognante, chiuse gli occhi e lasciò che Mihael avvicinasse a lui il proprio viso per poter finalmente conoscere le sue labbra. 
Mihael lo baciò, poggiando le sue calde labbra su quelle di Nate. In quel preciso istante, Nate fu pervaso da una miriade di emozioni una più bella dell’altra e potè finalmente assaporare quel delizioso nettare divino che aveva intenzione di godersi appieno.

Quale dolce sensazione di benessere e realizzazione. 
Quale dolce sapore, aromatico e eccitante.
Quale dolce calore, avvolgente e conturbante.
Quale dolce profumo, inebriante e seducente.
E quel suo dolce respiro, tiepido e vellutato, che si infrangeva contro il suo viso ingenuo.

Questo era  il bacio di Mihael. L’essenza della sensualità, il fascino dell'irraggiungibile, l’oblio che incanta e stordisce i sensi, la bellezza che fa accelerare il cuore, sudare le mani e tremare il respiro. Pura estasi dello spirito e del corpo. Tutto questo era Mihael. A Nate sembrò di star cogliendo il frutto proibito dell’eden e di affondare i denti nella sua succosa polpa.

Quel bacio appassionato durò un bel po’: per diversi minuti i due ragazzi non si staccarono presi com’erano l’uno dall’altro, labbra desiderose che si accarezzavano, poi si separavano, poi si ricongiungevano, lingue impavide che si cercavano, si rincorrevano, si assaporavano. Near era estasi completa ma l’atmosfera si fece improvvisamente rovente. Le mani di Mihael cominciarono a viaggiare veloci fra i capelli di Nate, sul suo petto e il suo addome, finché non giunsero ai suoi fianchi e vi si aggrapparono saldamente, e Nate iniziò a sentirsi in difficoltà. Si era immaginato un bacio decisamente più casto, non quell’intreccio di lingue ardenti e di mani bramose di piacere.
Mihael si slacciò il mantello e lo fece cadere ai suoi piedi, poi sbatté prepotentemente Nate contro una libreria e gli si avventò addosso con una foga e un impeto degni di un leone affamato. Ma facevano sempre così 'sti due? Quanta energia...

Mihael gli posò voluttuoso una mano sulla patta dei pantaloni, si leccò il labbro superiore e piegò lento la testa all’indietro.

“Dio, Mail... prendimi qui, adesso… non posso aspettare… Tira fuori la tua bacchetta magica…” 
sussurrò lascivamente.

Mihael gli baciò il collo passandogli le mani fra i capelli e Nate si sentì gelare il sangue nelle vene. Che cosa avrebbe dovuto fare ora? Non si aspettava che le cose potessero prendere questa piega. Non aveva tenuto conto della perenne e ardente brama di Mihael e ora era nei guai. Non che la cosa non lo allettasse, ma lui non era assolutamente capace di fare una cosa simile, figuriamoci di eguagliare Mail! Nate sapeva benissimo che se ci fosse stato davvero Mail lì non se lo sarebbe fatto ripetere due volte e Mihael, sospettoso com'era, lo avrebbe scoperto subito e allora chissà cosa gli avrebbe fatto. Doveva inventare qualcosa, presto.

“Ehm, non posso, mi dispiace… ho mal di pancia.”

“Mh?” Mihael si accigliò un attimo e poi si lasciò sfuggire una risatina alquanto losca.

“Te lo faccio passare io, Maily…” disse sfiorandogli il mento con un dito, sfoggiando un sorriso malizioso in modo inquietante.

Senza alcun preavviso, Mihael aprì la mantello di Nate con una foga inaspettata, gli alzò il gilet e gli tolse la camicia da dentro i pantaloni. La sua lingua sfiorò l’addome di Nate e lui sentì un potente brivido scuotergli le membra. La punta di quella lingua bollente e meravigliosa iniziò a disegnare dei piccoli cerchi sulla sua pelle, lasciando scie concentriche di saliva che, senza il suo caldo respiro, divenivano fredde, regalandogli altri brividini. Salì fino ai capezzoli e ne succhiò uno con maestria mentre stuzzicava l’altro con le dita, e Nate si sentì svenire. Poi scese giù verso l’ombelico e gli infilò la lingua dentro più volte, mimando chiaramente cosa voleva che Mail gli facesse.

Nate si lasciò sfuggire un mugolio, si sentiva investito da una violenta ondata di calore, il suo sangue pulsava impazzito a più non posso. La scusa che aveva usato non si stava rivelando molto efficace, Mihael sembrava un treno in corsa, era come impazzito, e Nate non sapeva come arginarlo.
‘Caspita’ pensò, ‘questa pozione Polisucco è portentosa!’ e subito dopo pensò anche ‘e io sono nei guai fino al collo.’

Mihael, perso nell'aspettativa dell'estasi dei sensi, non si sarebbe fermato con delle banali scuse. Pretendeva un rapporto subito, immediatamente, e si aspettava una prestazione da stallone imbizzarrito qual era Mail. Ma il peggio doveva ancora venire.
Mihael si rialzò, infilò tutta la sua lingua nella bocca di Nate afferrandolo per la nuca e sospirò pesantemente, le labbra morbide e bagnate di saliva, le palpebre pesanti di lussuria, le guance spolverate di rosso per l'incontenibile desiderio. Lo afferrò con impeto per il colletto della camicia e lo tirò verso di sé, stendendosi sul pavimento e trascinandolo giù con forza.

“Avanti Mail, cosa aspetti? Prendimi ADESSO!”

Nate si ritrovò steso su un Mihael ansimante, impaziente e voglioso, paralizzato dall'incapacità di uscire da quella assurda situazione. Ma cosa era successo, perché Mihael si era infiammato così all’improvviso?
Mihael si slacciò la cintura e si abbassò la cerniera dei pantaloni. La situazione stava precipitando, questo era un po’ troppo oltre per Nate, lui voleva solo un bacio! Un piccolo, innocuo, innocente bacio! Tutto qui, non quella tempesta folle e inarrestabile!

“Mail, scopami! con violenza!”

Nate sentì di volere fortissimamente un mantello dell’invisibilità per sparire. Mihael invece, vedendo “Mail” esitare, non perse tempo e ripetè le stesse operazioni compiute sui propri pantaloni su quelli di Nate, talmente di fretta da sembrare impacciato con i movimenti della mani. Riuscito a liberare il compagno dall’ingiusta stretta dei pantaloni, si stese di nuovo sul pavimento, calò i propri pantaloni e l’intimo fino alle ginocchia, lasciando scoperte le sue parti più intime alla vista ammirata di Nate, e divaricò le gambe quel tanto che poteva con i vestiti che gli impedivano di muoversi liberamente, e le sollevò al petto. Portò una mano sul proprio membro turgido sfiorandosi appena con la punta delle dita, poggiò piano la testa sul pavimento freddo e chiuse gli occhi, sospirando languidamente. 

“Mail… ti desidero da morire… mi sento impazzire...”

Gli occhi di Nate indugiarono per uno o due secondi a godersi la visione meravigliosa e scioccante della bellezza di Mihael e del suo corpo perfetto eccitato fino allo stremo, una scena così stupefacente e inarrivabile a cui Nate non aveva mai neanche pensato di poter assistere, ma a malincuore distolse lo sguardo, costringendosi a guardare altrove. Ok, ora era davvero nei guai più assoluti.
Doveva giocarsi il tutto per tutto e sperare di avere delle buone doti da attore. Oppure, forse poteva… No, quello era un pensiero del tutto folle! Poteva passare per il bacio, ma non voleva certo che fosse così la sua prima volta! Estorta con l’inganno, con un volgare raggiro. L’aveva fatto per il suo primo bacio solo perché ci teneva davvero tanto a riceverlo da Mihael, ma quello era davvero troppo. Era Mail che Mihael voleva, non lui. No. Non sarebbe andato contro i suoi principi e non voleva ingannare Mihael fino a quel punto, sarebbe stato schifosamente disonesto. E poi… non ne sarebbe stato capace, si ripeté, consapevole dei suoi limiti dettati dall’inesperienza. In quel momento invidiò Mail con tutta la sua anima perché lui aveva Mihael ed era capace di renderlo felice e, sebbene quel momento fosse paradisiaco, Nate fece appello alla propria determinazione e si disse che stava facendo la cosa giusta.

“Oddio, un crampo!” Nate si piegò su sé stesso, simulando un dolorosissimo crampo allo stomaco. “Oh mamma che male!”

Mihael lo guardò preoccupato. “Ma stai davvero male, Mail? In effetti sei un po’ strano oggi... non sembri neanche tu!”

“Oh sì, sissì, che male!”

Al pensiero di Mail sofferente, tutta la libido di Mihael si dissolse in un istante e il ragazzo scattò prontamente in piedi.

“Ce la fai a camminare?”

“No, temo di no…”

“Chiuditi i pantaloni, vado a chiamare Madama Chips e ti faccio portare in infermeria!”

“Sì, grazie…”

Mihael si rivestì come un fulmine e corse via in cerca di aiuto. Nate, rimasto solo, si rivestì anche lui alla bell’e meglio e altrettanto velocemente uscì dalla biblioteca e corse verso la sua stanza.
Quanto avrebbe voluto poter ricevere quelle attenzioni da Mihael senza dover ricorrere alla pozione Polisucco… Mail era davvero un ragazzo fortunato, ma Nate dovette riconoscere che se lo meritava: quell’esperienza gli aveva fatto capire quanto  Mail e Mihael fossero davvero fatti l’uno per l’altro.


»»————   ————««


Nate si chiuse in camera sua. Per fortuna era solo, L non era in stanza, ma poteva tornare da un momento all’altro, così si infilò dentro il letto e si tirò il piumone sopra la testa. Sarebbe rimasto in quel modo finché l’effetto della pozione non fosse svanito, ormai non doveva mancare molto. Faceva piuttosto caldo lì sotto e lui era vestito di tutto punto. Iniziò a sudare ma non aveva scelta. L’unica alternativa sarebbe stata chiudersi a chiave ma non poteva rischiare di chiudere L fuori.

Dopo pochi minuti di sauna, L entrò nella camera. Notò un grande fagotto avvolto dalle coperte sul letto del suo compagno e vi si avvicinò.

“Nate, tutto bene?”

“Mmh…” rispose, non potendo fargli sentire la sua voce.

L si insospettì, c’era qualcosa che non andava. Non era da Nate comportarsi così. Più che ammalato, gli sembrava gli stesse nascondendo qualcosa. Tirò via le coperte.

“Mail?? che ci fai tu qui, dentro il letto di Nate?”

Gli balenò per la testa un attimo l’idea che Mail e Nate avessero una tresca, ma non ci credeva manco lui e cestinò subito l’ipotesi.

“L…” 

L alzò un sopracciglio e incrociò le braccia al petto.

“Ebbene? Che sta succedendo?”

“Ehm...io…” I due ragazzi si guardarono negli occhi. “Non sono proprio Mail…”

“Non sei proprio Mail? Ma che razza di discorso è questo? E allora chi cavolo sei?”

“Sono Nate…”

L lo guardò spalancando gli occhi, poi si batté una mano sulla fronte.

“Tu… la pozione… ma perché?”

“Per… Mihael.”

“Per Mihael?”

“Sì... io volevo tanto baciarlo ma lui mi odia e sta con Mail, e così-”

L sorrise e fermò la spiegazione del compagno con un gesto della mano, sollevandolo dall’imbarazzo di dover fornire ulteriori delucidazioni. 

“Ok ok, ho capito. Davvero sei arrivato a tanto pur di poterlo baciare?”

“Sì… sono così innamorato…ma non lo dirai a Mihael, vero?”

L gli sorrise dolcemente, accarezzandogli i capelli.

“No, non preoccuparti, sarò muto come un pesce. Ma tanto presto lo scoprirà da sé.”




Mihael stava correndo per il chiostro diretto in infermeria, quando a un certo punto si imbatté in Mail.

“E tu che diamine ci fai qui??” gli disse con uno sguardo di puro stupore.

Mail si accigliò, stranito.

“Ma… che vuoi dire? Ti stavo cercando…mi sono appena svegliato.”

Mihael strabuzzò gli occhi. “Ma sei pazzo Mail?” gli mise una mano sulla fronte, ma non era caldo come si aspettava. “Eri con me in biblioteca fino a un minuto fa, stavi male!”

“Stavo male? Con te in biblioteca un minuto fa? Ma sei pazzo tu per caso Mì? Io sono appena uscito dal mio letto e sto benissimo.”

Mihael lo guardò e trasalì.

“No. Non ci posso credere. Non è possibile!!!”


L stava ancora rassicurando il compagno che nel frattempo aveva ripreso il proprio aspetto, quando entrambi, e tutta la scuola, udirono un grido furibondo rimbombare come un eco e far tremare le solide pareti in pietra di tutta Hogwarts.


“NAAAAAAATEEEEEEE!!!”


Nate rabbrividì. Mihael ci aveva messo poco a scoprirlo, meno di quel che sperava.
“L, pensi che verrà a cercarmi per uccidermi?”
“Beh sì, è probabile che lo faccia, conoscendolo… ma non temere, ti difenderò io. Sai che a me dà ascolto. E poi ci sarà Mail a calmarlo. Non ti torcerà un capello, non preoccuparti.”

Infatti non successe niente quella notte. Almeno, non successe niente di male a Nate. Perché quella, in realtà, fu una notte molto speciale, in cui successero parecchie cose belle. Quella notte confermò alcuni equilibri e ne capovolse altri.

Quella fu la dolce notte in cui L e Light si scambiarono il loro primo bacio sotto il chiaro di luna, Hermione e Ron si tennero per mano per la prima volta, Harry e Ginny si sorrisero in modo diverso e Draco pensò che Luna non fosse poi così male infondo, anche se non l’avrebbe mai ammesso ad alta voce. 

Mail e Mihael trascorsero la notte insieme, dopo che il compagno di stanza di Mail ricevette una minaccia da Mihael e fu spedito a dormire nella sua stanza accanto a quel veicolo ambulante di influenza. Mail calmò l’amante e dopo essersi abbracciati e scambiati un bacio appassionato, e finalmente si dichiararono il loro amore a vicenda. Da quel momento non erano più solo amanti, ma erano una coppia a tutti gli effetti e non potevano essere più felici di così.

E infine, anche Nate fu felice quella notte. Felice di essere al riparo dalla furia amorosa di Mihael e lieto che il posto accanto a lui appartenesse al bel Mail. Affacciato alla sua rassicurante finestra, posta tra il suo letto e quello di L, Nate guardò la luna che sembrava voler risplendere talmente tanto da vincere il primo premio come astro più bello dell’universo, e si godette il caldo ricordo che avrebbe per sempre custodito nel suo cuore con affetto, quello di tutto il casino che aveva fatto per poter sfiorare le sue labbra e, soprattutto, il caro ricordo dei dolci baci di Mihael.


 
 
  ✮  .゚:*. ☾.* :  ゚。  FINE  。゚*.☽ .* :☆゚.​ *  ✮    


 
Nota dell'autrice:

Questo è l'unico crossover che abbia mai scritto e probabilmente resterà tale... ma mi piaceva il fatto che Near ricorresse alla pozione Polisucco, che è appunto quella che permette di cambiare il proprio aspetto per un'ora, pur di baciare Mello, e da qui nasce questa storia! Non sono una grande esperta di Harry Potter quindi perdonatemi se ho scritto qualche cazzata assurda, infatti ho cercato di trattare i personaggi di HP il meno possibile apposta per non dire troppe scemenze. Ad esempio, non so da dove mi sia venuta l'idea che a Draco possa piacere Luna (mah?) ma non so, mi piaceva, e poi ho immaginato questa simpatia di Luna per Near... non chiedetemi, non lo so nemmeno io.
Ovviamente Near qui è abbastanza OOC (quando mai è stato così attivo?), ero ironica in descrizione quando scrivevo che potrebbe esserlo giusto un po', ma non me la sono sentita di mettere l'avviso per un personaggio solo... dopotutto Near è carino anche così, quindi amen.
Poi ho immaginato che L e Near potessero andar bene come Corvonero, Light come Serpeverde (è un Light un po' Kira questo forse), Matt come Grifondoro e Mello come Tassorosso, anche se forse Mello stava meglio in Serpeverde, ma era più funzionale alla storia che fosse seduto lontano da Near in Sala Grande. E una bella, anche se piccola, Lawlight in questa sorta di AU ci stava benissimo! Aww...
Per il rating, mi è stato suggerito il rosso, ma alla fine mi sono convinta a lasciarlo arancione... non è che succeda poi chissà che... spero sia adeguato. 
Purtroppo temo che tutte le stelline varie che ho usato come decorazione si vedano bene solo dal pc, se leggete da uno schermo più piccolo, ad esempio un cellulare, si vedranno non ben alineate (?) e anche i colori si vedono diversi (almeno dal mio cellulare) ma non credo sia fondamentale.
Che altro dire? ah già, la cosa più importante: recensite e fatemi sapere cosa ne pensate! grazie, Golden Locks <3

 
 
  
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