Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: Europa91    25/02/2020    3 recensioni
[Erwin x Levi]
[Ken x Uri]

Anno 850
Erwin e Levi si apprestano a combattere la battaglia decisiva per riconquistare i territori di Shinganshina, mentre Kenny Ackerman e i suoi uomini si arrendono alla Legione Esplorativa.

Anno 844
Il giovane caposquadra Smith continua a inseguire il suo sogno; quando viene misteriosamente indirizzato verso la città sotterranea. Li troverà l’incarnazione delle Ali della Libertà.

Questa può sembrare la solita storia di come è nata la relazione tra Erwin e Levi e del loro amore, ma non è così; è qualcosa di molto più complesso. E se il primo l’incontro tra i due non fosse stato casuale? Se qualcuno dietro le quinte avesse scelto di manipolare gli eventi a suo piacimento? Ma chi, e soprattutto perché? Riusciranno Erwin e Levi a scoprire la verità? In un intreccio tra passato e presente ci sono misteri che devono ancora essere svelati.
[Canon Divergence]
Genere: Angst, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Erwin Smith, Kenny Ackerman, Levi Ackerman
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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5.

 

 

 

844 - Città sotterranea  

 

Quella era la prima volta che il caposquadra Erwin Smith vi metteva piede: la città sotterranea, prima di allora ne aveva sentito parlare solo attraverso i racconti. Secondo quanto i documenti ufficiali riportavano, anni addietro il genere umano, nel tentativo di sfuggire ai giganti, aveva ideato quel progetto: un’intera città sviluppatasi al di sotto della capitale Mitras. Col tempo però, quella proposta venne scartata e le persone che vi si erano insediate vennero abbandonate al loro destino, persino quello stesso governo che li aveva condotti li se ne lavò le mani. La città era ormai diventata un luogo senza legge, dove anche il corpo di Gendarmeria esitava ad agire, i poveri sfortunati che nascevano in quel posto, spesso morivano senza aver mai visto la luce del sole o il colore del cielo. Erwin stava scendendo attraverso delle scale che lo avrebbero condotto in città, era emozionato, curioso, anche se doveva prestare molta attenzione, più di una volta, infatti, aveva rischiato di scivolare visto che la pavimentazione era irregolare, logora e consumata. Quel luogo si stava rivelando anche peggio di come se l’era immaginato; neanche nelle sue peggiori fantasie aveva pensato potesse esistere un posto del genere; ma soprattutto che il sovrano e il governo ne permettessero l’esistenza.

 

“Allora aggiornatemi sulla situazione” Disse una volta arrivato, rivolto a quello che doveva essere il responsabile incaricato della zona. L’uomo lo guardò annoiato, non doveva fargli troppo piacere aver ricevuto la visita della Legione Esplorativa; oppure gli dava semplicemente fastidio ricevere ordini da qualcuno più giovane.

 

“Avete trovato tutto nei documenti che ci avete richiesto caposquadra Smith, quei delinquenti sono guidati da un certo Levi, è lui che dovete fermare, catturate il loro capo e gli altri seguiranno” mormorò non cambiando minimamente atteggiamento.

 

“È vero che sono in grado di muoversi col dispositivo di manovra tridimensionale?” Chiese curioso Erwin, mostrando di non esserne per nulla turbato;

 

“Si, sono veramente in gamba, nessuno di noi riesce a stargli dietro”

 

“E come diavolo se lo sono procurato dei ragazzini?” Sbottò Turret Flagon, fino ad allora rimasto in silenzio dietro ad Erwin, facendo un passo in avanti e fronteggiando il gendarme. Fu Smith ad intervenire per calmare gli animi prima che la situazione potesse degenerare.

 

“Erwin non pensi che sia tutto molto sospetto?” Domandò nuovamente Flagon una volta soli. Erano entrambi caposquadra; ma era stato Smith ad insistere nel volerlo in quella missione nella città sotterranea; dopo anni trascorsi a combattere insieme, aveva piena fiducia nelle sue abilità e nel suo giudizio.

 

“A cosa ti riferisci?”

 

“Be’ sto ancora riflettendo su come abbiano fatto a mettere le mani sui dispositivi di manovra, oltre al fatto che dei ragazzini riescano a destreggiarsi in uno spazio chiuso come questa città, cioè senza un minimo di addestramento militare mi pare una cosa impossibile” ammise 

 

“Stai forse dicendo che tu non saresti in grado di muoverti in questa città?” Lo provocò divertito;

 

“No, dico solo che sono proprio curioso di vederli in azione”

 

“Ahah anche io, per questo siamo qui, se sono davvero così bravi ci saranno d’aiuto” Flagon a quelle parole ebbe un bruttissimo presentimento, ma decise di starsene zitto e di seguire Smith. Dopotutto il comandante Shadis gli aveva dato carta bianca nel gestire quell’operazione.

 

 

Erwin non avrebbe mai dimenticato la prima volta che i suoi occhi si posarono su Levi. Prima di allora; non aveva visto nessuno muoversi in quel modo, aveva un che di elegante, eppure selvaggio; mentre lo inseguiva per i vicoli della città sotterranea non poteva fare a meno di osservare ammirato come volava; Levi sembrava essere nato per quello, quel ragazzo misterioso era l’incarnazione vivente delle Ali della libertà, fu letteralmente un colpo di fulmine, anche se sarebbe arrivato a capirlo solo dopo; quel giorno, il giorno in cui si conobbero, Erwin Smith pensò solo di aver trovato un alleato prezioso per la sua causa; avrebbe usato quel incredibile talento per raggiungere il suo sogno, allora non poteva nemmeno immaginare quanto quel ragazzo sarebbe diventato importante per lui.

 

 

“L’hai preso Erwin?” Chiese Flagon avvicinandosi.

 

Il primo sguardo che Levi gli rivolse fu odio puro, poteva leggervi dentro tutto il disprezzo che provava verso di lui, e la rabbia per essere stato catturato. Il biondo caposquadra aveva in mente moltissime domande da rivolgergli, ma non sapendo da dove iniziare; optò per la cosa più ovvia,

 

“Dove avete preso questo?” Disse indicando il dispositivo di manovra tridimensionale. 

 

Nessuna risposta.

 

“Chi vi ha insegnato ad usarlo?” Ancora nessuna risposta. Si avvicinò a quello che aveva intuito essere Levi;

 

“Tu dovresti essere il leader dico bene? Hai ricevuto qualche addestramento militare?” Lo sguardo che ricevette fu impagabile; sorrise istintivamente,

 

“Hai la faccia di uno che vorrebbe uccidermi e poi fuggire”.

 

 

 

850 - Shinganshina 

 

“Ora si può sapere perché cazzo stai ridendo da solo? La pazzia non era indicata negli effetti collaterali di quel siero!” Levi si stava cambiando la camicia, dopo la battaglia e tutto quello che ne era seguito; avevano deciso di organizzare un piccolo punto di raccolta così da potersi dare una ripulita prima di procedere verso la cantina dei Jaeger. Inoltre, Hanji aveva convenuto che era meglio lasciare ai ragazzi, ma soprattutto ad Eren e Mikasa, la possibilità di trascorrere una notte completa di sonno, la perdita di Armin era ancora recente e tutti loro avevano bisogno di recuperare le forze dopo la battaglia. Così avevano occupato una villetta e l’avevano trasformata nella loro base. Ovviamente, anche Levi ed Erwin vennero spediti nelle loro stanze, anche se finirono con l’utilizzarne solo una, quella del capitano; Hanji sembrò la sola a notarlo ma non disse nulla, per una volta decise di rimanere in silenzio.

 

Levi quella sera non era riuscito a chiudere occhio, si era limitato a farsi una doccia e cambiarsi d’abito, sentiva solo il bisogno di scrollarsi di dosso tutto quel sangue e polvere. Erwin invece era crollato appena raggiunto il letto, si era svegliato da una mezz’ora e si era diretto in bagno, è li che il capitano l’aveva trovato a ridere da solo davanti allo specchio. Quando lo vide arrivare il sorriso del comandante si allargò;

 

“Scusa, ma ho sognato il nostro primo incontro” ammise allungando un braccio per tirarlo a sé. Levi fece un’espressione abbastanza scettica, tuttavia assecondò quel gesto;

 

“E allora?” Non capiva cosa ci fosse da ridere

 

“Stavo pensando al primo sguardo che mi hai lanciato, quando eri inginocchiato a terra, sai più ci penso ora, e più penso quanto fossi identico al capitano Ackerman in quel frangente” Levi si allontanò di scatto, era scocciato

 

“Dovevi proprio nominare quel coglione? Per un attimo mi ero dimenticato che fosse ancora vivo!” 

 

“Bugiardo, sai quanto me che quando torneremo nella capitale dovremo interrogarlo e dovremo farlo insieme” Levi sbuffò 

 

“So anche che non ti piace essere paragonato a lui” ammise Erwin tornando ad avvolgerlo tra le sue braccia

 

“Penso che sia inevitabile, quell’uomo mi ha cresciuto, è ovvio che gli somigli in qualche modo, anche se preferirei che non me lo facessi notare ogni cazzo di volta”

 

“Se non ti avessi trovato nella città sotterranea pensi che saresti diventato come lui?” Domandò Erwin, anche se poteva già intuire la risposta;

 

“Non lo so, probabile” fece provando a divincolarsi ma il comandante lo tenne stretto a sé.

 

“Mi dispiace per la mia reazione prima, ero arrabbiato perché mi avevi salvato la vita, quando al tuo posto probabilmente avrei fatto lo stesso”

 

“Non preoccuparti. Ho fatto ciò che ritenevo fosse giusto, la scelta che avrei rimpianto di meno” 

 

“Mi hanno detto che hai affrontato Eren e Mikasa” disse con una punta di rimprovero

 

“Quei mocciosi volevano salvare Arlert, erano disposti a tutto, sono loro che mi hanno sfidato, però ero pronto anche io, infatti ho vinto e tu sei qui” concluse.

 

“Spero davvero che tu abbia fatto la scelta giusta” fece Erwin. Levi non disse nulla, gli rifilò uno sguardo dei suoi per poi far collidere le sue labbra con quelle del comandante. 

 

“Sta a te non farmene pentire, Erwin”. Aggiunse allontanandosi ed uscendo dalla stanza. Il comandante ricadde sul letto, continuava a sorridere, non poteva farne a meno. Aveva veramente sognato il suo incontro con Levi, anni prima, come erano diverse le cose allora, come erano diversi anche loro. Non voleva paragonare Levi al capitano Ackerman ma più ci pensava e più vedeva nel Levi di sei anni prima una piccola copia dello squartatore; se non si fossero incontrati non immaginava cosa ne sarebbe stato di lui. Ebbe un’altra illuminazione; se non ricordava male era stato proprio Ackerman a suggerirgli la città sotterranea; forse quel uomo aveva pianificato tutto? No, impossibile, Kenny non avrebbe mai permesso a Levi di unirsi alla Legione Esplorativa; eppure, l’ipotesi che quell’uomo gli avesse volontariamente affidato Levi si insediò nella sua mente e non riuscì a scacciarla per il resto della giornata.

 

 

 

844 - Mitras - Palazzo Reale

 

Kenny Ackerman stava fischiettando allegramente mentre, senza meta, passeggiava per gli immensi giardini del palazzo, era una bellissima giornata di sole e lui non aveva di meglio da fare, si stava decisamente annoiando. In quel momento una domestica gli si avvicinò timorosa offrendogli un messaggio avvolto in una pergamena. Dopo qualche secondo d’incertezza, Ackerman prese il pezzo di carta dalle mani tremanti della donna, che una volta assolto il suo compito corse via spaventata. Riconobbe subito lo stemma impresso nella ceralacca. Ghignò soddisfatto; la giornata aveva preso una piega decisamente interessante.

 

 

Poco dopo - qualche chilometro dalla capitale

 

“Vedo che hai ricevuto il mio messaggio” 

 

“Già, altrimenti non sarei qui, ti trovo bene, per uno che dovrebbe essere morto” Kenny rise e l’uomo fece lo stesso. Controllò un ultima volta che fossero soli, poi si tolse il mantello che gli copriva le spalle e gran parte del volto, il sole illuminò quei capelli color biondo grano donandogli una sfumatura dorata. L’uomo misterioso sorrise e si avvicinò senza timore allo squartatore. 

 

“Mi sei mancato Kenny” disse prima di allacciare le braccia al suo collo e baciarlo. Ackerman non fece nulla, semplicemente rispose al bacio, approfondendo sempre di più quel contatto. Quando si staccarono qualche minuto dopo, Uri Reiss sorrideva ancora.

 

“Ci siamo visti solo qualche giorno fa” fu la risposta dello squartatore, non voleva essere troppo sentimentale ma con Uri in circolazione perdeva di colpo ogni capacità logica e pensiero razionale.

 

“Vero. Allora come è andato l’incontro? Come ti sembra Erwin Smith?” Chiese curioso l’ex sovrano dell’umanità, sedendosi sull’erba. Gli aveva dato appuntamento in riva ad un lago. Quello era da sempre il loro posto preferito e custode di tanti segreti. Kenny preferì restare piedi ma non si allontanò di molto dal biondo.

 

“Quel biondino del cazzo è sveglio” ammise controvoglia fissando il lago davanti a lui

 

“Solo questo?” Era quasi deluso;

 

“Che altro vuoi sapere?”

 

“Pensi che andrà veramente nella città sotterranea?”

 

“Ovvio, ha un disperato bisogno d’aiuto, poi che cazzo ti succede Uri? Non hai più fiducia nel TUO fottuto piano?!”

 

“Non è quello Kenny, è che continuo a domandarmi se Levi sia pronto, forse è troppo presto”. Ackerman lo guardò male, facendo una faccia incredula,

 

“Troppo presto? Quel nano del cazzo ormai è adulto, poi ti devo ricordare che è stato il sottoscritto a insegnargli come comportarsi?” Uri finalmente tornò a sorridere.

 

“Lo so ma non posso fare a meno di preoccuparmi” concluse voltandosi malinconicamente a fissare il lago.

 

“Al massimo verrà divorato dal primo Titano in circolazione”; dopo quella battuta fu costretto a rivolgere nuovamente tutta la sua attenzione su Ackerman;

 

“Non sei divertente Kenny” lo rimproverò 

 

“Scusa” sbottò prima di accovacciarsi accanto a lui sull’erba. Restarono qualche minuto in silenzio a fissare quella distesa d’acqua. Tutto era così tranquillo. Quasi irreale. Sembrò ad entrambi di essere tornati indietro nel tempo.

 

“Ti ricordi quando abbiamo portato Levi qui?” Disse Uri improvvisamente. Kenny si sistemò meglio il cappello in testa, coprendosi la visuale, prima di rispondere

 

“Era un cazzo di microbo urlante. Mi faceva venire sempre un gran mal di testa con quei dannati versi” il biondo sorrise, per nulla turbato

 

“Aveva pochissimi giorni, era così piccolo” continuò perso nei ricordi.

 

“Aveva già quel carattere di merda” fu allora che Uri si voltò completamente a guardarlo 

 

“Uhm e da chi pensi l’abbia ereditato?”

 

“Non sei divertente. Comunque sai una cosa; vorrei proprio esserci quando il biondino caposquadra del cazzo troverà quel moccioso”

 

“Già vorrei vederlo anche io. Però Kenny dimmi una cosa, la smetterai mai di trattare Levi così?” 

 

“Così come?” Era confuso

 

“Come se non te ne importasse nulla di lui, quando sappiamo entrambi che non è vero. Distruggeresti questo mondo se servisse a salvare Levi e lo sai.” Lo squartatore spostò lo sguardo altrove; odiava dovergli dare ragione, e odiava essere un libro aperto per Uri.

 

“Se il tuo fottuto piano avrà successo non dovrò distruggere questo cazzo di mondo per salvarlo” disse dopo qualche attimo di silenzio. Uri gli si avvicinò fino a stringersi al suo braccio. Lo lasciò fare, non aveva mai avuto la forza di fermarlo, ogni suo scontro contro il biondo finiva sempre allo stesso modo, con la sua totale ed assoluta sconfitta.

 

“Lo so, per questo lo sto facendo, per questo stiamo facendo tutto questo.” Kenny gli prese il viso tra le mani e lo costrinse ad alzare lo sguardo 

 

“Andrà tutto bene, poi ci sarò io a vegliare su di lui, il moccioso non sarà solo” 

 

“Già, non lo è mai stato” disse Uri prima che le labbra dell’altro lo raggiunsero.

  
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