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Autore: SimonaMak    02/03/2020    4 recensioni
Clara Stella aveva venticinque anni quando si trasferì da Padova a Milano per coronare il suo sogno. Avrebbe frequentato un costosissimo Master in sceneggiatura che le avrebbe consentito di collaborare con le aziende più famose produttrici di film e serie tv, con i maggiori produttori e registi, attori e sceneggiatori. Inoltre, le offrivano la possibilità di lavorare ad una sceneggiatura originale per un film che sarebbe stato girato, montato e coordinato con lei presente.
La sedentarietà, la monotonia, la prevedibilità erano i fantasmi da cui scappava: non avrebbe mai immaginato che la passione, il proibito, l'ossessione, il desiderio e l'impulsività che tanto cercava, le avrebbero creato dipendenza.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
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PROLOGO

 
Per quanto potesse sembrare spaventata, aveva sempre aspettato quel momento. Era un’opportunità non indifferente, che le avrebbe conseguito notorietà e prestigio, quanto bastava per avere quella spinta in più. Certo, era stato un vero e proprio investimento per il suo futuro. 8.500 euro soltanto il Master in sceneggiatura, senza contare il costo della vita in una delle città più care d’Italia: Milano!
Sicuramente molto più di Padova. Abituata ad un contesto più contenuto, familiare. Non aveva mai lasciato la famiglia prima di allora. Erano molto legati, non facevano quasi nulla separati; erano soliti partire ogni estate un mese intero, in ogni parte del mondo, e nonostante fosse molto caro un viaggio in quattro, loro dovevano essere tutti insieme per partire. C’è da dire che non avevano problemi economici. Il signor Roberto Stella era un magistrato, parecchio noto nel mestiere, mentre la signora Miriana era professoressa di Linguistica e Glottologia all’Università di Lettere di Padova. Persone per bene, umili della loro fortuna e del loro prestigio.
Avevano insegnato quei valori alle loro due figlie: Ginevra, che aveva appena compiuto diciotto anni e Clara, che a venticinque anni stava per lasciare il nido per trovare la sua strada.
Da sempre viveva di ambizioni: difficilmente si accontentava o ricercava ciò che poteva raggiungere chiunque; voleva il meglio, anche se arduo e intenso, desiderava lottare per qualcosa per cui ne fosse valsa la pena.
Ecco perché in quel momento si trovava lontano da casa, in un’altra città, intenta a costruirsi una nuova vita, conoscere nuove persone e toccare con mano le sue opportunità.
Voleva scrivere, scrivere per il cinema, diventare sceneggiatrice. Non voleva limitarsi all’iniziale Laurea triennale in lettere, che l’avrebbe portata ad insegnare; nemmeno alla magistrale in Scienze del cinema e dello spettacolo. Le serviva qualcosa in più che la portasse a realizzarsi nel mondo della scrittura per il cinema, che la facesse conoscere. In fondo, girava tutto intorno a quello: per entrare a far parte del mondo dello spettacolo, bisogna prima fare esperienza nel campo e farsi integrare dalle persone più influenti.
-“Ma sei sicura? È un salto nel vuoto! Perché non fai il concorso per insegnare?!”- insisteva spesso sua madre, Miriana.
Non perché non credesse in lei, in realtà non credeva nelle opportunità che potesse offrire l’Italia a talenti del genere.
-“Come potrei anche solo alzarmi la mattina per fare qualcosa che non mi soddisfa? Mi accontenterò solo quando dovrò cedere alla morte”- faceva la melodrammatica Clara, di rimando.
Ma come biasimarla! Quasi nessuno aveva il coraggio di sfidare il futuro e mettersi in gioco con il proprio talento e le proprie ambizioni. Ma lei viveva per quello, non c’era altro che potesse motivarla di più.
E finalmente avrebbe vissuto davvero quello che aveva sempre immaginato.
Il Master prevedeva un anno di corsi di scrittura, sceneggiatura, storytelling, tecniche cinematografiche ma soprattutto tirocini: erano quelli i più importanti, proprio perché le avrebbero permesso di mettersi in contatto con il mondo dello spettacolo; avrebbe collaborato con le aziende più famose produttrici di film e serie tv, con i maggiori produttori e registi, attori e sceneggiatori. Inoltre, le offrivano la possibilità di lavorare ad una sceneggiatura originale per un film che sarebbe stato girato, montato e coordinato con lei presente.
Tutto per la modica cifra di 8.500 euro. Beh, non era per tutti, ma i signori Stella ci tenevano alla formazione delle loro figlie, soprattutto se erano testarde come Clara che non si mostrava elastica a nessun’altra decisione.
Ginevra era diversa: avrebbe voluto seguire le orme del padre e non appena concluso il liceo classico, iscriversi alla Facoltà di Legge. Niente di meno! Però aveva già preso in considerazione un piano B se non fosse passata. Avrebbe lavorato, qualsiasi cosa pur di non stare ferma e gravare sui genitori.
Il momento più doloroso era arrivato: Clara, che era sempre stata rinchiusa nel suo piccolo guscio, che aveva vissuto la monotonia università-casa-studio, avrebbe cominciato una nuova vita. Da sola.
Certo, perché a Padova non avrebbe lasciato soltanto la famiglia, ma anche l’amico del cuore Ruggero e i fantasmi del passato. Come il suo ex fidanzato Stefano. Si erano lasciati prima che Clara si laureasse, cinque mesi prima che si trasferisse definitivamente a Milano.
Era un bravo ragazzo, senza ombra di dubbio, ma tendeva spesso a limitare Clara, a bloccare le sue ambizioni. Lui voleva per lei qualcosa di sedentario, che potessero cominciare a vivere insieme a Padova e trovare il modo più semplice. Ecco, lei non avrebbe mai potuto scegliere la strada più facile, non poteva abbandonare i suoi sogni per qualcuno. Lui avrebbe dovuto capirla, incoraggiarla.
Stavano insieme da 3 anni, era stato davvero pesante e difficile prendere quella decisione, anche i genitori ormai erano affezionati. Ma lei doveva pensare al suo futuro, in funzione di sé stessa e non in funzione degli altri.
La sedentarietà, la monotonia, la prevedibilità erano i fantasmi da cui scappava: non avrebbe mai immaginato che la passione, il proibito, l'ossessione, il desiderio e l'impulsività che tanto cercava, le avrebbero creato dipendenza.
Sì, era spaventata, terribilmente. Quasi non voleva ammetterlo nemmeno a sé stessa ma allo stesso tempo era elettrizzata. Avrebbe vissuto con una coinquilina, in un dormitorio all’interno della facoltà stessa, avrebbe studiato ciò che più le piaceva e soprattutto avrebbe messo in pratica tutte le sue conoscenze in merito.
-“È un mondo bastardo. Solo uno su mille riesce!”- le dicevano.
-“Io sono quell’una su mille!”- rispondeva Clara.
   
 
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