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Autore: Soul Mancini    03/03/2020    4 recensioni
Frammento dopo frammento, giorno dopo giorno, la vita di Ives scivola via e la sua anima si spegne pian piano. Quell'anima che era così pura e luminosa, ma che come la fiammella di una candela tremola a ogni soffio di vento.
Dai suoi primi giorni di vita, una serie di momenti che l'hanno portato a bucare la sua pelle con l'ultimo, fatale ago.
[Il capitolo "VIII" si è CLASSIFICATO SESTO al contest "November Rain" indetto da MaryLondon e giudicato da Juriaka sul forum di EFP.]
[Il capitolo 'XII - Like a crystal tear' si è CLASSIFICATO SECONDO al contest "This is our place, we make the rules" indetto da mystery_koopa sul forum di EFP.]
Genere: Introspettivo, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Needles'
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VII
 
 
 
 
 
Ho fatto questo tatuaggio unicamente per il dolore. I disegni e i colori, sono giusto per ricordo.
[Anonimo]
 
 
 
 
“Non ti conviene tirarla su prima del tatuaggio. Sai, la coca tende a innervosire e non è l’ideale quando c’è da avere pazienza.”
Distolgo lo sguardo dalla striscia bianca che ho disposto sul piano del tavolino di fronte a me e lo fisso su Ethan. È sempre così fottutamente silenzioso, compare dal niente e anche stavolta non mi ero accorto del suo arrivo.
“Mmh, dici?”
“Ce la fai a resistere?” mi chiede, inarcando un sopracciglio.
Faccio saettare lo sguardo dal suo viso alla cocaina abbandonata sul tavolo, è così invitante…
Infine sorrido al mio amico. “Certo che ce la faccio. Mi hai preso per un drogato di merda?”
Ethan si stringe nelle spalle, mi sfila la banconota dalle dita e, dopo averla arrotolata, sniffa in un solo colpo la pista bianca che avevo preparato. “Perché, non è questo che siamo? Due tossici.”
Mi acciglio. “Ehi, quella me la devi rimborsare!”
“Ti ricordo che sono io a pagarti il tatuaggio” ribatte con un sorriso sornione.
Scoppio a ridere e gli batto una pacca sulla spalla. “Lo so, stavo scherzando. Andiamo?”
“Andiamo.”
 
 
Gli aghi non mi sono mai stati simpatici, infatti non mi sono mai riuscito a spiegare chi si fa di eroina e che quindi si deve iniettare la roba in vena. Come si fa ad abituarsi a qualcosa del genere e addirittura trovarlo piacevole?
Forse è per quello che mentre Cleen, il mio tatuatore, applica lo stencil sul mio braccio, una leggera ansia mi pizzica il cuore, accelerando i miei battiti.
Ethan mi ha regalato questo tatuaggio per i miei quindici anni e io lo voglio con tutto me stesso, ma l’idea che tanti aghi mi bucheranno la pelle mi agita parecchio.
Sono nervoso, forse avrei fatto meglio a tirare su la coca prima di venire qui. Mi sono pentito di non averlo fatto.
“Pronto, ragazzino?” mi chiede Cleen, armeggiando con una macchinetta.
Mi impongo di rimanere calmo e mettere su una faccia da duro. “Sicuro.”
Devo pensare ad altro.
La mia mente corre verso linee di basso che so a memoria, verso i bellissimi concerti che ho visto al Whisky e al Rainbow, verso i corpi vibranti delle ragazze che mi vorticano attorno, invitandomi a sfiorarli ed esplorarli. Non vedo l’ora di uscire di qui e immergermi in questa vita così eccitante, quella che ho sempre sognato e che ora stringo in pugno.
Quasi non mi accorgo del ronzio della macchinetta che si accende, da quanto ho la testa piena di nuove linee di basse, canzoni da provare e da plasmare.
Ma quando gli aghi mi feriscono la pelle, all’improvviso torno alla realtà.
E la sento. È una scossa, un brivido, una sensazione tutta da conoscere. È un dolore quasi insopportabile, ma per qualche strano motivo mi piace.
Mi ricorda che sono vivo.
Improvvisamente mi dimentico del disegno, delle linee, dei colori, delle sfumature e di ciò che rimarrà sul mio braccio una volta terminato il lavoro: esistiamo solo io, gli aghi che pungono la pelle e quella micidiale scarica al cervello che continua a inebriarmi.
Nel profondo del mio cuore, me lo sento, questo è l’inizio della mia rovina.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Note:
-      Il nome del tatuatore, Cleen, è un (neanche troppo) velato omaggio a uno dei miei partecipanti di Ink Master preferiti, Cleen Rock One.
-      Il Whisky A Go Go e il Rainbow sono due famosi locali di Los Angeles, che soprattutto negli anni Settanta e Ottanta sono stati il fulcro della musica rock losangelina.
 
 
   
 
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