Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: evil 65    03/03/2020    26 recensioni
È passato un anno da quando i Guardiani hanno sconfitto Pitch Black.
Jack Frost è ormai una Leggenda a tutti gli effetti, e cerca di bilanciare la sua nuova posizione di Guardiano del Divertimento con la vita di tutti i giorni.
Tuttavia, l’improvvisa apparizione di un vecchio che afferma di essere Padre Tempo segnerà una brusca e inattesa interruzione dal periodo di tranquillità: secondo l'uomo, Pitch Black sta costruendo un’arma abbastanza potente da far sprofondare l’intero universo in una nuova Dark Age.
C’è solo un piccolo dettaglio: Pitch Black è ancora intrappolato nel suo regno…
(Crossover tra Le 5 Leggende, Frozen, Dragon Trainer, Ribelle - The Brave e altre opere)
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The War of Ice and Nightmares'
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Eccovi un nuovissimo capitolo! Immagino che dopo averlo letto avrete un po’ di domande, vi invito a leggere le note per ulteriori spiegazioni.



 Capitolo 5 - Something is coming

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But I got the wind in my hair and a fire within
'Cause there's something beginning
I got a mystery to solve and excitement to spare
That beautiful breeze blowing through
I'm ready to follow it who knows where
And I'll get there, I swear
With the wind in my hair!
Mandy Moore – Wind In My Hair
 
Ormai era ufficiale: E. Aster Calmoniglio, il Guardiano della Speranza, la Seconda Leggenda scelta dall'Uomo della Luna, odiava qualsiasi mezzo di trasporto magico che non fossero le proprie gallerie sotterranee, capaci di teletrasportarlo in ogni parte del globo svolgendo il tragitto più breve ad enorme velocità, senza intaccare minimamente chi le attraversava.
Ma in quel caso era stato costretto a fare buon viso a cattivo gioco. Dopotutto, le sfere magiche di Nord erano l'unica cosa che potesse consentire a lui e al Primo Guardiano di rintracciare il luogo in cui era finiti i pezzi di quell'infernale Crogiolo.
Quando finalmente il portale di luce si dissolse - ritrasformandosi nella sfera stretta in mano a Nord - i due toccarono terra, segno che il manufatto magico li aveva portati a destinazione.
Il Coniglietto di Pasqua tirò un sospiro di sollievo: niente lo rendeva più tranquillo del percepire le proprie enormi zampe ben infisse a tastare il verde, fertile terreno...
L'istante dopo si rese conto di quanto profondamente sbagliata fosse quella descrizione. La terra sotto i suoi piedi, tanto per cominciare era grigia e spoglia, e soprattutto... completamente sterile. Grazie alla propria natura magica poteva percepirlo attraverso i palmi delle zampe.
Sollevò immediatamente lo sguardo e richiamò il compagno.
<< Nord? >>
L'uomo in questione si trovava ad appena pochi passi del Guardiano della Speranza, con ambe le spade sguainate e gli occhi vigili.
Sebbene fosse quel tipo di persona capace di trovare gioia e divertimento anche nelle situazioni più disparate, aveva pur sempre l'animo di un combattente. E la prima regola di ogni guerriero, quando si metteva piede in un luogo sconosciuto, era quella di essere sempre pronti in caso di minaccia.
Specialmente se il luogo in questione aveva un aspetto poco raccomandabile… esattamente come quello in cui erano appena finiti i due spiriti.
Sembrava notte fonda, eppure non c'erano stelle in cielo, solo una luna piena che risplendeva alta nella volta. Ma Nord percepì che c'era qualcosa che non andava nel globo celeste, quasi come se fosse solo un corpo senza vita, una roccia inanimata che orbitava attorno alla terra. Certo, ammesso che quel posto fosse la Terra.
<< Qui esserci qualcosa di molto sbagliato >> borbottò a bassa voce.
<< L'hai detto, amico >> mormorò Calmoniglio, rimuovendo lentamente dalla schiena i suoi boomerang e ponendoli in posizione di difesa e attacco.
L'ambiente stesso era distorto dalla nebbia che lo avvolgeva, una foresta di alberi neri e rinsecchiti disposti in fittissime file dalle angolature strane, quasi protese in avanti.
Il Coniglio Pasquale girò lo sguardo in continuazione, ma sembrava tutto deserto... e soprattutto morto.
Eppure, gli pareva di sentire in lontananza echi di voci distorte, grida agghiaccianti, risate folli, pianti strazianti e profondi ululati.
L’istinto gli suggeriva di allontanarsi il più possibile da quel luogo e soprattutto evitare di prestare troppo ascolto a quei suoni, ma sapeva che tali opzioni non era contemplabili a causa dell’urgenza della loro missione.
Avanzò di qualche passo verso uno degli alberi e agitò appena il boomerang per allontanare la nebbia. Ma ciò che si trovò davanti… non fu affatto un albero, bensì uno spaventapasseri di paglia con una zucca al posto della testa, al cui collo era stato legato un cartello. E proprio su quel cartello era stata incisa una scritta ben precisa.
<< Oh no... >> gemette a quella vista. << È la Città di Halloween! >>
Al sentire quel nome, gli occhi di Nord si spalancarono di colpo e un freddo brivido gli attraversò la spina dorsale, assieme al ricordo di eventi che aveva cercato con tutto se stesso di dimenticare.
Se c'era infatti un luogo che il Primo Guardiano aveva tentato di evitare in tutti i modi negli ultimi anni… be’, quello era proprio Halloween Town, la dimensione dedicata all'omonima festività del 31 Ottobre, regno indiscusso di Jack Skellington, il Re delle Zucche.
E questo non solo perché aveva sempre trovato l'intero posto estremamente raccapricciante: alcuni anni prima, infatti, era stato rapito proprio dallo stesso Jack, il quale aveva cercato di prendere il suo posto come Babbo Natale con risultati a dir poco disastrosi.
Anche Calmoniglio era stato coinvolto in quella sfortunata vicenda. Inizialmente scambiato per Nord, era stato rapito allo stesso modo e portato in quella città dimenticata dagli dei.
Fino ad oggi, entrambi gli spiriti avevano custodito gelosamente quegli avvenimenti, giurando che non ne avrebbero mai parlato con nessuno.
Non potevano rischiare che a qualche altro malvagio spirito venissero malsane idee del genere… e in fondo, era anche parecchio imbarazzante per loro ammettere di essere stati messi nel sacco – letteralmente – da un trio di stupidi mocciosi assoldati dal Re delle Zucche.
<< Dobbiamo andarcene di qui >> disse Nord, il tono di voce ornato da una punta di panico. << Non possiamo permettere che quei pazzi mettano mani su noi altra volta! >>
<< Ci provassero! >> sbottò il Guardiano della Speranza << Non sono più la mezza calzetta che ero all'epoca! Se si azzardano anche solo ad avvicinarsi io... >>
<< BUH! >>
<< AAAAAHHHHH!!! >>
Un grosso albero si era appena animato alle loro spalle. Ora il tronco della pianta aveva una faccia, proprietaria della voce profonda che aveva colto di sorpresa il Secondo Guardiano.
Nord e Calmoniglio non ebbero nemmeno il tempo di reagire. In pochi secondi, la spettrale radura non fu più deserta, e a circondare i due spiriti si erano radunati i terrificanti abitanti della Città di Halloween, mostri di ogni aspetto partoriti dagli incubi e dalle paure più nere: vampiri, orchi, zombie, streghe, clown assassini… ce n'era per tutti i gusti.
( Track 8: https://www.youtube.com/watch?v=jU6iP0WLsU8 )
<< Bene, bene, che cosa abbiamo qui!? >> domandò un pallido vampiro dalla voce acuta e graffiante.
<< Sembrano essere degli intrusi >> ringhiò un grosso lupo dalla corporatura umanoide, con occhi rossi brillanti come braci ardenti.
Affianco a lui, alcune streghe cominciarono a ridacchiare, mentre tuoni e lampi risuonarono nella volta celeste.
Nord deglutì a fatica, e arricciò ambe le labbra in un sorriso tirato.
<< Intrusi? Noi? AH! Sciocchezze, questo essere solo grosso malinteso! Infatti, noi siamo qui perché… perché... >>
Lanciò un'occhiata disperata nei confronti di Calmoniglio, quasi come se lo stesse supplicando di terminare la frase, ma il Coniglietto di Pasqua sembrava essere stato completamente svuotato dei buoni iniziali propositi di lotta. Lo spavento appena subìto - mischiato al parziale risveglio del trauma avvenuto nella sua primaria esperienza di spirito – stava prendendo il sopravvento, facendolo tremare da capo a piedi con tanto di incisivi che battevano contro i denti inferiori.
Le varie creature radunate attorno a loro cominciarono a guardarsi l'un l'altro, i volti adornati da espressioni alquanto scettiche e altre desiderose di fare i due a pezzettini.
Improvvisamente, una voce molto familiare a entrambi gli spiriti risuonò alle spalle del gruppo, congelandoli sul posto.
<< Ma insomma, che cos'è tutto questo disordine? Amici miei, mancano pochi mesi al prossimo Halloween, dobbiamo ancora ultimare le prove per la festa del raccolto! >>
Come ad un segnale, la folla si aprì in due per permettere il passaggio del nuovo arrivato.
Si trattava di una creatura umanoide alta almeno un paio di metri, vestita interamente con abiti neri a righe bianche: il suo tratto distintivo rispetto al resto di tutti quei mostri era l’essere uno scheletro.
Uno scheletro vivente, privo di muscoli, carne e tendini, eppure capace di camminare e a quanto pare anche di parlare. Al posto di un volto umano vi era un teschio privo di occhi, capelli o qualsiasi caratteristica che potesse vagamente ricordare una persona.
Un paio di orbite nere si posarono sulle figure di entrambi i Guardiani e sembrarono spalancarsi per la sorpresa.
<< Babbo Nachele? >> domandò l'essere. << Misterioso animale saltellante? Siete proprio voi? >>
Di colpo, l'espressione assolutamente terrorizzata dei due spiriti mutò in una per certi versi più sollevata... ed esasperata.
Colui che si trovava loro davanti era nientemeno che Jack Skellington, o Jack O'Lantern per come i mortali lo conoscevano, il Re delle Zucche e della Città di Halloween, nonché lo Spirito di Halloween... e il loro ex-rapitore redento.
A questo punto è bene spiegare come siano andate a finire le cose. Jack Skellington si era pentito di aver tentato di rubare la festa a Claus e di aver coinvolto involontariamente anche E. Aster.
Lo scheletro era giunto in loro aiuto quando i due guardiani erano stati presi in ostaggio da Pitch Black, che all’epoca si era rintanato nella Città di Halloween con l’obbiettivo di riappropriarsi del proprio potere distruggendo i corpi materiali dei due spiriti coinvolti.
Skellington aveva ricacciato indietro Black e liberato la coppia, offrendo loro le sue più sentite scuse. Scuse che secondo lui erano bastate a sistemare l’intera faccenda in uno schiocco di dita... e chissà per quale assurda ragione del fato che non era data comprendere, pensava a Nord e Calmoniglio come a degli amici.
E pensare che non era nemmeno capace di pronunciare i loro nomi!
<< Oh, ma che immensa gioia rivedervi! >> esclamò l'alto scheletro, protendendosi verso di loro e sollevandoli da terra senza alcuno sforzo << Sono più di duecento anni che non ci vediamo! >>
<< Ci stai... soffocando... Skellington! >> protestò il Coniglio Pasquale.
<< Oh, chiedo scusa. >>
Li poggiò a terra, regalando loro un largo, inquietante sorriso, ma che per i suoi standard equivaleva a vera, sincera contentezza.
<< A volte dimentico che voi due siete ancora parecchio vivi. >>
<< Eh, modo divertente per metterla >> commentò Nord, ricevendo un'occhiataccia da parte del Secondo Guardiano. << Cosa? Sto solo cercando di sdrammatizzare situazione! >> ribatté sulla difensiva.
Poi volse nuovamente la propria attenzione nei confronti di Jack.
<< Per quanto sia... ehm… bello rivederti, Jack, temo che noi non siamo qui per visita amichevole. >>
<< Ah, no? >> fece lo Spirito di Halloween, inclinando il proprio teschio in un angolo innaturale.
Il Coniglietto di Pasqua girò la testa verso i mostri che ancora li fissavano; rabbrividì e, suo malgrado, si rivolse allo scheletro.
<< Non possiamo parlarne qui. Ci sono... troppi occhi e orecchie. >>
<< Oh, ho capito! Si tratta di un'operazione segreta! >> esclamò Skellington << Allora sarà meglio parlarne in privato! >>
Con un guizzo, si volse in direzione degli abitanti di Halloween.
<< Cittadini, amici cari, presto, rientrate in Città, e dite al Sindaco di ultimare personalmente i preparativi per la festa! Io e i miei amici dobbiamo discutere in solitaria! >>
Obbedienti, ben presto neanche un mostro rimase nella radura, e i tre spiriti rimasero da soli. Jack volse quindi ai due un sorriso.
<< Bene, ecco fatto! >>
Nord annuì gentilmente.
<< Ti ringrazio per premura, faccenda di cui dobbiamo discutere è molto importante >> disse gravemente.
In quel preciso istante, un dubbio attraversò la mente del Primo Guardiano.
<< Un momento, ma dov'è dolce Sally? Pensavo che lei fosse sempre in tua compagnia >> borbottò il vecchio, ricordando bene l'unica persona di quella città che aveva cercato in tutti i modi di far desistere Jack dal suo tentativo d'impersonarlo: si era scusata personalmente con lui poco dopo la sua liberazione, sorprendendolo non poco.
Tra tutti i mostri di quel luogo gli era sembrata la più umana non solo nell'aspetto, ma anche nella personalità e atteggiamento, probabilmente perché era composta proprio dalle parti di diverse persone.
In risposta alla domanda dello spirito, il sorriso sul volto di Jack sembrò allargarsi.
<< Oh, lei è impegnata con un'altra faccenda >> spiegò con tono paziente. << Vedete, poche ore fa uno strano oggetto è precipitato dal cielo e si è schiantato nei pressi della foresta dei suicidi. Sally si è offerta volontaria per controllare cosa fosse. >>
Istintivamente, i due Guardiani si scambiarono un'occhiata di pura comprensione.
Calmoniglio tornò a guardare Jack.
<< Potrebbe essere proprio ciò che stiamo cercando >> replicò << È lunga da spiegare, ma... tutto inizia con un nome che conosci molto bene: Pitch Black. >>
Alla sola pronuncia di quel nome, l'espressione sul volto dello scheletro mutò completamente, assottigliandosi di colpo, vibrante di vivida, esplicita collera e disprezzo genuino.
Si piegò sul Coniglio Pasquale, e quando parlò la sua voce si fece molto più tetra e profonda.
<< Cosa ha a che vedere quel demonio con questa vostra visita? >>
L’attimo di debolezza di Calmoniglio era trascorso e il fiero mammifero aveva riacquistato il suo caratteristico coraggio, perciò non vacillò di un millimetro sotto il vuoto, nero, terrificante sguardo del Re delle Zucche.
<< È tornato. Non quello che conosci... ma una sua versione proveniente da un altro mondo, che ha creato una terribile arma in grado di far sprofondare tutti i mondi esistenti nel caos e nella paura. Quell'arma è stata divisa in frammenti e lui ora li sta cercando. Uno di essi potrebbe trovarsi qui… ed essere proprio ciò che tua moglie Sally è andata ad indagare. >>
Le orbite di Jack cambiarono di colpo, spalancandosi con evidente preoccupazione.
<< Mi state dicendo che la mia Sally potrebbe essere in pericolo? >> domandò con un sottofondo di timore, cosa assai difficile da manifestare per un'entità come lui.
Nord annuì gravemente. << Temo proprio di sì, Jack. Devi portarci subito sul luogo d'impatto! >>
Skellington annuì solennemente. << State al passo, amici miei, e seguitemi. Dobbiamo fare presto! >>
Detto ciò, si voltò e ad ampie falcate cominciò ad imboccare un sentiero della foresta.
<< Oh, grandioso... dritti nella nebbia spaventosa >> borbottò il Coniglietto di Pasqua, poggiandosi sulle quattro zampe e cominciando a seguire a grandi balzi lo Spirito di Halloween, prontamente imitato dal Guardiano delle Meraviglie.
 
                                                                                                                                                     * * *
 
Al contempo, in un altro universo…
 
La nave attraccò esattamente dieci minuti dopo che le sentinelle di Arendelle avevano annunciato il suo arrivo nella baia. L’enorme veliero di quasi trenta metri spiccava lungo la banchisa dell’area portuale: era un bastione carico di oggetti che aveva viaggiato per gli ultimi tre giorni con il solo scopo di raggiungere quel regno isolato tra i fiordi della Norvegia.
Un uomo attendeva pazientemente sul pontile, accompagnato da una renna e da una piccola figura che avrebbe suscitato non poco scalpore tra gli abitanti di una terra straniera. Ma la nave che era giunto quel giorno non trasportava certo estranei, motivo per cui Kristoff Bjorgman – reggente di Arendelle – aveva permesso al pupazzo di neve Olaf di accompagnarlo per dare il benvenuto ai loro nuovi ospiti.
<< Wow, i vascelli di Corona sono molto più grandi dei nostri >> disse la piccola creatura con occhi carichi di meraviglia. << Penso che dovremmo fornire più finanziamenti alla marina, Kristoff. In caso di battaglia navale, Arendelle sarebbe probabilmente spacciata. >>
<< Renderò le tue preoccupazioni note alla regina >> ribatté il biondo con un giocoso roteare degli occhi, mentre la renna accanto a lui rilasciava un sonoro sbuffo.
Dopo non troppi minuti di attesa, finalmente la nave attraccò proprio vicino dove al momento si trovavano i tre amici.
La passerella calò in avanti lungo il molo, e su di essa fecero capolino due figure. Chiaramente una coppia, a giudicare dalla loro mano intrecciata e dalla completa totale e assenza di disagio nello stare abbracciati.
Una di loro era una ragazza snella dai grandi e vivaci occhi verdi, impossibile da non notare immediatamente: il merito era dovuto principalmente all’inconfondibile chioma dorata che le adornava la resra, lunga almeno fino alle caviglie e raccolta in una treccia tempestata di fiori e perline colorate. Lentiggini chiare erano spruzzate lungo il naso eparte delle guance rosse; sulle labbra rosee era stampato un sorriso luminoso, mentre avanzava lungo la passerella con fare pimpante… e con i piedi magri completamente nudi.
Accanto a lei c’era un ragazzo più o meno della stessa età e altezza di Kristoff. La presenza di un curato pizzetto scuro e dal taglio allungato degli occhi nocciola gli conferivano un aspetto in apparenza più maturo. I capelli castani erano lunghi fino a metà collo ma per nulla folti, tranne per un paio ciuffi vicino alle orecchie che servirono a evidenziare ulteriormente l’aria sbarazzina e impertinente che trasudava, assieme al sorrisetto da simpatica canaglia stampato sul volto.
<< Kristoff! Olaf! Sven! >>
La bionda fanciulla notò il gruppo già dall’inizio della passerella, e senza alcuna esitazione mollò la mano del ragazzo per correre spedita verso di loro, incurante della pericolante passerella sotto di sé e dei lunghissimi capelli intrecciati che avrebbero potuto benissimo rischiare di farla cadere se si fossero impigliati da qualche parte. Dietro di lei, il marito si esibì in un sonoro “facepalm” e si affrettò a seguirla.
Una volta scesa a terra, ella gettò le braccia al collo di Kristoff e lo strinse con affetto, per poi rifilare una profonda carezza a Sven e stringere la mano di legno di Olaf.
<< Oh, sapeste quanto sono contenta di rivedervi! >>
<< Noi siamo ancora più contenti, Rapunzel! >> esclamò il pupazzo di neve, con un largo sorriso. << Bentornato anche a te, caro Eugene! >>
<< Ehilà! Come butta, amici? >> replicò l'ex ladro, regalando un'energica stretta a Kristoff e Olaf, per poi estrarre una carota dalla tasca dei pantaloni e allungarla a Sven.
<< L'ho conservata apposta durante il viaggio >> rivelò, facendo l'occhiolino alla renna.
Di fronte a quel gesto inaspettato, l'animale cominciò ad ansimare come un cane, per poi divorare l'ortaggio con un unico e rapido morso.
Kristoff ridacchiò, mentre si avvicinava al muso della renna.
<< Amico, così mi vizi >> disse con un tono di voce assai più stridulo, muovendo la bocca del compagno di avventure come un ventriloquo con il suo pupazzo.
Eugene si strinse nelle spalle, senza battere ciglio di fronte alla stranezza appena compiuta dell'amico: oramai era abituato al fatto che la personalità e i pensieri della renna Sven venivano ogni volta “tradotti” dal norvegese.
<< Che posso farci, da quando ho conosciuto Maxy ho scoperto di avere un debole per gli animali... tranne per quella piccola palla di squame. >>
A quelle parole, da sopra la spalla di Rapunzel si materializzò la figura di un minuscolo camaleonte dai grandi occhi nocciola: Pascal, il fedele amico della principessa. Questo fissò Eugene con un'occhiataccia e si colorò di rosso, mostrandogli la sua lingua da rettile.
<< Suvvia, voi due! Tanto lo sappiamo che in fondo vi volete bene >> li riprese la bionda con tono paziente.
Si voltò verso Kristoff. << Oh, stavo per dimenticarmene! Le mie congratulazioni, Kris, le mie congratulazioni! Sono così contenta per te e per mia cugina! A proposito, dov'è? >>
A quella domanda, l’uomo rilasciò un sospiro affranto.
<< Dove ormai passa quasi ogni minuto del giorno… in ufficio. >>
 
                                                                                                                                                            * * * 
 
Anna Oldeburg, regina in carica del regno di Arendelle, non stava affatto avendo una buona giornata.
Di fronte a lei, montagne di documenti si ergevano minacciose fino a mezzo metro dalla superficie della scrivania come cupi giganti pronti ad attaccarla. Aveva cominciato a lavorarci circa cinque ore fa, ed era solo a metà strada. Non aveva avuto neppure il tempo per godersi la colazione, era stata costretta a mangiare nel suo studio.
A peggiorare il tutto, le nozze con Kristoff erano imminenti, il che significava che presto avrebbe avuto a che fare con ulteriori documenti riguardanti l’organizzazione del matrimonio. Sinceramente, dubitava che sarebbe arrivata alla fine della settimana senza ottenere un aneurisma cerebrale.
La giovane donna si accasciò sulla scrivania, rilasciando un sonoro gemito.
<< Ughhhh, che ho fatto di male per meritarmi tutto ques… ah, già, ho dato la mia benedizione ad Elsa quando decise di abdicare al trono >> borbottò miseramente. << Ecco cosa ottieni quando cerchi di essere una sorella premurosa, Anna. >>
Quando l’ormai ex principessa aveva accettato di prendere le redini del regno dopo l’abdicazione di Elsa… beh, diciamo solo che non aveva preso in considerazione quanto un simile incarico potesse essere faticoso. Anche se, a pensarci bene, forse se lo sarebbe dovuto aspettare.
Non c’era da stupirsi che Elsa fosse sempre così tesa!
Mentre era impegnata in quelle divagazioni mentali, qualcuno bussò alla porta. Anna sgranò gli occhi e subito si raddrizzò, assumendo una postura dignitosa e composta. Si risistemò appena i capelli e poi intrecciò le dita sulla scrivania.
<< Avanti, la porta è aperta. >>
<< Ooh, perfetto! >>
La regina inarcò le sopracciglia di colpo all'udire quella concitata voce femminile: si era aspettata la visita di uno dei suoi consiglieri. Persone nobili di fatto e d’animo e su cui era contenta di poter sempre contare quando aveva bisogno... ma, per contro, talvolta piuttosto barbose e fissate con le regole e l’etichetta.
Tuttavia, la persona appena entrata nella stanza non era un consigliere. Era una fanciulla della sua età dai lunghi capelli biondi e un sorriso radioso in volto.
Rapunzel spalancò le braccia. << Anna! >>
<< Rapunzel! >> esclamò la regina, abbandonando il suo contegno e lanciandosi dritta contro la cugina, stringendola in un forte abbraccio.
<< Grazie al cielo sei qui! Te lo giuro, questo castello è stregato >> sussurrò disperatamente, per poi indicare il cumulo di fogli che spiccava sulla scrivania. << Penso che quei documenti si stiano moltiplicando. Ti assicuro che fino a mezz'ora fa non erano così tanti! >>
Afferrò la bionda per le spalle e la fissò dritta negli occhi.
<< Credo di avere un esaurimento nervoso. Non posso occuparmi del regno e pensare anche al matrimonio! >>
<< Annie, su, cerca di calmarti >> replicò la bionda, stringendole le dita. << Questa è solo ansia da prestazione, passerà! Prima del matrimonio con Eugene, anch'io ero assolutamente terrorizzata. Ed è meglio che non ti racconti della ricrescita improvvisa dei miei capelli prima di raggiungere l'altare... due volte, in realtà, ma per la seconda è più corretto dire che è successo dopo essermici allontanata, dall'altare… >>
La principessa scosse la testa.
<< Ma non siamo qui per parlare di me! Fai un bel respiro profondo! Avanti, su, con me, al mio tre... uno, due... >>
Seguendo il consiglio della cugina, Anna contò mentalmente assieme a lei e prese un lungo respiro calmante.
L'azione sembrò funzionare e la giovane donna riguadagnò un minimo di lucidità.
<< Grazie >> disse con un sorriso imbarazzato. << Ne avevo bisogno. Davvero… DAVVERO bisogno. >>
<< Accidenti… non ti fa assolutamente bene restare chiusa qui dentro in una giornata splendida come questa. >>
Rapunzel lanciò un'occhiata alla porta e poi ai documenti imponenti sistemati sulla scrivania della rossa. Allora il suo sguardo si illuminò.
<< Ho un'idea! Potrei aiutarti a sbrigare tutte queste scartoffie! Sono una principessa, ho le competenze. In due riusciremo a finire prima, e tu sarai libera di venire a fare un giro con me e Pascal nei giardini! Cosa ne pensi? >>
Il camaleonte si sporse verso la regina con uno sguardo incoraggiante, imitato dalla padroncina.
Anna sentì gli occhi riempirsi di lacrime di commozione e gratitudine, ma fece del suo meglio per incontrare lo sguardo della coppia con un'espressione risoluta, carica di determinazione.
<< In questo caso, principessa Rapunzel, la qui presente regina di Arendelle accetta più che volentieri questa alleanza >> proclamò con un tono di voce pomposo, cercando di trattenere una risata. Rapunzel, invece, scoppiò a ridere senza alcun freno.
Quando ebbe finito, si sistemò al fianco della scrivania e agguantò alcuni fogli, facendosi prestare un'altra penna d'oca dalla cugina.
Entrambe si misero subito all’opera, rimanendo in concentrato e rigoroso silenzio per un minimo di dieci minuti. Tuttavia, alle due vivaci principesse sembrarono davvero molti di più.
Dopo qualche altro istante, Rapunzel si asciugò il sudore dalla fronte e ruppe il silenzio.
<< Accidenti... certo che non avrei mai immaginato che le cose sarebbero andate a finire così>> commentò quasi a se stessa. << Insomma... Elsa mi sembrava tanto a suo agio con la gente, dopo la vostra prima avventura. Non dico che sarebbe stata la regina perfetta... ma una buona di sicuro! Invece siete finite con Elsa a fare il Quinto Spirito e tu a fare la regina… non che tu non sia degna di questo ruolo, Anna, anzi! Sicuramente sei più competente sul lato umano e affettivo, mentre Elsa era più portata per questo tipo di attività... Oh, a proposito, passerà a trovarci a breve? Mi piacerebbe tanto rivederla! >>
Il sorriso sul volto di Anna si fece leggermente più tirato.
<< Proteggere la Foresta Incantata è un lavoro a tempo pieno, ma ogni tanto viene a farmi visita. Non ti preoccupare, avrai modo di vederla al matrimonio >> la rassicurò, prima di rilasciare un sospiro affranto. << Ma sai… a volte anch’io mi chiedo se non sarebbe stato meglio per tutti che Elsa mantenesse il titolo di regina. Io… non sono mai stata una persona responsabile, sono sempre stata la sorella sognatrice, quella in cerca di avventure e divertimento. >>
Indicò la pila di documenti.
<< Non ero preparata a tutto… QUESTO. Probabilmente il regno finirà in rovina entro la fine dell'inverno… e ormai manca solo un mese! >>
Rapunzel abbassò lo sguardo e il sorriso sulle sue labbra si indebolì.
<< Sai che all'inizio ho pensato la stessa identica cosa? >> confessò. << Mi sentivo un completo pesce fuor d'acqua, a corte. Santo cielo, ero cresciuta come una semplice ragazza - be', forse non proprio tanto semplice – per diciotto anni! Tutte quelle nuove responsabilità e le aspettative dei miei genitori, dei cortigiani, dei nobili… insomma, superare quei primi mesi fu una vera impresa. Ma mi feci forza, perché volevo dimostrare… che non mi importava quanto mi sentissi imprigionata: potevo farcela. >>
Sospirò a sua volta e tornò a fissare teneramente la cugina.
<< Anna, io e te siamo sempre state parecchio simili. Ma in un certo senso, tu... tu hai una marcia in più rispetto a me. Ora sei spaventata dal tuo ruolo, è normale, e per questo ti senti anche catastrofista. Eppure… non sei fuggita quando si è presentato quel ruolo, ti ci sei buttata a capofitto senza alcun timore, e nonostante tu stia scoprendo che non è così straordinario come pensavi… sei ancora qui. Tu non ti arrendi mai, non lasci mai niente di intentato. Anche se hai questa paura, ora come ora... so che alla fine la supererai. Perché tu sei così. Fai sempre così, e sei davvero ammirevole per questo. Io invece... >>
Si strinse nelle spalle.
<< Io non mi sento ancora pronta. Certo, è normale, non dovrei preoccuparmene >> aggiunse rapidamente. << In fondo sul trono ci sono ancora i miei genitori, e come tutti i figli reali un giorno succederò loro. Ma credo, insomma… se ci fossero cause di forza maggiore come la tua, io non sarei ancora pronta. Ho davvero ancora tanto da imparare e da comprendere, e sopratutto da maturare… mentre tu hai sempre avuto la capacità di adattarti pur avendo i tuoi dubbi. >>
Gli occhi di Anna si spalancarono per la sorpresa.
Senza perdere tempo, posò una mano confortante sulla spalla della bionda.
<< Non pensare mai più una cosa del genere. Andiamo, tu sei Rapunzel Corona! >> esclamò con enfasi, sorprendendo la cugina.
<< La principessa perduta! Colei che è sopravvissuta lontano da casa per 18 anni dopo essere stata rapita da una pazza! Hai salvato il tuo regno non una, non due, ma TRE volte! Per quanto mi riguarda, Corona non potrebbe trovarsi in mani più sicure >> continuò con convinzione.
Il sorriso tornò quasi subito sulle labbra di Rapunzel, che si lanciò ad abbracciare la regina.
<< Grazie, Anna. Grazie di cuore. >>
Poi, si raddrizzò e assunse un'espressione scandalizzata.
<< Oh, accidenti, ero venuta per tirarti su di morale e farti staccare da tutto questo stress e alla fine sei stata proprio tu a consolarmi! >>
<< A che serve la famiglia se non per aiutarsi nei momenti difficili? >> sorrise ironicamente la rossa, per poi abbracciare teneramente la cugina. << Sappi che ci sarò sempre per te, non dubitarne mai. >>
<< Anch'io ci sarò sempre per te. Sono davvero felice che tu faccia parte della mia famiglia >> disse la bionda, per poi abbassare lo sguardo sui fogli in attesa.
<< Avanti, poniamo fine a questa minaccia cartacea! Nessuno ci impedirà di scendere giù in giardino a prendere una boccata d'aria fresca! >> dichiarò a gran voce.
E così, la coppia di reali cominciò a lavorare sui documenti. Dichiarazioni dei rediti, tassazione, proteste, questioni economiche… insomma, su quella scrivania era stato riversato qualunque rapporto riguardante Arendelle e dintorni.
I consiglieri non si erano certamente risparmiati su quale materiale doveva essere portato alle attenzioni della regina, ma probabilmente erano ancora abituati alle tendenze perfezioniste di Elsa, la quale aveva sempre cercato di farsi coinvolgere in ogni più piccolo aspetto della politica del regno.
Ma le giovani donne non si lasciarono abbattere dall’enorme quantità di fogli. Continuarono ad lavorarci sopra con spietata efficienza per quello che sembrò un tempo interminabile.
Quando l’orologio dell’ufficio segnò il passaggio dell’ora successiva, tutti i documenti erano stati controllati e sistemati a dovere.
<< Vittoria! >> esclamò Anna, sollevando ambe le braccia in direzione del soffitto. << Il nemico è stato sconfitto dalla nostra alleanza, principessa Rapunzel! Non hanno mai avuto una possibilità. >>
<< Eccellente, regina Anna! Adesso festeggiamo la nostra schiacciante vittoria con feste e banchetti! >>
Scoppiando a ridere gioiosamente, le due reali si affrettarono ad uscire dalla stanza. Come programmato, corsero in fretta e furia fuori dal castello, cercando di non dare nell’occhio, e si avventurarono nell’erba rigogliosa dei giardini.
Rapunzel si lasciò cadere sdraiata senza alcun ritegno, chiudendogli occhi e assaporando i raggi di sole che premevano su ogni poro della sua pelle dorata, accompagnati da una fresca e piacevole brezza. Anna la imitò a ruota, sospirando di pura beatitudine.
In quel preciso istante, una voce familiare richiamò l'attenzione di entrambe.
<< Ma tu guarda chi ha finalmente deciso di uscire da quella gabbia burocratica >> commentò Kristoff con un sorriso, presto raggiunto dalle figure di Eugene, Olaf e Sven.
<< Accidenti, ragazze, sembra che qualcuno vi sia passato sopra con carro e cavalcatura! >> esclamò l’ex ladro.
Rapunzel sbuffò, mentre si risollevava seduta. << Un carro e cavalcatura dalle sembianze di noiosi documenti reali. >>
<< Cavoli, doveva essere un carro molto strano >> commentò Olaf.
<< Oh, non ne hai idea >> ridacchiò Anna, alzandosi da terra con un balzo e dando un rapido bacio sulle labbra del futuro sposo. << Pronto per organizzare un matrimonio? >>
In tutta risposta, l'uomo le sorrise estasiato. << Penso di essere nato per questo...>>
BOOM!
Un rombo di tuono interruppe il ragazzo prima che potesse completare la frase, facendo tremare l'area circostante.
<< Terremoto! Ahhhh! >> strillò Olaf, agitando le braccia in preda all’immediato panico. Pascal lo imitò, accucciandosi nel colletto dell’abito della padroncina, colorandosi di un viola pastello.
Rapunzel e Anna scattarono immediatamente in piedi, sussultando all'unisono assieme ai propri compagni.
<< Guardate! >> gridò Eugene.
Il cielo fu illuminato da un lampo. Poi, un oggetto cominciò a precipitare verso terra, lasciandosi dietro una scia di fumo e fiamme.
Anna osservò il tutto con un'espressione di puro shock.
<< Che cos'è!? >> sussurrò incredula.
Rapunzel, con lo sguardo fisso sul misterioso corpo che stava precipitando a velocità vertiginosa, si sentì per un istante soffocare da una misteriosa sensazione di gelo.
<< Sta cadendo verso la città! >> realizzò, sconvolta << Potrebbe finire addosso a qualcuno! >>
Senza aggiungere altro, cominciò a correre verso il cancello d'uscita.
<< No, aspetta! Rapunzel! >> le gridò dietro Eugene, ma invano. Non ebbe altra scelta se non quella di correrle immediatamente dietro.
<< Kristoff, andiamo! >> esclamò Anna, procedendo a seguire la cugina.
Dietro di lei, Kristoff alzò ambe le mani verso il cielo con fare esasperato.
<< Ecco, ti pareva >> borbottò quasi a se stesso, per poi voltarsi verso la renna e il pupazzo di neve << Olaf, Sven, è meglio che voi restiate qui, al sicuro. Cercheremo di tornare tutti e quattro prima possibile! >>
Sven e Olaf annuirono, entrambi visibilmente preoccupati. Poi il biondo girò i tacchi e partì dietro alla sua futura sposa.
Seguendo la scia di fumo, il gruppo giunse alla piazza del paese, ove uomini, donne e bambini correvano in preda alla paura. Analizzando attentamente l’area circostante, Anna intravide un grosso cratere proprio al centro dello slargo. Accanto ad esso, la giovane regina notò subito la figura accasciata di Johan Linksty, il fornaio del regno.
Senza perdere tempo, corse da lui e lo aiutò subito a rialzarsi.
<< Tutto bene? >> chiese con tono preoccupato.
L’uomo deglutì a fatica e annuì rapidamente, poi indicò il cratere fumante.
<< Quell’affare è sbucato fuori dal nulla. Ci è mancato poco che mi colpisse in pieno >> borbottò quasi a se stesso.
Anna volse lo sguardo in direzione del punto d’impatto. Poi, lasciò andare Johan e si girò verso la folla riunita.
<< State indietro, potrebbe essere pericoloso! >> esclamò a gran voce, ricevendo occhiate comprensive da parte delle persone raccolte.
Nel mentre, la giovane regina camminò fino al bordo del cratere, rapidamente affiancata da Kristoff, Rapunzel e Eugene. E quello che videro, una volta che i loro occhi si posarono al centro dell’enorme buco scavato nel pavimento stradale… fu una scatola. O meglio, un oggetto che sembrava essere una scatola.
Era di forma cubica, dalle pareti completamente lisce e nero come la pece. I bordi erano leggermente rossi, probabilmente a causa del calore sprigionato dall’impatto.
<< Cosa pensi che sia? >> chiese Rapunzel, sentendo ancora parzialmente quella sensazione sgradevole invaderla.
Eugene scrutò l’oggetto con attenzione.
<< Forse è una stella cadente? >> disse dopo qualche attimo di silenzio.
In risposta a quella dichiarazione, i vari membri del gruppo gli lanciarono un’occhiata incredula.
 << …Che c’è? >> domandò l’ex ladro, mentre le sue guance si tingevano di rosso.
Kristoff si limitò a roteare gli occhi.
<< Per qualche ragione, dubito seriamente che sia una stella cadente >> disse con tono sarcastico.
E in quel momento… accadde.
Vi fu un lampo di luce bianche che illuminò l’intera piazza. Molte persone si coprirono gli occhi, sorprese da quel bagliore improvviso.
<< E ora che succede!? >> sbottò Eugene, lo sguardo puntato in direzione del punto da cui proveniva, a circa dieci metri dal cratere.
Poi, la luce cominciò a diradarsi, prendendo la forma di un vortice sospeso a mezz’aria.  E da quel vortice fuoriuscì qualcosa che suscitò diversi sussulti ad opera della folla.
( Track 9: https://www.youtube.com/watch?v=icyQCdcuyQ8 ).
Anna spalancò gli occhi per la sorpresa, imitata da Rapunzel, Kristoff, e Eugene. Nel mentre, un grosso cavallo si palesò in mezzo alla piazza.
Di norma la presenza di uno di questi animale non avrebbe dato alcun fastidio al gruppo di persone raccolte. Ma questo cavallo era diverso: sembrava una creatura uscita fuori da un incubo.
Aveva un corpo massiccio, eppure Anna riuscì a intravederne ogni singola giuntura, quasi come se quella bestia non fosse altro che uno scheletro ricoperto da un sottile strato di pelle. Ogni nervatura era attraversata da un pigmento di colorazione giallastra che andava a fondersi con gli occhi posti sulla parte anteriore del muso. Ciò che attirò in particolar modo l’attenzione della regina furono proprio gli occhi, che apparivano come pozzi di lava leggermente scavati nel cranio della creatura, delimitanti un paio di orbite nere e senza vita intagliate sul bordo dell’osso.
E sopra di esso spiccava la possente figura di un cavaliere. O, almeno, quello che aveva l’aria di essere un cavaliere, associazione che sorse spontanea nella testa di Anna a causa dell’armatura nera che indossava. Ma anche in questo caso, gli occhi appena visibili nella fessura del casco… erano tutto fuorché naturali, poiché rossi come il sangue.
Il Generale Fearling rimase in silenzio, osservando l’area circostante per qualche secondo. Poi, le sue pupille dardeggianti incontrarono quelle della regina.
 

 
 
 
Dum, Dum, Duuuuuuuuuuuuuum!
Sì, ci piace lasciarvi con dei bei cliffhanger.
Dunque, eccovi alcuni chiarimenti:
  • Sì, abbiamo incluso il film animato A Nightmare Before Christmas, i cui eventi rimarranno uguali a quelli della pellicola originale al 90%. Dico 90 perché, come avete già notato, sono accennati alcuni cambiamenti. Ad esempio, Pitch Black sostituisce Mr Bau Bau come antagonista della pellicola, e il Babbo Natale e il Coniglietto di Pasqua rapiti sono proprio Nord e Calmoniglio.
    In più, daremo a Jack i poteri necessari per renderlo una temibile minaccia sul campo di battaglia, prendendo ispirazione soprattutto da Kingdom Hearts.
    La sua storia con Pitch verrà spiegata più avanti.
    Preciso che Halloween Town non si trova in un altro universo, ma è una dimensione tasca separata del mondo non visibile, proprio come la tana dell’Uomo Nero o il Palazzo di Dentolina. Quindi Calmoniglio e Nord non hanno mai lasciato il loro universo.
  • Sì, ben due pezzi del Crogiolo sono finiti nel mondo di Frozen: uno nella Foresta Incantata e uno ad Arendelle. Purtroppo Jack era troppo impegnato con il primo per accorgersi del secondo.
    Rapunzel, Eugene e Pascal vengono dal film Rapunzel. È stato confermato dalla Disney che la principessa dai lunghi capelli dorati è la cugina di Anna ed Elsa, e in questa fan fiction ha più volte visitato le due durante i tre anni successivi al primo Frozen ( in cui appare brevemente ma con i capelli corti ).
    Questa Rapunzel ha di nuovo i capelli lunghi e dorati a causa degli eventi della serie tv, che si svolge circa tre anni prima di questa storia. Alla fine della serie tv Rapunzel perdeva di nuovo i capelli, ma noi spiegheremo perché le sono ricresciuti una seconda volta.

     
  • Il cognome di Anna è ispirato alla famiglia reale norvegese dell’epoca.
 
Nel prossimo capitolo avremo una doppia battaglia: Anna, Rapunzel e compagnia contro il Generale Fearling, mentre Nord, Calmoniglio e Jack dovranno vedersela con il loro incubo personale.
  
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