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Autore: MelaniaTs    04/03/2020    1 recensioni
*ATTENZIONE SPOILER TERZA SERIE FINO A MIRACLES QUEEN*
"Notizia straordinaria.
Un antico tempio di monaci è riapparso tra i Monti tibetani.
Lo stesso simbolo che viene mostrato sui tempi è stato scoperto anche in una statua antica al museo del Louvre. Di cosa si tratterà?"
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Altri, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Nuovo personaggio
Note: Lemon, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Miraculous - Les aventures de Ladybug et Chat Noir
© Thomas Astruc; TS1
Bouygues, Disney Channel, Zagtoon, Toei Animation 
Retail: Lemon e OOC poiché non so ancora come procederà la storia. Ho stilato un programma ma poi mi lascio come sempre guidare dall’ispirazione
QUI TROVERETE UNA CRONOLOGIA STILATA DA ME FINO ALLA FINE DELLA TERZA STAGIONE

(Capitolo con una piccola Lemon)

Appena in tempo Chat Noir Dolphin si era allontanato da Notting Hill ricomponendo del tutto le sue cellule. Adrien si riservò stanco sul letto non appena anche Ladybug se ne andò e prese a respirare regolarmente mentre il suo tempo da trasformato scadeva e lo riportava alle sue sembianze. Steso sul letto osservava il soffitto di casa Wood, adesso era realmente stanco. Aveva usato tre poteri complementari contemporaneamente, poco importava che il suo corpo era stato diviso in due, era anzi peggio di quanto ci si aspettava. Era destabilizzato e stanco, intanto Marinette andò a stendersi al suo fianco mettendosi su un lato per poterlo guardare. 

"Perché Felix ha pensato che io e Ladybug fossimo la stessa persona?" Chiese al compagno.

Adrien volse la testa, era stanco anche per darle una risposta. Ma non poteva rivelarle che era stanco perché aveva usato la divisione, le avrebbe solo confermato ciò che lei sospettava già, che lui era Chat Noir e non poteva permetterlo. 

"Felix ha tenuto in mano il mio cellulare per un po' mentre facevo la doccia. Dopo o prima aver cancellato il video temo abbia visto la mia galleria fotografica, dove c'era solo ed esclusivamente Ladybug." Disse chiudendo gli occhi e sospirando. "La ragazza che ti ho detto amavo è... era lei." Disse correggendosi in ultimo. "Lui deve averne dedotto che eravate la stessa persona quando hai detto apertamente che mi amavi." 

Lei fece una smorfia, quel falso di Felix aveva provato a baciarla. "Hai una galleria di foto di Ladybug!" Affermò lei dolcemente. 

Lui si voltò e si mise comodo di fianco guardandola. "Avevo!" Disse con un sorriso. "Ho lasciato solo le più belle, quelle con Chat Noir. Marinette..." disse sollevandosi su una spalla. "Quando ti dico che alla fine loro sono una maschera: sono sincero. Sono i nostri eroi e i nostri idoli ed è importante amarli. Ma non fino al punto di annullarci per loro." 

Marinette lo osservò, gli occhi che brillavano di stupore. "Di nuovo con la storia della maschera."

"Certo, noi tendiamo a renderli perfetti, ma non lo sono. Guarda Chat Noir, sembra così figo." 

"Beh crede in se stesso!" Disse allora Marinette.

"Credimi io sono più figo di lui." Disse lui strafottente. 

"Ma.. Adrien!" Lo riprese la corvina.

"Ho fascino, eleganza e tante fans, per non parlare delle mie corteggiatrici." Continuava lui  ormai senza freni.

"Smettila Adrien!" Continuava Marinette.

"Chat Noir se le sogna le ragazze che litigano per lui!" Terminò 

"Basta Adrien, smettila di sminuirlo tanto..." disse Marinette ridendo e dandogli un pugno sulla spalla.

"Hai ragione, poi c'è la sua amica. Il mio grande amore, Ladybug! Anche lei, mica è perfetta!" 

"Ehi ehi!" Disse Marinette dandogli dei pizzicotti.

"No no! Anche lei, è Miss perfettina so tutto io, sempre." La scimmiottò lui.

"Adrien stai esagerando." 

"Vedi te, stai ridendo. Ma non lei, Ladybug è sempre seria non ride mai. Mai una volta che si rilassasse!" 

"Smettila Adrien." Disse lei punta in viso.

"Hai ragione qualche volta lo fa!" 

"Ecco..."

"Quando vede me, mi guarda e mi sorride. Non andiamo oltre le risate non esistono! Però mi vede e si illumina e puff... ancora vinco su Chat Noir che non se lo fila proprio." Disse lui divertito con un sorriso sulle labbra. "Adrien 100+1 - Chat Noir 1!" 

Marinette rise. "Ma smettila non è vero! Chat Noir ha me, la fan più importante come è importante che sia solo una." 

Lui scosse la testa e tornò a stendersi. "Che sei anche mia fan. Quell'unico voto che ha è instabile, sono il vincitore." 

Marinette non riusciva a frenarsi dal ridere. "No, basta... basta, cosa ha fatto di male quel gattino." Disse riprendendo a pizzicarlo.

"Gattaccio altro che gattino." Rise lui afferrandole le mani. 

"È un gatto signore, mi lascia parlare!" Disse lei divertita.

"Anche io ti lascio parlare, stiamo parlando!" Disse lui nello stesso tono. 

"No sei un chiacchierone e parli a vanvera proprio come lui!" Rise lei. 

Adrien la guardò serio poi le sorrise. "E io ti ringrazio di essere paziente e starmi ad ascoltare Marinette." Disse abbracciandola. "Da quando ci siamo confrontati nel laboratorio di chimica, non ho più avuto paura di nascondermi dietro una maschera di perbenismo. Con te posso essere me stesso e io te ne ringrazio, perché ormai lo hai capito che non sono solo il bravo ragazzo di famiglia. Vero Marinette?"

Marinette si strinse a lui dolcemente, Adrien aveva un mondo dentro se e ultimamente glielo stava mostrando senza remore e lei gliene era grata. "Si Adrien l'ho capito e sei così umano e dolce anche così." Ammise la corvina. 

Lui sorrise soffiandole sul collo nel farlo e si rilassò tra le sue braccia. "Grazie Marinette." 

"Grazie a te di esistere Adrien!" Disse lei stretta a lui. Ma non ottenne risposta, voltò leggermente il capo e lo vide addormentato, era crollato.

"È spossato, la battaglia a New York gli ha portato via parecchie energie." Disse Gurru in un sussurro. 

"Usare Phyllo lo stanca così tanto?" Chiese Marinette. 

"Lui dice che le sue cellule si staccano per creare dei cloni e che deve essere sempre attento perché è alla fine lui il perno a muovere gli altri cloni e farli parlare." Le disse il Kwami mentre lo copriva con una coperta.

"Per questo quando c'è lui Chat Noir è così poco loquace." Affermò allora lei dandogli un bacio sulla guancia. Gurru non rispose ma anche lei non disse nulla, scostò una ciocca di capelli dal suo viso e chiuse anch'ella gli occhi. 

"Bon nuit mon chaton!" Sussurrò. 

 

Ore 7:00 - Parigi

"Abbiamo le foto del servizio fotografico in prima pagina." Disse Nathalie entrando nell'ufficio del suo datore di lavoro. 

Gabriel annuì soddisfatto. "Leggimi l'articolo per favore." 

L'assistente annuì e preso il giornale iniziò a leggere.

"Didascalia: Un giovane amore in casa Agreste. Il giovane modello Adrien Agreste innamorato.

L'articolo: sembra che il figlio del fashion designer Gabriel Agreste abbia trovato una ragazza e che tra i due stia sbocciando un tenero sentimento. Durante una passeggiata al parco Place des Voges un nostro fotografo si è imbattuto casualmente nel set fotografico di Adrien Agreste dove erano presenti anche i suoi amici. Tra questi vi era anche un'amica a quanto pare 'speciale' del giovane Agreste. Come potete vedere dalla prima foto, nonché immagine di copertina, i due giovani si abbracciano in modo molto intimo. 

 

 

 

(Copyright sul disegno) 

I due che sono partiti per un viaggio studio in Inghilterra, hanno confermato su Instagram che sono solo amici. La foto parecchio romantica del loro sonnellino in treno, ha fatto il giro del mondo. Come anche i cuori infranti delle fans di lui. I due hanno continuato a ritenersi solo amici. Ma ecco che una settimana dopo dall'Inghilterra con il romantico sfondo di Buckingham Palace arriva un'altra foto sconvolgente che manda le loro parole al vento.

Vediamo Adrien e la sua giovane compagna passeggiare insieme a Buckingham palace, lui che con premura le mette la sciarpa e poi i due che si scambiano effusioni incuranti degli sguardi altrui. Dopo un bacio i due ragazzi si stringono la mano e corrono via sparendo da occhi indiscreti.

Non ci sono dubbi, il giovane Adrien Agreste è follemente innamorato della sua amica. Ma cosa sappiamo di lei?

La compagna è Marinette Dupain Cheng, coetanea e compagna di classe. Vincitrice del contest indetto da Gabriel Agreste una bombetta per un uno stilista emergente, figlia del miglior pasticciere di Parigi Thomas  Dupain e Sabine Cheng. La giovane è molto amata tra i compagni e tra i suoi lavori artistici possiamo trovare il logo della panetteria dei genitori, la copertina dell'ultimo disco di Jagged Stone e i poster dell'ultimo concerto di quest'ultimo. Che dire tutti noi terremo gli occhi puntati su questa giovane coppia veramente molto carina."

"Interessante Nathalie, hai mandato tu il fotografo a Londra?" Chiese Gabriel.

"Ho solo consigliato al giornale di seguire il ragazzo attraverso i social poiché erano a Londra. Credo sia stato lui a chiamare qualcuno del posto." Gli disse la donna.

Gabriel annuì composto e si avvicinò all'assistente per poi prenderle il giornale da mano.

"Perfetto, appena questo articolo arriverà a Kagami Tsurugi e alle fans di Adrien avremo molto lavoro da fare Nathalie. Dovresti andare a riposare." Le disse dirigendosi al quadro della moglie. Pigiò i pulsanti e in un attimo sparì verso il piano sottoterra, strada facendo fissava la copertina del giornale, Adrien. 

Adrien stava crescendo, era cresciuto! Si fermò davanti la camera iperbarica ad osservare il volto sereno di sua moglie. 

"Emilie! Amore mio, manca poco ormai. Lo so, ti sto facendo attendere, purtroppo Ladybug e Chat Noir si sono rivelati più duri di ciò che pensavo. Quei due ragazzini mi danno problemi seri ed ogni volta hanno alleati sempre più forti. Ma anche io sono più forte adesso e con due nuovi Miraculous sarò sicuramente in grado di recuperare i Miraculous di Ladybug e Chat Noir, così da riparare agli errori che abbiamo commesso. Anche Adrien ci sta aiutando in questa impresa, è diventato l'idolo delle ragazzine, dovresti vederlo come gli viene naturale posare per i capi che ho disegnato appositamente per lui. Adesso non è più il figlio di Gabriel Agreste, ma Adrien Agreste, modello famoso, doppiatore ed anche attore all'occorrenza. Per quanto fossi contrario che andasse a scuola devo ammettere che in questo ultimo anno è cresciuto tanto Emilie. Sta diventando un uomo e come tale inizia ad avere dei flirt, la ragazza che gli piace è una persona molto... molto amata a quanto pare. L'ho conosciuta, ha un grande estro ed è stata vincitrice del concorso che ho indetto circa cinque mesi fa. Prevedo un grande futuro per lei e... vedendo Adrien con lei mi sembra di rivedere noi due Emilie, il nostro è un amore che ha dovuto superare la disapprovazione della tua famiglia e le congetture della gente. Dopo tutti questi anni noi due ci amiamo ancora Emilie, ed io ti giuro che farò di tutto per riaverti presto accanto a me. Saremo di nuovo una famiglia felice Emilie." 

Disse l'uomo posando la rivista ai piedi della moglie.

Doveva farcela, doveva recuperare i Miraculous di Ladybug e Chat Noir al più presto, quell'attesa stava diventando snervante. 

Poi ecco che l'avvertì, la prima reazione negativa della giornata. 

Corse nel suo covo e nel farlo si trasformò. Eccolo, lo sapeva, Adrien stava collaborando al suo piano. Una giovane fan disperata perché Adrien si era innamorato, che speranze aveva adesso lei con il giovane Agreste?

"Nessuna!" Disse Gabriel. "Fanatica, io sono Papillon, il tuo amato Adrien ti ha deluso..."

 

Londra - ore 6.00 (vi ricordo che Parigi è avanti di un'ora) 

Marinette si svegliò lentamente dal sonno, a svegliarla non furono cinguettii di uccelli. A Londra era difficile trovare qualcosa del genere in quel periodo dell'anno. A svegliarla era stata un leggero brivido, aveva dormito con una sola coperta e la finestra era leggermente aperta. Si mosse lentamente e nel farlo percepì la presenza di Adrien dietro di se, sorrise stringendosi a lui e lasciandosi riscaldare dal torpore del suo corpo ancora dormiente. Era così confortevole e... duro? Si Marinette avvertì qualcosa di duro che le sfiorava le natiche e non sapeva cosa fosse, si sentì arrossire, che Adrien le stesse toccando il sedere?  

Percepiva però le sue braccia calde intorno le spalle, sì si era stretta nel suo abbraccio, aveva le mani poggiate sulle sue che erano intrecciate sul suo ventre. Cos'era allora? Fece per muoversi ancora ma si sentì bloccare.

"Fermati... non muoverti ti prego!" Sussurrò Adrien con voce ancora carica di sonno. 

"Adrien..." disse lei con un groppo in gola. "C'è qualcosa di duro che..." si interruppe non voleva preoccuparlo e perché l'aveva fermata? Fece per muoversi ancora ma lui fece scendere le mani sui suoi fianchi e la bloccò allontanandola dal suo corpo caldo. Perché? 

"Scusami Marinette... non volevo, adesso passa!" Rispose il ragazzo. 

Lei si voltò verso di lui, cosa era successo? In cosa aveva sbagliato e perché si era allontanato? 

"Adrien cosa?..." disse avvicinandosi e carezzandogli il viso. 

"Ti prego Marinette no..." Chiese lui quasi disperato. 

"Cosa succede?" Chiese allora lei. 

Lui deglutì. "Sono io... mi sveglio sempre così Marinette." Disse allora lui. 

"Cioè, tu hai una cosa du... oh... Oh Dio mio!" Disse lei comprendendo cosa era stato e ancora era all'altezza delle natiche. Si sentì arrossire e allora nascose il viso nel collo del ragazzo per non farsi scorgere. 

"No Marinette, così peggiori le cose?" Disse lui. "La tua vicinanza in questo momento non è molto positiva." Le spiegò imbarazzato.

"Come passa, posso aiutarti?" Chiese lei. 

"Non appiccicarti a me come adesso o strusciarti come prima sarebbe un passo avanti." Ammise a quel punto. 

Marinette ancora arrossì, restò ferma nella sua spalla e attese che quella situazione passasse. Sentiva nel frattempo il respiro di Adrien farsi più lungo.

"Marinette!" La chiamò lui. 

"Sì?" 

"Voltati per favore e non girarti e guardare." Disse lui a quel punto. 

Lei annuì strusciando la testa sulla sua spalla, lo sentì sospirare. Ok, doveva metabolizzare il non stringersi e strusciarsi, ma non lo faceva volontariamente. Si voltò e gli diede di nuovo le spalle, lui la prese di nuovo per i fianchi e la spinse ancora più distante da sé per poi ritrarsi. Perché l'allontanava? Sollevò lo sguardo sul suo viso. 

"Perché non posso guardare?" Gli chiese mentre lui forse si allontanava ancora da lei, lo sentiva muoversi. 

"Testarda è il tuo secondo nome eh?" Le disse lui coprendo entrambi con la coperta. 

Marinette tenne lo sguardo nel suo. Sì era testarda, ma in quel caso voleva solo comprendere perché prendeva le distanze da lei. Dopo la sera precedente pensava che si fossero avvicinati ancora di più. "È bello svegliarsi abbracciati, non ti capisco, non ti piace che io lo faccia?" 

Adrien si avvicinò di poco a lei e con il braccio destro le cinse le spalle e appoggiò la sua testa al suo collo tenendola stretta. "Così? Vuoi stare così?" Le chiese con voce roca. 

Lei annuì, non era come prima, adesso le sue natiche non appoggiavano più sul suo corpo e non avvertiva tutto il suo calore. Ma andava bene lo stesso. "Meglio direi." Disse sorridendogli e tenendo il suo sguardo. 

Lui assentì mordendosi la bocca e chiudendo gli occhi. "Bene, adesso però sta ferma." Le ordinò lui. 

Lei si indispettì, quando faceva così non lo sopportava. "Adri...." 

Adrien scosse la testa e prima che potesse continuare le tappò la bocca con la sua. Lei finalmente si ammutolì e lui potette riprendere a masturbarsi senza spaventarla. Le loro bocche si lasciavano e si prendevano, i gemiti lievi di Adrien riempivano l'aria tra un bacio e l'altro. La mano destra di lui si spostò sul collo e le dita presero a carezzarla dolcemente. Gli arti si muovevano in sincrono mentre Marinette gli chiedeva rispondeva a tutti i suoi baci, fino a carezzargli le labbra con la lingua. Quella ragazza lo avrebbe ucciso ne era certo. 

D'improvviso si voltò e gli cinse il collo riprendendo a baciarlo, lasciando che le loro lingue si trovassero del tutto e lui rispose a quel bacio così insistente ed esigente. Intanto la sua mano continuava a segare la sua asta mentre la ragazza era incurante di tutto, almeno fino a quando non intrecciò le sue gambe a quelle di lui. 

"Marinette..." sussurrò lui.

Lei si fermò subito appena ebbe notato dove si trovava la mano di lui. 

"Devi allontanarti Marinette!" Le ordinò lui con voce roca. "Ti prego." 

Marinette si addolcì a quella richiesta, sembrava stesse realmente male e non voleva essere la causa di ciò. "Baciami Adrien, baciami e continua." 

Lui scosse la testa, la strinse a se e riprese a baciarla, a darle ciò che voleva mentre la sua mano continuava a darsi piacere raggiunta poi da una più piccola, esile e delicata. 

Gli morì il nome della ragazza in gola mentre un singulto di piacere lo pervadeva. La mano di Marinette si posò accanto alla sua e seguì il suo stesso movimento, prima lentamente poi sempre più veloce. 

Quella ragazza lo avrebbe ucciso! Allontanò la sua mano e andò a portarla intorno ai suoi fianchi abbracciandola come piaceva a lei, poi prese a carezzarle la schiena mentre la bocca scendeva sul suo collo esile e delicato, lo baciava e lo succhiava bramoso di possederla. I suoi gemiti adesso si confondevano con quelli di Marinette, la cui pelle era calda e fremente, arrivò all'altezza dei seni e con i denti glieli morse attraverso la stoffa del pigiama. Avvertì un urlo di piacere da parte di lei che lo invitava a continuare, sentiva lontano invocare il suo nome e allora continuò. La fece stendere sulla schiena lasciando scivolare il viso tra i seni, una mano sotto al pigiama alla ricerca di essi, quando arrivò ne prese uno a coppa e iniziò a stuzzicarlo. Diamine, era così bello toccarla e avvertire le sue rotondità, il calore della sua pelle, il capezzolo duro tra le sue dita. Era un Bip bip bip continuò.

Sollevò la testa d'improvviso. Plagg lo scrutava sornione col cellulare in mano. "Sparisci." Urlò prendendo il telefono. 

Marinette si sentì un attimo smarrita, perché Adrien aveva smesso e si era allontanato. Poi sentì quell'ordine, un bip acuto, riaprì gli occhi e cercò con lo sguardo Adrien che prendeva il cellulare e lo controllava.

«Un nuovo super cattivo è apparso a Place des Vosges. Sembra che Papillon non abbia freni, ad essere colpita è una ragazza che sta freneticamente colpendo tutti gli abitanti...»

Adrien lasciò andare il cellulare aggiustandosi i pantaloni e alzandosi immediatamente, doveva andare. Anche Marinette sentendo quella notizia comprese che doveva mettersi all'opera, rientrare dai Preston e trasformarsi per poi partire. 

Saltò giù dal letto e fece per parlare ma il telefono di Adrien squillò.

Il giovane modello rispose al secondo squillo mentre cercava di allacciare le scarpe. "Buongiorno anche a te!" Disse.

«Adrien qui ci abbiamo pensato io e Raiongāru, immaginavo che ti eri svegliato. Al limite tieniti in allerta perché mi sta arrivando un altro attacco akuma. Facciamo che vieni solo se ho bisogno." 

"Va bene Scorpio, grazie di avermi avvisato." Rispose allora il ragazzo, qualsiasi cosa chiamami.

"Adrien tu e Ladybug avete piazzato abbastanza super eroi per Parigi, sta tranquillo e buona giornata." 

"Anche a te amico. A dopo!" Disse allora il biondo lanciando il cellulare sul letto.

Sospirò e si voltò verso Marinette. "Perdonami." 

Lei si voltò, cosa era successo? Perché non le diceva di andare via? "Perché? Me ne vuoi cacciare? O per il modo in cui hai interrotto tutto o per..." iniziò a farneticare.

Adrien sorrise sornione. "Per tutto, non avrei voluto che vedessi il lato peggiore di me, al mattino..." Ci tenne a precisare.

"Oh ma... mi è piaciuto, sopratutto dopo che ho capito!" Disse arrossendo a capo chino. 

Lui con la mano dietro la nuca chinò il capo arrossendo e avvicinandosi. "Lo stesso non avrei dovuto, anche il dopo. Dovrei restare concentrato su altro, purtroppo hai il potere di deconcentrarmi." 

Marinette gli sorrise carezzandogli il viso. "Devi andare via?" Gli chiese, perché c'era stata un'allerta akuma, l'aveva sentita anche lei. 

"No! Falso allarme, ho quindi il tempo per..." le disse facendola sedere sul letto  "... ricambiare il favore." Sussurrò al suo orecchio mentre con una mano scendeva sul suo ventre per poi insinuarsi nei suoi pantaloni.

Cosa voleva fare Adrien? Si chiese la corvina pietrificata da quel gesto, avvertì le sue dita che sfioravano la pelle del suo pube, doveva fermarlo. Non poteva permettergli che sfiorasse la sua intimità, ma lui riuscì e lo fece e.. 

"Aah..." così lento e delicato si insinuò tra le pieghe della sua femminilità, iniziando a muovere due dita ed arrecandogli un piacere che prima aveva leggermente provato quando le aveva stuzzicato il seno. Adesso ad ogni suo gesto era amplificato e ad ogni spinta lei reagiva ansimando, si poggiò alle sue spalle, tenendole strette per non cedere. Si sentiva tutto un fuoco, febbricitante mentre le dita da titubanti si muovevano sempre più esperte invitanti. Aprì gli occhi, dove si trovava? Adrien la sormontava, teneva lo sguardo sul suo viso, era bellissimo, Dio se era bello! Portò una mano al suo viso poi lo attirò verso di se per baciarlo, la sua bocca gli diede quei baci che lei iniziava a conoscere, le sue dita la penetravano in profondità facendole sentire emozioni mai provate, ad un certo punto si sentì soffocare, in preda ad un piacere indescrivibile. Scostò il viso da quello di Adrien mentre il piacere saliva allo stremo prendendola del tutto e uscendo dalle sue labbra con un urlo, un urlo che altro non era che il nome di Adrien. 

Lui le prese il viso tra le mani e le stampò un bacio sulla labbra. "Adesso possiamo andare." Le disse lui soddisfatto, tanto quanto lei. "Riesci a saltare di là?" Le chiese.

Lei annuì. "Quanto tempo abbiamo ancora?" 

Adrien controllò l'ora. "Direi che un'ora buona ci sta."

Lei annuì, aveva un lavoro da continuare e i capelli da preparare, doveva andare subito via. Si diresse alla finestra e saltò su quella dall'altro lato, Gracc la vide e subito le aprì la finestra. Solo allora Adrien rientrò in camera diretto alla doccia, ne aveva decisamente bisogno. 

 

Marinette era in ritardo come al solito. Eleanor l'aveva chiamata già due volte per avvertirla che era arrivata la macchina dei Sutherland. La giovane prese il borsone con i cappelli  che aveva preparato il giorno prima e la felpa che aveva completato quella mattina e scese di corsa le scale. 

"È tardi, è tardissimo!" Disse arrivando nella sala. "Perdonatemi ma non riesco a fare colazione." Disse loro. 

"Hai fatto le ore piccole?" Chiese mrs Preston alla fashion designer. 

Marinette mise un biscotto in bocca e annuì. "Ho preparato una cosa per Adrien e volevo fargliela avere questa mattina." Disse pulendosi il viso. "Ci vediamo dopo Ele!" Salutò poi tutti uscendo dalla casa senza mettere neanche il cappotto e raggiungendo Adrien all'auto.

"Come hai fatto a fare tardi mi spieghi?" Le chiese lasciando che entrasse poi la seguì. 

"Dovevo finire un ultimo lavoro." Disse lei poggiando la testa allo schienale. "Sono distrutta."

"Ti avevo chiesto di non riempirti di lavoro qui a Londra." Le disse lui amareggiato, inutile convincerla come al solito, ormai poteva dire di conoscerla bene.

Lei gli sorrise. "Ma questo non era lavoro, bensì piacere!"

Adrien la fissò e si sentì arrossire a quella parola, spostò lo sguardo e si tolse il cappotto guardando verso l'esterno. 

"Per quanto il nero ti stia benissimo credo che ti renda troppo selvaggio." Gli disse lei.

Cosa? Adrien si voltò verso la compagna, indossava la maglia nera con la G del marchio Agreste. Era una delle sue preferite e la metteva sempre con piacere, per questo ne aveva più di una. "Mi piace essere selvaggio." La beffeggiò allora. 

Lei fece una smorfia offesa e rossa in viso. Prese qualcosa dalla borsa e gliela porse. "Questa sicuramente può essere di più nelle tue corde." Gli disse porgendogliela. 

Adrien sorpreso prese la maglia che gli porgeva, aveva gli stessi colori del suo stile di mezzi tempi, il busto della felpa bianco, le maniche nere e le tre strisce, viola , giallo e verde all'altezza del petto. "Oh... oh Dio Marinette, è bellissima. Ma non dovevi!" 

"Anche tu non dovevi comprarmi la sciarpa." Gli rispose lei. 

Lui ammiccò togliendosi la maglia che indossava. Buon Dio, voleva farla morire? "Volevo farti un regalo e l'ho fatto con piacere!" Le disse infilando la maglia che gli aveva regalato. Lei si sentì avvampare, voleva sedurla! 

 

 

 

(Copyright sulla foto) 

Lo osservò e dopo che si era aggiustato batté le mani soddisfatta. "Oh si ti sta bene. Perfetta, non è corta ne lunga è..." 

"Perfetta." Disse lui toccandosi il petto dove c'erano le tre strisce colorate. "Grazie Marinette, lo apprezzo veramente tanto." Le disse chinandosi a darle un bacio sulla guancia. 

Lei gli sorrise mettendosi a sedere composta. "Sei sicuro che ti piaccia?" 

"Molto!" Le disse lui prendendo la maglia di suo padre e piegandola. Intanto Marinette prese il telefono che aveva vibrato. 

Hui le scriveva a dalla Francia.

«Tesoro ma Adrien sta bene. Ci sono tante akumizzazioni oggi e tutte sono sue fan.»

Marinette guardò il suo amico che come lei era impegnato al cellulare.

«Sta benissimo, è qui con me e stiamo andando a south Kensington a mostrare i cappelli?  C'è bisogno di Ladybug? Arrivo!» rispose 

«Tranquilla, non sono forti. Pensavo che Adrien fosse morto o ferito o ammalato, sono tutte disperate.» 

Marinette sorrise, stava fin troppo bene! Salutò la cugina subito, lei perché doveva tornare a vegliare su Parigi, Marinette perché era arrivata a destinazione. 

Misero entrambi i cappotti e scesero dall'auto, Adrien prese il borsone con i cappelli e la seguì. 

"Hai postato qualche cosa di particolare su Instagram ieri?"  Chiese 

"Sono due giorni in realtà che non posto." Disse allora, era preoccupato. Che anche Marinette avesse saputo che le ragazze erano 'disperate' per lui. 

Entrarono in casa e ciò che trovarono li sorprese, sembrava che Charlotte Sutherland avesse organizzato una mattina con le sue compagne così da mostrare loro i capelli che Marinette aveva preparato. 

Marinette ringraziò il cielo che ne avesse fatti un bel po' anche se il suo obbiettivo era riuscire ad accontentare Alice e sua madre. Per la compagna di classe aveva fatto più di un cappello, uno era blu ed era decorato con delle paillettes che formavano un paio di costellazioni tutte intorno la fascia. Poi ce n'era un altro che riprendeva delle fragole sulle tese, infine uno fatto a pois. Per sua madre Charlotte invece aveva fatto più di un cappello, erano dalle forme particolari  con velette o con piume e sperava che tra quelli ce ne fosse qualcuno che piacesse a lady Sutherland.

In tutto ciò Marinette rimase delusa dal trovarsi avanti anche Lila che era venuta in compagnia dei Graham de Vanilly e la presenza della compagna di classe e di Felix non le andava proprio giù. 

Solo la gentilezza di Amelie Graham le fece sopportare quella situazione. Dopo aver presentato i suoi modelli ai Sutherland ed averli venduti praticamente tutti lei e Adrien furono invitati al brunch che si sarebbe tenuto nei giardini della tenuta. La giovane fashion design fu portata all'aperto da una lady e a quel punto perse completamente di vista i suoi tre amici. Tra la folla riconosceva solo Alice che indossava il cappello rosa a pois che aveva fatto per lei, alla fine li aveva accettati felice tutti e tre. 

"Mi piacerebbe un modello originale Marinette." Stava dicendo la lady che l'aveva portata fuori, ella annuiva, non aveva previsto tutto questo per quella giornata.

"Lady Marion credo che Marinette meriti un po' di riposo. Se mi permette la porto via con me." Disse una voce di ragazzo simile a quella di Adrien.

Si voltò trovandosi di fronte Felix. Non avrebbe voluto seguirlo ma la folla di donne la fece desistere dal fare scenate.

"Sembra tu sia infastidita dalla mia presenza Marinette. Non ci hanno ancora presentato, io sono Felix Graham de Vanilly." Disse portando la mano alla bocca.

Marinette subito la scostò. "So chi sei, Adrien ci ha parlato di te dopo che hai gettato il video." 

Lui la guardò contrito. "Adrien ti dice proprio tutto noto." 

"Siamo amici!" Disse lei ferma nella sua posizione.

Lui le sorrise avvicinandosi. "Solo amici?" 

Marinette deglutì. "Solo amici, nulla di più." A parte qualche bacio e i fatti di quella mattina che non sapeva descrivere ancora, pensò arrossendo. 

"Io non riuscire ad essere solo amico di una ragazza bella e particolare come te." Disse allora lui portando una mano al suo viso. 

Di nuovo che voleva provarci con lei? Non gli era bastato il pugno di mesi prima? 

"Ti va di conoscerci meglio Marinette, di uscire insieme e frequentarci?" Le propose Felix chinando il viso sul suo. 

Era impazzito? Marinette andò in allerta e fece la prima cosa che ad istinto le venne in mente. "Adrien..." Urlò attirando l'attenzione della folla. 

Il modello biondo stretto nelle tenaglie di Lila seguì il suo richiamo e appena la vide con Felix lasciò andare l'italiana per riservarsi sul cugino. "Lascia andare Marinette!" Disse raggiungendoli di corsa. 

La corvina appena lo vide si svicolò da Felix e andò a mettersi alle spalle di Adrien. "Non riuscite proprio a capire che lei è mia. Statele lontano!" Disse prendendo la mano della ragazza e dirigendosi verso Marcel e i Sutherland, sua zia Amelie era accanto a loro, teneva il cugino per mano. 

Oltrepassò Lila lanciandole uno sguardo carico di astio e accusa, nel contempo prese Marinette per le spalle e la strinse a se. Forse quei due avrebbero capito una volta e per tutte che non dovevano toccarla e non potevano farle del male, altrimenti avrebbero dovuto vedersela con lui. "Lady Sutherland noi andremo via. Marinette e io abbiamo altri impegni purtroppo." La salutò cordialmente.

"Adrien caro, forse è il caso che rivedi la tua decisione." Intervenne sua zia.

"O forse è il caso che Felix si dia una regolata zia." Disse lui per poi dedicarsi la cugino. "Tu e Alice venite con noi adesso?" 

Marcel sembrò rilassarsi e annuì facendo un passo avanti. 

"Verrà dopo!" Intervenne la zia Amelie dando poi uno sguardo supplichevole a Marcel. "Ti prego, è tanto che non ti vedo, che non so di tua madre." Gli chiese.

Marcel sospirò e guardò il cugino. "Arriviamo appena finisce il brunch prometto." 

"Va bene, allora noi andiamo. Ciao zia, arrivederci lady Sutherland." E così dicendo si portò Marinette dietro, presero i cappotti e uscirono da quel posto. 

"Adrien!" Sussurrò Marinette. 

"Ho detto chiaramente a Lila che non deve toccarti e stessa cosa vale per Felix. Nessuno ti farà del male Marinette." Disse lui mentre l'auto li attendeva per portarli a Notting Hill. 

"Sei gentile Adrien, ma so cavarmela da sola ." 

"Lo so, ma è più forte di me. Potresti permettermi di proteggerti principessa?" Chiese lui. 

Marinette annuì e nel farlo si poggiò con la testa alla sua spalla. "Felix voleva uscire con me." Lo informò.

Adrien strinse le mani a pugno. Felix voleva prenderle Marinette, era diverso il concetto. "Non ci riuscirà." Disse riprendendo in mano il cellulare. "Ehi amico." Rispose 

"Adrien Papillon ha tirato fuori l'artiglieria pesante, tu sei sicuro di non aver fatto nulla?"

"Mai stato più sicuro." Rispose lui.

"Allora vieni a Parigi, siamo nei pressi di Villa Agreste e aiutami a sconfiggere La Fille Trahille." Disse lui.

"Cosa? Sto arrivando, dammi un paio di minuti." 

Marinette guardò Adrien. "Tutto bene?" Gli chiese

Lui annuì. "Si, ho appena visto dei jeans che staranno benissimo su questa maglia. Mi fermi qui per favore!" Disse all'autista. "Ci vediamo tra un oretta a casa di Margaret, va bene."

Marinette gli sorrise. "Sì, a dopo Adrien." 

Il ragazzo scese e la macchina ripartì, Marinette aprì la borsetta strizzando l'occhio a Tikki. 

"Ho cambiato idea, raggiungo Adrien." Disse all'autista per poi scendere dall'auto e nascondersi in un vicolo. "Tikki trasformami."

   
 
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