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Autore: Nao Yoshikawa    04/03/2020    10 recensioni
Raccolta di flashfic/oneshot spin-off de “L’effetto farfalla” costituito da momenti dolci/teneri/divertenti.
1 {Notte insonne} Una volta l’uno, si erano detti. Ma era più facile a dirsi che a farsi.
2 {Primo bagno} «Hai mai fatto un bagno ad un neonato?»
3 {Coliche} «Angelo, ma perché stai piangendo anche tu?!»
4 {Un semplice trucco} «Ma che schifo! Che roba è? Angelo, vuoi avvelenarla per caso?»
5 {Somebody to love} «Ora basta, non ce la faccio più con questa melodia infernale»
Genere: Comico, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Aziraphale/Azraphel, Crowley, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: Anche se i personaggi non mi appartengono (eccetto El), le idee e le vicende sono frutto della mia testa, quindi non prendete "in prestito", grazie :)

3 - Coliche
 
El quella sera pareva inconsolabile. Piangeva disperata, con il viso arrossato e i  pugnetti stretti. Ma non era fame la sua, né tantomeno aveva bisogno di essere cambiata. E non c’era cosa peggiore per dei genitori del non sapere, del non capire cosa il proprio bambino potesse avere.
«Angelo, ma perché stai piangendo anche tu?!» domandò giustamente Crowley, vedendo Aziraphale piangere sommessamente, mentre cercava di far tranquillizzare – senza successo – El.
«Non è colpa mia. È che odio vederla piangere, mi fa sentire così in colpa», ammise, stringendo delicatamente la bimba. Non che Crowley fosse messo meglio, ma stava cercando di mantenere un minimo di compostezza, anche se era difficile.
«Ha mangiato poco fa, l’abbiamo cambiata poco fa, dubito che voglia delle attenzioni, quelle le ha sempre. E.. oh no!» sgranò gli occhi, arrivando ad una possibile e terribile conclusione. «E se si è ammalata? Dobbiamo portarla in ospedale? E se le fanno un’iniezione? Questo sarebbe troppo per me…!»
E tanti cari saluti al suo tentativo di non entrare in panico. Aziraphale tirò su col naso, poggiando El sul letto.
«Magari ha delle coliche. Ho letto che nei bambini è normale durante i primi mesi di vita, il loro apparato digerente è delicato…»
Crowley fece una smorfia.
«Io non capisco queste parole sofisticate, angelo! Come si cura?» domandò, esasperato. El  era tutta rigida e tesa e si dimenava come una forsennata.
«Non credo ci sia una cura, passerà da solo…» spiegò Aziraphale con un sospiro, ma Crowley non sembrava molto propenso ad ascoltarlo.
«E dovremmo starcene qui a lasciare la nostra bambina piangere aspettando che passi? Neanche per sogno!» decise, sedendosi accanto ad Aziraphale. Accarezzò delicatamente El, che però non accennò a calmarsi. I bambini si ammalavano ed erano fragili – sì, anche quelli non umani a quanto pare – ed era davvero terribile, per quanto normale. Nessuno dei due era molto bravo a non farsi prendere dal panico, non se si parlava di El.
«Prova a massaggiarle il pancino. Magari le darà sollievo», suggerì. Crowley accolse subito quella richiesta, iniziando a massaggiare delicatamente El, la quale aveva preso ad osservarlo. Il suo pianto si attutì appena, lasciando posto più che altro a dei lamenti.
«Per quanto devo andare avanti?» domandò il demone a bassa voce, come se avesse paura di rendere El inquieta.
«Non lo so, direi finché non passa del tutto», Azirahale si massaggiò la testa, sentendola pulsare, sia per le urla di El che per il suo stesso pianto di poco prima. «Saremo un angelo e un demone, avremo affrontato di tutto e di più, ma noto che ci basta davvero poco per andare completamente in panico.»
Crowley serrò le labbra, impegnato a guardare sua figlia che si stava oramai calmando e che lo guardava come innamorata.
«Non è poco. Anche se ammetto che sono un po’ preoccupato. I bambini sono fragili, si beccano la febbre, il morbillo e… un’altra serie di malattie che non conosco, ma sicuramente saranno terribili. Non sono nemmeno umano, non so cosa vuol dire.»
El regalò loro un sorriso sdentato, segno che iniziava finalmente a stare meglio.
«Sono sicuro che ce la caveremo. Non è andata tanto male, stasera. Eccetto la mia crisi di pianto e il tuo andare in panico», arrossì.
«Io non sono andato in panico, è che tu usi parole che non capisco!» arrossì a sua volta. Come fosse andata alla fine poco importava, perché finalmente El aveva smesso di piangere. Potevano anche essere un demone e un angelo, aver vissuto innumerevoli vite, ma avevano ancora così tanto da imparare, così tanto di cui sorprendersi, ogni giorno, anche solo quando El rideva.
«Oh, adesso che ridi sei ancora più bella», disse Aziraphale fiero, come non avrebbe potuto esserlo, del resto?
«Lo so, è bellissima e… c’è un odore strano», noto Crowley. Poco dopo l’angelo fece una smorfia.
«Emma Lyra, per l’amor del cielo, ti abbiamo cambiata poco fa. Direi che il tuo massaggio ha funzionato.»
«Bene, allora la cambi tu.»
«Cosa? Fallo tu!»
«No, io no. Lo sai, userei i miei poteri e noi eravamo d’accordo di non usarli su di lei. Com’era? Ah, sì: “Dobbiamo imparare con le nostre mani”», Crowley sorrise soddisfatto. «Bene, usa le mani adesso.»
«CROWLEY!» Aziraphale strinse un pugno. Fregato dalle sue stesse parole.
 

Nota dell'autrice
Povera piccola El, è un vero strazio, lo dico per esperienza (non con figli miei). Io sono un po' Aziraphale, se vedo i bimbi piangere vado loro dietro, perché divento triste. Per fortuna basta poco, magari adesso El adotterà questa tecnica per farsi coccolare, conoscendo il tipo ne sarebbe capace.
   
 
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