Serie TV > Lucifer
Segui la storia  |       
Autore: Journey    06/03/2020    1 recensioni
Che cosa succederebbe se Lucifer e Chloe si fossero incontrati quand'erano ragazzi per poi perdersi di vista e ritrovarsi solo da adulti? E che cosa succederebbe se nei loro giorni di gioventù avessero avuto una figlia che hanno rincontrato solo dopo diciotto anni? In questa FF un po' AU, un po' OCC, e sicuramente What If? i nostri protagonisti si troveranno a fare i conti con questa nuova nuova situazione.
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chloe Decker, Lucifer Morningstar, Nuovo personaggio
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo 24
 

Lucifer Morningstar entrò in centrale con un pensiero fisso che lo tormentava, Lucas Fletcher e sua figlia erano stati assieme e, a quanto pare, lui era pazzo abbastanza da voler provare a stare con lei in tutti i sensi, in una relazione. Questo, per quanto si sforzasse, faceva imbestialire il diavolo che, quando si trattava di sua figlia, non riusciva proprio a contenersi. Voleva proteggerla a tutti i costi e, conoscendo gli esseri umani, aveva una paura tremenda che potessero spezzare il suo dolce cuoricino semi-angelico. Vedeva sua figlia come una creatura da proteggere, ancora troppo piccola per poter intraprendere una relazione, anche se, in cuor suo, sapeva che Abigail fosse grande abbastanza per tutta quella roba, per gli appuntamenti, le delusioni amorose, gli errori e i dolori. Non poteva impedirle di essere una ragazza della sua età, non poteva impedirle di frequentare dei ragazzi e avere delle relazioni. Non poteva decidere della sua vita. Insomma, non poteva essere suo padre, quel despota che l’aveva confinato all’inferno per punizione, costringendolo al lavoro più ignobile, vile e indegno che esistesse nell’universo: punire le anime dei dannati. Per un periodo era stato anche divertente, ma più il tempo passava e più Lucifer si sentiva privato di una parte di se stesso fondamentale, si sentiva privato della libertà. Pian piano punire quegli esseri semplici era diventata una vera e propria tortura, una vera e propria punizione per se stesso. Capì che per quanto avrebbe cercato di lottare per la sua indipendenza, per il libero arbitrio, prima o poi sarebbe rimasto schiavo di qualche forza maggiore che avrebbe limitato la sua parvenza di libertà.
Arrivò nell’ufficio della detective e la trovò impegnata a digitare freneticamente qualcosa al computer mentre schiacciava la cornetta del telefono tra l’orecchio e la spalla. Nonostante la frustrazione di dover vedere il ragazzo che aveva conquistato sua figlia e non poterlo torturare, si fermò un momento a guardare la donna che aveva davanti. Ammirò in silenzio la sua bellezza nella sua semplicità. Chloe Decker era davvero l’essere umano più affascinante e interessante che avesse mai incrociato sul suo cammino. Osservò con meticolosa precisione ogni centimetro di quel viso. Era così perfetta nella sua imperfezione. Nonostante non fosse chiaro o etichettato ciò che c’era tra loro, era certo di una cosa, Chloe Decker era sua e di nessun altro, nessun altro al mondo. Lui, d’altra parte, dall’istante in cui si erano baciati, quella sera nella sua Penthouse, non aveva più provato il desiderio di stare con nessun’altra donna. Lei, solo lei. Le apparteneva. E, per un istante, si chiese se fosse così che si sentiva sua figlia quando guardava Lucas Fletcher e se fosse così che si sentiva Lucas Fletcher quando guardava sua figlia. Si augurò che fosse così, perché altrimenti avrebbe ridotto in cenere quel ragazzo.
“Che fai lì impalato?” domandò Dan passandogli davanti e distraendolo dai suoi pensieri.
“Oh, detective stronzo, che piacere vederti” commentò sarcastico.
“Smettila di chiamarmi così o ti giuro” cominciò a dire Dan, ma fu interrotto.
“Smettetela entrambi, andate a giocare più in là, bambini” li prese in giro Chloe coprendo il microfono di quel vecchio telefono a filo con la mano.
“Ti sei accorta che ti stava fissando come un pervertito?” domandò Dan avvicinandosi alla sua ex-moglie.
“Sì, me ne sono accorta. E devo ammettere, non mi disturba più di tanto. Purché si tenga fuori dai guai può fissarmi quanto vuole” rise la detective prima di riprendere la sua telefonata.
Lucifer guardò Dan con un’espressione tremendamente sfacciata e dispettosa e alzò le spalle. Il detective Espinoza lo fulminò con lo sguardo si andò a sedere alla sua postazione.
Lucas entrò in ufficio poco dopo con un sorriso da ebete sul viso e, dopo aver augurato una buona giornata a tutti si andò a sedere alla sua scrivania.
Lucifer aveva la mascella serrata così come i suoi pugni, serrati anche quelli. I suoi occhi cambiarono colore in un istante e dovette chiuderli per un intero secondo per farli tornare al loro normale tono.
Chloe lo guardò e gli fece cenno con gli occhi di piantarla. Avevano promesso ad Abigail che non gli avrebbero detto nulla, avrebbero lasciato che fosse lei a comunicare a Lucas che i suoi genitori erano a conoscenza della loro relazione. Non potevano tradire la fiducia della ragazza.
“Fletcher siamo di buon umore stamattina, eh?” domandò Dan sorridendogli.
“Sì detective Espinoza, stamattina sono proprio di buon umore” rispose lui guardandolo fiero e anche un po’ impettito.
“Hai fatto colpo su qualche bella ragazza?” domandò curioso Espinoza, intrigato dalla questione.
Chloe guardò immediatamente Lucifer che ce la stava mettendo tutta a controllarsi. Quel discorso era proprio l’unico che avrebbero dovuto evitare.
“Beh, io...” cominciò a dire il giovane detective imbarazzato dalla conversazione.
“Dai raccontaci, noi ormai siamo troppo sotterrati dal lavoro per avere una vita sentimentale, raccontaci. Com’è? È carina? È sexy?” domandò Dan sedendosi all’angolo della scrivania del giovane collega.
Lucifer era diventato paonazzo in viso e la vena sulla fronte cominciava pulsare. Stavano parlando di sua figlia, sua figlia accidenti! Chloe ebbe paura che da un momento all’altro sarebbe esploso, letteralmente.
“È bellissima, è intelligente, è straordinaria, sì straordinaria è la parola giusta. Non c’è altro aggettivo che potrebbe descriverla meglio” rispose Lucas imbarazzatissimo.
“Oh, amico, sei cotto!” esclamò Dan. “Alla tua età dovresti fare strage di cuori... e invece, wow! Ce l’hai scritto in faccia, sei perso” continuò il detective.
Lucifer guardò quel ragazzo e lentamente la vena sulla fronte sparì, i muscoli si rilassarono e quel rossore sul viso andò via.
“Lo so...” disse il più giovane abbassando lo sguardo su una cartellina che aveva davanti.
“Ma sta bene?” domandò Dan a Chloe indicando Lucifer.
“Sto benissimo, detective stronzo” rispose il diavolo sistemandosi i polsini della camicia.
“Sei riuscito a restare fuori dalla conversazione su una ragazza senza fare commenti. Capirai che per me è strano, è davvero strano per il tuo personaggio. Sicuro di stare bene?” domandò l’altro.
“Sto benissimo” rispose Lucifer.
“Allora Chloe ti tiene così impegnato da non darti il tempo anche solo di pensare ad altre donne” rise Dan cercando di essere simpatico.
“Che c’entro io?” domandò la detective al suo ex marito.
“Oh, ma dai, l’abbiamo capito tutti che voi due...” disse Dan facendogli l’occhiolino.
“Che noi due?” domandò ancora Chloe.
“Dai, hai capito” continuò lui facendogli l’occhiolino.
Chloe a quel punto capì e immediatamente spostò lo sguardo su Lucifer che invece non era neppure minimamente allarmato da quell’affermazione.
“Chi sarebbero tutti?” domandò allora la detective.
“Tutta la centrale” si intromise Lucas.
“Lucifer!” lo chiamò Chloe.
“Si?” chiese lui.
“Hai capito che tutti in centrale pensano che andiamo a letto insieme?” continuò lei.
“Sì e allora?” continuò lui.
“Allora? È un disastro” sostenne lei.
“Ma è vero” rispose lui alzando le spalle.
“È imbarazzante. Tutti conoscono la mia vita privata e quella sessuale a quanto pare” disse lei nervosa.
“E qual è il problema?” continuò lui.
“Che tutti hanno un’opinione sulla mia vita privata. La mia vita privata, Lucifer. Si chiama privata per un motivo” continuò lei.
“Per fare un’affermazione estremamente generica, anche qualunquista se vogliamo e in parte un po’ sessista, tutte le donne penseranno che sei incredibilmente fortunata e sì, forse ti invidieranno un po’ e tutti gli uomini sentiranno l’esigenza di battermi il cinque. Di nuovo, non vedo quale sia il problema” sostenne lui.
“Secondo me siete proprio una bella coppia” commentò Lucas Fletcher.
Lucifer roteò gli occhi teatralmente.
“Grazie Fletcher” rispose Chloe sorridendogli cordialmente.
 
“Ok, forse è meglio che tu ti sieda” disse Abigail indicando a Lucas il divano. Erano a casa del ragazzo, lei era arrivata da qualche minuto affermando di dovergli dire una cosa importante. Continuava a torturarsi le mani, era nervosa.
“Che hai? Perché sei così nervosa?” domandò lui sedendosi e allentandosi il nodo della cravatta. Era rientrato da poco dal lavoro. Aveva appena appoggiato la giacca al bracciolo del divano. Stava per aprirsi una birra e godersela nella pace e tranquillità di casa sua quando il citofono suonò. Guardò nello schermo del videocitofono e, quando vide Abigail, sorrise. Le aprì e l’aspettò alla porta per accoglierla con un bacio. Il bacio ci fu, ma lei sembrava stranamente agitata. Le rivolse uno sguardo inquisitore.
“Ok, non so come dirtelo, quindi te lo dirò e basta”
“Confortante. Guarda se hai avuto ripensamenti, se pensi che stiamo andando troppo veloce, sono in grado di sopportarlo, non sono un ragazzino anche se ne ho l’aspetto. Perciò dimmi ciò che devi dirmi, ho le spalle abbastanza forti per”
“I miei sanno di noi” disse Abigail senza permettergli di finire il suo monologo.
“Oh menomale!” esclamò lui alzandosi in piedi e baciandola. Peccato che, proprio mentre la baciava, realizzò quanto le avesse appena detto lei. L’allontanò prendendola dalle spalle. “Che cosa?!” chiese con gli occhi sbarrati, lasciandosi cadere sul divano.
“Questa è la reazione che mi aspettavo” rise Abbi sedendosi accanto a lui.
“Tuo padre, Lucifer, sa che stiamo insieme? La detective Decker sa che stiamo insieme?” domandò lui guardandola e scandendo ogni parola.
“Sì e sì”
“Sono morto. Ti rendi conto che sono morto?” domandò lui.
“Ma dai, non farla tragica, loro l’hanno presa... bene” commentò lei.
“Bene? Vuoi dire che Lucifer quando domani mi vedrà non mi ucciderà?” chiese ancora lui.
“Beh sei qui tutto d’un pezzo quindi presumo che no, non ti ucciderà”
“Che significa?” domandò confuso lui.
“I miei ci hanno sentiti quando mi hai riaccompagnato a casa dopo aver interrotto il mio appuntamento con Matthew” rispose la ragazza.
“Ah, ok. Quindi gli sta bene?” domandò lui.
“È quello che sto cercando di dirti” sorrise lei. “Ma avevo paura della tua reazione, insomma, che dopo questo volessi fare un passo indietro o raffreddare le cose”
“Sei impazzita? E avrei traumatizzato il povero McMiller per niente? Non è da me” rise lui tirandosi Abigail addosso.
“Idiota!” esclamò lei ridendo.
“Chissà come se la passa McMiller?” si domandò Lucas ad alta voce.
“Diciamo che a lui ci pensa Karen. A quanto pare quella sera anche lui abbia avuto un secondo appuntamento” rispose Abbi sorridendo e baciandolo dolcemente.
 
Chloe se ne stava appoggiata all’auto mentre aspettava che Trixie uscisse da scuola. Il sole caldo di Los Angeles si rifletteva sul suo volto pallido. Dovette coprire i suoi occhi chiari, così sensibili a quella luce, con degli occhiali suri. C’era un pensiero che la torturava, qualcosa che non riusciva proprio a togliersi dalla testa. Ora le era chiaro, parte del cambiamento di Abigail era stato scatenato dai suoi precedenti con Lucas Fletcher. Ma Uriel aveva detto qualcosa che continuava a perseguitarla: Lucas sarebbe dovuto morire. Doveva essere morto e non lo era. Perché? Il suo istinto le diceva che ‘sta volta l’errore non era dell’angelo e non le tornava qualcosa. Aveva un presentimento, una sensazione orribile che non riusciva a spiegare, simile all’angoscia, ma più profonda, più logorante. Si era sempre fidata del suo istinto, era infallibile. La voce di Trixie la fece tornare alla realtà.
“Andiamo, mamma?” domandò la piccola guardandola con un sorriso radioso.
“Certo scimmietta” rispose lei aprendole la portiera dell’auto.
 
“Lucifer c’è qualcosa che non mi torna” disse Chloe facendo avanti e dietro nella Penthouse del diavolo.
“Detective quando mai c’è qualcosa che ti torna?” scherzò lui sorseggiando il suo drink seduto comodamente sul divano.
“Devo parlare con tuo fratello” disse la donna fermandosi e guardandolo.
Lui rise credendo stesse scherzando, ma quando notò che era seria, si fece serio anche lui.
“Devo chiamarti Amenadiel?” domandò lui, sperando che Chloe non si riferisse all’altro fratello che conosceva, quello a cui avrebbe preferito non chiedere favori.
“No, Lucifer, ho bisogno di parlare con Uriel”
“Perché proprio lui? Ho tanti fratelli e altrettante sorelle, ma no, Uriel!” disse lui ingurgitando il restante liquido del suo bicchiere tutto d’un colpo. Dopodiché si alzò e prese la bottiglia. Non si sarebbe mai ubriacato, ma quella era una richiesta che non poteva nemmeno processare senza l’accompagnamento dell’alcol.
“Uriel ha detto una cosa che mi è rimasta in mente, ho bisogno di approfondirla” continuò la detective.
“Detective, Uriel dice sempre cose che rimangono in mente, è subdolo, è ambiguo, è enigmatico tra le altre cose. La sua unica arma è il turbamento. Non farti ingannare da quell’idiota” continuò il diavolo mandando giù un altro bicchiere.
“Lucifer capisco che non siete esattamente in buonissimi rapporti, ma credevo che le cose tra voi stessero prendendo una nuova piega” disse lei. Poi gli si avvicinò e in quel momento lui roteò gli occhi, consapevole che a breve, quella donna gli avrebbe fatto cambiare idea.
“Non lascerai andare la cosa, vero detective?” domandò lui cercando di non incontrare i suoi occhi.
“No, Lucifer. Ho bisogno di sapere, devo togliermi questo dubbio. Forse mi sto sbagliando, ma c’è qualcosa che non torna in tutta questa storia di Abigail e di Lucas Fletcher” continuò lei.
“E va bene! Va bene, detective” disse lui allontanandosi da lei e tornando sul divano mettendo su un adorabile broncio.
 Lei gli si sedette accanto.
“Per quanto ancora hai intenzione di chiamarmi detective anche quando non siamo al lavoro?” domandò Chloe cercando di alleggerire la situazione.
“È proprio necessario Uriel, detective? Volevo dire, Chloe?” domandò Lucifer girandosi a guardarla.
“Sì, lo è. E mi rendo conto che ti sto chiedendo di fare un sacrificio, ma ho un brutto presentimento”
“Non lo chiamerei proprio sacrificio, insomma, sono altri i sacrifici che sarei disposto a fare per te” sorrise lui prima di tornare serio.
“E me lo hai dimostrato, sei quasi morto per me” commentò lei.
“Oh beh, sono decisamente morto per te e Abbi mi ha riportato in vita. E comunque lo rifarei, penso tu sappia, a questo punto, che non c’è niente che non farei per te” puntualizzò lui.
E quell’affermazione alimentò ancora di più la sensazione di Chloe. Lucifer le stava sorridendo e lei gli sorrise in ritorno prima di accarezzargli il viso dolcemente.
“Sono solo una comune mortale, ma anche io farei di tutto per te, sei il mio partner” gli disse lei guardandolo dritto negli occhi.
Lucifer la baciò dolcemente e poi la tirò a sé circondandole le spalle con un braccio.

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Lucifer / Vai alla pagina dell'autore: Journey