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Autore: Baranjok    06/03/2020    1 recensioni
I protagonisti della saga sono tutti umani. Clary dopo una storia burrascosa con Jace si è trasferita a Londra per coronare il suo sogno di possedere una galleria d'arte ed ha rotto i contatti con tutti. Ma l'arrivo di Isabelle con una sorprendente rivelazione fa tornare Clary nella Grande Mela. Cosà farà quando rincontrerà Jace? Scoppierà di nuovo la passione che un tempo li aveva uniti così tanto?
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo
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-Matt puoi aprire tu la porta?- Domandò Clarissa intenta a dipingere un nuovo quadro.
-Certo tesoro vado io!- Matt premuroso come al solito si diresse verso la porta.
Nonostante la sua infanzia felice a New York, Clary si era davvero adeguata ai ritmi di Londra.
Erano passati più di sette anni da quando aveva lasciato la grande mela, per fare carriera da sola. Dopo aver frequentato l’accademia d’arte si era rimboccata le maniche ed adesso dirigeva tutta da sola una galleria d’arte, che non andava per niente male.
I primi tempi si era sentita spaesata e terribilmente sola. Lavorava come cameriera nel bar sotto casa per permettersi lo squallido appartamento al primo piano e i suoi studi. Non aveva intenzione di chiedere aiuto a sua madre o a Luke. Aveva deciso di farcela da sola.
Fu quindi costretta a cercare un coinquilino con cui dividere le spese.
Fu così che conobbe Matthew, il suo bellissimo coinquilino.
Matt aveva 30 anni suonati, suonava in una band e durante il giorno si occupava di computer. Anche lui si era trasferito da poco in città e non aveva voglia di vivere da solo.
All’inizio fu strano, condividere uno spazio con qualcuno che non si conosce è sempre arduo. Ma a mano a mano avevano preso confidenza ed erano riusciti a coltivare una grande amicizia.
Fu quando entrambi ricevettero delle promozioni che decisero di comprare casa insieme. Fu un passo importante ma che decisero di fare insieme, nonostante non fossero una coppia.
Da allora vivevano nell’attico più tecnologico che potessero mai immaginare. Matt patito come era di tecnologia aveva reso l’appartamento il più tecnologico possibile e Clary lo aveva riempito dei suoi quadri più famosi.
-Chi era alla porta?- Domandò Clary asciugandosi le mani sul grembiule. Dovette fermarsi di blocco. Davanti a lei in tutta la sua bellezza era entrata Isabelle Lightwood, la sua migliore amica, o meglio un tempo così era.
-Izzy?!- Clary non la vedeva da esattamente sette anni.
-Finalmente ti ho trovata, mi sono girata tutta Londra. Alla fine ho trovato la tua galleria e la tua segretaria mi ha dato l’indirizzo.- Sembrava indispettita.
Matt si dileguò nella sua stanza lasciandoci sole.
-Ma cosa ci fai qui?- Clary era molto contenta di vederla ma non si era fatta sentire con loro per anni e ora sembrava tutto strano.
- Ascolta , sono ancora molto arrabbiata con te e probabilmente lo sarò a vita, ma io e Simon ci sposiamo. Abbiamo quasi 30 anni e ci sembra giusto così. Lui ti vorrebbe al matrimonio ma è troppo codardo per invitarti così l’ho fatto io personalmente. Devi esserci per forza!-
Simon, il suo Simon stava per sposarsi?
-Io…-
-Prima che inventi diecimila scuse, sappi che tutti noi ti vogliamo bene nonostante tutto. Siamo furiosi, ma ti vogliamo bene e so che il motivo per cui non ti sei più fatta vedere è Jace, ma lui è andato avanti e come posso ben vedere hai fatto anche tu.-
Clary si tolse il grembiule e si sedette, era molto da processare in un solo colpo. Il suo migliore amico e la sua migliore  amica stavano per sposarsi.
-Clary?- Izzy sembrò preoccuparsi per un attimo, salvo poi ricomporsi.
-Ci sarò.- Rispose Clary riprendendo a respirare.
-Oh bene, il matrimonio è domenica prossima. Se hai bisogno di soldi per il biglietto non preoccuparti. – Prese la borsetta e cacciò il biglietto degli assegni.
-Izzy, non c’è bisogno, posso comprarmi il biglietto da sola.- Clary si era indignata.
-Oh, giusto.- Fece per andarsene ma si fermò sull’uscio della porta.
-Lo sai che mi hai fatto male? Davvero male? – Aveva gli occhi lucidi.
-Isabelle..mi dispiace tanto, ti ho scritto in questi anni davvero.-
-Beh non importa adesso! Sto per sposarmi, sono felice, il lavoro va alla grande ma mi mancava sempre qualcosa, capisci? Tu eri la mia migliore amica e sei scappata come una ladra nel cuore della notte, senza un recapito senza un indirizzo, senza niente.-
-Stavo male, tu meglio di me dovresti saperlo.-
-Lo so che stavi male, stavamo tutti male! I miei genitori ti consideravano una figlia, eri una di famiglia per noi.-
-Io sono rimasta in contatto con loro, con voi.-
-Ah intendi dire quelle misere lettere che arrivavano una volta ogni morte di papa?Sto bene voi come state?-
-Izz..-
-No Clary, me lo ero ripromessa, mi ero ripromessa di non venire e di non invitarti, ma non ce l’ho fatta. Ripensavo a quando parlavamo di questo giorno e di come avevamo organizzato tutto alla perfezione. E tu non c’eri e ho pianto come non facevo da molto tempo. Mi mancavi nonostante tutto mi mancava vedere il tuo sorriso, mi mancava sentire la tua voce.-
-Isabelle, anche tu mi sei mancata tanto, tutti voi ma non potevo venire lì, non sono mai andata nemmeno a trovare i miei in tutti questi anni!.-
-Ma non hai permesso nemmeno a noi di venire da te! Quante volte ho desiderato riabbracciarti tu non hai idea.-
-E credi che per me sia stato facile? Non riuscivo a guardarvi nessuno di voi! Mi ricordavate lui, lui che non c’era più e non potevo, e poi i mesi sono passati, e non ho avuto più il coraggio.-
Izzy tirò su con il naso. E si asciugò le lacrime con la manica della giacca.
-Ormai è troppo tardi. Sto facendo tutto questo solo per Simon, ti aspettiamo, puoi restare quanto vuoi, la casa è grande come ben sai e la tua camera è sempre la stessa.-
Clary era molto dispiaciuta, tante volte si era immaginata questo momento ma non avrebbe mai pensato che le serbasse così tanto rancore.
-Non è necessario, posso stare da mia madre.-
-No, starai poco, già lo so , ti conosco come le mie tasche. Starai da noi così che Simon potrà vederti sempre.-
-D’accordo.- Clary non era affatto d’accordo ma non osò contraddirla.
-Bene, ho il volo tra un’ora, devo andare.-
-Ci vediamo in settimana allora.- Disse Clary accompagnandola alla porta.
-Portati pure lo strafigo se vuoi.- Disse infine chiudendosi la porta alle spalle.
 
Clary rimase 10 minuti ferma davanti alla porta immobile.
-Clary?- Matt la richiamò facendola sobbalzare.
-Si?-
-Tutto ok? Chi era la ragazza dallo sguardo glaciale?-
-Oh, lei è..era la mia migliore amica.- Clary iniziò a piangere.
-Oh piccola! Shh vieni qui!- Matt la strinse tra le braccia facendola sfogare e così lei gli raccontò tutto.
-Oh quindi è la sorella di Jace il tuo ex.-
-Già.-
-Davvero andrai al matrimonio?-
-Devo! Simon non me lo perdonerebbe mai! –
-Simon il ragazzo che ti lascia mille messaggi al giorno in segreteria e che ti rifiuti di richiamare? Quel Simon.-
-Oh Matt non giudicarmi, non tu, io lo voglio bene, è come un fratello per me, ma sono passati tanti anni e non sapevo come reagire.-
-Ehi! Non ti sto giudicando è solo che se davvero devi andare a questo matrimonio ti conviene prima chiarire con tutti non credi?-
-Già hai ragione, ma tu verrai con me?-
-Cosa? Oh no, non voglio entrare assolutamente in questa storia! Non coinvolgermi e poi non posso mancare da lavoro per così tanto tempo.-
-Matthew Chand , tu sei il capo di stesso, penso che tu possa mancare da lavoro quanto ti pare e piace, e poi ho bisogno di te, saranno tutti furiosi con me ed ho bisogno di una faccia amica.-
-Io.. Dannazione! Lo sai che non riesco a resisterti! Va bene, verrò ma ad una condizione.-
-E quale sarebbe?.-
-Promettimi che chiamerai tuo fratello!-
Clary annuì debolmente. Erano settimane che non sentiva Jonathan. Avevano avuto una brutta discussione e lei ci era rimasta molto male. Prese il cellulare e compose il suo numero.
Partì come al solito la segreteria.
-Jonathan? Sono io Clary. Ascolta, mi dispiace molto per la nostra litigata, lo sai che non pensavo davvero quello che ti ho detto. Ti voglio bene, sarò a New York per un paio di settimane, chiamami.-
Matt la guardò con un sopracciglio alzato. Lei scrollò le spalle.
-Quindi andremo a New York? – Domandò Matt abbracciandola.
-Si, così pare.-

  
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