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Autore: Lady R Of Rage    07/03/2020    7 recensioni
"Bellamy raccoglie il coltello e ride amaramente della propria battuta. Mollare tutto: la troverebbe divertente, Sarquiss. Non che significhi qualcosa. Tutte le sue battute sono divertenti quando le ascolta Sarquiss. Tutti i suoi piani sono sagaci, tutte le sue tattiche raffinate, tutte le sue manovre precise al millimetro. A Sarquiss piace tanto – o piaceva, se il piano delle carogne è andato in porto. Raccoglie il coltello e se lo infila nelle brache. Sta soffocando, in quella cabina. Vorrebbe andare sul ponte, ma con la nebbia che c’è a Jaya non si vede a un palmo dal naso."
Jaya, Mock Town. Bellamy la Iena ha spadroneggiato anche troppo, comportandosi da bulletto con gli abitanti e gli sconosciuti. Verrà punito a partire dal suo punto debole: l’uomo che ama.
[Bellamy/Sarquiss]
Genere: Angst, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Iena Bellamy, Sarkies
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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La Luce Nei Suoi Occhi

Questa storia partecipa al contest ‘Elements’ indetto da LiHuan.85
Prompt scelti: nebbia, affranto, tremare


A un nobile di Notice, l’isola dell’abbondanza, non si dice la parola no.
Bellamy se lo ripete ancora e ancora, rigirandosi il coltello tra le dita, conficcandolo per l’ennesima volta nel tavolo della sua cabina. Il legno non gli ha fatto niente, non meriterebbe un trattamento del genere, ma gli stronzi con cui vorrebbe prendersela si sono dileguati. Deve accontentarsi, ed è un’altra cosa che un nobile di Notice non dovrebbe neanche concepire.
No, Bellamy. Aspetta fuori. Al momento non c’è nulla che puoi fare.
Potrebbe mettersi a camminare in cerchio davanti all’infermeria, come una tigre in gabbia, in attesa che quella porta si apra e il viso di Muret gli riveli se deve gioire o bestemmiare. Ha provato ad alzarsi, tre volte: ma le sue gambe tremano come se le sue famose molle si fossero ripiegate su sé stesse. Deve fare il capitano, rimanere forte di fronte alle disgrazie. Proprio quell’unica volta in cui vorrebbe avere qualunque altro rango, e poter stare per fatti suoi a imprecare e maledire il mondo senza far brutta figura sulle carogne sue pari.
Roshio non è morto abbastanza in fretta. Doveva soffrire ben bene, cotto nel suo stesso rum, da rimanere sempre nelle teste di quei vermi che si ritrova come equipaggio. D’altra parte, però, se avesse sofferto di più loro avrebbero potuto vendicarsi di più. Il coltello gli scappa dalle mani, rimbalza contro il legno e sotto il tavolo.
Allora li cercherebbe, li troverebbe, li sgozzerebbe con le sue molle e si godrebbe ogni loro secondo di agonia. Si prendano il loro tesoro, la New Witch Bleah, le loro armi e i loro strumenti – la loro pirateria, pensa inginocchiandosi – ma non si prendano lui. Tanto vale mollare tutto, in tal caso.
Bellamy raccoglie il coltello e ride amaramente della propria battuta. Mollare tutto: la troverebbe divertente, Sarquiss. Non che significhi qualcosa. Tutte le sue battute sono divertenti quando le ascolta Sarquiss. Tutti i suoi piani sono sagaci, tutte le sue tattiche raffinate, tutte le sue manovre precise al millimetro. A Sarquiss piace tanto – o piaceva, se il piano delle carogne è andato in porto. Raccoglie il coltello e se lo infila nelle brache. Sta soffocando, in quella cabina. Vorrebbe andare sul ponte, ma con la nebbia che c’è a Jaya non si vede a un palmo dal naso.
Eddy e Hewitt urlano in lontananza, Mani chiama il suo nome con il pianto nella voce. Lily cade in ginocchio, aggrappata al suo cappotto. Niichan, che ti è successo? Chi è stato? Bellamy sbatte la porta della cabina alle proprie spalle. La sua pelliccia blu macchiata di sangue, i capelli tagliati in mozziconi irregolari a coltellate, il petto nudo che ancora fuma. Che gl’importa della nebbia, a questo punto? E se muore…
Non si vede a un passo, sul ponte. Un fumo violaceo, spesso e appiccicoso ricopre ogni angolo attorno a Bellamy: persino le torce sono sfocate come fuochi fatui, e guardarle troppo a lungo lo fa rabbrividire. In certi posti, quegli affari vengono a portarsi via la gente che muore. Se vogliono pigliarsi Sarquiss dovranno vedersela con lui. Lo chiamano la Iena, facendolo incazzare fino a diventare rosso (e facendo ridere Sarquiss così tanto, è così bello quando ride, con quei denti d’alabastro e gli occhi che brillano come perle nere): sarà feroce, se così gli pare, e li farà soffrire abbastanza da ricordarselo per generazioni. Non ci saranno ossa da mordere, non di loro.
Potevano prendersela con me. Cosa gli ha mai detto, lui? L’hanno fatto apposta?
Sarquiss gli dà un bacio facendogli il solletico con la pelliccia. Sarquiss sparisce nella nebbia a smaltire la sbornia, saltellando come un giovinetto. Sarquiss galleggia sotto il pontile, appeso a un gavitello per i polsi legati, e con la bocca chiusa da uno straccio così grosso da portargli via un pezzo di canino quando glielo sfilano. Non si sveglia, non risponde, non solleva la mano a toccargli la guancia. Sarquiss. Lily si aggrappa alle mani di Ross, tira un pugno a terra e una bestemmia alle nuvole. Lassù, i gonzi di Jaya pensano che si trovi L’Isola nel Cielo. Che scemenza. Che cosa dovrebbe essere, il Paradiso? Una cosa è certa: Sarquiss non la vedrebbe in ogni caso.
Vorrebbe mettersi a fumare, ma l’idea di riempirsi la bocca di tabacco lo stomaca anche senza che succeda.
Dei passi rintoccano sul ponte della New Witch Bleah. Bellamy serra un pugno, tende la molla del braccio. Se uno di quei balordi è riuscito ad entrare se la vedrà con lui, e parola d’onore lo concerà ben peggio.
-Bellamy? Ho finito.-
È la voce di Muret, ed è seria.

La prima cosa che Bellamy nota sono i suoi occhiali da sole, abbandonati sul comodino di fianco a lui. Sarquiss senza occhiali, un’altra cosa stonata. Vede la sua mano pallida, dal polso fasciato, adagiata sulle lenzuola senza un tremito.
-Lily si è addormentata, l’abbiamo portata a letto,- dice Muret. Ma voleva sapere se li ammazzeremo tutti o no.-
Bellamy fa cenno di sì e piomba sullo sgabello libero di fianco al suo. Ha gli occhi chiusi, i capelli legati in due codini alti, un cerotto sulla fronte sopra il sopracciglio destro. Le lenzuola lo coprono fino al collo, ma può solo immaginare cosa vi si nasconda sotto.
-Dorme ancora,- sussurra Muret, e rassetta il lenzuolo sulla sua forma tremante. -Ma si sta riprendendo. È cazzuto, lo conosci.-
Bellamy si getta quasi a tuffo sul giaciglio del suo compagno. Le labbra si schiudono, gli occhi battono, le mani guaste si serrano in due pugni tremuli.
-Sarquiss? Sarquiss, amore?-
Muret solleva la mano. -Shh. Sta zitto, cretino d’un capitano. Fallo svegliare.-
Che begli occhi che ha, così neri e vivaci, anche annebbiati dalle lacrime e dalla fatica. Lo sta guardando, e le labbra livide si torcono in un sorriso stentato.
-Bellamy?-
-E-Ehilà.-
Avvampa, toccandosi il petto marchiato, e chiude gli occhi con un fremito. Trema.
-Niichan?- esclama Lily-
-Cazzo…-
Si guarda il corpo, come se lentamente ricordasse cosa gli è successo. Si ritrae su sé stesso come una tartaruga, gocciolando sudore dai sudici capelli azzurri.
-Allora non mi avete buttato nelle fogne.-
-Dovremmo farlo?-
Sarquiss sbatte le ciglia e solleva la mano a toccare la guancia di Bellamy. È liscia, nonostante tutto, e quelle unghie corte e ben laccate sono familiari e confortanti. Nemmeno le bende bastano a cancellare quella sensazione. Gli sorride, pregando che basti a rassicurarlo, e gli stampa un bacio sulle nocche.
-Non mi fido di nessuno, lo sai.- Sarquiss serra i denti e porta la mano priva di bende al petto. Il Jolly Roger di Donquixiote Doflamingo non si vede più, sotto le fasce pulite e ben strette, e nemmeno quella bruttura che gli hanno inciso addosso con un ferro incandescente. Un uomo impiccato, senza contorni né volto, su un fondo rosso da mal di testa: se esistesse una gara per il Jolly Roger più brutto, quello di Roshio potrebbe vincere senza impegno. Sarquiss dovrà tenerselo addosso tutta la vita, bruciato nella sua carne pezzo per pezzo. Era così marrone e marcio, quando l’hanno trovato, che Bellamy aveva temuto di dover vomitare.
Avrei fatto il loro gioco, e col cazzo. Non possono portarmelo via così.
-Non ti fidi nemmeno di me? Che razza di ufficiale sei?-
-Uno con un uomo impiccato di merda che gli fuma nel petto. Potevo starci io, al posto di quello là. Capisci che non ho voglia di sorridere e ballare?-
Bellamy abbassa le spalle. Un viso così affranto è sbagliato addosso a Sarquiss quanto lo è quella schifezza incisa sul suo petto. Come se non se ne accorgesse, che Sarquiss sorride ogni volta che lo vede. Che ancora arrossisce quando gli carezza la guancia, anche se si baciano e fanno l’amore da prima di salpare. Che durante le sue battaglie applaude come una majorette, gridando il suo nome come per nutrirsi delle sue lettere. Percorre il suo collo con la punta dell’indice, e Sarquiss avvampa.
-Bellamy, no. Non sto bene.-
Trema abbastanza da scuotere le coperte, e il suo volto pallido si accende di rosso per un attimo fin troppo lungo. Bellamy allarga le braccia: -Fatevi da parte, tutti indietro. Dategli pace.-
Sarquiss accenna un sorriso, ma contorce le labbra subito dopo. -Sì, da bravo. Ho bisogno di silenzio.-
-Adesso ci arrivi,- sospira Muret. Gli dà una pacca sulla spalla e si allontana chiudendo la porta.
La prima cosa che Bellamy fa è guardarsi intorno, tremando nella sua giacca, come se temesse in qualche nuovo nemico uscito direttamente dalle pareti. Sarquiss è indifeso, è debole, e chi dovesse fargli del male se la vedrebbe con lui.
-Bellamy,- rantola Sarquiss. -Sono qui.-
-Come faccio a non vederti, dimmi un po’.-
-Stavolta dovrai proteggermi, ci stai?-
Bellamy non risponde. Si strappa di dosso la giacca, gettandola a terra. Si sdraia sopra il lenzuolo, di fianco al compagno, e gli tiene la mano avvolta nelle bende.
-Ti senti protetto?-
Sarquiss tira fuori la lingua e sfiora con la punta il naso di Bellamy. -Mi toccherà ricambiare, quando mi riprenderò. Faremo una bella caccia.-
Bellamy accarezza la pancia di Sarquiss, i fianchi, e risale di nuovo fino alla mano protesa. Dovranno venire là di persona, per strapparglielo via. Sarquiss suda abbastanza da lasciare un alone nel cuscino, trema nella sua stretta, e persino quel sorriso non è corretto. Troppo rigido, troppo plateale. Sarquiss non deve fingere, per dimostrare quanto vale. Non se lo porterebbe appresso, altrimenti.
Non lo amerebbe.
Lo tiene stretto finché non si addormenta, e oltre ancora. Suona la mezzanotte e Lily entra a controllare che non gli serva qualcosa. Bellamy apre gli occhi: Sarquiss non trema più.


A.A.:
Era da un po' che volevo tornare a questa coppia, e sono felice di averlo fatto. Sarquissino è un punching ball delizioso, avanti Oda, riportalo indietro, ché Bellamy ha bisogno di una compagnia amichevole!
Ho deciso di fargli un po' male, per punirlo dell'essere una carogna, ma un momento dolce con Bellamy è tutto quello di cui c'è bisogno. 
Non ho molto da aggiungere data la brevità dello scenario, ma spero che piaccia e sono molto felice di partecipare a questo contest.
Grazie
Lady R
  
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