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Autore: FragileGuerriera    09/03/2020    3 recensioni
Quasi trent'anni dopo la battaglia con Galaxia Haruka e Michiru non sopportano la presenza l'una dell'altra, al punto da mettere in crisi il sogno della loro principessa Usagi: fondare l'Earth Kingdom. Ma come può un amore, più volte sopravvissuto alla morte stessa, cessare da un giorno all'altro? Soprattutto, è davvero finito il profondo sentimento che ha legato le due guerriere dai tempi delle medie per tanti anni?
NUOVA VERSIONE con finale (e i capitoli relativi) alternativo.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yuri | Personaggi: Haruka/Heles, Michiru/Milena, Nuovo personaggio | Coppie: Endymion/Serenity, Haruka/Michiru
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la fine
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Un capitolo bonus per chi, da Giugno, mi ha seguita fin qui :-)
L'unico capitolo che abbia mai pubblicato (per questa e la prima versione) di questo genere e fino all'ultimo non sono mai stata convinta di volerlo pubblicare. La prima volta perchè era, per l'appunto, la prima volta, la seconda per averlo arricchito di qualche piccolo particolare che spero non abbia rovinato il consenso ricevuto nella prima stesura... Spero di aver fatto un lavoro, se non buono, almeno decente e di non deludere nessuno.
So bene ormai che basta anche un capitolo da bollino rosso per mettere questo rating all'intera storia. Ma, a meno che non siano gli amministratori stessi del sito a riprendermi, seguo la logica precedente e lascio quello arancione. Suvvia, un capitolo finale come può influenzare il contenuto di tutti i precedenti, quasi tutti da rating giallo, ad esclusione di uno arancione?
L'immagine... Non so che altro dire: mi piace moltissimo, la trovo dolce e sensuale :-)
Questo è davvero l'ultimo capitolo.
Ringrazio quelli che hanno seguito la storia, l'hanno messa tra le preferite, le seguite o le ricordate, ma anche chi ha recensito e chi recensirà questo (finalmente) ultimo capitolo.

Capitolo Extra


Primo Marzo 2021.

Haruka spense la moto, si tolse il casco e infilò il le chiavi nella tasca opposta a quella dove teneva il portafoglio che le aveva regalato Michiru più di un anno prima. Parcheggiò in garage. I castelli delle guerriere Sailor erano ancora in fase di costruzione e, pur non essendo il Crystal Palace, non sarebbero certo stati delle rocche di paese, quindi, a conti fatti sarebbe andato bene se fossero stati ultimati entro l'anno successivo. Così lei e Michiru decisero nel frattempo di comprarsi una villa. L'appartamento di città di Haruka infatti era molto bello, ma la mancanza di una piscina era un "difetto" insostenibile per Michiru che al suo elemento non aveva mai rinunciato, comprando ville che contemplavano lo spazio per una vasca olimpionica o appartamenti in condomini con piscine mezze olimpioniche all'ultimo piano. Solo l'appartamento delle medie ne era privo, ma perchè all'epoca poteva sfruttare la piscina del collegio che frequentava. Andando incontro alle richieste dell'una e dell'altra (la nuova villa era talmente grande da avere un garage che offriva posto alle due auto di uso quotidiano delle proprietarie, più tutte le auto e le moto sportive di Haruka) quella villa era perfetta. Avevano già deciso che anche a castelli ultimati quella sarebbe rimasta l'abitazione in cui rifugiarsi qualche giorno quando avrebbero voluto ritagliarsi dei momenti solo per loro. Più difficile sarebbe stato scegliere in quale dei due castelli andare a vivere. Haruka infatti non intendeva starsene sola come un'idiota con tutto il tempo che avevano da recuperare! Dovevano solo decidere in quale dei due andare a vivere durante la settimana e in quale trascorrere il sabato e la Domenica.

Ancora due settimane ed il campionato sarebbe iniziato nuovamente, in Australia. Aveva amato il suo mestiere e si considerava fortunata ad aver avuto l'opportunità di lavorare ancora direttamente con le monoposto. Chiuse con il telecomando la basculante del garage. Il lavoro di team principal non le dispiaceva affatto; non era come fare il pilota, ma andava bene anche coordinare gli altri: meccanici, ingegneri, piloti e responsabili di stampa. Era il quarto anno che ricopriva la carica e non si trovava male. "Piuttosto che essere il pilota di una scuderia minore!".

Ricordava ancora quel giorno di sole in cui il suo team principal le propose di lasciare la Ferrari per passare il testimone ad un giovincello di venticinque anni.

-Sai, Tenoh, ormai hai quarantatre anni... Dobbiamo far spazio anche ai giovani.

-Ho quarantatre anni, ma l'energia non mi manca. Anche tu fino all'anno scorso me lo dicevi. E' come se avessi trent'anni!

-Appunto "è come se", ma non li hai più! Alla McLaren vogliono cambiare le carte in tavola e so che ti hanno proposto un contratto come primo pilota.

-Mi vuoi passare ad un'altra scuderia?- Era allibita.

-Credimi: è uno degli argomenti più difficili da affrontare per me, ma hai visto come stanno cambiando le cose ultimamanente in Ferrari: prima il cambiamento del dirigente d'azienda, poi quello del team manager e infine anche Aino. Purtroppo non sono decisioni che dipendono da me che sono l'ultimo arrivato, lo sai. Però tu hai lavorato bene in Ferrari, hai anche vinto molti titoli... Ma ripeto: non sono io che decido con chi comporre la mia squadra.- L'uomo assunse un'aria contrita, in parte sincera in parte di circostanza, mentre la informava di ciò con una mano sulla spalla per consolarla. Una mano di cui lei si liberò molto in fretta.

Inutile negare il fatto che tale discorso la prese alla sprovvista, così come inutile sarebbe stato negare che aveva meditato sulla proposta del suo team principal, non era la Ferrari, ma almeno avrebbe corso ancora per un po' di anni. Alla fine però credette che per una questione di orgoglio sarebbe stato meglio chiudere la sua carriera in F1 quello stesso anno, a quasi quarantaquattro anni, come primo pilota per la Ferrari.

Riuscì a stare a casa solo sei mesi prima di proporsi come team principal. A guardare la F1 a casa non riusciva proprio a starci. Così meditò a lungo prima di vedere in quel nuovo lavoro una sfida mai affrontata prima: risollevare le sorti di una casa automobilistica che dopo aver collezionato vittorie per quattro anni di fila, visse un periodo di insuccessi uno in fila all'altro, trovandosi perciò con un futuro ancora incerto. Si scoprì così ottima stratega anche dietro le quinte riuscendo nella sua impresa di risollevare le sorti della sua nuova scuderia. Non era come gareggiare in prima linea, ma era emozionante lo stesso. "In particolare è stato emozionante vincere sempre contro chi mi ha spinto nelle mani del nemico per via della mia età anagrafica". Sorrise mentre, raggiunta la porta di casa, prese il portachiavi dalla tasca della sua giacca da motociclista bianca e nera. Purtroppo però anche la sua carriera da team principal era arrivata al termine. Con l'approvazione per la nuova Monarchia aveva dovuto dare le sue dimissioni in vista della celebrazione in cui lei e le altre guerriere Sailor avrebbero rivelato la loro identità al Giappone intero per ricevere il titolo di Principesse. Non era abituata ad una vita da corte, ma avrebbe apprezzato il suo nuovo stile di vita: d'altronde era una scelta di Usagi, Mamoru e gran parte delle altre guerriere, tra cui anche quella che era tornata ad essere la sua donna. Dal momento che lei si era astenuta, se loro erano contenti così lo sarebbe stata anche lei. “Però ancora un altro anno in Formula 1...” Riflettè sorprendendosi di aver formulato quell'ultima considerazione: "Sto diventando nostaligica?". Aprì la porta di casa mentre disse: -Aahhh, sto proprio diventando vecchia.

-Chi è che sta diventando vecchia?- si sentì domandare dalla violinista che si affacciò alla sala dall'adiacente soggiorno.

Si girò dalla sua parte e la trovò in un vestito turchese che ricalcava perfettamente le sue forme. -Come mai sei così elegante?- domandò sfilandosi le scarpe e la giacca prima di raggiungere il tavolino con il portachiavi in cui appoggiare le chiavi di casa.

-Sono tornata cinque minuti fa dalle prove per il mio ultimo concerto di fine Marzo con conseguente intrattenimento con il mio manager. Non ti ricordi più?- la raggiunse.

-Certo, non hai nemmeno voluto che ti accompagnassi. Ora capisco perchè... Così ben vestita e così scollata dietro, da sola con il tuo manager... Che tipo di intrattenimento avete avuto dopo le prove?- Alludendo a qualcosa di poco professionale nella relazione tra i due appoggiò una mano a palmo aperto sulla sua schiena.

-Non cominciare con la tua gelosia.

-Il tono pacifico della mia voce dovrebbe smentire un'ipotetica gelosia.- rispose mentre fece scorrere la mano sulla schiena. 

-Bene, tanto lo sai che tra i due sei tu la mia preferita. Quanto meno perchè dirigendo un team intero ti hanno pagato più di quanto potessi fare io con lui.

-Un amore sincero per me e completamente disinteressato.

-Avevi dei dubbi?- domandò allontanandosi da lei per guardarla negli occhi. Due smeraldi di cui non avrebbe più potuto e voluto fare a meno.

La bionda sorridente con un cenno della testa negò. Non sapeva se adorava o non sopportava Michiru quando faceva così: tanto brava nel fingere di stare con lei per interessi economici, così poco propensa a dirle a voce i suoi reali sentimenti. Di certo però la detestava nei momenti in cui faceva di tutto per aumentare la sua gelosia (quando sapeva che s'ingelosiva con niente) per poi cercare di farglielo ammettere a tutti i costi.

Intuendo i pensieri della compagna, Michiru ritornò all'argomento di prima: -Comunque ti saresti annoiata. Erano esercitazioni noiose anche per me seguite da vari accordi tra me e lui, tra cui quelli per l'ultimo assegno che gli firmerò al termine della mia carriera. Dovrò anche dargli delle ottime referenze, è sempre stato così professionale e corretto con me. Te l'ho detto: è stato lui negli ultimi sei anni ad organizzare tutti i miei concerti in Giappone, in Europa, in Australia e poi ovviamente in America...-

-Ho capito ti ha portato in giro per tutto il mondo.- tagliò corto l'altra. -Ma lo sai che solo io posso portarti sulla luna e regalarti le stelle- la interruppe Haruka stringendola a se', facendo aderire i loro corpi. Non le diede tempo per replicare, poichè si avventò subito sulla sua bocca che bramava tanto quanto tutto il resto del suo corpo imprigionato in quell'abito divenuto insopportabile. Michiru si arrese subito alla gelosia di Haruka. Perchè era evidente che elogiare tanto il suo manager aveva portato all'obbiettivo sperato: far ingelosire la compagna. Amava quel suo modo di fare, non ammettere nemmeno sotto tortura la propria possessività nei suoi confronti, ma di imporsi qualsiasi volta qualcuno la guardasse con ammirazione o ricevesse le sue attenzioni. Quel tacito modo della compagna di esprimere la sua gelosia non era affatto soffocante, era solo molto piacevole perchè la faceva sentire ancora desiderata. Haruka le prese una mano e la portò verso le scale che portavano alla zona notte. -Vedi la praticità di un abito?- le disse Michiru mentre salivano i gradini, scherzando sul fatto che lei era già in biancheria intima quando Haruka, maglione e camicia a parte, era ancora tutta da svestire. -Non dire cose sciocche e impiega meglio il tuo tempo- provò a suggerirle l'altra che l'aveva di nuovo catturata in un bacio appena arrivarono sulla sommità delle scale. E più si accorciavano le distanze per giungere alla camera più la sua frenesia si fece incontrollabile, in un rapporto direttamente proporzionale alla voglia dell'altra di liberarla totalmente da quegli indumenti di troppo.

Giunte in camera Haruka si sedette sul letto e ricoprì di baci la pancia e i fianchi di Michiru, mentre con le mani armeggiava con i ganci del suo reggiseno, impresa che si rivelò semplice. Era assurdo, avevano fatto l'amore tante di quelle volte che nemmeno lei avrebbe saputo tenerne il conto, eppure rimase a fissarla come se fosse la prima volta che la vedeva completamente nuda. -Haruka? Tutto bene?- tentò di riportarla alla realtà Michiru vedendo che non era intenzionata a smettere di fissarla.

Si schiarì la voce: -Sei semplicemente bellissima- le rispose ammirandola. I suoi bei capelli mossi, gli occhi blu che potevano penetrare l'anima di chiunque; il suo corpo magro, tonico e dalla carnagione quasi diafana; le sue gambe lunghe e magre. Si era innamorata delle sue gambe dalla prima volta in cui la vide trasformata!

Michiru sorrise, le piaceva essere oggetto degli sguardi casti o libidinosi della compagna, ma non in momenti come quello. Perciò provò a risvegliarla con un bacio e una carezza sulla guancia per invitarla poi a coricarsi completamente sul letto.

Si mise in ginocchio sul materasso di fronte ad Haruka, non potendo fare a meno di dare un'occhiata al suo corpo seminudo. Lo stesso incantevole fisico della notte prima. Per non parlare del viso e delle mani. Con lo sguardo che la bramava si chinò su di lei e la baciò. Haruka era semplicemente perfetta. Avvicinandosi al suo orecchio, portò il lobo alla bocca con la lingua e lo morse delicatamente, l'altra rise composta; spostò allora la sua attenzione al mento ricevendo in risposta forti sospiri. Con il tempo Haruka si era sensibilizzata maggiormente in quel punto e Michiru aveva scoperto solo di recente come fosse possibile fare l'amore con il team principal semplicemente in quel modo, senza bisogno di altri preliminari e annientando nel giro di breve ogni funzione cognitiva. Era stato divertente sentire come la bionda in pochi minuti si era talmente persa nella propria eccitazione da dimenticarsi delle carezze che le stava lasciando lungo i fianchi e le spalle. -Solo a te poteva venire in mente un'idea del genere...- fu la prima cosa che le disse appena riacquistò lucidità. Michiru sapeva che l'avrebbe fatto sicuramente ancora, ma più avanti. Ad Haruka era piaciuto da morire, però l'aveva trovato un po' subdolo da parte sua che sapeva che lei era una persona versatile, ma tendente all'attivo. Sorrise alla decisione di lasciare ad Haruka la possibilità di essere padrona di se' stessa. Le sue labbra impegnate in baci dati con dolcezza da una parte e una sua mano gentile ad accarezzarle il mento dall'altra prima di scendere, con tatto leggero, dalla spalla ad un suo seno. Qui, trovando già il suo capezzolo turgido, si divertì a stuzzicare ulteriormente la sensibilità dell'amata. Ad Haruka sfuggì qualche breve gemito a quel contatto. A Michiru piaceva farle perdere parte del suo ferreo autocontrollo e sentire i suoi sospiri e la sua voce. Amava la sua voce, e quando in quei frangenti Haruka, sopraffatta dal piacere, si faceva sentire con la voce più profonda del solito si sentiva impazzire. Scese con le labbra all'altezza dei seni, poi dell'ombelico; spostò poi i baci sul fianco sinistro, mentre fece vagare in una carezza a fior di pelle la mano sinistra sul fianco destro di Haruka, facendole contrarre per il piacere i muscoli dell'addome. Poi tornò di nuovo tra i seni per scendere di nuovo con la bocca fino all'elastico delle boyshort nere. La guerriera caratterizzata dalla grazia non si smentì nemmeno in quella situazione in cui difficilmente il team principal avrebbe saputo contenere la passione travolgente del momento: con gentilezza ed una calma per Haruka quasi esasperante la privò dell'ultimo indumento rimastole addosso e lo lasciò cadere ai piedi del letto. Con il proprio reggiseno ultime cose di una lunga serie di vestiti sparsi fino a lì dalla sala. Haruka chiuse gli occhi e aprì le gambe per farle spazio. Sentì prima il respiro caldo, poi la lingua di Michiru muoversi sulla sua intimità. Prima piano; poi progressivamente più veloce; per tornare infine ad un ritmo più lento. Ripetendo l'operazione più volte. Non c'era niente da dire, Michiru sapeva muoversi sapientemente sui suoi punti più sensibili aumentando la sua voglia, ma non troppo in fretta: con un pizzico di cinismo, anzi. Eppure quando iniziò a sentire che era prossima all'orgasmo, fu lei a richiamare l'attenzione della violinista riuscendo così ad interromperla finchè era ancora in tempo per farlo: -Mi... Michiru,no... Ah-aspetta...

La donna tornò a guardarla in viso con i suoi occhi blu: -Cosa c'è?

-Voglio farlo insieme- le rispose Haruka prima di baciarla con trasporto. L'attirò per un braccio facendola sdraiare di fianco e stavolta fu lei a cavalcioni sulla violinista. Le due si sorrisero. Haruka prese tempo con ulteriori preliminari: era stata troppo vicina al culmine del piacere per poter riprendere da dove avevano lasciato senza arrivare subito all'orgasmo. Così baciò la violinista sul collo. Sapeva bene che, come per molti, quella era una zona altamente erogena per Michiru, e quasi a conferma di ciò quell'ultima deglutì, un gesto involontario che ciò nonostante Haruka non potè non sentire sotto le sue labbra. Sorrise compiaciuta dell'effetto che stava avendo sulla donna.

Le mani di Haruka scivolavano sulle forme del corpo nudo di Michiru come se stesse modellando una statua di burro. Ovunque le mani precedevano i baci e la lingua. Si soffermò in particolar modo sui seni e sui segni leggeri delle pallottole di Eudial che l'avevano colpita quando tentò di salvarla dalla rivale. Una volta tornate in vita infatti, le cicatrici più lievi sparirono, mentre le più profonde lasciarono una lieve traccia di sé sui corpi delle due. E Haruka non mancava mai di passare in rassegna quei piccoli cerchi. Tentando di ricambiare con amore e dedizione i segni di una donna eroica, pronta a sacrificare la propria vita per l'umanità e, più di tutti, per lei.

Sotto ogni bacio a fior di labbra, sotto ogni suo tocco... ogni centimentro di pelle estendeva forti sensazioni che si diffondevano in Michiru come una piacevole scarica elettrica. Infine la bionda tornò a baciarla sulla bocca, poi si fissarono negli occhi leggendovi la medesima cosa: ormai non potevano resistere oltre. Si diedero un altro bacio e mentre con movimenti gentili la lingua di Haruka invitava quella di Michiru ad esplorare la sua bocca, le loro mani percorsero febbrilmente il tratto che scendeva dalle spalle al bassoventre. Entrarono insieme. Il movimento delle dita di Haruka venne accompagnato dalle spinte del suo corpo, mentre Michiru seguiva con il bacino il ritmo scandito dalla mano esperta della bionda. Soffocarono entrambe le voci più a lungo che poterono. Michiru che, con un braccio cingeva le spalle di Haruka, serrò la presa nel tratto finale, liberando con lei qualche gemito di piacere, alternato al suo nome, solo poco prima e al momento dell'orgasmo, a cui seguì poco dopo anche quello della bionda.

Restarono in quella posizione a guardarsi negli occhi per qualche secondo, poi Haruka si scostò di un poco per tirare su le lenzuola, coprendo così i loro corpi. Ancora un bacio e poi si abbandonò con la testa sul petto della compagna che prese ad accarezzarle amorevolmente i capelli biondi. Mentre le sue dita si confondevano a tratti con i corti capelli fini di Haruka, Michiru pensò che in realtà non era necessario coprirsi: erano sole in casa ed erano sudate, ma era una cosa che Haruka faceva spesso, fin dalla prima volta che fecero l'amore insieme, e visto che le lenzuola erano fresche tutto sommato non le davano fastidio. Sorrise pensando che alla fine era tornata ad aver fatto proprie abitudini di Haruka che nel tempo aveva perso totalmente.

-Michiru, posso dirti una cosa?- chiese il team principal poco dopo senza aprire gli occhi.

-Certo.

Tentennò un attimo.

-Non parli per non perderti nemmeno un battito del mio cuore? - chiese divertita Michiru.

-Anche. Adesso si stanno regolarizzando- rispose invece lei seria -Però non è questo che ti volevo dire- e detto ciò, appoggiandosi sul gomito destro, alzò il busto per darle un bacio sul naso.

-E allora che cosa mi volevi dire?

Un altro bacio a fior di labbra e sul volto di Haruka si disegnò un sorriso semplice eppure il più bello e sincero che potesse regalarle: -Aishiteru*.

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*Aishiteru: "ti amo".

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