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Autore: MelaniaTs    11/03/2020    1 recensioni
*ATTENZIONE SPOILER TERZA SERIE FINO A MIRACLES QUEEN*
"Notizia straordinaria.
Un antico tempio di monaci è riapparso tra i Monti tibetani.
Lo stesso simbolo che viene mostrato sui tempi è stato scoperto anche in una statua antica al museo del Louvre. Di cosa si tratterà?"
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Altri, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Nuovo personaggio
Note: Lemon, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Miraculous - Les aventures de Ladybug et Chat Noir
© Thomas Astruc; TS1
Bouygues, Disney Channel, Zagtoon, Toei Animation 
Retail: Lemon e OOC poiché non so ancora come procederà la storia. Ho stilato un programma ma poi mi lascio come sempre guidare dall’ispirazione
QUI TROVERETE UNA CRONOLOGIA STILATA DA ME FINO ALLA FINE DELLA TERZA STAGIONE

Quella domenica mattina Luka era partito spedito con la sua bicicletta verso il Mandarin Oriental l'albergo dove risiedeva Kagami Tsurugi con sua madre. Adrien lo aveva avvertito che sarebbe stato difficile convincere Tomoe Tsurugi a lasciar uscire la figlia, ma lui doveva rischiare il tutto per tutto. Non era neanche normale che un figlio dovesse scappare dal genitore per avere un po' di libertà. Aveva sinceramente provato pietà per Kagami, non la conosceva, non come Adrien che anche per poter evadere dalle regole ferree imposte da suo padre doveva farsi valere oppure fuggire e disobbedire. Però si provava pietà per loro due, perché i rapporti con i genitori dovevano essere sinceri, lui con sua madre e sua sorella aveva quel tipo di rapporto, perché non era consentito anche agli altri. 

Parcheggiò la bici e prese il sacchetto che aveva provveduto a comprare, dopo aver posato il caschetto entrò in albergo e si diresse alla reception.

"Buongiorno Kagami Tsurugi ha chiesto la colazione presso il nostro bistrot dovrei provvedere alla consegna." Disse indicando il sacchetto 

La receptionist osservò il ragazzo poi guardò il libro degli ospiti. "Madame Tsurugi non permette che ci siano ospiti nella sua suite."

Luka la guardò. "Non sono un ospite ma un fattorino." Ammise

La ragazza allora annuì. "Si ma madame Tsurugi..." 

"Non vuole che porti la colazione a sua figlia Mademoiselle Tsurugi?" Chiese il ragazzo.

La ragazza lo guardò interdetta, poi scosse la testa. "Va bene, puoi passare. Vai nella suite Hokkaido all'ultimo piano." 

"Grazie." Disse Luka allontanandosi verso l'ascensore, attese che giungesse e diede il comando dell'ultimo piano all'addetto agli ascensori. Impassibile sorrise all'uomo con il pacchetto stretto al petto, una volta giunto al piano lo saluto di nuovo per poi sparire alla sua visuale.

"Cos'avresti fatto se non ti avrebbero lasciato passare?" Gli chiese Rizza uscendo dal suo nascondiglio.

"Avrei usato te e dopo come premio ti avrei dato la colazione." Rispose Luka con un lieve sorriso. 

Rizza annuì e fece uno schiocco. "Peccato che ti abbiano fatto passare." 

Luka scosse la testa ed indicò la tasca a Rizza battendo con la mano. "Dentro adesso." Ordinò per poi bussare alla porta della suite.

Ad aprire andò la stessa Kagami che nel vederlo rimase stupita. "E tu cosa ci fai qui?" Gli chiese riconoscendolo.

Luka le lanciò uno sguardo, la ragazza ancora non era del tutto impeccabile come sempre. La camicia nera a maniche lunghe ancora mancava di essere abbottonata del tutto, non indossava la cravatta rossa in tinta con la gonna scozzese.

"La colazione." Disse entrando senza aspettare che lo invitasse. 

Kagami chiuse la porta e andò ad avvicinarsi a lui. "Mi piacciono i croissant, quindi grazie." Disse prendendo il sacchetto e allontanandosi verso la living room.

Luka la seguì. "Volevo chiederti se ti andasse di venire con me oggi." Le chiese.

La nipponica intanto apriva il sacchetto e ne estrasse un croissant. "Non è previsto che esca oggi." Disse comunque sorpresa da quella proposta. Mai nessuno le aveva chiesto di uscire o andare da qualche parte fino a quel momento a parte Adrien. Poi lui, lo spasimante di Marinette! Non  lo avrebbe mai detto. 

"Posso parlare con tua madre e chiederle il permesso." Disse allora lui. 

Kagami quasi rise a quella sua frase, non poteva credere di riuscire a convincere sua madre. "Non mi farà uscire." Disse addentando il cornetto, era caldo e alla crema chantilly come piaceva a lei e Nissa. 

"Dove dovresti andare?" Intervenne una voce austera. 

Luka e Kagami si voltarono verso il punto dal quale giungeva. Tomoe Tsurugi impeccabile come sempre avanzava appoggiata sul suo bastone. "Chi sei tu?"

"Buongiorno madame Tsurugi, sono Luka, un amico di Kagami e Adrien Agreste." Si presentò il musicista senza timore.

Non voleva averne, in fondo quella donna era una madre proprio come la sua, doveva averne rispetto ma non timore. 

"Non ho mai sentito parlare di te. Fai scherma?" Chiese lei.

"No madame, io sono un musicista e frequento l'accademia musicale." Rispose lui a quel punto. "Con Adrien una volta abbiamo suonato insieme, mentre sempre insieme siamo usciti noi due con Kagami e Marinette." Spiegò 

"La tua nuova amica." Disse Tomoe alla figlia. 

Kagami con il viso basso annuì. "Si, Marinette. Sai di lei." 

"E dove vorresti portare mia figlia senza il mio permesso?" Chiese la donna a Luka.

"Raggiungo i miei amici a Londra oggi e pensavo di portarci anche Kagami." Disse lui schietto e tranquillo.

Kagami trasalì, a Londra? Da Adrien? Dopo la giornata di ieri non sapeva se fosse o meno pronta per un incontro con il giovane Agreste, non sapeva se era pronta a conoscere la verità. 

"Voi giovani di oggi avete un umorismo che non riesco a capire." Disse la madre di Kagami.

Luka storse il naso. "Non sto scherzando, il treno parte alle nove e noi siamo già in ritardo." Disse alla donna.

"Non posso permettere a Kagami di uscire senza di me. Soprattutto di andare in giro verso Londra senza di me!" Affermò la donna.

"Quindi Kagami dovrebbe seguirla ovunque per poter uscire." Affermò Luka.

"Si giusto. Ha dei corsi da seguire e lezioni da portare avanti non può distrarsi." 

"Ma oggi è domenica madame Tsurugi. Quindi sarebbe una giornata libera anche per voi." Ci tenne a precisare lui.

"Non può uscire se non con me!" Affermò ancora la donna.

"Egoista!" Disse Luka.

"Come scusa?" Chiese Tomoe 

"Lei è un'egoista." Precisò ancora Luka. "Impedisce a sua figlia di uscire e fare le sue esperienze, le impedisce di avere degli amici o di studiare con loro, le chiese di primeggiare in tutto e di fare tutto ciò che le impone. Lei madame Tsurugi è un egoista." Disse allora lui elencando tutto ciò che pensava di quella situazione.

"Ma come ti permetti ragazzo?" Disse Tomoe stringendi forte il pomelo del suo bastone per l'ira.

Kagami osservava quella scena, mai nessuno l'aveva difesa nei confronti di sua madre, mai nessuno aveva preso le sue parti e compreso quanto ella avesse bisogno di quella libertà e che le continue obiezioni di sua madre non facevano altro che tarparle le ali. 

"Mi permetto eccome. Non lascia che sua figlia commetta degli errori, che non cadi e si rialzi da sola perché la sta facendo crescere sotto una campana di vetro. Non sono un genitore ma non è così che si fa." Disse Luka prendendo posizione.

"Io lasciò che mia figlia impari a difendersi da sola e a comportarsi con gli altri. Non gli servono gli amici, quelli non esistono e prima o poi ti deludono." Asserì la donna convinta.

"Certo che ci deludono, ma se sono veri amici ci tendono anche la mano per cercare di non rompere un rapporto. E se ci faranno del male impareremo dalle nostre azioni e leniremo le nostre ferite." Disse allora il musicista. "Ma questo non vale solo per l'amicizia, vale per tutto. Si chiama vita è lei non sta permettendo a sua figlia di vivere." 

"Adesso basta, sei troppo sfrontato ragazzo. Esci fuori da casa mia." Ordinò la donna.

Luka la guardò con sfida. "Dov'è suo marito? Voglio parlare anche con lui." Disse come ultimo tentativo.

"Lui non c'è." Intervenne con voce incerta Kagami. "È sparito circa un anno fa, durante un viaggio e..." 

"Kagami al tuo amico non interessa di tuo padre. Adesso sai che non c'è, quindi vattene." Ordinò ancora la donna nipponica.

"E se un domani anche lei dovesse sparire? Cosa ne sarà di Kagami? Sarà sola e non saprà come rapportarsi agli altri, crederà di sapere tutto quando in realtà non saprà nulla. Sarà costretta a mantenere  una vita che pensa sia vera ma non lo è, perché cresciuta in una gabbia dorata. Potrebbe innamorarsi del primo delinquente che incontra solo perché non sa cosa realmente sia l'amore è quest'uomo potrebbe soggiogarla." Prese a dire Luka mettendo una dietro l'altra un infinità di ipotesi negative.

"Basta smettila, vattene o chiamo la sicurezza." Ordinò la donna.

"Madre..." Intervenne Kagami. 

"Accompagnalo alla porta Kagami." 

La ragazza obbedì prendendo il musicista per la spalla, intanto Luka scosse la testa. "La prego, la faccia venire. Il treno parte tra un'ora, sono sicuro che a Kagami farà piacere." Disse Luka giocandosi la carta della sottomissione.

"Fuori!" Disse ferma Tomoe. 

"Lascia stare..." sussurrò Kagami, poi rossa in volto annuì e gli diede un bacio sulla guancia. "Grazie Luka." Disse aprendogli la porta della suite. 

Il ragazzo scosse la testa, aveva fatto di tutto ma non era riuscito a portare con se Kagami Tsurugi a Londra. Vide la porta chiudersi alle sue spalle e si diresse verso le scale così da rendere il tragitto verso la strada più breve. 

"Avresti dovuto tenermi un po' di croissant, Kagami non l'ha mangiato tutto." Disse Rizza uscendo dalla sua tasca.

"Adesso andiamo a comprarne un altro Rizza." Disse Luka.

"Hai paura, avverto la tua paura." Gli disse allora il Kwami.

"Ho paura per Kagami. Rizza come si può vivere così, farsi sottomettere in questo modo da un genitore?" Chiese allo scorpione.

Rizza scosse la testa. "Non lo so, ma lei è abbastanza impavida da non farsi schiacciare dal volere di sua madre."

"Lei scappa da quel potere e  non funziona così, non può scappare per sempre da sua madre."

 

Kagami chiuse la porta della suite e vi restò ferma per un po' quando sua madre spezzò il silenzio che si era creato.

"È veramente amico tuo quel ragazzo?" Chiese sua madre.

Kagami sospirò. No, certo che non lo era, non aveva avuto modo di conoscerlo abbastanza anche se quel giorno era andato lì prendendo le sue difese con sua madre. "È amico di Adrien Agreste, lui ci ha presentati, siamo usciti in quattro con Marinette." Spiegò ancora.

"A te piace lui?" Chiese ancora Tomoe.

Se gli piaceva? Ma che domande, lei amava Adrien. Erano fatti l'uno per l'altra, si comprendevano e sapevano cosa si provava ad avere tante restrizioni. Non come Luka che al contrario non capiva che le regole erano importanti, a casa sua non vigeva quel tipo di educazione. Anarka sua madre era per la libertà di pensiero e pensava che ognuno dovesse esprimersi a modo suo, farsi valere ed essere liberi sempre. 

"Mi piace la sua vita." Ammise la nipponica alla madre.

"La sua vita? Se vuoi suonare musica basta che tu lo dica e ti assegnerò un maestro di musica, il violino è una nobile arte o il flauto." Le disse Tomoe.

"No. Mi piace la sua vita!" Disse ancora Kagami alla madre. "Il fatto che possa suonare con gli amici, che viva su una barca dove sua madre accoglie tutti i loro amici e dove anche l'ultimo arrivato non si senta escluso. Lui è..." libero avrebbe voluto continuare Kagami ma si zittì prima di commettere quell'errore. 

"Vive su una barca?" Chiese Tomoe. "E hai conosciuto sua madre..." 

"La sorella di lui frequenta la classe di Adrien e Marinette." Sussurrò Kagami 

"Ha anche una sorella." 

"Una bella vita... cioè una vita caotica." Si corresse Kagami. 

"Potrebbe farti soffrire!" La avvertì Tomoe.

Kagami chinò il capo. Così come stava soffrendo in quel momento per l'articolo uscito su Adrien e Marinette? Perché si aveva ragione sua madre gli amici facevano soffrire, lei e Adrien erano fatti per stare insieme e invece adesso vedeva tutto crollare. E Luka era andata a prenderla per portala da Adrien, forse perché anche lui voleva un chiarimento con la loro compagna. Questo non poteva saperlo Kagami, ma intanto lui era andato a prenderla a tenederle una mano.

"Ma soffrire fa parte della vita, come anche rialzarsi da soli e imparare dalle esperienze." Rispose lei 

"Ripeti anche le sue parole adesso?" Affermò sua madre.

"Non le approvi lo so." Ammise lei. 

Tomoe tacque, Kagami la vide alzarsi e raggiungere il tavolo dove era poggiato il sacchetto portato da Luka. Ne prese un croissant e lo assaggiò.

"Croissant alla Crema chantilly. Ma come si può!" Disse allora.

"Sono buoni anche se preferisco quelli alla marmellata." Ammise Kagami.

"C'è anche quello, il mio olfatto direbbe albicocca." 

Kagami sorrise, era quello che mangiavano sempre i Kwami suo e di Scorpio dopo le battaglie. 

"Va a preparare la tua borsa e tienimi aggiornata su ogni spostamento. Anche se farai tardi e non riuscirai a partire. Voglio sapere tutto, ovviamente pernotterai alla nostra suite all'Hilton in caso resterai lì questa notte." Disse allora Tomoe con un sospiro.

Kagami restò sorpresa. "Posso andare madre?" Chiese attonita.

La donna annuì. "Se cadrai Kagami..."

"Mi rialzerò più forte di prima madre." Disse allora lei, era felice. Aveva il permesso di andare via, a Londra, senza nessuna costrizione e senza sua madre. 

Prima che ell potesse ripensarci corse a preparare una borsa, dove mise anche la sua cravatta e la giacchetta bianca. Prese il cellulare rileggendo i vari messaggi di Marinette in quel periodo di assenza, doveva avvertirla che stava arrivando? 

Non lo sapeva. Intravide i primi messaggi da quando era andata via. «A Londra è umido e fa freddo... Adrien mi ha comprato una sciarpa... beviamo té caldo ogni giorno, ma preferirei della cioccolata calda...» 

Andò allora di corsa all'armadio e prese il cappotto e una sciarpa con dei guanti e mise tutto in borsa. Doveva sbrigarsi.

Uscì dalla camera e andò a salutare la madre ringraziandola e prendendo i croissant che erano rimasti, poteva andare a Londra. Pensò raggiante mentre lasciava la suite. 

"Nissa..." 

Il Kwami uscì allo scoperto seguendo Kagami verso la discesa delle scale. Prese al volo un pezzo di croissant per poi obbedire al comando della sua portatrice. "Trasformami."

 

Luka aveva portato la sua bicicletta alla barca, poi presa la borsa si era diretto verso la stazione, aveva ancora mezz’ora prima che il treno partisse e doveva ancora fare il biglietto. Durante il tragitto verso la barca dove viveva ci aveva pensato a quel viaggio, aveva detto ad Adrien che gli avrebbe portato Kagami e senza si lei non aveva senso partire. O forse anche sì, aveva bisogno lui stesso di un confronto con i due amici, doveva capire se mettersi o meno l’animo in pace e andare avanti o continuare a perseguire i suoi sentimenti verso Marinette. 

Così aveva deciso di andare lo stesso, prendere i suoi risparmi, un cambio e la sua chitarra e partire verso Londra. 

Ed ora eccolo lì alla fermata del treno, le porte aperte e la gente che si mobilitava a salire mentre era in fila alla biglietteria. 

“Ho gia preso io i biglietti.” 

Luka sussultò girandosi, di fronte a lui con la sua sacca a tracolla c’era Kagami Tsurugi, adesso indossava la giacca bianca ma ancora non portava la cravatta. 

“Come?...” Chiese 

“Sei riuscito a convincere mia madre che mi ha concesso la nostra auto super veloce e ultra tecnologica per raggiungerti. Ma ho fatto prima di te.” Disse lei prendendolo per mano e trascinandolo verso le carrozze del treno. Porse i biglietti al controllore ed entrò.

Quando furono ai posti loro assegnati Kagami finalmente lo lasciò libero andando a sedersi. Luka poggiò la chitarra sul suo sedile e posò la sua borsa sul portabagagli, poi chiese a Kagami la sua e fece la stessa cosa. 

Quando finalmente si sedette prese la chitarra rivolgendosi alla giapponese. “Sarei stato in grado di camminare da solo.” Disse con un sorriso.

“Oh scusa... è stato un gesto involontario.” Gli disse mentre iniziava a mettersi la cravatta.

“Dovresti sbottonarti di più.”disse allora Luka. Fece roteare la mano destra verso di lei. “In senso generale, prima stavi bene senza quella e anche rilassarsi e non essere più rigida.” Prese la chitarra e facendo scorrere il peltro sulle corde la fece stridere. “Per ora sei questo, ancora non fai sentire la tua voce.” 

Kagami scosse la testa. “Credo di far sentire bene la mia voce. E mi piace essere così!” Gli rispose seria. “Perché sei venuto a prendermi stamane? Non me lo hai detto.” Chiese la ragazza curiosa.

“Ho visto la rivista.” Disse allora lui. “Ho pensato che come me anche a te avrebbe fatto piacere vederli.” Le disse, non poteva farle capire che Adrien sapeva di questa sua idea.

“Lui la ama. Non so perché era insicuro dei sentimenti di lei nei suoi confronti.” Disse allora lei guardando davanti a se. “Ma nello sguardo che rivolge a Marinette ho sempre visto una luce in più. Cosa che con me non ha.” Dichiarò a quel punto. “Speravo che Marinette si concentrasse su di te, così avrei avuto Adrien tutto per me.”  

Luka scosse la testa. “Marinette è una ragazza stupenda e le voglio molto bene, mi piace.” Ammise il musicista. “Ma non voglio essere la ruota di scorta. È più che evidente che ami Adrien, non so perché non si siano messi insieme ad oggi.” Disse intonando un brano con la chitarra. “Io sto conoscendo Adrien e capisco che anche lui ami lei e mi chiedo perché siano così indecisi.” 

“Io non sarei stata così indecisa. Mi sarei presa ciò che volevo.” Disse Kagami. 

“Anche a rischio di non avere tutto, di non sentirti la seconda scelta?” Le disse il moro lanciandole uno sguardo. Sicuramente si sarebbe accontentata, accettando ciò che poteva ottenere. Come aveva sempre accettato le regole della madre senza giungere a compromessi. 

Kagami lo guardò. “Io e Adrien siamo fatti l’uno per l’altra. Abbiamo gli stessi hobbies, veniamo da famiglie facoltose ed eccelliamo in tutto ciò facciamo.” 

“E questo ti fa pensare che siate fatti per stare insieme?” Chiese lui, scosse la testa divertito componendo una musica monotona. “Sareste così.” 

“Non riesci a non parlare con la musica?” Chiese la nipponica con una smorfia imbronciata. 

Lui sorrise. “La musica è espressione e poi sto parlandoti.”

“Sei saccente e sempre calmo. Come fai ad esserlo dopo aver visto quell’articolo?” Chiese

Luka posò la chitarra tra le sue gambe e la osservò mentre dei droni andavano loro incontro. 

“Lo sono perché non mi sarei aspettato il contrario. È evidente che si amano e preferisco così anziché essere deluso dopo.” Disse allora mentre il drone si fermava.

«Prendete qualcosa?» 

“Un tè alla menta.” Dissero i due all’unisono e nel farlo si guardarono curiosi. 

Luka prese i due té e ne porse uno alla ragazza che intanto sollevò un sacchetto, la colazione di  poche ore prima. 

“Ne sono rimasti due.” Disse lei con un sorriso. 

Luka ricambiò il sorriso e prese il croissant che la ragazza gli porgeva. In silenzio mangiarono quella colazione ritardata poi tranquilli ripresero il viaggio, lei leggendo un libro e lui strimpellando la chitarra dopo aver avvertito Adrien del loro arrivo. 

 

Adrien subito dopo aver sconfitto Lady Octavia e Pika Pika si trovò finalmente da solo con la sua compagna di classe. Mano nella mano ancora nei panni dei due super eroi cercavano un posto dove ritrasformarsi. 

“Stanno arrivando Luka e Kagami.” Le disse. “Vado a prenderli alla stazione tra mezz’ora.” 

“Luka e... Kagami?” Chiese sorpresa la corvina.   

“Sì, Luka mi ha scritto un’ora fa circa. Vado a prenderli poi ci troveremo con Steven  al McDonald.” Le spiegò finalmente in un vicolo buio.

I due si ritrasformarono e Marinette annuì. “Vengo anche io. Tanto Eleanor è fuori per le ultime prove.” Disse la ragazza.

Era giunto il momento di chiarire la sua posizione, con Luka non c’era ancora stato nulla, lui non le aveva chiesto di mettersi insieme anche se non  avevano mai affrontato l’argomento. Ma, e c’era un ma, c’era stata la sua dichiarazione quando era stato akumizzato in silencer. Sospirò, doveva essere chiara ed affrontare i suoi amici dopo l’articolo del giorno prima. 

Adrien la osservò attentamente e si incamminò al suo fianco dandole la mano e prendendo la strada verso la stazione.   

“Tu e Kagami...” iniziò lei ricordando che l’amica era stata akumizzata il giorno prima per l’articolo sulla rivista.  

“Siamo solo amici. Credo di avertelo detto anche il mese scorso.” Le disse lui.

La corvina annuì con un sospiro. “Questo non toglie che Kagami ci tiene a te.” 

“Le dirò una volta e per tutte che siamo solo amici, anche se è veramente incantevole.” 

Marinette fece una smorfia, lo stava facendo apposta sperava. Anche se aveva ragione, Kagami era una bella persona. 

 

Si trovarono alla stazione e Adrien attese di scorgere i due amici che scendevano dal treno per poterli raggiungere, ancora non poteva credere che Kagami avesse avuto il permesso di sua madre per andare a Londra e se non l’avesse vista difficilmente ci avrebbe creduto.  Invece eccoli i due che scendevano dal treno, entrambi indossavano una giacca e portavano una sacca dietro, Luka aveva anche l’inseparabile chitarra.

Marinette appena li raggiunsero andò a salutare Kagami, le due si abbracciarono e si scambiarono due baci sulle guance mentre i ragazzi si diedero il cinque.”

“Ehi... come avete con tua madre?” Chiese il biondo alla nipponica.

“Tu non ci crederai, ma mi ha dato il permesso di venire a Londra.” Rispose lei salutando il modello.

I due compagni di classe si guardarono sorpresi poi sorrisero a Kagami. 

“Sono comunque felice di vedervi qui. Londra è bellissima!” Affermò la corvina.

“Prima di raggiungere Steven e gli altri potremo portarvi a fare un giro sul London Eyes.” Propose il biondo prendendo la borsa di Kagami.

I due annuirono e contenti seguirono i loro ospiti.

“Che sorpresa avervi qui. Avresti potuto avvertirmi Luka e anche tu Kagami, avremmo potuto organizzare una bella gita.” Disse loro la corvina. Non le piaceva relegarli a fare i turisti da soli e voleva essere di loro la giusta compagnia.

“Abbiamo improvvisato tutto dopo la giornata di ieri.” Rispose Luka.

“Ieri?” Chiese Marinette cercando di cascare dalle nubi.

Luka prese la rivista dalla sua borsa e gliela porse. “Qualcuno si diverta a fare gossip su voi due.” Annunciò 

Marinette prese la rivista e questa volta lesse perbene l’articolo. Nel vedere quelle immagini si sentì arrossire, dietro di se Adrien anche leggeva le carie didascalie. 

“Siamo solo amici.” Disse Marinette ai due compagni.

Kagami fece un passo avanti prendendole la rivista di mano e richiudendola. “Queste foto dimostrano solo ciò che a noi è palese da tempo.” 

Luka annuì. “Non capisco perché vi ostinate a chiamarvi amici. Ma se sta bene a voi...” disse Luka prendendo la rivista di mano alla ragazza e tornando a posarla.

I due ragazzi accusati arrossirono e si guardarono. Non si aspettava un confronto così diretto e subito, però tanto valeva togliersi il dente quanto prima.

“Ammetto che Marinette mi piace.” Disse allora a nessuno in particolare. “Ma prima di fare qualsiasi promessa devo essere sicuro dei miei sentimenti, voglio conoscerla bene perché so che in lei c’è tanto.” Disse alzando allora lo sguardo.

Marinette si sentì stringere il cuore a quella rivelazione così diretta davanti ai due amici. “Proprio per queste sensazioni e perché ho troppo rispetto di lei e dei miei amici, non voglio forzare le cose. Non voglio sbagliare con lei e con voi.”

Disse il modello sorridendo a Marinette e prendendole la mano.

“Steven il mio compagno inglese si è lasciato con la sua ragazza e da quando hanno chiuso si è sfasciato il gruppo. Io non voglio prendere in giro nessuno e voglio andarci piano, voglio che tutto resti abbastanza normale come adesso. E Marinette questo lo capisce, capisce le mie scelte.” 

La corvina annuì e rossa in volto guardò i due. “Con Adrien abbiamo deciso di darci tempo, consci che vivere alla giornata sia la soluzione. Così abbiamo modo di conoscerci di più, in questo mese per esempio ho scoperto che Adrien ha tanti difetti che mai avrei immaginato.” Terminò lei con un sorriso sincero.

Kagami spalancò la bocca. “Difetti? Ma no è impossibile!” Affermò.

Marinette si affiancò all’amica e poggiò la testa sulla sua sballa mentre a braccetto uscivano dalla stazione. “Oh si credimi, è parecchio sbruffone sai?” Disse la corvina.

Adrien alle sue spalle scosse la testa per poi guardare Luka. “Fa l’indignata ma le piace questo mio lato.” 

“Come puoi notare Kagami è anche un fanatico.” 

“E le piace anche questo.” Disse Adrien mettendosi in posa. 

Intanto i due compagni si fermarono a guardarli sorpresi e curiosi. Marinette si era fermata, mani sui fianchi e fissava il giovane modello. 

“E parla anche troppo.” Disse con una smorfia.

Adrien alzò le mani al viso in difesa e le rispose. “E non dico più nulla altrimenti litighiamo.” 

“Ecco bravo!” Disse lei.

Luka rise a quella scenetta mentre Kagami era sempre più esterrefatta.

“Sembrate Ladybug e Chat...” disse per poi ammutolire. Guardò i due attentamente e fece un passo indietro. “Allora il London Eyes?” Chiese incamminandosi mentre nella sua mente si muovevano dei fili invisibili. Erano loro due? 

Adrien e Luka si guardarono mentre Marinette segui la sua amica. L’aveva scoperta? Veramente era così evidente da un semplice scambio di battute che lei fosse Ladybug? 

“Kagami?” 

La nipponica si fermò e la guardò sorridendole. “Scusami, sapete voi la strada.” 

Marinette ricambiò il suo sorriso prendendo la mano dell’amica. “Va tutto bene?” 

Kagami annuì. “Sì, sono qui a Londra e sono con i miei amici. Luka è riuscito a convincere mia madre a farmi partire da sola e non vedo l’ora di godermi questa giornata.” Le disse allora. 

Da dietro Adrien e Luka cercavano di tenere il passo, il musicista lanciava sguardi al modello che di rimando verteva il suo preoccupato su Kagami. 

“Devi farle bere la pozione del sigillo.” Disse Luka. “Non ti chiederò di ciò che ha detto, già ho messo in pericolo il Miraculous di Chat Noir quando sono stato akumizzato, non voglio mettere in pericolo nessuno.” 

Adrien si fermò e annuì. “Io mi fido di te Luka.” Disse allora il ragazzo.

L’altro gli sorrise. “E te ne sono grato Adrien, anche io mi fido di te.”

“Allora! Vi sbrigate.” Chiese Kagami impettita. “Vorrei godermi questo giorno di vacanza.”

“Eccoci, arriviamo!” Disse Adrien più sereno. Aveva ragione Kagami, dovevano godersi quella giornata.

Cara Paola, grazie per le tue parole.
Sì il capitolo su Chloé ci stava anche perché dovevo ancora far capire il suo potere e far apparire l’ultomo Ladro due Miraculous con relativo potere. La storia sta volgendo nella direzione che io volevo darle e si ho sfruttato tutto ciò che Chat Blanch ha rivelato per muovere Gabriel in questo contesto, infatti come in Chat Blanch non gli ho fatto avere scrupoli. Ha dimostrato che può usare il figlio e Marinette per i suoi scopi ed ora in questa storia lo rifà ma in altro modo. 
Sto invece lavorando molto sul rapporto che si sta creando con la Adrinette, sto facendo emergere nei due i caratteri dei loro alter ego così che possano completarsi completamente e totalmente. Perché loro penso siano unici in tutta la loro completezza, con la dolcezza e la sfrontatezza si Adrien ma anche con la forza di volontà e le insicurezze di Marinette. Chat Noir aveva visto leggermente questa insicurezza nel finale di stagione della terza serie, ma adesso la sta comprendendo di più. Devono comprendere entrambi che insieme sono forti e che non possono essere solo idealizzati per amarsi.
Ebbene sì, rivelazione shock. Comprendiamo meglio perché nessuno può sapere chi sono realmente gli eroi parigini. Kagami lo ha capito perché è intelligente e perspicace e proprio per questo ha poi taciuto e cambiato argomento . Memore di ciò che le ha detto Ladybug sa che rivelare un’identità non è congeniale. Ha infatti capito una cosa, che Marinette ha molta fiducia in lei perché l’ha scelta come portatrice di un Miraculous importante quale Nissa è. Spero ti piacciano questi ultimi due capitoli e alla prossima ♥️
   
 
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