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Autore: Nao Yoshikawa    11/03/2020    8 recensioni
Raccolta di flashfic/oneshot spin-off de “L’effetto farfalla” costituito da momenti dolci/teneri/divertenti.
1 {Notte insonne} Una volta l’uno, si erano detti. Ma era più facile a dirsi che a farsi.
2 {Primo bagno} «Hai mai fatto un bagno ad un neonato?»
3 {Coliche} «Angelo, ma perché stai piangendo anche tu?!»
4 {Un semplice trucco} «Ma che schifo! Che roba è? Angelo, vuoi avvelenarla per caso?»
5 {Somebody to love} «Ora basta, non ce la faccio più con questa melodia infernale»
Genere: Comico, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Aziraphale/Azraphel, Crowley, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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6 – Giochi pericolosi
 
El rideva indisturbata. Cresceva e capiva sempre di più del mondo intorno a sé, ad esempio capiva quanto fosse piacevole avere il sole sulla pelle o avere tutte le attenzioni per sé.
In realtà le attenzioni erano sempre tutte per lei. Soprattutto adesso che stava imparando a volare più a lungo e più abilmente. Le veniva naturale ancor più di quanto le sarebbe venuto naturale camminare. E mentre si teneva sospesa per aria su quelle piccole ali bianche e nere, era a dir poco adorabile.
«Mi sento stupido, ti ho già scattato almeno cinquanta foto», rifletté Crowley, osservando il suo cellulare, la cui galleria era strapiena di foto che ritraevano El,
«Non posso darti torto, caro. Lei è bellissima», sospirò Aziraphale. «Ma non ripetiamoglielo troppo, altrimenti crescerà vanitosa.»
«Ma va», Crowley allunò le braccia, afferrando El, la quale agitò le gambine. «Oramai stai diventando così brava. Volerai sempre più in alto.»
Dicendo ciò la lanciò su per aria, riprendendola poco dopo e causando una risata gioiosa da parte di El. E un mezzo infarto ad Aziraphale.
«Crowley! Per l’amor del cielo, piano, è una bambina, non un pallone!» lo rimproverò, ansioso.
«Di cosa ti preoccupi? È mezzo angelo e mezzo demone, non si farà male per così poco. E poi la cosa la diverte. Vuoi che ti tiri più in alto?»
Aziraphale si portò le mano davanti agli occhi per coprirli. Non che dubitasse della resistenza di sua figlia, ma vedere Crowley che la lanciava in aria con tutta quella forza gli faceva comunque una certa impressione.
«Andiamo Aziraphale, guarda! Guarda come la faccio andare in alto!»
Crowley lanciò nuovamente in aria El, ma quando tese le braccia per riprenderla, rimase a mani vuote. Aziraphale sgranò gli occhi, interdetto.
«Crowley. Che succede?!»
Il demone alzò gli occhi al cielo.
«Eh? Ma dov’è finita? Non l’ho tirata poi così in alto.»
Nonostante Crowley potesse vantare di stare accanto ad Aziraphale da oltre seimila anni, c’erano degli aspetti del suo carattere che ancora non conosceva, tipo il suo lato minaccioso.
«Non l’hai tirata in alto?!» esclamò Aziraphale, afferrandolo saldamente per la camicia. «E se è volata via?! Anche se è forte dimentichi che è solo una bambina, demone idiota, stupido e irresponsabile!»
Rimase a farsi insultare, dopotutto se lo meritava. Ma preferiva comunque rimanere in vita.
«M-ma non può essere chissà dove. Però davvero, non la vedo più…» mormorò. Aziraphale lo spinse lievemente, furioso.
«Cerchiamola. Ora», proferì in un tono che non permetteva repliche. Crowley sperò vivamente di non aver spedito sua figlia nell’iperspazio, perché la reazione dell’angelo in caso sarebbe stato qualcosa di molto poco angelico. E Aziraphale, dal canto, che assolutamente rinnegava la violenza in ogni sua forma, stava già pensando a dei modi terribili per punire Crowley in caso fosse successo qualcosa ad El.
Ma temeva di no. Tendeva a diventare un tantino ingestibile quando si trattava di lei.
Fu il demone stesso a sentire una piccola vocina a lui familiare. Sollevò lo sguardo sull’albero che troneggiava nel loro braccino.
«El?» chiamò. Schiuse le ali e spiccò un alto, facendo spazio tra le foglie. Ebbene, El se ne stava appesa ad un ramo, con le ali spalancate, sforzandosi di volare via, cosa impossibile dal momento che la sua tutina si era incastrata.
«El! Stai bene! Aziraphale, l’ho trovata!» esclamò.
Nel sentirsi chiamare, l’angelo lo raggiunse immediatamente, sgranando gli occhi inorridito nel ritrovarsi davanti una El piagnucolante che allungava le braccia nella sua direzione.
«Oh, povera piccola, ma come hai fatto ad incastrarti? Stai buona, ci penso io», sussurrò dolcemente, sfilandola via da lì. Una volta tornati a terra, Crowley tossì.
«Vedi? Sta bene, te l’avevo detto io che non si sarebbe fatta neanche un graffio.»
Ma perché non taccio?
Aziraphale sollevò lo sguardo su di lui, apparendo incredibilmente minaccioso. Poi si avvicinò e con un sorriso raggelante gli diede una pacca su una spalla.
«È una vera fortuna per te, mio dolce Crowley.»
E quel tono sadico lo fece tremare da capo a piede.
 
 
Nota dell’autrice
Secondo me è abbastanza canon che Aziraphale, nonostante la sua natura angelica e gentile, quando si arrabbia diventi un tantino pericoloso. Però ha ragione, soprattutto se in mezzo ci va la salute/sicurezza della sua bambina. Povera El, ma soprattutto povero Crowley che temo stasera dovrà dormire sul divano.
   
 
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