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Autore: ghost_blu    11/03/2020    0 recensioni
A voi lettori illustrissimi do il benvenuto in questo angolo depresso in culo di internet che nessuno caga, ma io devo ritagliarmelo per forza o i pensieri, brevi racconti sconclusionati o girotondi di parole senza senso che barcollano tra le mie meningi, finiranno per uscirmi dagli occhi se non li vomito qui sopra e non sarà un bello spettacolo cazzo.
Quindi diciamo che questo è un diario??? Che cagata. Facciamo che questo è un robo, un affare dove metterò tutto quello che mi pare. Se volete leggere leggete, altrimenti leggerà solo Dio.
Genere: Angst | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Il luogo sicuro.
Voi ne avete uno? Un posto in cui il vostro corpo perde ogni tensione e la testa smette di macchinare e semplicemente si ferma. Vi sentite caldi, candidi, bianchi e azzurri e serenamente vuoti. Siete al sicuro e nessuno può farvi del male.
Angelo ha sognato quella sensazione come un pazzo. Ha passato notti intere continuando a pensarci, a desiderare una fuga, a desiderare qualcuno, qualcosa, Dio quel che vi pare bastava che gli dasse sollievo. Finiva con le mani e gli occhi che bruciavano e aveva così voglia ma così tanta cazzo di voglia di scappare di casa, lì di notte in quell'istante. Sentire freddo mentre corre con il motorino, le strade deserte i lampioni alienanti come unica fonte di luce. E lui che scappa corre via fugge, ad una velocità assurda avrebbe sfrecciato per quelle merde di strade fino ad una porta, fino ad arrivare da qualcuno.
Alla fine Angelo non chiedeva molto, non chiedeva la pace nel mondo, non chiedeva che tutti i suoi problemi scomparissero, non chiedeva l'amore o i miracoli; chiedeva solo una carezza, una pausa, qualche ora di tranquillità un sonno sereno. Chiedeva con tutta l'anima le braccia di qualcuno, un buco nero in cui affondare, una spirale arancione, grigia, azzurra nera, un cantuccio in un grembo tiepido e le coccole di qualcuno a cui sentiva voler tanto bene e di cui l'affetto era reciproco.
Qualcuno che non chiedesse come doveva aiutarlo, che non gli dicesse la verità che non fosse duro, severo, troppo reale. Semplicemente consolarlo se piangeva, non fare parole che non fossero dolci, narcotiche, che appartenessero dentro il suo cuore mentre lui rimaneva lì. Angelo voleva essere nudo per una volta, rannicchiarsi nel letto di questo fantomatico fantasma, sentire le coperte avvolgerlo e lui avvolgersi ad egli, rimanendo un groviglio di dolore, un cumulo di schifo. Voleva sentirsi piccolo, fragile, rotto spaccato almeno per dieci minuti, in un abbraccio rimanere così. Al sicuro. Il dolore troppo grande per poter ad uscire che riesce solo a strabordare dalla bocca, da tutti i fottuti buchi del suo corpo.
Voleva che il mondo scomparisse, che si dimenticasse chi fosse, dov'era, che aveva un corpo, la pelle i muscoli le ossa. Poteva restarne di lui solo l'idea a viaggiare in quella spirale calda e così piacevole. La realtà non sarebbe servita.
E ci ripensa Angelo, ci ripensa a quei momenti nel letto in cui non poteva davvero scappare, in cui non riusciva ad avere ciò che tanto cazzo voleva. La frustrazione, la rabbia il cuscino scaraventato dall'altra parte della camera. Cristo la furia, la furia cieca e pensare che sarebbe bastato scendere dal letto per fuggire ma non sarebbe stato abbastanza lo stesso. Mancava da chi correre.
Ci ripensa adesso mentre i capelli neri e lunghi sono appiccicati, umidi di lacrime al suo volto, arricciato su se stesso e con il sonno che lo trascina piano piano. Ci ripensa e intanto si stringe a lei.
Finalmente dorme sereno.
   
 
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