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Autore: Ookami_96    12/03/2020    1 recensioni
Dal primo capitolo:
Sakura varcò la porta di casa ancora assorta nei suoi pensieri, gli stessi praticamente di ogni giorno, ogni sera, ogni tragitto. Si stava svestendo e preparando per un bel bagno caldo, quando un rumore alla finestra la risvegliò dalle sue riflessioni.
Un piccolo falchetto, appollaiato davanti alla finestra, picchiettava sul vetro per attirare la sua attenzione.
Aprì la finestra e lasciò che il falco le si posasse sul braccio.
«Buonasera Takami, fatto buon viaggio?» disse, sorridendo.
In tutta risposta l’animale si lisciò le penne e le strofinò il becco sul braccio.
"Un altro messaggio da Sasuke-kun, eh?"

Prima Fic in assoluto! Spero di trasmettervi qualcosa attraverso la mia scrittura su una delle coppie che amo di più!
Genere: Avventura, Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Sasuke/Sakura
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
Capitoli:
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Capitolo 10

Chiuse impercettibilmente gli occhi, lasciando che il vento leggero gli scompigliasse le ciocche che gli coprivano il viso.
La sua compagna di viaggio rideva piano, divertita da un aneddoto che lei stessa gli stava raccontando.
Girandosi per guardarla pensò a quanto diversi e lontani gli apparivano i loro primi giorni di viaggio in confronto ad adesso; Sakura sorrideva, solare e positiva come quando era poco più di una ragazzina, incuriosita da tutto quello che vedeva e vogliosa di trasmettere quella curiosità e quella vitalità anche a lui.

Non poteva dire di sprigionare quella stessa energia, ma di sicuro di sentiva leggero: non doveva più comportarsi come prima, non doveva essere odioso e indifferente. Lei era riuscita a capirlo e ora Sasuke sentiva che non ci fosse nemmeno il bisogno di esternarle i propri sentimenti.
Si sentiva compreso, e questo lo rendeva felice.

Dalla fatidica notte erano ormai passati un paio di giorni; avevano continuato a camminare, tranquilli e senza una particolare fretta addosso.
Il paesaggio cominciava a cambiare e si iniziavano a delineare all’orizzonte le enormi montagne che circondavano il Villaggio della Nuvola.
La ragazza non aveva mai visitato quella parte del paese e si sentiva parecchio curiosa: chiedeva continuamente informazioni a Sasuke su questa o quella cosa, non solo del villaggio verso cui erano diretti, ma su tutto il Mondo Ninja, che lui aveva ampiamente esplorato.
Gli ricordava una particolare foto che gli aveva spedito, ricordandosi persino il periodo in cui l’aveva ricevuta; lui faceva finta di doverci pensare un po’, a volte sbagliando di proposito il posto in cui se l’era procurata. In realtà ricordava benissimo di tutti i posti, ma non voleva scoprire troppo le sue carte, da bravo Uchiha qual era.

Era difficile per lui cambiare di punto in bianco; sapeva che non era questo che Sakura gli stava chiedendo, ma lui avrebbe voluto farlo, davvero.
Semplicemente non ci riusciva.
La cosa però non lo preoccupava, si sarebbe preso il suo tempo e, pian piano, sarebbe riuscito a dimostrarle il suo affetto.


Nella pausa pranzo del terzo giorno decisero di accelerare il passo, era da giorni che non facevano rifornimento di provviste e, con un po’ di fortuna, sarebbero arrivati al Villaggio entro sera.
Erano d’accordo sul fatto che fosse inutile passare un’altra notte all’aperto: le montagne incanalavano una l’aria in forti correnti, rendendo le ore notturne fredde e per niente tranquille.
Camminarono di buona lena e, come previsto, arrivarono al villaggio per l’ora di cena.

Presero due camere in una locanda in periferia e, dopo aver sistemato le cose nelle rispettive stanze, si ritrovarono per cena.
Come al solito, mangiarono in silenzio, facendo solo brevi commenti sul posto e sul cibo.
Sakura poi si congedò appena terminato il pasto: voleva approfittarne per rilassarsi e farsi una doccia calda prima di andare a dormire. Il compagno la seguì fino alla porta della sua stanza e poi si diedero la buonanotte.
Come aveva programmato, l’Haruno si rilassò completamente, coccolandosi un po’ dopo tutti quei giorni di viaggio.

Ripensando alla sera in cui Sasuke le era piombato in casa e lei l’aveva accolto in accappatoio le sembrava passato un secolo, e un’eternità se pensava alla lettera insanguinata consegnatale da Takami.
E ora eccola lì, nella stanza accanto a quella di Sasuke.
Fu proprio quello però a non farle prendere sonno.
Ormai si sentiva completamente complice del ragazzo e saperlo così “lontano” da lei non la rendeva sicura.

Si mise la vestaglia data in dotazione dalla locanda e uscì sul piccolo balconcino, con l’intento di prendere una boccata d’aria.
Fu sorpresa di trovare lì anche lo stesso Sasuke: i loro balconi erano comunicanti e lui se ne stava seduto sulla ringhiera, con una gamba a penzoloni, a fissare il cielo notturno.
«Non riesci a dormire?»
Le chiese semplicemente.

Lei scosse la testa.
«Forse sono troppo abituata a dormire per terra ormai»
“O forse mi manchi tu”

«Inizio a pensare che tu abbia un serio problema di insonnia, sai?»
Lei rise nervosa, portandosi una mano dietro la testa; le faceva uno strano effetto che Sasuke provasse a scherzare con lei: il tono fermo e neutro era in netto contrasto con la sua intenzione di apparire “simpatico”.

Nel silenzio, poi, ripensando alla sua infanzia, sorrise divertita.
«Dubito che sia stato io a farti ridere così»
«Scusami, è che ripensavo alla mia infanzia» vedendo che la guardava incuriosito diede voce ai suoi pensieri.
«Mia mamma mi racconta spesso che da piccola facevo fatica a dormire, stavo sveglia per ore! Lei e mio padre stavano per uscirne matti, le provarono tutte! Tra questi tentativi decisero di provare, sotto consiglio di un’amica di mia madre, di comprare un libro di favole: solo con quello mi addormentavo.
A quel punto mi addormentavo talmente in fretta che mia mamma era costretta a rileggere sempre le stesse prime dieci righe!»

Sorrise malinconica pensando ai suoi genitori, alla sua infanzia e sentendo per la prima volta la lontananza dal villaggio.
Guardando Sasuke si accorse che anche lui aveva lo stesso suo sguardo triste, probabilmente rivolto a un passato lontano e ancora più distante del suo.
Fece per scusarsi per aver rattristato l’atmosfera, ma lui scosse piano la testa, scendendo dalla ringhiera e scavalcando il divisorio che separava i due spazi.

Si avvicinò a lei, appoggiandosi però alla sporgenza e continuando a guardare il cielo.
«Anche mio fratello mi raccontava delle storie, quando ero piccolo.»
Sakura stette in religioso silenzio, ad ascoltare quelle prime parole sul conto di quel fratello tanto misterioso ai suoi occhi.
«Mi calmava sempre starlo ad ascoltare.»
Pronunciate quelle parole, Sasuke si voltò e tornò nella sua stanza, senza dirle niente.

Trattenuta, nemmeno lei sapeva da cosa, rimase lì a fissare il vuoto.
Dopo pochi minuti l’Uchiha era di ritorno, con una coperta di pile in mano.
Scavalcò di nuovo il divisorio e si sedette con le spalle contro il muro, sistemando la coperta e invitandola a sedersi lì con lui.
Sakura non se lo fece ripetere due volte e si sistemò vicino a lui sotto il caldo della coperta.

Il buio della notte non poté nascondere un leggero rossore sulle gote del ragazzo; non sapeva se fosse dovuto alla vicinanza dei loro corpi o a quello che stava per fare, ma Sakura lo trovò adorabile, per quanto cozzasse con l’immagine che lei (e tutti) avevano di lui.
Sasuke si schiarì la voce con un piccolo colpo di tosse e, fissando la luna, iniziò a raccontare.

«Tanto, tanto tempo fa, arrivò nel nostro mondo una donna bellissima: aveva capelli grigio-azzurri, pelle diafana e occhi bianco ghiaccio.
La sua bellezza era seconda solo alla forza straordinaria di cui era dotata, un fatto raro per ogni umano a quell’epoca.
Venne accolta in un piccolo villaggio, in cui si stabilì. In quel luogo trovò la compagnia di un giovane imperatore; passavano molto del loro tempo assieme e possiamo dire che questo gettò le basi per quello che si tramutò in un legame molto profondo.
In quell’epoca di conflitti e guerre, però, il loro amore non era destinato a durare.»

La rosa lo guardava rapito, mentre lui continuava a fissare la luna.

«L’imperatore fu messo in una difficile posizione: il regno avversario voleva la testa della donna, che aveva decimato i loro uomini durante un’imboscata.
L’uomo decise che, per salvare il suo popolo, avrebbe dovuto uccidere quella donna.
Ferita e tradita dall’uomo che amava si diresse verso l’albero divino; lì uccise chiunque le si parasse davanti, comprese le schiere del villaggio che l’aveva accolta e persino l’Imperatore stesso.
Quando lo scontro finì si cibò del frutto dell’albero, diventando l’essere più potente al mondo e, soprattutto, il promo essere dotato di Chakra.
Qualche mese dopo il mondo accolse i primi vagiti dei due fratelli Hagoromo e Hamura»

Sentendo la testa di Sakura sulla spalla abbassò lo sguardo: aveva gli occhi socchiusi, le palpebre pesanti per la stanchezza.
«E poi…?»
Gli chiede, debolmente.
«Te lo racconto la prossima volta»
Ma lei non lo stava già più ascoltando, era crollata.

In quel momento a Sasuke ricordò quella piccola bambina che aveva incontrato nei meandri della sua memoria; le sembrava così piccola e indifesa che non poté non smuovergli qualcosa dentro.
*
 
Si risvegliò nel calore del suo letto, avvolta nelle coperte, quando il sole era già alto.
Ripensando alla notte prima sorrise e, dentro di lei, fece i salti di gioia. Era a dir poco entusiasta!
Si vestì e si preparò in fretta, nella speranza di fare colazione con Sasuke, ma quando bussò alla porta della sua camera non le rispose nessuno.
Scendendo era stata fermata dalla proprietaria: il ragazzo aveva lasciato detto che si sarebbe occupato di alcune faccende e che sarebbe tornato per l’ora di pranzo.

All’inizio si sentì un po’ abbandonata a sè stessa, ma, pensandoci bene, si convinse che non era così male prendersi una mezza giornata solo per lei, anzi.
Fece una colazione abbondante alla locanda e poi esplorò in lungo e in largo il Villaggio, visitando negozi e chiacchierando con la gente del posto.

Già la sera prima era rimasta rapita della particolare architettura del posto, e ora poteva girare in lungo e in largo, soddisfacendo la propria curiosità.
I negozi, le case, i locali, erano tutti situati in strutture complesse, alcune disposte tutt’attorno al profilo delle montagne, altre ancorate su un lato e altre ancora direttamente sulla sommità, al posto della punta: ogni monte sorreggeva un complesso di almeno due piani, collegati tra loro da scale disposte a intervalli regolari. Uscendo all’esterno tramite appositi portoni si poteva passare da un complesso all’altro grazie a ponti solidi e robusti.

Al loro arrivo erano praticamente atterrati sulla piattaforma del primo monte che avevano incontrato, da lì erano discesi nella struttura, alla ricerca della prima locanda disponibile.
Sasuke le aveva spiegato che quelle piattaforme erano ad utilizzo quasi esclusivo dei ninja per gli spostamenti e che da lì, di giorno e con tempo favorevole, si godeva di un’ottima vista sull’intero villaggio.
Ed era proprio lì che era diretta.

Appena vi fu sopra il panorama le tolse il fiato: il suo campo visivo era occupato quasi interamente dalle montagne del posto, la maggior parte delle quali erano circondate da nuvole bianche come il latte. Davanti a lei, imponente, si stagliava la magione del Raikage: un edificio a dir poco enorme, situato attorno al monte più alto.
Era talmente rapita da quella vista che si accorse con un leggero ritardo della presenza di Sasuke proprio sopra di lei: il ragazzo stava sorvolando la struttura sul dorso di Garuda e, appena l’aveva vista, si era lasciato cadere sulla piattaforma, atterrando a pochi passi da lei.

Sakura lo salutò gioviale, prendendolo sottobraccio e praticamente trascinandolo a un locale che aveva scoperto nel suo giro mattutino.
Solo mentre aspettavano le loro ordinazioni gli chiese dove fosse stato.
«Dovevo incontrare un informatore da Konoha, mi servono le loro novità sul caso prima del nostro incontro con il Raikage»
Non le disse altro, spiegandole che preferiva ripetere tutto una volta sola durante il loro incontro.

Lei iniziò ad essere irrequieta; quei giorni erano stati una vera e propria fuga da tutto e riportare alla mente i vari combattimenti, sequestri, torture…
Un colpo di tosse di Sasuke la riportò alla realtà e, sorridendogli, si concentrò sul piatto che la cameriera le aveva appena messo davanti.
 
*
 
Mentre attraversavano i molti corridoi che portavano all’ufficio del Raikage, Sakura si accorse che l’Uchiha sembrava godere di una certa notorietà: al loro passaggio qualcuno si faceva da parte abbassando la testa, qualcun altro si avvicinava e lo salutava con riverenza… Insomma, nessuno lo ignorava.
Le spiegò che aveva spesso collaborato con i ninja della Nuvola in quegli anni e che, per via diretta o indiretta, che gli piacesse o meno, era conosciuto ormai da tutti lì dentro.

«Direi che il tuo viaggio di redenzione ha dato i suoi frutti, eh?»
«E’ merito di Kakashi. Grazie a degli accordi che ha preso con gli altre Kage ho ottenuto una specie di lasciapassare; in questo modo posso viaggiare liberamente e posso ricevere e accettare missioni da tutti i paesi. Non sono vincolato solo alle missioni che vengono richieste a Konoha, insomma.
Mi è capitato spesso di lavorare con il Villaggio della Nuvola, anche per missioni di supporto e salvataggio, per questo sono abbastanza conosciuto.»

Non si vantava affatto della sua posizione, anzi sembrava seccato da tutta quella notorietà. Lui era il tipo che agiva nell’ombra, solitario e silenzioso.
Aveva però scendere a compromessi se voleva riscattare il suo nome e quello del suo clan e, suo malgrado, accettare quel po’ di popolarità che lo aveva travolto dopo la Grande Guerra e le sue gesta.

Arrivati in prossimità della Sala Principale incontrarono Darui, che si offrì di accompagnarli dal Raikage; era una piacevole compagnia a detta di Sakura, che fu felice di parlare con uno degli amici di Karui ed ex-compagno di battaglia.
Di fronte alla porta il ragazzo ebbe un momento di esitazione.

«Pronto?» Lo disse quasi sospirando, rivolto a Sasuke.
L’altro rispose con un accenno e, spostandosi di lato e mettendo una mano davanti a Sakura per farla spostare, aprì la porta.
Appena questa fu totalmente aperta una figura imponente circondata dal chakra del fulmine si materializzò di fronte a loro, pronta a sferrare un pugno contro l’Uchiha.
Questi, svelto e preparato, schivò il colpo, sfoderando la spada e preparandosi al contrattacco.

Il ninja, che altri non era che il Raikage stesso, lanciò un urlo di battaglia, sferrando un altro colpo, prontamente parato dall’avversario.
Velocissimo A si riprese e con tutta la sua velocità riuscì a colpire Sasuke, scaraventandolo fuori dalle vetrate dell’ufficio.
«Ahaha! Non riuscirai a battermi questa volta, Uchiha!»
All’improvviso la scrivania dietro l’omone si materializzò al posto del ragazzo, permettendogli di colpirlo alle spalle.

Stava per correre a fermarli, quando si sentì trattenere da Darui.
«Perdonali. Tutte le volte che Sasuke viene qui per una missione ingaggiano questo ridicolo spettacolo»
Sembrava seccato, soprattutto per la confusione che stavano creando, ma di sicuro non era preoccupato per la loro incolumità.
Le fece un cenno e si allontanarono per cercare degli addetti che mettessero in ordine una volta finito lo scontro, a detta di Darui tanto avrebbero comunque dovuto aspettare e tanto valeva portarsi avanti.
 
Buongiorno a tutti!
Cercando di fare qualcosa di positivo durante questa quarantena  ho deciso di portarmi avanti e scrivere un bel po' (ho persino avuto tempo di sperimentare un altro progetto XD).
Devo dire che ho faticato un po' a descrivere il paesaggio del Villaggio, ma a parte questo sono abbastanza soddisfatta (spero di non essere andata troppo OOC con i personaggi...)
Cercherò di pubblicare il prossimo capitolo il prima possibile e, nel frattempo, vi ringrazio moltissimo per aver supportato la storia fino a questo primo capitolo a due cifre! 
Grazie a tutti e buona giornata :D
  
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