Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
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Autore: Elaine Chan    13/03/2020    0 recensioni
Namjoon non fa che andare tutti i pomeriggi nella vecchia casa abbandonata alla fine della città, in cima alle colline, non perché sia il suo posto preferito ma perché così può ammirare quel bellissimo ragazzo che ci si allena tutti i giorni, che quando balla sembra una farfalla, un essere delicato ed intoccabile.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jeon Jeongguk/ Jungkook, Kim Namjoon/ RapMonster, Park Jimin
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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Quasi una settimana passò da quella notte decisiva. Namjoon poteva ancora sentire l'atmosfera, il respiro del minore che si frantumava sulla sua guancia, la morbidezza e dolcezza delle sue labbra, i loro corpi a contatto, la sensazione di bruciore, anche se c'erano i vestiti di mezzo, non riusciva a lasciare andare la mente del ragazzo. Ricorda ancora come, preso alla sprovvista, si era allontanato dal ragazzino che, credendo in un rifiuto, si era subito voltato dall'altra parte chiedendo perdono. Quella sera Namjoon aprì totalmente il suo cuore a Jimin. L'unico a sapere di ciò era il piccolo Jungkook che, anche se all'inizio la cosa lo aveva destabilizzato, non poteva che essere felice per entrambi, seppur un po' invidioso. Il maggiore, poi, non era più tornato a casa sua, come il minore non aveva più trovato le chiavi per le altre stanze, non che gli dispiacesse, anche se a Namjoon, il fatto di dormire sullo stesso letto, lo metteva piuttosto a disagio. "Ritieniti fortunato per il fatto che ci dormiamo, sul letto" gli aveva detto una volta Jimin, traumatizzandolo. Tutto andava a gonfie vele, Namjoon aveva trovato il suo posto, vicino al minore, e non era intenzionato a lasciarlo facilmente, però, quella mattina, c'era qualcosa che non andava. Non si trattava di Jimin, ma aveva come il presentimento che, quel giorno, sarebbe successo qualcosa di sgradevole. Il maggiore non voleva dare molto peso al suo istinto, voleva trascorrere il giorno come ormai sua abitudine, ma a quanto pare la cosa era impossibile da fare, dato che pochi minuti dopo il suo telefono aveva iniziato a squillare, avvertendolo di una chiamata "non rispondi?" aveva chiesto Jimin, tra il sorpreso ed il curioso, mentre finiva di preparare quella che sarebbe stata la loro colazione. Namjoon guardò nuovamente il display illuminato, dove la scritta "madre" ricopriva tutto lo spazio che aveva a disposizione, sospirando rassegnato "è mia madre" aveva ribattuto in un fil di voce, lasciandosi andare totalmente sulla sedia, chiudendo gli occhi e sperando che la musica si interrompesse nel minor tempo possibile "rispondile" Jimin aveva un tono deciso, le mani sui fianchi ed uno sguardo serio "non puoi scappare da lei per sempre" aveva poi affermato, creando una smorfia sul viso del maggiore che, invece, voleva fare proprio quello. Aveva sempre pensato che era meglio scappare dalle cose, finché non si aveva un modo preciso per combatterle, invece di affrontarle anche impreparato. Jimin sapeva tutto quello che doveva sapere sul rapporto dei due, quindi Namjoon sapeva che quella, sarebbe stata la cosa più giusta da fare. Daltronde. Dare retta a Jimin era sempre la cosa giusta da fare per Namjoon. Per questo, quando era insicuro, confuso o solamente perso, si confidava con lui e ascoltava attentamente ciò che l'altro gli diceva. Poi lo capiva anche lui che non poteva iniziare ad ignorarla di punto in bianco, non era giusto per lei, per quando a lui non importasse molto, ma poi non era neanche giusto per lui, dato che sarebbe rimasto per sempre con il rimpianto di non aver detto tutto quello che aveva provato, che aveva pensato negli ultimi anni, a lei, facendole magari aprire gli occhi sulla realtà.

Namjoon decise così di rispondere a quella chiamata, che in realtà era la seconda, dato che alla prima aveva risposto la segreteria, ma lei non aveva ancora rinunciato. "Ciao, mamma" aveva detto, poggiando il suo telefono tra l'orecchio e la guancia, con il volto rivolto da un lato, sentendo le braccia troppo pesanti per poter reggere anche il peso del telefonino.

Quando, dopo un po' che i due avevano iniziato a parlare, il volto del ragazzo cambiò e con lui cambiò anche la stanza, Jimin capì che qualcosa non andava, ma, per quanto fosse curioso e preoccupato, decise di non seguire il moro che, poco dopo, tornò in cucina. Il corvino sentiva il suo stomaco contorcersi per l'ansia, per la paura che tutto quello sarebbe potuto finire in un istante, di non poter più vedere il suo amato Hyung. La Corea non era un posto in cui l'omosessualità era ben accetta, quelo lo sapevano ormai tutti, e i genitori erano i primi da cui bisognava nascondersi in primis, nella maggior parte delle volte, e questo lo sapevano benissimmo entrambi. -magari non ha parlato di noi- provò a pensare Jimin "vado un attimo a casa, torno presto" Namjoon prese la sua giacca, poggiata fino a quel momento sulla sedia, ed uscì velocemente dalla casa, lasciando il minore a bocca aperta ma, che, alla fine capì ed accettò la decisione del maggiore. Certe cose, dopotutto, era meglio risolverle faccia a faccia.

Il corvinò aspetto per un bel po' il ritorno dell'altro, mangiando la sua colazione, data la fame, con ancora l'ansia che lo accompagnava, almeno fino a quando si fece così tardi che, ormai, non sarebbero più potuti entrare a scuola, e così decise di distrarsi dormendo un po'. Negli ultimi giorni, infatti, non era riuscito a dormire molto, data l'eccitazione dovuta al sentimento ricambiato dalla parte del suo Hyung. Non si capacitava ancora di come fosse successo, ma Namjoon era riuscito a farsi breccia nel su cuore, poco a poco, e non sembrava avere alcuna intenzione di andarsene

Il maggiore fece ritorno nella casa del piccolo Jimin alle dieci e mezza di mattina, trovando il minore addormentato beatamente sul letto, con le ginocchia verso il mento ed il respiro regolare. Namjoon decise di non svegliarlo, volendosi godere quella angelica vista ancora un po', e anche perché probabilmente il minore era molto stanco, dato che aveva notato quanto poco dormisse negli ultimi tempi.si spostò così in cucina, dove consumò la colazione che, purtroppo, non era riuscito a mangiare al giusto orario e, dopo poco che aveva finito, il suo collo venne circondato da piccole e bollenti braccia che, ormai, il ragazzo conosceva fin troppo bene. "Jimin-ah, buongiorno" asserì, con voce dolce, accarezzando il braccio del minore che, lentamente, si staccò da quella presa per sedersi vicino al suo Hyung, fino a che anche le punte delle loro dita non si divisero. "com'è andata?" la voce era impastata, ed il minore nel mentre chiedeva, aveva iniziato a strofinarsi gli occhi, facendo battere forte il cuore del ragazzo che, a quella scena, non poté pensare ad altro se non a quanto fosse bello e grazioso il suo ragazzo. "Bene, credo" rispose, mettendosi comodo "mi ha chiesto che fine avessi fatto, come se le importasse, e quando le ho detto che stavo a casa di un mio amico, ha iniziato a dare i numeri e ad ordinarmi di tornare immediatamente a casa" continuò, guardando dritto il pavimento, con me mani davanti alle gambe che, poggiate alla sedia, la stringevano con forse troppa forza, almeno fino a quando Jimin gli ci appoggiò le proprie "io l'ho mandata cordialmente affanculo, dicendole che non poteva ad obbligarmi di tornare in quella casa, che non poteva definirsi mia madre dato che tornava una volta ogni sei mesi, se andava bene, costantemente ubriaca e con un uomo diverso vicino. È sempre stata così, fin dalla morte di mio padre, ma non bisogna lasciare che il dolore ti faccia buttare via la tua vita. Deve capire che, se mi rivuole indietro, deve riprendere la sua vita in mano e cominciare ad aggiustare tutti gli sbagli che ha fatto, anche se il tempo non si riavvolgerà, anche se non potrò avere bei ricordi della mia adolescenza, almeno potrò contare su di lei, come componente della famiglia. Ora invece ho solo te come componente della famiglia e, sinceramente, per me è più che sufficiente." Jimin era sorpreso da tutto ciò, Namjoon era un ragazzo maturo e c'erano svariate cose che glielo avevano fatto intuire, ma ora ne era proprio certo. -sei un ragazzo così maturo- "Ah! Mentre andavo via, gli ho detto che l'amico da cui stavo in verità era il mio ragazzo, dovevi vedere la sua faccia, era del tutto sconvolta" finì, con una risata amara, stringendo le mani dell'altro "spero che in questo modo abbia capito che non può continuare così" -e con un cuore d'oro- "vedrai che si risolverà tutto" e unirono nuovamente le loro labbra.




Quattro anni più tardi
 

Namjoon, in realtà, non aveva mai davvero provato a far innamorare Jimin di lui. L'unica cosa che ha fatto, è stata quella di mostrarsi a lui per ciò che è, una persona timida, impacciata, insicura e maldestra. Eppure, proprio grazie a questo, il mondo di entrambi cambiò radicalmente. Grazie a questo, i due iniziarono a parlare, a conoscersi meglio. Jimin aveva avuto modo di poter conoscere anche tutti gli altri aspetti del suo Hyung, aveva visto la sua determinazione e la sua maturità, la sua bontà d'animo e la sua intelligenza. Namjoon aveva anche aiutato il minore a perdonare i suoi genitori e lo zio che, in fondo, gli volevano bene, e grazie a ciò era anche riuscito a godersi gli ultimi anni di adolescente che gli erano rimasti. Jimin, dal canto suo, aveva fatto sì che, seppur difficilmente, il suo ragazzo e la madre rimanessero in contatto, l'aveva aiutato con gli ultimi due anni di superiori e lo aveva sostenuto sempre un tutto.

Contano l'uno su l'altro, sono uno la luce dell'altro. Non avevano mai smesso di andare in quella casa che li aveva fatti incontrare. Quella casa che hanno fatto tornare in vita, alla quale hanno tenuto compagnia in qualunque situazione e che ora aveva il tetto aggiustato, le camere ricostruite, seppur nello stesso modo, il pavimento. Era stato tutto riparato e preparato per ospitare le persone a cui davvero apparteneva, le persone che l'hanno amata anche nel suo peggio, le persone a cui deve tutto. Ad ospitare Kim Namjoon e Park Jimin.



The End.



 

 

   
 
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