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Autore: eliseCS    13/03/2020    1 recensioni
Secondo Atto, Quattordicesima Scena: Revisione (Con la partecipazione speciale di: Secondo Atto, Dodicesima Scena)
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Eccomi tornata con la “revisione” di un’altra scena tratta da La Maledizione dell’Erede! Temporalmente ci collochiamo dopo che Albus e Scorpius hanno usato la GiraTempo la prima volta e si ritrovano nella realtà in cui Albus è un Grifondoro e suo padre lo minaccia di stare lontano da Scorpius (dando addirittura la Mappa del Malandrino alla McGranitt per controllare che non si incontrino).
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Dal testo:
«Dunque... tecnicamente non dovrei essere qui»
«Delphi?»
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Scorpius quasi mancò il gradino quando la voce giunse alle sue orecchie superando lo strato di pensieri neri come nuvole in tempesta che lo stavano tormentando in quel momento, assumendo un significato di senso compiuto. In effetti avrebbe avuto la stessa reazione se un qualsiasi altro studente gli avesse risolto la parola visto che l'unico con cui parlava di solito era Albus.
Ah, già, adesso non c'era neanche più lui...
Stava divagando di nuovo.
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Buona lettura
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Albus Severus Potter, Delphini Riddle, Scorpius Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
- Questa storia fa parte della serie 'Albus & Scorpius: La Maledizione dell'Erede Revised'
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Beh, già ero rimasta stupita da me stessa quando mi sono ritrovata a scrivere Albus & Scorpius e la Casa di TontoConiglio (la trovate qui se volete), ma di certo non mi sarei mai aspettata che avrei fatto il bis con un’altra scena tratta da La Maledizione dell’Erede.
Ma a quanto pare questo è l’effetto che mi fa andare a vedere lo spettacolo a teatro, quindi vi beccate anche questa os (e, spoiler alert, ce ne sarà almeno un’altra...)
Prima di cominciare vorrei ribadire, come per l’altra os, che i dialoghi presenti nella storia sono riportati alla lettera dal libro La Maledizione dell’Erede, le uniche parti che mi appartengono sono i pensieri dei vari personaggi e alcune delle loro reazioni tra un dialogo e l’altro (quando non sono specificate dal libro).
Vi auguro buona lettura prima che queste note d’apertura diventino più lunghe della storia stessa...

P.S. Vorrei giusto puntualizzare che il "You belong together" che fa da titolo alla storia è l'equivalente inglese del "Siete fatti l'uno per l'altro" che leggerete tra poco :)

 












 
You Belong Together
- Secondo Atto, Quattordicesima Scena: Revisione -
 
(Con la partecipazione speciale di: Secondo Atto, Dodicesima Scena)
 
Hogwarts
Scalinata
 
 
 
Scorpius stava scendendo mestamente una rampa di scale trascinandosi dietro la borsa dei libri.
La possibilità di poter incontrare per caso Albus lungo i corridoi non gli scaldava più il petto dopo l'ultima volta che aveva incrociato quello che una volta era il suo migliore amico.
 
Fuori dall'infermeria, davanti a suo padre, Albus gli aveva detto che non poteva. Che era meglio se non si fossero più visti. E per quanto Hogwarts fosse effettivamente grande, gli sguardi – seppur appena meno complici del solito – che si scambiavano quando si incontravano per sbaglio in Sala Grande o fuori da un'aula al cambio dell'ora gli avevano impedito di sprofondare nell'inesorabile solitudine in cui, ne era certo, si sarebbe costantemente trovato durante la sua permanenza a scuola se non fosse stato per Albus stesso.
Albus che non più tardi del giorno prima aveva distolto lo sguardo.
 
Era stato diverso dalle volte precedenti quando dovevano interrompere quegli scambi di sguardi silenziosi perché circondati da persone che avrebbero potuto... beh, in realtà Scorpius non ne aveva idea di cosa avrebbero potuto fare, come non aveva idea del perché Albus si stesse comportando così.
Quel pomeriggio era stato diverso perché su quelle maledette scalinate che si erano incrociate per caso o per coincidenza c'erano solo loro due, e nello specchiarsi negli occhi perduti e allo stesso tempo speranzosi di Albus – uguali, ne era certo, a com'erano i suoi – aveva davvero creduto, per un attimo, che quel periodo di separazione forzata fosse finalmente giunto al termine.
Non gli importava neanche che in quella realtà fossero in due Case diverse, per quanto lo riguardava erano solo Albus e Scorpius, erano sempre loro.
Ma poi, come nel peggiore dei suoi incubi, Albus aveva voltato la testa mentre la scalinata si muoveva di nuovo allontanandolo da lui, e a Scorpius era sembrato che qualcosa di molto più importante del semplice "momento" fosse svanito.
Qualcosa come la loro amicizia.
Si era detto che doveva smetterla di essere così melodrammatico ma allora perché faceva così male?
 
 
 
«Dunque... tecnicamente non dovrei essere qui»
«Delphi?»
 
Scorpius quasi mancò il gradino quando la voce giunse alle sue orecchie superando lo strato di pensieri neri come nuvole in tempesta che lo stavano tormentando in quel momento, assumendo un significato di senso compiuto. In effetti avrebbe avuto la stessa reazione se un qualsiasi altro studente gli avesse risolto la parola visto che l'unico con cui parlava di solito era Albus.
Ah, già, adesso non c'era neanche più lui...
Stava divagando di nuovo.
 
« ...non sono mai stata a Hogwarts. Controlli scarsi, eh? E un sacco di ritratti. E di corridoi. E di fantasmi! È stato uno strano fantasma semidecollato a dirmi dove trovarti, non è incredibile?» si sforzò di seguire il discorso di Delphi, che aveva parlato a raffica senza quasi riprendere fiato.
«Non sei mai stata a Hogwarts?» si ritrovò a domandare legittimamente stupito, ripetendo quello che la ragazza stessa aveva appena affermato. Se non altro quello spiegava il suo entusiasmo.
Delphi scrollò le spalle «Io sono stata... poco bene, da bambina... per qualche anno. Altre persone hanno potuto frequentare... io no»
«Stavi troppo... male? Mi spiace, non lo sapevo»
«Non ho fatto molta pubblicità. Non mi piace passare per un caso umano, capisci?»
Scorpius annuì pensando che sì, capiva. Erano abbastanza simili sotto quel punto di vista.
Fece per risponderle ma la ragazza si abbassò all'improvviso per non farsi vedere da uno studente di passaggio nascondendosi dietro al suo mantello. Le resse il gioco e fece finta di niente finché lo studente non passò finalmente oltre.
 
«Delphi, forse è troppo pericoloso stare qui, per te»
«Be', qualcuno deve pur fare qualcosa» ribatté lei rialzandosi in piedi aggiustandosi la gonna sopra i leggins.
Scorpius scosse la testa: «Delphi, non ha funzionato niente. Girare il tempo. Abbiamo fallito» sotto tutti i punti di vista, aggiunse nella sua testa.
«Lo so. Albus mi ha mandato dei gufi» rispose la ragazza e Scorpius dovette suo malgrado ignorare la morsa che gli si strinse attorno al petto: lui non era più degno neanche di uno sguardo mentre a Delphi, al suo confronto quasi una perfetta sconosciuta, Albus mandava addirittura delle lettere.
«I libri di storia sono cambiati, ma non abbastanza: Cedric è morto lo stesso» aveva intanto continuato lei. «Fallire la prima prova gli ha solo dato più voglia di vincere la seconda»
«E Ron e Hermione si sono completamente mancati. E non ho ancora capito perché» aggiunse lui pensando alla professoressa Granger che molto probabilmente in quel momento stava maledicendo gli studenti mentre ne correggeva i compiti.
Chissà se in quella realtà era successo qualcosa per cui anche lui e Albus si erano "mancati". Altrimenti quale altra spiegazione sarebbe potuta esserci? Era quasi sicuro che il suo Albus non si sarebbe mai comportato così senza fornirgli almeno una spiegazione.
«Ed è per questo che Cedric adesso dovrà aspettare» Delphi lo strappo un'altra volta dai suoi ragionamenti. «È tutto molto confuso e fai benissimo a tenerti la GiraTempo, Scorpius. Ma io volevo dire un'altra cosa: qualcuno deve fare qualcosa per voi due»
 
«Oh»
 
L'ultima affermazione di Delphi l'aveva colto così alla sprovvista che quella breve esclamazione sussurrata, quasi sospirata, fu l'unica risposta immediata che riuscì a darle.
Apprezzò il fatto che la ragazza aveva mantenuto la sua espressione seria e risoluta: se si fosse trovato d'avanti l'espressione da pesce lesso che era sicuro di avere in quel momento dubitava che sarebbe riuscito a restare impassibile come la strega più grande.
 
«Siete amici. In ogni gufo che mi ha mandato ho sentito la tua assenza. È distrutto»
Ah... ora, non che gli piacesse l'idea di Albus triste, men che meno distrutto, come aveva detto Delphi, ma... «A quanto pare ha trovato una spalla su cui piangere. Quanti gufi ti ha mandato?» commento con tono acido dando voce a quello che aveva pensato solo pochi istanti prima.
 
Delphi gli sorrise... dolcemente? Se quell'espressione doveva essere rassicurante non ci stava riuscendo. Per qualche motivo si sentiva come messo all'angolo. Per Salazar, che idea si era fatta di loro due? Certo, forse la sua risposta era stato un po' brusca, ma non era come se fosse stato geloso... no?
«Scusa. Non volevo... cioè... non capisco che cosa sta succedendo» cercò di aggiustare il tiro inciampando nelle sue stesse parole. «Ho cercato di vederlo, di parlargli, ma ogni volta che ci provo scappa via» mannaggia a Merlino, non sarebbe potuto suonare più patetico e disperato di così neanche se ci avesse provato.
«Sai che non avevo un migliore amico, o una migliore amica, quando avevo la tua età?» Delphi, fortunatamente, riprese la parola al posto suo. «L'avrei voluto. Disperatamente. Quando ero più giovane, me ne sono inventata uno, ma...»
«Anch'io ne avevo uno» si inserì lui forse fin tropo entusiasta di spostare il discorso da quello precedente che aveva rischiato di diventare alquanto imbarazzante «Si chiamava Raffica. Abbiamo litigato sulle regole delle Gobbiglie» beh, anche quell'ultima uscita se la sarebbe potuta risparmiare.
 
«Albus ha bisogno di te, Scorpius. È una cosa bellissima» proseguì Delphi probabilmente ignorando il suo ultimo farneticare su Raffica.
«Per fare che?» domandò intelligentemente lui.
Delphi si lasciò scappare una mezza risata: «È proprio questo il punto, no? L'amicizia. Non sai di che cosa ha bisogno. Sai solo che ce l'ha. Cercalo, Scorpius. Voi due... siete fatti l'uno per l'altro»
 
 
 
Delphi si dileguò prima che qualcuno potesse registrare la sua presenza non autorizzata nella scuola lasciando Scorpius sullo stesso gradino della scalinata su cui l'aveva intercettato.
 
Scorpius che in quel momento stava dando il suo meglio nell'imitazione di una statua di sale in divisa Serpeverde perché, sul serio, cosa diavolo voleva dire Delphi con "siete fatti l'uno per l'altro"?
E qualsiasi cosa significasse non aveva pensato che forse Scorpius avrebbe voluto una spiegazione? E Albus? Lui sapeva che idee giravano per la testa alla sua nuova migliore amica degna della sua corrispondenza via gufo?
 
 
Siete fatti l'uno per l'altro... pff...
 
 
Albus era il primo e unico amico vero che Scorpius avesse mai avuto –  Raffica non contava per ovvi motivi – ed era stato l'unico che dalla prima volta che si erano incontrati non aveva visto un Malfoy, il Figlio di un Mangiamorte o, ancora peggio, il figlio di Voldemort. No, lui aveva visto solo Scorpius.
 
Delphi aveva detto che Albus aveva bisogno di lui, ma aveva davvero uno strano modo di dimostrarlo visto che continuava letteralmente a scappare ogni volta che lo intravedeva di sfuggita.
Forse era perché, come sempre aveva detto la strega, Albus non sapeva di cosa aveva bisogno.
Scorpius si fermò di colpo ai piedi della scalinata che aveva finalmente finito di scendere e fece dietro front ricominciando a percorrerla a ritroso.
 
Lui sapeva di cosa aveva bisogno, ovvero che Albus gli desse una spiegazione, la piantasse di fare l'idiota e tornasse al suo fianco – o che lasciasse che lui tornasse al fianco di Albus, una qualsiasi delle due gli sarebbe andata bene.
 
Avrebbe trovato Albus e avrebbero parlato, si sarebbero chiariti e le cose sarebbero tornate cosi erano prima. Non era ancora certo del significato di quel siete fatti l'uno per l'altro, ma di quello si sarebbe preoccupato in un altro momento.
 
Decise che avrebbe iniziato la sua ricerca dalla biblioteca.














Che dire, spero che questa os sia piaciuta a qualcuno, o che almeno sia risultata appena più piacevole da leggere della versione a copione dell’originale.
Se qualcuno volesse lasciarmi un commentino anche piccino picciò mi farebbe davvero felice, e se voleste per caso andare a leggervi anche l’altra os la potete trovare qui (Albus & Scorpius e la Casa di TontoConiglio).
Se potesse servire a rendere le cose più facili, soprattutto considerato che ci sarà la “revisione” di (almeno) un’altra scena, ho deciso di raccoglierle in una serie (la trovate qui!).



Grazie a tutti coloro che sono arrivati a leggere fino a quaggiù, alla prossima.
 
E.

 
   
 
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