Serie TV > Sherlock (BBC)
Ricorda la storia  |      
Autore: Padmini    13/03/2020    2 recensioni
Sherlock sta bene dove sta, non ha intenzione di tornare indietro. Ciò che ha lasciato non è nulla in confronto a ciò che ha trovato, grazie a lui. Eppure, qualcuno, nel suo passato, ha bisogno del grande detective.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio, Sherlock Holmes
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Storia creata durante l'evento “QuaranDEna Drabble Weekend” del gruppo facebook “We are out of prompt”

Sherlock/Doctor: il Dottore è preoccupato per Sherlock, quindi lo va a trovare ogni voglia che può.



 

Non voglio tornare



Baker Street a quell'ora della notte era semi deserta, solo qualche rara automobile passava a interrompere il silenzio che regnava incontrastato.
Sherlock era alle prese con uno strano caso: una serie di e-mail minatorie erano arrivate al suo cliente e ogni minaccia si era prontamente avverata. La cosa particolare di questo problema era il fatto che le minacce erano davvero fuori dall'ordeinario: Si romperà lo sciacquone del wc. Finirai il riso proprio quando vorrai farti un risotto. Il cane vomiterà sul tappeto. ... e avanti così.
Non ci voleva un genio come lui per capire che le minacce provenivano dal suo stesso coinquilino, stufo del suo disordine, ma a quanto pareva il giovane universitario che si era rivolto a lui era talmente preso dai suoi studi che non aveva nemmeno preso in considerazione questa ipotesi
Nel silenzio di quella notte d'autunno, mentre l'eco del rombo dell'ennesimo taxi che transitava per Merylebone Road svaniva all'orizzonte, si udì un altro suono, altrettanto familiare, altrettanto fastidioso. Con uno scatto d'ira, Sherlock chiuse il portatile e si alzò, in attesa di veder apparire, giù davanti alla vetrina buia dello Speedy's, la sagoma blu scuro del TARDIS.
"Non ha proprio niente di meglio da fare che venire a trovare me?" si chiese il detective "Non ho tempo!"
Tempo, in effetti, ne aveva. Da quando era arrivato lì, almeno una volta a settimana riceveva una sua visita. All'inizio gli era stato grato, ma dopo la ventesima apparizione non desiderata, aveva cominciato a odiare il suono di quella strana macchina del tempo. Il suono soffocato che preannunciava l'arrivo del TARDIS terminò, il cigolio della porta che si apriva ... e sì, il campanello.
Stancamente, Sherlock andò ad aprire.
"Ancora tu? Che vuoi?" chiese Sherlock, mentre il Dottore saliva allegramente le scale, fiero, con il suo completo a righe e un sorriso beffardo che avrebbe fatto perdere la pazienza anche a John, se fosse stato lì e non in ospedale con il turno di notte.
"Sono venuto a controllare. Va tutto bene?"
"Sì, va tutto bene. Non sono nato ieri."
"In effetti sei nato più di 150 anni fa, giusto?"
La battuta non fece ridere il detective.
"Mi so adattare" rispose invece, sempre seccato. "Il pronipote del dottor Watson è eccezionale e mi trovo bene con lui."
"Sono venuto per capire se vuoi tornare nella tua epoca."
"Me lo chiedi tutte le volte e la risposta è no. No, non voglio tornare in quel mondo. Non che questa epoca sia migliore, ma almeno ho più mezzi a disposizione per catturare i criminali! Se avessi avuto ciò che ho ora, nel 1988 ..."
"Ancora ti crucci per ciò che è successo a Whitechapel?"
L'espressione torva di Sherlock bastò come risposta.
"Non è stata colpa tua, Sherlock! Non devi colpevolizzarti così! Capisco che la sconfitta bruci, ma ..." il Dottore sogghignò "Pensaci. Cosa potrebbero fare, senza di te? Come potrebbero andare avanti i tuoi contemporanei. I tuoi veri contemporanei. Hanno bisogno di te."
Queste parole, pronunciate con sincerità, misero per un istante i dubbi del detective, che sembrò vacillare. Era evidente nei suoi occhi una lotta interna, tra il desiderio di tornare e la voglia di continuare ad esplorare quel mondo nuovo e il rapporto con John. Infine, quasi come una sconfitta, annuì.
"Hai ragione, hanno bisogno di me" non c'era vanità in quelle parole, ma una mera constatazione della realtà "Dammi ancora qualche anno, non posso semplicemente sparire così, John non capirebbe. In fin dei conti ormai siamo ... amici? Mi dispiacerebbe lasciarlo così presto. Inoltre tu puoi riportarmi nel passato in qualsiasi momento, potrei stare qui anche dieci anni e tu potresti portarmi nella mia Londra di fine ottocento anche ... che so? A tre anni dalla mia scomparsa."
"Fatta." accordò il Dottore, facendogli l'occhiolino.
"Ottimo. Ti chiedo solo un altro favore" continuò Sherlock, implorandolo con lo sguardo.
"Tutto per te. Dimmi."
"In questi anni, non venire più a stressarmi, va bene?"
Il Dottore Scoppiò a ridere e annuì.
"E sia. Ti lascerò in pace. Ci vediamo tra dieci anni!"
Il Signore del tempo lo salutò con un cenno della mano e corse giù per le scale, per poi tornare nel suo TARDIS e sparire con quel suono che, in quella sera d'inverno, fece eco al sospiro di sollievo di Sherlock Holmes, il più grande Detective che la storia abbia mai avuto.

   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Sherlock (BBC) / Vai alla pagina dell'autore: Padmini