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Autore: KikiShadow93    14/03/2020    4 recensioni
Lui è resuscitato senza sapere né come né grazie a chi e, dopo attente considerazioni, ha deciso di provare ad integrarsi a sua volta sulla Terra.
Lei, per scappare dal proprio passato e per provare a salvaguardare il proprio futuro, decide di fuggire in città.

Lui è cresciuto tra i guerrieri, nell’odio e nel rancore, ed ha sviluppato un forte senso di inferiorità.

Lei è cresciuta tra i reietti, nella paura e nella violenza, arrivando quasi a perdere la speranza di poter avere una vita felice.

Sono diversi eppure incredibilmente simili, ed entrambi sono inconsapevoli pedine di un disegno molto più grande.


[Radish prende spunto da DBR&R; Post Cell Game; Possibile OOC]

Genere: Commedia, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Radish
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La vita secondo Radish'
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Vi avverto da subito: capitolo molto lungo, 37 pagine, quindi leggetelo quando avete un po’ di tempo 😊 (anche se, daje, stiamo in quarantena! Più tempo di così!)
Vi chiedo pure scusa per avervi propinato l’ennesimo malloppone, ma ormai dovreste aver capito che sono un brutta persona logorroica!

 

𝟙𝟘. 𝒩𝑜𝓃 𝓈𝒾 𝓉𝑜𝓇𝓃𝒶 𝒾𝓃𝒹𝒾𝑒𝓉𝓇𝑜 (𝓅𝒶𝓇𝓉𝑒 𝟙)




Radish e Sherry non stanno insieme, non sono una coppia.
Lo ha stabilito lei, lo ribadisce costantemente ad entrambi. Al Saiyan sta bene, ha affermato che possono essere o non essere quello che le pare a patto che nessuno, all’infuori di lui, osi toccarla. Un patto soddisfacente per Sherry, che ha imposto la stessa clausola all’amante.
Quindi Radish e Sherry non stanno insieme, non sono una coppia, ma nessuno dei due può frequentare qualcun altro. In realtà non ne avrebbero né il tempo né, soprattutto, le forze.
Dopo soli quattro giorni di non-relazione hanno capito quanto fosse necessario imporre delle regole, o meglio dei limiti. Non nel sesso, però. In quei momenti non hanno limiti di alcun genere, sperimentano tutto ciò che viene loro in mente e se ne fregano di essere sentiti - non gli importerebbe troppo neanche di essere visti.
I limiti riguardano le ore passate insieme.
Per i primi tre giorni, infatti, hanno visto il mondo esterno solo durante il tragitto dal capanno di Fern all’appartamento di Radish. Tragitto durato ben più del previsto perché entrambi hanno provato l’irrefrenabile impulso di aversi per l’ennesima volta. Radish è infatti atterrato velocemente in mezzo al niente e Sherry l’ha trascinato a terra nel giro di un secondo.
È stato in quel momento, quando le stringeva con violenza il fondoschiena sollevato in aria e le teneva la guancia premuta contro il terreno, che Radish si è sentito a poco a poco pervadere dalla strana consapevolezza di essere entrato in un mondo nuovo di zecca, un mondo folle e onirico dove tutto è permesso, pervaso da un’esuberante e lussuriosa potenza che ti scardina, ti scombussola e ti manda in ebollizione il sangue.
Una volta giunti a casa, sporchi di sudore, terra e polvere, non sono riusciti ad arrivare alla doccia: sono finiti contro la porta d’ingresso ed hanno dato sfogo ancora una volta a quel desiderio malato che scaturisce da un minimo contatto tra loro, ridendo nel sentire uno dei vicini urlare di far piano.
In quei giorni si sentiva distrutto, Radish, spesso dolorante, ed è per questo che, di tanto in tanto, affondava i denti nel suo interno coscia e leccava qualche goccia del suo sangue. La consapevolezza che un gesto simile non solo lo avrebbe totalmente riacceso ma anche che, tramite il dolore, avrebbe riacceso pure l’amante lo eccitava oltremisura.
Insaziabili ed incapaci di fermarsi, in tre giorni hanno distrutto parte della mobilia. Il letto è stato il primo a cedere, colpa soprattutto del Saiyan che ha deciso impunemente di provare un amplesso in modalità Super Saiyan, al termine del quale la giovane Alpha ha affermato che i biondi non le sono mai piaciuti, ma che per lui poteva decisamente fare un’eccezione.
Al letto sono seguiti l’armadio e la cassettiera usati deliberatamente come appoggio, poi il divano, il tavolo da pranzo ed un paio di sedie. Il pavimento e i muri sono solcati da graffi, i tessuti intrisi del sangue di entrambi. Un disastro, insomma.
Quando, la mattina del quarto giorno, affamati e storditi si sono accorti dello stato in cui versava l’appartamento, hanno deciso finalmente di imporsi dei limiti: Radish avrebbe ripreso i propri allenamenti lontano da lei, Sherry avrebbe preso in mano gli Spettri nelle zone limitrofe e avrebbe cominciato ad addestrarli. Hanno fatto sesso subito dopo, sfondando l’anta scorrevole della doccia.
Sono usciti di casa dopo qualche ora, convinti che una simile decisione avrebbe aiutato entrambi a calmarsi… ma si sbagliavano: quando Radish è rincasato ed ha trovato un nuovo e più grande letto rinforzato ad attenderlo, ha dato nuovamente sfogo alla propria ardente ferocia. È proprio durante quella notte che è riuscito ad ottenere da lei qualcosa che tutti i suoi precedenti compagni avevano solo desiderato.
Convinto infatti che non ci fosse alcun problema nel tentare un po’ di sesso anale, pallino che lei stessa gli aveva inculcato in mente durante la forzata gita al luna park, non ha neanche pensato di doverglielo proporre ed ha cominciato così a prepararla, notando però immediatamente quanto si fosse irrigidita e quanto i suoi occhi si fossero fatti improvvisamente strani, quasi vuoti. Le ha chiesto che avesse, quale fosse il problema, ricevendo in risposta uno strascicato e falsissimo “niente” che l’ha come paralizzato. Quando si è accorto che stava tremando malgrado le stesse dando piacere, ha ritratto la mano e l’ha baciata, deciso a lasciar perdere, ma lei gli ha detto di continuare, gli ha detto di voler provare e che, eventualmente, lo avrebbe fermato. E non ne era convinto Radish, non lo era proprio per niente, tanto che è stata quasi una forzatura dopo averglielo ripetuto per un paio di volte.
Per la prima volta in tutta la sua vita, Radish è stato quanto più delicato possibile e ha fatto in modo che il tutto non durasse più di qualche minuto, arrivando poi a stringerla a sé per farla smettere di tremare.
Gli ha detto che non l’aveva mai permesso a nessuno, che aveva attaccato Rafe quell’unica e sola volta che ci provò e che nel farlo quasi gli strappò un occhio con un’artigliata. Viene da sé che il Saiyan le abbia chiesto perché gli altri no e lui sì, ma l’unica risposta che ha ricevuto è stato un bacio delicato e fugace prima che nascondesse di nuovo il viso contro il suo petto.
Da quel giorno, il rapporto pare essersi in qualche modo solidificato. Si sono ritrovati infatti a condividere qualcosa di più dei propri corpi, ed è successo senza che se ne rendessero assolutamente conto.
Sherry, nei momenti in cui non era impegnata con gli altri Spettri (rigorosamente all’oscuro di tutta la faccenda, ad eccezione di Bree e, ne è quasi certa, di Micah) si è ritrovata ad arredare l’appartamento.
Se prima era spento e monocromatico, anonimo e poco vissuto, adesso ha un’impronta più marcata e vivace, con i colori che variano dal nero al marrone fino al rosso mattone. L’anonimo salotto è adesso arredato con mobili in superfici di legno rustico, un grande e comodo divano affiancato da una poltrona in pelle scura dominano l’ambiente.
Dopo aver fatto collassare il tavolo della cucina, i due sono finiti a mangiare pizze a domicilio sul pavimento e a bere birra spesso tiepida direttamente dalle lattine. Non che ci fosse qualcosa di male, anzi a lei non dispiaceva proprio, ma ha deciso di inserire un’isola centrale in legno scuro che ha la funzione anche di tavolo.
Dopo una sola settimana da quando hanno iniziato a non stare insieme, è arrivata alla camera da letto. Le pareti sono state dipinte con toni scuri (che ha dato loro la scusa per piazzarsi una notte in casa di Bree e Mimì, dove nessuno dei quattro ha chiuso occhio perché troppo impegnati a cucinare dolci mentre erano ubriachi fradici), l’armadio, ormai inutilizzabile, è stato sostituito da una cabina armadio a vista, dove è possibile ammirare anche - seppur in parte estremamente minima - jeans, maglie e scarpe di stampo decisamente poco maschile, oltre che una scimmietta di peluche bianca e rosa.
Come ultimo tocco nella zona notte, divenuta in quella rovente settimana come la loro zona preferita, ha piazzato un cassettone scuro di fianco alla porta. All’inizio il Saiyan se ne è lamentato poiché occupava inutilmente dello spazio, affermando che non serviva dal momento che l’armadio è più che sufficiente anche per la roba di una terza persona, ma quando ha aperto uno dei cassetti ha capito l’intento dell’amante: vibratori, butt plug, lubrificanti, bende, corde, catene e cinghie di cuoio.
In un primo momento è rimasto sorpreso ed interdetto, un poco offeso perché non credeva che avesse bisogno di un qualcosa in più per godere, ma quando gli ha legato i polsi con una cinghia di cuoio ed ha cominciato a giocare con lui… beh, non gli è dispiaciuto averli a disposizione.
Il fatto che praticamente vivano assieme, sorprendentemente, non è un problema per nessuno dei due. Sherry lo nega pure a sé stessa, per lei il fatto che dormano ogni notte fianco a fianco non implica né che stiano né che vivano assieme, così come neanche il fatto di avergli arredato casa - afferma infatti di averlo fatto perché si sentiva in colpa e perché, in fondo, le piacciono le comodità.
Radish, al contrario, se ne rende conto perfettamente ma non se ne preoccupa. Non gli interessa ciò che possono dire o pensare gli altri in quanto consapevole di quanto la vita possa essere breve ed imprevedibile: certe cose non sono programmabili, arrivano, ti travolgono e cambiano ciò che ti circonda e la cosa più saggia da fare, secondo lui, è adattarsi a questo cambiamento. Le cose vanno veloci, davvero veloci, e lui semplicemente ha deciso di lasciarsi trascinare e godersi ogni novità al massimo.
È proprio seguendo questa specie di filosofia che è arrivato in tempi decisamente da record a bramare con ogni fibra del proprio essere il momento in cui rincasa. Che poi rimanga solo per ore per poi vederla apparire nel cuore della notte o la trovi già apparecchiata nel letto fa poca differenza: gli piace averla attorno, vederla sistemare e spostare mobili finché non è finalmente compiaciuta,  lamentarsi ai fornelli perché la roba ci mette troppo a cuocere e lei vuole mangiare subito, buttarsi a peso morto sul divano e guardare qualche film assieme. Che poi non arrivino mai a più di venti minuti di visione è irrilevante, tanto poi glielo racconta lei cos’è successo.
È inoltre arrivato ad adorare oltremisura il sesso con Sherry. È un qualcosa di selvaggio, primordiale, travolgente e senza regole, dove entrambi non si pongono alcun limite neanche per quanto riguarda la forza fisica e non si fanno problemi di alcun genere quando ad uno dei due viene in mente di divertirsi in modi più spinti, tipo incatenando e sottomettendo l’altra.
Adora i loro preliminari e i loro giochi di dominazione-sottomissione.
Adora sentirla pregare di darle di più, così come adora soddisfarla.
Adora sentirla urlare ed invocare il suo nome quasi con disperazione.
Adora quando lo sbatte sul letto, sul divano o direttamente a terra e lo cavalca quasi fosse un toro selvaggio da domare.
Adora vederla godere e venire travolta dall’orgasmo quanto adora raggiungere lui stesso l’orgasmo e riversarlo talvolta su di lei, talvolta dentro.
Adora come lo bacia subito dopo, tenendogli la testa tra le mani ed esprimendogli silenziosamente affetto profondo ed incondizionato. Ogni volta si sente invadere ogni cellula da un’eccitazione incredibile mista alla fantastica sensazione di essere quanto di più importante al mondo per lei.
Adesso, dopo ben dieci giorni di non-relazione, rimangono placidamente sdraiati a letto. Sono stanchi e sfiancati, non hanno chiuso occhio tutta la notte con l’idea che l’indomani, essendo domenica, avrebbero preso tutto con più calma. Era nel loro accordo, d’altra parte: la domenica sarà come per gli umani, ovvero di riposo.
Radish rimane sdraiato supino in diagonale, un braccio dietro la testa e l’altro ad avvolgere le spalle nude della compagna. Perché sì, Radish le può dare ragione quanto vuole dicendo che non sono una coppia, ma per lui lo sono eccome. Dio, se solo osassero guardarla in modo strano potrebbe arrivare ad uccidere in modo lento e sadico come mai prima d’ora. Perché lei è sua. Sua e di nessun altro, che le piaccia oppure no. Le dà ragione solo perché vuole che ci arrivi da sé e che lo accetti senza forzature. Non sa per quanto tempo riuscirà a rimanere di questa idea, ma è intenzionato a provarci.
Rimane con gli occhi chiusi a godersi le sue carezze sul petto, sfiorandole a propria volta il fianco nudo con la punta della coda sapendo bene quanto le piaccia.
Facevo bene ad invidiare Mimì, pensa di tanto in tanto, lasciandosi sempre andare ad un ghigno vittorioso. Scommetto che adesso è lei ad invidiare me: mai potrà fare del sesso simile, non nella sua umana fragilità.
La stringe appena con un braccio, spingendola così a sdraiarsi sul suo corpo. Gli piace troppo tenerla in questo modo, sentire le sue forme adattarsi alle proprie, e gli piace ancora di più quel sorriso infantile e giocoso che gli regala ogni volta. Quando poi lo bacia a fior di labbra con la sorprendente delicatezza di una farfalla, sente come se il cuore gli esplodesse nel petto.
Qualcuno però ha deciso impunemente di rovinare la loro pace bussando con forza alla porta e per un brevissimo istante Radish prende in considerazione l’idea di portare via Sherry e di far esplodere il pianeta.
Sherry, ignorando i mugugni infastiditi dell’amante che le stringe violentemente i fianchi, volta distrattamente la testa dopo aver fiutato un odore nuovo ma stranamente conosciuto. Non riesce però a ricordare dove l’abbia già sentito, così semplicemente si lascia scivolare sul materasso per farlo alzare.
Radish però non ha alcuna intenzione di alzarsi, non ora che sta ancora in piena “fase down” causata dal sangue della ragazza, così le tira una lieve pacca nella spalla.
«Vai ad aprire…»
«Non sono la tua schiava.»
Ridacchia appena Radish, guardandola con aria maliziosa ed arrogante: «Quando però ti ordino di succhiarmelo non fai tanto la preziosa, mh?»
«Che poeta!»
Ride anche lei dopo avergli tirato uno schiaffo sul petto, alzandosi controvoglia quando l’uomo comincia a spingerla svogliatamente.
Afferra velocemente un paio di slip puliti dalla propria sacca abbandonata sulla cassettiera e si avvicina con passo svelto alla porta. Quando poi apre, sente come una scossa elettrica lungo tutta la spina dorsale e, come mai prima d’ora, sente l’impulso di attaccare.
Ma si impone immediatamente di darsi una calmata, perché la bella donna che ha di fronte non è certo una minaccia per lei. Perché Sherry l’ha riconosciuta subito grazie a quel viso dolce e, soprattutto, grazie ai capelli a caschetto di un vivacissimo azzurro.
Sospira debolmente e le sorride nel modo più amichevole possibile, non riuscendo a capire per quale motivo la guardi come se ad aprirle ci fosse stato lo Spirito Santo.
«Tutto okay?»
Apre la bocca per un paio di volte, Bulma, e dopo una velocissima occhiata all’interno dell’appartamento le sorge un dubbio più che legittimo. In fondo già aveva visto casa di Radish, e di certo non era messa così bene!
«Credo di aver sbagliato appartamento…»
«Dipende da chi stavi cercando. Se si tratta di un grosso idiota con la coda da scimmia, sei nel posto giusto.»
«Chi è?!»
Entrambe le donne fanno saettare gli occhi verso la camera da letto che s’intravede dalla porta lasciata aperta, e Bulma non riesce ad evitare di aprire un poco la bocca per la sorpresa. Non solo adesso  quel burbero scimmione vive in un appartamento decente, ma ha anche conosciuto la donna della quale aveva parlato Crilin!
Anche se, questo va detto, avrebbe preferito conoscerla con qualcosa di più addosso che delle semplici mutandine.
«La bella moglie del tuo amico con i capelli buffi!» Risponde con una certa indifferenza lo Spettro, facendosi da parte per farla accomodare come le è stato insegnato da Fern. Sicuramente la donna le avrebbe tirato addosso un qualche oggetto contundente se avesse aperto in quello stato, ma Fern adesso non c’è, quindi…
«Vieni, entra.»
«Io— ehm. Ti dispiace metterti qualcosa?»
«Sono tutti tanto pudici i tuoi amici?»
Radish sbuca frettolosamente dalla camera, un asciugamano appeso precariamente in vita e l’espressione di chi non ci sta capendo niente. In fondo nessuno di loro va mai da lui, perché mai dovrebbe farlo proprio Bulma? E perché dovrebbe guardarlo con aria tanto nervosa?
«Che ci fai qui?» Lancia una sua maglietta a Sherry mentre fa la domanda, non sorprendendosi affatto nel vederla già appollaiata sull’isola della cucina intenta a sgranocchiare dei cereali.
«Sono venuta a trascinarti alla festa per Goten!»
Questa deve essere la loro femmina dominante, pensa l’Alpha mentre la osserva con attenzione, sorridendo di sottecchi quando sente il nervosismo dell’amante salire alle stelle tutto in un colpo.
Bestemmia a mezza bocca, Radish, dandosi mentalmente dello stupido per essersene dimenticato. Pensa anche che, presentandosi solo adesso e in uno stato piuttosto pietoso, non potrà evitare domande scomode a cui dovrà per forza rispondere. Magari così eviterò l’ira di Chichi…
«Tu perché non me l’hai ricordato?» Bercia contro Sherry prima di sbattersi la porta di camera alle spalle per farsi una velocissima doccia e cambiarsi al volo.
«Che sono, un’agenda parlante?»
Bulma rimane ferma in mezzo alla stanza, le guance un poco arrossate per la strana situazione in cui si trova e, sperando di non risultare invadente, lascia vagare gli occhi sulla figura di Sherry.
Le pare carina, ha un viso sorprendentemente dolce e le fa una certa tenerezza nel vederla sgranocchiare i cereali come un piccolo roditore, ma un poco la preoccupano il numero esagerato di cicatrici che svettano sulla sua pelle. Neanche suo marito ne ha tante, quindi non può fare a meno di chiedersi che razza di tragico passato possa aver vissuto per ridursi così.
«E così… tu sei la famosa fidanzata di Radish.»
Le pare quasi di vederla sbiancare, i suoi occhi scuri si fanno improvvisamente attenti e la sorprende vederla scendere e camminarle in contro con aria spersa.
«Ha una fidanzata?»
Si sente improvvisamente una stronza, Bulma. Pensa che avrebbe dovuto farsi gli affari propri e stare zitta, che potrebbe aver ferito una ragazza che neanche conosce perché il suo amico è stato così bastardo da illuderla, e si sente poi di colpo confusa quando la vede scoppiare a ridere di gusto.
«Tranquilla. Ti prendevo in giro. Anche se non siamo una coppia, posso affermare con sicurezza di essere la cosa che più si avvicina ad una compagna.» Le porge la mano, un sorriso sghembo ad incresparle le labbra «Sherry.»
«Bulma.» Le stringe la mano con forza, tirando un mentale sospiro di sollievo nell’aver evitato una tale figuraccia. Non le pare male, potrebbe integrarsi nel loro gruppo senza troppi problemi. Spera solo che Muten non faccia troppo il porco, non vuole assistere ad una sfuriata di Radish alla quale seguirebbero inevitabilmente le lamentele e prese in giro di Vegeta, che porterebbero infine ad un qualche tipo di scontro inutile.
Di colpo, poi, le viene in mente un dettaglio a cui, all’inizio, non aveva dato peso: questa sconosciuta piena di cicatrici l’aveva in qualche modo riconosciuta.
«Aspetta: sapevi chi sono e chi è mio marito?»
«Ahhh, bella fatina: io so più cose di quanto pensi.»
Bulma non fa in tempo a chiederle spiegazioni che Radish riappare, la maglia bianca che aderisce alla pelle ancora umida e i capelli raccolti in una lunghissima coda bassa. Non le guarda neanche mentre s’incammina verso la porta. Sa bene che, in sua assenza, Sherry uscirà a farsi una bella corsa tra i boschi e sbranerà qualche mammifero per ricaricarsi, quindi non si prende neanche la briga di chiederle niente.  
Bulma però non lo segue, non subito. Prima di andarsene non può evitare di fare una domanda che la lupa, di certo, non si aspettava e che la spiazza totalmente.
«Tu non vieni, Sherry?»
«Eh?»
«Sì, vieni alla festa! Non ci saranno troppe persone, è più un pranzo tra amici per festeggiare la nascita di Goten. Ci farebbe davvero tanto piacere averti tra noi!» Le sorride con aria amichevole, realmente speranzosa di averla tra loro. In fondo ha visto come si guardano, ha visto come sono diversi gli occhi del Saiyan ogni volta che incrociano anche per un istante la sua figura. La loro non è una cosa passeggera, lo sa, perché è così che pure Vegeta la guarda quando sono da soli.
«Per favore?»
Radish rimane fermo per qualche istante, la mano sulla maniglia della porta e lo sguardo perso nel niente cosmico. Può davvero portarla con sé? Può permetterle di stare in mezzo ai suoi amici? I rischi sono alti, lo sa. Ha visto come reagisce in mezzo alle persone, soprattutto se non ha mangiato, sa quanto gli esseri umani la mettano ancora a disagio, e questo non solo perché l’odore del loro sangue è come un dolce richiamo per lei, ma anche perché teme di fargli del male.
Gli ha detto che stare con un paio di umani per volta è più semplice per loro che sono “cresciuti in cattività”, l’odore è più che sopportabile, ma quando sono in molti i rischi sono maggiori.
Oltretutto Radish ha capito che gli Spettri tendono a non avvicinarsi  - non da soli, comunque - a chi emana un odore simile al suo, a chi, come gli ha rivelato Sherry, si mostrerebbe un osso troppo duro. In questa categoria, senza ombra di dubbio, ci entrano di prepotenza Vegeta, Piccolo, Gohan, C-18, Tensing, Crilin, Muten e forse pure Yamcha.
Ma Radish sa benissimo che è inevitabile che prima o poi le loro realtà si scontrino, così risponde con tono fermo ed irremovibile, sicuro della propria scelta.
«Sì, lei viene. Ora andiamo.» Afferra Bulma per un polso e la spinge fuori di casa, chiudendosi subito la porta alle spalle. Non può darle il tempo di controbattere, diventerebbe insopportabile e loro due non sono ancora abbastanza forti da poter affrontare una lite senza urlarsi contro le peggio cattiverie e sbattersi contro la prima superficie disponibile un attimo dopo.
Radish adesso deve solo capire come gestirla, quale metodo è più congeniale per loro per farsi strada come coppia. In fondo Mimì ce l’ha fatta con Bree, Fern ce l’ha fatta con un intero piccolo branco di cuccioli scatenati, perché lui non dovrebbe farcela?
Bulma, seguendolo incerta fino all’uscita del palazzo, continua a guadarsi di tanto in tanto alle spalle, insicura. Non le pare molto carino andare senza di lei dopo averla invitata, senza contare il fatto che non le ha detto assolutamente dove venire!
Beh, sapeva chi sono, quindi può darsi che sappia dove abito… ed è inquietante, ora che ci penso. Come fa a sapere queste cose? Già, che scema: gliene ha parlato Radish!
«Non viene in macchina con noi?»
«Non voglio trovarmi con lei in uno spazio così ridotto, sarebbe capace di strapparmi la faccia a mani nude, adesso.»


Malgrado Radish sia ben consapevole del fatto che perderà delle fantastiche ore di sesso con la sua “non"-compagna, può dirsi comunque felice di passare un po’ di tempo assieme agli amici e ai familiari.
Lo hanno accolto con un saluto caloroso e un sorriso, e lo hanno rimproverato per il ritardo subito dopo. Come si aspettava, Vegeta ha fatto uno dei suoi commenti a mezza bocca sulla sua incapacità generale e Yamcha non si è lasciato sfuggire l’occasione per fare il simpaticone, affermando che ora che ha finalmente trovato una ragazza non ha più tempo per loro che c’erano da prima. Avrebbe voluto prenderli a schiaffi, sul serio, ma la stanchezza pareva quasi stritolargli i muscoli.
Chichi, ignorando il commento dei due, gli si è avvicinata per mettergli tra le braccia il piccolo Goten, che lo fissava con quel visetto allegro ed un po’ perso tipico dei neonati, e nel farlo aveva uno strano sorrisetto ad incresparle le labbra, quasi volesse dirgli “occhio, mio caro, che presto toccherà anche a te!”, e per questo glielo ha praticamente rilanciato in braccio ed ha preso posto a sedere ben lontano da loro. L’idea di avere dei figli non solo lo terrorizza, ma lo disgusta pure.
Quando poi è sopraggiunta Bulma, che si era fermata a parlare con una sua dipendente con una massa di capelli rossi per lui davvero familiari, non ha perso neanche un istante nell’affermare non solo di aver conosciuto questa fantomatica ragazza di cui Crilin aveva parlato poco tempo addietro, ormai soggetto dei loro pettegolezzi e delle loro battute, ma anche di averla invitata e che li avrebbe raggiunti da lì a poco.
Ne sono seguite un sacco di domande scomode, e Radish non ha fatto altro che ciondolare la testa con fare sconsolato ed imbarazzato mentre si passava la mano dietro al collo. Si domanda come potrà uscirne vivo una volta tornato a casa ed anche se Muten sarà capace di camminare dopo un qualche commento infelice. Insomma, gli ha già chiesto particolari piuttosto intimi nell’arco di dieci secondi, non appena la vedrà non si tratterrà di certo!
Spero solo che sia di buon umore… e vestita. Soprattutto spero che sia vestita!, pensa con una punta di nervosismo, mentre prova con tutto sé stesso ad ignorare gli occhi di Piccolo che gli trafiggono la schiena.
Perché Piccolo sa che quella non è una ragazza normale, sa che ha delle strane capacità pur non avendole viste di persona, sa che è merito - o colpa? - sua se l’aura di Radish di tanto in tanto pare esplodere dal niente.
Il Saiyan ha provato in ogni modo a tenerlo calmo, a dirgli che va tutto bene, che gli dirà tutto a tempo debito, ma sa bene che ormai la pazienza del Namecciano è agli sgoccioli.
Deve convincere Sherry a parlare, deve convincerla a fare una cosa per lei grave e deve farlo alla svelta. Ma la verità è che non sa neanche come affrontare la questione, non sa come dirle che deve mutare davanti ai loro occhi, che deve dire loro dell’esistenza degli Spettri, che deve raccontargli un sacco di scomode verità.
È inevitabile…
Sospira forte, attirando su di sé gli occhi attenti e freddi di C-18. Anche lei sa che questa fantomatica ragazza ha qualcosa di strano. Non le ci è voluto niente per capirlo. Dannazione, riusciva ad opporre resistenza e a non farsi trascinare da lui, di certo non poteva essere una svampita qualunque!
Poi si ricorda dei suoi occhi. Eccome se li ricorda: dapprima curiosi, attenti e luminosi, poi le iridi si sono dipinte di un rosso rubino e le sclere di nero. Come poteva dimenticarli?
«Sembri nervoso Radish. C’è qualcosa che non va?»
La guarda di traverso, sospirando interiormente di sollievo nell’accorgersi che nessun altro, ad eccezione di Piccolo, ha fatto caso alla domanda. Per mostrarsi il solito Radish di sempre, le risponde con un gesto stizzito della mano ed un vago cenno del capo come a volerle dire di farsi gli affari suoi, per poi ciondolarsi sulla sedia come un ragazzino capriccioso. In realtà, si sente una specie di liceale con gli ormoni imbizzarriti nelle ultime settimane e non sa se sia un male.
Sono cambiate tante cose, in quei dieci giorni.
Anzi, è cambiato tutto.
Attorno a lui tutto pare più bello, tutto ha acquisito un nuovo sapore. Sputare sangue durante gli allenamenti non è mai stato così piacevole, perché la consapevolezza che a casa verrà curato da lei in modi che mai aveva considerato è sempre presente nella sua mente.
Un altro significativo cambiamento sta nel fatto che prima viveva per allenarsi e combattere, mentre ora c’è qualcosa di più, qualcosa che non aveva mai pensato di poter avere. C’è qualcuno che gli vuole davvero bene, qualcuno che vuole prendersi cura di lui e che, lo sa, lo difenderebbe a spada tratta se facesse qualcosa di stupido.
Perché gli Spettri sono così, lo ha capito bene ormai: dispotici, caotici, voraci, energici, aggressivi, orgogliosi, attaccabrighe, possessivi, spesso meschini ed insopportabilmente infantili, incuranti delle leggi umane e rispettosi delle proprie ma sempre pronti a raggirarle, in genere svegli, furbi, passionali e fedeli come nessuno. Se infatti uno Spettro arriva a macchiarsi di tradimento per fatti seri, come il tradimento del proprio Alpha o peggio del Re, entra a gamba tesa nella loro storia come un soggetto anomalo e pericoloso.
Sa anche che, almeno per quanto riguarda Sherry e il gruppo che la segue, hanno una specie di codice d’onore: si ha il dovere, in qualsiasi momento, di rispondere al richiamo dell’Alpha; non si guardano le mogli e i mariti degli altri membri del branco; si rispettano in maniera categorica gli appuntamenti e i doveri; non si devono creare ostilità all’interno del branco; si devono proteggere i cuccioli a costo della vita; si deve dire subito la verità; non si può mai violentare una donna; i bambini non si toccano mai. Queste ultime due regole, in realtà, si estendono senza eccezioni pure agli esseri umani.
Gli sembrano cose tanto banali quando incredibili ogni volta che ci pensa. Sono dei mostri che spesso e volentieri si sono bagnati il muso nel sangue - come affermano loro stessi - ma che ci tengono a far rispettare dei semplici concetti il più delle volte molto morali. Lo sorprende proprio il fatto che il più delle volte, invece, mostrano di non avere una morale, o quanto meno di averla incredibilmente flessibile. Ma, in fondo, sa bene per quale motivo esistono un paio di quelle regole, ma non se l’è mai sentita di approfondire la faccenda con la sua Alpha. Solo al pensiero si sente come morire.
Gli occhi di Radish scattano velocemente sulla figura snella di Lunch mentre legge ad alta voce le ultime notizie riportate sul quotidiano. Viene riportato che è stato rinvenuto il ventunesimo corpo brutalmente mutilate dopo soli sei giorni, sopra il cadavere la scritta di sangue “Io sono Kira" e che anche questa vittima era accomunata alle altre per i soliti crimini, ovvero violenza, stupro e/o pedofilia.
Crilin, da buon neo-poliziotto, ci tiene a ribadire a tutti che, malgrado le vittime fossero tutte feccia della peggior specie e che non meritassero altro che una simile fine, le forze dell’ordine non possono certo passare sopra alle efferatezze compiute da questo “giustiziere notturno” e che presto lo cattureranno, sicuri che anche quella strana frase possa in qualche modo aiutarli.
Tsk… un solo “giustiziere”? Ed unicamente notturno, Crilin? Davvero?! Staranno smembrando qualche povero stronzo pure adesso. E sai come lo so? Perché è stata la mia ragazza a dare il via a questo massacro. E sai come li trovano? Grazie ai ricordi contenuti nel sangue! A quanto pare tutti conoscono tutti in quel giro di depravati, e rintracciarli per loro è un gioco da ragazzi. Quando invece il sangue non è in grado di aiutarli, si basano sul fiuto… e puoi star certo che non c’è nascondiglio che tenga!
Ah, Crilin, quella frase non vi porterà da nessuna parte. Sono infantili sotto tantissimi aspetti e questo è più un gioco che altro, la scritta la lasciano perché ad uno di loro piace un qualche stupido manga sulla morte o una cosa simile e trovava divertente citarlo così.

Ghigna con una certa soddisfazione nel sentire il pelato lamentarsi con Yamcha e Chichi del fatto che non c’è neanche una traccia per stanare questo bizzarro e violento assassino, che le ricerche sono sempre al punto di partenza. Vorrebbe rassicurarlo, dirgli di lasciar perdere perché sarebbe tutto inutile, che quel branco di cani non si lascerà mai mettere i bastoni tra le ruote, che sicuramente Bree ha qualche infiltrato anche nelle forze dell’ordine che fa sparire eventuali indizi, e che non ascolteranno nessuno all’infuori di Sherry… ma non lo fa. Non può dire una parola senza tradire la sua fiducia e proprio non ha intenzione di farlo.
Questo è senza ombra di dubbio un altro rilevante cambiamento nella sua vita, dal momento che fino ad un mese prima non si sarebbe fatto problemi a rivelare loro simili informazioni.
La verità è che si sente diverso un po’ in tutto: è più energico, sicuramente più allegro e scherzoso, si sente più a suo agio in mezzo alle persone, si sente incredibilmente importante.
Gli viene da sorridere nel ripensare a giovedì sera, quando hanno passato la notte a casa di Bree e Mimì.
Era nervoso all’inizio, non si sentiva tranquillo con la Mezzosangue tra i piedi. Poteva scatenare un qualche casino tra loro, lo sapeva benissimo, ma quando sono entrati nell’appartamento ha notato subito quanto la bionda lo guardasse con una non indifferente soddisfazione nello sguardo e questo, pur essendo strano, lo ha un poco rassicurato.
Quando poi Sherry è scesa a comprare un po’ di dolci, delle birre e altri alcolici con Mimì, gli ha finalmente detto che li voleva insieme perché “la sua Sher” pare davvero felice, forse come mai lo era stata, e che doveva per forza metterlo sotto pressione psicologicamente per far sì che si desse una mossa.
Le ha tirato un pugno, quasi più per togliersi una soddisfazione che per altro, e lei è scoppiata a ridere e gli ha allungato la propria birra, come a voler sancire la loro pace.
Quando poi sono tornate le altre due donne, la serata è cominciata sul serio ed ha potuto constatare che la sua non compagna è davvero gelosa nei suoi confronti. Lo ha scoperto mentre le due lupe si erano piazzate di fronte ad un programma trash trasmesso in TV ed attirato dai loro commenti più o meno divertenti e, soprattutto, dalle volgari affermazioni della bionda, si è lasciato andare a sua volta ad apprezzamenti di vario genere di fronte alle forme generose e in bella vista delle concorrenti di quello strano programma, scatenando involontariamente la collera di Sherry.
Non pensava certo di poterla offendere in quel modo, non dal momento che Mimì era tranquillissima mentre preparava una torta alle loro spalle, ma si è accorto di aver parlato decisamente troppo quando una bottiglia di vino gli è volata addosso. Inutile dire quanto si sia subito innervosito, ed è inutile dire anche che se l’è dovuta far passare velocemente quando si è trovato 3 contro 1.
C’è voluto un po’ per fargliela passare e per farle capire che no, non ha alcuna intenzione di sfiorare un’altra donna neanche col pensiero perché adesso c’è lei, la più folle, passionale ed incredibile stronza che potesse mai incontrare. L’ha fatta sorridere e si è sentito sollevato, ma proprio mentre stava per sancire la pace pure con lei - e di certo non con una birra schifosamente tiepida -, Bree e Mimì sono tornate nel loro campo visivo con delle cassette di mele tra le braccia.
“Sono quasi le sette, dobbiamo andare di sopra”, così ha esordito la Mezzosangue mezza nuda mentre gli lanciava distrattamente una mela e sorrideva con quell’aria meschina che tanto gli dà fastidio, per poi proseguire affermando con convinzione “Forza scimmia, vieni anche tu! Ci divertiamo!”.
Dopo l’occhiata divertita della moretta, si è ritrovato quasi per magia sul tetto a lanciare la frutta addosso ai passanti che facevano jogging. Non credeva di potersi divertire così, non Radish, ma l’ha trovato spassoso da morire, soprattutto quando uno dei poveri malcapitati ha provato ad attraversare la strada con aria minacciosa ed è stato preso in pieno da un uomo in bicicletta.
Ricorda come Sherry si stringeva tra le sue braccia mentre rideva, e come lo facesse sentire incredibilmente bene.
Ricorda anche i momenti più imbarazzanti quand’erano ubriachi persi e provavano talvolta a cucinare dolci dall’aspetto orrendo ma dal gusto tollerabile, e talvolta facendo dei giochi decisamente discutibili, tutti accompagnati dall’alcol.
Ricorda anche di essersi svegliato sul divano, Sherry assopita sulle sue gambe con la testa sulla sua spalla, piccola, tenera ed indifesa come mai l’aveva vista, e Bree che teneva la testa poggiata sull’altra spalla e le gambe sul bracciolo del divano. Si è sentito bene in quel momento. Cioè, bene in senso spirituale, perché fisicamente stava proprio uno schifo.
«Ben arrivata, Sherry!»
Volta di scatto lo sguardo nell’udire il saluto allegro di Bulma ed eccola lì, sulla porta, una mano nella tasca dei jeans stretti e l’altra che sposta all’indietro i capelli scuri. Li guarda con aria attenta ed un poco infastidita, gli occhi sono un poco arrossati e Radish capisce che non è troppo lucida.
Parti da troppi presupposti, ragazzina. Possibile che davvero non capisci di non dover fumare quella merda per poter stare in mezzo alle persone?
Li saluta distrattamente ed indietreggia quando vede Bulma e Chichi avvicinarla, gli occhi scattano da una presenza all’altra man mano che gli altri si presentano.
È nervosa, si sente sotto pressione e a disagio, Radish lo capisce subito e sa bene che un animale selvatico e di natura aggressiva non deve mai essere messo alle strette in questo modo se non lo si vuole spingere ad attaccare, motivo per cui compie l’immane sforzo di raggiungerla e di strattonarla all’indietro tenendole un braccio attorno alle spalle.
«Dov’eri finita?» Tenta di mostrarsi tranquillo per calmarla, ma in realtà è nervoso quasi quanto lei. Non si è mai fatto vedere da loro in compagnia di una donna, neanche quando frequentava Lunch.
«Sono andata a mangiare qualcosa.»
«Ma c’è cibo in abbondanza, Sherry! Non devi fare la timida!» Bulma, da brava padrona di casa, l’avvicina per provare a condurla al tavolo così che possa interagire con tutti, ignara dello stato d’animo della nuova arrivata.
«Credimi, potresti anche buttarle nello stomaco un intero supermercato e non se ne accorgerebbe neanche.» La trattiene a sé e la conduce dove stava seduto prima, mentre la spiacevole sensazione di essere fissato insistentemente diventa quasi insopportabile.
«Oi, che ti prende?» Le domanda con una certa apprensione nel notare quanto realmente sia corrucciata la sua espressione.
Quando immerge il viso contro la sua schiena, in mezzo ai capelli, non riesce a trattenere un sorriso un poco imbarazzato.
«Non parlo ancora la lingua dei mugugni, mi spiace.»
«La domenica volevo riposare, per la puttana, e invece ho dovuto fare un salto a lavoro… cazzo.» Si appoggia con il sedere alla ringhiera della grande terrazza addobbata a festa e si lascia andare ad un sospiro frustrato.
Le si rigira lo stomaco al pensiero di quel bastardo che provava ad avvicinare quella bambina. Era così piccola, innocente e dolce con quei codini neri e gli occhioni azzurri*… non capisce come si possa  anche solo pensare di fare tanto male ad una creaturina del genere. Fortuna che lo abbiamo trovato in tempo…, pensa con un minimo di sollievo, osservando di sottecchi Gohan che gioca col fratellino. Ad occhio e croce hanno la stessa età. Chissà cosa sarebbe successo se avesse avvicinato lui?
«Che lavoro fai?» Domanda prontamente Lunch, giunta vicino a loro per fare amicizia.
Lei vuole bene a Radish, hanno avuto una breve storia che entrambi sapevano non fosse destinata a durare, ed è felice nel vedere quello strano luccichio nei suoi occhi. Luccichio che le è parso aumentare nel momento esatto in cui l’ha vista.
«Un lavoro che le persone normali giudicherebbero, per usare un eufemismo, orribili.»
Si lascia andare ad una risata soffocata, Radish, per poi ricomporsi subito.
«Ha avuto un lieto fine?»
«Ci ha pensato Major, gli avevo promesso che si sarebbe potuto divertire, così ho lasciato loro un po’ di privacy. Certe porcate non le voglio proprio vedere.» Si sente osservata, adesso. Più osservata.
Voltando un poco lo sguardo, nota che tutti la stanno fissando con un certo stupore, convinti dalle sue parole ambigue di aver capito di quale professione si tratti.
«Sono quasi del tutto certa che abbiano frainteso.»
«Smetteranno di farlo quando gli dirai cosa sei e cosa fai.»
Lo fissa con un certo astio e, consapevole di non poter essere vista da quell’angolazione, gli fa capire quanto l’idea non le vada particolarmente a genio semplicemente mostrano i suoi veri occhi, facendolo sorridere. E a lei piace quando le sorride, le piace davvero tanto, motivo per cui molla subito la presa e tenta di calmarsi.
«Come hai fatto a trovare una ragazza così carina, eh Radish?»
Di colpo la bocca di Sherry si riempie di saliva, gli occhi attenti divorano con ingordigia il maialino che le sorride con aria allegra e cordiale, un poco sfacciata.
«Una porchetta parlante?»
Radish le tira un sonoro scappellotto sulla nuca per farla desistere dai suoi propositi, incenerendola con lo sguardo.
«Non pensarci neanche.»
Lo guarda senza capire, incapace di concepire che un maiale possa essere qualcosa di più della portata principale di un pasto.
Fa saettare lo sguardo velocemente da uno all’altro, soffermandosi per un istante pure sugli altri che la guardano senza capire. Certo, tutti i presenti non si aspettavano una dolce principessina al fianco di un uomo come Radish, ma non avevano proprio preso in considerazione una ragazzetta capace di metterli tutti più o meno a disagio in pochi minuti.
«Cosa?! Perché?! Quello viene da Dio in tanti modi, crudo con una spolverata di salvia è fantastico!» Posa di nuovo gli occhi su Oscar**, visibilmente a disagio a causa della strana aria famelica della sconosciuta.
«Ha pure l’aria di uno che si muove poco, deve essere tenerissimo…»
«Ho detto di no. Non puoi toccarlo.»
Si guardano giusto per qualche secondo dritto negli occhi e Radish tira un mentale sospiro di sollievo quando la vede massaggiarsi le tempie e respirare forte, indice che si sta trattenendo con tutta sé stessa.
«’fanculo…»
Sghignazza soddisfatto e le porge un bicchiere d’acqua fresca nella speranza che l’aiuti a darsi una calmata, notando gli occhi di Vegeta che la fissano con insistenza.
MERDA! MERDA! MERDA!
Torna ad osservarla mentre beve a piccoli sorsi, gli occhi che fissano il niente mentre muove appena il corpo. Sa bene che ha sentito qualche canzone in lontananza e che si sta concentrando su quella per evitare domande e occhiate indiscrete, ne è ben felice, ma non riesce proprio ad evitare di ricordarsi dei momenti in cui l’ha vista ballare da sola in cucina.
Succede spesso, la mattina: lei prepara la colazione per entrambi, attacca il suo nuovo telefono alle casse e balla in mutande. Qualsiasi sia il ritmo, lei finisce sempre con il muoversi sinuosamente fino a lui per strusciarsi sulla sua erezione, ben consapevole di quale sarà il risultato.
Alla fine la colazione finisce carbonizzata e loro mangiano qualcosa al volo giù al bar all’angolo.
«Hai finito di spogliarmi con gli occhi?»
«Ringrazia che non ti ho trascinata da qualche parte per spogliarti sul serio.»
Lo colpisce con una certa forza sul pettorale, facendolo ridere. Per quanto sia consapevole che sia da maleducati e vada decisamente contro a tutto quello che le ha insegnato Fern in adolescenza, sta volutamente ignorando gli altri. Sa bene che la stanno osservando, sente il loro chiacchiericcio quasi le stessero parlando direttamente, ma finge indifferenza. Non è pronta ad aprirsi con loro, non vuole farli entrare nella sua vita… renderebbe ciò che c’è tra lei e il Saiyan qualcosa di troppo reale.
«Quasi quasi mangio te!»
È stupido da parte sua e ne è consapevole, ma se ne frega: lo afferra per il collo e lo trae a sé, baciandolo di fronte a tutti. Lo sente rigido sotto al suo tocco, ed aprendo un poco gli occhi si ritrova di fronte la sua espressione corrucciata ad osservarla.
«Non mi piacciono le effusioni in pubblico.»
«Neanche a me e lo sai, ma è bene marcare il territorio.»
La osserva con fare stizzito mentre gli sfila davanti con quell’arroganza insopportabile che la contraddistingue, e cerca con tutto sé stesso di tenere gli occhi alti. Dio solo sa cosa potrebbero dire Muten e Oscar altrimenti, peggio ancora Chichi. Come minimo gli darebbe del depravato e gli lancerebbe un piatto, e a quel punto scatterebbe Sherry.
No, decisamente da evitare. Devo giocarmela bene o alla prima mossa falsa Piccolo e Vegeta le staccano la testa.
Le cammina dietro e l’afferra per un polso, costringendola di nuovo contro la ringhiera. Non pensava che le cose sarebbero andate in questo modo, si aspettava che scherzasse con tutti, che si comportasse come la solita Sherry piena di vita e dalla battuta sempre pronta, invece ha un atteggiamento stranamente schivo e predatorio.
In realtà doveva aspettarselo eccome: un predatore del suo calibro che si è appena affacciato alla convivenza con tanti esseri umani, si ritrova di colpo ad un pranzo con guerrieri ben più pericolosi di lei. Era inevitabile che non fosse sé stessa. Per quanto ci voglia poco, la fiducia di uno Spettro va comunque guadagnata.
Radish avvicina il volto al suo, deciso a farle capire in un modo o in un altro che deve lasciarsi andare. Se ciò significa farla eccitare e doverla trascinare da qualche parte per farglielo capire, beh, per lui non è certo un grande problema.
«Con la moglie di mio fratello, quella di Vegeta, quella di Crilin e la ragazza di Tensing?»
«L’ultima è proprio una tua vecchia fiamma, se non sbaglio. E se non vuoi trovarla appesa ad un palo stile bandiera di sangue e interiora, ti conviene non farmi incazzare.»
Stavolta non sta scherzando, per niente. Ha visto il bagliore rosso nei suoi occhi e i canini affilarsi nella sua bocca, ha sentito sul braccio i suoi artigli. Ha preso Lunch, la dolce, innamoratissima e fedelissima Lunch come una rivale ed è pronta a farle del male da un momento all’altro solo perché sono stati insieme per neanche un mese circa quattro anni prima.
Sebbene questo suo strano e violento lato dovrebbe solo mandarlo in bestia, Radish non riesce a trattenere un sorriso arrogante e soddisfatto, e di slancio l’afferra per i fianchi per farla aderire al suo corpo, e chi se ne frega dell’astio per le effusioni in pubblico. La consapevolezza che lo voglia forse con la stessa intensità con la quale la vuole lui lo manda a terra e, al tempo stesso, gli fa toccare vette mai viste prima.
La cosa forse più strana, però, sta nel fatto che Sherry non sia mai stata così con i suoi precedenti compagni, neanche una volta in sette anni di relazione con River.
«La tua gelosia mi erotizza da morire…»
Le stringe i fianchi quasi fino a farle male, poggiando la fronte contro la sua. Non esiste niente in quel momento, non per lui. Non sente neanche le battute e i richiami degli amici alle proprie spalle.
Ma Sherry qualcosa lo sente: una fragranza come di ananas, una fragranza frizzante che ti entra dentro e ti scuote, che a lei provoca sempre un sorriso interiore.
«Adesso si ride…» Mormora vicino alle labbra del Saiyan, che proprio non capisce cosa voglia dire.
Volta lo sguardo, Sherry, un sorriso divertito ad incresparle le labbra mentre osserva distrattamente la figura di Bree che si attacca alla ringhiera con le mani e in un secondo si accovaccia come una cornacchia al suo fianco, il tutto sotto lo sguardo scocciato di Radish e quello sorpreso dei presenti.

«Ormai per trovarti mi basta seguire la scia più forte di ormoni!» Esclama allegra, lasciando scivolare le gambe in avanti per mettersi seduta. Saluta con un gesto veloce della mano e un sorriso i presenti, concentrandosi subito dopo sulla non-coppia.
«Che ci fai qui?»
«Se tu ci puoi stare, posso starci anche io.»
Bree guarda Sherry e Sherry guarda Bree.
L’Alpha potrebbe benissimo spingerla di sotto con una sonora gomitata nelle gengive, non sarebbe certo la prima volta, ma si rende conto che la sua presenza l’aiuta in qualche modo a mantenere i nervi saldi. In fondo, se deve concentrarsi per contenere la sua esuberanza, non potrà concentrarsi sul resto.
Peccato solo che Bree attacchi immediatamente.
«Mhhh: del bacon con le zampe.»
«Non possiamo toccarlo. Ordine di Kong.»
«E a noi importa cosa dice il bonobo gigante?»
«Occhio Jigsaw, in casa manca ancora il tappeto.»
Adesso Bree guarda Radish e Radish guarda Bree.
Si fissano dritto negli occhi, seri ed alterati finché la bionda scoppia in una fragorosa risata e si lascia scivolare con i piedi per terra.
«Ah-Ah-Ah. Senti che battutone!» Si allontana con passo calmo, i presenti che ancora la fissano interdetti. Per la sorpresa, Bulma è rimasta con la forchetta a pochi centimetri dalla bocca e Vegeta lascia saettare gli occhi dalle due estranee a Radish ogni due o tre secondi, incredulo. Ma che razza di gente frequenti, idiota?!
Bree, che certo non è una creatura impressionabile o che si fa mettere a disagio solo da una decina di sguardi scocciati e sorpresi che la trafiggono, si appoggia alla balaustra a qualche metro di distanza dall’amica e proprio mentre comincia a frugare nella borsa alla ricerca della pipa da hashish, viene raggiunta da un più che interessato Yamcha.
«Non credo di aver capito il tuo nome.» Le sorride cordialmente mentre le porge la mano, convinto che il suo fascino possa in qualche modo colpirla. Beh, tutto sommato non passerebbe inosservato tra alcuni esemplari della loro strana specie, ma con la bionda c’è proprio un problemino di base…
«Bree.»
«Yamcha.»
«So chi sei.» Sta al gioco, lo guarda con aria civettuola, sbatte teatralmente le lunghe ciglia quando lo ritiene più conveniente e sorride con aria timida ma al tempo stesso seducente. L’odore che emana la pelle del guerriero le fa capire quanto bene stia funzionando il suo giochino.
«Sei una fan del baseball?» Domanda pieno di aspettative, mentre nella sua mente partono una sequenza imbarazzante di filmini, uno meno casto dell’altro.
Radish ride sotto ai baffi nel vederlo tanto preso e decide di partecipare alla presa in giro. Non è però chiaro chi dei due voglia realmente prendere in giro, non dopo la sua affermazione: «Sì, Yamcha: le piacciono tutti gli sport dove bisogna rincorrere una palla!»
Ho ammiratrici ovunque. Gongola soddisfatto e le sorride facendo lo splendido, non accorgendosi della moretta che si sta quasi stritolando il mento per evitare di scoppiare a ridere, ben consapevole di come finirà la conversazione.
«Ti andrebbe di andare a bere qualcosa, una volta di queste?» Le domanda speranzoso, sentendo una forte fitta all’inguine di fronte al suo sorriso entusiasta.
«Certo! In fondo abbiamo già una cosa in comune!»
«Il baseball? Se vuoi ti procuro i biglietti per la prossima partita.» È fatta! Santo Cielo, è pure più bella di Bulma!
«Sarebbe carino, ma io mi riferivo alla passione per la figa.»
Sherry a questo punto scoppia a ridere di gusto, le mani davanti al viso ed il busto ripiegato in avanti. Non è stata la sua battuta a farla ridere, poiché smette di farlo dopo la terza volta che la senti, ma per l’espressione di Yamcha e di tutti gli altri.
Radish, sempre al suo fianco, se la ride a propria volta, ignorando volutamente gli sguardi degli amici che gli chiedono silenziosamente spiegazioni.
Queste due giovani non sono come loro, sono ben lontane dal loro stile di vita e questo è oltremodo evidente. Sono strane, sboccate, esuberanti, hanno un atteggiamento bizzarro come se tutto al mondo fosse loro, ed entrambe hanno guardato il povero Oscar come se fosse un tenerissimo arrosto di maiale con tanto di patate al forno.
Vegeta, in particolare modo, le osserva più di quanto non abbia mai fatto con qualsiasi altro Terrestre. Hanno qualcosa che decisamente non gli torna e l’istinto gli dice che quel qualcosa oscilla pericolosamente sul lato “potrebbero essere un problema per la sicurezza di Bulma e di Trunks".
«Sher! Ho un video per te!» Trotta allegra verso l’amica, Bree, un sorriso raggiante sulle labbra e una non indifferente malizia negli occhi.
«Non mi piace la tua faccia.» Borbotta Sherry, pronta al peggio.
«Strano, la gente arriva ad uccidere per la mia faccia!»
«Credevo per il tuo bel culo.»
«Anche.» Le mette il telefono in mano e si allontana di qualche passo, consapevole che potrebbe rigirarlesi contro e che di certo nessuno lì in mezzo proverebbe ad aiutarla.
«Siamo andati allo zoo a posta. Lo abbiamo girato con tantissimo amore!»
Il video si apre sulle natiche granitiche di Micah, magnificamente fasciate da un paio di jeans neri scuri e stretti. Sa benissimo, Sherry, che si tratta di lui perché quello è senza ombra di dubbio il fondoschiena più sexy e più dannatamente perfetto che abbia mai visto. Pure Radish e il bel principe tenebroso “amico" suo non possono competere. Camila una volta disse che poteva vincere una gara per il culo più bello a mani basse e legate dietro la schiena… e per la prima ed unica volta tutti le hanno dato ragione. Le diedero della deficiente subito dopo, quando affermò che il secondo posto era senza ombra di dubbio di River. Sbaglio, in realtà, comprensibile: in pochi facevano caso al silenzioso ed irascibile Maddox, che si era aggiudicato la medaglia d’argento già da tempo.
Lo Spettro sculetta quando viene incoraggiato da Bree, non dice niente quando una natica gli viene pizzicata quasi dolorosamente e poi semplicemente scavalca un’alta recinzione, planando verso il basso.
L’inquadratura lo segue mentre si arrampica in tutta tranquillità sulle rocce dove un piccolo branco di lupi lo osserva con aria guardinga. Non lo attaccano perché hanno fiutato il suo odore selvatico simile a quello di un animale, simile a quello di un pericoloso predatore. Certamente, pure la maschera da gorilla li stranisce non poco!
Sherry sgrana gli occhi a più non posso, il cellulare stretto in mano e una voglia inumana di strozzare l’uno con le budella dell’altro le invade la mente. Peccato solo che le pellicce palomino si vendano male…
Un lieve ringhio le risale per la gola quando vede l’amico avvicinarsi verso la femmina dominante del piccolo branco dello zoo, e la sua rabbia sale ancora di più quando l’animale si alza sulle zampe posteriori e gli scodinzola mentre lui le tiene le zampe anteriori. Come se questo non fosse sufficiente, poi, quel cretino si mette pure a cantare una canzone assai significativa.
«Voulez-vous coucher avec moi, ce soir?
Voulez-vous coucher avec moi?
Yeah, yeah, yeah, yeah—»
La mano si chiude a pugno di scatto, il telefono va in frantumi. A cose normali lo troverebbe assai divertente, riderebbe di gusto ed escogiterebbe subito una controffensiva, ma l’idea che quel video possa fare il giro tra i suoi la preoccupa oltre ogni limite.
«È un uomo morto.»
La bionda scoppia a ridere di gusto, tenendosi sempre a debita distanza. È talmente concentrata sullo sguardo furente dell’amica da non badare minimamente né agli sguardi scocciati dei presenti né, tanto meno, a quello decisamente minaccioso della nuova arrivata.
«BREE!»
Se fosse sotto altre spoglie, avrebbe già nascosto la coda tra le zampe e avrebbe tirato indietro le orecchie, magari guaendo un minimo. L’espressione della sua amata è furente, i fogli che tiene stretti tra le mani sono accartocciati e, Bree ne è sicura, i suoi bei capelli rossi stanno in qualche modo prendendo vita fino ad assomigliare a dei serpenti.
«Che diavolo ci fai qui?»
«Lei può starci.» Punta subito il dito contro l’amica, gli occhi sgranati per la sorpresa. Se li si osservano con più attenzione, vi si può leggere dentro una disperata richiesta di aiuto.
Dovevi essere in pausa pranzo a quest’ora, stacanovista che non sei altro!
«Lei è stata invitata.» Le ringhia contro mentre le si avvicina con passo svelto per afferrarla per un orecchio.
A questo gesto i presenti sono ancora più stupiti: quella donna di forse un metro e sessanta ha afferrato l’altra e l’ha trascinata in basso, all’altezza del bacino, e se la trascina dietro come se fosse una bambina. E quella bambina troppo cresciuta cerca in tutti i modi di liberarsi, piagnucolando che le dispiace e che non lo farà più.
«Millicent, che sta succedendo qui?» Le domanda giustamente Bulma, incapace di credere che quella che è sicuramente la sua dipendente migliore possa tirar fuori un carattere tanto aggressivo e dominante. In genere è così docile, gentile, sempre pronta ad essere d’aiuto in ogni modo! Non ricorda neanche quante volte è corsa in farmacia o al supermercato per aiutarla con Trunks.
«Come ti chiami?!» Le urla contro di rimando Radish, gli occhi sgranati e un sorriso assai divertito ed incredulo che va da un orecchio all’altro.
«Non pensavi davvero che si chiamasse sul serio Mimì, ve’?» Lo riprende prontamente Sherry, mentre i suoi occhi sembrano quasi urlargli “sei un deficiente”.
«Non fare tanto l’arrogante, ragazzina, perché ti spezzo le gambe.»
Ridono entrambi di gusto nel vedere Bree liberarsi dalla presa ferrea della compagna per correre a ripararsi dietro ad un più che interdetto Tensing, che rimane immobile mentre l’eccentrica lupa lo tiene saldamente per le spalle.
Nel farlo è passata davanti ai due, e stavolta Sherry ha fiutato un qualcosa di strano, qualcosa che la insospettisce davvero tanto.
«Si può sapere che sono tutti questi feromoni?» La fissa dritto negli occhi, facendo qualche passo verso di lei per poterla fiutare ancora. Un gesto simile, di certo, non può passare inosservato.
Chichi, dopo essersi piazzata a gambe larghe e braccia incrociate di fronte ai figli, non riesce a fare a meno di fissare truce il cognato, che a sua volta le fa spallucce. Dio solo sa quanto vorrebbe dire a tutti quanti che no, non faranno loro del male, che non sta succedendo effettivamente niente di strano, che quella è la loro natura e che anzi devono ringraziare ogni divinità esistente se non si sono messe a fiutare in giro in cerca di qualcosa di interessante, che non si siano già accovacciate sulla tavola imbastita e che non abbiano già cominciato a lanciarsi contro pezzi di cibo per vedere chi ne prende di più al volo.
Sherry, decisamente incredula, le tira una lieve spinta mentre esclama a pieni polmoni: «Sei incinta?!»
«Il colore dei tuoi occhi è sbagliato: tu sei un Segugio, altroché!» Risponde spingendola di rimando l’altra, sfoggiando subito un sorriso allegro e fiero. Sperava che se ne accorgesse in un secondo momento per via di tutte le grosse novità della sua vita, così da non darle altre cose a cui pensare, ma sapeva in partenza che se ne sarebbe accorta. Col loro fiuto, d’altra parte, è difficile nascondere certe cose.
«Non so cosa dire!»
«Di’ solo che gli farai da madrina.»
«Certo! Di’ che lo terrai lontano da me.»
«Ma certo!»
Si abbracciano forte, felici e complici come sono sempre state. Mimì, che ha momentaneamente abbandonato l’idea di tirarle addosso qualcosa, sorride dolcemente nel guardarle.
Ne hanno parlato a lungo nell’ultimo anno, capendo in breve che sì, volevano una famiglia malgrado il mondo sia più che contrario a questo genere di cose. Il problema, per una coppia come la loro, non stava però in questo fatto, quanto in quello che dovevano decidere chi delle due avrebbe portato avanti la gravidanza, arrivando dopo molte considerazioni a scegliere la bionda: più forte, più energica, un organismo fatto a posta per sopportare anche le gravidanze più difficili e, senza dubbio, con i geni migliori. La scelta del padre è poi venuta da sola.
Radish, per quanto quasi completamente disinteressato alla faccenda, ha capito immediatamente che questo argomento può tenerle un poco occupate e che ha, in qualche modo, rallegrato la cupa non-compagna.
«No, frena un attimo. Come sarebbe a dire incinta? L’hai tradita con un uomo?»
«Ti ringrazio, Radish, qui nessuno conosceva il mio orientamento sessuale.» Borbotta imbarazzata Mimì, una mano a massaggiarsi le tempie. Non che si vergogni di qualcosa, solo che preferisce tenere certe questioni fuori dal posto di lavoro.
«Credimi, si intuisce facilmente.»
«Non è vero.» Borbotta Bulma, che ormai ha una specie di tornado nella testa.
Non capisce come quella dolce e pacata ragazza possa avere una relazione con un’esuberante uragano come Bree, come possa intrattenere rapporti d’amicizia con ragazze tipo la compagna di Radish, non capisce come possa essersi invischiata con persone pericolose. Perché ormai lo ha capito, le è bastato lanciarsi un’occhiata col marito, ormai pronto a menar le mani.
«Allora?!» La richiama Radish, felice nel notare che adesso Sherry pare essere un poco più calma.
«Merito di Micah.»
«Eh?»
«PsychoKen.» Lo informa con un sorriso divertito Sherry, mentre con calma torna al suo fianco. E lì rimane, avvolgendosi un suo grande e forte braccio attorno alle spalle. Sa che si sta impegnando, lo capisce senza particolare sforzo, e sotto sotto le fa piacere. Certo, non le fa piacere per niente stare lì nel mezzo quasi fosse la sua ragazza, ma non vuole farcelo restare male. Non di fronte a tutti, comunque: avrà tempo e modo per fargli capire che questo genere di cose non devono più succedere.
«Sì, il gemello perduto, ho capito. Ma non capisco come!»
«Mi pare talmente ovvio.» Borbotta scocciata la Mezzosangue, guardandolo come se fosse stupido. Questo gesto tanto spontaneo, in qualche modo, le fa guadagnare un piccolissimo punto agli occhi di Vegeta.
«Ci sei andata a letto?»
«Cosa? No. Ci siamo ammucchiati da ragazzini, ma non siamo mai arrivati a fare sesso. L’unico ragazzo con cui l’ho fatto è Mordecai.»
«È buffo, se ci pensi un attimo capisci che ci ha scopate tutte.»
Per quanto consapevole che siano cose successe in passato, che quell’eccentrico uomo-lupo spesso presente nei loro discorsi non la tocca da ormai sette anni, sente improvvisamente di volerlo morto, magari con la testa appesa nel salotto di casa sua.
«Allora mi spieghi come fai ad essere incinta o no?!»
«Per la puttana se sei lento!»
Stavolta Vegeta si lascia andare ad un lievissimo ed impercettibile sorriso, che nessuno nota. Sì, decisamente la stravagante e volgare biondina gli va molto più a genio dell’altra, tanto che forse forse potrebbe evitare di ucciderla.
«Inseminazione artificiale, Einstein.» Afferma con ovvietà, puntando poi un dito contro Sherry e guardandola con aria curiosamente seria: «Tienilo per te, Sher, lo annuncerò al gruppo in un secondo momento. Tipo tra quattro giorni…»
Tutti, ma proprio tutti, sentono un lieve ringhiare provenire dalla giovane che si è scrollata di dosso il braccio di Radish con un gesto così stizzito da far domandare quale sia effettivamente il suo disturbo psicologico, ma il commento di Radish li distrae un poco.
«Penso che comincerò da subito a chiamarti Cicciopotamo.»
Bree ridacchia divertita mentre affonda una mano nella borsa, annuendo distrattamente. Ne estrae in un attimo un piccolo tablet chiaro che subito accende, lasciando vagare un istante dopo gli occhi sui presenti: «Chi vuole vedere un montaggio video stupendo dove Radish è ubriaco da far schifo?»
S’incammina con passo leggero verso Vegeta, piazzandosi al suo fianco senza alcuna paura. Sa bene che l’idea di difenderla non sfiorerebbe neanche da lontano la mente del Saiyan che si sbatte in allegria la sua amica, ma sa altrettanto bene che si ritroverebbe costretto a farlo se vuole ancora godere delle sue dolci attenzioni.
«Non osare.» Le ringhia contro Radish, stringendo i pugni per la rabbia. Non può colpirla, lo sa, e questo lo manda in bestia. Un tempo non si sarebbe fatto scrupoli, probabilmente l’avrebbe ammazzata già da tempo, ma adesso c’è Sherry e lui davvero non vuole rischiare di perderla per una cosa simile. Prima o poi commetterai un passo falso e a quel punto ti gonfierò di botte, incinta o non incinta!
«Ah, oso, oso.»
Prende posto a sedere tra Vegeta e Chichi, lasciandosi andare ad un sorriso dolce quando il piccolo Goten la guarda con quei suoi grandi occhioni scuri e luminosi. Le sono sempre piaciuti i bambini, li trova carini e divertenti.
Quando Chichi si accorge che il suo adorato secondogenito ride allegro mentre stringe nella manina paffuta un lungo e affusolato dito della ragazza, si sente improvvisamente combattuta: una parte di lei le dice di allontanarsi subito, di nascondere il piccolo Goten lontano dalla sua vista, ma un’altra parte le dice che può lasciarla fare, che non ha alcuna intenzione di torcergli neanche un capello. Lo capisce ancora di più quando Bree comincia a fargli le pernacchie per divertirlo, ed allora allenta la presa sul fagottino.
Gohan, alle sue spalle, osserva di sottecchi la scena e lancia una fugace occhiata a Piccolo, trovandolo corrucciato come al solito. Non capisce quindi se può permettersi di abbassare la guardia come invece stanno evidentemente facendo non solo sua madre, ma anche Lunch, Yamcha e Muten. Loro tre sono stati i primi ad accalcarsi per vedere il video, e gli altri semplicemente li hanno raggiunti con movimenti incerti.
Bulma, con Trunks stretto tra le braccia e al riparo dietro le spalle del marito, allunga con curiosità gli occhi quando il video parte, trattenendo a stento una risata nel vedere la moretta, coperta appena dalla biancheria intima rossa, con una bottiglia di birra in bilico sulla punta del naso e Radish, a torso nudo, che ne posiziona una seconda sulla fronte e afferma convinto che non poteva aspettarsi niente di meno da una bestia da circo come lei.
Una volta posizionata la videocamera, Mimì prende posto sul divano, un sorriso sconsolato in volto e gli occhi annebbiati dall’alcol, ed infine Bree salta in mezzo alle due, con quel seno invidiabile appena trattenuto dal reggiseno giallo che sobbalza ad ogni suo movimento.
La stanza è poco illuminata e il tavolo da fumo di fronte a loro è costellato di bicchierini riempiti d’alcol, le bottiglie vuote sono disseminate sul pavimento. Bree annuncia le semplice regole, che consistono nel tenere l’acqua in bocca e guardare i video senza ridere altrimenti dovranno bere uno shot. Inutile dire che, essendo già discretamente brilli, nessuno di loro è in grado di trattenersi come farebbe in altre circostanze.
I brevi e demenziali video iniziano e ogni volta uno di loro scoppia a ridere, sputando
di proposito l’acqua su di un’altra, gli altri scoppiano di rimando in pochi secondi. Pure Radish, che finita la sfida era al sul punto di vomitare anche il fegato, non si risparmia e ride per ogni stronzata, sputando l’acqua su tutto e tutti. Non riesce a trattenersi e per questo risulta divertente da vedere, ma non ci vuole niente per capire che in quel momento, con quelle due scapestrate in biancheria intima che giocano con lui e lo trattano evidentemente con affetto e rispetto, lui è felice come mai lo avevano visto.
Chichi e Gohan, quelli più abituati alla sua presenza assieme a Piccolo, lo guardano con un certo stupore. Non l’hanno mai visto ridere così, non l’hanno mai visto abbracciare qualcuno, non credevano che l’avrebbero mai visto baciare di slancio una donna e risultare incredibilmente dolce. Per Chichi, in realtà, è dolce anche adesso, col viso arrossato per la vergogna e con quella bizzarra ragazza che gli scompiglia i capelli con aria affettuosa e giocosa.
Beh, tutto sommato, potrei anche pensare di farla avvicinare ai miei figli…
Vegeta, che davvero non sa se ridere davanti all’espressione inebetita dall’alcool di Radish o insultarlo pesantemente perché un Saiyan non dovrebbe comportarsi in modo tanto infantile, rimane immobile al suo posto, le braccia muscolose saldamente incrociate al petto. Si lascia andare ad un solo commento, che esce dalle sue labbra con voce bassa ed un po’ roca.
«Questo è al contempo il momento più basso e più alto della mia vita.»
«Fottiti, principino viziato.» Gli ringhia contro Radish, che davvero non avrebbe voluto che lui vedesse. Avrebbe forse accettato gli altri, ci sarebbe potuto passare sopra, ma lui proprio no. È così umiliante…
«Una domanda: perché lui indossava un’uniforme che gli dava un’aria follemente arrapante e tu invece eri vestito come un ballerino di un locale gay?» Domanda di colpo Bree, aumentando a dismisura la rabbia del capellone e scatenando una lieve risata generale.
«No, sul serio, com’è possibile? Frigo ti odiava così tanto?»
«Secondo te era questo il problema con quel coso cornuto? Era così bastardo da fargli firmare un contratto a tempo determinato e non li pagava neppure! Lo senti il dramma?!» Ci mette il carico da cento, Sherry, ormai un poco più calma seppur ancora contraria di stare in mezzo a tutti loro.
Non vorrebbe far arrabbiare Radish, non dopo aver capito che non sono poi tanto capaci di sostenere una vera conversazione quando sono su di giri, ma non saprebbe in quale altro modo interagire se non questo. Tra la sua gente, in fondo, o ci si prende in giro o ci si massacra di botte!
«E fu così che le tre scimmiette divennero comuniste e fondarono il sindacato per i guerrieri della galassia.»
A questo commento tutti, eccetto i due Saiyan, ridono. Ridono sul serio, e per la seconda volta guardano le due ragazze come se fossero persone normali che gli piacerebbe conoscere di più anziché come pazze aggressive che volevano mangiare Oscar.
«Non so se ridere o andarmi a nascondere.» Afferma tra un risolino e l’altro Bulma, notando lo sguardo assai alterato del marito che, lo sa, è poco incline a certi atteggiamenti e/o discorsi.
«E non è niente…» Commenta rammaricata Mimì, togliendo il tablet dalle mani della compagna come farebbe una mamma, sobbalzando quando questa scatta in piedi all’improvviso.
«SHER!»
«Mh?» La guarda con aria finalmente rilassata, rimanendo sempre ben vicina a Radish. Per quanto senta distintamente il suo più che giustificato nervosismo, si sente comunque più calma sapendolo al proprio fianco. In fondo, chi altri potrebbe impedirle di compiere qualche passo falso se non lui? Beh, almeno è quello che lo spera.
«Riesci a sentirlo?» Si punta gli indici contro la pancia, Bree, sorridendole speranzosa.
«Dipende… da quanto sta lì?»
«Una decina di giorni. È stato concepito la mattina che ho spinto Tarzan tra le tue braccia!»
«Sei una testa di cazzo irrecuperabile.» Sospira appena, Sherry, passandosi con fare esasperato una mano sul volto, per poi proseguire: «Comunque è possibile, ma non ne sono certa. Se vuoi faccio un tentativo.»
Bree annuisce convinta mentre si piazza di fronte all’amica, il cuore che batte più forte per l’emozione. Nel momento esatto in cui la vede inginocchiarsi di fronte a lei, le passa per la mente un pensiero folle che mai prima d’ora aveva preso in considerazione: Sarebbe bello se fosse stato papà…
Non che tra loro ci fosse un bel rapporto, anzi non c’era proprio niente, però non c’era nessuno bravo come lui a far nascere i cuccioli nei Territori del Nord. Era meticoloso, paziente, capace di capire dopo appena due settimane sia quanti sarebbero stati i nascituri che il loro sesso. Ma ora non c’è più, Jäger l’ha eliminato quella notte, e Bree non può far altro che eliminare ogni pensiero o ricordo che lo riguardi.
«Ho bisogno che stiate quanto più in silenzio possibile.» Afferma con tono fermo Sherry, lanciano una fugace occhiata ai presenti che la guardano di nuovo con aria stranita.
«Perché?»
Gli occhi d’ambra di Sherry si scontrano per la prima volta con quelli scuri di Crilin, che prova ad avvicinarla un poco incerto. C-18, al suo fianco, la guarda invece con un’accesa curiosità.
«Perché sennò potrei non essere in grado di compiere la mia magia.» Risponde così, con un sorriso tirato in volto, e poi torna a concentrarsi sull’amica. Dio, possibile che non facciamo altro che infrangere le regole? Forse alla Tana avevano ragione, siamo da abbattere!
«Trattieni il respiro, aiuterà a percepire un battito diverso.» Detto questo poggia l’orecchio sul ventre piatto e forte di Bree, chiudendo gli occhi per concentrarsi.
C’è silenzio adesso, gli unici rumori che si sentono sono il cinguettio degli uccellini e quelli più fastidiosi prodotti dalla città, come clacson in lontananza e il transito delle macchine. Ma Sherry riesce ad isolarli, li butta lontano fino a non sentirli più come le è stato insegnato da piccola e il suo udito classifica con attenzione ogni rumore che proviene da Bree.
«Sei tenerissima così, lo sai?» Mormora con un sorriso dolce Bree, guardandola dall’alto, ricevendo un lieve pizzicotto nella coscia.
«Tappati quella fogna.» Sospira piano e finalmente ci riesce, trova ciò che stava cercando. Apre di scatto gli occhi, resi lucidi dall’emozione per aver udito una cosa del genere per la prima volta, e guarda le due amiche con una gioia infinita.
«Congratulazioni mammine: tra qualche mese potrete stringere due belle testoline bionde!»
«Sono due?!» Bree rimane per un attimo come paralizzata, riprendendosi solo quando sente la mano dell’amata sfiorarle un braccio. L’afferra con forza per la vita e la solleva per aria, facendola ridere forte.
«Sono due! Sono due!»
C-18, un poco spazientita dai suoi strani atteggiamenti, si piazza a braccia incrociate davanti a Sherry prima che possa tornare di nuovo al fianco di Radish, fissandola con circospezione dritto negli occhi: «Vuoi farci credere di aver sentito il battito del bambino?»
«Bambini.» La corregge con tono infastidito, sorreggendo il suo sguardo. Sa bene chi è e di cosa sia capace, lo ha visto nei ricordi di Radish. In altre circostanze, in realtà, non le dispiacerebbe interagire con lei in quanto non del tutto umana, ma il suo atteggiamento non le sta piacendo per niente.
Inclina un poco la testa di lato, sforzandosi di sorridere nel modo più cordiale possibile dopo aver notato lo sguardo serio del Saiyan alle spalle della glaciale bionda, per poi riprendere il discorso: «Sì, posso sentirlo. Così come posso sentire che nel palazzo là di fronte, al secondo piano, una mocciosa sta tartassando i genitori perché vuole a tutti i costi un unicorno… o un pony, in alternativa.»
C-18 assottiglia lo sguardo e la fissa con una certa insistenza. Contro ogni logica le crede, sa che non sta sparando scemenze per farsi vedere migliore ai loro occhi, ma non riesce comunque a trattenere il proprio stupore: «Davvero?»
«Anche secondo me è una scelta stupida. Io avrei preteso un coccodrillo. Cioè, vuoi mettere? Fai un figurone per strada e al supermercato salti le file che è un piacere!»
Contro ogni aspettativa generale, C-18 le sorride e si sposta. Le va a genio, tutto sommato: è tosta, non si lascia intimorire da loro come sicuramente farebbero la maggior parte delle persone. Potrebbero diventare amiche, un domani, e questo pensiero non le dispiace.
«Davvero sente tutto questo?» Gohan l’avvicina incuriosito con quel suo adorabile timido sorriso, arrossendo un poco quando il bel viso  sorridente della bionda sbuca da dietro la sua spalla, decisamente troppo vicina per lui.
«È stressante a volte.»
In venti minuti scarsi, Sherry e Bree sono riuscite a portare il proprio caos nelle loro vite. Sono riuscite a mettere loro la pulce nell’orecchio, a scuotere un minimo le loro convinzioni. Perché tutti i presenti sono sin troppo abituati ad avere a che fare con persone fuori dal comune e sono quindi capacissimi di riconoscerne una quando se la trovano davanti. L’unica cosa da fare, adesso, è capire con che genere di persone fuori dal comune hanno a che fare stavolta.
Sherry si lascia abbracciare da una più che emozionata Bree, sorride un poco imbarazzata quando le bacia più volte e con forza la guancia, irrigidendosi poi tutto in un colpo.
Bree si separa di scatto da lei, punta gli occhi ad est mentre un orrendo presentimento la scuote fin nelle viscere.
Alle loro sensibili orecchie, infatti, giungono dei prolungati e lugubri ululati, una specie di coro confuso, che fa drizzare loro i peli sulla nuca.
«Bree-»
«Lo sento.»
Si muovono di un paio di passi e poggiano entrambe le mani sulla ringhiera, gli occhi attenti e preoccupati.
«È un allarme?»
«Non proprio…» Scuote un poco la testa, Sherry, lasciandosi poi andare ad un sospiro. Abbassa per un istante lo sguardo e si domanda cosa possa essere successo di tanto grave da organizzare una cosa simile così all’improvviso, e l’idea che pure River sia coinvolto un poco la preoccupa. Ha sentito chiaramente il suo ululato, non potrebbe mai confonderlo, e sa che è assai strano che si immischi in queste faccende, poiché spaventato dall’idea che suo padre lo punisca come traditore.
Si volta repentinamente verso Radish, guardandolo dritto negli occhi. Lui la guarda a sua volta, allarmato perché ha capito che c’è qualcosa che davvero non va.
«Potrebbero sorgere dei problemi, non aspettarmi stasera.»
«Che vorresti dire?»
Prova ad afferrarla per un polso, sorprendendosi davvero nel vederla reagire con fare sin troppo stizzito.
«Tranquillo, so cavarmela.»
Lo so, Sherry, ma dannazione! Non puoi piantarmi così e pretendere che rimanga tranquillo, che non voglia sapere cosa sta succedendo!
Bree, avendo capito che non si tratta di una sciocchezza o di una semplice invasione di territorio, dà un fugace bacio a Mimì, anch’essa preoccupata dal loro repentino cambio d’umore, e s’incammina con passo svelto dietro a Sherry.
«Non provarci: tu resti qui.»
«Cosa?!»
«Non ti trascinerò in un casino simile.»
Bree le sbarra la strada, lo sguardo furioso e determinato. Non riesce neanche a concepire l’idea di lasciarla andare da sola, non quando ha riconosciuto le voci di molti soggetti poco raccomandabili, e sa che deve riuscire a convincerla a ritirare il comando se non vuole essere buttata fuori dal suo branco.
«Non puoi farcela da sola.»
«Ho più possibilità di uscirne bene se non devo badare anche a te.»
Pare quasi annaspare in cerca d’aria, Bree, mentre apre a scatti la bocca carnosa in cerca di qualche valido argomento con cui controbattere, ma l’Alpha la precede.
«Bree, guardami: sono stata addestrata anche per situazioni del genere, lo sai. Andrà tutto alla grande. Tu resta qui, non farmi seguire e proteggi Mimì.»
L’abbraccia per un istante e poi, dopo una breve rincorsa, salta giù dal terrazzo, riuscendo ad atterrare in mezzo alla strada.
Non ha tempo da perdere, lo sa, una convocazione simile può portare solo gravi problemi e deve intervenire subito, così si affretta a prendere velocità, sparendo in pochi secondi dalla loro visuale.
Sono rimasti tutti sconcertati ed immobili, i loro sguardi oscillano dal punto in cui la ragazza è scomparsa a Bree. C’è qualcosa che non va nel suo sguardo, sembra essere davvero spaventata. Pure Radish, dritto al suo fianco, ha l’aria di chi sta già presagendo il peggio perché consapevole di qualcosa a loro sconosciuto.
Vegeta, stupito dalla velocità con la quale si sposta l’aura di quella Terrestre, sgrana gli occhi quando all’improvviso non la sente più. È sparita, persa nel niente.
Sposta repentinamente gli occhi neri verso Radish, e il suo movimento viene copiato quasi simultaneamente dagli altri.
«Che è successo?» A prendere la parola è Gohan, sorpreso quanto gli altri dal fatto di non riuscire più a sentirla. Guarda con una certa apprensione lo zio, sorprendendosi nel vedere quanto i suoi occhi esprimano effettivamente sconforto e preoccupazione.
«Possiamo aiutarla in qualche modo?» Chichi si avvicina a Bree, cerca i suoi occhi. Pur non conoscendola, le pare difficile credere che qualcosa possa preoccuparla e, pur non conoscendo neanche Sherry, è intenzionata a darle man forte se necessario, così da non far ricadere Radish nella solitudine. I suoi miglioramenti sono così evidenti che non solo dispiacerebbe a lei, ma renderebbe assai infelice anche il suo amato Goku.
«Ti ringrazio per la premura, bella Milf, ma queste sono questioni nostre. Anche se…» Ci pensa su con attenzione, Bree. Li guarda uno per uno, lasciandosi per ultimo Radish.
Non vanno mai d’accordo, loro due.
Radish la considera un qualcosa di fastidioso al pari di una zanzara che di notte ti ronza nelle orecchi e Bree lo considera al pari di una scimmia ammaestrata capace solo a menar le mani e scoparsi la sua amica.
Probabilmente non andranno mai d’accordo, lo sanno e non lo considerano un problema dal momento che, ad entrambi, basta tenersi il proprio posto nella vita dell’Alpha. È proprio questa consapevolezza comune che li porta ad annuire l’uno all’altra.
Sanno cosa va fatto. Sanno che, a questo punto, è necessario scoperchiare il vaso e lasciare che la verità venga a galla.
Non c’è bisogno che se lo dicano, lo sanno e basta, per una volta si trovano d’accordo.
Non sanno come convinceranno Sherry, certo, ma sanno che in due possono trovare un modo.
Un’altra cosa che sanno per certa, è che devono trovare un modo per accontentare anche i presenti ed evitare che vadano a controllare cosa sia successo. La pazienza di Sherry ha un limite troppo sottile, mandarla su tutte le furie a causa di una loro sgradita apparizione, soprattutto in un momento tanto delicato, li escluderebbe entrambi dalla sua vita.
Si voltano entrambi, li guardano con aria sorprendentemente seria, il silenzio pare assordante finché Bree, dopo un sospiro carico di tensione, prende finalmente la parola: «… avete da fare per pranzo, domani?»






*Chi sarà mai quest’adorabile bambina? 😌
**Ho pensato che dal momento che uso il nome Radish anziché Raditz, vada bene pure Oscar. Se vi facesse storcere troppo il naso, non ci metto niente a cambiarlo :)




ANGOLO DELL’AUTRICE
Vi sembra un capitolo lungo? Beh, pensate che non solo ho tolto dei pezzetti, ma ho proprio tagliato una parte! 😅
Se lasciavo tutto intero, uscivano ben 65 pagine… COME FACCIO A SCRIVERE DI MENO?! Qualche consiglio?! ☹️
 
C’è un motivo se Radish ha strani atteggiamenti al limite della psicosi, non è del tutto una sua caratteristica comportamentale. Per quanto attaccabrighe e possessivo come lo può essere un uomo che non ha mai avuto niente dalla vita se non calci nei denti, la sua spropositata ferocia per Sherry scaturisce da tutt’altro fatto. 🤐

Finalmente appaiono anche i nostri eroi, seppur in maniera  più o meno marginale. Sherry di certo non li avrebbe mai avvicinati spontaneamente, pure con Radish la faccenda è stata forzata per lei, ma cederà presto. In fondo, come già detto, la fiducia di uno Spettro si guadagna abbastanza facilmente se non li si tratta male e non ci si impone male nei loro confronti, un po’ come con i cani o i gatti (beh, non so i vostri, ma con i miei è così).
Chichi avrà una parte molto importante ad un certo punto, diciamo che sarà grazie a lei se si scoprirà una verità fondamentale. 😇🐒

Il rapporto tra Radish e Vegeta, almeno basandomi su Dragon Ball R&R, è impostato tipo quello tra Zoro e Sanji in One Piece. C’è rispetto, sicuramente un minimo di affetto, ma si scannano per delle scemenze come due bambini… in pratica la loro è una sottospecie di gara perenne a chi ce l’ha più lungo!


Ci tengo infine a ringraziare di cuore _Cramisi_, Chimera__ e Celeste98 per le splendide recensioni allo scorso capitolo e Teo5Astor per aver lasciato delle recensioni a dei capitoli precedenti… siete stai gentilissimi, davvero! Non so proprio come ringraziarvi! 💞💞💞

Beh, direi di aver scritto decisamente troppo questa volta e che è quindi meglio se me ne vado!
Il prossimo capitolo è già pronto, quindi probabilmente aggiornerà molto presto.
Quindi, popolo di EFP, godetevi la quarantena!

Un bacione
Kiki🤙🏼



PS: In quanti hanno colto la citazione a Ted 2?

  
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