Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: Feisty Pants    15/03/2020    1 recensioni
Elsa e Anna sono due sorelle di 27 e 24 anni alle prese con le proprie vite e i propri impegni. Elsa è sposata e vive la sua vita con le scatenate figlie gemelle di 7 anni. Anna, invece, è prossima alla laurea e a dire sì a un futuro roseo e carico di amore che ha sempre sognato fin da piccola.
La vita, però, non è una favola. Entrambe le sorelle vivranno dei momenti di crisi della quotidianità e, per colpa di incidenti e imprevisti, dovranno fare i conti con la cruda realtà.
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna, Elsa, Kristoff, Nuovo personaggio
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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CAPITOLO 4
 
“Annie sei pronta?” chiede Rapunzel bussando alla porta del bagno, saltellando di gioia, pronta a vedere l’amica finalmente intenzionata a trascorrere una serata in discoteca.

“Sì, ci sono!” risponde convinta Anna uscendo dal bagno e mostrando il suo look. La giovane si era piastrata i capelli che, stranamente, ricadevano lisci e brillanti sulle sue spalle. Indossava una gonna non troppo corta, una giacchetta di pelle e aveva applicato rossetto e mascara per risaltare il volto.

“Mi mancavi Anna! Sei sempre bellissima, ma così almeno non sembri un topo da biblioteca!” commenta Rapunzel chiedendo all’altra di girare su sé stessa per appurarne la perfezione stilistica.

“Merida andiamo? I ragazzi saranno già giù ad aspettarci!” grida Anna, invitando l’amica in cucina a sbrigarsi. La giovane, impegnata a bisticciare segretamente in una conversazione telefonica, taglia corto e si avvicina alle amiche con fare alquanto preoccupato.

“Tutto bene? Non sembri tu!” chiede Rapunzel corrugando la fronte, non abituata a vedere la riccia turbata.

“Tutto ok, andiamo” risponde Merida scuotendo la testa e mostrando uno smagliante sorriso per non allarmare le altre su una questione che stava tenendo nascosta.

“Wow! Guardate chi è uscito dal letargo!” esclama Flynn, sobbalzando di fronte alla visione di Anna elegante.


“Dai andiamo o perdiamo l’ingresso gratis!” si lamenta Hiccup dalla macchina, facendo segno di accelerare i tempi.

Hans fa salire Anna sulla sua vettura e, in modo educato, le rivolge un tenero saluto complimentandosi per l’aspetto fisico.

“Vedrai che ti divertirai Anna! Ti ci vuole un po’ di svago!” le augura Hans, tenendo lo sguardo concentrato sulla guida, felice di notare, con la coda dell’occhio, il viso disteso e sereno della sua migliore amica.

Una volta nel locale tutti i ragazzi si lanciano in pista, trascinandosi dietro Anna ed invitandola a seguire i loro gesti. Le discoteche ad Anna non erano mai piaciute, ma frequentarle con gli amici le permetteva di sentirsi giovane a pieno.

Muoversi, sudare, scatenarsi, ridere imitando le pose strambe dei coetanei, il tutto condito da un abile deejay capace di miscelare molte canzoni: ecco un mix perfetto per rendere tutto divertente e stimolante. La discoteca rimaneva comunque un posto frequentato da soggetti ubriachi, da ragazzi intenzionati solo a trovare una ragazza con cui condividere la notte e da donne facili pronte a stuzzicare il desiderio sessuale di tanti, ma il bello di essere in un gruppo, soprattutto misto, permetteva a tutti di non venir disturbati.

Anna ride, scherza, si muove senza fermarsi riuscendo, per la prima volta, a non pensare alle sue difficoltà immaginando di vivere in un altro pianeta con i suoi migliori amici.

“Ma dov’è finita Merida?” domanda a una certa Anna stessa notando l’assenza della rossa, durante un momento di pausa del deejay.

“L’ho vista andare verso il bagno poco fa, ma non è ancora tornata” risponde Rapunzel, ancora intenzionata a strusciarsi su Flynn, ormai più di un semplice amico.

Anna decide di allontanarsi per cercare l’amica e approfittare, così, per prendere una boccata d’aria.

È ormai prossima ai divanetti posti vicini al lungo corridoio dei servizi quando, inaspettatamente, nota Merida parlare con un ragazzo dai capelli castani, le basette, gli occhiali e il pizzetto. Anna mette a fuoco il soggetto e, una volta riconosciuto, sente il cuore esploderle nel petto e le preoccupazioni farsi di nuovo strada dentro di sé. È quando vede i due baciarsi che Anna non capisce più niente. Il suo cervello ripercorre alcuni lampi della sua adolescenza dove rivede i genitori uscire per una passeggiata per poi non tornare più, vede il volto malefico del loro assassino insultarle per strada, rivive un bruttissimo processo, vinto dopo aver subìto un logorante intervento psicologico.

“Si baciano?! Si stanno seriamente baciando?!” dice tra sé e sé Anna appoggiandosi alle ginocchia per riprendere fiato. Merida come aveva potuto farle questo? Perché le aveva tenuto nascosta una cosa simile, facendo finta di nulla e comportandosi comunque come amica rispettosa e amorevole?

“Anna, va tutto bene?” chiede Merida stessa, una volta allontanatosi dallo sconosciuto, accorgendosi di Anna particolarmente frastornata vicino al bagno.

“Non mi toccare!” ringhia la giovane liberandosi con uno strattone dal gesto d’aiuto di lei.

“Che ti prende?!” domanda Merida deglutendo, in realtà preoccupata di essere stata vista insieme all’attuale fidanzato.

“Che mi prende?! Ti ho vista sai! Con Daniel Weselton! Sì, sono sicura che era lui…e non mi venire a dire che quello era un bacio da discoteca” l’attacca Anna collerica, puntandole il dito contro e respirando affannosamente.

“Lo so, avrei dovuto dirtelo, ma io e lui stiamo insieme e volevo solo un po’ di tempo per comprendere i miei sentimenti! Non volevo che venisse in discoteca stasera, ma come potevo evitarlo? So di quello che ti ha fatto la sua famiglia ma lui è diverso e…” comincia a dire Merida, prendendo le difese del giovane.

“E suo padre ha ucciso i miei genitori! Lui rimane il figlio di un criminale, di un uomo orribile che di fronte a due ragazze rimaste orfane ha saputo pensare a sé stesso e pagare un sacco di soldi per un avvocato che riuscisse a trovare qualsiasi causa per incriminarci comunque! Con tutti i ragazzi che ci sono Merida, proprio con lui?! Perché mi hai fatto questo?!” si altera Anna con voce spezzata, sentendo gli occhi lucidi.

“Perché ti ho fatto questo?! Mi sono innamorata Anna! Tu dovresti saperlo che capita e basta!” risponde la rossa alzando la voce e provando a difendersi.

“Me ne vado, sapevo che sarebbe stato uno sbaglio venire qui. Grazie, bell’amica!” chiude Anna guardando con amarezza e delusione la coinquilina e dirigendosi verso il resto del gruppo, non riuscendo a trattenere le lacrime. Tutti sono intenti a ballare in mezzo alla folla ma è proprio Hans a notare Anna appoggiata al muro scossa da un forte pianto.

“Hey, Annie che succede?!” domanda lui spaventato, avvicinandosi immediatamente a lei senza esitare. Anna gli si getta al collo e dà sfogo del suo dolore senza preoccuparsi di essere in un luogo affollato.

“Portami da Elsa ti prego, prometto che ti spiegherò, ma ora voglio solo mia sorella” lo supplica Anna cercando di parlare nonostante il groppo in gola. Hans, preoccupato per l’amica e rispettoso dei suoi desideri, si limita ad annuire ed accompagnarla a casa della parente.

Sono le due di notte quando, improvvisamente, Elsa si sveglia di soprassalto avvertendo la vibrazione del telefono sul comodino. La donna si alza dal letto, con i capelli scompigliati e gli occhi socchiusi, cercando di mettere a fuoco il contatto che la chiama in piena notte. Elsa trova difficoltoso rivolgere lo sguardo allo schermo e, appena mette a fuoco il numero telefonico, viene distratta da qualcuno che bussa violentemente alla sua porta. La donna si sistema frettolosamente la folta chioma bionda e corre alla porta aprendola velocemente, intenzionata a dire allo sconosciuto di fare più piano per non svegliare le bambine.

“Anna?!” esclama Elsa sbiancando, trovandosi di fronte alla sorella scossa da un violento pianto. Anna, con il viso paonazzo per colpa delle lacrime e mossa dai singhiozzi, non proferisce parola ma si getta a capofitto tra le braccia della maggiore cercando in lei riparo.

“Hey, che cosa succede?!” domanda spaventata Elsa stringendo a sé la più piccola e accarezzandole i capelli.

“Fa tutto schifo! Sono così confusa e non ci capisco più niente!” afferma la ragazza bagnando di lacrime il pigiama della sorella che non ha ancora allentato la presa.

“Anna, calma! Respira e spiegami l’accaduto!” la invita a tranquillizzarsi Elsa allontanandola da sé un attimo per fissarla profondamente negli occhi rossi di pianto, con l’intento di farle riprendere aria e non impazzire.

“Sono andata in discoteca con le altre…e ho scoperto che, Merida sta insieme a Daniel Weselton!” sbotta Anna riprendendo subito a singhiozzare.

“Aspetta, il figlio di…quel Weselton?!” chiede esterrefatta Elsa, sgranando gli occhi e sentendosi mancare il respiro.

“Sì, quello stronzo che ha ucciso mamma e papà! Con tutti i ragazzi che esistono lei sta insieme al figlio di questo capisci?!” grida Anna strozzando la voce in gola e portandosi una mano tremante sulla fronte.

“Shhh…ascolta, capisco che tu sia arrabbiata, ma alla fine Merida non c’entra nulla con questa storia. Aveva paura a dirtelo perché sa quanto la cosa ti faccia soffrire, ma qui non stiamo parlando di noi. Se lei è innamorata di Daniel non sono affari nostri! Cosa c’entra lui con suo padre?!” la stuzzica Elsa invitandola, con il gesto delle mani, ad abbassare la voce per non svegliare le bambine.

“Sono lo stesso sangue, io non ce la faccio! Mi sento tradita e sola…” ringhia Anna mostrandosi sempre più turbata da quanto accaduto. Elsa, intenerita dalla dolce sorellina distrutta dalla situazione, le prende la mano e la invita a seguirla nella sua camera matrimoniale.

“Anna, ti conosco e so che non ti fa bene agitarti a questo modo, soprattutto ora che devi essere fresca e pronta per gli ultimi esami. Dormi qui da me stanotte ok?” propone Elsa facendole cenno con la testa di entrare nella stanza.

“Sì grazie, vado in camera mia” risponde Anna sospirando profondamente e dirigendosi verso la fine del corridoio, troppo confusa per captare il messaggio.


“No ferma” la blocca Elsa riprendendola per mano.

“Intendevo che stanotte dormi con me” conclude poi, tirandola a sé.

“No aspetta, Jack?” domanda Anna felice, ma allo stesso tempo dubbiosa sull’assenza del cognato.

“Ha il turno notturno. Termina domani alle 7.00 e poi stasera hai bisogno di stare vicino a qualcuno” taglia corto Elsa, togliendo un asciugamano dall’armadio e ponendoglielo tra le mani. Anna la ringrazia con lo sguardo e, riscaldata dall’amore della sorella, entra in bagno dove rimuove il trucco ormai sbavato dal pianto e cancella definitivamente le tracce di quella brutta serata.

Elsa l’attende a letto, consapevole di dover riaprire l’argomento e rivivere con la sorella uno dei traumi più dolorosi del loro passato. La mente corre veloce a quei momenti, ancora incensurati e vivi nel suo cervello. Elsa rivede il processo a quell’uomo, Weselton che, ubriaco e maleducato, aveva investito i genitori e, grazie a un buon avvocato, era riuscito ad evitare molti anni di galera grazie a un concorso di colpa. Elsa sente ribollire dentro di sé la rabbia di quel giorno e le lacrime amare che lei e sua sorella avevano dovuto versare in tribunale. I suoi genitori erano morti investiti durante una romantica passeggiata serale ma, non avendo attraversato sulle strisce pedonali, erano stati travolti in pieno dal guidatore in stato di ebrezza alcolica lasciando le figlie nella scomoda condizione di dover prendere le loro parti, non troppo semplici da sostenere.

Anni scomodi, difficili, nei quali fu proprio Elsa a cedere tra le braccia di Anna che, appena quindicenne, dimostrava molta più sicurezza e forza d’animo di lei. Elsa aveva provato a chiudersi in sé stessa per affrontare il dolore e, dentro di sé, avvertiva il peso di una forte responsabilità che implicava un cambiamento nello stile di vita e il mantenimento della sorella più piccola, ancora minorenne.

Elsa guarda Anna rientrare in camera leggermente più serena di prima, ma ancora scossa e dispiaciuta per quanto successo. La distanza con Kristoff, la laurea e il concorso pubblico, l’amica che ha contatti con il figlio di Weselton la stavano logorando profondamente ed Elsa, ormai mamma a tutti gli effetti, aveva capito di dover essere lei, ora, a dare sostegno alla sorellina.

“Vieni qui, forza” la invita Elsa, aprendole le braccia una volta seduta nel letto.

Anna non se lo lascia ripetere due volte e, seppur timidamente, si siede accanto alla sorella.

“Più vicina…” puntualizza Elsa con una dolce cantilena ricordando, con quelle parole, l’affetto della loro mamma che era solita stringere le figlie al petto quando erano più piccole.

La rossa, con indosso uno dei pigiami lasciati appositamente a casa di Elsa per l’evenienza, appoggia la testa al petto della più grande e si rannicchia tra le sue braccia.

“Mi sento così vuota Elsa…che cosa mi sta succedendo?” domanda Anna triste sentendo di nuovo il bisogno di piangere.

“Sei solo stressata. Hai tante preoccupazioni e il tuo corpo non ce la fa più. Devi riposare e cercare di non preoccuparti troppo” consiglia la maggiore, con fare materno, mentre le accarezza una guancia con il pollice.

“Era da tanto che non mi capitava una crisi sulla questione di mamma e papà. È che mi mancano tanto! Quando ho visto Merida e Weselton ho rivissuto tutti quei brutti momenti e…sai qual è la cosa peggiore?! Ho pensato immediatamente a Kristoff, ma lui non c’era! È lontano e manco può leggere i messaggi perché starà dormendo. È bastato questo a farmi sentire abbandonata” spiega la giovane a terra, lasciando scivolare qualche lacrima.

“Anna, questa situazione ti ha insegnato ad imparare a reagire da sola, proprio come hai fatto a quindici anni. Mi sono sempre chiesta come tu abbia fatto ad alzarti con coraggio, evitando che io mi lasciassi sprofondare nell’abisso. Stai vivendo un periodo particolarmente intenso per una serie di motivi e questo è stato uno stress aggiuntivo che ha fatto traboccare il vaso. Non pensare che con Kristoff sarebbe stato meglio! Ricordati sempre che, nonostante l’amore, tu devi imparare a credere e contare solo sulle tue forze” afferma Elsa, cercando di motivare l’altra, asciugandole le silenziose lacrime che ancora le scorrono lungo le guance.

“Sono fiera di te Elsa…sembri così forte! Sembri proprio la mamma, mi sai calmare e tra le tue braccia mi sento al sicuro” conclude Anna appoggiando la testa al suo petto, ascoltandone il rassicurante battito cardiaco.

“Sono una mamma, l’istinto è lo stesso. Lo capirai anche tu, quando avrai dei figli” risponde grata Elsa, abbozzando un sorriso.

“Sono seria…nelle tue carezze risento mamma e mi calmo” afferma Anna, rilasciando definitivamente la tensione nervosa e colpita di conseguenza da uno sfiancante colpo di sonno.

“E io rivedo in te la stessa caparbietà di papà…loro vivono dentro di noi Anna, non dimenticarlo mai. Ora dormiamo sorellina” conclude Elsa posando un bacio sulla fronte della più piccola e tenendole la mano anche da sdraiate accompagnandosi insieme, così, nel regno dei sogni.
  
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