8 - Primi passi
Per El era stato più facile imparare a volare che a camminare.
Già a pochi giorni dalla nascita infatti aveva spiegato le ali, ma imparare a stare in piedi sulle sue fragili gambette sembrava un’impresa ardua. Aziraphale batté le mani, attirando la sua attenzione.
«Dai che ce l fai, El! Coraggio»
La bimba si era alzata in piedi, ma preferiva rimanere aggrappata ad un gambo del tavolo. Riusciva a gattonare, ma muovere un passo sembrava impossibile.
«Non mi sembra molto convinta», ammise Crowley, abbassandosi al livello di El. «Hai volato ad altezza incredibili, di cos’hai paura?»
El arrossì, prendendo ad agitare una manina.
«Pa-pa, mmmh!»
«Crowley, così la metti sotto pressione. I bambini hanno bisogno dei loro tempi. Sì, anche quelli non umani», spiegò Aziraphale. El era sì straordinaria, ma pur sempre piccina, e doveva ammettere di provare un’immensa tenerezza nel vederla così indecisa, ma volenterosa. Dopo un po’ di temporeggiamento, El infatti si staccò dal gambo del tavolo, rimanendo in equilibrio.
«Hai visto? Si è staccata. Vieni qui», disse Crowley incoraggiante. La bambina guardò verso il basso, facendo per muoversi. Ma si sbilanciò da un lato, cadendo.
«Ah!» Aziraphale saltò subito su, prendendola in braccio. «El, ti sei fatta la bua?»
«Se sapesse parlare ti direbbe che si è fatta la bua alla dignità», disse sarcastico suo marito. Ma in realtà Crowley sperò di no, El doveva possedere sicuramente una testardaggine particolare, dopotutto sia lui che Aziraphale sapevano essere piuttosto caparbi.
El di fatto non scoppiò nemmeno in lacrime come avrebbe fatto una bambina della sua età. Piuttosto indicò con un dito il pavimento, esprimendo il suo desiderio di essere messa giù.
«Vuoi riprovarci? E va bene, vediamo che succede», sospirò paziente. Poggiò El sul pavimento, andando accanto a Crowley. Questa volta la bambina appariva totalmente concentrata. Strinse forte i pugnetti e allora, finalmente, si mosse, incerta, ma veloce sulle sue gambe.
«Cammina!» Crowley esultò come se non avesse aspettato altro. El gli si fiondò tra le braccia, giusto in tempo prima di perdere l’equilibrio.
«Ce l’hai fatta!» il demone si sollevò, prendendola in braccio. «Lo sapevo, lo sapevo! Tu sei una bambina troppo in gamba. Hai mosso i tuoi primi passi, stai… crescendo così in fretta», sorrise, felice e un po’ malinconico, guardando poi Aziraphale. Poté giurare di vedere gli occhi dell’angelo ora un po’ lucidi.
«Beh», quest’ultimo tirò su con il naso. «Se prima dovevamo stare attenti, adesso sarà anche peggio. Anche a terra ci sono dei pericoli.»
El si dimenò in braccio a Crowley. Adesso che aveva capito come fare, non voleva più fermarsi.
«Pa-pa!»
«Va bene, ho capito, ti metto giù!» sospirò Crowley, accontentandola. «Sono quasi commosso. Okay, sono commosse e basta, ma non intendo piangere. Cavolo, sono proprio fiero di quella piccola», dichiarò a braccia conserte, distogliendo lo sguardo. Azirphale sorride radioso.
«Oh, Crowley, sei così…»
Un sonoro crack li mise subito in allerta.
«Emh… dici che El ha rotto qualcosa?»
L’angelo scosse il capo.
«Non sono sicuro di volerlo sapere.»
Nota dell'autrice
Nella mia testa mi sono immaginata che camminare sia più difficile per volare, che quest'ultima cosa venga più automatica. Però adesso El ha imparato, quindi non ce n'è più per nessuno. Se combinava guai prima, adesso ne combinerà il doppio, sia a terra che in aria.
Già a pochi giorni dalla nascita infatti aveva spiegato le ali, ma imparare a stare in piedi sulle sue fragili gambette sembrava un’impresa ardua. Aziraphale batté le mani, attirando la sua attenzione.
«Dai che ce l fai, El! Coraggio»
La bimba si era alzata in piedi, ma preferiva rimanere aggrappata ad un gambo del tavolo. Riusciva a gattonare, ma muovere un passo sembrava impossibile.
«Non mi sembra molto convinta», ammise Crowley, abbassandosi al livello di El. «Hai volato ad altezza incredibili, di cos’hai paura?»
El arrossì, prendendo ad agitare una manina.
«Pa-pa, mmmh!»
«Crowley, così la metti sotto pressione. I bambini hanno bisogno dei loro tempi. Sì, anche quelli non umani», spiegò Aziraphale. El era sì straordinaria, ma pur sempre piccina, e doveva ammettere di provare un’immensa tenerezza nel vederla così indecisa, ma volenterosa. Dopo un po’ di temporeggiamento, El infatti si staccò dal gambo del tavolo, rimanendo in equilibrio.
«Hai visto? Si è staccata. Vieni qui», disse Crowley incoraggiante. La bambina guardò verso il basso, facendo per muoversi. Ma si sbilanciò da un lato, cadendo.
«Ah!» Aziraphale saltò subito su, prendendola in braccio. «El, ti sei fatta la bua?»
«Se sapesse parlare ti direbbe che si è fatta la bua alla dignità», disse sarcastico suo marito. Ma in realtà Crowley sperò di no, El doveva possedere sicuramente una testardaggine particolare, dopotutto sia lui che Aziraphale sapevano essere piuttosto caparbi.
El di fatto non scoppiò nemmeno in lacrime come avrebbe fatto una bambina della sua età. Piuttosto indicò con un dito il pavimento, esprimendo il suo desiderio di essere messa giù.
«Vuoi riprovarci? E va bene, vediamo che succede», sospirò paziente. Poggiò El sul pavimento, andando accanto a Crowley. Questa volta la bambina appariva totalmente concentrata. Strinse forte i pugnetti e allora, finalmente, si mosse, incerta, ma veloce sulle sue gambe.
«Cammina!» Crowley esultò come se non avesse aspettato altro. El gli si fiondò tra le braccia, giusto in tempo prima di perdere l’equilibrio.
«Ce l’hai fatta!» il demone si sollevò, prendendola in braccio. «Lo sapevo, lo sapevo! Tu sei una bambina troppo in gamba. Hai mosso i tuoi primi passi, stai… crescendo così in fretta», sorrise, felice e un po’ malinconico, guardando poi Aziraphale. Poté giurare di vedere gli occhi dell’angelo ora un po’ lucidi.
«Beh», quest’ultimo tirò su con il naso. «Se prima dovevamo stare attenti, adesso sarà anche peggio. Anche a terra ci sono dei pericoli.»
El si dimenò in braccio a Crowley. Adesso che aveva capito come fare, non voleva più fermarsi.
«Pa-pa!»
«Va bene, ho capito, ti metto giù!» sospirò Crowley, accontentandola. «Sono quasi commosso. Okay, sono commosse e basta, ma non intendo piangere. Cavolo, sono proprio fiero di quella piccola», dichiarò a braccia conserte, distogliendo lo sguardo. Azirphale sorride radioso.
«Oh, Crowley, sei così…»
Un sonoro crack li mise subito in allerta.
«Emh… dici che El ha rotto qualcosa?»
L’angelo scosse il capo.
«Non sono sicuro di volerlo sapere.»
Nota dell'autrice
Nella mia testa mi sono immaginata che camminare sia più difficile per volare, che quest'ultima cosa venga più automatica. Però adesso El ha imparato, quindi non ce n'è più per nessuno. Se combinava guai prima, adesso ne combinerà il doppio, sia a terra che in aria.